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68 69 , MEDITERRANEO - Sub

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mediterraneO<br />

PORTOFINO straOrdinarie immersiOni alla pOrtata di tutti<br />

LAMAGIA DELPROMONTO RIO<br />

Ovunque si scenda lungO<br />

le ripide pareti che seguOnO<br />

il prOfilO della mOntagna<br />

è pOssibile assistere a<br />

spettacOli veramente fuOri<br />

dal cOmune. a secOnda<br />

delle stagiOni si pOssOnO<br />

incOntrare, Oltre ai sOliti<br />

abitanti della scOgliera<br />

cOme le cernie, le cOrvine e<br />

i saraghi, pesci san pietrO,<br />

rane pescatrici, branzini,<br />

calamari, astici, dentici,<br />

ricciOle, pesci luna, mObule<br />

e persinO i grandi squali<br />

elefante che si nutrOnO di<br />

planctOn. e Ovunque tantO<br />

cOrallO e bOschi di gOrgOnie<br />

Testo e foto di<br />

PAOLO FOSSATI e<br />

GIANCARLO PINNA<br />

Per molte persone, Portofino è legato<br />

alla vita mondana: la famosa Piazzetta, le<br />

boutiques, i locali notturni e i favolosi yacht<br />

ormeggiati nel porticciolo. Ma per noi subacquei<br />

è soprattutto il promontorio, l’Area<br />

Marina Protetta con i suoi siti di immersione.<br />

Già, perché il Promontorio di Portofino è<br />

considerato uno dei posti più belli del Mediterraneo<br />

per andare sott’acqua. Come mai?<br />

Chi si è immerso almeno una volta nel suo<br />

mare lo sa benissimo, agli altri, che non lo<br />

hanno ancora fatto, cerchiamo di spiegarlo,<br />

con l’augurio che non si lascino vincere dalla<br />

pigrizia e vadano a visitarlo presto perché ne<br />

vale proprio la pena.<br />

L’AMP di Portofino è stata istituita con<br />

decreto del ministro dell’Ambiente il 26<br />

aprile 1999 con l’obiettivo di valorizzare le<br />

risorse biologiche e geomorfologiche della<br />

zona e diffondere la conoscenza dell’ecologia<br />

e della biologia. Partendo da Camogli,<br />

la riserva si spinge fino a Santa Margherita<br />

Ligure passando, appunto, per Portofino. Il<br />

promontorio, situato a circa venti chilometri<br />

da Genova, si protende in mare per circa<br />

quattro chilometri. Delimitato a ponente dal<br />

Golfo del Paradiso e a levante dal Golfo del<br />

Tigullio, rappresenta uno degli scenari più<br />

spettacolari della Riviera Ligure.<br />

L’area è stata divisa in tre zone di tutela: la zona<br />

A (riserva integrale), dove è assolutamente<br />

proibita qualsiasi attività, salvo permessi<br />

speciali; la zona B (riserva generale), dove<br />

sono consentite la pesca ai soli residenti, le<br />

immersioni con autorespiratore a diving e<br />

privati previa autorizzazione, l’apnea e la libera<br />

balneazione; la zona C (riserva parziale),<br />

dove la pesca, le immersioni e la balneazione<br />

sono consentite con minori restrizioni.<br />

Le immersioni sono generalmente effettuate<br />

sul fronte meridionale del promontorio, dove<br />

il fondale segue l’andamento dell’ambiente<br />

emerso, con ripide pareti che terminano<br />

oltre i cinquanta metri di profondità dando<br />

luogo a scenari spettacolari fatti di massi,<br />

<strong>68</strong> <strong>69</strong>


franate, spaccature nella<br />

roccia, grotte e sifoni che<br />

arrivano anche in superficie,<br />

anfiteatri, tettoie e pianori;<br />

insomma, di tutto ciò che<br />

soddisfa il sub più esigente.<br />

Ed è proprio in questi scorci<br />

incantevoli che possiamo<br />

ammirare l’ambiente subacqueo<br />

più suggestivo: il<br />

coralligeno.<br />

Nel periodo invernale, i freddi<br />

venti dei quadranti settentrionali<br />

spirano con una certa<br />

regolarità raffreddando<br />

l’acqua della superficie, che,<br />

