Copertina 4 - Retriever Magazine
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<strong>Retriever</strong><br />
magazine<br />
periodico di informazione on-line del RCI - anno 2 - numero 4 - seembre seembre - novembre 2009<br />
in questo numero:<br />
• Editoriale RCI<br />
• Il nuovo standard del Labrador:<br />
proteggiamo proteggiamo il il futuro futuro<br />
• Esposizione e psicologia<br />
• Anke Bogaerts: la “gitana” dei retrievers<br />
• Trent’anni di avventura cinofila<br />
• Partiamo bene con il nostro cucciolo<br />
• La torsione di stomaco<br />
• • King<br />
• Quelle sottili forme di maltrattamento<br />
di tutti i giorni giorni<br />
• Golden: arma letale... non solo nel riporto.<br />
• • Libri e curiosità<br />
anni anni con con i i retrievers<br />
retrievers<br />
anni anni per per i i retrievers<br />
retrievers<br />
nella nella foto foto i i primi primi campioni campioni sociali sociali del del RCI: RCI: Rase Rase Harlequin Harlequin (Flat (Flat coated), coated), Ninian Ninian (Golden), (Golden), Oliver Oliver (Labrador) (Labrador)
in questo numero:<br />
• Editoriale RCI - di Elena Casolari Videsott<br />
• Il nuovo standard del Labrador:<br />
proteggiamo il futuro - di Rosa Agostini<br />
• Esposizione e psicologia - di Goran Bodegard<br />
• Anke Bogaerts: la “gitana” dei retrievers - di Sergio Russo<br />
• Trent’anni di avventura cinofila - di Giancarlo Vignaroli<br />
• Partiamo bene con il nostro cucciolo - di Helene Leimer<br />
• La torsione di stomaco - di Lucia Casini<br />
• King - di Stefano Morini<br />
• Quelle sottili forme di maltrattamento<br />
di tutti i giorni - di Cinzia Stefanini<br />
• Golden: arma letale... non solo<br />
nel riporto - di Leonardo Langiu<br />
• Libri e curiosità - a cura di Patty Fellows e Alessandra Franchi<br />
Un sentito grazie a quanti hanno collaborato a questo numero,<br />
in particolare a Susan Street e a tutti i soci RCI che ci hanno<br />
gentilmente mandato delle foto.<br />
Patty Fellows<br />
redattore<br />
Originaria del Nord America, da sempre<br />
amante dei cani, vive in Italia in compagnia<br />
delle sue due labrador femmina con cui<br />
frequenta da tempo il mondo delle<br />
esposizioni e del lavoro.<br />
Alessandra Franchi<br />
redattore<br />
Da dieci anni seguo con passione tutto<br />
quanto riguarda i retriever, in particolare il<br />
lavoro. Ho un piccolo allevamento<br />
amatoriale di golden retriever e insieme alla<br />
mia famiglia trascorro infinite ore divertenti<br />
con i nostri golden, in addestramento,<br />
passeggiate, lavoro e relax!<br />
Martino Salvo<br />
coordinatore di redazione<br />
Appassionato retrieverista, da più di dieci<br />
anni partecipa ai field trial e ai working test.<br />
Ha prodotto alcuni video divulgativi sulle<br />
gare per retriever.<br />
Leonardo Langiu<br />
Impaginazione/grafica<br />
Ogni articolo esprime in libertà le opinioni del suo autore, il RCI puo' non condividere o sottoscrivere necessariamente quanto viene pubblicato.
l’editoriale<br />
I Trent’anni di RCI: che cosa è cambiato nella cinofilia retriever?<br />
Cani e cinofilia sono stati una costante della mia vita. L’occasione del Trentennale RCI mi sollecita ad<br />
una riflessione più generale ed estesa nel tempo sulla funzione che il cane è venuto ad assumere oggi<br />
nel nostro contesto sociale, con particolare riferimento alle razze retriever.<br />
La Gran Bretagna, madre delle razze canine e degli sport, ha creato il retriever come ausiliare del<br />
cacciatore sportivo. E’ancora questa la sua funzione principale?<br />
Negli ultimi tempi si è assistito ad una costante crescita numerica delle razze retriever, tanto da essere<br />
queste annoverate fra le più diffuse su tutto il pianeta.<br />
Quale ne sarà la ragione? Non sarà certo la maggiore richiesta da parte dei cacciatori, ora che la caccia<br />
sta subendo un duro attacco da parte del mondo ambientalista e dall’affermarsi dei principi degli<br />
equilibri biologici e dell’ecologia in generale.<br />
Vorrei proporvi questa semplice risposta: è il loro “will to please”, frutto della selezione operata dai<br />
primi allevatori, mirata alla funzione venatoria, ed è proprio grazie al re-indirizzamento dell'istinto<br />
predatorio al servizio dell’uomo, indispensabile per l'uso in caccia dei retriever, che possediamo oggi<br />
queste splendide e versatili razze. E' per noi un imperativo morale non dimenticare, anzi sviluppare, gli<br />
obbiettivi degli allevatori che hanno creato gli antenati dei nostri attuali retriever: perdendoli di vista<br />
perderemmo quanto di meglio abbiamo ottenuto finora.<br />
In un momento di grande incertezza sociale, caratterizzata da instabilità del contesto della famiglia,<br />
fragilità dei giovani, precarietà della sicurezza del lavoro, bisogno di attenzione ed affetto da parte di chi<br />
vede prolungarsi la vecchiaia sempre più in solitudine, ecco che si cerca un cane, e possibilmente un<br />
retriever, di cui ormai si conosce il buon carattere, la versatilità, l’adattabilità.<br />
Dunque, il retriever sta assumendo una valenza importante nel contesto sociale e sta diventando un<br />
vero e proprio strumento di ausilio operativo in tanti campi, oltre a quelli già ben individuati, dalla guida<br />
ciechi, l’assistenza ai disabili, la pet therapy, la collaborazione nei servizi di ricerca, controllo,<br />
protezione civile, alla semplice presenza fisica di un essere vivente amico per chi è o si sente solo…<br />
Allora ecco l’impegno che deve assumersi oggi, a trent’anni dalla fondazione, il <strong>Retriever</strong>s Club Italiano,<br />
in quanto rappresentante ufficiale di tutte le razze retriever e associazione di propretari ed allevatori:<br />
lavorare nel rispetto delle aspettative collettive e dell’immagine attuale del retriever, pur senza<br />
dimenticarne le origini. Quali possibili derive morfologico-caratteriali possono essersi sviluppate, tali da<br />
non poter soddisfare appieno le richieste attuali? Ci si accorge a volte del pericolo dell’affermarsi<br />
dell’ipertipo, della ricerca di masse muscolari eccessive, che fatalmente si traducono in atteggiamenti<br />
caratteriali di dominanza, oppure si incontrano sempre più spesso soggetti ipersensibili di carattere<br />
pauroso ed instabile…<br />
E' quindi compito della Società Specializzata riflettere sui cambiamenti e sensibilizzare gli allevatori a<br />
non allontanarsi dalla strada indicata chiaramente dagli standard.<br />
