03.06.2013 Views

Il licenide dei gerani - GenerazioneA

Il licenide dei gerani - GenerazioneA

Il licenide dei gerani - GenerazioneA

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

<strong>Il</strong> <strong>licenide</strong> <strong>dei</strong> <strong>gerani</strong><br />

Lavoro svolto nell’ambito del progetto “Generazione A” a cura della BASF dagli studenti delle classi IV :<br />

Golinelli Francesco, Trevisani Federico, Orlandini Vanny, Sartini Alessandro, Polacchini Stefano<br />

Coordinatori: Accetta Giovanni, Bonfatti Luca, Maini Carlo, Vancini Davide<br />

1


-INTRODUZIONE<br />

ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

Le temperature in crescita stanno spingendo molte specie animali e vegetali verso le<br />

latitudini più settentrionali, avendo come effetto il rimescolamento degli ecosistemi<br />

questo nomadismo forzato sta determinando anche in Italia la comparsa di nuove<br />

malattie e come conseguenza la difficoltà di contrastarle per mancanza di antagonisti<br />

naturali. Molte farfalle con larve fitofage ad esempio dalla regione etiopica hanno<br />

trovato in molte nazioni europee l’habitat ideale di crescita e riproduzione. Ne è un<br />

esempio il <strong>licenide</strong> <strong>dei</strong> <strong>gerani</strong> cacyreus marshalli (Butler) arrivato anche nella<br />

regione Emilia Romagna da pochissimi anni rendendo difficoltosa la coltivazione <strong>dei</strong><br />

<strong>gerani</strong> del genere pelargonium.<br />

La farfallina sembra provenire dalle zone del Sud-Africa, e si è diffusa nella nostra<br />

regione in seguito all’importazione di piantine in vaso.<br />

-CONTESTO CLIMATICO<br />

L’aumento della temperatura a livello globale e le previsioni future.<br />

Sono diversi gli studi che dimostrano l’aumento <strong>dei</strong> valori di temperatura del pianeta.<br />

I dati dell’IPCC 1 contenuti nel 3° rapporto in merito alle variazioni climatiche<br />

dimostrano come tali variazioni, imputabili alle attività antropiche, siano già in atto e<br />

risultino significative. <strong>Il</strong> riscaldamento globale misurato in un arco temporale di circa<br />

140 anni è pari circa ad 1°C; gli anni ’90 del secolo scorso risultano essere stati i più<br />

caldi dell’intero millennio.<br />

1 L’IPCC ( International Panel of Climate Change) è un comitato di scienziati di tutti i paesi istituito dal<br />

segretariato delle Nazioni Unite nel 1988 con il compito di studiare i cambiamenti climatici.<br />

2


ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

In Italia gli studi condotti da varie agenzie portano a confermare questa tendenza. <strong>Il</strong><br />

servizio meteorologico dell’Arpa Emilia-Romagna ha rilevato un aumento<br />

tendenziale della temperatura, negli ultimi 40 anni pari a circa + 0,03 °C/anno.<br />

La stima fatta dall’IPCC dell’incremento medio globale di temperatura dell’aria dal<br />

2000 al 2100 è compreso tra 1,5 e 6 °C in relazione ai diversi scenari di emissione <strong>dei</strong><br />

gas serra per i prossimi anni.<br />

La stima delle anomalie termiche<br />

a scala regionale è molto meno<br />

accurata di quanto non sia il<br />

segnale globale. Per quanto<br />

riguarda l’area del mediterraneo le simulazioni<br />

fornite dagli AOGCM 2 ipotizzano che il<br />

2 AOGCM studi relativi alla Circolazione Generale dell’Atmosfera e dell’Oceano.<br />

3


ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

riscaldamento sia superiore all’aumento globale, in particolare nei mesi estivi.<br />