resa più densa e pesante,<br />

affonda e lascia il posto agli<br />

strati sottostanti. Questo<br />

fenomeno, denominato<br />

upwelling, assieme alle violente<br />

mareggiate di scirocco<br />

e libeccio contribuisce al<br />

rimescolamento della colonna<br />

d’acqua, permettendo la<br />

risalita verso la superficie dei<br />

cosiddetti nutrienti, come<br />

fosforo, azoto, carbonio e<br />

altre sostanze, fondamentali<br />

per la crescita delle microalghe<br />

planctoniche, che sono<br />

il veicolo per la circolazione<br />

di tutto il carbonio in mare,<br />

oltre che la base della catena<br />

alimentare.<br />

E’ durante i mesi invernali<br />

che dovremmo immergerci<br />

per avere maggiori possibilità<br />

di incontrare il branzino,<br />

o spigola (Dicentrarchus<br />

labrax), quando, per scopi<br />

riproduttivi, si raduna in<br />

molti individui vicino alla<br />

costa. Anche il calamaro<br />

(Loligo vulgaris) risale in questo<br />

periodo nelle acque più<br />

superficiali, anche se in prevalenza<br />

nelle ore notturne,<br />

così come l’astice (Homarus<br />

gammarus), il più grosso crostaceo<br />

del Mediterraneo, dal<br />

tipico colore blu cupo con<br />

marmoreggiature gialle sul<br />

dorso e dalle grosse chele<br />

asimmetriche, che possiamo<br />

trovare a quote accessibili fino<br />

all’inizio della primavera,<br />

quando torna in profondità<br />

in cerca di acque più fredde<br />

per riprodursi.<br />

Un altro stupefacente incontro,<br />

probabile nei mesi<br />

freddi, è quello con il pesce san<br />

pietro (Zeus faber), dall’inconfondibile<br />

corpo alto, ovale ed<br />

eccezionalmente compresso<br />

ai lati; la colorazione è grigio<br />

- dorata, con una grossa macchia<br />

nera su entrambi i lati; la<br />

bocca è ampia e protrattile per<br />

risucchiare le prede, e la pinna<br />

dorsale ha lunghi e caratteristici<br />

filamenti spinosi.<br />

Sempre d’inverno, dalla metà<br />

di febbraio per circa un paio<br />

di mesi, c’è la possibilità di fare<br />

un altro incontro particolare,<br />

quello con la rana pescatrice,<br />

Lophius piscatorius. Questo<br />

curioso pesce, che solitamente<br />

vive in fondali notevolmente<br />

elevati, sempre per motivi legati<br />

alla riproduzione risale a quote<br />

più accessibili, intorno a quindici<br />

- venti metri. Il capo e la parte<br />

anteriore del corpo sono molto<br />

appiattiti; il colore è brunastro<br />

con sfumature violacee e verdi,<br />

e molte appendici rompono il<br />

contorno del corpo, favorendone<br />

il mimetismo. La bocca<br />

è grande e rivolta verso l’alto.<br />

Il nome lo deve alla tecnica di<br />

caccia, davvero particolare:<br />

il primo raggio spinoso della<br />

sua pinna dorsale anteriore,<br />

chiamato illicio, allungato e<br />

allargato all’apice, viene mosso<br />

lentamente, come se fosse una<br />

Rami di corallo rosso,<br />

Parazoanthus, ma<br />

anche tanto pesce<br />

con saraghi, corvine e<br />

branchi di ricciole.<br />

canna da pesca, mentre<br />

l’animale rimane<br />

immobile e infossato<br />

nel sedimento, in paziente<br />

attesa che uno<br />

sprovveduto pesce,<br />

pensando di fare un<br />

sol boccone di ciò che<br />

crede erroneamente un’esca,<br />

si avvicini a portata di bocca.<br />

Con il passare delle settimane,<br />

il soleggiamento aumenta,<br />

le piogge e le mareggiate<br />

diminuiscono, e con l’arrivo<br />

della primavera la superficie<br />

marina inizia a scaldarsi.<br />

Condizioni che favoriscono<br />

l’avvicinamento alla costa di<br />

molto pesce azzurro, come<br />

a esempio l’acciuga (Engraulis<br />