Ogni allevatore ha il dovere di produrre il retriever che ognuno si aspetta e che ha diritto di trovare.<br />
Sta alla sua intelligenza e capacità, senso critico e responsabilità, di prevedere e trovare le vie per<br />
raggiungere la massima realizzazione dell’arte di allevare, perché di Arte si tratta davvero.<br />
Dr. Elena Casolari Videsott – Presidente RCI
Il nuovo<br />
standard<br />
del Labrador:<br />
proteggiamo il<br />
futuro<br />
Sul numero due del nostro magazine, la redazione ha pubblicato un interessante quanto allarmante articolo sulle<br />
questioni che hanno investito l’allevamento inglese ed lo stesso Kennel Club nell’ultimo anno. In conseguenza di<br />
ciò il Kennel Club ha apportato delle modifiche agli standard di varie razze, tra cui anche i Labrador <strong>Retriever</strong>.<br />
La Gran Bretagna è considerato il<br />
paese di origine del Labrador ed<br />
Il British Kennel Club standard è in<br />
uso in molti paesi del mondo. La<br />
stessa FCI (Federazione Cinologica<br />
Internazionale) e tutti i paesi che ne<br />
fanno parte, quindi anche l’Italia,<br />
usano questo standard. Proprio per<br />
questo motivo la Sezione Labrador<br />
ha voluto contattare, in qualità<br />
di esperto giudice-allevatore, Mr.<br />
DavidCraig (allevamento Davricard<br />
UK). Mr. Craig ha avuto l’arduo<br />
compito di farci comprendere meglio<br />
queste problematiche, illustrarci in<br />
cosa consistono le modifiche apportate allo standard di<br />
razza dal Kennel Club e sopratutto come interpretarle.<br />
Mr. David Craig, dopo aver giudicato il nostro Club Show<br />
il 24 aprile 2009, si è molto gentilmente prestato a tenere<br />
per gli allevatori e giudici italiani una conferenza sullo<br />
standard di razza dal titolo “Labrador <strong>Retriever</strong>: lo standard<br />
secondo David Craig.” La conferenza si è svolta in un clima<br />
amichevole ed alla presenza di numerosi allevatori, alcuni<br />
giudici e molti appassionati.<br />
Il signor Craig ha fatto salire sul palco un esemplare di<br />
Labrador per spiegare meglio ai presenti i vari punti che<br />
si sarebbero affrontati durante la conferenza. Ha poi<br />
esordito parlando dei numerosi soggetti che hanno fatto<br />
la storia dell’allevamento prima inglese e poi mondiale.<br />
Mostrando al pubblico una serie di diapositive di differenti<br />
Labrador, chiedeva ai presenti di identificare ogni cane;<br />
siamo stati tutti molto coinvolti da questo divertente<br />
quanto istruttivo quiz, e siamo così entrati nel vivo della<br />
di Rosa Agostini<br />
CH Ballyduff Marketeer<br />
sopra: David Craig e SH CH Foulby Buttons and Bows<br />
discussione studiando in primis<br />
com’era il Labrador.<br />
La chiave di tutta la discussione è<br />
partita proprio da quelle diapositive<br />
e da un concetto fondamentale<br />
secondo Mr. Craig: “l’importanza del<br />
lavoro di selezione dell’allevatore.”<br />
“L’allevatore non deve ritenersi<br />
creatore o innovatore della razza<br />
ma “ IL CUSTODE DELLA RAZZA”,<br />
una razza che ci è stata lasciata<br />
in eredità da altri allevatori prima<br />
di noi. L’allevatore è colui che ha<br />
in mano le sorti della nostra razza<br />
e ha quindi l’obbligo morale di<br />
custodirla e tutelarla, difenderla quindi dagli eccessi.”<br />
Lo standard secondo David Craig:<br />
- Aspetto generale<br />
Di costruzione robusta, compatto, molto attivo; cranio<br />
ampio, torace profondo e costato ben cerchiato; reni e<br />
treno posteriore larghi e forti.<br />
Osservando la foto di un importante soggetto, SH CH<br />
Bradking Hugo, Mr. Craig ha sottolineato l’armoniosità di<br />
quel Labrador così bilanciato: potente ma che allo stesso<br />
tempo dimostri di essere un soggetto di qualità. Mr. Craig<br />
ha avuto la fortuna di presentare SH CH Bradking Hugo<br />
essendone il comproprietario e ottenendo con lui 50 CC,<br />
un record per l’Inghilterra ancora imbattuto. Mr. Craig<br />
ha poi citato, per sottolineare l’importanza dell’aspetto<br />
generale del Labrador, la frase di una delle più famose<br />
allevatrici inglesi Mrs. Roslin Williams la quale sosteneva<br />
4 mondo esposizioni
che “Un tipico Labrador deve sembrare solo un Labrador<br />
e niente altro . Se ci ricorda un’altra razza, vuol dire che<br />
non è tipico”.<br />
- Caratteristiche<br />
Di buon carattere, molto agile (il che preclude un peso<br />
eccessivo o troppa sostanza). Eccellente fiuto, bocca morbida,<br />
amante dell’acqua. Adattabile e devoto compagno.<br />
Ecco la prima novità introdotta dal Kennel Club. Mr. Craig<br />
sottolinea prima di tutto che il Labrador è un cane da lavoro<br />
ed a questo scopo selezionato. Un Labrador troppo grasso<br />
o troppo pesante non riuscirebbe mai a lavorare per ore su<br />
terreni impervi e non avrebbe quell’agilità e quella potenza<br />
che gli sono necessarie per il riporto di selvaggina pesante;<br />
viceversa un Labrador con poca sostanza (intendendo<br />
poca ossatura e costruzione non<br />
robusta) non sarebbe grado di<br />
svolgere il lavoro per il quale è stato<br />
selezionato e non riuscirebbe a<br />
lavorare in condizioni atmosferiche<br />
difficili, come ad esempio neve<br />
o acqua gelata.<br />
Riguardo alla sostanza Mr. Craig<br />
ha fatto notare che l’allevatore<br />
deve dare una buona sostanza<br />
David Craig con SH CH Bradking Hugo<br />
sopra: CH Kupros Master Mariner<br />
ed una costruzione potente al Labrador con un attento<br />
lavoro di selezione e non aumentando le quantità di cibo<br />
poiché in quest’ultimo caso avremmo cani grassi ma in<br />
ogni caso senza una buona ossatura e potenza che sono le caratteristiche<br />
della razza. Un cane troppo grasso non è un<br />
Labrador potente ma semplicemente un Labrador grasso.<br />
Un buon giudice deve saper riconoscere la differenza tra<br />
un Labrador robusto ed uno grasso.<br />
- Temperamento<br />
Intelligente, abile, facilmente controllabile e molto desideroso<br />
di compiacere. Di buona indole e senza traccia di aggressività<br />
o di eccessiva timidezza.<br />
Mr. Craig sottolinea che il temperamento del Labrador è la<br />
sua caratteristica principale, ciò che lo rende unico e capace<br />
di portare a termine il lavoro per il quale è stato selezionato.<br />
Un Labrador aggressivo non potrebbe mai entrare in una<br />
Land Rover insieme con altri maschi per andare ad una<br />
battuta di caccia! Il Labrador è un cane amichevole, nato per<br />
compiacere, ed è questa sua caratteristica che ci permette<br />
