Rivista di Psicologi e Psicoterapeuti - Movimento Psicologi ...
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Simposio, <strong>Rivista</strong> <strong>di</strong> <strong>Psicologi</strong> e <strong>Psicoterapeuti</strong>, Anno 4, Numero 2, Settembre 2008, Quadrimestrale. Poste Italiane spa. Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento postale D.L. 353/2003<br />
(conv.in l.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1 DCB Firenze 1. In caso <strong>di</strong> mancato recapito rinviare all’ufficio postale <strong>di</strong> Firenze CMP per la restituzione previo pagamento resi.<br />
Tiratura:<br />
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<strong>Rivista</strong> <strong>di</strong> <strong>Psicologi</strong> e <strong>Psicoterapeuti</strong><br />
63.000 copie<br />
30 anni <strong>di</strong> 180<br />
Consulenza<br />
tecnica d’ufficio e<br />
me<strong>di</strong>azione<br />
<strong>di</strong> Rolando Ciofi<br />
p. 06<br />
Il metodo scientifico<br />
nella psicoterapia e<br />
nel counseling<br />
<strong>di</strong> Tullio Carere-Comes<br />
p. 22 p. 12<br />
Integrazione<br />
culturale, lavoro<br />
in<strong>di</strong>viduale ed<br />
etnopsicologia<br />
<strong>di</strong> Ettore Perrella
<strong>di</strong>pendenze<br />
senza<br />
sostanza<br />
prevenzione<br />
e terapia<br />
1° Convegno nazionale<br />
Rete Nuove Dipendenze Patologiche<br />
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Firenze, 8 novembre 2008<br />
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Passate le vacanze estive si apre, per la<br />
comunità professionale degli psicologi, una<br />
stagione particolarmente impegnativa. Nei<br />
prossimi mesi infatti avremo un ricambio del<br />
gruppo <strong>di</strong>rigente alla guida delle nostre Isti-<br />
tuzioni. Nel mese <strong>di</strong> marzo 2009 sono pre-<br />
viste le elezioni dell’ENPAP, a pochi mesi <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>stanza quelle orinistiche. E’ una grande<br />
occasione per introdurre elementi <strong>di</strong> cam-<br />
biamento e per dare finalmente voce alle<br />
molte associazioni rappresentative della<br />
nuova composizione della categoria.<br />
La realtà della psicologia professionale<br />
italiana si è infatti molto mo<strong>di</strong>ficata in questi<br />
ultimi anni. Gli oltre 60.000 psicologi iscrit-<br />
ti all'albo sono prevalentemente giovani o<br />
giovanissimi, prevalentemente donne, pre-<br />
valentemente liberi professionisti, preva-<br />
lentemente (visto anche l’età anagrafica) a<br />
red<strong>di</strong>to me<strong>di</strong>o basso. In questa situazione<br />
apppare chiaro che gli sforzi dei gruppi <strong>di</strong>-<br />
rigenti dovrebbero concentrarsi soprattut-<br />
to sull’obiettivo <strong>di</strong> impremere sviluppo e <strong>di</strong><br />
offrire opportunità <strong>di</strong> crescita professionale<br />
alle colleghe ed ai colleghi.<br />
Mentre il sistema or<strong>di</strong>nistico, pur so-<br />
pravvivendo, appare come uno strumento<br />
desueto che poco può offrire in termini <strong>di</strong><br />
sviluppo, la vera partita sul piano strategico<br />
si gioca sull’ENPAP. Infatti se da una parte<br />
l’istituzione Cassa ha il compito primario <strong>di</strong><br />
erogare pensioni, provvedere all’assistenza<br />
e far fruttare il nostro denaro a tali fini, è pur<br />
vero che amministrando grossi capitali con<br />
sufficiente <strong>di</strong>screzionalità nella scelta degli<br />
investimenti, essa detiene anche il potere <strong>di</strong><br />
operare scelte a favore della crescita profes-<br />
sionale dell’intera categoria. Posto che gli<br />
investimenti debbano comunque rendere,<br />
<strong>di</strong>verso è fare scelte <strong>di</strong> mera speculazione<br />
dall’investire il denaro avendo in mente una<br />
strategia che possa portare ricadute positi-<br />
ve sulle opportunità <strong>di</strong> lavoro, su esigenze<br />
specifiche dei nostri professionisti, sull’im-<br />
magine e la visibilità della professione nel<br />
suo complesso.<br />
Occorrerà dunque che i più preparati tra<br />
i nostri colleghi liberi professionisti, in<strong>di</strong>pen-<br />
dentemente dalle sigle <strong>di</strong> appartenenza,<br />
cerchino un accordo per dotare l’Ente, ora<br />
che il ricambio sarà necessariamente pro-<br />
fondo, <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong>rigente solido e che<br />
sappia guardare lontano. Che sappia non<br />
solo amministrare correttamente, ma anche<br />
pensare politicamente.<br />
E<strong>di</strong>toriale<br />
<strong>di</strong> Rolando Ciofi, Segretario Generale del Mo.P.I.<br />
Abbiamo assistito nell'ultimo quadriennio<br />
ad un mutamento <strong>di</strong> linea dell’Ente <strong>di</strong> Pre-<br />
videnza che sempre più si è reso conto <strong>di</strong><br />
dover maggiormente guardare all’area libe-<br />
ro professionale. Il MoP.I. ha appoggiato al-<br />
cune scelte <strong>di</strong> rilievo quali quella <strong>di</strong> garantire<br />
l’assistenza sanitaria ed ospedaliera per le<br />
situazioni più gravi a tutti gli iscritti o quel-<br />
la <strong>di</strong> costituire un fondo da utilizzarsi nelle<br />
situazioni <strong>di</strong> maggiore <strong>di</strong>sagio. Ma occorre<br />
andare oltre: il ricambio quasi totale dell’in-<br />
tera <strong>di</strong>rigenza deve essere l’occasione per<br />
guardare in modo lucido e <strong>di</strong>sincantato al<br />
primo poco più che decennio <strong>di</strong> storia del<br />
nostro ente <strong>di</strong> previdenza cogliendone luci<br />
ed ombre, limiti e prospettive. Se è vero che<br />
qualche errore, soprattutto nei primi anni <strong>di</strong><br />
vita, è stato fatto sul piano degli investimen-<br />
ti, è pur vero che gradualmente molte cor-<br />
rezioni sono state effettuate e ad oggi, se la<br />
resa è bassa od insufficiente non si può <strong>di</strong>re<br />
che ciò sia imputabile più <strong>di</strong> tanto ad errori<br />
<strong>di</strong> gestione. Dobbiamo renderci consapevoli<br />
e dobbiamo rendere consapevoli i colleghi<br />
dei vincoli -legislativi da una parte, <strong>di</strong> mer-<br />
cato dall’altra- all'interno dei quali l’Ente è<br />
costretto a muoversi. E operare scelte con-<br />
seguenti. Sul piano normativo attraverso un<br />
collegamento sempre più stretto con le altre<br />
casse <strong>di</strong> categoria che vivono analoghe pro-<br />
blematiche nella convinzione che più posso-<br />
no essere aumentate le pressioni su Gover-<br />
no e Legislatori più le possibilità <strong>di</strong> introdurre<br />
misure meno penalizzanti aumenteranno.<br />
Sul piano del mercato affiancando, alla stra-<br />
tegia <strong>di</strong> estrema attenzione già in essere,<br />
prospettive maggiormente finalizzate allo<br />
sviluppo della comunità professionale.<br />
Siamo anche <strong>di</strong> fronte all’occasione stori-<br />
ca -e questa è una grande responsabilità <strong>di</strong><br />
chi organizzerà le liste- <strong>di</strong> eleggere <strong>di</strong>rigenti<br />
il più possibile rappresentativi <strong>di</strong> quella che è<br />
l’effettiva composizione della categoria. Un<br />
gruppo <strong>di</strong>rigente giovane, perchè la catego-<br />
ria è giovane, prevalentemente composto<br />
da colleghe, perchè le donne rappresentano<br />
l’80% dell’intera comunità professionale de-<br />
gli psicologi, prevalentemente composto da<br />
liberi professionisti, perché soprattutto per<br />
loro, che sono la stragrande maggioranza,<br />
l’Ente ha senso <strong>di</strong> esistere. Infine un gruppo<br />
<strong>di</strong>rigente che sappia anche fare tesoro del-<br />
le esperienze in questi anni maturate e che<br />
dunque, nella sua trasformazione, sappia<br />
garantire anche un senso <strong>di</strong> continuità.<br />
03<br />
Nel 2016 l’Ente comincerà ad entrare<br />
nella sua piena funzione, nel senso che a<br />
partire da quella data le pensioni erogate<br />
cominceranno ad avere un qualche peso<br />
significativo nei suoi bilanci. Ci attendono<br />
dunque anni cruciali, anni in qualche modo<br />
veramente fondativi nei quali, forti delle<br />
esperienze maturate ed anche talvolta del-<br />
le riflessioni sugli errori fatti, inevitabilmente<br />
connessi alle fasi <strong>di</strong> avvio, dovremo riuscire<br />
a dare il meglio <strong>di</strong> noi per arrivare preparati<br />
e soli<strong>di</strong> ad affrontare gli impegni che ci at-<br />
tendono. E occorrerà lavorare con grande<br />
entusiasmo attorno alla vera ombra che an-<br />
cora l’Ente non è riuscito a superare, quella<br />
del coinvolgimento dei colleghi, della comu-<br />
nicazione con i propri iscritti.<br />
Una Cassa che venisse avvertita vicina<br />
al singolo iscritto e ai suoi problemi, che riu-<br />
scisse a stimolare una partecipazione am-<br />
pia, avrebbe enormi potenzialità <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>bi-<br />
lità politica e dunque aumenterebbe anche<br />
notevolmente il suo potere contrattuale in<br />
ambito istituzionale. E gli strumenti per pro-<br />
cedere in tale <strong>di</strong>rezione ci sono già tutti: si<br />
tratta solo <strong>di</strong> attivarli, <strong>di</strong> avere la volontà po-<br />
litica <strong>di</strong> attivarli. Abbiamo un notiziario che<br />
dovrebbe essere reso “leggibile” in modo<br />
che davvero possa veicolare informazioni,<br />
abbiamo la possibilità <strong>di</strong> inviare una new-<br />
sletter settimanale o quin<strong>di</strong>cinale, abbiamo<br />
un sito che potrebbe essere reso maggior-<br />
mente interattivo, ma soprattutto abbiamo<br />
nella categoria un tessuto associativo che<br />
potrebbe essere maggiormente coinvol-<br />
to. Sono le associazioni che detengono il<br />
vero stretto collegamento con i singoli col-<br />
leghi ed un Ente che sapesse rapportarsi<br />
in modo stretto al tessuto associativo, coin-<br />
volgendolo nelle scelte <strong>di</strong> fondo, magari<br />
delegando alcune funzioni <strong>di</strong> rapporto ad<br />
personam, recependo le esigenze <strong>di</strong> gruppi<br />
<strong>di</strong> propri iscritti, potrebbe aspettarsi come<br />
ritorno una forza ed un sostegno oggi nep-<br />
pure pensabile.<br />
Le prossime elezioni Enpap costituisco-<br />
no insomma una grande opportunità per tut-<br />
ti gli psicologi. Potremmo essere in grado <strong>di</strong><br />
far finalmente maturare un’istituzione forte,<br />
cre<strong>di</strong>bile, capace <strong>di</strong> svolgere il suo ruolo <strong>di</strong><br />
garantire la previdenza e l’assistenza, ma<br />
al contempo sensibile e capace <strong>di</strong> cogliere<br />
ogni opportunità <strong>di</strong> sviluppo per la comunità<br />
che rappresenta. Il Mo.P.I. andrà a questo<br />
appuntamento con grande <strong>di</strong>sponibilità,<br />
pronto a partecipare con le proprie compe-<br />
tenze, in unione ed accordo con altre sigle<br />
libero professionali, alla fase <strong>di</strong> trasforma-<br />
zione che attende nei prossimi mesi il nostro<br />
Ente <strong>di</strong> Previdenza.
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SIMP-08<br />
simposio<br />
Perio<strong>di</strong>co del<br />
<strong>Movimento</strong> <strong>Psicologi</strong> In<strong>di</strong>pendenti<br />
ANNO 4<br />
NUMERO 2 - SETTEMBRE 2008<br />
(chiuso in tipografia il 04 luglio 2008)<br />
Direttore Responsabile:<br />
Rolando Ciofi<br />
Direttore E<strong>di</strong>toriale:<br />
Tommaso Valleri<br />
Comitato <strong>di</strong> Redazione:<br />
Mario Ajazzi Mancini<br />
Anna Barracco<br />
Paolo Chellini<br />
Jessica Ciofi<br />
Rolando Ciofi<br />
Manuele Matera<br />
Chiara Ratto<br />
Progetto grafico:<br />
Isabel Danés Anaya<br />
Redazione:<br />
Simposio<br />
<strong>Rivista</strong> <strong>di</strong> <strong>Psicologi</strong> e <strong>Psicoterapeuti</strong><br />
Via Leopar<strong>di</strong> 14, 50121 Firenze<br />
redazione@mopi.it<br />
E<strong>di</strong>tore:<br />
Vertici s.r.l.<br />
Via Leopar<strong>di</strong> 14, 50121 Firenze<br />
Tel. 055 2342810 Fax 055 2477263<br />
www.vertici.com<br />
info@vertici.com<br />
Proprietario:<br />
<strong>Movimento</strong> <strong>Psicologi</strong> In<strong>di</strong>pendenti<br />
Via Leopar<strong>di</strong> 14, 50121 Firenze<br />
Tel. 055 2479220 Fax 055 2477263<br />
www.mopi.it<br />
info@mopi.it<br />
Tiratura del presente numero:<br />
63.000 copie<br />
sommario<br />
EDITORIALE<br />
E<strong>di</strong>toriale<br />
Rolando Ciofi 03<br />
POLITICA PROFESSIONALE<br />
Consulenza tecnica d’ufficio<br />
e me<strong>di</strong>azione, dal principio<br />
della delega al para<strong>di</strong>gma della<br />
soggettività<br />
Rolando Ciofi 06<br />
Gli psicologi sono capaci <strong>di</strong><br />
promuovere la loro competenza<br />
professionale?<br />
Barbara Rossi e Stefano Sirri 09<br />
Due giovani liberi professionisti<br />
all’incontro dell’ENPAP a<br />
Bologna<br />
Chiara Ratto, Gianpaolo Ragusa 11<br />
APPROFONDIMENTI<br />
Integrazione culturale, lavoro<br />
in<strong>di</strong>viduale ed etnopsicologia<br />
Ettore Perrella 12<br />
Quale cura per la psiche?<br />
Tommaso Valleri 13<br />
Evitiamo che le <strong>di</strong>scussioni<br />
scientifiche tracimino<br />
nell’invettiva<br />
Giuseppe Sartori 14<br />
La Legge 180 ed il problema<br />
della sofferenza psichica.<br />
Intervista a Giorgio Antonucci<br />
Raffaelle Cascone 16<br />
La psicoterapia <strong>di</strong>alettica<br />
dell’ansia e delle fobie<br />
Nicola Ghezzani 18<br />
Le basi dell’attaccamento: tra<br />
clinica e neurologia<br />
Paolo Chellini 20<br />
FOTO:SHUTTERSTOCK<br />
Il metodo scientifico nella<br />
psicoterapia e nel counseling<br />
Tullio Carere-Comes 22<br />
Psychological Treatment Inventory<br />
(PTI)®. Un nuovo strumento <strong>di</strong><br />
misura multi<strong>di</strong>mensionale<br />
Alessio Gori, Marco Giannini 24<br />
Disagio sessuale e crisi <strong>di</strong><br />
coppia<br />
Carla Anna Durazzi 28<br />
RUBRICHE<br />
La Toscana e lo stato della<br />
salute mentale nell’infanzia e<br />
nell’adolescenza<br />
Davide Lacangellera 30<br />
<strong>Psicologi</strong>a e <strong>di</strong>ntorni: congressi<br />
e convegni 2008<br />
Tommaso Valleri 31<br />
Chie<strong>di</strong> all'esperto<br />
Manuele Matera, Rosa Minnino,<br />
Stefania Tedal<strong>di</strong> 32<br />
Cinema e psicologia<br />
Biagio Giordano 34<br />
News dal mondo<br />
Andrea Innocenti 35
06 Politica Professionale Politica Professionale 07<br />
Consulenza tecnica d’ufficio e me<strong>di</strong>azione,<br />
dal principio della delega al para<strong>di</strong>gma della soggettività<br />
<strong>di</strong> Rolando Ciofi, Segretario Generale del Mo.P.I.(<strong>Movimento</strong> <strong>Psicologi</strong> In<strong>di</strong>pendenti)<br />
Le “linee guida per l’accesso alla me-<br />
<strong>di</strong>azione familiare nel corso del proce<strong>di</strong>-<br />
mento <strong>di</strong> separazione e <strong>di</strong>vorzio” propo-<br />
ste dall’AIMeF - che <strong>di</strong> seguito riportiamo<br />
- illustrano con grande pragmaticità e<br />
chiarezza la <strong>di</strong>fferenza sostanziale tra gli<br />
istituti della consulenza tecnica d’ufficio<br />
e della me<strong>di</strong>azione familiare.<br />
Voglio però spostare l’attenzione dei<br />
nostri lettori dal piano applicativo a quel-<br />
lo dei principi <strong>di</strong> fondo che orientano le<br />
due <strong>di</strong>verse prassi. Principi che molto<br />
risentono della grande trasformazione,<br />
valoriale, sociale e culturale, della quale<br />
tutto l’occidente è stato protagonista ne-<br />
gli ultimi cento anni.<br />
Il para<strong>di</strong>gma della soggettività sempre<br />
più impronta la nostra cultura da quando<br />
la psicoanalisi cento anni fa, con felice<br />
sintesi, lo ha riproposto alla società in-<br />
tera. È in conseguenza dell’attenzione<br />
posta alla soggettività che siamo <strong>di</strong>ven-<br />
tati sensibili al tema dell’ecologia, siamo<br />
alla ricerca <strong>di</strong> un ambiente più giusto per<br />
ognuno <strong>di</strong> noi e per far questo siamo at-<br />
tenti a tutti i problemi in<strong>di</strong>viduali.<br />
Man mano che la società progre<strong>di</strong>-<br />
sce non è più prevalente il <strong>di</strong>scorso sui<br />
problemi della grande massa, ma sta<br />
<strong>di</strong>ventando sempre più prevalente, con<br />
l’affermazione del para<strong>di</strong>gma della sog-<br />
gettività, l’attenzione ai problemi del sin-<br />
golo.<br />
Chiariamo ancor meglio il concetto:<br />
per lungo tempo si è avvertita una sorta<br />
<strong>di</strong> contrapposizione tra gli interessi col-<br />
lettivi e quelli soggettivi e si è ritenuto<br />
che questi ultimi dovessero lasciare il<br />
passo ai primi gerarchicamente più rile-<br />
vanti. Tale visione non è certo cambiata,<br />
se non in un punto, tra gli interessi col-<br />
lettivi da tutelare la società ha annove-<br />
rato il benessere in<strong>di</strong>viduale, ovvero, per<br />
<strong>di</strong>rla con altro linguaggio, ha ampliato la<br />
gamma degli interessi soggettivi degni <strong>di</strong><br />
tutela.<br />
Il benessere soggettivo, la cosiddetta<br />
qualità della vita, è <strong>di</strong>venuto un valore<br />
collettivo e giustamente la società si or-<br />
ganizza, professionalmente, giuri<strong>di</strong>ca-<br />
mente, socialmente, per tutelarlo.<br />
Ma se ciò è vero occorre anche con-<br />
siderare che l’intera società sta orien-<br />
tandosi verso forme <strong>di</strong> deistituzionaliz-<br />
zazione, che il citta<strong>di</strong>no sta cominciando<br />
a farsi carico dei propri conflitti e non<br />
intende più affidarsi passivamente a giu-<br />
<strong>di</strong>ci, sanitari o autorità <strong>di</strong> qualunque tipo.<br />
Benessere soggettivo e qualità della vita<br />
insomma sempre più coincidono con il<br />
sentirsi protagonisti delle proprie scelte<br />
con il riappropriarsi delle troppe deleghe<br />
concesse alle varie “autorità”.<br />
È oggi normale in tutto il mondo oc-<br />
cidentale non affidarsi passivamente al<br />
me<strong>di</strong>co ma <strong>di</strong>scutere con lui le <strong>di</strong>agno-<br />
si e le cure, è normale conoscere ogni<br />
dettaglio sugli alimenti che consumiamo,<br />
sul potenziale inquinamento compreso<br />
quello che non percepiamo <strong>di</strong>rettamen-<br />
te, è normale utilizzare i professionisti,<br />
ogni professionista, come “consulenti” e<br />
non affidarsi totalmente e passivamente<br />
ad essi.<br />
È cambiata la cultura ed il citta<strong>di</strong>no<br />
sta cominciando a farsi carico <strong>di</strong> tutto ciò<br />
che lo riguarda, compresi i propri conflitti<br />
e sempre meno intende affidarsi passi-<br />
vamente a terzi.<br />
La delega all’istituzione, all’autorità<br />
continua ad essere naturalmente inevita-<br />
bile, ma, nel passaggio da una organiz-<br />
zazione sociale <strong>di</strong> stampo paternalistico<br />
ad una organizzazione sociale impronta-<br />
ta alla valorizzazione della soggettività e<br />
dunque più paritaria, essa viene conces-<br />
sa sempre meno, solo quando assoluta-<br />
mente in<strong>di</strong>spensabile.<br />
È in questo quadro che noi possiamo<br />
leggere i due istituti, quello della con-<br />
sulenza tecnica d’ufficio e quello della<br />
me<strong>di</strong>azione familiare come entrambe<br />
necessari ma anche come profonda-<br />
mente <strong>di</strong>versi. La <strong>di</strong>versità infatti non ri-<br />
siede solo sul piano tecnico ma anche e<br />
soprattutto sui presupposti culturali che li<br />
improntano.<br />
Per drammatizzare un poco potrem-<br />
mo <strong>di</strong>re che da una parte abbiamo una<br />
sorta <strong>di</strong> sconfitta… il caso non è me<strong>di</strong>abi-<br />
le, e qualcuno, lo Stato, attraverso le sue<br />
procedure, i giu<strong>di</strong>ci i tribunali gli avvocati,<br />
deve decidere… <strong>di</strong> te, della tua vita dei<br />
tuoi figli…. La sconfitta sta nel fatto che<br />
se proprio non sei capace <strong>di</strong> trovare una<br />
soluzione non potrai fare a meno <strong>di</strong> de-<br />
legare…<br />
Dall’altra parte abbiamo la prova <strong>di</strong><br />
maturità, sono capace da solo o con<br />
l’aiuto <strong>di</strong> esperti a vivere il conflitto sen-<br />
za che questo mi travolga o travolga chi<br />
a me è vicino, sono capace <strong>di</strong> trovare<br />
soluzioni equilibrate anche in situazioni<br />
<strong>di</strong>fficili…<br />
Il CTU fa una fotografia della situazio-<br />
ne, esprime il suo parere sulla possibile<br />
soluzione, spesso quella ritenuta “meno<br />
peggio”, e consegna il tutto al Giu<strong>di</strong>ce il<br />
quale deciderà. Il citta<strong>di</strong>ni che hanno de-<br />
legato, i loro familiari, i loro conflitti, sono<br />
l’oggetto della decisione.<br />
Il me<strong>di</strong>atore ha una funzione maieuti-<br />
ca, aiuta dei citta<strong>di</strong>ni a trovare non tan-<br />
to una soluzione ai loro conflitti quanto<br />
a valorizzare le loro parti sane, a tenere<br />
vivo il senso <strong>di</strong> responsabilità genitoriale<br />
e sociale, a trovare da soli soluzioni per-<br />
corribili. Abbiamo in questo caso soggetti<br />
che non hanno delegato, che, magari in<br />
modo sofferto continuano ad essere pri-<br />
mari protagonisti delle loro vite.<br />
Avere chiari questi pochi, semplici<br />
concetti può aiutare gli operatori dell’uno<br />
e dell’altro versante e i giu<strong>di</strong>ci, ai quali<br />
non spetta solo la decisione ma frequen-<br />
temente anche l’orientamento, a com-<br />
prendere più pienamente il senso delle<br />
<strong>di</strong>fferenze tecniche ed operative.<br />
Linee guida per l’accesso alla Me<strong>di</strong>azione Familiare<br />
nel corso del proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> separazione e <strong>di</strong>vorzio<br />
Il presente documento, corredato da schemi e tavo-<br />
le sintetiche, si propone come uno strumento d’orien-<br />
tamento agli operatori giuri<strong>di</strong>ci. Il testo è stato appro-<br />
vato ufficialmente all’assemblea generale annuale<br />
dell’A.I.Me.F. il 24 giugno 2007 ed è reperibile sul sito<br />
www.aimef.it.<br />
Premesso che<br />
- l’art.155 c.c., così come mo<strong>di</strong>ficato dalla L.54/2006 in<br />
materia <strong>di</strong> separazione dei coniugi e affidamento con<strong>di</strong>viso<br />
dei figli, <strong>di</strong>spone che “anche in caso <strong>di</strong> separazione perso-<br />
nale dei genitori il figlio minore ha il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> mantenere un<br />
rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno <strong>di</strong> essi, <strong>di</strong><br />
ricevere cura, educazione ed istruzione da entrambi e <strong>di</strong> con-<br />
servare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti<br />
<strong>di</strong> ciascun ramo genitoriale”;<br />
- il successivo art.155sexies c.c. stabilisce che “qualora<br />
ne ravvisi l’opportunità, il giu<strong>di</strong>ce, sentite le parti e ottenuto<br />
il loro consenso, può rinviare l’adozione dei provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong><br />
cui all’articolo 155 per consentire che i coniugi, avvalendosi <strong>di</strong><br />
esperti, tentino una me<strong>di</strong>azione per raggiungere un accordo,<br />
con particolare riferimento alla tutela dell’interesse morale e<br />
materiale dei figli”.<br />
- nulla è <strong>di</strong>sposto in merito a chi siano gli esperti e con<br />
quali modalità il magistrato, le parti o i loro avvocati possa-<br />
no accedere alle loro prestazioni nel corso del proce<strong>di</strong>mento<br />
giu<strong>di</strong>ziario; • per coinvolgere il me<strong>di</strong>atore familiare nel corso<br />
del giu<strong>di</strong>zio nei Tribunali si attuano prassi <strong>di</strong>fferenziate: ora<br />
viene nominato CTU ex art.61 c.p.c., ora ausiliario ex art.68<br />
c.p.c., ora senza riferimenti specifici;<br />
- tale modalità operativa genera confusione circa la spe-<br />
cificità dell’intervento me<strong>di</strong>ativo nell’ambito del processo <strong>di</strong><br />
separazione e <strong>di</strong>vorzio;<br />
- invero, il professionista idoneo alla pratica della me<strong>di</strong>a-<br />
zione familiare dovrebbe avere una formazione specifica<br />
che risponda agli standard minimi stabiliti dal FORUM EU-<br />
ROPEEN - Formation et Recherche en Mé<strong>di</strong>ation Familiale<br />
organismo <strong>di</strong> formazione e ricerca in me<strong>di</strong>azione costituitesi<br />
a Marsiglia (Francia) nell’aprile 1998. Standard ripresi e per-<br />
fezionati nello Statuto A.I.Me.F.;<br />
- inoltre, il professionista idoneo alla pratica della me<strong>di</strong>a-<br />
zione familiare dovrebbe agire nel rispetto della deontologia<br />
professionale regolamentata dall’European Code of Conduct<br />
for Me<strong>di</strong>ators firmato a Bruxelles il 2 luglio 2004. Deontologia<br />
ripresa e perfezionata nello Statuto e nel Regolamento Inter-<br />
no A.I.Me.F.<br />
- infine, il ruolo e la funzione del me<strong>di</strong>atore familiare sono<br />
chiaramente delineati dalla Raccomandazione (98)/1 del<br />
19.01.98 del Consiglio d’Europa, nonché dalla Raccoman-<br />
dazione 1639 del 25.11.03 dell’Assemblea Parlamentare del<br />
Consiglio d’Europa.<br />
In particolare, tali provve<strong>di</strong>menti mettono in evidenza che:<br />
a) la me<strong>di</strong>azione dovrebbe essere autonoma e comple-<br />
mentare rispetto al contesto giu<strong>di</strong>ziario;<br />
b) il me<strong>di</strong>atore familiare dovrebbe avere una funzione<br />
esclusivamente <strong>di</strong> natura compositiva e non valutativa;<br />
c) la volontarietà della coppia al percorso <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione<br />
familiare è pre<strong>di</strong>ttiva <strong>di</strong> un buon esito del medesimo;<br />
- l’istituto dell’esperto me<strong>di</strong>atore ex art.155sexies c.p.c.<br />
è incompatibile con quello del CTU ex art.61 e ss c.p.c. e<br />
artt.13-24; 89-92 <strong>di</strong>sp. att. e con quello degli altri ausiliari<br />
ex art. 68 c.p.c. innanzitutto per l’autonomia e la complemen-<br />
tarietà del percorso <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione familiare rispetto al conte-<br />
sto giu<strong>di</strong>ziario. Difatti, mentre gli ausiliari del giu<strong>di</strong>ce - tra cui<br />
in primis il CTU - sono da quest’ultimo incaricati in suo ausilio<br />
ai fini della decisione, il me<strong>di</strong>atore familiare, invece, mette la<br />
propria professionalità a <strong>di</strong>sposizione delle parti. Il destinata-<br />
rio dell’attività dell’ausiliario risulta, <strong>di</strong> conseguenza, essere il<br />
giu<strong>di</strong>ce, mentre i beneficiari dell’attività del me<strong>di</strong>atore sono le<br />
parti. Inoltre, la riservatezza e la confidenzialità degli incontri,<br />
l’assenza <strong>di</strong> processo verbale e <strong>di</strong> relazione da parte del me-<br />
<strong>di</strong>atore, la natura esclusivamente compositiva dell’intervento,<br />
la volontarietà dell’accesso al percorso che esclude <strong>di</strong> per sé<br />
una nomina da parte del giu<strong>di</strong>ce, una formulazione <strong>di</strong> quesito<br />
e un giuramento, confermano l’inconciliabilità tra i due istituti.<br />
Infine, essendo l’attività del me<strong>di</strong>atore svolta su incarico e<br />
