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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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aLESSaNDRo fERRaRa<br />

cuni tra i diritti elencati, tra i trenta di questo documento, vanno<br />

considerati diritti umani propriamente detti, in particolare quelli<br />

menzionati all’art. 3 (diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza<br />

<strong>della</strong> persona), all’art. 5 (il diritto a non essere sottoposto a tortura<br />

o a punizioni crudeli e degradanti) e tutti quelli compresi negli<br />

articoli tra il 3 il 18. L’intero gruppo dei diritti, invece, elencati tra<br />

gli articoli dal 19 al 30 <strong>della</strong> Dichiarazione, non sono per Rawls<br />

veri diritti umani, per la motivazione che spesso presuppongono<br />

delle istituzioni che esistono solo in alcune parti del mondo e non<br />

in altre, per cui non sono affatto universali. Tali sono, per esempio,<br />

il diritto alla sicurezza <strong>sociale</strong> (art. 22) o il diritto all’uguale<br />

retribuzione per uguale lavoro (art. 23). Rawls sostiene che presuppongono<br />

dei tipi specifici di istituzioni e, quindi, non fanno<br />

parte di questo nucleo di diritti veramente universali.<br />

Qui si pone il problema su quale base è tracciata questa linea,<br />

all’interno di un documento che non pone alcuna gerarchizzazione<br />

tra diritti di serie A e diritti di serie B; per bocca dello stesso<br />

Rawls, apprendiamo che si tratta di una non meglio identificata<br />

base morale dell’universalità dei diritti umani e questo è un discorso<br />

potenzialmente esplosivo per la teoria <strong>politica</strong>. Prima di<br />

tutto introduce un elemento di grande tensione all’interno <strong>della</strong><br />

costruzione rawlsiana, ma questo è un problema per Rawls, potrebbe<br />

non esserlo per altri. Questi diritti umani sfondano il suo<br />

quadro contrattualistico, intanto perché le parti che contraggono<br />

nella posizione originaria non sanno quali diritti esattamente<br />

sottoscrivono; in secondo luogo, questi diritti, sostiene Rawls,<br />

si applicano anche a quegli Stati fuori legge, i quali non sono<br />

ammessi nel consesso <strong>della</strong> società dei popoli, in quanto non li<br />

rispettano, quindi, non hanno evidentemente una base contrattuale,<br />

se hanno una normatività che si impone anche a quelli che<br />

non li sottoscrivono, ma questo potrebbe essere un problema soltanto<br />

di Rawls.<br />

Quello che non è soltanto un problema di Rawls è il fatto che<br />

ci troviamo, come anche in Habermas, con la necessità di distinguere<br />

diritti umani in senso forte, fondamentali, da una serie di<br />

altri diritti che pure sono elencati in fonti giuridiche del diritto

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