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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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IL RuoLo DELLa SCIENza gIuRIDICa NEL DIRITTo gLoBaLE<br />

229<br />

previsione? Perché aveva la capacità di tener conto degli interessi<br />

di parti in conflitto? L’Illuminismo giuridico riesce a mediare gli<br />

interessi del primo e del secondo stato, da una parte, con gli interessi<br />

del terzo stato; costruisce l’idea di uguaglianza, il bisogno di<br />

codice civile, il bisogno di normazione uguale, tiene conto degli<br />

interessi del terzo stato da una parte, del primo e del secondo<br />

stato, del privilegio aristocratico dall’altra. La cultura dell’istituzionismo<br />

giuridico dell’inizio del XX secolo tiene conto degli<br />

interessi del I, del II e del III stato, da una parte, e, dall’altra,<br />

degli interessi del IV stato (Pellizza da Volpedo, il quarto stato<br />

che avanza). Qual è la genialità di questa esperienza giuridica?<br />

Di tener conto che il fatto giuridico, la costruzione dei modelli,<br />

doveva esser fatta tenendo conto degli interessi del primo, del<br />

secondo, del terzo stato, da un lato (il diritto individuale), e del<br />

quarto stato (il diritto <strong>sociale</strong>) dall’altro. Lo sforzo del giurista<br />

di fronte ai fenomeni <strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong> è di tener conto degli<br />

interessi di un primo mondo, di un secondo mondo e di un terzo<br />

mondo e <strong>della</strong> costruzione di un sistema capace di imbrigliare<br />

questi complessi interessi. Ci sono delle tesi utopiche; per esempio,<br />

ho letto in alcune opere (adesso circola molto tra i filosofi del<br />

diritto l’idea kelseniana <strong>della</strong> cittadinanza universale) che possiamo<br />

rispondere alla mostruosità <strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong> con l’idea<br />

<strong>della</strong> cittadinanza universale; rompiamo le barriere dei confini,<br />

rompiamo i diritti pubblici interni nazionali, apriamo alla cittadinanza<br />

universale; però: quali sono costi e benefici?<br />

La cittadinanza universale significa, da un lato, per i paesi<br />

sviluppati, la distruzione di ogni capacità di impresa, forme di<br />

ridistribuzione selvaggia dei redditi (il comunismo, l’egualitarismo<br />

totale, uscito dalla finestra rientra dalla porta). I fenomeni<br />

di accoglienza sono sempre determinati da un punto di vista economico:<br />

quando si viene a dire l’Occidente egoista, mentre, invece,<br />

l’America e l’Australia o l’Argentina dell’inizio del XX secolo<br />

erano aperte all’immigrazione, non si tiene conto di una grande<br />

differenza: quelle erano economie fondate sul liberismo selvaggio<br />

e sull’accumulazione primitiva per cui chiunque venisse, era bene<br />

accolto, perché il regime era quello del liberismo selvaggio; ben

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