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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

molto in me l’attenzione per lo sviluppo storico attraverso cui si<br />

è formato il momento che stiamo vivendo, soprattutto quando<br />

ha delineato un iter, un itinerario che porta in sostanza dalla lex<br />

mercatoria, o meglio, dal momento medievale di indivisibilità o<br />

di non discontinuità, al momento di creazione dello Stato come<br />

fonte del diritto e soprattutto come fonte <strong>politica</strong> del diritto e<br />

quindi <strong>della</strong> sovranità. Questo ha anche implicato il tramonto di<br />

una dimensione di unità e di tutto l’ordo juris medievale. Vorrei<br />

partire da questa considerazione, perché, attraverso una narrativa<br />

forse non identica di questo processo, potrò arrivare a mettere<br />

in luce qualche aspetto diverso, ulteriore <strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong>.<br />

Nel momento attuale, il punto fondamentale è costituito dalla<br />

funzione di questo Stato moderno, che parcellizza il territorio<br />

e quindi seziona, rende discontinui, discreti, gli spazi di questa<br />

attività che è contemporaneamente di sovranità sui territori, di<br />

politicizzazione, di produzione del diritto, attraverso la politicità.<br />

In <strong>realtà</strong> è un’attività attraverso cui il diritto assume una forma,<br />

diventa quello che è, il diritto astratto e formale, quel diritto di<br />

cui parla anche il professor Galgano, ricordando le unificazioni<br />

del soggetto giuridico, su cui insistette Giovanni Tarello. L’unificazione<br />

del soggetto giuridico è un modo di formalizzare i rapporti,<br />

dematerializzandoli, cioè facendo comparire i soggetti in<br />

una veste che sia universalizzabile; quindi, se è vero l’aspetto di<br />

creazione di confini e di politicizzazione del diritto attraverso la<br />

formazione dello Stato moderno e soprattutto attraverso quel<br />

movimento che fu in Europa la codificazione, in <strong>realtà</strong> è anche<br />

riscontrabile un momento di ulteriore universalizzazione del diritto.<br />

Questo è un piccolo particolare, che tra l’altro vedo confermato<br />

anche in un saggio che è stato ripubblicato nel ‘94 di Fasseau,<br />

il quale ricorda che il diritto, ancora nell’Ottocento, era un<br />

diritto unitario e universale, poiché, in fondo, si sentiva come una<br />

sorta di diritto civile universalizzato, di diritto romano allargato,<br />

di diritto in <strong>realtà</strong> razionale che, quindi, non subiva tanto l’autorità<br />

degli Stati. Lo Stato rendeva, anche attraverso la propria<br />

autorità <strong>politica</strong>, un servizio di tipo teoretico, rendeva possibile<br />

che valesse un diritto razionale naturale, che considerava ancora

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