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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

le, a lettura persuasiva e prescrittiva, nel senso che questa idea<br />

di neutralità e di evoluzione imprevedibile dei sistemi finisce per<br />

essere una sua giustificazione, a mio modo di vedere, autoritaria,<br />

in quanto acritica. In particolare, in quella dromocrazia che non<br />

dà il tempo di riflettere perché fa subentrare immediatamente il<br />

nuovo e il diverso a sostenere, ad accettare, o a giustificare che<br />

il determinismo sistemico e tecnologico sia l’unica epistemologia<br />

accettabile, perché inevitabile.<br />

Questo determinismo, di cui la velocità è uno degli elementi,<br />

consiste nell’assumere il procedere dei sistemi come inevitabile,<br />

in quanto l’unico modo di avere a che fare con i rischi sia quello<br />

di accettarli, assicurandoli o tutt’al più compensandoli ex post.<br />

Questo tra l’altro coincide con il tipo di attitudine che deriva dal<br />

modello americano di regolamentazione giuridica dei rischi, vale<br />

a dire lasciare che i sistemi tecnologici procedano e tutt’al più<br />

intervenire con quei punitive damnages ex post, una volta che i<br />

danni si sono verificati.<br />

In questo panorama il ruolo del diritto è davvero residuale, nel<br />

senso di mera sanzione e luogo di validazione di questa supposta<br />

neutralità. Pensiamo all’idea di norme tecniche; da questo punto<br />

di vista contribuisce a creare delle scatole nere, vale a dire dei luoghi<br />

di accettazione, di validazione <strong>della</strong> conoscenza che non sono<br />

più ulteriormente discussi. Un esempio palese di ciò mi sembra<br />

oggi il diritto brevettuale in campo biotecnologico; per esempio, là<br />

dove è uno degli ambiti più accusabili di filotecnia, nell’inseguire<br />

la velocità <strong>della</strong> tecnica. La stessa direttiva europea sulla brevettabilità<br />

delle biotecnologie rassicura sulla propria neutralità, sull’essere<br />

uno strumento neutrale rispetto all’evoluzione tecnologica.<br />

Di fronte a questa visione, mi sembra che ci siano dei tentativi<br />

di riutilizzare la valenza assiologica e di giustizia, di una giustizia<br />

che crea dal basso i diritti, che si può trovare in Beck, quando<br />

parla del cosmopolitismo procedurale, ma anche in altri autori.<br />

Questa idea di rivalutazione <strong>della</strong> società civile, però, mi sembra<br />

che non sia un ulteriore sistema, un mero correttivo o una<br />

semplice visione antitetica rispetto al diritto, ma che possa essere<br />

la fonte di una nuova visione <strong>della</strong> giuridicità e <strong>della</strong> giuridifica-

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