di utilizzarlo per gli scopi più diversi, ad esempio per la pet<br />
therapy, come cane guida per i non vedenti o ancora per<br />
la ricerca di droghe o esplosivi.<br />
Riguardo all’eccessiva timidezza Mr. Craig fa notare che il<br />
Labrador non deve essere mai troppo timido ma neanche<br />
un maniaco iperattivo; quando lui stesso si trova a giudicare<br />
sul ring non ama molto i cani che si agitano troppo o che<br />
sono fuori controllo, è al contrario<br />
molto bello vedere un Labrador<br />
che ad una parola dolce del proprio<br />
handler muove allegramente la coda<br />
per poi tornare calmo e tranquillo.<br />
- Testa e cranio<br />
Cranio ampio con stop ben definito,<br />
testa ben modellata senza guance<br />
carnose. Mascelle di media lunghezza,<br />
poderose e non appuntite. Tartufo<br />
ampio con narici ben sviluppate.<br />
Riguardo a questo punto Mr. Craig<br />
richiama nuovamente l’attenzione sulle parole utilizzate da<br />
Mary Roslin Williams “un Labrador deve somigliare solo ad<br />
Labrador ed a nient’altro ”. Molti giudici all round ricercano<br />
nel Labrador caratteristiche che sono proprie di altre razze,<br />
come ad esempio una testa pesante, cranio molto largo,<br />
stop esagerato o guance molto pronunciate tipiche di un<br />
Rottweiler. Tutto ciò snatura ciò che del Labrador è più<br />
tipico, ossia un’espressione dolce ed amichevole.<br />
- Occhi<br />
Di grandezza media, di colore marrone o nocciola, con<br />
espressione buona ed intelligente.<br />
Anche in questo caso Mr. Craig ci riporta a riflettere sul<br />
punto precedente sottolineando l’importanza dell’espressione<br />
dolce ed amichevole tipica della razza che è data dallo<br />
sguardo e dalla forma occhi che deve trasmettere dolcezza<br />
d’animo. Mr. Craig ci fa notare anche come sia importante<br />
il colore degli occhi che non devono mai essere neri né<br />
così chiari da tendere al giallo; quest'ultimo punto è particolarmente<br />
importante per i Labrador cioccolato.<br />
- Orecchie<br />
Né larghe né pesanti portate pendenti vicino alla testa<br />
e attaccate un po’ arretrate.<br />
Secondo Mr. Craig l’attaccatura delle orecchie dà alla<br />
testa del Labrador la sua classica e tipica espressione<br />
mondo esposizioni 5
dolce, un cane con un’attaccatura eccessivamente alta e<br />
con orecchie non arretrate potrebbe avere un’espressione<br />
dura non tipica della razza.<br />
- Bocca<br />
Mascella e denti forti con chiusura regolare, completa a<br />
forbice, cioè con gli incisivi superiori sovrapposti e aderenti<br />
a quelli inferiori, perpendicolari alle mascelle.<br />
In Italia molto spesso ottimi soggetti vengono penalizzati,<br />
nelle esposizioni di bellezza, per la mancanza di uno o più<br />
denti (non incisivi ovviamente): proprio per questo alcuni dei<br />
presenti hanno chiesto a Mr. Craig quale fosse la sua opinione<br />
a riguardo. Mr. Craig ha richiamato di nuovo l’attenzione sullo<br />
standard, ha chiarito che il Labrador non è un cane da presa,<br />
al contrario deve avere una bocca morbida per svolgere il<br />
lavoro per il quale è stato selezionato, quindi la mancanza<br />
di un premolare o molare non è motivo di penalizzazione<br />
per lui. Alla domanda - “Ma lei userebbe un cane al quale<br />
mancano uno o più denti?” - Mr. Craig ha risposto che per<br />
la riproduzione a parità di soggetti preferirebbe usare un<br />
maschio con una dentatura completa.<br />
- Collo<br />
Di bella linea forte, poderoso, attaccato alle spalle ben<br />
posizionate.<br />
Mr. Craig a questo punto ci fa notare come tutto lo<br />
standard sia stato redatto in funzione al lavoro che il<br />
Labrador dovrebbe svolgere.<br />
SH CH Sandylands Mercy<br />
Per riportare anatre o grande selvaggina anche in acqua<br />
il Labrador necessita di un collo sufficientemente lungo<br />
e molto forte che gli permetta di tenere la testa fuori<br />
dall’acqua.<br />
- Arti anteriori<br />
Spalle lunghe e oblique. Arti dritti perpendicolari al suolo,<br />
dal gomito al piede visti sia dal davanti che di profilo.<br />
La spalla e l’avambraccio non devono essere corti, la spalla<br />
deve essere sufficientemente angolata. E’ questo punto<br />
dello standard uno dei più importanti nella costruzione<br />
del Labrador. Secondo Mr. Craig una buona angolazione<br />
della spalla è fondamentale per bilanciare il cane nel<br />
momento in cui lavora. Durante il riporto di un selvatico<br />
non sono la bocca o il collo a portare il peso, ma il grosso<br />
del peso ricadrà sulle spalle. Se l’angolazione della spalla<br />
è insufficiente il peso cadrà tutto nel collo e nella bocca<br />
sbilanciando così il cane, il quale si stancherà molto più<br />
facilmente. Una buona angolazione della spalla e una<br />
giusta lunghezza dell’avambraccio daranno l’impressione<br />
di potenza e di forza nella fase del movimento.<br />
SH CH Sandylands Bliss<br />
- Tronco<br />
Torace ampio e profondo con costole ben arcuate a botte.<br />
Questo effetto non deve essere dovuto all’eccessivo peso.<br />
Linea dorsale dritta. Reni larghi, compatti e forti.<br />
Mr. Craig ci riporta ora al punto dal quale siamo partiti,<br />
infatti ripete quanto detto a proposito delle caratteristiche<br />
generali della razza, ribadendo un concetto fondamentale<br />
– “La sostanza del Labrador come pure il torace devono<br />
essere frutto di un’attenta selezione e non del troppo<br />
cibo”. Il torace secondo Mr. Craig deve essere profondo<br />
ma non eccessivamente, un torace troppo profondo<br />
ci darà l’impressione di un cane con le gambe corte e<br />
quindi non bilanciato.<br />
Il Labrador deve avere una linea dorsale forte e reni compatti,<br />
questo ci darà una perfetta figura anche in movimento.<br />
- Posteriore<br />
Ben sviluppato e non inclinato verso la coda. Ginocchia<br />
ben flesse, garretti ben angolati perpendicolari al suolo.<br />
Da evitare i garretti vaccini.<br />
Anche in questo caso Mr. Craig ci mette in guardia dagli<br />
eccessi, un Labrador eccessivamente angolato o con<br />
una dorsale rampante non è corretto, somiglierebbe ad<br />
un Pastore Tedesco . Un Labrador con le ginocchia non<br />
6 mondo esposizioni
flesse, scarse o insufficienti angolazioni posteriori non<br />
sarebbe in grado di dare la spinta necessaria al corpo<br />
nella fase del movimento. Avrebbe quindi un movimento<br />
veloce ma senza potenza e spinta.<br />
- Piede<br />
Rotondo e compatto con dita ben arcuate e cuscinetti<br />
plantari ben sviluppati.<br />
