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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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PIo MaRCoNI<br />

diversa è l’accoglienza in un paese a welfare avanzato in cui l’accoglienza<br />

significa redistribuzione di risorse. Di questo bisogna<br />

tener conto.<br />

Allora una <strong>politica</strong> di cittadinanza universale può provocare<br />

una redistribuzione selvaggia delle risorse che distrugge le capacità<br />

di impresa, ma distrugge anche il welfare. Ora, la capacità<br />

di impresa appartiene a quei ricchi, che secondo la vecchia tradizione<br />

socialdemocratica andavano tosati: vi ricordate i Fabiani<br />

inglesi, la pecora va tosata perché la differenza tra Fabiani e Leninisti<br />

è che i Leninisti dicevano che la pecora andava ammazzata,<br />

i Fabiani con il rasoio gli tagliavano la lana, senza calcolare che<br />

la pecora muore se la tosi troppo spesso. Distruggi la capacità<br />

di impresa e distruggi il welfare; oppure l’altra faccia: l’apertura<br />

alla cittadinanza universale può significare il ritorno al liberismo<br />

selvaggio, può diventare un grande contributo alla distruzione<br />

delle economie pianificate, delle economie assistite per un ritorno<br />

al liberismo selvaggio. Due prospettive non accettabili.<br />

Credo che, forse, si può lavorare su un altro tema: il lavoro<br />

oggi è creare soluzioni giuridiche a questa grande iniquità del meccanismo<br />

<strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong>, all’iniquità del trattamento <strong>della</strong><br />

persona e <strong>della</strong> cosa. Tali soluzioni si possono trovare preannunciando<br />

un completamento dell’ordinamento giuridico <strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong><br />

attraverso il completamento del diritto delle merci di<br />

circolare e attraverso una nuova disciplina <strong>della</strong> circolazione del<br />

lavoro. L’idea <strong>della</strong> cittadinanza universale è sottesa da un’altra<br />

idea: dall’idea che attraverso i fenomeni di migrazione e di accoglienza<br />

si risolva il problema <strong>della</strong> povertà nel mondo e, quindi,<br />

un’idea di ridistribuzione; il paese ricco ridistribuisce in maniera<br />

selvaggia le proprie risorse a tutti i poveri del mondo. Viceversa,<br />

una disciplina <strong>della</strong> circolazione delle merci e del lavoro si concilia<br />

con un’economia competitiva. Uno dei temi è che i trattati<br />

internazionali sulle merci (cfr. Montevideo) affermano che nell’acquistare<br />

un prodotto il paese acquirente non deve controllare<br />

il modo con cui è stato prodotto. È stata fatta questa proposta e<br />

questa clausola è stata messa dai paesi poveri, che vogliono poter<br />

sfruttare i bambini di 9 anni, utilizzare il lavoro semi-schiavistico.

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