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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

nizzazioni, tutta la questione <strong>sociale</strong> e <strong>politica</strong> del conflitto evocata<br />

poco fa. Ferrarese nel suo libro parla, per esempio, di ONG, delle<br />

agenzie <strong>della</strong> società civile; mi domando, però, se il rischio non sia<br />

quello di reintrodurre, di leggere questo tipo di processi sociali e<br />

politici alla luce <strong>della</strong> logica <strong>della</strong> spontaneità mercantile, oppure se,<br />

invece, non ci sia bisogno di uno sguardo un po’ più critico.<br />

Raimondo Cubeddu<br />

Vorrei intervenire su due punti relativi alla discussione del<br />

prof. Spada sul libro <strong>della</strong> prof.ssa Ferrarese. Qual è il fattore di<br />

legittimazione di regole che provengono da fonti diverse da quelle<br />

democratico-statuali? Mi sembra che questo sia il problema, non<br />

tanto quello di poterle escludere; non possiamo escluderle, non<br />

avrebbe nessun senso fare esclusioni di questo genere.<br />

Sono perfettamente d’accordo con quello che ha detto Spada,<br />

i cui temi sono così strettamente connessi con quelli <strong>della</strong> Ferrarese.<br />

Viviamo in una <strong>realtà</strong> telematica che ha reso evanescente la<br />

distinzione tra beni materiali e beni intellettuali e allora che cosa<br />

vogliamo regolare? C’è un bel saggio di Coase del 1974, in cui si<br />

afferma che tutti possiamo essere d’accordo per quanto riguarda<br />

la libertà nello scambio di beni e di idee, ma che non abbiamo<br />

possibilità di regolare lo scambio di beni immateriali.<br />

Il controllo <strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong> in che direzione può andare?<br />

Se potesse essere svolto in qualche modo, chi userebbe la coercizione<br />

nei confronti di chi? E nei confronti di che cosa? Come si<br />

potrebbe delimitare lo spazio? È possibile delimitare lo spazio? È<br />

possibile scandire i due tempi e fare in modo che ci siano dei processi<br />

automatici o del tutto condivisi <strong>della</strong> trasformazione di idee,<br />

di conoscenza in opportunità e, quindi, la trasformazione in beni<br />

materiali? I beni materiali non esistono più; esiste un’attribuzione<br />

di opportunità a una determinata idea, che può trasformarla in<br />

bene materiale e, quindi, anche in moneta.<br />

Il problema mi sembra proprio questo: il fattore di legittimazione<br />

di regole che provengono da fonti diverse da quelle demo-<br />

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