Anche in questo caso il piede deve essere funzionale<br />
per il Labrador. Mr. Craig richiama la nostra<br />
attenzione sul fatto che molti allevatori siano<br />
convinti che lo sviluppo di un buon piede<br />
possa dipendere anche da fattori esterni come<br />
il terreno sul quale il cucciolo cresce, secondo<br />
il suo personale parere un buon piede si<br />
ottiene da un buon lavoro di selezione.<br />
- Coda<br />
La sua caratteristica distintiva è quella di<br />
essere molto grossa alla base e di assottigliarsi<br />
gradualmente verso la punta; lunghezza media<br />
, priva di frange e ricoperta di pelo corto e<br />
folto,che ne conferisce l’aspetto arrotondato a<br />
coda di lontra. Può essere portata allegramente<br />
ma mai arricciata sopra il dorso.<br />
Secondo Mr. Craig un Labrador con un buon<br />
mantello avrà sicuramente una bella coda di<br />
lontra, dato che pelo e coda sono strettamente<br />
interconnessi.<br />
L'inserzione della coda è molto importante: deve<br />
essere in linea con la dorsale e dovrebbe essere portata orizzontalmente.<br />
Una coda eccessivamente lunga o corta darebbe<br />
al Labrador un aspetto generale non bilanciato.<br />
- Andatura e movimento<br />
Sciolto e ampio con arti dritti, solidi e paralleli visti sia<br />
da davanti che da dietro.<br />
Mr. Craig durante lo svolgimento dello show il giorno<br />
precedente alla conferenza ha chiesto ad alcuni espositori<br />
di muovere il cane lentamente e pregato altri di non<br />
correre troppo velocemente così alcuni di loro incuriositi<br />
da ciò, me compresa, gli hanno chiesto il motivo di quella<br />
richiesta.<br />
Lui ci ha spiegato che molti handler professionisti, di fronte<br />
a giudici all round non specialisti, usano far muovere il<br />
cane ad una maggiore velocità per coprirne alcuni difetti<br />
e perché può risultare più scenico . Dal suo punto di<br />
vista il Labrador è un cane che deve esprimere forza e<br />
potenza anche e soprattutto nella fase movimento e che<br />
la velocità non è la sua caratteristica principale.<br />
Se si vuole vedere il corretto movimento di un Labrador<br />
questo deve avere un’andatura di trotto non eccessiva,<br />
“io non acquisterei mai un cavallo senza averlo prima<br />
visto camminare”.<br />
- Mantello<br />
Caratteristica distintiva è il pelo corto e fitto senza frange<br />
e ondulazioni, piuttosto duro al tatto, con un sottopelo<br />
per resistere alla intemperie.<br />
Talvolta ci sono Labrador con il pelo leggermente ondulato<br />
in particolare sulla dorsale, questo non è da considerarsi un<br />
difetto secondo Mr. Craig se le onde non sono eccessive (e<br />
se il pelo è corretto, questo può essere un buon mantello<br />
molto tipico).<br />
CH Fabracken Comedy Star<br />
- Colore<br />
Interamente nero, giallo o cioccolato. Il giallo varia dal<br />
crema al rosso volpe . Una piccola macchia bianca sul<br />
petto è ammessa.<br />
- Taglia<br />
L’altezza ideale al garrese e di 56/57 cm per i maschi e<br />
di 55/56 per le femmine.<br />
- Difetti<br />
Qualsiasi deviazione dallo standard è da considerarsi<br />
un difetto la cui gravità va considerata in base all’effetto<br />
che può avere sulla salute e sul benessere del cane, e<br />
sulla capacità del cane di portare a termine il suo lavoro<br />
attitudinale. Note: I maschi devono avere due testicoli<br />
di aspetto normale e ben discesi nello scroto.<br />
Da questo ultimo punto Mr. Craig ci riporta al principio<br />
della nostra conferenza. Vorrei quindi chiudere questo<br />
mio articolo con le parole che più mi hanno colpito e<br />
che rimarranno impresse nella mia mente:<br />
“L’allevatore non deve ritenersi creatore o innovatore<br />
della razza ma “IL CUSTODE DELLA RAZZA”, una razza<br />
che ci è stata lasciata in eredità da altri allevatori prima<br />
mondo esposizioni 7
di noi. L’allevatore è colui che ha in mano le sorti della<br />
nostra razza e ha quindi l’obbligo morale di custodirla<br />
e tutelarla, difenderla quindi dagli eccessi .”<br />
Concludo ringraziando , a nome della Sezione Labrador,<br />
tutti coloro che sono intervenuti alla conferenza e<br />
naturalmente Mr. David Craig che mettendo a nostra<br />
disposizione la sua esperienza e le sue conoscenze ha<br />
contribuito al successo dell’incontro.<br />
David Craig<br />
Ho sempre amato i<br />
cani e c'è sempre stato<br />
un cane nella mia<br />
famiglia, normalmente<br />
uno Yorkshire Terrier.<br />
A dieci anni ho addestrato in obedience uno di questi Terrier, e con lui ho vinto<br />
un primo premio in obedience in una fiera agricola nella mia zona.<br />
A forza di insistere convinsi i genitori a comprarmi un Labrador ed iniziai ad<br />
esporlo alle mostre locali. Mi resi conto in fretta che la mia “Sally” anche se era una magnifica compagna<br />
non aveva le qualità necessarie per andare in esposizione. In quel periodo, mentre frequentavo mostre a<br />
livello di Championship, mi piaceva moltissimo un giovane labrador nero, Fabracken Comedy Star, che<br />
divenne poi campione. Anne Taylor mi mise in contatto con Arthur e Peggy Kelley che avevano appena<br />
avuto una cucciolata dalla loro deliziosa chocolate Bradking Cassandra e da Fabracken Comedy Star.<br />
Il mio cucciolo, Bradking Bridgette of Davricard, divenne il mio primo Campione: ricevette il suo primo<br />
CC niente di meno che da Gwen Broadley (Sandylands) e gli altri da Joan Macan (Timsprimg) e Margot<br />
Wooley (Follytower), tre dei giudici di razza più preparati.<br />
Divenni poi molto amico dei Kelly ed ebbi da loro una femmina nera, Bradking Molly Mo, che non solo<br />
divenne campione, ma vinse anche un CC al Cruft's nel 1990. Poi una figlia della mia Bridgette fu accoppiata<br />
con Ch Kupros Master Mariner e produsse il mio Sh Ch Davricard Bobby Shafto, un nero nella cui progenie<br />
ci sono campioni sia in Gran Bretagna che negli Stati uniti.<br />
In seguito portai in esposizione Bradking Hugo e Bradking Harvey in comproprietà con Mr e Mrs Kelley e<br />
Hugo divenne (ed è ancora) il Labrador che ha vinto di più in Gran Bretagna. Ritirato dalle gare a soli cinque<br />
anni, Hugo ha vinto 50 CC. Era un vero Labrador con un temperamento che non è secondo a nessuno.<br />
Negli ultimi anni ho collaborato con Angela Williams, portando al Campionato le femmine nere Sh<br />
Ch Cuanbank Island Mist at Foulby e Sh Ch Maggie May at Foulby e anche alcune nipoti di Bobby<br />
Shafto, Sh Ch Foulby I Spy e Sh Ch Foulby Agatha Christie, che ha vinto un raggruppamento. Il nostro<br />