encrasicolus), e dei relativi<br />

predatori, come la palamita<br />

(Sarda sarda) e il dentice (Dentex<br />

dentex), che poi sostano in<br />

acque abbastanza superficiali<br />

fino alla fine dell’estate. Nello<br />

stesso periodo, anche la grancevola<br />

(Maja squinado) risale<br />

in acque superficiali a scopo<br />

riproduttivo.<br />

La grancevola è un crostaceo<br />

che può raggiungere<br />

dimensioni notevoli con i suoi<br />

venticinque centimetri di lunghezza<br />

e diciotto centimetri di<br />

larghezza. Il corpo è a forma<br />

di cuore, bombato e con<br />

dentellature, lungo il margine<br />

laterale, che terminano con<br />

due denti cuneiformi sporgenti<br />

nella parte anteriore. Tutto<br />

il dorso è rugoso, con spine<br />

più o meno evidenti. Possiede<br />

cinque paia di zampe, delle<br />

quali due sono provviste di<br />

chele. Il colore è solitamente<br />

giallo - rossiccio con sfumature<br />

tendenti al marrone. Può<br />

essere confusa con una specie<br />

simile, Maja crispata, che si distingue<br />

dalla prima per essere<br />

più piccola e per avere il corpo<br />

fittamente ricoperto da incrostazioni<br />

e un rostro più lungo.<br />

Con molta fortuna, un altro<br />

strabiliante incontro può<br />

essere fatto in questo mare<br />

dalla primavera sino alla<br />

fine dell’estate: quello con lo<br />

squalo elefante (Cetorhinus<br />

maximus), un innocuo squalo<br />

che, filtrando l’acqua, si ciba<br />

di organismi planctonici. Una<br />

sua peculiarità è certamente<br />

il naso a forma di proboscide,<br />

più evidente negli individui<br />

giovani. Il corpo, di colore<br />

ardesia, è affusolato, con<br />

alte fessure branchiali. Alla<br />

fine dell’autunno migra in<br />

acque più fonde, dove pare<br />

che non si nutra nemmeno.<br />

I mesi di maggio e giugno<br />

sono quelli in cui si inizia a<br />

incontrare il barracuda del<br />

Mediterraneo (Sphyraena<br />

viridensis), un pesce dal corpo<br />

allungato, leggermente<br />

compresso e dotato di un<br />

muso lungo e appuntito<br />

con la mascella inferiore<br />

prominente. La bocca è<br />

provvista di denti robusti e<br />

caniniformi, presenti anche<br />

sul palato. Due pinne dorsali<br />

sono molto distanziate tra<br />

loro e la seconda è opposta<br />

e simmetrica a quella anale.<br />

Il dorso è grigio - bluastro e<br />

il ventre bianco argenteo.<br />

Sulla metà dorsale dei fianchi<br />

vi sono una ventina di bande<br />

trasversali scure. E’ noto<br />

per la velocità con la quale è<br />

capace di inseguire le prede.<br />

Un altro veloce e altrettanto<br />

vorace predatore che si avvicina<br />

in questo periodo alle<br />

coste è la ricciola (Seriola<br />

dumerilii), un carangide dal<br />

corpo allungato e leggermente<br />

compresso con due<br />

pinne dorsali, delle quali la<br />

posteriore è molto più lunga<br />

di quella anteriore. La colorazione<br />

è grigio - azzurra<br />

con riflessi rosei sul dorso e<br />

argentea sul ventre. Una striscia<br />

gialla è presente su ogni<br />

fianco, mentre una striscia<br />

scura attraversa gli occhi fino<br />

alla nuca. I giovani tendono a<br />

riunirsi in banchi e a sostare<br />

sotto oggetti galleggianti,<br />

tanto che talvolta può capitare<br />

si radunino addirittura<br />

sotto la barca ormeggiata<br />

per l’immersione, e allora è<br />

davvero uno spettacolo!<br />

Altri due eventi legati alla<br />

riproduzione possono essere<br />

visibili nel periodo in<br />

questione. Il primo riguarda<br />

i nidi dei tordi, come per<br />

70 71


esempio Symphodus (Crenilabrus)<br />

mediterraneus e<br />