nell’interesse delle parti, il relativo compenso è concordato<br />
tra questi ultimi e il me<strong>di</strong>atore e non liquidato dal giu<strong>di</strong>ce.<br />
Ciò premesso, l’A.I.Me.F. ritiene che l’art. 155sexies<br />
c.c. si riferisca all’esperto me<strong>di</strong>atore familiare quale nuo-<br />
va figura tipica, extraprocessuale e che, in ragione <strong>di</strong> ciò,<br />
sia opportuno regolare l’accesso alle sue specifiche pre-<br />
stazioni in base alle seguenti<br />
LINEE GUIDA OPERATIVE<br />
1. in applicazione dell’art.155sexies c.c. il provve<strong>di</strong>mento<br />
del giu<strong>di</strong>ce potrebbe essere del seguente tenore: “Il giu<strong>di</strong>-<br />
ce, sentite le parti ed ottenuto il loro consenso, riservato ogni<br />
provve<strong>di</strong>mento, rinvia l’u<strong>di</strong>enza al … per permettere alle parti<br />
<strong>di</strong> raggiungere un accordo avvalendosi <strong>di</strong> esperti me<strong>di</strong>atori<br />
familiari”;<br />
2. a prescindere dalla fase e dal grado <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio, in caso<br />
le parti vogliano spontaneamente accedere ad un percorso <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>azione familiare è necessario che le medesime, tramite<br />
i loro legali rappresentanti, facciano istanza congiunta al giu-<br />
<strong>di</strong>ce per sospendere l’iter giu<strong>di</strong>ziario, rinviando la trattazione<br />
della causa per un tempo adeguato al percorso me<strong>di</strong>ativo;<br />
3. è necessario tenere <strong>di</strong>stinte le figure processuali del CTU<br />
<strong>di</strong> cui all’art.61 e ss c.p.c. e degli altri ausiliari del giu<strong>di</strong>ce ex<br />
art.68 c.p.c. da quella extraprocessuale dell’esperto me<strong>di</strong>ato-<br />
►
08 Politica Professionale<br />
◄<br />
re, cui le parti possono accedere ai sensi dell’art.155sexies<br />
c.c.;<br />
4. è preferibile che il giu<strong>di</strong>ce non <strong>di</strong>sponga un invio coat-<br />
to in<strong>di</strong>retto in me<strong>di</strong>azione familiare (in ambito <strong>di</strong> Consulenza<br />
Tecnica d’Ufficio) ma che, all’occorrenza, si limiti a sensibiliz-<br />
zare le parti e i loro legali sulle opportunità che la risorsa offre,<br />
invitandoli al più ad un incontro informativo con un me<strong>di</strong>atore<br />
familiare qualificato, senza obbligo <strong>di</strong> accesso al percorso <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>azione;<br />
5. allo scopo è necessario rendere accessibile alle parti e<br />
agli organi tra<strong>di</strong>zionali del processo un elenco dei me<strong>di</strong>atori<br />
familiari esperti a favorire la comunicazione e la negoziazio-<br />
ne finalizzata agli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> separazione <strong>di</strong>stinto da quello<br />
dei CTU e degli altri ausiliari del giu<strong>di</strong>ce. L’A.I.Me.F. chiede <strong>di</strong><br />
rendere <strong>di</strong>sponibile e consultabile l’elenco dei propri associati<br />
presso la Cancelleria della Sez. Famiglia del Tribunale o del-<br />
SCHEMA A<br />
PRINCIPALI DIFFERENZE TRA<br />
CTU ex art. 61 c.p.c.<br />
la Volontaria Giuris<strong>di</strong>zione;<br />
6. il professionista incaricato dovrà tenere sempre presen-<br />
te il suo ruolo e la sua funzione a seconda dell’incarico rice-<br />
vuto e precisamente:<br />
a) quando è nominato dal giu<strong>di</strong>ce in funzione <strong>di</strong> CTU,<br />
il consulente, qualora dovesse essere anche me<strong>di</strong>atore<br />
familiare, dovrà attenersi all’incarico ricevuto nei limiti del<br />
quesito e svolgere le attività processuali previste e rego-<br />
late dal c.p.c., senza avviare un percorso <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione<br />
familiare;<br />
ALTRI AUSILIARI ex art. 68 c.p.c.<br />
b) quando è chiamato dalle parti in funzione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ato-<br />
re familiare, il me<strong>di</strong>atore, qualora dovesse essere iscritto<br />
anche nell’albo dei CTU, dovrà svolgere l’attività <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a-<br />
zione con intento compositivo e negoziale, astenendosi da<br />
valutazioni e da altre attività precluse al me<strong>di</strong>atore familia-<br />
re dal suo co<strong>di</strong>ce deontologico.<br />
ESPERTO MEDIATORE FAMILIARE<br />
ex art. 155 sexies c.c.<br />
BENEFICIARIO ATTIVITA’ Giu<strong>di</strong>ce ai fini della decisione Parti ai fini della composizione del conflitto<br />
ACCESSO PER LE PARTI<br />
Obbligatorio su provve<strong>di</strong>mento del<br />
giu<strong>di</strong>ce<br />
Volontario su scelta delle parti<br />
AMBITO DI ATTIVITA’ Endo-processuale Extra processuale<br />
CONFERIMENTO INCARICO Nomina e quesito del giu<strong>di</strong>ce Scelta delle parti<br />
GIURAMENTO Sì No<br />
RESPONSABILITA’<br />
RAPPORTO CON IL<br />
PROCEDIMENTO GIUDIZIARIO<br />
- Civile<br />
- Penale generica<br />
- Penale specifica come P.U.<br />
- Sospensione dell’esercizio<br />
- Relazione e processo verbale<br />
- Chiamata a chiarimenti<br />
- Civile<br />
- Penale generica<br />
- Riservatezza e confidenzialità sul contenuto<br />
degli accor<strong>di</strong><br />
- Eventuale comunicazione dell’avvenuto o<br />
meno percorso <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione<br />
COMPENSO Liquidato dal giu<strong>di</strong>ce Concordato tra le parti ed il me<strong>di</strong>atore<br />
INCARICO CONFERITO<br />
SCHEMA B<br />
PRINCIPALI DIFFERENZE TRA<br />
Di tipo valutativo attraverso:<br />
- consulenze<br />
- descrizioni<br />
- indagini<br />
Di tipo compositivo attraverso:<br />
- riduzione della conflittualità<br />
- miglioramento della comunicazione<br />
RUOLI E FUNZIONI ATTIVITA’<br />
CTU ex art. 61 c.p.c.<br />
ALTRI AUSILIARI ex art. 68 c.p.c.<br />
con competenze tecniche specifiche nominati dal giu<strong>di</strong>ce<br />
per giurare e rispodnere ad un quesito<br />
ESPERTO MEDIATORE FAMILIARE<br />
ex art. 155 sexies c.c.<br />
con competenza spcifica nella me<strong>di</strong>azione familiare, incari-<br />
cato dalle parti in funzione <strong>di</strong> esperto me<strong>di</strong>atore ex art. 155<br />
sexies c.c.<br />
Consulenza tecnica finalizzata a svolgere l’incarico <strong>di</strong> tipo<br />
valutativo ricevuto nei limiti del quesito e nel rispetto del c.p.c.,<br />
senza avviare un percorso <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione familiare.<br />
Attività <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione con esclusivo intento compositivo e<br />
negoziale, nel rispetto del co<strong>di</strong>ce deontologico dei me<strong>di</strong>atori<br />
familiari, senza redazione <strong>di</strong> relazione tecnica.<br />
Politica Professionale<br />
Gli psicologi sono capaci <strong>di</strong> promuovere la loro<br />
competenza professionale?<br />
<strong>di</strong> Barbara Rossi Psicologa Psicoterapeuta , CISP Centro Italiano sviluppo psicologia e Stefano Sirri, Psicologo Clinico, HT<br />
Human Trainer<br />
Stiamo assistendo sempre più alla nascita <strong>di</strong><br />
nuove professioni afferenti all’area psicologica:<br />
da un lato counselor, filosofi, sociologi, pedago-<br />
gisti che si pongono come più capaci <strong>di</strong> noi psi-<br />
cologi nel campo della promozione della salute.<br />
Dall’altro lato assistiamo alla nascita <strong>di</strong> nuove<br />
forme <strong>di</strong> terapia, più basate sul livello motivazio-<br />
nale, sul livello suggestivo, sul supporto attivo<br />
della persona che su un cambiamento psicolo-<br />
gico. Quin<strong>di</strong> si scoprono/riscoprono: aromatera-<br />
pia, stone-therapy, etc.<br />
Sono interventi che spesso possono aiutare la<br />
persona a sentirsi meglio, perciò vengono consi-<br />
derati forme “terapeutiche”. Spesso sono anche<br />
interventi più “<strong>di</strong>vertenti” sia per la persona sia per<br />
il “terapeuta”, quin<strong>di</strong> come dare torto agli utenti<br />
che preferiscono “curarsi” facendosi un ballo, an-<br />
ziché andare dallo psicologo?!<br />
Di fronte a questo panorama, lo psicologo<br />
come reagisce?<br />
L’impressione è che il mondo psicologico re-<br />
sti allibito a guardare o si arrabbi <strong>di</strong> fronte a uno<br />
spazio lavorativo che sembra <strong>di</strong>minuire sempre<br />
più. Un’idea <strong>di</strong>ffusa è vedere il campo dei bisogni<br />
psicologici come se fossero una torta: più perso-<br />
ne ci sono a mangiare la torta e meno torta c’è per<br />
tutti. Da qui si conclude ingenuamente che troppi<br />
psicologi - o troppi concorrenti - sono un pericolo<br />
che sottrae lavoro in una situazione che è già pro-<br />
blematica <strong>di</strong> suo.<br />
In realtà questa visione è tipicamente da “<strong>di</strong>-<br />
pendente”: esiste una fetta <strong>di</strong> mercato <strong>di</strong> cui io mi<br />
posso occupare e io devo solo fare il mio lavoro.<br />
Il mondo libero professionale richiede una logica<br />
completamente <strong>di</strong>versa.<br />
Ma che fare?<br />
Ad esempio analizzando le richieste e le stra-<br />
tegie portate al CISP da parte <strong>di</strong> colleghi in 8 anni<br />
<strong>di</strong> collaborazione col CISP stesso, abbiamo no-<br />
tato che la maggioranza dei giovani colleghi pre-<br />
sentava un atteggiamento <strong>di</strong> questo tipo:<br />
1. Mi lamento perché le cose non vanno come<br />
vorrei: voglio semplicemente lavorare!<br />
2. Cerco <strong>di</strong> entrare in un gruppo (Associazio-<br />
ne, ASL, Comune, Or<strong>di</strong>ne, collega/colleghi)<br />
perché in questo modo il gruppo mi manderà<br />
pazienti.<br />
Questi due pensieri sembrano normali, all'ap-<br />
parenza sono pure con<strong>di</strong>visibili, eppure…<br />
Eppure portano con sé il “germe”, il seme <strong>di</strong><br />
un fallimento: comportano un atteggiamento che<br />
nella realtà evita alla persona <strong>di</strong> poter sfruttare le<br />
opportunità che si ritrova <strong>di</strong> fronte, poche o tante<br />
che siano.<br />
Per capirne i perchè potremmo spiegare che<br />
siamo in una società post-industriale, cioè non è<br />
più sufficiente saper fare bene qualcosa perché<br />
qualcuno ti paghi per farla. Come non è più suffi-<br />
ciente “sapersi vendere”: bisogna andare oltre.<br />
Fermarsi all’atteggiamento del “mi lamento”,<br />
come aspettarsi che qualcun altro ci invii perso-<br />
ne, è un qualcosa <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visibile, <strong>di</strong> umanamen-<br />
te comprensibile, ma nello stesso momento è il<br />
perpetrarsi della stessa strategia che ti porta a<br />
lamentarti, cioè si entra in una sorta <strong>di</strong> “coazione<br />
a ripetere”.<br />
Di fronte al perdurare <strong>di</strong> questa situazione <strong>di</strong><br />
impasse, le <strong>di</strong>rezioni che si sono prese spesso<br />
sono state:<br />
Gioco al ribasso. Cioè mi “svendo”: lavoro<br />
sottocosto, lavoro come educatore, faccio volon-<br />
tariato, ecc. In questo modo forse posso fare an-<br />
che lo psicologo, mi sento dentro all'ambiente…<br />
eppure mi ritrovo in una situazione che mi confer-<br />
ma l’atteggiamento <strong>di</strong> partenza.<br />
Gioco al rialzo. Mi superspecializzo: corsi,<br />
master, scuola <strong>di</strong> specializzazione, ecc. Con que-<br />
sta strategia, alcuni sono riusciti, altri invece - la<br />
maggior parte - hanno ingigantito il malessere e la<br />
sensazione <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta, <strong>di</strong> investimento sbagliato.<br />
È evidente che entrambe queste strategie non<br />
sono la scelta migliore che si possa fare.<br />
La <strong>di</strong>fficoltà pare essere proprio quella <strong>di</strong> man-<br />
tenere il proprio specifico professionale, ricono-<br />
scerselo, rilanciandosi.<br />
Per questi motivi nel 2003 il CISP, insieme ad<br />
HumanTrainer.com e altre Associazioni <strong>di</strong> cate-<br />
goria, ha inaugurato la prima settimana nazio-<br />
nale de<strong>di</strong>cata prevenzione psicologica, <strong>di</strong>venuta<br />
famosa col nome <strong>di</strong> “settimana del benessere<br />
psicologico”, oggi ormai adottata da vari Or<strong>di</strong>ni<br />
professionali e organizzazioni su tutto il territorio<br />
nazionale.<br />
Una splen<strong>di</strong>da occasione per gli psicologi per<br />
promuovere la propria professione e la categoria.<br />
Però il problema non è cambiato per gli psi-<br />
cologi, che faticano ad utilizzare al meglio questo<br />
strumento.<br />
Per esempio, ciò che abbiamo visto, e che<br />
abbiamo analizzato anche nel libro “So-stare nei<br />
gruppi?” (in corso <strong>di</strong> stampa, n.d.r.), è la <strong>di</strong>fficoltà<br />
degli psicologi a entrare in una logica <strong>di</strong> promo-<br />
zione.<br />
sono:<br />
I motivi principali che abbiamo identificato<br />
La TV, i mass-me<strong>di</strong>a. Spesso non si rivela-<br />
no all’altezza, non offrono una buona immagine<br />
dello psicologo. “Ogni volta che uno psicologo va<br />
alla TV l’impressione è che la psicologia venga<br />
tra<strong>di</strong>ta” (cit. da So-Stare nei gruppi?). In fondo<br />
sappiamo che non ci sono parole adeguate per<br />
esprimere pienamente ciò che accade in una se-<br />
duta da uno psicologo: l’intimità e il benessere,<br />
il miglioramento della qualità della vita che ne<br />
09<br />
possiamo trarre. Eppure evitare i me<strong>di</strong>a significa<br />
lasciare che <strong>di</strong> psicologia siano sempre e solo i<br />
non psicologi a parlarne. E se questa situazione<br />
abituasse le persone a sentire parlare <strong>di</strong> psicolo-<br />
gia ai non psicologi...<br />
Delego agli altri. Costruire in gruppo un pro-<br />
getto non è cosa semplice. Sviluppare un gruppo<br />
collaborativo non significa “il gruppo pensa ai miei<br />
bisogni”, ma “io penso ai bisogni del gruppo”, cioè<br />
da un punto <strong>di</strong> vista pratico ogni in<strong>di</strong>viduo deve<br />
coor<strong>di</strong>narsi con l'intero gruppo soprattutto quando<br />
si tratta <strong>di</strong> svolgere le parti meno “psicologiche”.<br />
Per esempio nell'esperienza della settimana è<br />
stato semplice aggregare colleghi <strong>di</strong>sponibili a<br />
ricevere l'utenza, più complesso è coor<strong>di</strong>nare il<br />
gruppo in modo tale che si concretizzi una richie-<br />
sta da parte dell'utenza.<br />
Pubblicizzo male il mio lavoro. Ad esempio,<br />
vorrei segnalare un’iniziativa (un corso, un evento),<br />
e decido <strong>di</strong> produrre dei volantini.Quanti ne devo<br />
produrre? Cosa devo scrivere? Dove <strong>di</strong>stribuirli?<br />
Cosa propongo? Troppo spesso le proposte<br />
sono un semplice “copia e incolla” <strong>di</strong> qualcosa<br />
che è già stato fatto. Questo accade quando si<br />
presentano progetti ad Enti (Comune, Regione,<br />
ecc.), come nella nostra attività quoti<strong>di</strong>ana in stu-<br />
<strong>di</strong>o (quanti sono i colleghi che propongono solo<br />
psicoterapia?).<br />
Organizzare una settimana della prevenzione<br />
psicologica è prima <strong>di</strong> tutto un atto comunicati-<br />
vo nostro nei confronti della citta<strong>di</strong>nanza tutta, e<br />
come tale è promozione dello psicologo e della<br />
psicologia.<br />
Spesso si confonde “la settimana” con “primo<br />
appuntamento gratuito”, in una sorta <strong>di</strong> “super-<br />
mercato psicologico”, <strong>di</strong>menticandosi che l’uten-<br />
za che arriva da un’iniziativa <strong>di</strong> questo tipo non<br />
sono “futuri pazienti”, ma anzi la maggior parte<br />
non lo <strong>di</strong>venteranno mai.<br />
Non credo sia sbagliato <strong>di</strong>re che il vero effet-<br />
to <strong>di</strong> una settimana è prima che questa avvenga:<br />
le comunicazioni, l’attenzione nel presentarsi e<br />
anche nei piccoli dettagli: come reagiranno, non<br />
le cento persone che verranno, ma le mille o le<br />
<strong>di</strong>ecimila che ascoltano il nostro messaggio? Che<br />
immagine trasmettiamo <strong>di</strong> noi singoli professioni-<br />
sti e prima ancora della nostra categoria?<br />
Questo articolo è una riflessione a voce alta,<br />
riflessione che nasce dalla domanda iniziale:<br />
“Sappiamo proporre la nostra competenza<br />
professionale?” Con l’auspicio che queste rifles-<br />
sioni mettano in moto nuovi pensieri, vorremmo<br />
concludere con una citazione <strong>di</strong> Gatti, dell’ASL <strong>di</strong><br />
Milano: “Ragazzi, pensate bene a che futuro vi<br />
interessa perché il futuro con<strong>di</strong>ziona il presente<br />
molto più del passato”.<br />
Buoni pensieri a tutti!
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atelier, performance tecnico-professionali e <strong>di</strong>scussioni <strong>di</strong> casi clinici.<br />
• L’accoglienza e la conoscenza della persona: esperienze pratiche sull’anamnesi, la scopia<br />
semiotica e i colloqui <strong>di</strong>agnostici.<br />
• Meto<strong>di</strong> e tecniche psico<strong>di</strong>agnostiche: esercitazioni pratiche relative alla somministrazione,<br />
siglatura, uso <strong>di</strong> griglie <strong>di</strong> correzione, protocolli e interpretazione dei test <strong>di</strong> personalità<br />
(MMPI-2, TAT, CAT, SAT, Favole della Düss), scale <strong>di</strong> intelligenza (WAIS-R, WISC-III), <strong>di</strong><br />
ansia e <strong>di</strong> depressione (ASQ, CDQ), test grafici (Test dell’Albero, Draw a Person Test, Test<br />
della Casa, Test della Famiglia), test cromo-proiettivi (Color Lüscher Test) e test proiettivi<br />
delle <strong>di</strong>namiche posturali notturne (BedTest®).<br />
• Esami del linguaggio, delle abilità percettive, organizzativo-motorie e delle capacità negli<br />
appren<strong>di</strong>menti.<br />
• Attestazione, Diagnosi Funzionale e Piano Educativo In<strong>di</strong>vidualizzato.<br />
• Relazione e sintesi <strong>di</strong>agnostica: esercitazioni pratiche sulla stesura <strong>di</strong> relazioni e sulla<br />
restituzione <strong>di</strong> sintesi psico<strong>di</strong>agnostiche.<br />
• Sostegno e consulenza psicologica: esercitazioni pratiche sulla conduzione del colloquio<br />
clinico.<br />
• Interventi rieducativi e riabilitativi: esercitazioni pratiche sui meto<strong>di</strong> per il recupero delle<br />
autonomie personali, sulla riabilitazione del linguaggio, sui meto<strong>di</strong> per il recupero <strong>di</strong> <strong>di</strong>scalculia,<br />
<strong>di</strong>slessia, <strong>di</strong>sortografia e <strong>di</strong>sgrafia, sul Metodo <strong>di</strong> Educazione gestuale Orlic, sul<br />
Metodo Thea Bugnet e sui meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> riabilitazione psicomotoria.<br />
• Meto<strong>di</strong> e tecniche <strong>di</strong> rilassamento psicofisico: esercitazioni pratiche su Metodo Jacobson,<br />
Metodo Wintrebert, Training <strong>di</strong> rilassamento verbalizzati.<br />
• Meto<strong>di</strong> per la crescita personologica e per il rinforzo ergico dell’Io: esercitazioni pratiche<br />
sui meto<strong>di</strong> ImagEvolution®, FantasmaSonie®, CaleIdeoscopie®, PsicoFiabe®.<br />
• Adempimenti legali e deontologici per l’attivazione e lo sviluppo della professione.<br />
• Verifica finale.<br />
Consulenza tecnica e peritale presso il tribunale<br />
Firenze, 17-18-19 ottobre 2008; Milano, 14-15-16 novembre 2008; Firenze, 19-20-21 giugno 2009<br />
Reflector<br />
Date <strong>di</strong> inizio: Firenze, 11 ottobre 2008 - Milano, 8 novembre 2008<br />
ADHD: strategie cliniche e <strong>di</strong>dattiche<br />
Milano, 7-8 giugno 2008; Firenze, 20-21 settembre 2008<br />
Stress: cause, effetti, gestione<br />
Firenze, 3-4-5 ottobre 2008; Firenze, 6-7-8 marzo 2009<br />
Disegno onirico<br />
Montevarchi (AR), dal 5 all’11 agosto 2008<br />
Quota d’iscrizione € 186,00 (IVA compresa)<br />
Quota <strong>di</strong> frequenza € 1080,00 (IVA compresa) <strong>di</strong>visibile in tre rate da € 360,00 ciascuna<br />
Nella quota <strong>di</strong> frequenza sono compresi il BedTest ® , i manuali e i DVD dei meto<strong>di</strong> con marchio registrato<br />
12 incontri fine settimana (sabato ore 10-19, domenica ore 9-18)<br />
La frequenza è obbligatoria e verificata con appelli nominali<br />
Altri percorsi formativi (in attesa <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>ti ECM):<br />
Gli incontri sui meto<strong>di</strong>, le tecniche e gli ausili si svolgeranno in piccoli gruppi, all’interno<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> appositamente attrezzati, le esperienze saranno in<strong>di</strong>viduali e<br />
impegneranno docenti e tutor.<br />
Docenti<br />
Prof. Dr. Sergio Gaiffi; Prof. Dr. Anna Pesci; Prof. Dr. Guido Pesci; Prof. Dr. Maria Raugna;<br />
Prof. Dr. Antonio Viviani.<br />
I docenti della formazione sono libero-professionisti con esperienza trentennale il cui curriculum<br />
può essere visitato nel sito internet www.formazionepsicologi.com<br />
Film ausiliari per la formazione: Tecniche <strong>di</strong> rilassamento (Jacobson, Jacobson Verbalizzato,<br />
Wintrebert), Esperienze <strong>di</strong> Psicomotricità.<br />
LIBRI, DISPENSE e CD GRATUITI<br />
A. Pesci, G. Pesci, L’espressione verbale; G. Pesci, A. Pesci, Appren<strong>di</strong>menti curriculari; G.<br />
Pesci, Meto<strong>di</strong> e tecniche <strong>di</strong> rilassamento motorio-muscolari; Training <strong>di</strong> rilassamento, Jacobson<br />
verbalizzato, BedTest® (Set completo con manuale), ImagEvolution® (Dvd completo <strong>di</strong><br />
manuale), FantasmaSonie® (Dvd completo <strong>di</strong> manuale), CaleIdeoscopie® (Dvd completo<br />
<strong>di</strong> manuale), PsicoFiabe® (Cd), e un Cd contenente Ausili per l’Esame del linguaggio, una<br />
Guida all’interpretazione dei test grafici e cromatici e schede <strong>di</strong> orientamento sullo strumentario<br />
<strong>di</strong>agnostico.<br />
Al termine degli incontri verrà rilasciato l’Attestato <strong>di</strong><br />
Formazione in Pratica Professionale<br />
Se<strong>di</strong>, Calendari e docenti della formazione<br />
Le se<strong>di</strong>, i calendari completi e i docenti della formazione possono essere consultati visitando<br />
il sito www.isfar-firenze.it<br />
Abuso: maltrattamento e abuso sui minori<br />
Firenze, 7-8-9 novembre e 28-29-30 novembre 2008<br />
Milano, 17-18-19 aprile e 8-9-10 maggio 2009<br />
Me<strong>di</strong>atore Relazionale<br />
Data <strong>di</strong> inizio: Firenze, 22 novembre 2008<br />
Bullismo: il fenomeno, la <strong>di</strong>agnosi e le strategie <strong>di</strong> intervento<br />
Firenze, 16-17-18 gennaio 2009; Milano, 27-28 febbraio e 1 marzo 2009<br />
Orientamenti alla Criminologia<br />
Firenze, 13-14-15 giugno 2008; Firenze, 21-22-23 novembre 2008<br />
Psicodramma Olistico<br />
Montevarchi (AR), dal 29 luglio al 4 agosto 2008<br />
ISFAR Istituto Superiore Formazione Aggiornamento e Ricerca Viale Europa, 185/b - 50126 Firenze Tel./Fax 0556531816<br />
e-mail: info@isfar-firenze.it - www.isfar-firenze.it - www.formazionepsicologi.com<br />
Due giovani liberi professionisti all’incontro<br />
dell’ENPAP a Bologna<br />
<strong>di</strong> Chiara Ratto Psicologa Psicoterapeuta e Gianpaolo Ragusa, Psicologo<br />
Sabato 10 maggio a Bologna, presso l’Ho-<br />
tel Royal Carlton, si è tenuto uno degli incontri<br />
sulle tematiche previdenziali che l’ENPAP da<br />
tempo realizza su tutto il territorio nazionale, al<br />
fine <strong>di</strong> illustrare le sue attuali assunzioni <strong>di</strong> re-<br />
sponsabilità e <strong>di</strong> poter ricevere, anche da parte<br />
degli iscritti, eventuali suggerimenti che possa-<br />
no in qualche modo sostenerlo nel migliorare<br />
ulteriormente la propria attività gestionale.<br />
A quest’occasione, pur essendo due liberi<br />
professionisti ancora “in erba” e soprattutto<br />
due “neofiti” in materia <strong>di</strong> politica professionale,<br />
abbiamo voluto partecipare, per la prima volta,<br />
personalmente, proprio perché interessati ad<br />
approfon<strong>di</strong>re la nostra conoscenza sulle <strong>di</strong>na-<br />
miche riguardanti l’Ente, ma anche molto incu-<br />
riositi dal fatto <strong>di</strong> poter finalmente “toccare con<br />
mano” questa realtà e <strong>di</strong> poter assistere “dal<br />
vivo” ad un <strong>di</strong>battito che avrebbe visto coinvol-<br />
te quelle figure <strong>di</strong>rigenziali, delle quali cono-<br />
scevamo i nomi, ma i cui volti fino ad allora, ci<br />
erano del tutto nuovi e sconosciuti.<br />
Da mesi infatti partecipiamo, più o meno at-<br />
tivamente, ad un gruppo <strong>di</strong> lavoro su tematiche<br />
riguardanti l’ENPAP <strong>di</strong> AP e ciò ha senz’altro<br />
contribuito ad alimentare in noi il desiderio <strong>di</strong><br />
ricevere ulteriori informazioni e chiarimenti in<br />
tema <strong>di</strong> previdenza, sui quali ci eravamo ac-<br />
corti <strong>di</strong> non essere riusciti a pronunciarci in ma-<br />
niera esplicita all’interno della rete e questo,<br />
potremmo <strong>di</strong>re, per le più svariate ragioni.<br />
Malgrado infatti tale gruppo fosse stato mol-<br />
to ben realizzato e strutturato per permettere,<br />
anche ai non addetti ai lavori, <strong>di</strong> avere una<br />
maggiore consapevolezza <strong>di</strong> certi meccanismi<br />
riguardanti la cassa, ci eravamo resi conto <strong>di</strong><br />
nutrire ancora qualche esitazione nell’effettua-<br />
re degli interventi personali, forse a causa del-<br />
la paura del confronto su temi ancora, per certi<br />
versi, non del tutto chiari, ma anche a volte per<br />
i toni accesi che spesso caratterizzavano que-<br />
sto gruppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione e che a volte poteva-<br />
no incutere un certo “timore reverenziale” nel<br />
potervi prendere parte in maniera attiva.<br />
Premettiamo che, anche in questo caso e<br />
nonostante la nostra buona volontà, purtrop-<br />
po le circostanze “ambientali” non ci sono ap-<br />
parse, da subito, del tutto favorevoli. Infatti, a<br />
causa <strong>di</strong> un guasto tecnico al treno, siamo stati<br />
costretti a raggiungere il luogo del convegno<br />
con un’ora abbondante <strong>di</strong> ritardo e, purtroppo<br />
quin<strong>di</strong>, a riunione già avviata.<br />
I contenuti <strong>di</strong> questo incontro, al quale par-<br />
tecipavano come relatori, oltre al Presidente<br />
Demetrio Houlis, alcuni componenti del CdA<br />
e del CIG, ci sono sembrati comunque imme-<br />
<strong>di</strong>atamente molto interessanti e per certi versi<br />
“illuminanti” dal punto <strong>di</strong> vista informativo e co-<br />
noscitivo, tanto che ci sentiremmo <strong>di</strong> definire<br />
quest’iniziativa come una delle più importanti e<br />
fondamentali per una consapevolezza colletti-<br />
va riguardante il futuro della nostra professio-<br />
ne e questo, in particolare, per due motivi.<br />
Il primo potrebbe essere rappresentato dal<br />
fatto che l’evento, in questo caso, si sia giovato<br />
<strong>di</strong> commenti più approfon<strong>di</strong>ti rispetto ai dati po-<br />
litico-economici pubblicati sul sito dell’Ente o<br />
sul Notiziario. Il secondo e che noi riterremmo<br />
ancora più importante, è che questo incontro ci<br />
ha senz’altro mostrato, in maniera più eviden-<br />
te, quali e quanto complesse <strong>di</strong>namiche leghi-<br />