campione più recente è la femmina nera Sh Ch Foulby Buttons and Bows, arrivata al Campionato nel<br />
2008.<br />
Ho assegnato i primi CC nel 1992 ,<br />
quando avevo 24 anni, e da allora<br />
ho giudicato regolarmente questa<br />
razza in Gran Bretagna, in tutti i paesi<br />
Scandinavi, in quasi tutta l'Europa, in<br />
Australia e negli Stati Uniti. Giudico<br />
anche i Beagle (razza che allevo e nella<br />
quale ho fatto un campione allevato<br />
da me) e sono stato comproprietario<br />
o allevatore di quattro Irish Water<br />
Spaniel che sono diventati campioni<br />
e inoltre ho portato al Campionato<br />
anche un Weimaraner.<br />
SH CH Davricard Bobby Shafto.<br />
Rosa Agostini<br />
Vive in un piccolo paese tra Viterbo ed<br />
Orvieto dove dirige l’azienda agricola<br />
di famiglia. Ha acquistato il suo primo<br />
Labrador circa dieci anni fa.<br />
Alleva con passione e con l’affisso<br />
“Rosemade”. E’ consigliere del gruppo<br />
cinofilo Viterbese (Viterbo Kennel Club)<br />
dal 2005. E’ Presidente della Sezione<br />
Labrador del <strong>Retriever</strong> Club Italiano.<br />
8 mondo esposizioni
Esposizione<br />
e psicologia<br />
di Goran Bodegard - traduzione Alessandra Franchi<br />
*Pubblicato con il gentile consenso di Dog World<br />
“Perché vado in esposizione con i miei cani? E' il modo meno costoso<br />
per andare su di un palcoscenico”. Questa è la risposta data da un<br />
allevatore di grande successo che é anche un noto giudice internazionale.<br />
Benché sembri una battuta, questa frase contiene anche un nocciolo<br />
di verità degno di analisi e valutazione.<br />
In psicologia si differenzia tra bisogni e desideri. Quando<br />
non si soddisfa un bisogno, le conseguenze sono traumatiche,<br />
mentre quando non si realizza un desiderio compare la<br />
frustrazione che può dar origine alla ricerca di vie alternative<br />
per raggiungere il soddisfacimento di quello stesso desiderio.<br />
Per chiarire, il sonno è un bisogno, mentre è un desiderio<br />
avere un letto morbido sul quale dormire…. Andare sul<br />
palcoscenico è un bisogno o un desiderio? Vincere il Best<br />
in Show con un cane è un bisogno?<br />
Le esposizioni sono cambiate radicalmente. Originariamente,<br />
il loro scopo era di far esaminare da un esperto di una<br />
razza il proprio lavoro di allevatore, cercando insieme<br />
di mantenere il patrimonio genetico della razza e di<br />
favorire anche il suo miglioramento. Le prime volte che<br />
sono stato ad esposizioni da ragazzino, in Svezia negli<br />
anni cinquanta, c’erano molte esposizioni in cui non si<br />
facevano i gruppi o il Best in Show: il mettere a confronto<br />
esemplari di razze diverse era considerato ridicolo e<br />
oltretutto lontano dallo scopo e dal senso delle esposizioni<br />
canine. Questo modo tradizionale di vedere la ragion<br />
d’essere delle esposizioni è tuttora prevalente nelle<br />
discussioni ufficiali e tecniche e la drastica conversione<br />
delle esposizioni in un altro sport molto competitivo<br />
non di rado viene considerata solo come un ambiguo<br />
effetto collaterale.<br />
La ragione di questa conversione sta in quanto abbiamo<br />
detto più sopra: il bisogno dell’uomo di essere visto,<br />
riconosciuto ed ammirato. Non c’è in fondo contrapposizione<br />
tra questo aspetto molto soggettivo e l’oggettivo motivo<br />
per organizzare le esposizioni, cioè la conservazione<br />
delle varie razze canine.<br />
Chi ha il diritto di criticare il desiderio di far vedere<br />
qualcosa che si è creato e di vincere con esso, soprattutto<br />
quando questo qualcosa ci è molto vicino ed è la<br />
proiezione di ciò che è molto importante per noi o è<br />
addirittura diventato parte di noi stessi?<br />
Elena Spector – un giudice all-round argentino -<br />
durante un giudizio in Bolivia si vide arrivare sul<br />
ring una intera famiglia, padre, madre e sei figli,<br />
che esponeva il proprio amato cane. Il padre<br />
portava un Pechinese addobbato con un vestitino<br />
da battesimo e Elena Spector tenne sotto controllo<br />
la situazione facendo fare un giro di ring alla<br />
famiglia e poi spiegando loro come normalmente<br />
si presentano i cani per il giudizio.<br />
Quando esponiamo i cani diamo il meglio di<br />
noi stessi, ed è solo quando la gara e la<br />
presentazione diventano fini a se stesse e<br />
perdono ogni relazione con la razza che questo<br />
nuovo sport di gareggiare con i cani in esposizione<br />
diventa pericoloso. Si perde di equilibrio quando<br />
mondo esposizioni 9
i giudici sono invitati non in base alla loro competenza<br />
e ai loro meriti, ma seguendo il criterio del ritorno<br />
economico in base al numero di razze e di soggetti che<br />
essi possono esaminare. Si perde di equilibrio anche<br />
quando gli espositori hanno in canile un panorama<br />
completo dei vari tipi di una razza e sono così in grado<br />
di soddisfare i gusti di molti giudici, e quando si scelgono<br />
giudici sconosciuti che provengono da paesi lontani<br />
piuttosto che giudici noti ed autorevoli.<br />
E anche quando nell'organizzare le esposizioni i club<br />
di razza lasciano che gli aspetti commerciali prevalgono<br />
sugli aspetti qualitativi allora si che si danneggiano le<br />
razze. Quando la vittoria ad ogni costo e prezzo è<br />
diventata molto più importante dell'interesse per la razza,<br />
allora la competizione genera e sviluppa una “dipendenza<br />
dal risultato” che è addirittura pericolosa per la salute<br />
mentale della gente.<br />
E' facile vedere quando la competizione diventa non<br />
più uno sport ma una ossessione compulsiva e diventa<br />
anche una minaccia per l'esistenza sociale ed economica<br />
dell'espositore canino. L'indicatore principale di questa<br />
deriva patologica è la percezione di un narcisistico senso<br />
di offesa quando non si è riusciti a vincere (nonostante<br />
che la sconfitta abbia ragioni facilmente comprensibili)<br />
che porta al desiderio di annullare la sconfitta stessa<br />
attraverso una corsa ad esporre di nuovo, sperando di<br />
vincere, o al desiderio di scegliere mezzi non appropriati<br />
per negare la sconfitta. Chi si comporta così probabilmente<br />
ha puntato tutto su un solo obbiettivo ed è divenuto<br />
ipersensibile alla frustrazione dei propri desideri e non<br />
è in grado di riconvertirsi acquisendo (o allevando) un<br />
esemplare migliore con cui poter vincere o comprendendo<br />
