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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

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costa questa nuova forma di paternalismo, di colonialismo, in cui<br />

noi siamo degli imbonitori: te lo diamo, guarda che è migliore,<br />

ma io non lo voglio, non è che ne abbia tanto bisogno. Ma andare<br />

a portare questi beni, siano beni culturali, valori, culture, diritti,<br />

ecc. ad altre persone diventa una cosa rischiosa e tutto sommato<br />

il nostro imbarazzo nei confronti del processo di <strong>globalizzazione</strong><br />

nasce proprio dal fatto che ci sentiamo per certi versi respinti.<br />

Siamo buoni, siamo ancora il vecchio padre bianco buono che<br />

porta la civiltà, anzi non più la civiltà, porta dei valori, dei diritti<br />

e poi ci sentiamo un po’ a disagio e ci dicono: tieniteli pure, non<br />

me ne faccio nulla; però, dobbiamo accettare questo «non me ne<br />

faccio nulla».<br />

Tutto sommato, quello che ci piace ancora meno è un altro<br />

problema, che è il fatto che l’unico prodotto occidentale che ha<br />

avuto una diffusione universale è stata l’economia di mercato.<br />

Chissà perché? Perché riguardava sistemi più efficienti di produzione<br />

di beni o di trasformazione di informazioni, di scambi di<br />

informazioni, riguardava qualche cosa che è quella naturalità che<br />

va bene a tutti. Da questo punto di vista, noi siamo riusciti a risolvere<br />

questo problema in un modo molto efficiente, brillante.<br />

Però, poi, quando si tratta del passaggio dalla produzione di beni<br />

di primo tipo, alla produzione di beni di secondo e terzo tipo, per<br />

usare la terminologia mengheriana, ci troviamo a disagio.<br />

Ad un certo punto dobbiamo anche fare il conto di quanto ci<br />

costerebbe imporre qualcosa; e i tempi decisionali per arrivare ad<br />

una soluzione comune chi soddisferebbero? Probabilmente non<br />

soddisferebbero nessuno. Il tempo è un tempo limitato, a cui ci<br />

assoggettiamo tutti; ma sappiamo prima che ad un certo punto<br />

ce lo possono anche togliere. Così è il nostro tempo individuale:<br />

abbiamo un’aspettativa di vita in cui vogliamo realizzare tutto,<br />

però non sappiamo quanto sia lunga questa aspettativa di vita. Il<br />

mercato, non il mercato selvaggio, non il liberalismo selvaggio,<br />

il mercato perfetto non esiste, è un’invenzione dei razionalisti: il<br />

mercato è un fenomeno di distribuzione diseguale di conoscenza,<br />

come si può pensare a un mercato perfetto? È esistito mai uno<br />

Stato perfetto, o qualche cosa di perfetto? È esistito qualche cosa

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