no, all’interno dell’ENPAP, gli elettori agli eletti,<br />
due organi <strong>di</strong> potere strettamente intrecciati,<br />
ma allo stesso tempo abbastanza scollegati<br />
tra loro.<br />
Nel corso del <strong>di</strong>battito, si è infatti <strong>di</strong>mostra-<br />
to senza dubbio palese l’interesse comune da<br />
parte <strong>di</strong> entrambi nel costruire qualcosa che<br />
potesse andare a vantaggio dell’assistenza<br />
e <strong>di</strong> una pensione <strong>di</strong> vecchiaia decorosa, ma<br />
è anche apparso in modo molto chiaro come<br />
sia altresì necessario colmare il “gap tra il tec-<br />
nico ed il laico” affinché tutti possano parlare<br />
la stessa lingua, per cui come anche l’Ente,<br />
in questo caso, dovrebbe sforzarsi <strong>di</strong> raggiun-<br />
gere gli iscritti nella loro totalità, cercando <strong>di</strong><br />
spiegare come la questione della previdenza li<br />
riguar<strong>di</strong> da vicino e a qualsiasi età.<br />
Ci sembra infatti esista una co-responsabi-<br />
lità tra Ente ed iscritti, sul <strong>di</strong>vario tra presenti<br />
all’incontro (una cinquantina) ed il numero<br />
degli iscritti nel Nord Italia (migliaia tra psico-<br />
logi e psicoterapeuti). Forse una così bassa<br />
adesione potrebbe in qualche modo essere<br />
dovuta da una parte, ad un certo <strong>di</strong>sinteresse<br />
da parte degli iscritti, ma dall’altra, anche ad<br />
una <strong>di</strong>sinformazione da parte dell’Ente, per via<br />
della scarsa pubblicità data all’evento. Diven-<br />
terebbe allora in<strong>di</strong>spensabile favorire un mag-<br />
giore coinvolgimento dei giovani appartenenti<br />
alla nostra categoria professionale, <strong>di</strong>vulgando<br />
una corretta informazione che vada al <strong>di</strong> là dei<br />
dati <strong>di</strong> bilancio e che non abbracci solamente<br />
quin<strong>di</strong> questioni macroeconomiche, ma anche<br />
soggettive.<br />
Nell’incontro <strong>di</strong> sabato, è emerso inoltre<br />
chiaramente come non potrebbe solo esse-<br />
re una gestione <strong>di</strong>versa degli investimenti a<br />
Politica Professionale<br />
trasformare ra<strong>di</strong>calmente la pensione e l’as-<br />
sistenza per gli psicologi, mentre sarebbero<br />
invece necessarie delle strategie più ampie e<br />
a <strong>di</strong>versi livelli, tra le quali quella più imme<strong>di</strong>ata<br />
potrebbe riguardare l’aumento del red<strong>di</strong>to dei<br />
colleghi, che in tal modo potrebbero versare<br />
automaticamente <strong>di</strong> più sul loro montante pen-<br />
sionistico. Per realizzare ciò, bisognerebbe<br />
comunque investire, anche economicamente,<br />
sulla professione, aiutarne lo sviluppo, am-<br />
pliarne i campi <strong>di</strong> applicazione, favorire l’asso-<br />
ciazionismo tra colleghi ecc.<br />
Durante il <strong>di</strong>battito, si è poi parlato, anche<br />
in toni molto cal<strong>di</strong> ed appassionati, <strong>di</strong> cambiare<br />
la legislazione che attualmente regolamenta il<br />
nostro sistema pensionistico. Un’iniziativa che<br />
sarebbe senz’altro molto interessante e forse<br />
anche perseguibile, ma che dovrebbe tuttavia<br />
prendere in considerazione molti altri fattori,<br />
tra i quali anche il fatto che una sola catego-<br />
ria professionale possieda purtroppo ad oggi<br />
un peso politico assai limitato e corra quin<strong>di</strong> il<br />
rischio <strong>di</strong> non ricevere la giusta attenzione da<br />
parte dell’intero sistema politico nazionale. La<br />
giusta soluzione potrebbe allora essere quella<br />
<strong>di</strong> compiere prima alcuni passi interme<strong>di</strong>, tra<br />
i quali un lavoro <strong>di</strong> associazione intercatego-<br />
riale, costruendo un consenso e coinvolgendo<br />
quin<strong>di</strong> le altre casse nate con il Dlgs 103/96<br />
con problematiche e regole <strong>di</strong> funzionamento<br />
simili alla nostra.<br />
In conclusione, sembra che molto lavoro sia<br />
già stato fatto per rendere l’ENPAP un’entità <strong>di</strong><br />
riferimento non solo dal punto <strong>di</strong> vista previ-<br />
denziale, ma anche sul piano assistenziale. È<br />
chiaro però anche come, al presente, ci siano<br />
ancora nuove possibilità da poter realizzare, in<br />
termini <strong>di</strong> ampliamento e <strong>di</strong> personalizzazione<br />
dell’assistenza, <strong>di</strong> promozione della professio-<br />
ne, <strong>di</strong> miglioramento della comunicazione con<br />
gli iscritti e soprattutto <strong>di</strong> accrescimento del-<br />
le attività intercategoriali per un aumento del<br />
peso politico della nostra categoria.<br />
A tutto ciò noi riteniamo che molti giovani<br />
psicologi, provenienti dal mondo della libera<br />
professione, potrebbero dare un notevole<br />
contributo, se solo iniziassero ad informarsi<br />
ed a documentarsi su questo tema, ma a tal<br />
fine, dovrebbero anche sentirsi maggiormen-<br />
te coinvolti dall’Ente in tutte quelle <strong>di</strong>namiche<br />
che, anche se potrebbero ad oggi non riguar-<br />
dare il loro presente imme<strong>di</strong>ato, <strong>di</strong>venteran-<br />
no senz’altro le basi su cui costruire il loro<br />
futuro.<br />
11
12 Approfon<strong>di</strong>menti<br />
Integrazione culturale, lavoro<br />
in<strong>di</strong>viduale ed etnopsicologia<br />
<strong>di</strong> Ettore Perrella, Psicanalista<br />
Sono passati più <strong>di</strong> tre quarti <strong>di</strong> se-<br />
colo da quando Freud, nell’articolo<br />
sulla Psicanalisi laica, affermò che la<br />
psicanalisi un giorno avrebbe potuto<br />
avere, attraverso delle applicazioni <strong>di</strong>f-<br />
ferenti da quelle classiche, anche un<br />
uso sociale. Oggi, in un mondo “glo-<br />
balizzato”, così <strong>di</strong>verso da quello in<br />
cui egli visse ed operò, è forse giun-<br />
to il momento <strong>di</strong> verificarlo, anche per<br />
affrontare delle situazioni <strong>di</strong> tensione<br />
sociale, come quelle che si produ-<br />
cono in seguito all’immigrazione. La<br />
psicanalisi, in effetti, essendo sempre<br />
rimasta lontanissima dagli schemi ge-<br />
neralizzanti del comportamentismo an-<br />
glosassone, può essere uno strumento<br />
utilissimo per stabilire, <strong>di</strong>etro le genera-<br />
lizzazioni imposte dall’assistenzialismo<br />
e dalla me<strong>di</strong>azione sociale, un <strong>di</strong>alogo<br />
con dei singoli in<strong>di</strong>vidui. Com’è stato<br />
osservato in un libro de<strong>di</strong>cato al tema<br />
dell’integrazione (M. Aime, Eccessi <strong>di</strong><br />
culture, Einau<strong>di</strong>, Torino 2004, p. 53), ad<br />
incontrarsi o scontrarsi non sono mai le<br />
culture, ma sempre e solo gli in<strong>di</strong>vidui<br />
che ne provengono. E nel momento in<br />
cui gli immigrati tendono troppo spesso<br />
a riformare nei paesi che li accolgono<br />
degli universi chiusi su se stessi ed im-<br />
permeabili ai principi giuri<strong>di</strong>ci e civili eu-<br />
ropei, è fondamentale superare quella<br />
prospettiva multiculturale che, proprio<br />
per il fatto <strong>di</strong> partire dalla cultura come<br />
se fosse un dato <strong>di</strong> fatto assodato, ri-<br />
schia <strong>di</strong> produrre gli effetti contrari a<br />
quelli che vorrebbe ottenere.<br />
Eppure produrre integrazione sareb-<br />
be estremamente essenziale, non solo<br />
per migliorare la vita degli immigrati<br />
(oltre che dei residenti), ma anche per<br />
arricchire con dei mutui scambi tanto<br />
le culture dell’Africa e dell’Asia quan-<br />
to la nostra. E questo non è un tema<br />
per niente secondario, dal momento<br />
che non è affatto sicuro che il vantag-<br />
gio tecnologico ed economico dell’oc-<br />
cidente non venga pagato da tutti noi,<br />
nel mondo d’oggi, con un privilegio<br />
dell’informazione – necessariamente<br />
schematica – che alla fin fine rischia<br />
<strong>di</strong> produrre un progresso sì, ma solo<br />
dell’ignorantismo, ed un’ine<strong>di</strong>ta forma<br />
<strong>di</strong> barbarie.<br />
Proprio per operare in questa <strong>di</strong>re-<br />
zione l’etnopsicologia e l’etnopsicana-<br />
lisi hanno dato un contributo prezioso,<br />
utile già solo per il fatto che c’impe<strong>di</strong>-<br />
sce d’assegnare a delle concezioni per<br />
noi tra<strong>di</strong>zionali una vali<strong>di</strong>tà universale<br />
che in effetti esse non hanno. La stes-<br />
sa funzione dei genitori, ad esempio, in<br />
altre società, è molto <strong>di</strong>versa da quel-<br />
la alla quale noi siamo abituati. Capire<br />
che il modello nucleare della famiglia<br />
non è affatto universale, per esem-<br />
pio, è necessario per non scambiare<br />
per naturale – e quin<strong>di</strong> necessario per<br />
chiunque – ciò che per noi è semplice-<br />
mente abituale.<br />
E <strong>di</strong>verso, nelle <strong>di</strong>verse società, è<br />
tanto il significato delle patologie, quan-<br />
to il modo in cui esse vengono affronta-<br />
te. Tuttavia imparare ad usare dei crite-<br />
ri variabili, quando si interloquisce con<br />
un soggetto <strong>di</strong> origine extra-europea,<br />
non significa portare acqua al mulino<br />
d’un relativismo scadente, almeno se<br />
vengono salvaguardati i principi logici<br />
ed etici che stanno alla base del nostro<br />
<strong>di</strong>ritto e del nostro modo <strong>di</strong> concepire<br />
la politica. È stata solo la tra<strong>di</strong>zione<br />
occidentale a mettere in rilievo la fun-<br />
zione imprescin<strong>di</strong>bile dell’in<strong>di</strong>viduo – e<br />
la sua libertà <strong>di</strong> decidere –, mentre in<br />
tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>verse dalla nostra spesso è<br />
il gruppo – familiare, sociale o <strong>di</strong> ceto<br />
– ad avere il predominio sul soggetto.<br />
E sarebbe una vera perversione se,<br />
alla base delle politiche d’integrazione,<br />
noi continuassimo a porre delle gene-<br />
ralità, invece che un’attenta cura dei<br />
singoli soggetti, dal momento che solo<br />
il coinvolgimento <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> questi ultimi<br />
può consentire <strong>di</strong> raggiungere un arric-<br />
chimento reciproco, senza compiere<br />
nessuna subor<strong>di</strong>nazione d’una cultura<br />
alle altre.<br />
Ciò che qui sto riassumendo rapida-<br />
mente ha costituito il primo presupposto<br />
d’un progetto d’integrazione destinato<br />
ad una zona-rischio <strong>di</strong> Padova. Il suo<br />
scopo primario è quello <strong>di</strong> far emergere<br />
le problematiche sociali, economiche e<br />
giuri<strong>di</strong>che che si pongono nel quartiere<br />
nelle coor<strong>di</strong>nate che sono proprie a cia-<br />
scuna cultura, ma facendo chiaramente<br />
comprendere agli immigrati quale im-<br />
portanza possono avere anche per loro<br />
i nostri principi giuri<strong>di</strong>ci e civili. L’utilità<br />
del progetto, come si vede, trascende<br />
i suoi scopi terapeutici o assistenziali,<br />
che vengono raggiunti solo come un<br />
effetto secondario dell’apertura d’un<br />
orizzonte formativo (esattamente come<br />
la cura nel corso <strong>di</strong> un’analisi).<br />
Il progetto, proposto ad un asses-<br />
sorato del Comune da un comitato dei<br />
residenti nella zona, è stato accolto po-<br />
sitivamente. Ma la sua realizzazione, a<br />
tutt’oggi, non è ancora iniziata, perché<br />
si sono frapposti i soliti problemi am-<br />
ministrativi e burocratici, le cui valen-<br />
ze solitamente trascendono tuttavia <strong>di</strong><br />
molto questo piano.<br />
In effetti la proposta <strong>di</strong> coinvolgere<br />
<strong>di</strong>rettamente in un progetto d’integra-<br />
zione alcuni immigrati, allenandoli a<br />
questo compito con una breve par-<br />
tecipazione a dei gruppi formativi, si<br />
scontra non solo con la burocrazia, ma<br />
soprattutto con una forma mentis ed un<br />
modo <strong>di</strong> pensare che sono involonta-<br />
riamente conservatori, anche quan-<br />
do vorrebbero essere innovatori e “<strong>di</strong><br />
sinistra”. Qui ci troviamo <strong>di</strong> fronte alla<br />
necessità d’uno svecchiamento del no-<br />
stro modo <strong>di</strong> pensare. E né gli operato-<br />
ri – psicologi o educatori – né i politici<br />
possono non affrontare questa sfida,<br />
se vogliamo che i ripetuti appelli agli<br />
ideali della democrazia siano qualcosa<br />
<strong>di</strong> più che una vuota e falsa retorica.<br />
A Padova, in autunno, si svolgerà<br />
un convegno sul tema "Etnopsi-<br />
cologia ed integrazione culturale.<br />
Dall'intervento in<strong>di</strong>viduale all'ope-<br />
ratività psico-sociale".<br />
Per ulteriori informazioni, si prega<br />
<strong>di</strong> consultare il sito:<br />
www.ettoreperrella.eu<br />
Mentre imperversano le <strong>di</strong>atribe tra<br />
sostenitori e denigratori della psicoana-<br />
lisi e delle psicoterapie in generale, si<br />
riflette poco sul continuo aumento del-<br />
la domanda e sulle trasformazioni dei<br />
quadri clinici. Il testo sostiene che non<br />
si possano leggere correttamente le fra-<br />
gilità, le manifestazioni depressive che<br />
sono oggi così <strong>di</strong>ffuse come fenomeni<br />
esclusivamente in<strong>di</strong>viduali, senza tener<br />
conto <strong>di</strong> tutti gli elementi sociali <strong>di</strong> insta-<br />
bilità, <strong>di</strong> sdra<strong>di</strong>camento, <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong><br />
prospettive che caratterizzano l’attuale<br />
fase storica. Si è ingigantita, <strong>di</strong>venendo<br />
veramente pervasiva, la paura <strong>di</strong> vivere,<br />
la percezione soggettiva <strong>di</strong> insicurezza,<br />
<strong>di</strong> incapacità personale nell’affrontare il<br />
mondo e gli altri.<br />
L’attenzione alle nuove espressioni<br />
del <strong>di</strong>sagio da una<br />
parte rimette in <strong>di</strong>-<br />
scussionemodel- li teorici, dall’altra<br />
impone un’attenta<br />
riflessione sui risul-<br />
tati dell’intervento<br />
psicoterapeutico.<br />
Si delinea l’intrec-<br />
cio fra sofferenze,<br />
<strong>di</strong>sagi in<strong>di</strong>viduali e<br />
contesti collettivi,<br />
nella convinzione<br />
che il “sintomo” non<br />
sia il prodotto del<br />
singolo che lo mani-<br />
festa, ma il risultato<br />
<strong>di</strong> un’intersoggetti-<br />
vità all’interno della<br />
quale si è sviluppata<br />
e continua a svilup-<br />
parsi la sua perso-<br />
nalità. Viene argomentata la necessità<br />
<strong>di</strong> una lettura più complessa del <strong>di</strong>sagio<br />
in<strong>di</strong>viduale e <strong>di</strong> un ribaltamento dell’otti-<br />
ca tra<strong>di</strong>zionale che ha cercato all’interno<br />
del soggetto, dei suoi conflitti irrisolti o<br />
delle sue costruzioni <strong>di</strong> pensiero <strong>di</strong>sfun-<br />
zionali, la causa prima ed ultima dei pro-<br />
blemi. La sofferenza ed il <strong>di</strong>sagio non<br />
sono visti come problemi in<strong>di</strong>viduali ed<br />
intrasoggettivi, ma come risultato <strong>di</strong> <strong>di</strong>-<br />
namiche relazionali, familiari e socio-cul-<br />
turali. La realtà esterna non rimane fuori<br />
dal setting psicoterapeutico ma <strong>di</strong>venta<br />
oggetto <strong>di</strong> analisi e <strong>di</strong> riflessione, in un<br />
costante collegamento tra mondo inter-<br />
no e mondo esterno.<br />
In questa ottica l’intervento terapeu-<br />
tico implica la comprensione e la con-<br />
<strong>di</strong>visione delle situazioni, dei contesti,<br />
dei legami. La “cura” della psiche viene<br />
a collocarsi in un processo <strong>di</strong> ricono-<br />
scimento e ricostruzione della trama<br />
intersoggettiva e assume una primaria<br />
importanza la relazione fra terapeuta<br />
e paziente, che <strong>di</strong>venta un’esperien-<br />
za riparatrice rispetto al passato ed un<br />
modello per costruire altri legami “sani”.<br />
La cura avrà come perno proprio la re-<br />
lazione, cui sarà da attribuire l’esito po-<br />
sitivo o quello negativo dei percorsi. La<br />
relazione fra terapeuta e paziente è vista<br />
non solo come esperienza transferale e<br />
controtransferale, ma come incontro <strong>di</strong><br />
due esseri umani sessuati. Sono illustra-<br />
te le <strong>di</strong>fferenze tra uomini e donne nei<br />
percorsi psicoterapeutici e le <strong>di</strong>namiche<br />
che vengono a crearsi nella relazione<br />
quando terapeuta e paziente con<strong>di</strong>vido-<br />
no la stessa identità sessuale o sono <strong>di</strong><br />
sesso <strong>di</strong>verso. Vengono affrontati temi<br />
come alleanza, con<strong>di</strong>visione, intersog-<br />
gettività, inter<strong>di</strong>pendenza e reciprocità,<br />
ripercorrendo il pensiero e l’elaborazio-<br />
ne più recente sia in ambito cognitivista<br />
sia in ambito psicoanalitico. Sono ana-<br />
Approfon<strong>di</strong>menti<br />
13<br />
Quale cura per la psiche?<br />
a cura <strong>di</strong> Tommaso Valleri<br />
lizzate tutte le componenti che possono<br />
rendere terapeutica la relazione o vice-<br />
versa costituire un’esperienza patoge-<br />
na. L’autrice sottolinea l’importanza che<br />
si crei “una coppia terapeutica” in cui i<br />
soggetti riconoscano la reciproca <strong>di</strong>pen-<br />
denza. Questo vuol <strong>di</strong>re vedere il tera-<br />
peuta nella sua fallibilità ed il paziente<br />
come soggetto capace <strong>di</strong> collaborare ed<br />
interagire. I riferimenti<br />
a casi clinici evidenzia-<br />
no i vari momenti critici<br />
nella costruzione della<br />
relazione sino alla sua<br />
conclusione.<br />
La parte finale svi-<br />
luppa proprio un’attenta<br />
ed articolata riflessione<br />
sulla conclusione dei<br />
percorsi. Viene sottoli-<br />
neata ed argomentata<br />
l’importanza che si ar-<br />
rivi ad una conclusio-<br />
ne con<strong>di</strong>visa e che si<br />
elaborino i vissuti emo-<br />
zionali legati alla sepa-<br />
razione. Sono anche<br />
analizzate le esperien-<br />
ze dei percorsi che si<br />
interrompono o <strong>di</strong> quelli<br />
che non finiscono mai.<br />
Il testo è molto ricco sia <strong>di</strong> riferimenti<br />
teorici sia <strong>di</strong> esemplificazioni <strong>di</strong> casi cli-<br />
nici. Il linguaggio è rigoroso e preciso ma<br />
allo stesso tempo scorrevole e vivace.<br />
Può essere un libro <strong>di</strong> consultazione per<br />
operatori del settore, ma anche una let-<br />
tura stimolante per chiunque.<br />
Angela Marranca<br />
Quale cura per la psiche?<br />
La coppia terapeuta-paziente<br />
E<strong>di</strong>trice Clinamen, Firenze, 2007<br />
Collana «Il <strong>di</strong>foràno»<br />
Euro 16,80<br />
ISBN 9788884101082
14 Approfon<strong>di</strong>menti<br />
Evitiamo che le <strong>di</strong>scussioni scientifiche<br />
tracimino nell’invettiva<br />
<strong>di</strong> Giuseppe Sartori, Or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Neuropsicologia Clinica, Direttore del<br />
Master in Neuropsicologia e Psicopatologia Forense, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Padova<br />
Sartori risponde a Cancrini che ave-<br />
va commentato un articolo <strong>di</strong> Gulot-<br />
ta su questa rivista<br />
Leggo con stupore dell’in<strong>di</strong>gnazione<br />
dello psichiatra Luigi Cancrini (nota 1) per<br />
un articolo nel quale Guglielmo Gulotta<br />
avrebbe “gettato fango” sui professioni-<br />
sti che si occupano <strong>di</strong> abuso all’infanzia<br />
(nota 2). Lo stesso stupore forse accom-<br />
pagna la reazione della maggioranza de-<br />
gli <strong>Psicologi</strong> che hanno letto la risposta <strong>di</strong><br />
Cancrini e sui quali questo nome evoca<br />
una specie <strong>di</strong> riflesso con<strong>di</strong>zionato visto<br />
che, a ragione o a torto, egli ha legato il<br />
suo nome ad iniziative miranti ad affos-<br />
sare la nostra professione. Mi riferisco<br />
ovviamente alla querelle sull’esproprio<br />
della <strong>di</strong>agnosi agli psicologi nell’ambito<br />
del progetto <strong>di</strong> legge sulla psicoterapia<br />
convenzionata. Gulotta, tra l’altro, richie-<br />
sto <strong>di</strong> un parere legale sulla questione<br />
della <strong>di</strong>agnosi dal Consiglio Nazionale<br />
degli <strong>Psicologi</strong> (che si può leggere nel<br />
sito www.psicologiagiuri<strong>di</strong>ca.com), ha<br />
<strong>di</strong>mostrato, con argomentazioni scienti-<br />
fiche e legali alla mano come gli psicologi<br />
possano fare <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> psicopatologia<br />
(altro che gettare fango su un’intera ca-<br />
tegoria!).<br />
Mi spiace soprattutto dover constata-<br />
re che quello che dovrebbe restare un<br />
confronto scientifico tracima, invece, nel-<br />
l’invettiva. Cancrini si chiede ad<strong>di</strong>rittura<br />
dove e per chi lavora Guglielmo Gulotta<br />
che è insieme psicologo e avvocato. Se<br />
anziché chiederselo guardasse i suoi siti<br />
scoprirebbe facilmente che è un avvocato<br />
con stu<strong>di</strong>o in Milano, che come avvocato<br />
si occupa non solo <strong>di</strong> questi casi, che è<br />
psicologo psicoterapeuta iscritto all’or<strong>di</strong>-<br />
ne <strong>di</strong> Milano e che è professore or<strong>di</strong>nario<br />
<strong>di</strong> <strong>Psicologi</strong>a Giuri<strong>di</strong>ca all’Università <strong>di</strong><br />
Torino.<br />
L’argomento della valutazione del testi-<br />
mone minore (presunta vittima <strong>di</strong> abuso)<br />
è delicato e certamente può essere trat-<br />
tato secondo prospettive molto <strong>di</strong>fferenti,<br />
ma come il lettore può verificare, l’artico-<br />
lo <strong>di</strong> Gulotta sembra sia assolutamente<br />
privo <strong>di</strong> quei “giu<strong>di</strong>zi liquidatori a carico<br />
<strong>di</strong> un’intera categoria <strong>di</strong> professionisti”<br />
che Cancrini gli attribuisce. Sullo stesso<br />
numero della rivista, poche pagine dopo<br />
quello <strong>di</strong> Cancrini, anche Carolina Meucci<br />
cita il lavoro <strong>di</strong> Gulotta e le tesi da questo<br />
espresse, senza evidentemente sentirse-<br />
ne offesa (nota 3).<br />
Per quanto ne so l’impegno scientifico<br />
e culturale <strong>di</strong> Gulotta non è certamente<br />
quello <strong>di</strong> criticare una categoria profes-<br />
sionale –psicologi e psicoterapeuti– cui,<br />
sono sicuro, si onora <strong>di</strong> appartenere, ma<br />
quello ben più arduo <strong>di</strong> promuovere una<br />
cultura che porti a operare in ambito fo-<br />
rense al massimo livello <strong>di</strong> competenza.<br />
Per questo, a livello universitario e sul<br />
campo, un folto gruppo <strong>di</strong> specialisti si<br />
sono impegnati a introdurre nel nostro<br />
Paese quella cultura dell’evidence based<br />
che è imprescin<strong>di</strong>bile nel lavoro su casi<br />
tanto delicati e complessi. Sono state<br />
realizzate ricerche sperimentali, articoli<br />
e volumi, e sono stati redatti, sulla scia<br />
<strong>di</strong> protocolli in uso nei paesi anglosas-<br />
soni, linee guida che, ci auspichiamo,<br />
possano costituire la base operativa <strong>di</strong><br />
un agire con<strong>di</strong>viso tra gli esperti perché<br />
sostenuto dalle risultanze scientifiche<br />
più accre<strong>di</strong>tate.<br />
Per questo, poi, abbiamo creato ma-<br />
ster (io all’Università <strong>di</strong> Padova) e lauree<br />
specialistiche in <strong>Psicologi</strong>a (Gulotta a To-<br />
rino).<br />
Tutto ciò, si ba<strong>di</strong> bene, sempre nell’in-<br />
teresse dei bambini poiché se è grave e<br />
inaccettabile che un minore non venga<br />
tutelato, altrettanto pericoloso e foriero<br />
<strong>di</strong> sofferenze è che degli innocenti siano<br />
ingiustamente perseguiti: si tratta <strong>di</strong> per-<br />
sone che a loro volta sono mariti, mogli,<br />
figli, padri, madri…<br />
Cancrini ha espresso la volontà <strong>di</strong> con-<br />
frontarsi <strong>di</strong>rettamente con Gulotta che,<br />
sono certo, accetterebbe <strong>di</strong> buon grado<br />
un confronto su questi temi, purché si<br />
tratti effettivamente <strong>di</strong> un <strong>di</strong>alogo scienti-<br />
fico e non <strong>di</strong> picchiare i pugni sul tavolo.<br />
Come <strong>di</strong>ce Popper è più importante im-<br />
parare che avere ragione. E questo do-<br />
vrebbe valere per tutti.<br />
Il nostro impegno è quello <strong>di</strong> formare<br />
professionisti che abbiano sì una forma-<br />
zione clinica, ma che comprendano che<br />
solo questa non è sufficiente in campo<br />
forense. Se mentire significa “affermare<br />
ciò che si ritiene essere falso”, anch’io<br />
–come Cancrini– ritengo che i bambini<br />
non mentano quando profferiscono ac-<br />
cuse nei confronti <strong>di</strong> qualcuno; è però<br />
cosa <strong>di</strong>fferente constatare che un bam-<br />
bino può, purtroppo, riferire cose non<br />
vere laddove un genitore, in perfetta<br />
buona fede, ma allarmato per qualche<br />
ragione, gli abbia malauguratamente in-<br />
stillato, attraverso domande inconsape-<br />
volmente suggestive, un falso ricordo e<br />
lo psicologo chiamato a valutare il caso<br />
–sempre in perfetta buona fede– non<br />
abbia sufficientemente indagato l’origi-<br />
ne delle accuse e come queste si siano<br />
propagate.<br />
Sabato 6 giugno sulla prima pagina<br />
del Corriere della Sera si parlava della<br />
clamorosa asssoluzione <strong>di</strong> uno degli im-<br />
putati del processo <strong>di</strong> Brescia che ben<br />
rappresenta questo rischio. Si tratta <strong>di</strong><br />
uno dei casi <strong>di</strong> cui parlava Gulotta proprio<br />
per segnalare il rischio derivante da un<br />
approccio superficiale al tema della testi-<br />
moninza dei minori. Questa vicenda ave-<br />
va squassato l’intera città poiché ben tre<br />
asili erano stati coinvolti, sappiamo ora<br />
senza motivo.<br />
Aiutare la giustizia ad evitare clamo-<br />
rosi errori è anche uno dei compiti dello<br />
psicologo.<br />
Note<br />
Nota 1. Cancrini, C. (2008) Gli asili a<br />
luci rosse: in risposta ad un articolo del<br />
Prof. Gulotta in: Simposio, Anno 4, Nume-<br />
ro 1, Aprile 2008, p. 22 ( n.d.r. )<br />
Nota 2. Gulotta, G. (2007) Gli asili a<br />
luci rosse e le indagini psicologiche in:<br />
Simposio, Anno 3, Numero 2, Settembre<br />
2007, p. 30 ( n.d.r. )<br />
Nota 3. Meucci, C. (2008) L’abuso ses-<br />
suale sui minori in: Simposio, Anno 4, Nu-<br />
mero 1, Aprile 2008, p. 30 ( n.d.r. )<br />
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16 Approfon<strong>di</strong>menti<br />
La Legge 180<br />
ed il problema della sofferenza psichica.<br />
Intervista a Giorgio Antonucci<br />
<strong>di</strong> Raffaelle Cascone, Psicologo Psicoterapeuta<br />
In preparazione del convegno “Il si-<br />
gnificato della legge 180” a cura degli<br />
Istituti Associati Ricerca e Formazione<br />
Sistemica IARFS-Roma e della rivista<br />
Quaderni Ra<strong>di</strong>cali, previsto per l’otto-<br />
bre 2008 a Roma, proponiamo alcune<br />
riflessioni e l’intervista a Giorgio Anto-<br />
nucci, figura leggendaria dell’approccio<br />
non psichiatrico alla sofferenza psichi-<br />
ca.<br />
La famosa Legge 180/78 “Accer-<br />
