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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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MaSSIMo CaCCIaRI<br />

strativo e il proprio innegabile ordine gerarchico come null’altro<br />

che il risultato «naturale» di quel meccanismo, destituito da ogni<br />

valenza <strong>politica</strong> – ciò che metafisicamente contrasta con il mito<br />

tutto politico <strong>della</strong> civitas augescens e del suo impero. Tuttavia<br />

l’universalità, la reale «ecumenicità» <strong>della</strong> «rete» (di cui anche la<br />

<strong>politica</strong> americana va pensata come parte, seppure protagonista)<br />

rimane necessariamente «aperta» alla domanda per l’estensione<br />

sine fine dei diritti, per l’affermazione di individualità che concepiscono<br />

la «rete» come propria universalità, e dunque come<br />

patto universale, patto che l’individuo esige per essere universale.<br />

Nel quadro del tramontante presente degli Stati separati e dei<br />

loro organismi sovrastatali questa possibilità rimarrebbe spettrale,<br />

ma non lo è, invece, in quello dell’affermarsi, apparentemente<br />

soltanto tecnico, <strong>della</strong> «rete». Nell’ecumene che essa abbraccia<br />

possiamo pensare il patto come realizzarsi politico-istituzionale di<br />

una effettiva concordia, un «irraggiare» nello spazio politico <strong>della</strong><br />

volontà di ciascuno di essere in philía con l’altro restandogli straniero.<br />

La <strong>globalizzazione</strong> sembra attualmente procedere escludendo<br />

ogni polarità. Ma l’universalità <strong>della</strong> «rete» è invece del tutto<br />

concepibile come pluralismo di relazioni tra luoghi e tra luoghi e<br />

«grandi spazi» culturali, come comunicazione di esperienze vitali.<br />

L’idea di renovatio è radicata in questo contesto comunicativo.<br />

In una«rete» semplicemente gerarchizzata, e perciò centrata sui<br />

«nodi» egemoni, non si danno effettive novità, bensì soltanto nuovi<br />

prodotti, manifestazioni del Lógos unico, che nessun novum<br />

deve poter trasformare, che va custodito immune dal suo eventuale<br />

irrompere. Ma questa stessa «rete» è pensabile capovolta, e cioè<br />

come spazio-tempo in cui si ricreano (renovatio) polarità che assumono,<br />

in tutte le forme <strong>della</strong> loro relazione, valenza universale:<br />

polarità culturali e religiose, polarità tra sistemi politici, polarità<br />

che possono finalmente oltrepassare la logica amico-nemico, poiché<br />

convivono appunto nella globalità <strong>della</strong> «rete», poiché confederate<br />

in essa – e in questa confederazione si esprimono l’interesse<br />

e la volontà di ciascuna.<br />

Ma quale soggetto politico sarebbe oggi in grado di «contaminare»<br />

la forma <strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong> con questa idea di impero?

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