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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

la recente Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, in<br />

questo senso estremamente chiara: la tutela dei diritti fondamentali,<br />

vi si afferma, costituisce un principio basilare dell’Unione<br />

europea e insieme il presupposto inderogabile <strong>della</strong> sua legittimità.<br />

In altre parole, non si può neppure parlare di una dimensione<br />

costituzionale in assenza dei fondamentali diritti umani.<br />

Dunque, mentre in passato, in ragione <strong>della</strong> monopolizzazione<br />

<strong>della</strong> produzione del diritto da parte dello stato moderno, si trattava<br />

in qualche modo di difendere l’autonomia <strong>della</strong> sfera giuridica<br />

dalla <strong>politica</strong>, oggi invece, in ragione <strong>della</strong> crisi <strong>della</strong> sovranità<br />

e dei fenomeni di <strong>globalizzazione</strong>, si tratta fondamentalmente di<br />

recuperare il ruolo <strong>della</strong> <strong>politica</strong> e di ridisegnare i luoghi del suo<br />

esercizio.<br />

Un secondo aspetto di possibile discussione delle tesi di Carlo<br />

Menghi attiene al difficile tema dei rapporti tra stato e società<br />

civile nell’orizzonte <strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong> e ai nuovi rapporti tra<br />

diritto pubblico e diritto privato che in questo nuovo orizzonte si<br />

vengono a determinare.<br />

Afferma ad esempio Menghi che “nel nuovo residuale dello<br />

Stato assisteremmo ad un passaggio dal diritto pubblico al diritto<br />

privato o, nella migliore delle ipotesi, ad un suggestivo ma ancora<br />

giuridicamente infondato diritto civile <strong>sociale</strong>”. Ora anche in<br />

questo caso si tratta di intendersi.<br />

Non c’è dubbio, anzitutto, che il diritto, così come siamo stati<br />

abituati negli ultimi due secoli a pensarlo, o almeno com’è stato<br />

realizzato nella sua forma volontaristica moderna, si è identificato<br />

con un complesso di regole date dall’alto, ispirate da una capacità<br />

di strutturare e di “costruire” la società. Potremmo dire con<br />

uno slogan, che potrebbe però farci dimenticare la profondità<br />

dell’intreccio che fin dalle origini dello stato moderno ha caratterizzato<br />

il rapporto tra Stato e società civile, che il diritto moderno<br />

e contemporaneo si è basato sul primato indiscusso dello Stato.<br />

Oggi non soltanto lo Stato ha perduto l’esclusività nel suo ruolo<br />

di produttore di diritto, per cui sono entrati in crisi tutti quei<br />

modelli che, fornendo una rappresentazione formalistica <strong>della</strong> sovranità,<br />

la consideravano come un attributo esclusivo degli stati,

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