tamenti e trattamenti sanitari volon-<br />
tari e obbligatori” meglio conosciuta<br />
come “Legge Basaglia”, è la legge che<br />
ha chiuso i manicomi in Italia. Essa ha<br />
vietato nuove ammissioni in manico-<br />
mio e sancito che non si costruissero<br />
più ospedali psichiatrici e, solo in parte,<br />
ha portato alla chiusura dei manicomi<br />
attivi fino al 1978, con il conseguente<br />
proliferare <strong>di</strong> minimanicomi come case<br />
famiglia, comunità alloggio sul territorio,<br />
etc.<br />
La legge 180 in realtà si occupa <strong>di</strong><br />
regolare l’istituto del ricovero coatto in<br />
psichiatria, stabilendo i limiti legali ai<br />
quali sono sottoposti gli psichiatri e in-<br />
<strong>di</strong>cando quali <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> auto<strong>di</strong>fesa e au-<br />
totutela i citta<strong>di</strong>ni possono usare per<br />
<strong>di</strong>fendersi da loro.<br />
A trent’anni dall’andata in vigore<br />
della Legge, il problema della soffe-<br />
renza psichica continua ad essere<br />
affrontato in modo autoritario e coer-<br />
citivo e la lezione <strong>di</strong> Basaglia rischia<br />
<strong>di</strong> essere cancellata dai nuovi miti <strong>di</strong><br />
scientificità attraverso i quali si rici-<br />
clano la psichiatria farmacologica e<br />
la psicoterapia statale nostrane.<br />
Giorgio Antonucci, “Thomas Szasz<br />
Award” per “Meriti eccezionali nella lot-<br />
ta contro lo stato terapeutico”, protago-<br />
nista dello smantellamento degli ospe-<br />
dali psichiatrici e dei meto<strong>di</strong> coercitivi in<br />
psichiatria, collaboratore <strong>di</strong> Franco Ba-<br />
saglia, è fondatore dell’approccio non<br />
psichiatrico alla sofferenza psichica,<br />
secondo cui:<br />
1. il trattamento sanitario obbli-<br />
gatorio, essendo basato sulla forza<br />
contro la volontà del soggetto, è un<br />
approccio pseudo-scientifico;<br />
2. il <strong>di</strong>alogo sostituisce la coerci-<br />
zione: il <strong>di</strong>alogo è possibile solo tra<br />
in<strong>di</strong>vidui che si riconoscono come<br />
persone in un confronto alla pari;<br />
3. la <strong>di</strong>agnosi è un pregiu<strong>di</strong>zio<br />
psichiatrico che nega il vero lavoro<br />
psicologico che riguarda la sofferen-<br />
za connessa ai conflitti della convi-<br />
venza ed alle contrad<strong>di</strong>zioni insite<br />
nella natura, nella coscienza e nella<br />
società;<br />
4. gli psicofarmaci o droghe psi-<br />
chiatriche drogano la persona e ser-<br />
vono solo a migliorare le con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> vita <strong>di</strong> chi si deve occupare dello<br />
psichiatrizzato. Vengono negati al-<br />
tresì tutti gli strumenti che danneg-<br />
giano la persona: tutti i tipi <strong>di</strong> choc,<br />
febbri procurate, coma insulinico,<br />
castrazione, lobotomia.<br />
Professor Antonucci, qual è, a<br />
tutt’oggi, lo stato <strong>di</strong> attuazione del-<br />
la legge 180?<br />
A parte qualche singolo caso ec-<br />
cezionale, non viene attuato quello<br />
che intendeva Franco Basaglia, ma si<br />
continua un lavoro che evidentemen-<br />
te Basaglia non approverebbe: inter-<br />
venti autoritari, prendere le persone<br />
con la forza e portarle in cliniche psi-<br />
chiatriche, che sono la continuazione<br />
del manicomio. Il manicomio nasce<br />
dall’intervento autoritario: prendo una<br />
persona contro la sua volontà, poi la<br />
sottopongo ad una serie <strong>di</strong> interventi<br />
obbligati che sono l’essenza del ma-<br />
nicomio.<br />
Come operava Basaglia?<br />
Avendo lavorato con lui, vi <strong>di</strong>co<br />
quello che si faceva, che è molto più<br />
importante <strong>di</strong> affermazioni teoriche,<br />
aveva fatto scrivere sui muri dell’isti-<br />
tuto <strong>di</strong> Gorizia e dell’istituto <strong>di</strong> Trieste<br />
“Noi liberiamo le persone, voi conti-<br />
nuate ad internarle”. Essere contro il<br />
manicomio significa liberare le perso-<br />
ne che sono state per anni rinchiuse,<br />
ridotte in solitu<strong>di</strong>ne e non ascoltate,<br />
ma vuol <strong>di</strong>re anche pensare <strong>di</strong> non<br />
continuare a trattare le persone come<br />
oggetti da riparare, e che non si deb-<br />
ba intervenire con la forza. Si deve in-<br />
tervenire tenendo conto della volontà<br />
della persona. Anche perché siamo<br />
operatori della salute, non siamo con-<br />
trollori sociali.<br />
Per quanto riguarda l’aspetto te-<br />
rapeutico qual è la posizione sua e<br />
quella <strong>di</strong> Basaglia?<br />
E’ molto semplice a <strong>di</strong>rsi: poiche si<br />
lavorava in manicomio o con persone<br />
che rischiavano <strong>di</strong> finire in manicomio,<br />
il nostro approccio consiste nell’avere<br />
un rapporto <strong>di</strong>retto con la persona e<br />
ragionare sui problemi. Basaglia <strong>di</strong>ce<br />
esplicitamente che non ci sono perso-<br />
ne sagge e persone folli, la contrad<strong>di</strong>-<br />
zione tra la razionalità e l’irazionalità<br />
riguarda tutti, per cui le persone con<br />
cui si ha a che fare sono persone che<br />
hanno problemi da affrontrare e biso-<br />
gna <strong>di</strong>scuterli e questi problemi non<br />
sono in<strong>di</strong>viduali, nel senso che appar-<br />
tengono alla singola persona isolata,<br />
ma sono problemi <strong>di</strong> rapporto dell’in-<br />
<strong>di</strong>viduo con la società. Se ci sono i<br />
manicomi è anche perchè la società è<br />
una società <strong>di</strong> ingiustizie.<br />
Il fatto che oggi stia prevalendo<br />
la psichiatria farmacologia la <strong>di</strong>ce<br />
lunga…<br />
Gran<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi tra cui Thomas Sza-<br />
tz e Peter Bregin <strong>di</strong>cono che gli psico-<br />
farmaci sono un sistema per rendere<br />
le persone più stor<strong>di</strong>te, non aiutano per<br />
niente a risolvere i problemi. Gli psico-<br />
farmaci non servono a niente e sono<br />
dannosi, al sistema nervoso, procura-<br />
no il morbo <strong>di</strong> Parkinson in persone<br />
giovani, <strong>di</strong> vent’anni. Gli psicofarmaci<br />
dannegiano il fegato, i polmoni, i reni.<br />
A parte i danni non servono a niente: il<br />
problema che ci riguarda è un proble-<br />
ma esistenziale non clinico: per Basa-<br />
glia, ciascuno <strong>di</strong> noi può trovarsi in un<br />
momento in cui non riesce a concilia-<br />
re le proprie esigenze con la realtà.<br />
D’altra parte prima <strong>di</strong> Basaglia e pri-<br />
ma <strong>di</strong> Szats, l’ha detto Freud. Freud<br />
era un grande neurologo e conosceva<br />
le malattie dovute a lesioni al cervel-<br />
lo, ma per quanto riguarda i problemi<br />
psichiatrici Freud <strong>di</strong>sse “Ho smesso <strong>di</strong><br />
fare il neurologo ed ho cominciato a<br />
fare il biografo”. Agli psicanalisti ame-<br />
ricani che lo interpellavano per sapere<br />
se per occuparsi <strong>di</strong> questi problemi<br />
psicologici fosse necessario essere<br />
me<strong>di</strong>ci, Freud rispose <strong>di</strong> no. Freud <strong>di</strong>-<br />
stingueva chiaramente la malattie del<br />
cervello che sono il morbo <strong>di</strong> Alzhei-<br />
mer, il Parkinson, il tumore cerebrale,<br />
la sclerosi laterale amiotrofica, malat-<br />
tie del cervello con oggettività biolo-<br />
gica. Ma <strong>di</strong>re che un omosessuale è<br />
un malato <strong>di</strong> mente non è un <strong>di</strong>scorso<br />
me<strong>di</strong>co o biologico ma è un <strong>di</strong>scorso<br />
<strong>di</strong> valutazione dei comportamenti.<br />
Malgrado queste gran<strong>di</strong> acquisi-<br />
zioni culturali ed antropologiche <strong>di</strong><br />
cui lei è stato protagonista e parte-<br />
cipe, nel 2008 in Italia prevalgono<br />
una psichiatria farmacologia ed<br />
una psicoterapia <strong>di</strong> stato.<br />
In questo stato <strong>di</strong> cose non c’è una<br />
Approfon<strong>di</strong>menti<br />
17<br />
formazione adeguata. Basaglia non<br />
fu mai acettato dalle università. Il pro-<br />
blema è che le università insegnano<br />
la psichiatria, insegnano appunto il<br />
concetto falso <strong>di</strong> malattia mentale non<br />
quello <strong>di</strong> cui abbiamo parlato finora,<br />
insegnano a fare i controllori sociali<br />
ed a considerare quelli che entrano in<br />
conflitto con i costumi e con la società<br />
come <strong>di</strong>fettosi biologicamente invece<br />
che come persone che sono entrate<br />
in una <strong>di</strong>alettica <strong>di</strong> contrasto con certi<br />
problemi. Freud era allievo <strong>di</strong> Charcot<br />
a Parigi. Charcot all’università dove<br />
insegnava mostrava le famigerate<br />
donne isteriche dell’Ospedale “La<br />
Salpetriere” <strong>di</strong> cui era responsabile.<br />
Diceva agli studenti “queste donne<br />
probabilmente hanno un <strong>di</strong>fetto ner-<br />
voso”, poi a Freud ed agli allievi intimi,<br />
in privato, anche per evitare guai con<br />
le autorità, <strong>di</strong>ceva: “la cosa è la ses-<br />
sualità”, il problema è il conflitto della<br />
sessualità femminile con l’arretratez-<br />
za dei costumi. Su questo concetto<br />
Freud ha fondato la psicoanalisi. Molti<br />
non lo sanno. Gli è stato suggerito in<br />
questo modo da Charcot che era il più<br />
grande neurologo del tempo in Euro-<br />
pa. Oggi si continua a fare un <strong>di</strong>scor-<br />
so che non è reale. Nel manicomio e<br />
nelle cliniche psichiatriche ci vanno a<br />
finire persone che hanno conflitti con<br />
sé stessi e con la società, conflitti che<br />
vanno relazionati, come già ha detto<br />
Freud, come <strong>di</strong>ce Thomas Szatz, e<br />
come <strong>di</strong>ce lo stesso Basaglia, e risolti.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un problema <strong>di</strong> <strong>di</strong>alettica, in<br />
senso socratico ed hegeliano, vale a<br />
<strong>di</strong>re <strong>di</strong> sviluppo della persona nel qua-<br />
dro delle relazioni, non <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina.<br />
Quali sono le implicazioni per la<br />
formazione degli psicoterapeuti?<br />
Per quanto riguarda la formazione<br />
bisogna smettere <strong>di</strong> fare un <strong>di</strong>scorso<br />
pseudo me<strong>di</strong>co e fare invece un <strong>di</strong>scor-<br />
so <strong>di</strong> analisi delle contrad<strong>di</strong>zioni sociali.<br />
Se si pensa che il Ministero ha appro-<br />
vato psicofarmaci per i bambini cosid-<br />
detti “iperattivi” e che c’è una casistica<br />
negli stati uniti <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> intossicazione<br />
e decessi a seguito della loro sommini-<br />
strazione, e se si pensa che il ministero<br />
approva l’uso dell’elettrochoc, a questi<br />
livelli c’è poco da sperare.
18 Approfon<strong>di</strong>menti<br />
La psicoterapia <strong>di</strong>alettica<br />
dell’ansia e delle fobie<br />
<strong>di</strong> Nicola Ghezzani, Psicologo Psicoterapeuta<br />
Per comprendere appieno cos’è l’ansia<br />
(e l’attacco <strong>di</strong> panico, che dell’ansia è solo<br />
la massima espressione) occorre partire<br />
dal dato <strong>di</strong> fatto che si tratta <strong>di</strong> un’emo-<br />
zione iscritta nel nostro corredo neurobio-<br />
logico naturale. Chiunque avrà visto un<br />
cane che rizza le orecchie nel percepire<br />
un rumore forte e indefinito. L’animale ha<br />
avvertito nella realtà esterna un segnale<br />
minaccioso, ma non riesce a identificar-<br />
lo, quin<strong>di</strong> piuttosto che<br />
paura (reazione emo-<br />
tiva <strong>di</strong> risposta alla<br />
precisa in<strong>di</strong>viduazio-<br />
ne <strong>di</strong> un pericolo) egli<br />
prova ansia: uno stato<br />
<strong>di</strong> allerta su un’area<br />
generica e indefinita <strong>di</strong><br />
pericolo.<br />
Dunque l’ansia è, in<br />
prima istanza, una pau-<br />
ra <strong>di</strong>fferita, un’emozione<br />
che segnala alla mente<br />
animale la presenza<br />
<strong>di</strong> segni <strong>di</strong> pericolo, <strong>di</strong><br />
un pericolo, tuttavia,<br />
non ancora definito. In<br />
questo senso, l’ansia è<br />
un’emozione previsio-<br />
nale, è cioè parte <strong>di</strong> un<br />
processo neurofisiologi-<br />
co <strong>di</strong> previsione, quin<strong>di</strong><br />
presuppone la capacità<br />
<strong>di</strong> valutare il futuro. L’animale “si prepara”<br />
ad affrontare una minaccia <strong>di</strong> cui ha, per<br />
ora, solo in<strong>di</strong>zi vaghi.<br />
Di quali pericoli può avere paura un<br />
animale? In linea <strong>di</strong> massima <strong>di</strong>rei che<br />
sono due: il primo è l’avvistamento <strong>di</strong> un<br />
predatore. Il secondo è la percezione <strong>di</strong><br />
un imminente cataclisma naturale. In en-<br />
trambi i casi l’animale si pre<strong>di</strong>spone ad<br />
agire secondo le modalità <strong>di</strong>fensive tipi-<br />
che <strong>di</strong> ogni animale: o l’attacco, o –più<br />
spesso– la fuga.<br />
Come ogni meccanismo istintuale, in-<br />
fine, l’ansia è un’emozione aut-aut: nel<br />
senso che o c’è o non c’è, e quando c’è è<br />
inesorabile: manifesta tutto il suo reperto-<br />
rio <strong>di</strong> sintomi fino a raggiungere un acme,<br />
un punto <strong>di</strong> massima intensità a partire<br />
dal quale comincia la sua <strong>di</strong>scesa.<br />
L’ansia come fenomeno umano<br />
Relativamente alle emozioni <strong>di</strong> base,<br />
l’uomo è un comune animale e, <strong>di</strong> fronte<br />
ad un pericolo, reagisce allo stesso modo<br />
<strong>di</strong> ogni altro animale. Se in<strong>di</strong>vidua il peri-<br />
colo ha paura; se invece, pur avendone<br />
l’intuizione, non riesce a metterlo a fuoco,<br />
prova ansia.<br />
Ma qual è la <strong>di</strong>fferenza sostanziale<br />
fra un uomo e un animale? Che l’uomo<br />
vive immerso in un universo mentale rap-<br />
presentato (memoria, immaginazione,<br />
simboli), mentre l’animale vive <strong>di</strong> schemi<br />
istintivi e <strong>di</strong> memorie poco complesse. La<br />
<strong>di</strong>fferenza è sostanziale: l’uomo può vive-<br />
re l’ansia non solo in rapporto al mondo<br />
reale, ma anche – cosa impossibile per<br />
l’animale – in rapporto al mondo delle<br />
rappresentazioni mentali. Un uomo, in-<br />
fatti, può provare ansia al solo ricordo <strong>di</strong><br />
un’esperienza negativa, oppure nell’im-<br />
maginarla, e persino qualora egli entri in<br />
contatto col simbolo <strong>di</strong> essa.<br />
Un esempio. Un ragazzo si trova a pas-<br />
sare per un via buia: ricorda <strong>di</strong> aver subito<br />
un giorno, nello stesso luogo, un’aggres-<br />
sione e prova ansia; oppure immagina<br />
che il buio <strong>di</strong> quel luogo sia favorevole a<br />
un’aggressione e prova ansia; o ancora<br />
in un corridoio illuminato e affollato pas-<br />
sa accanto a una tenda buia (simbolo <strong>di</strong><br />
ciò che può essere nascosto) e prova an-<br />
sia. L’uomo dunque, unico fra gli animali,<br />
può vivere la paura <strong>di</strong> qualcosa che non<br />
è presente nel campo reale, ma è invece<br />
presente nel campo delle rappresentazio-<br />
ni mentali.<br />
Altra caratteristica <strong>di</strong>vergente fra uomo<br />
e animale: l’uomo vive immerso in una<br />
complessa realtà sociale, l’animale poco<br />
o comunque molto meno. Quin<strong>di</strong> l’uomo<br />
può aver paura degli altri esseri umani,<br />
più <strong>di</strong> quanto in genere un cane ha paura<br />
<strong>di</strong> altri cani o un gatto <strong>di</strong> altri gatti; e quin<strong>di</strong><br />
può aver paura in rapporto ai ricor<strong>di</strong>, al-<br />
l’immaginazione o ai simboli del suo rap-<br />
porto con gli altri esseri umani.<br />
Quin<strong>di</strong>, ancora, le emozioni istintive <strong>di</strong><br />
ansia da avvistamento <strong>di</strong> un predatore e<br />
modo conscio o inconscio.<br />
<strong>di</strong> ansia da percezio-<br />
ne <strong>di</strong> una catastrofe si<br />
colorano nell’uomo <strong>di</strong><br />
una valenza umana:<br />
spesso l’uomo prova<br />
ansia all’intuizione<br />
che un altro essere<br />
umano o un gruppo<br />
o la società nel suo<br />
complesso possano<br />
rivelasi per lui come<br />
un predatore (cioè<br />
aggressivi e <strong>di</strong>strut-<br />
tivi) e comportare la<br />
sua catastrofe.<br />
In sintesi, l’ansia<br />
umana –soprattutto<br />
quella patologica– de-<br />
riva il più delle volte<br />
da situazioni umane<br />
che l’in<strong>di</strong>viduo si raffi-<br />
gura nella sua mente<br />
come pericolose, in<br />
L’ansia come fenomeno sociale<br />
In alcuni tipi <strong>di</strong> ansia strutturata (fobia)<br />
ciò è evidente. Pensiamo all’ansia socia-<br />
le, per esempio l’ansia da prestazione<br />
o da giu<strong>di</strong>zio. L’in<strong>di</strong>viduo sociofobico ha<br />
paura <strong>di</strong> essere giu<strong>di</strong>cato inadeguato,<br />
insufficiente o comunque negativo da un<br />
“tribunale” che egli si raffigura nella sua<br />
mente: il gruppo degli amici, il gruppo dei<br />
parenti, il superiore <strong>di</strong> grado in ufficio, il<br />
pubblico che ascolta una sua relazione...<br />
L’oggetto della fobia è l’annichilente sen-<br />
sazione <strong>di</strong> svelare un’identità inadeguata<br />
al suo contesto sociale <strong>di</strong> riferimento. Il<br />
gruppo giu<strong>di</strong>cante è da lui avvertito come<br />
un potenziale predatore e il momento in<br />
cui il gruppo lo giu<strong>di</strong>cherà un in<strong>di</strong>viduo<br />
inetto e incapace sarà per lui una cata-<br />
strofe psicologica e sociale. Da qui l’an-<br />
goscia sociale.<br />
Esistono però fobie che in apparenza<br />
sfuggono a questa classificazione. L’ipo-<br />
condria esprime la paura ossessiva delle<br />
malattie e della morte; l’agorafobia in<strong>di</strong>ca<br />
la paura dello spazio aperto o vuoto: che<br />
c’entrano queste ansie con la realtà so-<br />
ciale? In numerosi stu<strong>di</strong> e in tutti i miei libri<br />
sull’argomento, ho mostrato che anche le<br />
fobie in apparenze più bizzarre rimanda-<br />
no alla paura <strong>di</strong> essere mal giu<strong>di</strong>cati, con-<br />
dannati e penalizzati da coloro che per<br />
noi sono gli esseri umani più importanti.<br />
Faccio degli esempi. Un ragazzo vive<br />
con l’anziana madre in un regime <strong>di</strong> stret-<br />
ta simbiosi affettiva. Vorrebbe essere più<br />
libero e non con<strong>di</strong>zionato dai rituali tipici<br />
delle persone anziane. Tuttavia allo stes-<br />
so tempo vuol bene alla madre e vuole re-<br />
stare legato a lei. Nel momento in cui alla<br />
sua mente affiora l’idea che quando la<br />
madre morirà lui sarà libero, ecco che egli<br />
sviluppa l’angoscia <strong>di</strong> avere un tumore o<br />
un infarto in atto o <strong>di</strong> aver contratto l’AIDS<br />
nell’ultimo contatto sessuale avuto con<br />
una ragazza. La paura <strong>di</strong> perdere la ma-<br />
dre e <strong>di</strong> perderla per suo stesso desiderio,<br />
lo porta a sentirsi minacciato della per<strong>di</strong>ta<br />
del legame più importante e minacciato <strong>di</strong><br />
condanna morale per il pensiero che ha<br />
osato formulare. La paura <strong>di</strong> ammalare,<br />
<strong>di</strong> soffrire e <strong>di</strong> morire ha ritorto contro <strong>di</strong><br />
lui il pensiero <strong>di</strong>struttivo. A questo modo<br />
1. la madre è salva dal suo desiderio <strong>di</strong><br />
morte; 2. egli, intimorito, è <strong>di</strong> nuovo sotto<br />
il controllo del suo vecchio sistema mora-<br />
le, e torna ad essere il figlio devoto che è<br />
sempre stato.<br />
Un altro esempio. Una donna vive in<br />
un regime <strong>di</strong> asservimento affettivo e pra-<br />
tico nei confronti della famiglia acquisita:<br />
passa gran parte del suo tempo a gestire<br />
le faccende domestiche, ma, più o meno<br />
nell’inconscio, se ne sente soffocata e of-<br />
fesa. Guidando la macchina, un giorno,<br />
ha la visione <strong>di</strong> perdere il controllo del<br />
veicolo e <strong>di</strong> investire e uccidere persone<br />
innocenti. Ne deduce la sua inaffidabilità.<br />
Da quel momento sviluppa la paura delle<br />
auto, della velocità e degli spazi aperti,<br />
che consentono movimento, corsa, ve-<br />
locità, libertà. L’agorafobia ha ottenuto,<br />
come già visto per il ragazzo con l’ipocon-<br />
dria, due risultati: 1. i familiari sono salvi<br />
dall’aggressività della donna; perché 2. la<br />
donna si è accusata <strong>di</strong> essere inaffidabile<br />
e pericolosa e si è messa sotto la tutela <strong>di</strong><br />
persone ritenute “affidabili”.<br />
Dunque la fobia ha segnalato al sog-<br />
getto che la base della sua sicurezza era<br />
minacciata e lo era da lui stesso. Il ragaz-<br />
zo identifica la sua sicurezza nell’amore<br />
per la madre, la donna nella devozione<br />
alla famiglia. L’ansia ha segnalato loro<br />
che questa base sicura era minacciata, e<br />
che erano loro stessi, coi loro pensieri, a<br />
mettere a rischio l’equilibrio del sistema. Il<br />
fobico ha dunque paura nel momento in<br />
cui vede minacciata la base della sua si-<br />
curezza (il “sistema” dentro il quale vive);<br />
e maggiormente ha paura se intuisce che<br />
è lui stesso, coi suoi desideri conflittuali,<br />
più o meno coscienti, a minacciare gli ele-<br />
menti <strong>di</strong> base della sua vita morale, affet-<br />
tiva o sociale. Egli prova paura e la paura<br />
inibisce e blocca la sua volontà, respon-<br />
sabile dell’attentato alla sicurezza.<br />
La psicoterapia <strong>di</strong>alettica dell’ansia e<br />
delle fobie<br />
Per porre un rime<strong>di</strong>o all’ansia patolo-<br />
gica e alle fobie che si strutturano su <strong>di</strong><br />
essa è allora necessario definire due o<br />
tre cose fondamentali: 1. In cosa consiste<br />
la sicurezza <strong>di</strong> base <strong>di</strong> quell’in<strong>di</strong>viduo? 2.<br />
Cosa sta minacciando quella sicurezza?<br />
3. Se l’attore della minaccia è lui stesso,<br />
<strong>di</strong> che natura è il conflitto che lo oppone<br />
alla sua base affettiva, sociale, valoriale?<br />
In sintesi: per quali motivi egli ama e o<strong>di</strong>a<br />
il sistema <strong>di</strong> valori e <strong>di</strong> certezze che lo so-<br />
stiene come essere affettivo e sociale?<br />
Fatta l’analisi <strong>di</strong> questi elementi, oc-<br />
corre allora trovare delle soluzioni nella<br />
forma della me<strong>di</strong>azione. La psicoterapia<br />
<strong>di</strong>venta allora una raffinata arte <strong>di</strong>alettica<br />
della me<strong>di</strong>azione.<br />
Il ragazzo del primo esempio può se-<br />
pararsi dalla madre senza desiderarne la<br />
morte? La donna del secondo esempio<br />
può allentare la morsa dei doveri domesti-<br />
ci o anche <strong>di</strong>ventare un’attrice o una ma-<br />
nager senza attaccare tutti i suoi legami?<br />
In sostanza: è possibile essere liberi e<br />
allo stesso tempo non peccare <strong>di</strong> slealtà,<br />
non rinnegare gli elementi <strong>di</strong> fondo della<br />
propria intima natura umana?<br />
Si tratta, dunque, <strong>di</strong> porre delle me<strong>di</strong>a-<br />
zioni all’interno <strong>di</strong> un conflitto psicologico:<br />
il conflitto fra il bisogno affettivo, base del-<br />
la sicurezza psicologica <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo,<br />
e il bisogno egocentrico <strong>di</strong> autonomia per-<br />
sonale.<br />
Viviamo in un’epoca in cui questo con-<br />
flitto è sempre più vivo: ogni in<strong>di</strong>viduo pre-<br />
tende per sé una chance in più <strong>di</strong> quelle<br />
che la vita ha concesso ai suoi genitori,<br />
vuole crescere al <strong>di</strong> sopra della propria<br />
classe <strong>di</strong> appartenenza, vuole sentirsi li-<br />
bero <strong>di</strong> muoversi fra <strong>di</strong>verse realtà sociali<br />
e morali, talvolta fino al perseguimento<br />
inflessibile del mito della libertà assoluta.<br />
Approfon<strong>di</strong>menti<br />
19<br />
Questa poderosa spinta motivazionale<br />
(alimentata dai miti sociali e dalla sempre<br />
più universale vergogna <strong>di</strong> impotenza)<br />
genera un’infinità <strong>di</strong> conflitti interiori e re-<br />
lazionali che esitano nelle due gran<strong>di</strong> psi-<br />
copatologie del mondo contemporaneo:<br />
l’ansia patologica (col correlato attacco<br />
<strong>di</strong> panico) che è l’effetto della paura <strong>di</strong><br />
perdere la propria base sicura; e la de-<br />
pressione, che è invece l’effetto del senso<br />
<strong>di</strong> colpa per l’idea <strong>di</strong> aver <strong>di</strong>strutto con le<br />
proprie mani quella base.<br />
Il percorso <strong>di</strong> conquista <strong>di</strong> una libertà<br />
matura è lungo e <strong>di</strong>fficile. Durante il cam-<br />
mino, più volte si può aver paura <strong>di</strong> ec-<br />
cedere nella trasgressione e nel conflitto<br />
(più o meno consci) e <strong>di</strong> conseguenza,<br />
per frenare questo rischio, si attivano sin-<br />
tomi anche intollerabili.<br />
A questo livello, quando la sintomato-<br />
logia è forte e franca, non v’è alcuna con-<br />
trad<strong>di</strong>zione nel fare uso <strong>di</strong> psicofarmaci<br />
–per placare l’intensità intollerabile della<br />
sofferenza– e allo stesso tempo lavora-<br />
re per la presa <strong>di</strong> coscienza dei conflitti<br />
sottostanti al sintomo. Come allo stesso<br />
modo è legittimo non farne uso, purché si<br />
sia consapevoli che l’angoscia non sopita<br />
può essere estrema, senza requie e mol-<br />
to destabilizzante.<br />
Il risultato da ottenere è sempre e co-<br />
munque non solo l’alterazione dello stato<br />
mentale in atto (cosa raggiungibile oggi<br />
con l’uso <strong>di</strong> adeguate sostanze chimiche<br />
e domani con la neuroingegneria), ma an-<br />
che lo stabile cambiamento della struttura<br />
dell’io, cioè della abilità della coscienza a<br />
in<strong>di</strong>viduare e me<strong>di</strong>are i conflitti affettivi e<br />
valoriali che nascono all’interno della no-<br />
stra personalità.<br />
Alla fine è solo la coesione e l’attrez-<br />
zatura della coscienza a determinare se<br />
un in<strong>di</strong>viduo sarà vittima dell’angoscia o<br />
della depressione o se invece sarà in gra-<br />
do <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare per tempo i propri nuclei<br />
conflittuali gestendoli fino alla loro risolu-<br />
zione.<br />
Percorso bibliografico<br />
La semplicità della tesi che ho sin<br />
qui esposto non deve trarre in inganno.<br />
Essa è il risultato <strong>di</strong> venticinque anni <strong>di</strong><br />
ricerche effettuate all’interno <strong>di</strong> quella<br />
che oggi si chiama psicoterapia struttu-<br />
ral-<strong>di</strong>alettica. Nella mia opera scientifica<br />
ho documentato questa ricerca in molti<br />
libri; quelli che maggiormente interessa-<br />
no le <strong>di</strong>namiche dell’ansia, dell’attacco<br />
<strong>di</strong> panico e della depressione sono tre:<br />
Uscire dal panico (2000); Volersi male<br />
(2002); e La logica dell’ansia (2008), tut-<br />
ti e<strong>di</strong>ti da Franco Angeli.
