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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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IL RuoLo DELLE TEoRIE PoLITIChE NELLa gLoBaLIzzazIoNE<br />

249<br />

internazionale come queste. Ci troviamo di fronte al fatto che<br />

questa distinzione, se viene operata sulla base di un’argomentazione<br />

filosofica e in particolare di filosofia morale sulla pregnanza<br />

morale dei diritti umani, ci riporta a un quadro assai antico, in<br />

cui esiste un primato dell’argomentazione morale sull’argomentazione<br />

<strong>politica</strong>, un quadro che è profondamente diverso e in<br />

tensione con quell’idea di una cooriginarietà dei diritti e <strong>della</strong><br />

volontà popolare democratica che era presente in Rawls, in Habermas<br />

e in altri autori. Ciò ci riporta ad un quadro classico in<br />

cui la morale detta legge alla <strong>politica</strong>, che non possiamo accettare<br />

per un’altra serie di considerazioni. I motivi stanno nell’origine<br />

di questi documenti e nel contesto storico – parlo anche dei Patti<br />

del 1966 sui diritti civili e sui diritti economici – in cui nascevano.<br />

Erano documenti che si proponevano nel 1948 alla fine <strong>della</strong> seconda<br />

guerra mondiale il fine di alimentare una cultura dei diritti<br />

umani, di dare un’enunciazione il più possibile completa di che<br />

cosa vuol dire rispetto <strong>della</strong> dignità <strong>della</strong> persona umana; una<br />

funzione pedagogica che ben si accompagnava con l’ampiezza<br />

dei diritti specificati. Nel mutato contesto del 2002, cinquanta<br />

e più anni dopo che questo input pedagogico così autorevole ha<br />

fatto il suo corso, noi chiediamo un’altra prestazione a fonti del<br />

diritto internazionale, che non era presente nel contesto del ’48;<br />

noi chiediamo a documenti di questo tipo di tracciare una linea<br />

sul punto fin dove arriva la sovranità nazionale e un altro punto<br />

oltre il quale non può spingersi senza incorrere nelle sanzioni che<br />

possono essere comminate dalla comunità internazionale, fino all’ingerenza<br />

manu militari su uno Stato che si renda colpevole di<br />

una violazione sistematica e grave di questi diritti umani. Quindi,<br />

noi chiediamo alla dottrina dei diritti umani di limitare la sovranità<br />

degli Stati-nazione, cosa che nel ’48 non si chiedeva; questo,<br />

a mio avviso, ci pone in una situazione in cui la compiuta giuridicizzazione<br />

delle relazioni internazionali richiederebbe, forse, la<br />

creazione di nuovi documenti giuridici, la creazione di una seconda<br />

Dichiarazione Universale dei Diritti, questa volta sottoscritta<br />

auspicabilmente dalla totalità degli Stati, in cui si identifichi questo<br />

nucleo centrale di diritti imprescindibili. Noi chiediamo che

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