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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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gIovaNNI SaRToR<br />

dichiaro che lo spazio globale che stiamo costruendo è naturalmente<br />

indipendente dalle tirannie che voi cercate di imporci». Alle<br />

preoccupazioni libertarie di Barlow però si oppongono numerose<br />

richieste, che sembrano andare nella direzione opposta, sollecitando<br />

una disciplina giuridica <strong>della</strong> rete. Tali proposte vengono tanto<br />

dalle autorità pubbliche, interessate a controllare Internet a fini di<br />

polizia, per prevenire reati, in particolare terrorismo e pedofilia,<br />

per censurare certi tipi di informazione: dalla pornografia all’incitazione<br />

all’odio etnico e razziale, alla propaganda neonazista.<br />

Altre voci, ancora più forti, e che hanno avuto maggior successo,<br />

sono venute dalla comunità degli affari, del business, concernenti<br />

richieste di una disciplina giuridica del commercio elettronico,<br />

per un’energica protezione <strong>della</strong> proprietà intellettuale online, una<br />

tutela dei marchi e dei segni distintivi. Il diritto ha dato seguito a<br />

queste richieste. Infine, vi sono anche voci che chiedono la protezione<br />

<strong>della</strong> privacy online, la conservazione delle cosiddette utilizzazioni<br />

libere dei prodotti culturali e, più in generale, la garanzia<br />

che i diritti civili, sociali e culturali possano essere esercitati anche<br />

in Internet. Così, da un lato, Internet sembra rifiutare la <strong>politica</strong><br />

del diritto come ostacolo alla sua autonomia e alla sua creatività,<br />

dall’altro lato, invece, sembra chiedere soluzioni giuridiche ad alcuni<br />

suoi problemi. Da quale prospettiva generale, quindi, guardare<br />

ai fini <strong>della</strong> regolamentazione <strong>della</strong> rete?<br />

Possiamo far riferimento ad una proposta formulata alcuni<br />

anni fa da un noto studioso americano, Lawrence Lessig, il quale<br />

distinse quattro modi mediante i quali è possibile influire sul<br />

comportamento del cyberspazio. La classificazione che sto per<br />

esporre, si lega a questa proposta di Lessig con alcune modifiche.<br />

Il primo, ovviamente, è il diritto che continua a stabilire obblighi<br />

e a minacciare sanzioni, anche per i comportamenti tenuti nella<br />

rete, comportamenti come la diffamazione, le violazioni <strong>della</strong><br />

proprietà intellettuale, il danneggiamento informatico, e così via.<br />

Il secondo elemento è dato dalle regole sociali, intendendo qualsiasi<br />

regola accettata nei rapporti telematici, ma non coercibile<br />

giuridicamente. Il terzo elemento è il mercato, che, ovviamente,<br />

influisce sugli attori <strong>della</strong> rete, assegnando prezzi ai beni e alle

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