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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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282<br />

DIBaTTITo<br />

come Bruce Ackerman ha scritto un libro che si chiama La nuova<br />

separazione dei poteri, che verrà presto pubblicato in Italia, in cui<br />

rivisita la teoria <strong>della</strong> divisione dei poteri, prevede sempre i tre<br />

classici poteri, ma rileva che, alla luce <strong>della</strong> enorme complessità<br />

<strong>della</strong> società contemporanea, in un contesto come quello inglese,<br />

Blair ha posto in essere una commissione parlamentare che scardina<br />

alcuni aspetti <strong>della</strong> vita <strong>politica</strong> come la conosciamo. Questa<br />

commissione sull’equità elettorale sta producendo l’idea che<br />

l’equità di una competizione elettorale, che naturalmente è vitale<br />

per la legittimità del risultato e delle istituzioni, è in funzione non<br />

solo <strong>della</strong> trasparenza dei finanziamenti, come siamo abituati a<br />

pensare (da dove vengono i soldi per la <strong>politica</strong>), ma è in funzione<br />

del sostanziale sbilanciamento dei finanziamenti. In un quadro<br />

naturalmente bipolare come quello inglese, ma naturalmente interessa<br />

anche noi, perché, se la proposta ha fatta salva la trasparenza<br />

del finanziamento (ma qualcuno possiede in rapporto<br />

di uno a dieci finanziamenti per veicolare il proprio messaggio),<br />

in che modo possiamo dire che il risultato <strong>della</strong> competizione<br />

elettorale è equo e i suoi risultati sono legittimi? Questa proposta<br />

non viene da un circolo di rifondazione comunista, ma da una<br />

commissione parlamentare inglese insediata da Blair. Quindi, c’è<br />

una frontiera <strong>della</strong> democrazia che si sposta, pur nelle condizioni<br />

<strong>della</strong> società di massa e produce un concetto sempre più normativamente<br />

esigente <strong>della</strong> democrazia stessa.<br />

Raimondo Cubeddu<br />

Bene, siccome il Presidente non ha il potere di produrre il tempo<br />

e siccome le vostre aspettative legittime, data l’ora, richiedono<br />

una parte consistente del medesimo, sarò purtroppo breve e forse<br />

drastico. Allora parto da Ferrara: prendo atto con piacere <strong>della</strong><br />

distanza dall’ipotesi <strong>della</strong> democrazia cosmo<strong>politica</strong>, che è una<br />

prospettiva che mi inquieta parecchio. Non riuscirei, insomma,<br />

mi vedrei male in un posto di questo tipo. Il problema è quale<br />

ordine globale pensare e questo pone un problema fondamentale

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