in modo realistico che cosa è capitato a sé e alla propria<br />
vita quando lo sport è diventato una dipendenza.<br />
Le esposizioni canine non devono esser ritenute responsabili<br />
di queste distorsioni della personalità, ma d'altra parte<br />
il crescere del prestigio e della fama che sono oggi legate<br />
10<br />
a queste gare non rende la vita semplice a quei pochi<br />
espositori/allevatori che veramente vogliono partecipare<br />
al gioco non solo allevando ma anche vincendo. Il rischio<br />
che questo comporta per l'allevamento è ovvio quando<br />
la gente inizia a selezionare in base a quello che capita<br />
sul ring piuttosto che seguendo la propria conoscenza<br />
e il proprio amore per la razza.<br />
L'esplosione dello sport delle expo canine ha fatto<br />
aumentare la richiesta di giudici e gli scambi internazionali;<br />
tutto ciò può esser visto come positivo, ma in realtà non<br />
sempre è così, anzi, soprattutto quando la vera esperienza<br />
dietro un CAC assegnato o a un titolo vinto è vergognosamente<br />
bassa. In alcuni paesi il Kennel Club centrale mantiene<br />
uno stretto controllo sulle esposizioni esaminando le<br />
qualifiche dei giudici stranieri, mentre in altri paesi per<br />
giudicare è sufficiente una autorizzazione formale.<br />
I vari sistemi di esposizione possono a diverso livello<br />
essere dannosi e produrre dei campioni che valgono<br />
poco. Titoli guadagnati troppo facilmente spingono gli<br />
espositori verso la “dipendenza da esposizione”. Per un<br />
giudice ci vuole una notevole forza d'animo per non<br />
assegnare i massimi riconoscimenti a cani che hanno<br />
appena vinto le proprie classi. “C'è sempre un<br />
vincitore per ogni classe, ma questo vincitore può<br />
anche non essere un campione”: questo è il grande<br />
insegnamento che mi ha lasciato uno dei miei<br />
tutor inglesi.<br />
Se i regolamenti prevedono una valutazione<br />
graduale e quindi di poter allontanare con facilità<br />
i cani durante il giudizio, accade meno frequentemente<br />
che il giudice non assegni i titoli finali, dal momento<br />
che non deve più rivedere i cani allontanati. Allora<br />
si salvaguarda il senso del titolo di campione e gli<br />
spettatori capiscono più facilmente che non tutti<br />
i cani esposti possono essere campioni.<br />
mondo esposizioni
Molte volte si incontrano espositori che contestano le<br />
decisioni del giudice alla luce dei risultati che il cane ha<br />
avuto in precedenza. E così molte volte si capisce che<br />
il concorrente in realtà non è interessato al vostro giudizio<br />
a meno che non sia accompagnato da un ottimo risultato<br />
finale. Ho scoperto che nel mio paese, dove ad ogni<br />
cane è dato un giudizio scritto personale, sovente più<br />
del 30% dei partecipanti non ritirano neppure<br />
la copia del giudizio....ecco quanto gliene importa<br />
della vostra conoscenza dei cani!<br />
Ovviamente però ci sono anche delle eccezioni<br />
meravigliose: giudicavo molti anni fa in un paese<br />
lontano ed è arrivato sul ring un ragazzino con un<br />
pastore tedesco con bocca non corretta, orecchie<br />
pendenti e pelo da afgano... mi sono fatto coraggio<br />
e gli ho detto che erano difetti inaccettabili. Allora<br />
il ragazzino mi ha guardato, mi ha stretto la mano<br />
e mi ha detto “Grazie Signore, avevo letto in un<br />
libro che con questi difetti non si poteva vincere<br />
in una esposizione”. Aveva portato il suo cane per<br />
aver conferma di che cosa era giusto e che cosa<br />
era sbagliato ed era palesemente soddisfatto di<br />
quanto era successo, perché soddisfaceva il suo<br />
bisogno di comprendere (anche questo è un<br />
bisogno umano fondamentale, così come il bisogno di<br />
essere ammirato e di primeggiare).<br />
Molto simili alla domanda “Perché esponi i tuoi cani?”<br />
sono le domande “Perché giudichi i cani?” e “Che cosa ti<br />
fa pensare di poter giudicare tutte le razze??” Giudicare i<br />
cani non deve mai diventare sinonimo di “condannare i<br />
cani”, mai si deve cercare il cane con i minori difetti.... Il<br />
giudicare i cani deve sempre includere un momento in<br />
cui si cerca il meglio in bellezza ed armonia, ed è ben<br />
giustificato il chiedere ad un all-rounder che cosa gli fa<br />
credere di saper tutto, dal momento che nessuno sa tutto.<br />
Goran Bodegard<br />
Nel migliore dei casi questo giudice all rounder prova<br />
un bisogno (una dipendenza?) di girare il mondo<br />
cercando quello speciale insieme di bellezza ed<br />
armonia che non è mai legato a una sola o a poche<br />
razze.<br />
Io adoro i levrieri e così sono stato positivamente<br />
colpito quando un giorno nel Nord della Norvegia<br />
mi sono trovato davanti un Norwegian Buhund, una<br />
femmina che mi ha lasciato di sale tanto era bella.<br />
Non ho potuto fare a meno di chiedere al proprietario<br />
di fermarsi un attimo nel ring dopo il giudizio per<br />
poterla ammirare ancora. E' allora forse possibile<br />
essere davvero un all-rounder?<br />
Forse ci sono abbastanza giudici ed espositori che hanno<br />
in comune questo bisogno di cercare la bellezza? Allora<br />
c'è una ragionevole speranza che si possa continuare a<br />
fare un allevamento di qualità nonostante l'intossicazione<br />
da esposizione.<br />
Ebbe il suo primo cane a 13 anni, un deerhound, mentre era in Inghilterra a lavorare con i<br />
cani e ad imparare su loro.<br />
Cominciò ad allevare deerhound nel 1966 e nel 1975 fu co-allevatore della femmina Ch Pruett,<br />
che divenne cane svedese dell'anno. Ha continuato ad essere allevatore in società con altre<br />
persone per nove generazioni, producendo numerosi cani importanti che hanno influenzato<br />
la razza in Scandinavia, Inghilterra e Stati Uniti.<br />
Giudica esposizioni dal 1966 ed è divenuto giudice all-rounder FCI nel 1997. Ha giudicato al<br />
Crufts, alle mondiali FCI e in molte esposizioni in ogni parte del mondo: in media 30-40 expo<br />
all'anno! Collabora attivamente con il Kennel Club Svedese e con vari club di razza, e scrive<br />
articoli che vengono pubblicati in Svezia, Inghilterra e Stati Uniti.<br />
Di recente è stato moderatore in Svezia di un importante congresso per giudici sui rischi<br />
dell'estrema tipizzazione dei cani di razza, che può porre a rischio la salute dei cani stessi.<br />
Il dottor Bodegrad è ancora parzialmente in attività come pediatra e psicologo e psicoanalista infantile, e come<br />
