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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

coincidono) –, ma che non è assolutamente una democrazia. Ci<br />

sono tutte le crazie salvo il demo. Ora, questo pone il problema<br />

del potere dei tecnici, che secondo me va completamente distinto<br />

dal potere tecnico; cioè, il governo dei competenti è una forma di<br />

democrazia irrinunciabile. La vecchia democrazia elettorale presupponeva<br />

tacitamente che il popolo eleggesse tra i competenti,<br />

non che eleggesse tra gli assolutamente incompetenti, o peggio tra<br />

gli imbroglioni o cose di questo genere. La vecchia democrazia<br />

pretendeva che si eleggesse semplicemente tra coloro che erano<br />

capaci di condizionare il consenso; quindi, il consenso era una<br />

scelta democratica tra competenti e il potere dei tecnici è semplicemente<br />

l’autorità <strong>della</strong> ragione, quindi non è quasi neanche un<br />

potere e si tratta di evitare che l’autorità dei tecnici si trasformi in<br />

potere tecnico, intendendo con potere tecnico il cattivo uso di posizioni,<br />

per es. di monopolio, ad esempio, da parte di un medico<br />

che, siccome ha in mano il malato e il malato può permettersi un<br />

unico medico, dispone di un potere senza controllo. Il potere dei<br />

tecnici che si intercontrolla.<br />

Io da anni porto avanti un modello a due camere. Una secondo<br />

me dovrebbe essere la camera dei locali ignoranti competenti<br />

su tutto, cioè: io so tutto, perché sono il rappresentate nella zona<br />

di Abbiategrasso; questa è, diciamo, la forma rudimentale <strong>della</strong><br />

<strong>politica</strong>. Poi una seconda camera, che non sia doppione <strong>della</strong> prima,<br />

ma che sia la camera dei competenti, e questa, per sua natura,<br />

dovrebbe essere assolutamente sovranazionale. Non ha senso collegare<br />

la competenza al territorio, quindi le decisioni, per esempio,<br />

se è meglio il latino o la matematica, o se si possono fare o no le<br />

centrali nucleari. È strano che tutte queste decisioni vengano prese<br />

dalla stessa persona di Abbiategrasso che non sa né niente sul latino<br />

e la matematica, né niente sulla nocività del nucleare. Quindi,<br />

perlomeno, che ci siano i due principi, la rappresentazione elettorale<br />

territoriale e quella dei tecnici, è una cosa che sto dicendo da<br />

moltissimo tempo, quasi solo a me stesso, data la mia umbratilità.<br />

La terza cosa in cui non sono stato spiazzato è l’effettivismo;<br />

qui credo che nemmeno Enrico Pattaro sia stato spiazzato. Ormai,<br />

dato il primato dell’effettività e la priorità <strong>della</strong> validità, siamo per-

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