20 Approfon<strong>di</strong>menti<br />
Le basi dell’attaccamento:<br />
tra clinica e neurologia<br />
<strong>di</strong> Paolo Chellini, Psicologo Psicoterapeuta<br />
Negli ultimi anni, a seguito delle applica-<br />
zioni epistemologiche della teoria dell’Attac-<br />
camento proposta dallo psichiatra inglese<br />
John Bowlby, sono state evidenziati, attra-<br />
verso l’ausilio <strong>di</strong> una tecnica <strong>di</strong> rilevazione<br />
ideata dalla Psicologa Mary Ainsworth e de-<br />
nominata Strange Situation, quattro stili <strong>di</strong><br />
attaccamento: attaccamento “Sicuro”, attac-<br />
camento “Evitante”, attaccamento “Ansioso/<br />
Ambivalente”, attaccamento “Disorientato/<br />
Disorganizzato”.<br />
La ricerca, nel tempo, ha evidenziato una<br />
correlazione tra i vari stili <strong>di</strong> attaccamento e<br />
la manifestazione <strong>di</strong> peculiari tipi <strong>di</strong> persona-<br />
lità pre<strong>di</strong>sponenti verso determinati <strong>di</strong>sturbi<br />
clinici. In altre parole, eccetto l’attaccamen-<br />
to sicuro che proteggerebbe l’in<strong>di</strong>viduo da<br />
derive <strong>di</strong> sviluppo psichico clinicamente rile-<br />
vanti, gli altri tipi <strong>di</strong> attaccamento presenta-<br />
no le seguenti correlazioni:<br />
- Attaccamento Evitante: Disturbi <strong>di</strong> area<br />
depressiva, quali alcune Depressioni, Per-<br />
sonalità Schizoi<strong>di</strong>, alcune Malattie Psicoso-<br />
matiche.<br />
- Attaccamento Ansioso/Ambivalente: Di-<br />
sturbi <strong>di</strong> Area Fobica, quali Ansia/Fobie, Di-<br />
sturbi Ossessivo-Compulsivi; alcuni Disturbi<br />
Alimentari Psicogeni;<br />
- Attaccamento Disorientato/Disorganiz-<br />
zato: Depersonalizzazione e Derealizzazio-<br />
ne, Isteria Dissociativa, Disturbo Borderline<br />
e Disturbo Dissociativo <strong>di</strong> Personalità, alcu-<br />
ni <strong>di</strong>sturbi Alimentari Psicogeni.<br />
Ma se ci spostiamo ad un livello <strong>di</strong> analisi<br />
<strong>di</strong>verso, più connesso agli eventi neurologi-<br />
ci su cui si basa la nostra la nostra realtà<br />
psicologica, che cosa possiamo evidenziare<br />
attraverso la ricerca? Secondo la neurologia<br />
dell’attaccamento gli esseri umani nascono<br />
con una limitata capacità <strong>di</strong> autoregolamen-<br />
tazione neurale dei propri stati <strong>di</strong> eccitazio-<br />
ne (arousal). I primi due anni <strong>di</strong> vita risultano<br />
essere fondamentali per lo sviluppo e la ma-<br />
turazione delle strutture neurali del cervello.<br />
Le figure <strong>di</strong> attaccamento risultano avere<br />
un ruolo fondamentale per l’ontogenesi del<br />
bambino in quanto, attraverso la relazione,<br />
esprimono la loro funzione regolatoria degli<br />
stati <strong>di</strong> eccitazione neurale presenti nel neo-<br />
nato. Il bambino attraverso le vocalizzazio-<br />
ni, i pianti, le smorfie, i sorrisi, gli sguar<strong>di</strong>,<br />
interagisce con la figura d’attaccamento.<br />
L’insieme delle interazioni che si struttura-<br />
no tra la figura <strong>di</strong> attaccamento e il bambino<br />
viene internalizzato e va formare la base del<br />
sistema <strong>di</strong> coinvolgimento sociale che nel<br />
corso del tempo si strutturerà in quello che<br />
Bolwlby ha chiamato il “modello operativo<br />
interno”, cioè quell’insieme <strong>di</strong> risposte psico-<br />
fisiologiche procedurali che determineranno<br />
lo stile <strong>di</strong> attaccamento -la pre<strong>di</strong>sposizione<br />
relazionale che il soggetto manifesterà in-<br />
consciamente- attraverso le memorie pro-<br />
cedurali, nel corso della sua vita.<br />
Il sistema relazionale del neonato è ini-<br />
zialmente basato su una serie <strong>di</strong> esperienze<br />
che utilizzano la comunicazione non verba-<br />
le, come il contatto corporeo ed in seguito,<br />
con il procedere dello maturazione delle<br />
strutture neurali, quello oculare e quello u<strong>di</strong>-<br />
tivo. E’ attraverso questi contatti ripetuti che<br />
la figura d’attaccamento esplica la sua fun-<br />
zione <strong>di</strong> regolatrice degli stati <strong>di</strong> attivazione<br />
eccitatori corticali del neonato, permettendo<br />
al suo sistema neurale <strong>di</strong> modulare le rispo-<br />
ste stressogene provenienti dall’esperienza<br />
tumultuosa che la crescita genera. La capa-<br />
cità della figura <strong>di</strong> attaccamento <strong>di</strong> risponde-<br />
re adeguatamente alle richieste del bambino<br />
determina lo sviluppo plastico <strong>di</strong> quella par-<br />
te del cervello,che la ricerca ha identificato<br />
essere alla base della successiva capacità,<br />
una volta <strong>di</strong>venuti adulti, <strong>di</strong> autoregolamen-<br />
tare gli stati eccitatori interni: la corteccia<br />
orbicolare prefrontale. Allan Schore sostie-<br />
ne che una madre sufficientemente buona<br />
è capace <strong>di</strong> modulare gli stati eccitatori del<br />
neonato attraverso un’opera <strong>di</strong> “me<strong>di</strong>azio-<br />
ne” che si esplica nel riuscire a calmare il<br />
neonato durante gli stati <strong>di</strong> attivazione sim-<br />
patica troppo amplificata e, per converso, <strong>di</strong><br />
stimolare la risposta eccitatoria nel caso <strong>di</strong><br />
un’attivazione parasimpatica troppo prolun-<br />
gata. La funzione <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>namica risiede<br />
nella capacità del neonato <strong>di</strong> sviluppare uno<br />
stato ottimale bilanciato, attraverso il qua-<br />
le possano prendere forma quei processi<br />
<strong>di</strong> sviluppo e maturazione neurale che do-<br />
teranno il soggetto <strong>di</strong> una base equilibrata<br />
per lo sviluppo del senso del Sé e della sua<br />
capacità <strong>di</strong> rapportarsi agli altri attraverso<br />
l’attivazione <strong>di</strong> una memoria procedurale ot-<br />
timale, modulata dalla corteccia orbicolare.<br />
A questo proposito risulta molto esplicati-<br />
va, per la comprensione della strutturazione<br />
<strong>di</strong> questi peculiari stati <strong>di</strong> sviluppo neurona-<br />
le, la teoria proposta da Gerald Edelman sul<br />
darwinismo neurale. Secondo l’autore il neo-<br />
nato nascerebbe dotato <strong>di</strong> un surplus <strong>di</strong> neu-<br />
roni che, nel corso dello sviluppo connesso<br />
ai primi mesi <strong>di</strong> vita, subirebbero un proces-<br />
so <strong>di</strong> selezione in base alle esperienze, ge-<br />
nerando così circuiti neurali stabili e duraturi<br />
nel tempo. In effetti la ricerca ha evidenziato<br />
che neonati provenienti da ambienti poveri <strong>di</strong><br />
stimoli presentano, nei casi peggiori -rispet-<br />
to alla norma- una massa encefalica leg-<br />
germente ridotta con una serie <strong>di</strong> rigi<strong>di</strong>tà e<br />
deficit funzionali <strong>di</strong>fficilmente recuperabili. In<br />
particolare, per quanto riguarda la problema-<br />
tica del ritardo mentale che questi soggetti<br />
-non adeguatamente stimolati- sviluppereb-<br />
bero, sembra che la stessa sia connessa<br />
alla formazione <strong>di</strong> circuiti rigi<strong>di</strong> ed impoveriti<br />
dovuti alla neurotossicità <strong>di</strong> alcune sostanze<br />
generate dall’attivazione prolungata dell’as-<br />
se asse ipotalamo-ipofisi-surrene.<br />
A questo punto <strong>di</strong>venta interessante ana-<br />
lizzare che cosa afferma la ricerca per quan-<br />
to riguarda gli schemi del funzionamento<br />
neurale dei peculiari stili <strong>di</strong> attaccamento.<br />
Chiaramente, eccetto lo stile <strong>di</strong> attaccamen-<br />
to sicuro che doterebbe il soggetto <strong>di</strong> una<br />
base neurologica plastica, con un’ottima<br />
capacità <strong>di</strong> resilienza e <strong>di</strong> recupero nei con-<br />
fronti degli eventi stressanti, gli altri stili <strong>di</strong><br />
attaccamento presentano delle modalità <strong>di</strong><br />
risposta <strong>di</strong>rezionate verso una funzionalità<br />
rigida e stereotipata. Gli stili <strong>di</strong> attaccamen-<br />
to, come abbiamo già accennato, sono la<br />
risultante del processo emergente dall’in-<br />
contro dell’organismo in via <strong>di</strong> maturazione/<br />
organizzazione e la realtà delle relazioni e<br />
si basano sulla sommatoria delle strategie e<br />
dei processi messi in atto per la regolamen-<br />
tazione degli stati <strong>di</strong> eccitazione interni.<br />
Ogni stile <strong>di</strong> attaccamento, quin<strong>di</strong>, è la<br />
risultate delle strategie adattive messe in<br />
atto dall’organismo per regolarsi all’interno<br />
<strong>di</strong> un funzionamento omeostatico adattivo<br />
“ottimale”. Per quanto riguarda gli stili <strong>di</strong><br />
attaccamento <strong>di</strong>versi da quello sicuro, de-<br />
rivanti da interazioni <strong>di</strong>a<strong>di</strong>che impoverite o<br />
fallimentari, i processi omeostatici struttu-<br />
rati si basano su strategie autoreferenziali,<br />
cioè su processi <strong>di</strong> autoregolazione in cui la<br />
componente relazionale risulta deficitaria.<br />
Ne consegue, come ho accennato all’inizio<br />
dell’articolo, la pre<strong>di</strong>sposizione ad una se-<br />
rie <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi clinici riguardanti la “relazione”<br />
con il mondo, peculiari per ogni stile <strong>di</strong> at-<br />
taccamento.<br />
Proviamo ora a fare chiarezza sulle sot-<br />
tostanti basi neurali tipiche <strong>di</strong> quella parti-<br />
colare strategia <strong>di</strong> adattamento che verrà<br />
riletta in senso fenomenico come stile <strong>di</strong><br />
attaccamento:<br />
I soggetti con una storia <strong>di</strong> attaccamento<br />
“Evitante” presentano una tendenza all’auto-<br />
regolamentazione degli stati <strong>di</strong> eccitazione<br />
(evitano la ricerca degli altri nei momenti <strong>di</strong><br />
stress). La ricerca ha mostrato un’attivazione<br />
predominante della componente parasimpa-<br />
tica del sistema nervoso autonomo (attiva-<br />
zione vagale nella sua componente dorsale),<br />
connotata da sentimenti <strong>di</strong> sconforto, impo-<br />
tenza, bassi livelli <strong>di</strong> attività e una tendenza<br />
al ritiro dalla realtà relazionale. Il soggetto<br />
“insicuro” presenta la tendenza a modulare<br />
la componente eccitatoria in solitu<strong>di</strong>ne at-<br />
traverso pratiche che non coinvolgono altri<br />
simili. Le capacità sociali <strong>di</strong> risoluzione dei<br />
problemi sono spesso non pienamente svi-<br />
luppate, dando luogo a condotte <strong>di</strong> ritiro o,<br />
nel caso degli adolescenti, a comportamenti<br />
paradossalmente aggressivi come risposta<br />
al senso <strong>di</strong> frustrazione esperito.<br />
I soggetti con una storia <strong>di</strong> attaccamento<br />
“Ansioso/Ambivalente” sono caratterizzati<br />
dalla dominante della componete simpatica,<br />
con una bassa soglia per gli stimoli eccita-<br />
tori e presentano una <strong>di</strong>fficoltà a mantenere<br />
l’eccitazione all’interno <strong>di</strong> un range <strong>di</strong> tolle-<br />
ranza gestibile. Il fallimento della regolazio-<br />
ne <strong>di</strong>a<strong>di</strong>ca ha determinato in questi soggetti<br />
una impossibilità <strong>di</strong> controllo negli stati <strong>di</strong><br />
eccitazione e la tendenza all’amplificazione<br />
parossistica della componente simpatica<br />
del sistema nervoso autonomo. Come adulti<br />
presentano un basso livello <strong>di</strong> sopportazio-<br />
ne per le situazioni in cui esperiscono il sen-<br />
so <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne. Cercano insistentemente<br />
<strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> contattato intersoggettivo<br />
ma allo stesso tempo sperimentano all’in-<br />
terno dell’interazione la loro incapacità <strong>di</strong><br />
utilizzare gli altri per riuscire a regolare i loro<br />
stati <strong>di</strong> eccitazione interna.<br />
I soggetti con una storia <strong>di</strong> attaccamento<br />
“Disorientato/Disorganizzato” sono carat-<br />
terizzati nelle loro risposte a situazioni <strong>di</strong><br />
stress dall’attivazione in rapida sequenza,<br />
sia della componente simpatica che <strong>di</strong> quel-<br />
la parasimpatica. Questo stile <strong>di</strong> attacca-<br />
mento è correlato alla presenza nei soggetti<br />
<strong>di</strong> alti livelli <strong>di</strong> cortisolo plasmatici, elevata<br />
frequenza car<strong>di</strong>aca, intense reazioni <strong>di</strong> al-<br />
larme e comportamenti che lasciano trape-<br />
lare un intenso coinvolgimento della compo-<br />
nente dorsale del vago, come: immobilismo,<br />
stati <strong>di</strong> trance spontanei, apatia, insensibilità<br />
agli stimoli e tendenza al ritiro dalla realtà. Il<br />
comportamento può variare repentinamen-<br />
te da uno stato in cui la componente sim-<br />
patica risulta essere predominante ad un in<br />
cui l’attivazione della componente dorsale<br />
del vago determina un completo ritiro dalla<br />
realtà.<br />
Da un punto <strong>di</strong> vista clinico, la conoscen-<br />
za del tipo <strong>di</strong> funzionamento dei processi <strong>di</strong><br />
regolazione omeostatica che sottendono<br />
i <strong>di</strong>versi stili <strong>di</strong> attaccamento, può risultare<br />
utile come in<strong>di</strong>cazione per l’implementa-<br />
zione delle strategie relazionali tarate sul-<br />
lo specifico “deficit <strong>di</strong> regolazione” portato<br />
dal paziente all’interno dell’incontro. Daniel<br />
Siegel a questo proposito sostiene: “In psi-<br />
coterapia, il terapeuta si deve sintonizzare<br />
con il paziente attraverso l’uso della voce, il<br />
linguaggio del corpo e la risonanza emozio-<br />
nale con lo scopo <strong>di</strong> aiutarlo a mantenere il<br />
suo stato eccitatorio all’interno <strong>di</strong> un range<br />
<strong>di</strong> tolleranza gestibile”.<br />
O, come <strong>di</strong>rebbe Bolwby, aiutandolo a<br />
mentalizzare i propri stati <strong>di</strong> attivazione al-<br />
l’interno <strong>di</strong> un’esperienza <strong>di</strong> “base sicura”.<br />
Approfon<strong>di</strong>menti<br />
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Schore, A. N. (2008) La regolazione degli<br />
affetti e la riparazione del sé, Roma, Astrolabio-<br />
Ubal<strong>di</strong>ni, ISBN 9788834015308<br />
21<br />
Siegel, D. (2001) La mente relazionale. Neu-<br />
robiologia dell’esperienza interpersonale, Milano,<br />
Raffaello Cortina E<strong>di</strong>tore, ISBN 9788870786934
22 Approfon<strong>di</strong>menti<br />
Il metodo scientifico nella<br />
psicoterapia e nel counseling<br />
<strong>di</strong> Tullio Carere-Comes, Psichiatra Psicoterapeuta<br />
Le scuole <strong>di</strong> psicoterapia e <strong>di</strong> counseling<br />
offrono agli allievi una varietà <strong>di</strong> schemi in-<br />
terpretativi e operativi indubbiamente utili<br />
quando non <strong>di</strong>ventano, come non <strong>di</strong> rado<br />
accade, mezzi <strong>di</strong> identificazione e <strong>di</strong> appar-<br />
tenenza. Occorre non restarne fissati, ma<br />
saperli usare quando servono e metterli da<br />
parte quando non servono più. Tommaso<br />
d’Aquino, il grande filosofo della scolastica<br />
me<strong>di</strong>oevale, non era affatto scolastico nel<br />
senso che oggi attribuia-<br />
mo alla parola: non era<br />
prigioniero degli schemi<br />
della sua scuola, ma<br />
era sempre aperto agli<br />
stimoli intellettuali che<br />
gli giungevano da ogni<br />
parte, da scrittori cri-<br />
stiani, ma anche paga-<br />
ni, ebrei e musulmani.<br />
Questa apertura era la<br />
conseguenza dell’ap-<br />
plicazione <strong>di</strong> quella che<br />
Tommaso considerava<br />
la facoltà primaria del-<br />
l’intelletto, la capacità<br />
<strong>di</strong> fare ogni volta tabula<br />
rasa, sospendendo tut-<br />
ti i presupposti noti per<br />
accostarsi con la mente<br />
sgombra a ogni nuova<br />
esperienza, potendo<br />
così cogliere in ciascu-<br />
na l’elemento <strong>di</strong> novità<br />
senza ridurlo al già noto. Questo principio<br />
del resto percorre tutta la filosofia dell’Oc-<br />
cidente, dal sapere <strong>di</strong> non sapere socratico<br />
all’epoché <strong>di</strong> Husserl. Per quanto sia evi-<br />
dente che è necessario esercitare la capa-<br />
cità <strong>di</strong> sospendere i presupposti per non<br />
restarne intrappolati, il modo un po’ unilate-<br />
rale in cui questa funzione è stata presenta-<br />
ta dallo stesso Husserl ha suscitato spesso<br />
ironie, come il dogma dell’immacolata per-<br />
cezione, o reazioni come quella <strong>di</strong> Heideg-<br />
ger, secondo il quale i presupposti <strong>di</strong> cui<br />
ciascuno <strong>di</strong>spone, derivati dalla cultura in<br />
cui è cresciuto e dall’esperienza personale,<br />
non devono affatto essere sospesi, perché<br />
sono necessari per una precomprensione<br />
dell’oggetto della nostra conoscenza – se<br />
fossimo una tabula del tutto rasa non riusci-<br />
remmo a capire nulla. Questa precompren-<br />
sione deve poi essere messa alla prova dal<br />
testo o dalla cosa che stiamo stu<strong>di</strong>ando, in<br />
modo da correggere e arricchire la nostra<br />
comprensione iniziale. Con la comprensio-<br />
ne così migliorata torniamo al testo o alla<br />
cosa per metterla nuovamente alla prova,<br />
e così via: così funziona il circolo ermeneu-<br />
tico.<br />
Che cosa ne dobbiamo pensare? Ha<br />
ragione Husserl o ha ragione Heidegger?<br />
Hanno ragione tutti e due. Il primo fa leva<br />
sulla sospensione <strong>di</strong> tutti i presupposti, il<br />
secondo sull’utilizzo critico dei medesimi.<br />
Anche nel circolo ermeneutico c’è un mo-<br />
mento <strong>di</strong> sospensione, quando la compren-<br />
sione ottenuta in un certo momento viene<br />
messa in questione criticamente nel ritorno<br />
al testo o alla cosa, per coglierne qualcosa<br />
che la comprensione precedente non co-<br />
glieva. Quin<strong>di</strong> da un lato schemi e modelli<br />
sono necessari, dall’altro debbono essere<br />
continuamente sospesi o esaminati critica-<br />
mente – ma questo atteggiamento critico<br />
non è coltivato in tutte le scuole. Le scuole<br />
più “scolastiche” incoraggiano l’adesione<br />
acritica ai rispettivi dogmi. Occorre invece<br />
imparare a usare bene schemi e modelli ma<br />
anche, dopo averli imparati, a prenderne le<br />
<strong>di</strong>stanze, a <strong>di</strong>menticarli, per cogliere tutto<br />
ciò che ogni esperienza ci porta <strong>di</strong> originale,<br />
senza ridurlo al già noto. Questo è un punto<br />
fondamentale del metodo scientifico.<br />
Un altro punto, che sviluppa e chiarisce<br />
il primo, è la <strong>di</strong>alettica già in<strong>di</strong>viduata da<br />
Aristotele tra intuizione e argomentazio-<br />
ne ( nous e <strong>di</strong>ànoia, o noesi e <strong>di</strong>anoesi ).<br />
L’intuizione ci permette una visione imme-<br />
<strong>di</strong>ata della verità delle cose, e anche <strong>di</strong> ciò<br />
che non esiste ancora: ha una funzione<br />
sia conoscitiva che creativa, è fondamen-<br />
tale nella scienza come nell’arte. Tanto la<br />
scienza quanto l’arte hanno un impegno<br />
con la verità, impegno che lo scienziato e<br />
l’artista onorano in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi. Lo psicote-<br />
rapeuta, come anche il counselor, è un po’<br />
scienziato e un po’ artista, rispettivamente<br />
nei vertici K e O del campo della cura (per<br />
una descrizione sintetica <strong>di</strong> questi vertici, v.<br />
www.cyberpsych.org/<strong>di</strong>a/ricerca/modello.<br />
htm). Quando è scienziato cerca <strong>di</strong> capi-<br />
re nel modo più obiettivo come stanno le<br />
cose, e cerca <strong>di</strong> favorire<br />
nel suo cliente la cre-<br />
scita <strong>di</strong> questa stessa<br />
capacità <strong>di</strong> conoscere<br />
le cose oggettivamen-<br />
te. Cerca <strong>di</strong> stimolare<br />
la conoscenza in sen-<br />
so sia <strong>di</strong>chiarativo che<br />
implicito, cioè cerca <strong>di</strong><br />
produrre sia un sape-<br />
re che un saper fare.<br />
Quando è artista l’ac-<br />
cento si sposta dalla<br />
conoscenza alla creati-<br />
vità, dal capire come le<br />
cose stanno all’intuire<br />
come possono essere<br />
<strong>di</strong>versamente: il che<br />
significa, nel nostro<br />
caso, risolvere proble-<br />
mi, immaginare nuove<br />
forme <strong>di</strong> vita, portare<br />
alla luce possibilità mai<br />
esplorate prima. Ma i<br />
due vertici sono <strong>di</strong>aletticamente collegati. Il<br />
vero scienziato non si affeziona troppo alle<br />
sue teorie, è pronto a metterle da parte per<br />
tornare a osservare la realtà con sguardo<br />
fresco, e da questo sguardo libero da pre-<br />
giu<strong>di</strong>zi ricava nuove intuizioni. Allo stesso<br />
modo il vero artista non si affeziona troppo<br />
alle sue intuizioni, ma le sottopone a esame<br />
critico per correggerle e progressivamente<br />
adeguarle alla cosa che vuole esprimere, la<br />
cosa che attraverso <strong>di</strong> lui vuole venire alla<br />
luce. La <strong>di</strong>alettica fondamentale è presen-<br />
te in entrambe le figure, anche se natural-<br />
mente l’artista è più vicino al polo noetico,<br />
dell’intuizione, e lo scienziato a quello <strong>di</strong>a-<br />
noetico, dei proce<strong>di</strong>menti argomentativi.<br />
Ma la logica fondamentale è la stessa per<br />
entrambi. Cerchiamo <strong>di</strong> capire bene questa<br />
logica, la logica dell’asse verticale, della <strong>di</strong>-<br />
mensione filosofica dell’esistenza.<br />
In primo luogo occorre esercitare quella<br />
che Basti, seguendo Tommaso, ha definito<br />
la funzione centrale dell’intelligenza uma-<br />
na: la capacità <strong>di</strong> sapere <strong>di</strong> non sapere,cioè<br />
<strong>di</strong> sospendere ogni fattore <strong>di</strong> pre-compren-<br />
sione per mettersi <strong>di</strong> fronte alle cose con lo<br />
sguardo più libero possibile. Bisogna esse-<br />
re liberi da comprensione, da memoria e<br />
da desiderio, <strong>di</strong>ceva lo psicoanalista Bion,<br />
per liberare l’intuizione dalle opacità che la<br />
offuscano, per vedere le cose come sono,<br />
e non come ci aspettiamo che siano (que-<br />
sta libertà non va intesa come cancellazio-<br />
ne, naturalmente, ma come sospensione<br />
o <strong>di</strong>stacco critico). In secondo luogo, per<br />
quanto assidua sia la nostra <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong><br />
sospensione <strong>di</strong> ogni pre-giu<strong>di</strong>zio, non dob-<br />
biamo mai illuderci <strong>di</strong> avere raggiunto una<br />
perfetta obiettività, come se il nostro occhio<br />
fosse l’occhio <strong>di</strong> Dio. La visione umana è<br />
sempre insuperabilmente situata, siamo<br />
figli del nostro tempo, della nostra cultura,<br />
del nostro DNA. Inoltre, nessuno può illu-<br />
dersi <strong>di</strong> avere interamente portato alla co-<br />
scienza il proprio inconscio, <strong>di</strong> averlo bonifi-<br />
cato come si potrebbe fare con una palude.<br />
La <strong>di</strong>sciplina personale <strong>di</strong> sospensione dei<br />
pregiu<strong>di</strong>zi è necessaria, ma non sufficiente.<br />
Della sua necessità ci convinciamo facil-<br />
mente se confrontiamo un giornalista che<br />
per lo meno si sforza <strong>di</strong> essere obiettivo<br />
con uno apertamente fazioso. Della sua in-<br />
sufficienza ci convinciamo altrettanto bene<br />
se partecipiamo a un convegno scientifico,<br />
frequentato da persone che de<strong>di</strong>cano la<br />
loro vita alla scienza, e quin<strong>di</strong> impegnate in<br />
una <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> obiettività in misura certa-<br />
mente superiore alla me<strong>di</strong>a. In questi con-<br />
vegni salta subito all’occhio come queste<br />
persone, pur così de<strong>di</strong>cate all’ideale della<br />
scienza, propongono una visione con<strong>di</strong>zio-<br />
nata dalla teoria cui aderiscono, e faticano<br />
molto a uscire da quella visione per vedere<br />
le cose da altri punti <strong>di</strong> vista, quando sono<br />
<strong>di</strong>sposte ad accollarsi questa fatica.<br />
Che cosa è dunque necessario aggiun-<br />
gere alla <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> sospensione dei pre-<br />
giu<strong>di</strong>zi che ci permette almeno una parziale<br />
liberazione della facoltà intuitiva dalle opaci-<br />
tà che la offuscano? È necessario sottopor-<br />
re le nostre e altrui intuizioni al vaglio critico<br />
della capacità razionale (Tommaso chiama-<br />
va intellectus la funzione dell’intelligenza<br />
che fa tabula rasa delle pre-comprensioni,<br />
e ratio quella che argomenta, con modalità<br />
inferenziali, sulle intuizioni così ottenute).<br />
Insomma, all’intuizione occorre aggiunge-<br />
re il ragionamento. Se questa intuizione<br />
è vera, ne deduco delle ipotesi che posso<br />