ricercatore e clinico è attualmente impegnato in attività cliniche e di ricerca sui piccoli profughi.<br />
mondo esposizioni 11
Anke Bogaerts:<br />
la “gitana”<br />
dei retrievers<br />
Conosco Anke da più di quindici anni e con lei ho vissuto un percorso<br />
entusiasmante perché fondato anzitutto sulla reciproca fiducia e sulla<br />
consapevolezza che il rapporto umano non va sottovalutato se si vuole<br />
andare d’accordo e cogliere gli aspetti migliori di ognuno di noi.<br />
Non crediate però che sia così “easy” come il sorriso<br />
sempre presente sul suo volto farebbe pensare, lei afferra<br />
al volo le vostre reazioni come quelle del vostro cane,<br />
le elabora e immediatamente crea il vostro profilo.<br />
Badate, raramente sbaglia! Ciononostante quasi mai<br />
lascia che i propri giudizi sulla persona trapelino, a<br />
tutto vantaggio del clima sempre disteso che anima i<br />
suoi corsi. E’ onesta, sincera, pragmatica quanto basta,<br />
fortemente indipendente, determinata nell’esecuzione<br />
dei programmi, e soprattutto altamente professionale<br />
senza per questo essere boriosa.<br />
Ma risaliamo nel tempo per fare un breve ritratto di<br />
Anke Bogaerts.<br />
Nasce in Olanda e ben presto manifesta un appassionato<br />
interesse nei confronti degli animali, che la porta a<br />
trascorrere le vacanze lavorando dove ci sono animali<br />
ed in particolare cani.<br />
12<br />
di Sergio Russo<br />
Il primo grande amore scatta nel 1963 quando accetta<br />
di lavorare a Limburg presso l’allevamento di Bassotti<br />
standard a pelo duro “vom Heerlener Rosenhaus” della<br />
signora Honigmann. Sono 80 i bassotti da accudire e<br />
vanno preparati sia per le esposizioni che per le prove<br />
di lavoro in tana. Qui la giovane Anke assorbe come<br />
una spugna tutto quanto ha occasione di vedere incrementando<br />
giorno dopo giorno il suo bagaglio di esperienze.<br />
Qui il virus del Bassotto la colpisce tanto che ne sarà<br />
contagiata a vita per via di quell’ineguagliabile temperamento<br />
che fa di quel piccolo cane un protagonista di<br />
tutto ciò che fa.<br />
Il “Grand Tour” comincia, Anke si scopre “globe trotter”<br />
portata ad andare dove ritiene ci sia da imparare, vedere,<br />
provare. Va in Inghilterra ospite di Mineke Mills-De<br />
Hooh che ha Kurzhaar e Drahthar, entrambi impegnati<br />
in prove di lavoro ed esposizioni di bellezza. Ma la vita<br />
costa e il denaro non è mai abbastanza. Al suo ritorno,<br />
decide quindi per un’attività che le permette di restare<br />
a contatto con i cani e nello stesso tempo sia remunerativa.<br />
Frequenta un corso di toelettatura conseguendo<br />
nel 1967 il Diploma professionale che le permette di<br />
aprire a Njimegen un salone di bellezza. Si sposa l’anno<br />
seguente e decide di avere il suo primo Bassotto a pelo<br />
duro con il quale inizia, per non abbandonarla più,<br />
anche l’attività venatoria.<br />
E’ un momento fondamentale nella vita di Anke Bogaerts:<br />
si convince che la sua sarà una “vita da cani” ma si<br />
rende conto che oltre alla passione è indispensabile<br />
farsi una cultura cinofila. Studia e consegue l’AKK, il<br />
diploma di conoscenza generale cinofila. Si trasferisce<br />
a Drenthe, continua il lavoro di toelettatura e al Campionato<br />
mondiale di Toelettage conquista il secondo posto.<br />
Ma è la caccia che la intriga e si fa conoscere dai cacciatori<br />
locali andando sovente con il suo bassotto a recuperare<br />
cervi feriti o a scovare le volpi. La sua vocazione è<br />
persone e retriever
il lavoro con il cane e, caparbia com’è, per migliorarsi<br />
inizia a frequentare numerosi Workshop e Corsi di formazione<br />
su diverse razze canine. Nel corso degli anni ha<br />
posseduto un Deutsche Drathaar, un Bracco Tedesco a<br />
Pelo Lungo, uno Springer Spaniel e infine quella che è<br />
la sua nuova ed attuale passione: il Golden <strong>Retriever</strong>.<br />
Approfondisce tecniche particolari volendo fortemente<br />
raggiungere il suo sogno, attivarsi per un metodo<br />
diverso di rapporto tra l’uomo e il cane durante il<br />
lavoro. Diventa docente del KNVJ il Club Olandese<br />
per il lavoro e la caccia. E per introdursi in questa particolare<br />
attività e trarne spunti interessanti al proprio<br />
lavoro ha anche frequentato corsi di Agility.<br />
Nel 1991 avvia a Yde, Kampstukkenweg, la propria<br />
Scuola di addestramento che terrà fino al 2003. Propone<br />
corsi per cani adulti e per cuccioli, sia per migliorarne<br />
il comportamento che per avviarli all’attività venatoria.<br />
Nel 2000 le ho affidato una cucciola di Flatcoated<br />
che ha costituito per Anke una nuova<br />
sfida non avendo nessuna specifica esperienza<br />
con questa razza. Rush (Serilde Rosa Nera) è<br />
stata con lei per oltre un anno contribuendo –<br />
come afferma sempre Anke – alla scoperta di<br />
nuovi orizzonti che le hanno reso possibile una<br />
completa visione del variegato mondo delle<br />
razze retrievers.<br />
Sono tanti gli addestratori che hanno tento<br />
corsi presso la scuola di Anke a conferma<br />
dell’interesse delle sue tecniche: Tineke Antonisse<br />
- Zijda, Joop Kosse, Emmy Breure, Beatrice<br />
Zufferey.<br />
Nel 2003 inizia il nuovo, attuale percorso di vita. Vende<br />
la casa e la Scuola, tutto quanto è stabile, compra una<br />
roulotte e si dedica all’organizzazione di Workshop in<br />
Olanda e all’estero da metà Ottobre a metà Marzo.<br />
Due parole su come si propone Anke Bogaerts come<br />
addestratore. Tutti i trainer che ho conosciuto si propongono<br />
l’ottimizzazione del rapporto fra il conduttore ed<br />
il cane, ma la differenza sta nel metodo attraverso il<br />
quale si perviene al risultato. Su questo terreno è facile<br />
scivolare perché troppi sono gli elementi che concorrono<br />
nella conduzione del cane durante il lavoro.<br />
Anke agisce in parallelo sul cane e sul conduttore. Anzitutto<br />
si concentra sulla razza del cane e il suo grado<br />
di preparazione; quale che sia l’esercizio, considera<br />
l’indole di razza che differisce tanto da influire a volte decisamente<br />
sulla riuscita del lavoro. Solo ad un attento osservatore<br />
risulta evidente il diverso approccio che Anke<br />
usa da razza a razza. Non è una discriminazione ma<br />
un sottile adattamento delle tecniche di addestramento<br />
per rendere più efficace il lavoro. Poi è la volta del conduttore:<br />
presta molta attenzione alla cultura cinofila ed alla<br />