Rimane confermato che l’entità dell’incremento dipenderà direttamente dalla<br />

riduzione o dall’incremento <strong>dei</strong> gas serra in atmosfera.<br />

<strong>Il</strong> clima in Emilia Romagna<br />

<strong>Il</strong> clima della regione risulta strettamente<br />

legato ed in buona parte determinato dalla<br />

meteo-climatologia del Bacino Padano<br />

Adriatico. <strong>Il</strong> territorio della regione Emilia<br />

Romagna risulta in gran parte occupato<br />

dalla vallata alluvionale della Pianura<br />

Padana, circondata dalla catena alpina a Nord e Nord Ovest e dagli Appennini a Sud<br />

mentre ad Est è bagnata dal mare Adriatico. La disomogeneità del territorio<br />

determina situazioni meteorologiche molto varie che si ripercuotono sul clima a<br />

livello locale e regionale.<br />

<strong>Il</strong> clima della bassa pianura modenese<br />

La bassa pianura modenese fa parte della estesa<br />

area pianeggiante che si estende dal fiume Po a<br />

Nord sino alle propaggini dell’Appenino a Sud. In<br />

questa area, cessate le influenze esercitate sul<br />

clima dai rilievi appenninici, si vanno definendo<br />

progressivamente quelle caratteristiche tipiche del<br />

clima padano. In particolare tutta l’area in<br />

4


ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

vicinanza del fiume Po e collocata all’interno <strong>dei</strong> corsi d’acqua Secchia a Ovest e<br />

Panaro ad Est risente di una scarsa circolazione aerea con frequente ristagno di aria<br />

sia durante il periodo invernale che estivo. La formazione di dense nebbie frequenti e<br />

persistenti anche durante le ore diurne rappresenta un fenomeno tipico non solo<br />

invernale ma anche tardo primaverile e nelle ore più fresche anche estivo.<br />

<strong>Il</strong> gradiente termico risulta in parte condizionato anche da questo così che durante<br />

l’inverno e in presenza di basse temperature sono frequenti le galaverne estese e<br />

persistenti anche diversi giorni, mentre durante l’estate le elevate temperature<br />

associate ad un abbondante tasso di umidità relativa determino le condizioni di afa. In<br />

inverno la nevosità molto irregolare è poco<br />

abbondante poiché spesso l’aria più calda ristagna al<br />

suolo, non ricambiata per la scarsa circolazione<br />

dell’aria, mantiene la temperatura di 2-3 gradi<br />

centigradi al di sopra dello 0 termico impedendo di<br />

fatto il deposito della coltre bianca. Le condizioni<br />

nevose si realizzano in seguito alla irruzione dai<br />

quadranti di Est-Nord Est di correnti fredde<br />

provenienti dai Balcani che creano un cuscino di<br />

aria fredda stagnante che in presenza di aria più calda e umida in quota determina<br />

precipitazioni nevose al suolo.<br />

Le precipitazioni risultano più consistenti nel periodo primaverile e autunnale anche<br />

se non mancano durante l’inizio e la tarda estate fenomeni di rovescio o temporali<br />

anche di forte intensità, spesso associati a fenomeni grandinigeni che localmente<br />

assumono forte intensità.<br />

In generale la piovosità annua cumulata tende a decrescere da Ovest verso Est.<br />

5


ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

Analisi <strong>dei</strong> dati meteo climatici del territorio di Finale Emilia.<br />

La stazione meteorologica di Finale Emilia è situata a 44° 50’ 24” N di latitudine e<br />

11° 17’ 06” E di longitudine e si trova a 13 metri sul livello del mare. Dal 1968 al<br />

1984 la stazione era dotata solamente di strumenti meccanici: pluviografo,<br />

termoigrografo, barografo e anemografo, dal 1985 grazie alla regione Emilia<br />

Romagna la stazione è fornita anche di sensori elettronici che fanno parte della<br />

stazione automatica di rilievo del sistema meteorologico regionale.<br />

I dati presenti in archivio vanno dal 1968 a tutt’oggi.<br />

Dalla elaborazione <strong>dei</strong> dati di temperatura media mensile massima e minima è<br />

possibile notare la tendenza ad un aumento progressivo <strong>dei</strong> valori, questo in linea con<br />

quanto caratterizza globalmente il clima a livello mediterraneo e più in generale<br />

mondiale concordemente con quanto dimostrato scientificamente. <strong>Il</strong> riscaldamento<br />

progressivo è altresì associato ad una progressiva diminuzione delle precipitazioni<br />

cumulate annualmente che risultano peraltro distribuite meno uniformemente durante<br />

