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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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CaRLo MENghI<br />

tale dell’autonomia dei soggetti nel diritto privato. La volontà è<br />

giuridica solo in quanto è contrattuale. Allora, se traduciamo in<br />

termini propriamente di diritto le intuizioni sociologiche di Beck,<br />

nel nuovo residuale dello Stato assisteremmo ad un passaggio dal<br />

diritto pubblico al diritto privato o, nella migliore delle ipotesi,<br />

ad un suggestivo ma ancora giuridicamente infondato diritto civile<br />

<strong>sociale</strong>.<br />

L’autodeterminazione <strong>della</strong> sovranità, ossia l’autonomia <strong>della</strong><br />

potestà normativa e giurisdizionale <strong>della</strong> società civile, è l’operazione<br />

ancora mancante e in attesa di fondazione per realizzare il<br />

passaggio di consegne dallo Stato alla società, ovvero dall’ente<br />

di sovranità al reale organizzativo delle negoziazioni. In questo<br />

senso, l’ambiguità di Beck coincide con l’ambiguità del moderno,<br />

sospeso tra la progressiva delegittimazione dello Stato e la<br />

progressiva capacità transattiva delle società. La parte ancora da<br />

costruire come evoluzione del diritto pubblico e insieme come<br />

socializzazione del diritto privato sembra essere quella configurazione<br />

in cui la società ritrova se stessa come base reale, che<br />

impropriamente Beck chiama «sub<strong>politica</strong>» avendola legata alla<br />

mancanza strutturale di giuridicità e di sovranità. La sub<strong>politica</strong><br />

senza diritto sarebbe l’orizzonte necessario <strong>della</strong> seconda modernità,<br />

del <strong>sociale</strong> post-nazionale, post-statale con capacità di negoziazione<br />

economica ma non giuridica.<br />

Una tale visione ha il merito di rilevare la crisi <strong>della</strong> giuridicità<br />

nel sistema del mercato globale ma, allo stesso tempo, rafforza<br />

l’ambiguità di una normatività subgiuridica, i cui regolamenti all’opera<br />

non possono trovare fondate la certezza, la cogenza, la<br />

giustificazione <strong>della</strong> decisione.<br />

Lo Stato, sempre più astratto nelle sue virtualizzazioni, vede<br />

crescere la distanza dalle società civili come luoghi reali del mercato,<br />

tuttavia prive di autonomia normativa su cui fondare e garantire<br />

le negoziazioni, le pianificazioni, gli interessi.<br />

Bisogna rischiare di essere perentori, provocatoriamente chiari<br />

e distinti: o c’è lo Stato o c’è la società civile; non possono<br />

esserci e coesistere un residuale dello Stato senza diritto o senza<br />

sovranità (simbolicamente negoziante) ed una società con dirit-

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