verificare con l’esperienza (e magari anche<br />
con l’esperimento, se sono uno scienziato<br />
empirico).<br />
Ammettiamo dunque che una persona<br />
si sottoponga regolarmente a entrambe<br />
Approfon<strong>di</strong>menti<br />
le <strong>di</strong>scipline, quella dell’intellectus che so-<br />
spende le pre-comprensioni, e quella della<br />
ratio che argomenta onestamente, e non<br />
retoricamente. Può bastare? No, non ba-<br />
sta ancora. Perché? Perché la <strong>di</strong>sciplina<br />
personale, in tutti e due i versanti dell’intel-<br />
ligenza, se praticata col massimo dell’im-<br />
pegno ci può condurre al limite delle nostre<br />
capacità personali, e non oltre. Per andare<br />
oltre occorre il <strong>di</strong>alogo. Vale a <strong>di</strong>re occorre<br />
lasciarci spiazzare dal punto <strong>di</strong> vista dell’al-<br />
tro. Da soli non riusciamo a contrad<strong>di</strong>rci più<br />
che tanto. Abbiamo un’irresistibile tendenza<br />
a confermarci nelle nostre visioni e convin-<br />
zioni. Ma l’altro è implacabile, proprio per-<br />
ché fa la stessa cosa. Posto che ci sia una<br />
volontà genuina <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare, cioè metten-<br />
do in gioco davvero le proprie convinzioni,<br />
l’aiuto dell’altro è insostituibile. Per questo<br />
<strong>di</strong>amo tanta importanza al lavoro in coppia<br />
e in gruppo.<br />
Questi sono dunque i fondamenti del<br />
proce<strong>di</strong>mento scientifico: la <strong>di</strong>sciplina del-<br />
l’intellectus e della ratio, dell’intuizione e<br />
del ragionamento, accompagnate da una<br />
pratica costante del confronto e del <strong>di</strong>alogo<br />
– sia per quello che riguarda i proce<strong>di</strong>menti<br />
dello scienziato locale che si muove sul-<br />
l’asse verticale del campo, sia per quanto<br />
riguarda la scienza generale della relazione<br />
<strong>di</strong> aiuto, cioè la scienza delle regolarità o<br />
dei fattori comuni del campo.<br />
Corso Quadriennale <strong>di</strong> Specializzazione in Psicoterapia Comparata<br />
Riconosciuto dal M.U.R. - Ministero dell’Università e della Ricerca per le se<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, Genova e Cagliari<br />
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Me<strong>di</strong>ante un percorso terapeutico <strong>di</strong> gruppo, l’allievo<br />
può prendere consapevolezza delle proprie abilità<br />
relazionali, perfezionarle e imparare ad usarle come<br />
strumento terapeutico.<br />
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del futuro terapeuta, permette <strong>di</strong> prendere consape-<br />
volezza del proprio funzionamento psicologico, ana-<br />
lizzare e apprendere a gestire i meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa,<br />
le <strong>di</strong>namiche transferali, usare la struttura della propria<br />
personalità in senso terapeutico.<br />
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vare e potenziare le abilità dell’allievo<br />
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Psicoterapia<br />
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23<br />
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tatto con la pratica clinica svolta presso le Istituzioni.<br />
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vo me<strong>di</strong>ante lezioni frontali, role-playing, simulate,<br />
lezioni con l’ausilio <strong>di</strong> au<strong>di</strong>ovisivi, seminari, al fine <strong>di</strong><br />
confrontare l’esperienza personale <strong>di</strong> ogni allievo con<br />
la produzione scientifica della comunità nazionale e<br />
internazionale, per ampliare le proprie conoscenze in<br />
un’ottica comparata in modo sempre “aperto” e non<br />
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630 ore<br />
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24 Approfon<strong>di</strong>menti Approfon<strong>di</strong>menti 25<br />
Negli ultimi anni, anche grazie alla<br />
spinta del movimento della “me<strong>di</strong>cina<br />
basata sulle evidenze” (Evidence-Ba-<br />
sed Me<strong>di</strong>cine - EBM -), si è avvertita<br />
sempre più l’esigenza <strong>di</strong> sottoporre a<br />
rigorose prove sperimentali anche i<br />
singoli trattamenti psicologici, nell’in-<br />
teresse degli utenti stessi. Tutto ciò ha<br />
parallelamente condotto al progressivo<br />
affermarsi <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> psicoterapia<br />
“evidence-based” in cui l’assessment e<br />
la verifica del trattamento rivestono un<br />
ruolo <strong>di</strong> primaria importanza.<br />
Nello scenario della valutazione psi-<br />
cologica, accanto ad una consolidata<br />
tra<strong>di</strong>zione psichiatrica, secondo la qua-<br />
le la valutazione della psicopatologia si<br />
esprime attraverso i criteri <strong>di</strong>agnostici<br />
standar<strong>di</strong>zzati del DSM (nota 1) (DSM-<br />
IV-TR; American Psychiatric Associa-<br />
tion, 2000), con un’attenzione maggior-<br />
mente rivolta agli aspetti sintomatologici<br />
e comportamentali, è sempre stata pre-<br />
sente una tra<strong>di</strong>zione della psicologia<br />
accademica in cui tale valutazione si<br />
esprime soprattutto attraverso una mi-<br />
surazione psicometrica e, ancora, una<br />
terza prospettiva che nasce dalla tra-<br />
<strong>di</strong>zione clinica, dove l’interesse è cen-<br />
trato sulla comprensione dei processi<br />
interni, del significato e della funzione<br />
della personalità (Westen, Shedler e<br />
Lingiar<strong>di</strong>, 2003). Con ciò si comprende<br />
l’importanza <strong>di</strong> considerare gli apporti <strong>di</strong><br />
tali prospettive e <strong>di</strong> utilizzare e sviluppa-<br />
re modalità <strong>di</strong> valutazione che, tenendo<br />
conto della complessità dei <strong>di</strong>sturbi psi-<br />
copatologici, siano in grado <strong>di</strong> cogliere<br />
gli aspetti del funzionamento globale<br />
dell’in<strong>di</strong>viduo, integrando la letteratura<br />
nosografica tra<strong>di</strong>zionale e contemplan-<br />
do allo stesso tempo l’utilizzo delle pro-<br />
cedure psicometriche, permettendo così<br />
una quantificazione del <strong>di</strong>sagio.<br />
Infatti, è opinione largamente con<strong>di</strong>-<br />
visa nella comunità scientifica che gli<br />
strumenti <strong>di</strong> valutazione possono fornire<br />
quei criteri <strong>di</strong> oggettività che gli interventi<br />
psicologici strutturati richiedono. Come<br />
affermano Greenberg e Watson (2005)<br />
Psychological Treatment Inventory<br />
(PTI) ® . Un nuovo strumento <strong>di</strong> misura<br />
multi<strong>di</strong>mensionale<br />
<strong>di</strong> Alessio Gori e Marco Giannini, Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Psicologi</strong>a, Università degli Stu<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> Firenze. Scuola <strong>di</strong> Psicoterapia Comparata (SPC)<br />
(cit. in Norcross, Beutler, Levant, 2006,<br />
p. 99), affinché la psicoterapia <strong>di</strong>venga<br />
una scienza applicata occorre che forni-<br />
sca evidenza della sua efficacia gene-<br />
rale e che specifichi anche i processi <strong>di</strong><br />
cambiamento, in modo tale da arginare<br />
gli approcci basati sul giu<strong>di</strong>zio clinico ed<br />
altre forme <strong>di</strong> valutazione scarsamente<br />
rigorose (Eddy, 2005).<br />
Seguendo questa <strong>di</strong>rezione, i test<br />
psicologici offrono al clinico una base <strong>di</strong><br />
supporto, permettendogli <strong>di</strong> comprende-<br />
re meglio il livello <strong>di</strong> gravità della patolo-<br />
gia, <strong>di</strong> raccogliere informazioni fondate<br />
sui “fattori <strong>di</strong> rischio” e sui “fattori pro-<br />
tettivi” del paziente e, <strong>di</strong> pianificare l’in-<br />
tervento che ha maggiori probabilità <strong>di</strong><br />
essere efficace (Beutler e Clarkin 1990).<br />
Inoltre, l’utilizzo delle misure standar<strong>di</strong>z-<br />
zate dovrebbe inserirsi all’interno del<br />
trattamento psicologico in modo tale<br />
da fornire continuità al processo; infatti,<br />
l’assessment, la pianificazione del trat-<br />
tamento e la verifica dei processi sono<br />
da considerarsi fasi interconnesse che<br />
si influenzano tra <strong>di</strong> loro e che contribui-<br />
scono al buon esito della psicoterapia.<br />
C’è poi da sottolineare che le ricerche<br />
più complete sulla psicoterapia sono<br />
quelle che riescono a seguire il paziente<br />
con lo stesso strumento, dalla <strong>di</strong>agno-<br />
si all’esito (Monti e Acquarini, 2006; cit.<br />
in Dazzi, Lingiar<strong>di</strong> e Colli, 2006 p. 221);<br />
senza contare i vantaggi che l’utilizzo <strong>di</strong><br />
una sola misura comporta.<br />
Pertanto, grazie alle loro qualità psi-<br />
cometriche, i test psicologici appaiono<br />
funzionali nello sviluppare procedure<br />
standar<strong>di</strong>zzate e nel <strong>di</strong>fferenziare i trat-<br />
tamenti (Beutler e Berren, 1995). È così<br />
che può risultare più semplice avviare<br />
“Empirically Based Assessment Proce-<br />
dures”, identificare i processi extra<strong>di</strong>a-<br />
gnostici, ritagliare il trattamento su ogni<br />
singolo cliente, velocizzare le <strong>di</strong>nami-<br />
che e focalizzarsi specificatamente sul<br />
trattamento.<br />
Tuttavia alcuni dei test utilizzati nel-<br />
l’assessment psicopatologico non<br />
sempre sod<strong>di</strong>sfano le reali esigenze<br />
del clinico, in prima battuta perché non<br />
tengono in considerazione alcune varia-<br />
bili strettamente legate - e comuni - ai<br />
trattamenti psicologici; risultano spesso<br />
troppo onerosi per il cliente, oppure sono<br />
troppo specifici e forniscono informazio-<br />
ni parziali (test uni<strong>di</strong>mensionali); talvolta<br />
non possiedono buone proprietà psico-<br />
metriche; e raramente vengono costruiti<br />
cercando <strong>di</strong> coniugare l’esperienza cli-<br />
nica e il rigore psicometrico. Senza con-<br />
tare che molti strumenti tra i più utilizzati<br />
sono stati costruiti e validati in culture <strong>di</strong>-<br />
verse da quella italiana e perlopiù molti<br />
anni or sono. Da qui è sorta l’esigenza<br />
<strong>di</strong> costruire una nuova misura, breve e<br />
con buone proprietà psicometriche, che<br />
consideri l’esperienza clinica - in modo<br />
tale costruire un ponte tra ricerca e pra-<br />
tica (Stricker, 2006) - e che tenga conto<br />
dell’interazione delle variabili biologi-<br />
che, psicologiche, comportamentali, e<br />
sociali (modello bio-psico-sociale) (En-<br />
gel, 1977), attraverso varie <strong>di</strong>mensioni<br />
(approccio multi<strong>di</strong>mensionale), ritenute<br />
centrali per la pianificazione del tratta-<br />
mento e la verifica dell’esito terapeuti-<br />
co.<br />
Con queste premesse nasce lo<br />
Psychological Treatment Inventory (PTI;<br />
Gori, Giannini e Schuldberg, 2008) frut-<br />
to <strong>di</strong> un lavoro <strong>di</strong> ricerca che trova il suo<br />
fondamento e la sua giustificazione teo-<br />
rica nell’ambito dell’approccio eclettico-<br />
integrato (Norcross e Goldfried, 2005;<br />
Ingram, 2007) allo stu<strong>di</strong>o della psicopa-<br />
tologia. Si tratta <strong>di</strong> uno strumento self-<br />
report costruito in base ai seguenti crite-<br />
ri: 1) proprietà psicometriche adeguate<br />
(vali<strong>di</strong>tà, atten<strong>di</strong>bilità, e sensibilità al<br />
cambiamento); 2) utilizzo in fase <strong>di</strong> as-<br />
sessment, durante il trattamento e per<br />
la valutazione dell’esito; 3) facilità d’uso<br />
(somministrazione e scoring); 4) natura<br />
inter<strong>di</strong>sciplinare (Trattamento <strong>Psicologi</strong>-<br />
co, Counseling, Psicoterapia).<br />
La preferenza per il self-report è so-<br />
stenuta dal fatto che i test auto-som-<br />
ministrati sono ritenuti maggiormente<br />
flessibili ed adattabili a setting routina-<br />
ri tipici (Slade, Thornincroft e Glover,<br />
1999); sono più semplici da utilizzare<br />
e consentono un notevole risparmio <strong>di</strong><br />
tempo; permettono <strong>di</strong> eliminare fattori<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>storsione legati alla presenza del-<br />
l’osservatore, nonché <strong>di</strong> accedere <strong>di</strong>ret-<br />
tamente ai vissuti e ai sentimenti della<br />
persona (Derogatis, 1983); risultano fra<br />
i più utilizzati nell’ambito <strong>di</strong> questo set-<br />
tore <strong>di</strong> ricerca.<br />
La scelta dell’utilizzo <strong>di</strong> una misura<br />
multi<strong>di</strong>mensionale risiede nel fatto che<br />
le variabili che influiscono sul benesse-<br />
re dell’in<strong>di</strong>viduo sono molteplici e quin<strong>di</strong><br />
visto che l’effetto reale <strong>di</strong> un trattamen-<br />
to sulla salute mentale può riguardare,<br />
anche in modo <strong>di</strong>somogeneo, <strong>di</strong>verse<br />
aree <strong>di</strong> funzionamento, è riconosciuta<br />
la necessità <strong>di</strong> utilizzare sistemi multi<strong>di</strong>-<br />
mensionali <strong>di</strong> valutazione. Le <strong>di</strong>mensio-<br />
ni prese in considerazione dal PTI sono:<br />
Alleanza Terapeutica, Alessitimia, Attac-<br />
camento, Auto-efficacia, Autostima, Co-<br />
ping Emotivo, Ego-Strength, Empatia,<br />
Eventi Stressanti, Funzionamento Glo-<br />
bale, Insight, Ottimismo, Orientamento<br />
Narcisistico, Sintomatologia, Sod<strong>di</strong>sfa-<br />
zione <strong>di</strong> Vita, Stili Difensivi, Supporto<br />
Sociale, e Vali<strong>di</strong>tà Sociale (Social Vali-<br />
<strong>di</strong>ty). Il test comprende anche tre scale<br />
<strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà utili per completare il profilo<br />
del paziente: a) Falsità; b) Incoerenza;<br />
c) Resistenza al Cambiamento.<br />
Il PTI è stato costruito attraverso un<br />
processo che ha previsto <strong>di</strong>verse fasi.<br />
Inizialmente sono stati analizzati i co-<br />
strutti più rilevanti per formulare ipotesi<br />
<strong>di</strong>agnostiche e prognostiche, ossia le va-<br />
riabili per l’assessment e la pianificazio-<br />
ne del trattamento (Beutler et al., 2004;<br />
cit. in Maurish, 2004), gli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> cam-<br />
biamento terapeutico (Lambert, 2004),<br />
le variabili sulla valutazione dell’esito<br />
(Hoagwood e Jensen, 1996; Slade et<br />
al., 1999). In un secondo momento,<br />
sono stati selezionati i costrutti più rile-<br />
vanti, grazie ai quali, è stata possibile la<br />
costruzione degli item. Questi sono stati<br />
valutati all’interno <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o prototi-<br />
pico, dal quale è scaturita la scelta del<br />
formato <strong>di</strong> risposta e quella del numero<br />
finale <strong>di</strong> item. Tutto questo lavoro è stato<br />
reso possibile dalla collaborazione <strong>di</strong> un<br />
gruppo <strong>di</strong> ricerca formato da psicologi,<br />
psicoterapeuti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi orientamenti e<br />
psicometristi. Gli sta<strong>di</strong> attraverso i quali<br />
si è giunti alla versione definitiva del test<br />
sono stati: 1) preparazione degli item; 2)<br />
revisione (iterata) degli stessi; 3) som-<br />
ministrazione ad un campione pilota; 4)<br />
selezione degli item; 5) seconda som-<br />
ministrazione ad un campione più am-<br />
pio; 6) ulteriore selezione degli item; 7)<br />
versione finale del test.<br />
Il numero <strong>di</strong> item <strong>di</strong> ogni scala è stato<br />
scelto privilegiando l’uni<strong>di</strong>mensionalità<br />
per le scale (con un fattore sovradeter-<br />
minato). Quin<strong>di</strong>, anche in ragione della<br />
necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> uno strumento<br />
agile, è stato ipotizzato che un numero<br />
<strong>di</strong> variabili da 4 a 10 (a seconda della<br />
<strong>di</strong>mensione da analizzare) fosse suf-<br />
ficiente per rappresentare ogni fattore<br />
in base a criteri fattoriali e all’analisi dei<br />
costrutti teorici.<br />
Nella scelta del formato <strong>di</strong> risposta<br />
è stato adottato un formato con sca-<br />
la Likert a cinque passi (1=per niente;<br />
5=moltissimo); il punteggio alle risposte<br />
(opportunamente or<strong>di</strong>nato, in quanto<br />
l’or<strong>di</strong>ne delle domande non è sequen-<br />
ziale per scala) viene poi sommato per<br />
ciascuna <strong>di</strong>mensione e confrontato con<br />
i singoli parametri descrittivi del campio-<br />
ne normativo. La descrizione del profilo<br />
è ottenibile anche me<strong>di</strong>ante rappresen-<br />
tazione grafica - come nell’MMPI-2 (Bu-<br />
tcher et al., 1989) -.<br />
Una caratteristica particolare dello<br />
strumento è che le scale del PTI si rag-<br />
gruppano in macro-aree e questo per-<br />
mette la somministrazione parziale del<br />
test.<br />
L’area SINTOMATOLOGIA è formata<br />
dalle sottoscale: 1) Aspetti Depressivi;<br />
2) Ansia Generalizzata; 3) Ossessività<br />
e Compulsività; 4) In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Somatiz-<br />
zazione; 5) Tratti Psicotici; 6) Ideazione<br />
Paranoide; 7) Problemi Alimentari; 8)<br />
Insod<strong>di</strong>sfazione Corporea; 9) Problemi<br />
Sessuali; 10) Dipendenza da Sostanze.<br />
L’area TRATTAMENTO PSICOLOGI-<br />
CO raggruppa le scale: 1) Stili Difensivi;<br />
►
26<br />
◄<br />
2) Attaccamento; 3) Alleanza Terapeuti-<br />
ca; 4) Insight.<br />
L’area ESPRESSIONE EMOTIVA<br />
contiene le scale: 1) Alessitimia; 2) Em-<br />
patia; 3) Coping Emotivo.<br />
L’area PROBLEMI SOCIALI raggrup-<br />
pa le scale: 1) Devianza; 2) Orientamen-<br />
to Narcisistico; 3) Vali<strong>di</strong>tà Sociale.<br />
L’area RISORSE PSICOLOGICHE<br />
è formato dalle scale: 1) Auto-efficacia;<br />
2) Autostima; 3) Ego-Strength; 4) Otti-<br />
mismo.<br />
Infine, l’area QUALITA’ DELLA VITA è<br />
composta dalle scale: 1) Funzionamen-<br />
to Globale; 2) Sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> vita; 3)<br />
Supporto Sociale Percepito; 4) Eventi<br />
Stressanti.<br />
La possibilità <strong>di</strong> somministrare il PTI<br />
a “pacchetti” rende lo strumento estre-<br />
mamente versatile e adattabile a con-<br />
testi <strong>di</strong>versi (Counseling, Psicoterapia,<br />
screening psichiatrico, perizie giuri<strong>di</strong>-<br />
che, selezione del personale etc..) e<br />
permette la possibilità <strong>di</strong> ottenere un<br />
ampio ventaglio <strong>di</strong> informazioni in un<br />
tempo relativamente breve.<br />
La natura del test è, evidentemente,<br />
supportata da un giu<strong>di</strong>zio favorevole nei<br />
confronti dell’utilizzo degli strumenti <strong>di</strong><br />
misura durante il trattamento in quanto<br />
ritenuti preziosi mezzi per la pianifica-<br />
zione e la valutazione dell’intervento.<br />
Grazie al contributo dei test psicologici<br />
è possibile ottenere preziose informa-<br />
zioni sul cliente che possono permet-<br />
tere al clinico <strong>di</strong> adattare il trattamento<br />
ad ogni paziente scegliendo le miglio-<br />
ri evidenze <strong>di</strong>sponibili in letteratura e<br />
comprendendo fin da subito quali sono<br />
le risorse del cliente e le aree proble-<br />
matiche; è indubbio che il clinico deve<br />
essere un attento osservatore empati-<br />
co, in grado <strong>di</strong> integrare l’informazio-<br />
ne dei test all’interno del trattamento.<br />
Infatti giu<strong>di</strong>zio clinico, strumenti e pre-<br />
visione statistica dovrebbero integrarsi<br />
tra loro e fornire una visione d’insie-<br />
me, e lo psicoterapeuta-ricercatore<br />
dovrebbe essere in grado <strong>di</strong> muoversi<br />
abilmente tra l’intuizione e il dato, pro-<br />
cessare l’informazione con specifiche<br />
metodologie, scegliere la tecnica che<br />
le circostanze richiedono in modo tale<br />
da arginare l’influenza del caso nel<br />
processo <strong>di</strong> decision making, e per<br />
migliorare l’efficacia dei trattamenti,<br />
vedendo il lavoro clinico attraverso le<br />
lenti del research-informed practice<br />
(Wolfe, 2005).<br />
Approfon<strong>di</strong>menti<br />
Note<br />
Nota 1. Il DSM rappresenta una<br />
classificazione <strong>di</strong> tipo categoriale. Alcu-<br />
ni ricercatori, che sollevano l’obiezione<br />
della continuità esistente tra comporta-<br />
mento normale e patologico, sostengo-<br />
no che quest’ultimo <strong>di</strong>fferisce da quello<br />
normale solo nell’intensità o nel grado;<br />
quin<strong>di</strong>, secondo un approccio <strong>di</strong>men-<br />
sionale, che prevede un or<strong>di</strong>ne secon-<br />
do una <strong>di</strong>mensione quantitativa delle<br />
varie entità, la sud<strong>di</strong>visione in catego-<br />
rie ingenererebbe la falsa impressione<br />
che nel comportamento esista una <strong>di</strong>-<br />
scontinuità.<br />
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Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica<br />
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28 Approfon<strong>di</strong>menti Approfon<strong>di</strong>menti 29<br />
Disagio sessuale e<br />
crisi <strong>di</strong> coppia<br />
<strong>di</strong> Carla Anna Durazzi, Psicologo Psicoterapeuta,<br />
Associazione psicoanalitica per la prevenzione e la cura del<br />
<strong>di</strong>sagio psichico<br />
Nella stragrande maggioranza dei<br />
casi, la <strong>di</strong>fficoltà ad avere rapporti sessua-<br />
li sod<strong>di</strong>sfacenti non nasce da una malat-<br />
tia dell’organo, ma da una sofferenza che<br />
riguarda le emozioni vissute nel rapporto<br />
sessuale.<br />
Corpo e psiche continuamente intera-<br />
giscono e s’influenzano e non funzionano<br />
mai in modo separato l’uno dall’altro. Per<br />
questo motivo, così come una sofferen-<br />
za psicologica si fa sentire<br />
a livello <strong>di</strong> funzionamento<br />
dell’organo, così un organo<br />
sessuale malato (per cause<br />
organiche accertate) che non<br />
può quin<strong>di</strong> espletare piena-<br />
mente le sue funzioni, certa-<br />
mente genera una sofferenza<br />
psicologica. Ad esempio, in<br />
un’impotenza causata da un<br />
problema vascolare, la com-<br />
ponente del <strong>di</strong>sagio psichico<br />
è certamente importante e<br />
genera a sua volta una serie<br />
<strong>di</strong> conseguenze secondarie.<br />
La per<strong>di</strong>ta della propria<br />
capacità sessuale può esse-<br />
re avvertita come una sorta<br />
<strong>di</strong> amputazione e può sca-<br />
tenare sentimenti depressivi<br />
che richiedono <strong>di</strong> essere pre-<br />
si in seria considerazione.<br />
Se questo non viene fatto il<br />
rischio è che l'uomo senta<br />
perduta tutta la sua identità e<br />
tutta la sua capacità relazio-<br />
nale ed affettiva, non riuscen-<br />
do più a vivere nemmeno le<br />
parti <strong>di</strong> relazione possibile<br />
con la sua partner.<br />
Anche le donne possono<br />
comprendere un vissuto <strong>di</strong><br />
questo tipo se pensano, ad<br />
esempio, a quello che spes-<br />
so accade a molte <strong>di</strong> loro<br />
quando vanno in menopau-<br />
sa. Il vissuto <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta del-<br />
la procreatività è percepito<br />
come una per<strong>di</strong>ta globale <strong>di</strong><br />
valore e <strong>di</strong> possibilità <strong>di</strong> esse-<br />
re amate, e se non riescono ad elaborare<br />
questa per<strong>di</strong>ta si sottraggono al rapporto<br />
sessuale che è vissuto come assoluta-<br />
mente inaffrontabile.<br />
La crisi nella coppia, quando si eviden-<br />
zia a livello sessuale, segnala un proble-<br />
ma affettivo che non riesce a farsi spazio<br />
nella coscienza, che non è preso in con-<br />
siderazione, che non ha, in poche parole,<br />
altra strada per emergere se non quella<br />
fisica: ecco allora che il pene non ha l’ere-<br />
zione, la vagina si contrae e non permette<br />
la penetrazione, l’orgasmo arriva troppo<br />
presto o non arriva mai, il desiderio non si<br />
fa sentire, e così via.<br />
I cambiamenti <strong>di</strong> equilibrio affettivo al-<br />
l’interno della coppia spaventano molto<br />
perché c’è sempre la paura che <strong>di</strong>etro<br />
l’angolo ci sia una scoperta intollerabi-<br />
le: l’amore è finito, non mi ama più, non<br />
l’amo più… Insomma, la paura è che, cer-<br />
cando <strong>di</strong> capire cosa sta accadendo, si<br />
possa scoprire che è giunto il momento <strong>di</strong><br />
fare un bilancio negativo, fallimentare del-<br />
la propria relazione <strong>di</strong> coppia, un bilancio<br />
che possa decretarne la fine.<br />
La sessualità esprime affetti profon<strong>di</strong>s-<br />
simi <strong>di</strong> una persona e <strong>di</strong> una coppia. E’ un<br />
atto conoscitivo, è la capacità <strong>di</strong> entrare in<br />
un contatto profondo con<br />
l’altro e <strong>di</strong> potersi scam-<br />
biare piacere, emozioni e<br />
sentimenti. La sessualità<br />
esprime le parti più profon-<br />
de e intime <strong>di</strong> una persona<br />
ed è perciò anche il terreno<br />