l’arco dell’anno.<br />

6


Temperatura in gradi centigradi<br />

Temperatura in gradi centigradi<br />

35,0<br />

30,0<br />

25,0<br />

20,0<br />

15,0<br />

10,0<br />

0,0<br />

ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

TEMPERATURA MASSIMA MENSILE - MEDIE DECENNALI<br />

5,0<br />

temperatura in gradi centigradi<br />

20,0<br />

15,0<br />

10,0<br />

5,0<br />

0,0<br />

-5,0<br />

1968-1977<br />

1978-1987<br />

1988-1997<br />

1998-2007<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12<br />

mese<br />

TEMPERATURA MINIMA MENSILE - MEDIE DECENNALI<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12<br />

mese<br />

1968-1977<br />

1978-1987<br />

1988-1997<br />

1998-2007<br />

L’impatto climatico<br />

Dagli studi finora<br />

disponibili risulta assai<br />

7


ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

articolato e complesso l’impatto delle variazioni climatiche sugli ecosistemi.<br />

L’Emilia Romagna al pari di altre regioni è interessata da un fenomeno di<br />

integrazione della propria biodiversità ad opera di organismi “alieni” provenienti da<br />

altri continenti. Le variazioni in aumento delle temperature favoriscono<br />

indubbiamente la migrazione di nuove specie di insetti e il loro adattamento in nuovi<br />

territori. L’assenza di antagonisti naturali in grado di contenerne lo sviluppo<br />

costituisce la condizione di sviluppo e diffusione in aree sempre più vaste.<br />

-CARATTERISTICHE DELL’INSETTO<br />

L’adulto di cacyreus marshalli (Butler 1898)<br />

appartenente all’ordine <strong>dei</strong> Lepidotteri, alla<br />

famiglia <strong>dei</strong> licenidi, è di colore bruno nella<br />

parte superiore con frangie che disegnano<br />

tasselli bianchi e marroni. <strong>Il</strong> lato inferiore<br />

presenta tonalità più chiare (Daniela Lupi,<br />

Costanza Jucker). Le dimensioni vanno dai 15mm nel maschio fino a 27mm nella<br />

femmina.<br />

Le uova presentano forma sferoidale depressa<br />

di 0,3-0,5mm (Clark e Dickson) e rivelano un<br />

reticolo poligonale scolpito sulla superficie<br />

del corion con lobi prominenti in<br />

corrispondenza <strong>dei</strong> vertici fra i poligoni e<br />

l’emisfero superiore.<br />

8


ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

I bruchi sgusciati in circa mezz’ora si<br />

introducono nei tessuti vegetali sottostanti,<br />

scavando gallerie fino a raggiungere i fusticini.<br />

Successivamente gli steli vengono interamente<br />

svuotati e riempiti di escrementi.<br />

Durante la quarta età i bruchi si nutrono della<br />

parte esterna della pianta ospite.<br />

Sarto i Monteys V.(1993), nelle isole Baleari hanno calcolato un periodo di 8 giorni<br />

dello stadio pupale e sei generazioni all’anno.<br />

-SEGNALAZIONI IN EUROPA<br />

<strong>Il</strong> primo avvistamento in Europa è avvenuto in Gran Bretagna (1978) quando<br />

vennero scoperte accidentalmente due larve a Cheshunt nello Hertfordshire, su<br />

piantine di pelargonium della varietà “Fever Cascade”, importate dal Sud Africa. La<br />

pericolosità dell’ evento portò i responsabili del laboratorio ministeriale di<br />

Harpenden, nello Hertfordshire, a confiscare e distruggere il materiale (Sarto i<br />

Monteys, 1992 / informatore fitopatologico 7-8/1997).<br />

Invece la prima infestazione si ha nell’ isola di Maiorca, nelle Baleari (Eitschberger e<br />

Stamer 1990). Da li, il lepidottero, si è diffuso nelle coste spagnole (Sarto i Monteys<br />

1992) - (Honey 1993) - (Luy 1996)), poi si è diffuso in Italia passando prima per il<br />

Belgio e l’Olanda attraverso l’importazione di piantine di <strong>gerani</strong>o. <strong>Il</strong> primo<br />

avvistamento si è verificato nel Lazio nel 1996 (Trematerra e al.), poi si è diffuso, in<br />

breve tempo, in quasi tutte le regioni come Liguria, Emilia Romagna, Marche,<br />

