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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

che travolgeranno, a quanto pare, sono le masse diseredate dei<br />

paesi islamici, forse, o dei paesi così detti in via di sviluppo, ma<br />

si dimentica l’enorme potenziale che esiste nei paesi così detti del<br />

secondo mondo, la Cina soprattutto. La capacità industriale che<br />

già sta manifestando la Cina è notevolissima e la Cina consta<br />

di un miliardo e 300 milioni di persone, che stanno agendo in<br />

maniera razionale, costruttiva, con un programma a lungo termine,<br />

ma è un programma che cambierà il mondo, quando sarà<br />

realizzato. Pensiamo anche al potenziale culturale che ha una<br />

vastissima area come è l’ex Unione Sovietica, civiltà affine alla<br />

nostra e in grado di accelerare il processo di sviluppo in senso<br />

industriale e in senso capitalistico; perciò, non possiamo semplificare<br />

la <strong>realtà</strong> attuale pensando soltanto ai due poli estremi con<br />

USA e Europa, da un lato, e, dall’altro, il terzo mondo diseredato,<br />

formato da moltitudini che invadono. Certo, esiste questo fatto<br />

<strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong>, che è una <strong>globalizzazione</strong> delle merci ad<br />

alto livello tecnologico e non è, invece, una <strong>globalizzazione</strong> intesa<br />

anche come libertà di stabilimento; circolano le merci, circolano<br />

anche le imprese, le imprese si ramificano, si dislocano in tutti<br />

i continenti, non circolano solo le merci lungo i confini, ma la<br />

stessa impresa, che nella sua organizzazione abbraccia l’intero<br />

globo terracqueo. Però, non c’è la libertà di circolazione tra le<br />

entità globalizzate; il lavoro non si è globalizzato, il lavoro resta<br />

fortemente nazionale.<br />

Ogni Stato, al tempo stesso, ha bisogno di immigrati, ma oppone<br />

resistenza all’immigrazione; vive questa costante contraddizione<br />

perché deve salvare certi valori propri <strong>della</strong> civiltà del paese<br />

e non può contaminare oltre un certo limite, proprio perché c’è<br />

questa coesistenza di laicità e diritto divino, di religiosità, questa<br />

alterazione di valori, che riteniamo fondamentali <strong>della</strong> civiltà occidentale.<br />

Questi poi sono fenomeni che vanno studiati nei paesi<br />

stessi dai quali provengono, perché, ad esempio, tutti i paesi islamici<br />

hanno al proprio interno un diritto confessionale, un diritto<br />

di ispirazione divina, che affonda le sue radici nel Corano, un<br />

diritto, che è soltanto la traduzione in norma dei principi del Corano,<br />

il cui fondamento è, appunto, la volontà divina; però hanno

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