Symphodus (Crenilabrus)<br />

roissali, che li costruiscono<br />

con le alghe, oppure come<br />

Labrus bimaculatus, capace<br />

di scavare uno o più nidi in un<br />

territorio precedentemente<br />

delimitato.<br />

Il secondo evento, invece,<br />

riguarda le uova di gattuccio<br />

(Scyliorhinus sp.). Le uova di<br />

questo squalo oviparo sono<br />

contenute in una capsula<br />

cornea e traslucida, tanto<br />

che è possibile intravedere<br />

l’embrione al suo interno,<br />

vagamente a forma di parallelogramma,<br />

lunga circa<br />

quattro centimetri e larga<br />

quasi due centimetri. Alle<br />

quattro punte dell’astuccio<br />

vi sono appendici, filiformi<br />

come viticci, che la femmina<br />

riesce ad aggrovigliare<br />

preferentemente intorno ai<br />

rami delle gorgonie. Naturalmente<br />

anche l’incontro<br />

con gli individui adulti è<br />

entusiasmante.<br />

E siamo arrivati ai mesi<br />

estivi, i più caldi anche per<br />

l’ambiente marino e i più<br />

dinamici e ricchi dal punto<br />

di vista delle presenze e<br />

dei comportamenti, quali il<br />

corteggiamento e la riproduzione.<br />

E’ facile, per esempio,<br />

vedere le cernie brune<br />

(Epinephelus marginatus),<br />

che spesso dividono le tane<br />

con le stupende ed eleganti<br />

corvine (Sciaena umbra) e si<br />

radunano in folti gruppi per<br />

riprodursi. Con una certa<br />

fortuna, si potrebbe anche<br />

assistere alla curiosa danza<br />

nuziale, dove il maschio<br />

cambia temporaneamente la<br />

livrea al fine di conquistare<br />

la femmina, facendo vedere<br />

evidenti macchie argentate<br />

sul groppone.<br />

In piena estate si riproducono<br />

anche due piccoli pesci,<br />

la castagnola (Chromis chromis)<br />

e il re di triglie (Apogon<br />

imberbis). Quindi avremo<br />

la possibilità di ammirare lo<br />

splendido colore blu elettrico<br />

dei piccoli di castagnola,<br />

che nuotano freneticamente<br />

in acqua libera, oppure, nella<br />

penombra di qualche spaccatura,<br />

un pesce rosso con<br />

i grandi occhi scuri attraversati<br />

da due fasce orizzontali<br />

chiare e la bocca colma d’uova.<br />

Infatti, durante l’incubazione,<br />

che dura poco più di<br />

una settimana, il maschio<br />

del re di triglie trattiene fra<br />

le fauci le uova (fino a ventimila!)<br />

per preservarle dai<br />

predatori, sputandole e poi<br />

raccogliendole nuovamente<br />

in bocca per ossigenarle di<br />

quando in quando.<br />

Anche il pesce balestra<br />

(Balistes carolinensis), una<br />

specie solitamente solitaria,<br />

si raduna in gruppi per<br />

riprodursi nella stagione<br />

più calda. Questo pesce ha<br />

il corpo ovale, fortemente<br />

compresso lateralmente<br />

e ricoperto da numerose<br />

scaglie spesse e ruvide. Ha<br />

il muso appuntito e una piccola<br />

bocca dotata di denti<br />

incisivi. Due le pinne dorsali:<br />

l’anteriore è composta di<br />

tre raggi spinosi, il primo<br />

dei quali rimane in posizione<br />

eretta quando l’animale si<br />

sente minacciato. La colorazione<br />

è grigio - azzurra, o<br />

verdastra, e le pinne hanno<br />

macchiette e linee ondulate.<br />

Un altro incontro speciale<br />

che può essere fatto in estate<br />

è quello con il pesce luna<br />

(Mola mola), dal corpo alto,<br />

ovale e piuttosto compres-<br />

Un delicato nudibranco se ne va<br />

a spasso sul fondale. Sotto, un<br />

Cerianthus, uno scorfano e, in<br />

basso, una grossa rana pescatrice.<br />

so. La pelle è priva di scaglie.<br />

Estremamente sviluppate<br />

sono le pinne dorsale e<br />

anale, che si uniscono posteriormente<br />