Abruzzo, Molise e Puglia dove è stato segnalato tra il 2003 e il 2005.<br />

9


-CICLO BIOLOGICO<br />

ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

Le uova sono deposte singolarmente su diverse parti della pianta, quali fusti, foglie e<br />

apici fiorali e sono di colore bianco giallastro. Le larve, appena nate, sono biancastre<br />

con capo nero lucido e solitamente lunghe 1mm; alla fine dello stadio larvale, queste<br />

compaiono riccamente ricoperte da lunghe setole. Queste larve sono adatte a superare<br />

anche periodi freddi con gelate notturne cessando però ogni attività.<br />

Lo stadio larvale successivo è di colore giallo-verde, e questa presenta sempre una,<br />

due strisce dorsali di colore lilla .<br />

La crisalide lunga circa 9 mm ha la stessa colorazione virando al bruno. L’adulto si<br />

nutre di nettare di un’ampia varietà di specie spontanee e coltivate (Favilli e<br />

Manganelli) Vicia sativa, Trifoglium hybridum, Viola sp, Convolvolus arvensis,<br />

Verbascum sp, Linaria vulgaris, Bellis perennis e Anthemis tinctoria.<br />

1


ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

<strong>Il</strong> ciclo vitale è influenzato dall’aumento della temperatura ambientale che accelera la<br />

proliferazione di questa specie. Con una temperatura di 20 °C, infatti, la larva<br />

impiega circa 30 giorni per svilupparsi e lo stadio di crisalide dura un paio di<br />

settimane e quindi l’intero ciclo biologico dura circa 60 giorni, mentre invece a 30 °C<br />

la durata del ciclo si riduce alla metà. Nell'ultima età le larve fuoriescono dalla pianta<br />

e iniziano a nutrirsi anche delle foglie e <strong>dei</strong><br />

fiori: in questa fase della loro vita sono <strong>dei</strong><br />

bruchi di colore verde con bande dorsali di<br />

colore lilla. Le larve del Cacyreus sembra<br />

riescano a tollerare anche temperature basse<br />

pur con un’attività biologica più ridotta.<br />

Leonardo Favilli e Giuseppe Manganelli<br />

hanno studiato il ciclo biologico del <strong>licenide</strong> vicino a Siena con questi risultati:<br />

-MATERIALI E METODI DI RICERCA<br />

1


ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

Per i nostri esperimenti abbiamo utilizzato gabbie di legno provviste di rete a maglie<br />

fitte, in queste si sono deposte le piante<br />

di <strong>gerani</strong>o, infestate da cacyreus<br />

marshalli, in un luogo luminoso e<br />

protetto. L’idea è nata dal grave<br />

attacco del parassita nell’estate 2007<br />

in molti quartieri di Finale Emilia<br />

(MO) con danni particolarmente<br />

evidenti verso fine giugno. Le piantine<br />

in vaso si presentavano molto sofferenti con fusti interamente svuotati e pieni di<br />

escrementi, le poche foglie rimaste si presentavano con i bordi mangiati dalle larve o<br />

bucate nel centro.<br />

Prelevati e isolati i campioni abbiamo osservato il comportamento dell’insetto da fine<br />

giugno 2007 a maggio 2008. Le piantine sono state posizionate all’interno <strong>dei</strong> locali<br />

suddetti con temperature interne prossime ai 20 °C durante il periodo invernale.<br />

Si è osservato che l’attività larvale non è mai cessata durante il periodo invernale , le<br />

larve hanno continuato a svuotare i fusti venendo in superfice alla ripresa della<br />

vegetazione (circa metà febbraio), per circa dieci giorni il danno si è spostato sulle<br />

foglie e a fine febbraio si sono incrisalidate nella biforcazione <strong>dei</strong> fusticini. Lo<br />

sfarfallamento è avvenuto il 7 marzo, la vita media degli adulti è stata di 4 giorni per<br />

mancanza di sostanze nutritive in quanto la piantina era priva di fiori. Le uova sono<br />

state deposte nelle anfrattuosità <strong>dei</strong> rami. Le larve nate a metà marzo sono entrate nei<br />

tessuti interni per completare lo stadio larvale nel periodo aprile-maggio.<br />

giugno luglio ottobre febbraio marzo aprile<br />

1


ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

Su una piantina lasciata alle intemperie si è osservato lo svernamento come crisalide<br />

di colore molto scuro con sfarfallamento avvenuto il 26 aprile.<br />

giugno luglio ottobre febbraio marzo maggio<br />

-NEMICI NATURALI<br />

Nel suo paese di origine il Cacyreus non è considerato pericoloso ma in Italia la<br />

presenza potrebbe avere effetti molto dannosi per la mancanza di specifici predatori<br />