su cui ci si “spoglia” <strong>di</strong> più,<br />
non solo dei vestiti. E’ ov-<br />
vio, quin<strong>di</strong>, che questo tan-<br />
to desiderato incontro con<br />
l’altro, che questa tanto<br />
desiderata fusione tempo-<br />
ranea <strong>di</strong> due, possa anche<br />
essere molto temuta e che<br />
molti dei nostri comporta-<br />
menti siano finalizzati al<br />
bisogno <strong>di</strong> proteggerci dal<br />
rischio <strong>di</strong> essere umiliati,<br />
abbandonati, sopraffatti o,<br />
ancora, dal rischio <strong>di</strong> pro-<br />
vare sentimenti <strong>di</strong> colpa o<br />
<strong>di</strong> inadeguatezza.<br />
La paura <strong>di</strong> interrogarsi<br />
sui propri sentimenti porta<br />
a voler restringere il pro-<br />
blema, accanendosi sugli<br />
organi che non funziona-<br />
no, perché questo sembra<br />
più semplice. Forse con<br />
qualche pillola tutto tornerà<br />
come prima. Ma, in fondo,<br />
gli organi stanno svolgen-<br />
do correttamente la funzio-<br />
ne <strong>di</strong> esprimere le emozio-<br />
ni autentiche e profonde<br />
della persona, risponden-<br />
do a una volontà inconscia<br />
che va compresa.<br />
I sintomi delle <strong>di</strong>fficoltà<br />
sessuali ci danno una grande occasione<br />
per entrare nel mondo interiore <strong>di</strong> una<br />
persona o <strong>di</strong> una relazione e sono proprio<br />
una chiave d’accesso per poter iniziare a<br />
capire cose che fino a quel momento non<br />
avevano potuto essere dette, ma che ora<br />
chiedono veramente <strong>di</strong> essere prese in<br />
considerazione.<br />
Spesso si possono avere sentimenti<br />
contrastanti: possiamo avere un senti-<br />
mento che va nella <strong>di</strong>rezione del desiderio<br />
e un altro che si oppone al desiderio. Può<br />
succedere che qualcosa crei una situa-<br />
zione <strong>di</strong> rancore all’interno della coppia.<br />
Nessuno dei due ha il coraggio <strong>di</strong> parlar-<br />
ne con l’altro e non si riescono ad affron-<br />
tare i problemi che hanno creato questo<br />
rancore. Questa coppia preferirebbe<br />
trovare nella sessualità che funziona un<br />
modo per salvaguardare il loro legame,<br />
per passar sopra a quel silente rancore<br />
che fa paura solo ad essere pensato. Ma<br />
il rancore si fa sentire negli organi che,<br />
da soli, esprimono il rifiuto dell’altro. Gli<br />
organi non sanno mentire ed esprimono<br />
proprio la parte silente, quella che non<br />
vorrebbe essere detta, ma che ha biso-<br />
gno d’essere affrontata. I sentimenti <strong>di</strong><br />
rancore, <strong>di</strong> sfiducia, <strong>di</strong> rabbia, <strong>di</strong> paura,<br />
<strong>di</strong> insicurezza, ecc., spaventano perché<br />
sembrano inaffrontabili. Fino a quando la<br />
<strong>di</strong>sfunzione sessuale si assume il compito<br />
<strong>di</strong> esprimerli.<br />
Quel che posso <strong>di</strong>re sulla base della<br />
mia esperienza professionale, è che, in<br />
generale, i problemi risultano più affron-<br />
tabili <strong>di</strong> quanto non si temesse prima <strong>di</strong><br />
cominciare a capirli.<br />
Si può scoprire, ad esempio, che qual-<br />
cosa si è mo<strong>di</strong>ficato nell’equilibrio <strong>di</strong> una<br />
coppia semplicemente perché le persone<br />
crescono e cambiano nel corso della vita<br />
e, a volte, non se ne accorgono e non<br />
riescono a ritrovare una sintonia. Questo<br />
non significa che la sintonia non possa<br />
più essere ritrovata, vuol <strong>di</strong>re soltanto che<br />
c’è bisogno <strong>di</strong> capirsi meglio e più pro-<br />
fondamente. Se si riesce a fare questo,<br />
l’equilibrio nuovo sarà probabilmente più<br />
forte e più ricco <strong>di</strong> com’era prima.<br />
È il caso, ad esempio, dell’arrivo <strong>di</strong> un<br />
figlio. Questo fatto comporta, abbastanza<br />
spesso, nella madre il desiderio <strong>di</strong> de<strong>di</strong>-<br />
carsi interamente al bambino e non le re-<br />
sta più tempo né desiderio per il partner.<br />
Lui, allora, può sentirsi completamente<br />
abbandonato e sprofondare nella solitu-<br />
<strong>di</strong>ne, nel sentirsi pieno <strong>di</strong> rancore per la<br />
dolorosa sensazione <strong>di</strong> non essere più<br />
importante, <strong>di</strong> non essere amato, e ma-<br />
gari sentirsi geloso del proprio figlio.<br />
Questi sentimenti, e quest’ultimo in<br />
particolare, possono essere avvertiti dal-<br />
l’uomo come ingiusti e cattivi. Possono<br />
farlo sentire colpevole, e tutto questo si<br />
trasforma in un conflitto che lo spaventa.<br />
E allora, inconsciamente, fa delle opera-<br />
zioni volte a nascondere queste emozioni<br />
anche a se stesso. Si rifugia nel lavoro,<br />
la presenza a casa è sempre minore e,<br />
improvvisamente, il conflitto si presenta<br />
sotto forma <strong>di</strong> impotenza quando la mo-<br />
glie tenta un avvicinamento.<br />
Insomma: possiamo proprio afferma-<br />
re che un pensiero può essere nascosto<br />
alla coscienza, ma non al corpo. E che gli<br />
organi non rispondono alla nostra volontà<br />
cosciente ma ai nostri bisogni inconsci.<br />
Nella psicoterapia tutti questi vissuti ri-<br />
prendono il loro posto nella coscienza,<br />
sono accessibili ad un’elaborazione e ad un<br />
confronto con il partner, e possono essere<br />
superati rendendo la coppia più forte e più<br />
capace <strong>di</strong> affrontare insieme le successive<br />
<strong>di</strong>fficoltà che nella vita incontreranno.<br />
Una buona coppia non è una coppia<br />
che non ha problemi ma è una coppia che<br />
ha imparato ad affrontarli, che ha impa-<br />
rato a ritrovare la fiducia reciproca quan-<br />
do viene occasionalmente perduta e che<br />
perfeziona sempre meglio la capacità <strong>di</strong><br />
comunicare i bisogni e i sentimenti.<br />
Ci sono anche problemi legati a conflitti<br />
profon<strong>di</strong>, a traumi infantili non elaborati e<br />
non risolti <strong>di</strong> uno dei due partner che ad<br />
un certo punto della relazione possono<br />
riemergere sotto forma <strong>di</strong> problema ses-<br />
suale.<br />
Un esempio può chiarire il concet-<br />
to: una coppia si è presentata perché il<br />
marito, sempre più spesso, aveva <strong>di</strong>ffi-<br />
coltà nell’erezione. Una prima analisi del<br />
loro rapporto ha messo in luce un certo<br />
compiacimento della moglie al riguardo.<br />
Un’analisi più approfon<strong>di</strong>ta ha permesso<br />
alla donna <strong>di</strong> capire <strong>di</strong> avere il convin-<br />
cimento che se suo marito avesse riac-<br />
quistato il suo normale funzionamento<br />
sessuale l’avrebbe lasciata per un’altra<br />
donna. Quando lei era piccola aveva assi-<br />
stito alla <strong>di</strong>sperazione della madre che era<br />
stata abbandonata dal marito per un’altra<br />
donna (e lei stessa, in quel momento,<br />
veniva abbandonata dal padre). La gran<br />
paura che anche a lei potesse accadere<br />
la stessa cosa con<strong>di</strong>zionava la sua vita <strong>di</strong><br />
adulta e, inconsciamente, l'impotenza del<br />
marito svolgeva il compito <strong>di</strong> rassicurarla<br />
sul fatto che con un’altra donna lui, così,<br />
non avrebbe potuto andare.<br />
Questo caso è interessante perché, fra<br />
l’altro, ci fa vedere che chi aveva il proble-<br />
ma (la paura <strong>di</strong> essere abbandonata) era<br />
la moglie, mentre il sintomo lo mostrava il<br />
marito. Forse il marito aveva sentito, altret-<br />
tanto inconsciamente, che la moglie aveva<br />
bisogno <strong>di</strong> essere rassicurata o, forse, si<br />
era sentito in “pericolo” nell’avvertire che la<br />
sua sessualità inquietava la moglie.<br />
Certo, qualche volta, andando ad inda-<br />
gare i sentimenti, si può scoprire davvero<br />
che la <strong>di</strong>stanza che si è creata è ormai<br />
incolmabile. Una <strong>di</strong>stanza incolmabile si<br />
crea, ad esempio, quando il patto segreto<br />
che aveva legato una coppia al suo inizio<br />
era fondato sull’insicurezza e sull’imma-<br />
turità. Col tempo può succedere che uno<br />
dei due riesca a riavviare il suo processo<br />
<strong>di</strong> crescita e <strong>di</strong> maturazione, mentre l’altro<br />
ha troppa paura e si rifiuta <strong>di</strong> seguirlo. Ma<br />
anche in questo caso si può scoprire che<br />
un aiuto è ancora possibile: quello <strong>di</strong> po-<br />
tersi separare liberi da eccessivi rancori o<br />
da eccessive paure.<br />
ASSOCIAZIONE FIORENTINA DI PSICOTERAPIA PSICOANALITICA<br />
COMPONENTE DELLA EUROPEAN FEDERATION FOR PSYCHOANALYTIC PSYCHOTHERAPY IN THE PUBLIC SECTOR (EFPP)<br />
SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOTERAPIA PSICOANALITICA<br />
Istituto abilitato dal MURST<br />
SEDE: VIA RICASOLI 7 - 50122 FIRENZE<br />
Sono aperte le iscrizioni alla<br />
SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE QUADRIENNALE IN PSICOTERAPIA PSICOANALITICA<br />
Le domande dovranno pervenire entro il 15 Ottobre 2008 all’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> posta elettronica assfiopp@hotmail.com<br />
Per il programma formativo consultare la pagina web dell’AFPP sul sito www.psychome<strong>di</strong>a.it/afpp o scrivere a assfiopp@hotmail.com
30 Rubriche Rubriche 31<br />
La Toscana e lo stato della<br />
salute mentale nell’infanzia e<br />
nell’adolescenza<br />
<strong>di</strong> Davide Lacangellera, Psicologo, Giornalista<br />
La tutela della Salute Mentale nei<br />
bambini e negli adolescenti riveste oggi<br />
più che mai un ruolo <strong>di</strong> primo piano. Negli<br />
ultimi anni si assiste ad un preoccupan-<br />
te aumento del <strong>di</strong>sagio psicologico e dei<br />
<strong>di</strong>sturbi psicopatologici <strong>di</strong> questa fascia<br />
<strong>di</strong> età (<strong>di</strong>sturbi dell’appren<strong>di</strong>mento 5-6%,<br />
<strong>di</strong>sturbi severi del comportamento 1,6%,<br />
depressione e <strong>di</strong>sturbi da ansia 8%, ano-<br />
ressia e bulimia 2-3%). La <strong>di</strong>mensione<br />
del problema della<br />
sofferenza psicologica<br />
nell’infanzia e adole-<br />
scenza, oltre ai segnali<br />
<strong>di</strong> preoccupazione che<br />
le istituzioni, il sistema<br />
massme<strong>di</strong>atico e le co-<br />
munità sociali lanciano<br />
con sempre maggiore<br />
frequenza, è evidenzia-<br />
ta da alcuni dati recenti<br />
che in<strong>di</strong>cano come la<br />
popolazione infantile<br />
ed adolescenziale in<br />
carico congiuntamente<br />
ai Servizi <strong>di</strong> Neuropsi-<br />
chiatria infantile ed ai<br />
Servizi Sociali dal 9%<br />
del 2000 ha raggiunto<br />
nel 2004 in alcuni terri-<br />
tori l’11% della popola-<br />
zione al <strong>di</strong> sotto dei 18<br />
anni.<br />
Questo dato significa che più <strong>di</strong> un mi-<br />
nore su 10 si può trovare in una qualche<br />
situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà esistenziale, <strong>di</strong> de-<br />
privazione sociale ed affettiva o <strong>di</strong> vera e<br />
propria sofferenza psichica. Le politiche<br />
per la salute mentale del bambino e del-<br />
l’adolescente devono prioritariamente<br />
orientarsi verso gli aspetti <strong>di</strong> prevenzio-<br />
ne, <strong>di</strong>agnosi precoce, cura e presa in<br />
carico in<strong>di</strong>rizzandosi alla specificità delle<br />
<strong>di</strong>verse fasce <strong>di</strong> età. Uno degli interventi<br />
possibili riguarda il supporto alla genito-<br />
rialità, il contrasto delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ri-<br />
schio psico-sociale ed il potenziamento<br />
dei fattori protettivi in<strong>di</strong>viduali, familiari e<br />
del contesto sociale. Intanto le proiezioni<br />
dell´Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sani-<br />
tà (OMS) per il 2020 sono preoccupanti: il<br />
carico <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità legato ai <strong>di</strong>sturbi men-<br />
tali nei giovani è destinato ad aumentare.<br />
Nel 2020 un ragazzo su cinque con <strong>di</strong>-<br />
sturbi mentali.<br />
Sempre secondo l’Oms la depressione<br />
potrebbe <strong>di</strong>ventare la seconda causa <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sabilità fra tutte le con<strong>di</strong>zioni morbose.<br />
Alto il rischio <strong>di</strong> sviluppare malattie psi-<br />
chiatriche in età adulta per chi ha avuto<br />
problemi neuropsichiatrici in età evoluti-<br />
va. Oltre il 20% dei soggetti in età evo-<br />
lutiva soffrirebbe <strong>di</strong> una qualche forma <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sturbo mentale, il suici<strong>di</strong>o la terza causa<br />
<strong>di</strong> morte in età adolescenziale; parallela-<br />
mente si assisterebbe a un grande au-<br />
mento dei <strong>di</strong>sturbi della condotta correlati<br />
a situazioni come <strong>di</strong>pendenza da sostan-<br />
ze, problemi relazionali, malattie, povertà.<br />
Ben 5 patologie psichiatriche sono tra le<br />
prime 30 cause <strong>di</strong> mortalità prematura e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sabilità nel mondo. In Italia una ricerca<br />
condotta nel 2002 intitolata “Prisma, Pro-<br />
getto italiano salute mentale adolescenti”,<br />
su pre-adolescenti tra i 10 e i 14 anni,<br />
aveva messo in luce che il 9,1% del cam-<br />
pione era affetto da un <strong>di</strong>sturbo psichico,<br />
cioè da almeno uno <strong>di</strong> quelli rientranti nel-<br />
la classificazione del Manuale <strong>di</strong>agnosti-<br />
co e statistico dei <strong>di</strong>sturbi mentali (DSM).<br />
In particolare, oltre il 7% soffriva <strong>di</strong> ansia,<br />
<strong>di</strong> questi il 5% era rappresentato da un<br />
<strong>di</strong>sturbo ossessivo-compulsivo, il 12% da<br />
<strong>di</strong>sturbo post traumatico da stress, il 9,1%<br />
da agorafobia (la paura degli ambien-<br />
ti ampi), il 9,5% da “fobie sociali”. Meno<br />
dell´1% soffriva <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo depressivo;<br />
meno del 2% <strong>di</strong> Adhd (sindrome da defi-<br />
cit <strong>di</strong> attenzione e iperattività); circa l´1%<br />
presenta un <strong>di</strong>sturbo della condotta.<br />
“Il problema della Salute Mentale nel-<br />
l’infanzia e nell’adolescenza necessita <strong>di</strong><br />
una attenta riflessione - ci ha <strong>di</strong>chiarato<br />
Galileo Gui<strong>di</strong> Responsabile Settore Salu-<br />
te Mentale Regione Toscana - anche in<br />
Toscana i dati in<strong>di</strong>cano un trend in cre-<br />
scita del numero <strong>di</strong> ricoveri per patologie<br />
psichiatriche, sono<br />
convinto che per ga-<br />
rantire e promuovere<br />
la Salute Mentale nel-<br />
l’infanzia e nell’ado-<br />
lescenza sia neces-<br />
sario che organismi<br />
<strong>di</strong>versi lavorino insie-<br />
me e su obiettivi co-<br />
muni con una vera e<br />
propria cultura del la-<br />
voro comune. L’OMS<br />
in<strong>di</strong>ca l’uso eccessi-<br />
vo <strong>di</strong> alcol, droghe e<br />
fenomeno delle vio-<br />
lenze, come fattori<br />
determinanti la salute<br />
mentale degli ado-<br />
lescenti, credo che<br />
non sia pensabile che<br />
chi si occupa <strong>di</strong> alcol,<br />
droghe, sia separato<br />
da chi si occupa <strong>di</strong> salute mentale, per-<br />
tanto ritengo sia strategico integrare i vari<br />
organismi senza pensare né a tagli né a<br />
esigenze <strong>di</strong> risorse aggiuntive. In questo<br />
modo - ha concluso Gui<strong>di</strong> - si stimolereb-<br />
be una cultura comuneche permettereb-<br />
be in modo più efficace, prima <strong>di</strong> cogliere<br />
e <strong>di</strong>ffondere conoscenze, e contempora-<br />
neamente, attraverso la formazione <strong>di</strong> reti<br />
<strong>di</strong> avvistamento del pericolo, intercettare<br />
quei casi a rischio, che tendono a <strong>di</strong>ven-<br />
tare patologia”.<br />
Anche l´Osservatorio epidemiologico<br />
regionale dell’Emilia Romagna evidenzia<br />
la situazione preoccupante: 8 su 10mila<br />
minori <strong>di</strong> età compresa tra 13 e 18 anni<br />
accedono ai servizi <strong>di</strong> urgenza. Le cau-<br />
se sono <strong>di</strong>sturbi della condotta, tentati<br />
suici<strong>di</strong>, sindromi deliranti, depressione<br />
grave e uso <strong>di</strong> alcol e droghe. Le princi-<br />
pali situazioni <strong>di</strong> emergenza, specie per<br />
l´età adolescenziale, sono psicosi e stati<br />
<strong>di</strong> grave agitazione causati anche da so-<br />
stanze, tentato suici<strong>di</strong>o e gravi alterazioni<br />
dell´umore, abusi e maltrattamenti, Adhd,<br />
<strong>di</strong>sturbi del comportamento alimentare.<br />
A proposito <strong>di</strong> questi ultimi, alcuni stu-<br />
<strong>di</strong> evidenziano che anoressia, bulimia e<br />
quadri patologici correlati rappresentano<br />
la malattia psichiatrica <strong>di</strong> cui si muore <strong>di</strong><br />
più oggi nel mondo, sia per sofferenze in-<br />
terne dell’organismo sia per suici<strong>di</strong>o.<br />
In quest’ottica - secondo Oreste Giur-<br />
lani Presidente Uncem Toscana - soprat-<br />
tutto nelle popolazioni più <strong>di</strong>sagiate, come<br />
quelle montane, va rafforzata l’offerta pub-<br />
blica <strong>di</strong> luoghi e persone in grado <strong>di</strong> acco-<br />
gliere e prendere in carico in modo olistico<br />
casi con problematiche più pesanti, anche<br />
nell’arco dell’infanzia , dell’adolescenza,<br />
come bambini con <strong>di</strong>sturbi pervasivi dello<br />
sviluppo, ragazzi con gravi depressioni,<br />
anoressia mentale ed abuso. I servizi sa-<br />
nitari nel loro complesso devono essere<br />
maggiormente coinvolti e integrati con i<br />
Dipartimenti <strong>di</strong> Salute Mentale, dei servi-<br />
zi <strong>di</strong> contrasto alle tossico<strong>di</strong>pendenze e<br />
con la rete dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> base. L’Uncem<br />
Toscana intanto - ha continuato Giurlani<br />
- ha iniziato uno stu<strong>di</strong>o-intervento trienna-<br />
le sul fenomeno dei Suici<strong>di</strong>, correlato al-<br />
l’uso problematico <strong>di</strong> alcol e violenza sulle<br />
donne e i minori, in alcune aree montane<br />
della Toscana che ha come obiettivo quel-<br />
lo <strong>di</strong> ridurre, nel triennio <strong>di</strong> sperimentazio-<br />
ne, del 10% il tasso <strong>di</strong> suici<strong>di</strong> e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
creare un modello permanente <strong>di</strong> intercet-<br />
tazione, prevenzione e cura <strong>di</strong> quei casi<br />
a rischio o patologici. Entro metà giugno<br />
- ha concluso Giurlani - con l’Assessore<br />
regionale alle Politiche Sociali Gianni Sal-<br />
vadori e l’Assessore regionale Diritto alla<br />
Salute Enrico Rossi passeremo alla firma<br />
ufficiale del protocollo che ci avvierà in<br />
questo progetto tanto ambizioso quanto<br />
necessario”.<br />
Centro Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Terapia della Gestalt<br />
“Ogni volta che accade qualcosa <strong>di</strong> reale,<br />
questo mi commuove profondamente” F. Perls<br />
- Corso <strong>di</strong> Specializzazione in Psicoterapia riconosciuto dal MIUR con D.M.<br />
del 21 maggio 2001 pubblicato sulla G.U. del 5 giugno 2001.<br />
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a cura <strong>di</strong> Tommaso Valleri<br />
con la collaborazione <strong>di</strong> Cinzia Colzi, Beatrice Maiani, Francesca Tesi<br />
ITALIA<br />
VIII Conferenza Europea IUHPE<br />
sulla promozione e l’educazione<br />
alla salute<br />
Torino, 9 settembre 2008<br />
info:www.cipespiemonte.it/promozionesalute/ps2_2008.PDF<br />
XIV Congresso Nazionale sezione <strong>di</strong><br />
psicologia sperimentale<br />
Padova, 18-20 settembre 2008<br />
info: http://aip08.psy.unipd.it/sperimentale/<br />
IX Convegno Internazionale<br />
“Imparare: questo è il problema.<br />
Dislessia e scuola”<br />
San Marino, 19-20 settembre 2008<br />
info: www.unirsm.sm/imparare/<br />
I Convegno Nazionale <strong>di</strong> psicologia<br />
giuri<strong>di</strong>ca<br />
Bari, 25-27 settembre 2008<br />
info: psicologiagiuri<strong>di</strong>ca@psico.uniba.it<br />
XIV Congresso Nazionale A.M.I.S.I.:<br />
“La metamorfosi della psicoterapia<br />
ipnotica”<br />
Milano, 25-27 settembre 2008<br />
info: amisi@virgilio.it<br />
VII Convegno Nazionale società<br />
italiana <strong>di</strong> psicologia <strong>di</strong> comunità<br />
Firenze, 25-27 settembre 2008<br />
info: info@comunica-online.com<br />
La salute come responsabilità sociale<br />
con<strong>di</strong>visa<br />
Rovigo, 1-4 ottobre 2008<br />
info: segreteriaorganizzativa@healthpromotion.org<br />
La personalità anoressica – Società<br />
Italiana <strong>di</strong> Psicoterapia Integrata<br />
Napoli, 16-18 ottobre 2008<br />
info: sipi@sipintegrazioni.it<br />
XXII Congresso Nazionale SIC<br />
Società Italiana <strong>di</strong> Criminologia<br />
San Marino, 23-25 ottobre 2008<br />
info:http://www.criminologiaitaliana.it<br />
XIV Congresso Nazionale:<br />
“Tempo, spazio, terapia cognitiva:<br />
sviluppo e cornici contestuali”<br />
Cagliari, 24-26 ottobre 2008<br />
info: class.service@mbox.netway.it<br />
I Convegno Rete Nuove Dipendenze:<br />
“Dipendenze senza sostanza,<br />
prevenzione e terapia”<br />
Firenze, 8 novembre 2008<br />
info: info@seamind.it<br />
I Congresso Internazionale:<br />
“Il corpo da 1 a 6 anni”<br />
Milano, 27-29 novembre 2008<br />
info: isfca2008@mzcongressi.com<br />
ESTERO<br />
European Society of Criminology<br />
8th Annual Conference<br />
E<strong>di</strong>nburgh (Regno Unito)<br />
3-5 settembre 2008<br />
info: eurocrim2008@ed.ac.uk<br />
38th Annual Congress of EABCT<br />
Helsinki (Finlan<strong>di</strong>a)<br />
10-13 settembre 2008<br />
http://www.eabct2008.org<br />
Fifth World Conference on the Promotion<br />
of Mental Health and Prevention of<br />
Mental and Behavioral Disorders<br />
Melbourne (Australia)<br />
10-12 settembre 2008<br />
info: www.margins2mainstream.com<br />
2008 Australian Psychological Society<br />
Conference<br />
Hobart (Australia)<br />
23-27 settembre 2008<br />
info: www.apsconference.com.au<br />
8th Conference of the European Academy<br />
of Occupational Health Psychology<br />
Valencia (Spagna)<br />
12-14 novembre 2008<br />
info: www.ea-ohp.org/Conferences
32 Rubriche Rubriche 33<br />
Chie<strong>di</strong> all’esperto<br />
La <strong>di</strong>pendenza da<br />
pornografia<br />
risponde Manuele Matera,<br />
Psicologo<br />
Ho letto l'articolo sul Corriere<br />
della Sera e poi ho navigato il vostro<br />
sito (www.retenuove<strong>di</strong>pendenze.<br />
it,n.d.r.). L'articolo sulla <strong>di</strong>pedenza<br />
da pornografia <strong>di</strong> quel ragazzo <strong>di</strong><br />
Livorno si adatta perfettamente<br />
a me. A 60 anni, età in cui dovrei<br />
accettare il ruolo <strong>di</strong> nonno, mi<br />
ritrovo a fare uso giornaliero e<br />
sempre piu intenso <strong>di</strong> pornografia<br />
con autoerotismo. Domanda: a<br />
questa età è possibile uscire da una<br />
situazione del genere?<br />
ANGELO, 60 anni<br />
Caro Angelo, quella che tu chiami “situazione<br />
del genere” è una con<strong>di</strong>zione<br />
ben definita, determinata da pensieri ricorrenti<br />
che trovano una risoluzione nell’agire<br />
schemi sempre uguali (ricercare<br />
materiale pornografico e atti <strong>di</strong> autoerotismo).<br />
Tutto questo può essere considerato<br />
<strong>di</strong>pendenza quando compare<br />
l’impossibilità <strong>di</strong> interrompere i comportamenti<br />
problematici o la persistenza dei<br />
pensieri relativi all’aspetto problematico<br />
(in questo caso la pornografia) che possono<br />
comparire in qualsiasi momento<br />
della giornata e spesso non svaniscono<br />
con la stessa velocità con la quale si<br />
sono presentati. Affrontare i problemi<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza, <strong>di</strong> qualsiasi <strong>di</strong>pendenza<br />
si tratti (<strong>di</strong>pendenza da alcool o da altre<br />
sostanze psicoattive, <strong>di</strong>pendenza dal<br />
gioco d’azzardo, porno<strong>di</strong>pendenza, ecc.)<br />
implica comprendere e lavorare soprattutto<br />
sugli elementi sottostanti al problema,<br />
che spesso sono riconducibili ad<br />
aspetti variabili per ogni persona e che<br />
possono riguardare elementi <strong>di</strong> ansia,<br />
depressione, od altro ancora. Inoltre, a<br />
seguito dell'instauratosi problema <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza<br />
compaiono sofferenze <strong>di</strong> tipo<br />
secondario quali senso <strong>di</strong> colpa e caduta<br />
dell’autostima.<br />
Utilizzando una metafora possiamo<br />
considerare il problema <strong>di</strong> <strong>di</strong>pedendenza<br />
come il tetto <strong>di</strong> una casa che pende<br />
da una parte; potremmo pensare <strong>di</strong> cercare<br />
<strong>di</strong> comprendere come mai il tetto<br />
pende, casomai arrivando a smantellare<br />
il tetto e tentare <strong>di</strong> costruirne uno migliore,<br />
con il rischio <strong>di</strong> ritrovarsi con un<br />