formando una<br />

pseudo coda, dal margine<br />

sinuoso, chiamata clavus.<br />

Mentre l’occhio è grande, la<br />

bocca è piccola e provvista<br />

di denti saldati tra loro in<br />

modo da formare un becco<br />

osseo tagliente. La colorazione<br />

è bruno - olivastra con<br />

macchie chiare distribuite su<br />

tutta la superficie del corpo.<br />

Manca di vescica gassosa e si<br />

incontra spesso in superficie<br />

con tutta la pinna dorsale<br />

fuori dall’acqua, sbattuta<br />

pigramente di qua e di là.<br />

Quando il caldo tende a diminuire,<br />

le giornate si accorciano<br />

e il sole inizia ad abbassarsi<br />

sull’orizzonte, significa<br />

che l’estate volge al termine.<br />

Le sorprese nelle acque del<br />

promontorio, però, non<br />

sono ancora terminate. E’<br />

il momento, infatti, in cui<br />

possiamo vedere le aragoste<br />

(Palinurus elephas), che fino<br />

adesso potevamo incontrare<br />

per lo più solitarie, radunate<br />

in gruppi anche abbastanza<br />

numerosi per scegliere il<br />

partner con cui metter su<br />

famiglia.<br />

L’autunno, invece, è la stagione<br />

in cui è più facile l’incontro<br />

con due perciformi<br />

come l’orata (Sparus aurata)<br />

e la lampuga (Coryphaena<br />

hippurus). Quest’ultima è<br />

un pesce pelagico dal corpo<br />

allungato e compresso lateralmente.<br />

Ha un evidente<br />

dimorfismo sessuale che<br />

porta la testa dei maschi a<br />

crescere spiccatamente in<br />

altezza, determinandone un<br />

profilo quasi verticale. Ha<br />

una sola pinna dorsale alta,<br />

che corre per quasi tutto il<br />

corpo, mentre quella anale è<br />

lunga circa la metà. La coda<br />

è forcuta, tipica dei grandi<br />

A C H I R I V O L G E R S I<br />

£ Per immergersi nelle acque del Promontorio<br />

di Portofino ci si può rivolgere a Abyss Diving<br />

Service (tel. 018565862 - 3381517274, www.abyssdiving.it<br />

- abyssdiving@abyssdiving.it). Nato nel<br />

2005, il diving è oggi uno dei test center e sviluppo<br />

prodotti Mares e una delle sedi per i corsi Equipment<br />

Instructor. Ma non è tutto perché, sempre in<br />

collaborazione con Mares, il 23/24/25 luglio Abyss<br />

sarà sede di una manifestazione in cui si terranno un<br />

matrimonio subacqueo, la prova di prodotti Mares<br />

e un corso di apnea condotto da Gianluca Genoni.<br />

Il lavoro e la professionalità dei suoi istruttori Padi,<br />

poi, ha fatto sì che oggi Abyss sia un Padi 5 Star<br />

Instructor development center. L’esperienza di<br />

Francesca Minach e di Raul Puzzi, come direttori<br />

di corso, ha poi reso possibile la nascita di corsi<br />

professionali su misura. Tre sono oggi le divisioni<br />

del centro: Abyss diving division, Abyss professional<br />

division e Abyss tec-division e mentre la prima<br />

continuerà a offrire i suoi servizi per rendere unica<br />

e indimenticabile ogni immersione, nella seconda,<br />

Raul organizza tutti i corsi ricreativi<br />

e, insieme con Francesca, tiene serate<br />

nelle scuole per promuovere la<br />

formazione professionale. Infine, la<br />

terza divisione, la Abyss Tec, dove i<br />

quindici anni di esperienza di Giorgio<br />

nel settore della subacquea tecnica<br />

vengono messi a frutto per lo sviluppo<br />

di corsi Padi-Dsat, che, da quest’anno,<br />

si articoleranno in una vasta gamma<br />

di soluzioni: Tec 40 per uscire dalla<br />

curva di sicurezza, Tec 45 per accrescere<br />

l’esperienza tecnica, Tec 50 per<br />

non avere limiti all’immersione con<br />

aria. Si passa poi alle miscele ternarie<br />

dove il Trimix 65 addestra all’utilizzo<br />