in grado di contrastarne lo sviluppo.<br />

In Africa meridionale viene contrastato da notevoli predatori quali Imenotteri del<br />

genere Apanteles (Clark e Dikson 1971), in Europa viene contrastato da<br />

Trichogramma evanescens ( Sarto i Monteys e Gabarra 1998).<br />

-CONCLUSIONI<br />

Per la diffusione in Italia del Cacyreus marshalli<br />

risulta determinante la combinazione delle<br />

condizioni climatiche favorevoli (notevole<br />

1


ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

innalzamento delle temperature) con la disponibilità di sostanza nutritiva<br />

(coltivazione <strong>dei</strong> pelargoni). In effetti da noi, in seguito al cambiamento climatico, le<br />

larve si sviluppano principalmente su singole piante coltivate a scopo ornamentale sui<br />

balconi di tutta Italia.<br />

L’ISTAT ha stimato che la vendita di piantine di <strong>gerani</strong>, è di circa 30.000.000 ogni<br />

singolo anno a cui vanno aggiunte le piante coltivate per l’estrazione degli olii<br />

essenziali.<br />

E’ altresì noto che nell’ambito florovivaistico intratteniamo scambi commerciali<br />

principalmente con Spagna, Germania e Olanda produttori o importatori di piantine<br />

dai paesi Sudafricani. E’ chiaro che con queste premesse diventa facile anche<br />

importare specie esotiche che oggi trovano le condizioni ideali per lo sviluppo ma<br />

non gli antagonisti naturali importanti per l’equilibrio biologico.<br />

<strong>Il</strong> <strong>licenide</strong> <strong>dei</strong> <strong>gerani</strong> nel nostro paese è diventato un vero killer: nelle regioni<br />

d’origine l’European Plant Protection Organization (EPPO) lo ha già inserito<br />

nell’elenco A2 delle specie da quarantena.<br />

____________________________________________________________________<br />

-BIBLIOGRAFIA<br />

-AA.VV. Metodologie e strumenti per la pianificazione e la gestione durevole<br />

dell’irrigazione in condizioni di siccità. ARPA SM , Bologna 2008.<br />

-AA.VV. <strong>Il</strong> territorio della provincia di Modena – analisi delle caratteristiche<br />

climatiche. Servizio Meteorologico Regionale, Bologna 1993.<br />

1


ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE<br />

“Ignazio Calvi”<br />

sez. Agraria - sez. Geometri<br />

Via Digione n. 20 - 41034 Finale Emilia (MO)<br />

Tel. 0535-760054/5 - Fax 0535-91603<br />

www.iis-calvi.it e-mail : info@itacalvi.com<br />

-AA.VV. Cambiamenti climatici in valori medi ed estremi di temperatura e<br />

precipitazione in Emilia-Romagna. Quaderno tecnico ARPA-SMR n° 11/2003.<br />

- Camillo Pignataro, Salvatore Vicidomini. Progetto Cacyreus Italia.<br />

Museo naturalistico degli Alburni.<br />

- Leonardo Favilli, Giuseppe Manganelli. Life history of Cacyreus marshalli,south<br />

african species recently introduced into Italy (Lepidoptera Lycaenidae). In Bollettino<br />

Società Entomologica Italiana, 30 aprile 2006.<br />

- Pasquale Trematerra, Paolo Parenzan. Cacyreus marshalli, lepidottero in rapida<br />

diffusione sui <strong>gerani</strong>. In l’informatore agrario n° 31, Verona 2003.<br />

- Pasquale Trematerra, Alberto Zilli, Valentino Valentini, Paolo Mazzei. Cacyreus<br />

marshalli, un lepidottero sud africano dannoso ai <strong>gerani</strong> in Italia. In l’informatore<br />

fitopatologico 7-8- 1997.<br />

- Danila Lupi, Costanza Juicker. <strong>Il</strong> lepidottero Cacyreus marshalli minaccia le<br />

colture di <strong>gerani</strong>o. In Clamer informa n. 51-54.<br />

- Clark G. C. & Dickson C.G.C. Life histories of the South African Licaenid<br />

Butterflies Purnell. Cape town, 1971.<br />

- Sarto I Monteys V. & Masò A. Confirmacion de Cacyreus marshalli butler como<br />

nueva especie para la fauna Europea. Boletin de Sanidada vegetal, 1991.<br />

1

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!