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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

come alcuni sostengono, un drastico rallentamento del processo<br />

di <strong>globalizzazione</strong> o al contrario, come invece sostengono altri,<br />

non sia essa stessa espressione <strong>della</strong> logica profonda di un processo<br />

di <strong>globalizzazione</strong> che, dopo aver instaurato una dimensione<br />

unica, ha bisogno di creare esso stesso una sua contraddizione<br />

interna. Oppure si pensi alle politiche di intervento nell’economia<br />

per contrastare la recessione economica, che, dopo tante celebrazioni<br />

<strong>della</strong> fine del keynesismo, sembrano determinare una<br />

battuta d’arresto per le ricette di market liberalism, di liberalismo<br />

economico, che proponevano “meno stato” e “più mercato”.<br />

Sarà allora opportuno distinguere tra processi che hanno investito<br />

la trasformazione degli stati al loro interno e processi che<br />

invece riguardano i rapporti transnazionali e che hanno ricadute<br />

sull’organizzazione giuridica e <strong>politica</strong> degli stati.<br />

Nel primo caso si è soliti registrare un’espansione del diritto<br />

pubblico sul diritto privato. Nel secondo caso si è soliti parlare di<br />

una profonda trasformazione del diritto privato, che nelle nuove<br />

forme che eccedono la dimensione dello stato riscopre la sua<br />

antica vocazione all’extrastatualità, e di un nuovo splendore del<br />

diritto mercantile-commerciale, che paradossalmente torna agli<br />

splendori delle sue origini medioevali e si afferma come nuova<br />

lex mercatoria nello spazio globale. C’è insomma, come molti<br />

studiosi, da Natalino Irti a Maria Rosaria Ferrarese, hanno osservato,<br />

una compresenza tra diritto del territorio e diritto degli<br />

spazi globali, che aspira ad una pervasività totale, ma che non è<br />

in grado di assorbire, né di annullare completamente il diritto del<br />

territorio.<br />

Si può forse allora azzardare un’ipotesi e cioè che quella che<br />

a Carlo Menghi appare come un’assenza di giuridicità sia forse<br />

più appropriatamente descrivibile come un profondo mutamento<br />

delle categorie giuridiche e come una profonda ricomposizione<br />

del paesaggio giuridico, in cui diviene sempre più problematico<br />

considerare il diritto come un sistema coerente e unitario, dotato<br />

di una logica univoca: in linea generale in questo disordine<br />

dell’ordine delle fonti perdono peso le fonti scritte, acquista un<br />

crescente rilievo il diritto dei privati, mantiene un suo spazio il

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