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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

un’immagine troppo semplice. Non solo perché, come sappiamo<br />

bene, il mercato è un’istituzione tutt’altro che naturale e spontanea,<br />

che ha richiesto un processo secolare di formazione e che per<br />

quanto riguarda la sua versione contemporanea, in particolare<br />

del mercato finanziario globale, ha richiesto decisioni politiche<br />

precise, consapevoli, ma anche perché ho l’impressione che ci siano<br />

altri tipi di spontaneità che sono rilevanti.<br />

Faccio un esempio brevissimo; a me è capitato, dopo aver discusso<br />

in un seminario a Pisa il libro di Maria Rosaria Ferrarese,<br />

di trovarmi in un altro convegno, organizzato dalla Regione Toscana,<br />

in cui si sottoponeva al dibattito pubblico la proposta di<br />

utilizzare uno standard internazionale per la responsabilità etica<br />

delle imprese. A me è capitato di pensare che la Ferrarese avesse<br />

molte ragioni nel suo libro; lì in fondo ci si trovava in una situazione<br />

in cui un ente pubblico fa ricorso a uno standard elaborato da<br />

un’agenzia internazionale, che sarebbe difficile definire pubblica<br />

o privata, in cui entrano grosse corporations internazionali. La<br />

distinzione etica-diritto – questa mattina siamo stati richiamati dal<br />

prof. Zaccaria al fatto che Luhmann ci sembra vetero-europeo –<br />

tende a cadere, quanto meno a sfumare; il fatto che ci si affidi per<br />

la certificazione e, quindi, anche eventualmente per la sanzione, ad<br />

agenzie private, tutto questo mi sembra che faccia emergere che<br />

effettivamente il diritto stia diventando qualche cosa di molto simile<br />

a quello di cui ci ha parlato la Ferrarese nel suo libro e nel suo<br />

intervento. In quell’occasione ho avuto anche modo di verificare<br />

un caso in cui quel tipo di certificazione etica delle imprese è stato<br />

applicato; un caso in cui si è scoperto, da parte di un’ organizzazione<br />

del commercio equo e solidale, che degli ananas venduti in<br />

supermercati italiani, venivano prodotti in Africa da una di quelle<br />

multinazionali in condizioni di lavoro tutt’altro che etiche. La<br />

multinazionale, viceversa, aveva il bollino di certificazione etica. Si<br />

è attivato un processo, sono stati coinvolti i sindacati locali e si è<br />

riusciti a migliorare le condizioni di vita di questi lavoratori.<br />

La domanda è la seguente: le spontaneità rilevanti sono soltanto<br />

quelle del mercato? Ci sono anche altri attori importanti che, forse,<br />

andranno tenuti in considerazione: agenzie <strong>della</strong> società civile, orga-

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