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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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L’IDEa DI gIuSTIzIa fRa IL RELaTIvo E L’uNIvERSaLE<br />

323<br />

re» e di «ringraziamento» 164 . Secondo Maria Rocchi, sono accezioni<br />

riconducibili «al valore <strong>della</strong> radice indoeuropea ĝher-” da<br />

cui ‘cháris’ deriva 165 . In particolare, “favore” e “ringraziamento”<br />

risultano collegati se riferiti “alla forma arcaica dello scambio”<br />

che, secondo Marcel Mauss, implica non solo l’obbligo di ricambiare,<br />

ma anche l’obbligo di donare e l’obbligo di ricevere 166 . Ad<br />

esempio, cháris nella Olimpica VII di Pindaro, «indica proprio il<br />

rapporto che si crea con il dono <strong>della</strong> coppa di vino che passa di<br />

mano in mano in un banchetto che una famiglia offre all’altra tra<br />

i vari doni di nozze» 167 .<br />

4.2.2.2.2. Il triplice ritmo <strong>della</strong> generosità e la circolarità continua<br />

dei benefici sono rafforzati da un’ulteriore caratteristica<br />

iconografica delle Grazie: il fatto che esse danzino in circolo tenendosi<br />

per mano. La ragione è che «un beneficio che successivamente<br />

passa di mano in mano finisce col ritornare a colui che l’ha<br />

dato per primo: e perde la sua caratteristica di interezza [“totius<br />

speciem”] se in qualche modo è interrotta questa circolare successione,<br />

mentre invece è una cosa bellissima se questo mutuo<br />

avvicendarsi mantiene la sua connessione»:<br />

Ob hoc, quia ordo beneficii per manus transeuntis nihilo minus ad dantem<br />

revertitur et totius speciem perdit, si usquam interruptus est, pulcherrimus, si<br />

cohaeret interim et vices servat 168 .<br />

164 M. Rocchi, Contributo allo studio delle Charites (I), in “Studii Clasice”, 1979,<br />

XVIII, p. 6.<br />

165 Ibid. Ricordo che l’assonanza di ‘cháris’ con ‘carus’ (e con ‘caritas’) è fortuita.<br />

166 Ibid. Anche il significato di “fascino” proprio di ‘cháris’ è riconducibile,<br />

secondo Rocchi, alla finalità di costituire una relazione <strong>sociale</strong> (Ivi, pp. 7-8).<br />

167 Ivi, p. 8. Pindaro, Olimpica VII, vv. 1-8 cit., trad. it. p. 79: “Come un uomo<br />

ricco prende in mano un calice dove spumeggia all’interno la rugiada <strong>della</strong> vite e ne fa<br />

dono al giovane sposo <strong>della</strong> figlia; ecco, brinda da casa a casa con il calice d’oro, il suo<br />

possesso più prezioso, perché vuole rendere più splendido il convito e festeggiare i nuovi<br />

parenti; e rende intanto lo sposo invidiato fra gli amici per la serenità di quelle nozze”.<br />

168 Lucio Anneo Seneca, De Beneficiis, I, iii, 4, trad. it. p. 13. La connessione <strong>della</strong> grazia<br />

con la danza è sottolineata da Luigi Lombardi Vallauri che si rifà anche al dialogo di Paul<br />

Valéry L’âme et la danse. In Lombardi Vallauri la grazia è caratterizzata come “la specifica<br />

qualità estetica <strong>della</strong> spontaneità del vivente” e come “la trasposizione spirituale del modo<br />

d’essere e di agire <strong>della</strong> vita non impedita”: la grazia è il movimento del vivente che si sottrae<br />

ad ogni riduzione <strong>della</strong> vita ad altro che la vita stessa (L. Lombardi Vallauri, Le culture

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