tetto nuovo, ma che comunque continua<br />
a pendere. Soltanto andando a stu<strong>di</strong>are<br />
cosa ci sia che non va nelle fondamenta<br />
(gli aspetti <strong>di</strong> ansia ed altro <strong>di</strong> cui parlavamo)<br />
avremo una buona possibilità <strong>di</strong><br />
ritrovarsi, alla fine e come conseguenza,<br />
un tetto che ci piace.<br />
Premesso tutto questo, caro Angelo,<br />
risolvere un problema <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza è<br />
sempre possibile: a volte da soli, altre<br />
volte con l’aiuto <strong>di</strong> un professionista che<br />
sappia affrontare insieme a te questo<br />
problema. Per tale scopo spesso l’esperienza<br />
<strong>di</strong> vita può essere <strong>di</strong> grande aiuto<br />
e rappresentare un prezioso bagaglio<br />
sul quale fare affidamento. In bocca al<br />
lupo e conto <strong>di</strong> avere in futuro buone notizie<br />
da parte tua.<br />
La <strong>di</strong>pendenza da<br />
internet<br />
risponde Rosa Mininno,<br />
Psicologo Psicoterapeuta<br />
l'autonomia, non la <strong>di</strong>pendenza.<br />
Apparentemente internet sembra facilitare<br />
il contatto sociale tra le persone.<br />
Nella vita reale si può essere soli, molto<br />
soli e su internet, nelle chat, nei forum,<br />
sui blog invece conosciutissimi e pieni<br />
<strong>di</strong> “amici”. Ho volutamente<br />
?<br />
virgolettato il<br />
termine “amici” perché le relazioni amicali<br />
e amorose sono complesse ed implicano<br />
quella fisicità che internet elude<br />
ed elide.<br />
Magari possono anche nascere delle<br />
relazioni affettive che si traducono poi<br />
nella realtà in rapporti stabili. Ma non è<br />
il suo caso. Cosa si aspettava da questa<br />
relazione virtuale? Cosa ha rappresentato<br />
e rappresenta per lei quel messaggio<br />
?<br />
?<br />
<strong>di</strong> quell’uomo che non ha mai conosciuto<br />
Sono <strong>di</strong>pendente dai messaggi via<br />
internet (con l'utilizzo <strong>di</strong> messenger)<br />
mandati prima tutti giorni e poi<br />
spora<strong>di</strong>camennte (ahimé) da un<br />
ragazzo conosciuto in chat mai visto<br />
personalmente, ma per cui provo<br />
emozioni e pensieri ossessivi che<br />
scambio per amore :-( Aiuto!<br />
CECILIA, 39 anni<br />
Salve Cecilia, nella sua breve eMail<br />
non ci sono riferimenti alla sua vita affettiva<br />
e relazionale, alla sua vita reale<br />
intendo <strong>di</strong>re, quella offline. La <strong>di</strong>pendenza<br />
da relazioni virtuali si riferisce al<br />
bisogno <strong>di</strong> instaurare relazioni amicali o<br />
amorose con persone incontrate online.<br />
Lo stesso tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo si può manifestare<br />
nella realtà offline e viene definito<br />
<strong>di</strong>pendenza affettiva o love ad<strong>di</strong>ction.<br />
Nella sua eMail lei stessa definisce<br />
il suo comportamento una <strong>di</strong>pendenza<br />
e <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> scambiare per amore ciò che<br />
prova, <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> avere “pensieri ossessivi”;<br />
consapevole, a quanto sembra, dell’inadeguatezza<br />
della sua situazione personale.<br />
Ci chiede un aiuto: non si isoli,<br />
chieda un appuntamento ad uno psicologo<br />
o ad uno psicoterapeuta, non fugga<br />
da sé stessa e dalla realtà. Inizi un<br />
percorso terapeutico: l’obiettivo ultimo è<br />
personalmente, ma con il quale ha avuto<br />
uno scambio <strong>di</strong> intimità seppur virtuale?<br />
Cosa c’è o non c’è nella sua vita e chi<br />
c’è o è assente nella sua vita? E come<br />
è presente o assente nella sua vita ? E<br />
lei cosa sta realizzando per sé stessa in<br />
questo momento? Affronti le sue paure<br />
e cambi il suo modo <strong>di</strong> porsi in relazione<br />
con sé stessa, con i suoi pensieri, con i<br />
suoi affetti, con le sue emozioni, con la<br />
sua <strong>di</strong>mensione fisica e sessuale <strong>di</strong> donna.<br />
Attraverso la psicoterapia potrà porsi<br />
<strong>di</strong>versi interrogativi e cercare e trovare<br />
risposte adeguate, darsi degli obiettivi<br />
da raggiungere, potrà sviluppare abilità<br />
personali e buone capacità comunicative<br />
ed acquisire un buon livello <strong>di</strong> autostima,<br />
necessario per relazionarsi e confrontarsi<br />
con un “tu” positivamente. Un<br />
saluto cor<strong>di</strong>ale.<br />
La <strong>di</strong>pendenza<br />
affettiva<br />
risponde Stefania Tedal<strong>di</strong>,<br />
Psicologo Psicoterapeuta<br />
Gentilissimo dottore, vorrei per<br />
favore che mi aiutasse riguardo un<br />
problema molto grosso: ho una figlia<br />
<strong>di</strong> 15 anni allevata con molto amore,<br />
<strong>di</strong>alogo e anche permessività. Ho<br />
scoperto con dolore che sotto<br />
l’incoraggiamento del suo ragazzino<br />
<strong>di</strong>ciassettenne, ha rubato in casa i<br />
miei gioelli, molti, per darli a lui e poi<br />
ho scoperto ancora più spaventata<br />
che sempre indotta dal ragazzo era<br />
entrata in un giro <strong>di</strong> prostituzione<br />
anche con uomini gran<strong>di</strong> girando<br />
filmini ed altro. Quello che sconcerta<br />
è che lei sembrava aver capito<br />
la gravità dei fatti: minacciava il<br />
suici<strong>di</strong>o, poi non voleva mangiare,<br />
noi genitori avremmo voluto<br />
denunciare ma, per paura che non<br />
reggesse, abbiamo accettato il suo<br />
rifiuto a farlo con la promessa <strong>di</strong> non<br />
rivederlo più. Ora invece abbiamo<br />
capito che non ha preso coscienza<br />
<strong>di</strong> niente e vuole rimettersi con lui<br />
promettendo <strong>di</strong> non fare più quello<br />
che ha fatto precedentemente.<br />
Abbiamo paura perché anche se lo<br />
proibiamo lo farà lo stesso giacchè<br />
è così bugiarda.<br />
Per favore cosa dobbiamo fare?<br />
Abbiamo anche consultato una<br />
psicologa lei va ma ve<strong>di</strong>amo che è<br />
più per tenerci buoni. In attesa <strong>di</strong><br />
una sua risposta la saluto.<br />
MARIA, 45 anni<br />
Cara Maria, la situazione <strong>di</strong> profondo<br />
<strong>di</strong>sagio che state vivendo in famiglia può<br />
mo<strong>di</strong>ficarsi in positivo solo se vi è un<br />
profondo impegno da parte <strong>di</strong> tutti. Posso<br />
darti qualche consiglio che, se messo<br />
in pratica,dovrebbe aiutarti ad uscire da<br />
XIV CONGRESSO NAZIONALE AMISI<br />
La metamorfosi della Psicoterapia Ipnotica<br />
L’evoluzione continua<br />
25 -26-27 settembre 2008<br />
Milano, Università Cattolica Sacro Cuore<br />
Presidente Onorario prof. Marcello Cesa-Bianchi<br />
questa realtà <strong>di</strong>struttiva e degradante,<br />
non solo per quanto riguarda voi genitori<br />
ma anche per tua figlia stessa.<br />
Da quanto mi scrivi la ragazza sembra<br />
manifestare un problema <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza<br />
affettiva, quello che gli americani chiamano<br />
love ad<strong>di</strong>ction. Secondo le ultime<br />
statistiche questa <strong>di</strong>pendenza colpisce<br />
maggiormente il sesso femminile e la<br />
causa principale è la scarsa considerazione<br />
che si ha <strong>di</strong> se stessi. Si idealizza<br />
una persona (normalmente dell’altro<br />
sesso) che risponde a certe caratteristiche<br />
ritenute affascinanti. L’idealizzazione<br />
è nutrita dalla speranza <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare<br />
la propria immagine negativa proprio attraverso<br />
la costruzione <strong>di</strong> una relazione<br />
amorosa con questo “qualcuno” che riteniamo<br />
superiore.<br />
In un secondo momento, pur <strong>di</strong> mantenere<br />
questo legame, si è <strong>di</strong>sposti a<br />
fare qualunque cosa; infatti l’idea della<br />
per<strong>di</strong>ta dell’oggetto d’amore è inaccettabile<br />
perché genera una sensazione <strong>di</strong><br />
morte e <strong>di</strong>sperazione. In realtà la persona<br />
<strong>di</strong>pendente non si rende conto che è<br />
proprio il suo comportamento debole e<br />
sottomesso a <strong>di</strong>struggere la poca stima<br />
che si possiede ed mina lentamente la<br />
volontà decisionale. Più si accettano<br />
comportamenti degradanti più ci si degrada<br />
e più ci si sente una nullità; più<br />
ci si percepisce come una nullità, più si<br />
manifestano comportamenti degradanti.<br />
E’ una spirale <strong>di</strong>fficile da sbloccare. Il<br />
soggetto <strong>di</strong>pendente non si rende conto<br />
che si chiude in una gabbia che non solo<br />
si auto-alimenta, ma immobilizza completamente<br />
ogni elemento costruttivo<br />
della propria personalità. Chi vive questa<br />
con<strong>di</strong>zione regre<strong>di</strong>sce ad uno sta<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> totale mancanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità, sentendosi<br />
indegno e paralizzato.<br />
Per tua figlia, comunque, è fondamentale<br />
fare una psicoterapia che accresca<br />
la sua stima e considerazione e<br />
che la stessa partecipi attivamente alle<br />
sedute. Per quanto riguada voi genitori<br />
sarebbero utili dei colloqui <strong>di</strong> sostegno.<br />
Infine è necessario interpellare i Servizi<br />
Sociali perché tua figlia è minorenne e<br />
va protetta da chi vuole abusare <strong>di</strong> lei.<br />
Se hai ancora dei dubbi puoi scrivermi<br />
<strong>di</strong> nuovo.<br />
SCUOLA EUROPEA<br />
<strong>di</strong> PSICOTERAPIA IPNOTICA<br />
Specializzazione in Psicoterapia<br />
Inizio Corsi: 11 ottobre 2008 - Aperte le iscrizioni<br />
Direttore prof. Giampiero Mosconi<br />
Sede Milano, via Paisiello 12 e 14<br />
Per iscrizioni ed informazioni AMISI tel. 02.236.54.93 E-mail: amisi@virgilio.it sito www.amisi.it
34<br />
Rubriche<br />
Cinema e <strong>Psicologi</strong>a<br />
Zo<strong>di</strong>ac<br />
Questo pregevole film <strong>di</strong> Fincher, intera-<br />
mente girato in <strong>di</strong>gitale, si cala in una sto-<br />
ria <strong>di</strong> omici<strong>di</strong> avvenuti nel 1969 nell’area <strong>di</strong><br />
San Francisco, negli Stati Uniti, per opera <strong>di</strong><br />
un serial killer soprannominatosi Zo<strong>di</strong>ac. Il<br />
soprannome si riferisce allo Zo<strong>di</strong>aco, il noto<br />
sistema <strong>di</strong> segni astrali. Il simbolo dei suoi<br />
scritti era infatti composto da un cerchio con<br />
una croce sopra, forse a significare un em-<br />
blema astrale sconosciuto, ma dal cui influs-<br />
so non poteva sfuggire? L’assassino agiva<br />
mantenendosi in corrispondenza con la po-<br />
lizia, lo faceva attraverso lettere in<strong>di</strong>rizzate<br />
alla redazione del San Francisco Chronicle.<br />
Zo<strong>di</strong>ac era un personaggio psicopatico<br />
che amava comunicare con le forze dell’or-<br />
<strong>di</strong>ne in una modalità criptografica, enigmati-<br />
ca, in gran parte oscura, trovando anche in<br />
questo modo <strong>di</strong> agire un punto <strong>di</strong> go<strong>di</strong>men-<br />
to; era un uomo considerato dagli psichiatri<br />
intelligente e scaltro, che pur avendo com-<br />
messo otto delitti e sospettato anche <strong>di</strong> altri<br />
successivi omici<strong>di</strong> non verrà mai preso.<br />
La pellicola prende in considerazione un<br />
arco <strong>di</strong> tempo molto lungo che partendo dal<br />
‘68 arriva sino agli inizi degli anni ‘90.<br />
L’andamento narrativo del film è in sti-<br />
le inchiesta e nonostante la necessità per<br />
Fincher <strong>di</strong> rimanere fedele ai fatti noti, tipica<br />
<strong>di</strong> questo genere, e quin<strong>di</strong> nonostante l’im-<br />
possibilità per lui <strong>di</strong> costruire a tavolino, con<br />
una certa perfezione formale, sequenze <strong>di</strong><br />
suspense legate in qualche modo a un fi-<br />
nale a sorpresa, il suo film mostra lo stesso<br />
situazioni visive <strong>di</strong> alto livello <strong>di</strong> tensione,<br />
degne dei migliori thriller.<br />
<strong>di</strong> Biagio Giordano<br />
È risaputo come il cinema sia spesso in-<br />
tenzionato a dare al male che rappresenta<br />
nei suoi racconti filmici un certo significato.<br />
Esso a volte è <strong>di</strong>retto, essenziale ed espres-<br />
so con una certa precisione, visivamente<br />
chiaro, e a volte viene invece formulato con<br />
curiose congetture, ad esempio quando si<br />
sofferma sui nessi causali degli eventi del-<br />
la storia biografica e psicologica che ha<br />
per protagonista l’autore del male, tutto ciò<br />
sembra finalizzato a far capire allo spettato-<br />
re alcuni semplici e schematici sensi logici<br />
costituenti la struttura del male.<br />
Nella realtà le cose sono molto più com-<br />
plesse perché sovente non si riesce a trova-<br />
re il senso o la causa <strong>di</strong> un’azione malvagia<br />
o criminosa, pur trovandoci <strong>di</strong> fronte ad azio-<br />
ni facilmente spiegabili e ben interpretabili<br />
fin nel profondo, qualcosa sembra <strong>di</strong>rci che<br />
l’ignoto rimane ancora <strong>di</strong> un’ampiezza in<strong>di</strong>-<br />
cibile. Come d’altra parte numerose sono<br />
anche le condotte negative prive da subito<br />
<strong>di</strong> un senso logico e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un movente,<br />
banali, fuori da ogni logica sociologica o<br />
psicologica, lontane da ogni patologia rico-<br />
nosciuta. A proposito anche la psicanalisi,<br />
dopo un lungo lavoro analitico, in numerosi<br />
casi può solo rendere evidente il moto pul-<br />
sionale del male ma non intenderne le cau-<br />
se perché il desiderio, <strong>di</strong>ventando tutt’uno<br />
con il male, non lascia capire le sue origini,<br />
e quin<strong>di</strong> può solo mostrare la <strong>di</strong>namica del<br />
suo movimento temporale, movimento su<br />
cui l’analista cerca <strong>di</strong> intervenire in uno dei<br />
momenti più opportuni dell’analisi per con<strong>di</strong>-<br />
zionarne l’andamento sintomatico.<br />
Questa caratteristica del cinema nei ri-<br />
guar<strong>di</strong> del male è forse uno degli aspetti<br />
etici che più lo rendono popolare. Resta da<br />
chiedersi quanto la ricerca cinematografica<br />
intorno al significato del male sia dovuta alle<br />
intenzioni dei registi e quanto invece dettato<br />
da banali esigenze <strong>di</strong> mercato e istituzionali.<br />
Bisogna, infatti, considerare come nell’arte<br />
cinematografica l’autore non sempre sia li-<br />
bero <strong>di</strong> stendere una propria sceneggiatura<br />
originale e quando questa libertà viene a<br />
mancare la sua narrazione ne risente, ap-<br />
pare molto con<strong>di</strong>zionata e un po’ schizoide.<br />
Il cinema quin<strong>di</strong> sembra vincolato alle istitu-<br />
zioni, molto più <strong>di</strong> quanto lo sia il Teatro.<br />
Il cinema è un’arte visiva complessa,<br />
che a volte risente <strong>di</strong> compromessi fatti con<br />
le istituzioni e il mercato, inoltre sovente è<br />
presa tra censure e preoccupazioni peda-<br />
gogiche, invasa, in modo violento dai voleri<br />
<strong>di</strong> chi in qualche modo resta responsabile<br />
delle istituzioni politiche e religiose. Ciò è<br />
spiegabile proprio per il fatto stesso che il<br />
film, a <strong>di</strong>fferenza del libro e del teatro, può<br />
toccare miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> persone e influenzare<br />
con i meccanismi che lo costituiscono, quali<br />
l’identificazione e la proiezione, aspetti po-<br />
polari molto vasti della vita sociale, cultura-<br />
le, ideologica e religiosa <strong>di</strong> un paese.<br />
Fincher però con questo film sfugge un<br />
po’ a questa regola abitu<strong>di</strong>naria o coatta che<br />
ruota intorno ai con<strong>di</strong>zionamenti esterni, e<br />
grazie a un’impostazione narrativa a forma<br />
<strong>di</strong> documento riesce a <strong>di</strong>re quello che effet-<br />
tivamente pensa sui famosi eventi criminosi<br />
del ’69. Lo fa senza interpretare, e riuscendo<br />
a ravvivare, come solo lui sa fare, tutti i quat-<br />
tro maggiori personaggi che incarnano nelle<br />
scene le persone reali che si sono alternate<br />
all’epoca sia nell’inchiesta che nel rapporto<br />
con i me<strong>di</strong>a interessati agli eventi.<br />
Persone che si faranno talmente coin-<br />
volgere nell’inchiesta da rimanerne segnati<br />
per sempre nella loro vita, a volte in modo<br />
tragico.<br />
A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> molti altri film thriller, in<br />
questa pellicola <strong>di</strong> Fincher, il male non tro-<br />
va spiegazioni <strong>di</strong> alcun genere, e proprio<br />
per questo costringe a ulteriori riflessioni, si<br />
è obbligati a pensare non tanto alle cause<br />
complesse delle sue origini ma a cos’è effet-<br />
tivamente l’uomo, cosa si cela <strong>di</strong>etro la sua<br />
maschera <strong>di</strong> persona, quando alla luce <strong>di</strong> al-<br />
cuni dettagli che fanno credere a un debor-<br />
damento dalla norma, giunge all’omici<strong>di</strong>o.<br />
Vien da pensare che le nostre conoscen-<br />
ze filosofiche e storiche sull’uomo e il suo<br />
comportamento non siano del tutto suffi-<br />
cienti a cogliere la complessa struttura dei<br />
desideri umani, forse perché i desideri <strong>di</strong><br />
onnipotenza, come quello <strong>di</strong> Zo<strong>di</strong>ac nel film,<br />
spesso coesistono, seppur in modo preca-<br />
rio, con i desideri civilmente ammissibili e<br />
nessuna istituzione repressiva osa perciò<br />
andare oltre valori <strong>di</strong> tolleranza riconosciuti<br />
come accettabili dalla civiltà.<br />
Ma nella realtà <strong>di</strong>etro i desideri <strong>di</strong> onni-<br />
potenza si nascondono insi<strong>di</strong>e patologiche<br />
non da poco che trovano da una parte una<br />
classificazione clinica istituzionale precisa,<br />
dall’altra simultaneamente molte resistenze<br />
da parte dei responsabili psichiatrici verso<br />
un impegno <strong>di</strong> conoscenza dei meccanismi<br />
più profon<strong>di</strong> costituenti il moto desiderante<br />
inconscio.<br />
Allora vien da chiedersi con questo film<br />
se il desiderio umano legato all’etica in<br />
simbiosi con la patologia, non sia in realtà<br />
sempre preso tra bene e male fino al punto<br />
da <strong>di</strong>venire una passione, un godere e pa-<br />
tire che sfocia inesorabilmente in una zona<br />
oscura del mondo rappresentativo, un luo-<br />
go incomprensibile che nessuna istituzione<br />
può raggiungere perché <strong>di</strong> là da ogni legge<br />
e pudore umano tra<strong>di</strong>zionale.<br />
Zo<strong>di</strong>ac<br />
Regia: David Fincher<br />
Con: Jake Gyllenhaal, Robert Downey<br />
Jr., Mark Ruffalo, Anthony Edwards<br />
USA (2007)<br />
%-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------<br />
Coupon da inviare a: Simposio, <strong>Rivista</strong> <strong>di</strong> <strong>Psicologi</strong> e <strong>Psicoterapeuti</strong>, via Leopar<strong>di</strong> 14 - 50121 Firenze<br />
Titolo ________ Nome ________________________________ Cognome __________________________________________________________________<br />
Presso _______________________________________________________________________________________________________________________<br />
In<strong>di</strong>rizzo ______________________________________________________________________________________________________________________<br />
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Data ____________ Firma ________________________________________________________________________________________________________<br />
Ai sensi dell’art. 13 del D. Lsg. 196/03 desideriamo informarLa che i dati richiesti saranno utilizzati solo per i fini istituzionali previsti dallo Statuto del <strong>Movimento</strong> <strong>Psicologi</strong> In<strong>di</strong>pendenti e che Ella può avvalersi <strong>di</strong> quanto<br />
previsto dagli artt. 7, 8, 9, 10 del D. Lgs. 196/03. Titolare del Trattamento è <strong>Movimento</strong> <strong>Psicologi</strong> In<strong>di</strong>pendenti, via Leopar<strong>di</strong> n° 14, Firenze. Il sottoscritto autorizza espressamente il <strong>Movimento</strong> <strong>Psicologi</strong> In<strong>di</strong>pendenti al<br />
trattamento dei propri dati personali ai sensi del D. Lgs. 196/03.<br />
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E<strong>di</strong>tore:<br />
Vertici s.r.l.<br />
<strong>di</strong><br />
Andrea<br />
Innocenti,<br />
Psicologo<br />
Vampate, irritabilità, ansia, depressione e calo del<br />
desiderio non colpiscono tutte le donne in menopau-<br />
sa allo stesso modo. Le <strong>di</strong>fferenze si fanno sentire<br />
specie tra Paesi anglosassoni e me<strong>di</strong>terranei. A so-<br />
stenerlo un'indagine del Dipartimento <strong>di</strong> Psichiatria<br />
dell'Università <strong>di</strong> Melbourne (Australia), che ha pre-<br />
sentato i suoi risultati al Congresso Mon<strong>di</strong>ale<br />
della Menopausa, tenutosi a Madrid.<br />
Fonte: ADN Kronos Salute<br />
Proprietario:<br />
<strong>Movimento</strong> <strong>Psicologi</strong> In<strong>di</strong>pendenti<br />
Direttore Responsabile:<br />
Rolando Ciofi<br />
Amministrazione:<br />
<strong>Movimento</strong> <strong>Psicologi</strong> In<strong>di</strong>pendenti<br />
Via Leopar<strong>di</strong>, 14 - 50121 Firenze<br />
Tel. 055 2479220 Fax 055 2477263<br />
Agli italiani piace avere i pie<strong>di</strong><br />
per terra. Due su tre hanno in-<br />
fatti paura <strong>di</strong> volare: un’autentica<br />
“aviofobia” che, in vista dell’esta-<br />
te, esplode con <strong>di</strong>mensioni quasi<br />
epidemiche. A fare i conti è una<br />
ricerca condotta dall’Eurodap.<br />
Fonte: La Stampa<br />
Ufficio pubblicità:<br />
Vertici S.r.l.<br />
Via Leopar<strong>di</strong>,14 - 50121 Firenze<br />
Tel. 055 2342810 Fax 055 2477263<br />
Email adv@vertici.com<br />
Stampa:<br />
Giunti Industrie Grafiche SpA<br />
Stabilimento <strong>di</strong> Iolo (PO)<br />
Una ricerca sull'Alzheimer pre-<br />
sentata nel corso della Giornata<br />
della Ricerca svoltasi a Firenze,<br />
fotografa gli impulsi dei neuroni<br />
della corteccia cerebrale cercan-<br />
do così <strong>di</strong> capire in che modo il<br />
cervello si autoripara.<br />
Fonte: La Repubblica<br />
Per quanto riguarda i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> produzione: l’E<strong>di</strong>tore si<br />
<strong>di</strong>chiara pienamente <strong>di</strong>sponibile a regolare eventuali<br />
spettanze per quelle immagini <strong>di</strong> cui non sia stato<br />
possibile reperire la fonte.<br />
Stando ai risultati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o<br />
pubblicato sulla rivista The<br />
Faseb Journal, una particolare<br />
sostanza rilasciata dall'incenso<br />
ardente, usato nelle cerimonie<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse fe<strong>di</strong> religiose, sarebbe<br />
in grado <strong>di</strong> attivare parti del<br />
cervello alleviando ansia e de-<br />
pressione.<br />
Fonte: La Repubblica<br />
Narciso, impulsivo, eccitante, bugiardo, <strong>di</strong>sonesto:<br />
ecco l'identikit dell'uomo che ha successo con le don-<br />
ne. L'affidabilità, la fedeltà, la cura, la simpatia sono<br />
buone armi ma il fascino sprigionato dal bello e ma-<br />
ledetto è invincibile. A questa conclusione, ben chiara<br />
già a tanti uomini e a tante donne, sono giunte due<br />
ricerche presentate a Kyoto in occasione del meeting<br />
della Human Behavior and Evolution Society.<br />
Fonte: Yahoo! Health<br />
Spe<strong>di</strong>zione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 art. 1,<br />
comma 1, DCB Firenze1<br />
Pubblicazione perio<strong>di</strong>ca Reg. Tribunale Firenze n. 5431<br />
del 15/06/2005<br />
© 2005-08 <strong>Movimento</strong> <strong>Psicologi</strong> In<strong>di</strong>pendenti - Firenze<br />
Illustrazioni:<br />
© Shutterstock: foto <strong>di</strong> copertina, pp. 13, 16, 18, 21, 22,<br />
25, 27, 28, 30, 33, 34.
Istituto <strong>di</strong> <strong>Psicologi</strong>a Scolastica in collaborazione con E<strong>di</strong>zioni Carlo Amore<br />
PSICOLOGIA SCOLASTICA<br />
nelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Roma (12 a e<strong>di</strong>zione)<br />
Milano (12 a e<strong>di</strong>zione)<br />
Bologna (9 a e<strong>di</strong>zione)<br />
Palermo (8 a e<strong>di</strong>zione)<br />
Torino (2 a e<strong>di</strong>zione)<br />
www.educazione.it<br />
Centro Italiano <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>azione e Conciliazione in collaborazione con E<strong>di</strong>zioni Carlo Amore<br />
MEDIAZIONE FAMILIARE<br />
nelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Roma (16 a e<strong>di</strong>zione)<br />
Milano (14 a e<strong>di</strong>zione)<br />
Palermo (9 a e<strong>di</strong>zione)<br />
Bologna (3 a e<strong>di</strong>zione)<br />
Torino (2 a e<strong>di</strong>zione)<br />
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Sede Nazionale:<br />
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Seconda Sede:<br />
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