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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

semplicemente criticare il sistema di forza così come la <strong>globalizzazione</strong><br />

lo ha concretizzato per auspicarne un altro.<br />

Il giurista, certo – e il prof. Irti, relatore di ieri, è una esempio<br />

mirabile <strong>della</strong> figura del giurista – è cresciuto col diritto romano,<br />

che di questa visione del diritto come forza è, a mio avviso, la manifestazione<br />

più emblematica che la storia dell’uomo conosca.<br />

Il filosofo, diversamente dal giurista, nasce, matura, cresce e<br />

si sviluppa alla scuola del pensiero greco, respirando l’aria <strong>della</strong><br />

cultura greca, e come sostiene recentemente Giuliano Crifò,<br />

si pone in termini contrapposti rispetto a quelli del pensiero romano.<br />

Riprendendo un accenno in tal senso <strong>della</strong> relazione di<br />

Cacciari di ieri, d’accordo con Crifò, penso che la differenza sia<br />

quella tra civitas e polis, cioè tra una città che forma il cittadino<br />

e una collettività che nasce dal singolo, dalla determinazione dei<br />

singoli. In tal senso la differenza è tra un diritto inteso come forza<br />

e un diritto inteso come garante, il garante maggiore del senso.<br />

La domanda che formulo è forse elementare: la filosofia del<br />

diritto come si pone in questa prospettiva? Il filosofo del diritto,<br />

che è giurista e filosofo insieme, o non è né filosofo né giurista,<br />

che cosa fa? Rimanendo nell’ottica <strong>della</strong> forza, mi sembra che,<br />

come ho già detto, si limiti a sostituire un modello di forza, che<br />

lui ritiene più corretto e più giusto, a quello attuale; se invece,<br />

forse ritrovando l’humus originario che lo dovrebbe contraddistinguere,<br />

si proietta nella seconda strada, quella del senso, penso<br />

che recuperi il concetto di uomo, che spesso latita nelle discussioni,<br />

non in questa, e così la sua concreta esistenza nel mondo<br />

giuridico. Sottolineo concreta, proprio per opporla all’astrattezza<br />

del diritto, inteso come forza, che ieri Irti ha così bene delineato,<br />

che viene sostituito da questa concretezza del diritto come senso.<br />

Concludendo, faccio mie le parole di Giorgio Oppo che recentemente,<br />

durante il conferimento <strong>della</strong> laurea honoris causa, ha<br />

sostenuto che il diritto non è affatto astratto, ad essere astratta<br />

è invece la legge. A mio avviso, negare questo significa ignorare<br />

l’effettiva portata dei diritti fondamentali dell’uomo.<br />

Certo, prof.ssa Ferrarese, il diritto acquista ormai un valore<br />

meramente assicurativo; chiunque da professionista si è trovato

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