dell’elio e il Tec Trimix non pone limiti<br />

nell’esplorazione degli abissi. Ma non<br />

è tutto, perché, a breve, Abyss dovrebbe<br />

aprire una seconda sede sulla<br />

spiaggia a Santa Margherita.<br />

nuotatori. La colorazione<br />

tende all’azzurro sul dorso,<br />

mentre i fianchi brillano di<br />

riflessi dorati e argentati, con<br />

piccole macchie scure. Può<br />

raggiungere una lunghezza di<br />

quasi due metri.<br />

Nell’ottobre scorso, nel<br />

mare di Portofino è stata<br />

avvistata anche una mobula<br />

(Mobula sp.), un tipo di razza<br />

spesso scambiata per una<br />

manta, dalla quale differisce,<br />

oltre che per le dimensioni<br />

più contenute, soprattutto<br />

per avere la bocca posta<br />

nella parte inferiore del<br />

capo e i denti su entrambe<br />

le mascelle. Alcune possono<br />

avere un aculeo velenifero<br />

caudale (Mobula mobular),<br />

mentre altre ne sono sprovviste<br />

(Mobula hypostoma). Si<br />

nutre di plancton.<br />

In autunno, perfino la<br />

posidonia (Posidonia oceanica)<br />

ci può sorprendere.<br />

Tra settembre e ottobre,<br />

infatti, la più importante<br />

delle fanerogame marine<br />

fiorisce nelle praterie meno<br />

profonde, mentre in quelle<br />

più fonde il fenomeno è<br />

ritardato di un paio di mesi. I<br />

fiori sono verdi e raggruppati<br />

in un’infiorescenza a forma<br />

di spiga; il frutto, invece, è<br />

leggermente carnoso ed è<br />

chiamato volgarmente oliva<br />

di mare per via della forma e<br />

del colore: è galleggiante ed<br />

è possibile rinvenirlo lungo le<br />

spiagge, dove è trasportato<br />

dal moto ondoso.<br />

E non è tutto. Come si può,<br />

infatti, fare a meno di citare<br />

il rigoglioso coralligeno<br />

che ricopre questi fondali?<br />

Il corallo rosso (Corallium<br />

rubrum) è abbondantissimo<br />

anche nelle vicinanze della<br />

superficie, intere pareti<br />

sono tappezzate di margherite<br />

di mare (Parazoanthus<br />

axinellae) e di madreporari<br />

solitari come la Leptosammia<br />

pruvoti; i grandi ventagli diella<br />

gorgonia rossa (Paramuricea<br />

clavata) compongono intricate<br />

foreste verticali; e poi<br />

gorgonie bianche e gialle,<br />

spugne coloratissime e briozoi<br />

di tutti i tipi. Nella Grotta<br />

dell’Eremita vi è anche la<br />

Pinna nobilis, il più grosso bivalve<br />

del Mediterraneo, che,<br />

conficcato nel sedimento in<br />

posizione verticale, ospita<br />

animali simbionti come le<br />

spugne, le ofiure, i gamberetti<br />

trasparenti. Il sito chiamato<br />

La Casa del Sindaco offre ai<br />

sub più esperti la possibilità<br />

di ammirare un bel ramo di<br />

Gerardia savaglia, il cosiddetto<br />

falso corallo nero.<br />

E le grotte? A levante di Punta<br />

Chiappa ve n’è una piena<br />

di esemplari del gambero<br />

parapandalo (Plesionika narval),<br />

mentre La Colombara<br />

è formata da un sifone che<br />

risale fino in superficie e consente<br />

di togliersi la maschera<br />

per ammirare le stalattiti e le<br />

stalagmiti che la ornano.<br />

Terminiamo, infine, con La<br />

Secca del Raviolo e La Testa<br />

del Leone, dove è possibile<br />

assistere a un fenomeno fisico<br />

denominato aloclino. In<br />

questi due siti, a una profondità<br />

di circa dieci metri, c’è<br />

una sorgente d’acqua dolce<br />

che, mescolandosi all’acqua<br />

di mare, ne modifica la salinità<br />

e la densità producendo<br />

una distorsione ottica simile<br />

a quella che incontriamo in<br />

prossimità di un termoclino.<br />

Paolo Fossati e Giancarlo Pinna<br />

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