Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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03.06.2013 Views

DIBaTTITo 285 Quindi c’è un problema: se da una parte vi sono le informazioni che vengono dal basso, dall’altra le informazioni che vengono dall’alto possono essere giuste o sbagliate, ma sempre si scontrano con una distribuzione sociale molto diseguale della conoscenza, il che produce tutti gli inconvenienti che viviamo. Posso chiarire meglio quanto vengo dicendo a partire da un esempio personale: quando ho studiato il tedesco e Strauss, ho imparato una cosa: che bisogna prima capire e poi criticare. Allora, circa il mercato, si parla di Hayek. C’è chi vede in Hayek un teorico del mercato come istituzione spontanea, come evoluzionismo spontaneo; Hayek parla invece di un’istituzione culturale spontanea. E allora dobbiamo chiederci cos’è un’istituzione culturale spontanea. Savigny dice che non possiamo pensare che tutte le istituzioni che sono nate per via organica siano esenti da critiche, ma che tutte queste istituzioni possono essere criticate in base ai principi, alle leggi naturali esatte e ai risultati dell’esperienza. Allora, per chi vuol capire, il problema è chiuso: non è che tutte le istituzioni che nascono spontaneamente siano di per sé stesse buone, c’è una evoluzione culturale, una selezione di queste istituzioni e dei comportamenti, che ha direzioni che noi non possiamo prevedere. Ma tra queste direzioni, che noi non possiamo prevedere, non vi è certo la spontanea armonizzazione degli interessi, la quale non nasce con gli austriaci, nasce nell’ambito in cui nasce Frederic Bastiat, pur se per certi versi sono così anche gli inglesi. Bastiat lo diceva presupponendo che gli individui fossero guidati da una legge naturale e soprattutto da una Provvidenza che non si disinteressasse delle vicende umane e delle vicende storiche. L’armonizzazione è questa; ma se voi mettete insieme Bastiat con Mandeville viene fuori un casotto disgustoso, perché il Mandeville in realtà è l’antitesi di questo: le api operose non producono affatto la spontanea armonizzazione, né producono spontaneamente pubblici benefici. Mentre in Bastiat abbiamo un progresso, Mandeville ci dice un’altra cosa, terribile, ci dice che a un certo punto tutto questo – la favola delle api – in realtà è un casino. Come sapete Mandeville ha scritto a giustificazione delle case chiuse, quindi non uso un termine vol-

286 DIBaTTITo gare, uso un termine scientifico. In questo caso, ci mette in luce che, in tutto questo, irrompe un altro sistema di conoscenza, per cui possiamo ottenere ancora più vantaggi, se diventiamo tutti virtuosi. La grande svolta è questa, ma quando questo sistema si impone, il risultato è deteriore, è spaventoso. E allora dov’è l’ottimismo? Allora possiamo mettere Mandeville, lo spontaneismo di questa tradizione di un liberalismo ateo, diciamolo francamente, insieme con lo spontaneismo e con l’ottimismo della tradizione di Bastiat? Non possiamo. Ma mettere insieme tutte queste cose è possibile, è molto facile, semplicemente basta ignorare le opere di queste persone. L’ordine per questi signori è una possibilità, né più né meno come era una possibilità l’ordine del miglior regime politico per i classici. E cos’era il miglior regime politico? Una cosa a cui dobbiamo tutti tendere, ma che non si realizzerà. Invece noi abbiamo pensato successivamente che in realtà ci fosse una evoluzione verso il bene, verso il meglio e via di seguito. Penso che Mandeville sia proprio in questa linea e che gli austriaci siano proprio in questa linea; non hanno o non condividono questo ottimismo. Per cui non ci resta che affrontare il discorso sulle istituzioni, sul mercato, sulla politica, sullo Stato e via di seguito in altri termini. È uno sforzo un po’ difficile, però c’è gente che ci sta pensando e noto che non solo io rifletto su qualcosa. Però, prima di criticare queste cose, bisognerebbe anche un pò leggerle seriamente, non negli interpreti, ma nelle opere.

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Quindi c’è un problema: se da una parte vi sono le informazioni<br />

che vengono dal basso, dall’altra le informazioni che vengono<br />

dall’alto possono essere giuste o sbagliate, ma sempre si scontrano<br />

con una distribuzione <strong>sociale</strong> molto diseguale <strong>della</strong> conoscenza,<br />

il che produce tutti gli inconvenienti che viviamo. Posso chiarire<br />

meglio quanto vengo dicendo a partire da un esempio personale:<br />

quando ho studiato il tedesco e Strauss, ho imparato una cosa:<br />

che bisogna prima capire e poi criticare.<br />

Allora, circa il mercato, si parla di Hayek. C’è chi vede in<br />

Hayek un teorico del mercato come istituzione spontanea, come<br />

evoluzionismo spontaneo; Hayek parla invece di un’istituzione<br />

culturale spontanea. E allora dobbiamo chiederci cos’è un’istituzione<br />

culturale spontanea. Savigny dice che non possiamo pensare<br />

che tutte le istituzioni che sono nate per via organica siano<br />

esenti da critiche, ma che tutte queste istituzioni possono essere<br />

criticate in base ai principi, alle leggi naturali esatte e ai risultati<br />

dell’esperienza. Allora, per chi vuol capire, il problema è chiuso:<br />

non è che tutte le istituzioni che nascono spontaneamente siano<br />

di per sé stesse buone, c’è una evoluzione culturale, una selezione<br />

di queste istituzioni e dei comportamenti, che ha direzioni che<br />

noi non possiamo prevedere. Ma tra queste direzioni, che noi<br />

non possiamo prevedere, non vi è certo la spontanea armonizzazione<br />

degli interessi, la quale non nasce con gli austriaci, nasce<br />

nell’ambito in cui nasce Frederic Bastiat, pur se per certi versi<br />

sono così anche gli inglesi. Bastiat lo diceva presupponendo che<br />

gli individui fossero guidati da una legge naturale e soprattutto<br />

da una Provvidenza che non si disinteressasse delle vicende<br />

umane e delle vicende storiche. L’armonizzazione è questa; ma se<br />

voi mettete insieme Bastiat con Mandeville viene fuori un casotto<br />

disgustoso, perché il Mandeville in <strong>realtà</strong> è l’antitesi di questo: le<br />

api operose non producono affatto la spontanea armonizzazione,<br />

né producono spontaneamente pubblici benefici. Mentre in<br />

Bastiat abbiamo un progresso, Mandeville ci dice un’altra cosa,<br />

terribile, ci dice che a un certo punto tutto questo – la favola delle<br />

api – in <strong>realtà</strong> è un casino. Come sapete Mandeville ha scritto a<br />

giustificazione delle case chiuse, quindi non uso un termine vol-

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