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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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LIBERTà E CoNTRoLLo gIuRIDICo NELLo SPazIo gLoBaLE<br />

plare princìpi esterni all’agire; è essenzialmente alogica in quanto<br />

non può sillogizzare estremi differenti dalla sperimentazione del<br />

principio stesso; è essenzialmente antiestetica in quanto non può<br />

contemplare criteri di armonia diversi dal fare come presupposto<br />

ordine produttivo dell’apparire.<br />

Se questa è la condizione del nesso obbligato tra scientificità<br />

e rappresentazione e se questa è la sua universalità moderna,<br />

allora la differenza, fosse anche semplicemente funzionale, può<br />

solo essere legata realisticamente all’insorgere dell’incidente, all’implosione<br />

di questa identità compatta <strong>della</strong> nuova volontà di<br />

potenza/certezza/apparenza.<br />

Il destino del moderno globale sembra essere legato a una differenza<br />

solo come incidente dell’identità. In altri termini, l’assenza<br />

di un nemico (come esterno, come altro) equivale all’assenza<br />

di differenza o all’universale dipendenza che non può far nascere<br />

dubbi o incertezze e reclude il desiderio nell’invarianza e nella ripetizione<br />

di questa universale dipendenza, nel circolo identitario<br />

<strong>della</strong> rappresentazione (universalità globale).<br />

Secondo Beck, nell’epoca <strong>della</strong> modernità riflessiva, le decisioni<br />

partirebbero dalla società civile e non dallo Stato: infatti le<br />

«decisioni subpolitiche» sono in effetti decisioni sociali afferenti<br />

all’auto-organizzazione, agli stadi <strong>della</strong> negoziazione, cioè in definitiva<br />

al reparto economico del <strong>sociale</strong>. La sovranità come concetto<br />

cardine dello Stato avrebbe già lasciato il posto alle transazioni<br />

economiche e allo Stato rimarrebbe solo una residuale e<br />

ridotta funzione astratta o simbolica. Questa analisi sociologica<br />

<strong>della</strong> sovranità merita alcune considerazioni giuridiche.<br />

Finora il principio di sovranità fondava la legittimazione dello<br />

Stato, la giustificazione <strong>della</strong> sua autorità, cioè coincideva con il<br />

diritto/dovere dello Stato nazione. La principalità degli interessi<br />

negoziabili fonda una società post-statale costituita da centri variabili<br />

di economia. Tutto questo complesso subpolitico vivrebbe<br />

ancora, secondo Beck, accanto alla presenza di uno Stato tuttavia<br />

sempre più privo di sovranità, di un proprio diritto. Ma il termine<br />

stesso «negoziazione» rinvia a negotium come qualità essenzialmente<br />

giuridica del rapporto, come strumento fondamen-<br />

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