giusta sensibilità che ogni persona deve avere nei confronti<br />
del cane che possiede, indipendentemente dall’attività<br />
che con lui svolge. I modi eccessivamente duri e frustranti<br />
sono banditi perché non rendono giustizia alla personalità<br />
del cane e non garantiscono migliori risultati. Ciò<br />
premesso, con lei il conduttore entra nell’ordine di idee<br />
di mettere in pratica con “leggerezza” quanto gli viene<br />
insegnato. Impegno ed attenzione, ma con il sorriso<br />
e la giusta ironia verso se stessi per quanto non riesce<br />
subito.<br />
Durante i molti anni in cui ho frequentato Anke Bogaerts<br />
ho anche apprezzato, a conferma di quanto sia convinta<br />
persone e retriever 13
delle sue idee, la competenza dei suoi assistenti che nel<br />
tempo si sono avvicendati. In questo è sempre stata inflessibile:<br />
chi non segue le sue impostazioni non può far<br />
parte del suo team.<br />
Un altro aspetto a mio avviso importantissimo è la<br />
fantasia che sa mettere a disposizione del suo modo<br />
di lavorare. Ha una risposta per ogni problema la cui<br />
soluzione è dimostrata sul terreno e non a parole. I<br />
suoi metodi sono di immediato apprendimento, non<br />
ci sono errate interpretazioni perché vengono spiegati<br />
con semplicità e rispiegati quando si avvede che il<br />
suo interlocutore non ha ben capito.<br />
Degno di attenzione e a conferma della sua fantasia è<br />
un gradevole strumento che Anke Bogaerts ha creato<br />
per facilitare l’addestramento del proprio cane quando,<br />
tornati a casa, non vogliamo disperdere i vantaggi del<br />
lavoro fatto durante il corso.<br />
Si tratta di un mazzo di carte da gioco su ognuna delle<br />
quali sono indicati esercizi di varia difficoltà secondo i<br />
colori, facilmente eseguibili da soli e sempre diversi attraverso<br />
l’innumerevole combinazione delle carte. Esistono<br />
14<br />
Sergio Russo<br />
tre versioni di questo gioco in Olandese, in Tedesco e<br />
in Italiano (queste ultime ottenibili mio tramite).<br />
Esistono anche due ottimi libri scritti da Bogaerts:<br />
Die Drei Charaktere (I tre caratteri).<br />
In Olandese e in Tedesco, in cui secondo il suo stile<br />
di lavoro evidenzia:<br />
Il cane sensibile quello che ama moltissimo lavorare<br />
con il suo conduttore.<br />
Il cane attivo quello che cerca di interpretare con l’azione<br />
ciò che crede sia l’intenzione del suo conduttore.<br />
Il cane occhiuto quello che vede tutto ciò che avviene<br />
attorno a lui e registra ogni cosa.<br />
Zweetwerk in theorie en praktijk (La traccia in teoria<br />
ed in pratica)<br />
In Olandese, dove è concentrata tutta la grande esperienza<br />
e la passione che Anke ha per questo genere di<br />
lavoro e che ha di recente presentato negli Stati Uniti<br />
in un Forum specialistico a cui è stata invitata come<br />
esperta.<br />
Al di là di queste mie parole Anke Bogaerts va “provata”<br />
e come tutte le “cose buone” sarà certamente apprezzata!<br />
Nasce a Milano, diventa Broker internazionale di assicurazione, si trasferisce a<br />
Firenze, finalizza la sua passione per i cani con l’ottenimento dell’affisso Serilde.<br />
Inizia l’impegno in cinofilia: diventa Segretario e Consigliere della S.I.T. Società<br />
Italiana Terrier dove resta per molti anni a fianco dei “mostri sacri” del terrierismo<br />
italiano. E’Delegato dell’ENCI nelle esposizioni più significative concludendo tale<br />
collaborazione con la prestigiosa Esposizione del Centenario.<br />
Abita in Maremma e la sua passione per la caccia lo induce a ricercare un cane<br />
complice che lo accompagni. Pensava ad un Labrador, ma dopo essersi imbattuto<br />
in un Flatcoated se ne invaghisce e nel 1994 ne acquista uno in Svezia.<br />
Per la sua esperienza organizzativa nel 1993 gli viene offerta la presidenza del <strong>Retriever</strong> Club Italiano che<br />
mantiene fino al 1997 quando, non condividendo il programma di allevamento di alcune razze retriever<br />
sostenuto dal Consiglio, si dimette.<br />
Ora lavora con i suoi cani e da tempo organizza Workshop per <strong>Retriever</strong>s in Maremma con la collaborazione<br />
di addestratori professionali e la partecipazione di selezionati concorrenti.<br />
persone e retriever
Trent’anni<br />
di<br />
avventura<br />
cinofila<br />
Correva l'anno 1974 quando mi recai in un canile per prendere un Labrador <strong>Retriever</strong> che sarebbe dovuto<br />
essere una femmina nera, e invece mi ritrovai con un maschio biondo che purtroppo visse poco più di un<br />
anno a causa di un avvelenamento.<br />
Cominciò così la mia avventura più che trentennale con questa razza.<br />
Per un po' resistetti ai miei desideri di prenderne un altro,<br />
poi detti l'avvio a quello che diventò il mio imperativo<br />
di vita: mai più senza cani; anzi, da allora mai più uno<br />
solo, ma anzi due, tre, quattro, cinque e più.<br />
Fu allora che iniziai le mie esperienze cinofile: prima<br />
con le esposizioni, poi con le prove di lavoro e infine<br />
con la Protezione Civile. E sempre<br />
con Labrador, almeno fino a tre anni<br />
fa , quando incontrai un Border Collie<br />
(ma questa è un'altra storia).<br />
Tengo a sottolineare che i migliori<br />
risultati nelle esposizioni li ho avuti<br />
con una femmina (Kalinka) trovata<br />
sull'autostrada in condizioni fisiche<br />
pietose, ma che una volta curata e<br />
rimessa a nuovo si dimostrò di rara<br />
bellezza e che mi ha dato enormi<br />
soddisfazioni (anche nei cuccioli).<br />
Cinque anni dopo il mio primo Labrador<br />
e dopo innumerevoli riunioni informali<br />
ci ritrovammo in venticinque (tanti ne<br />
occorrevano) presso lo studio di un<br />
notaio per far nascere il Club.<br />
L'idea mi era venuta pensando che un'associazione di razza<br />
avrebbe aiutato i retriever ad essere più conosciuti, come<br />
poi effettivamente fu (purtroppo ci mise lo zampino anche<br />
una nota fabbrica di carta igienica, facendo diventare la<br />
razza di moda con tutti i problemi che ne sono seguiti).<br />
mondo lavoro<br />
di Giancarlo Vignaroli<br />
I primi contatti li presi con l'amico Bisagno, prematuramente<br />
scomparso (anche se non nei miei ricordi), che fu contagiato<br />
dal mio entusiasmo e subito ne parlò con “Beppe” Benelli<br />
(Senza commenti che non ce n'è bisogno. Chi non l'ha<br />
conosciuto ha perso qualcosa.) e iniziarono i primi contatti<br />
con l'ENCI e poi, dopo un lungo iter burocratico, la nascita<br />
del Club.<br />
A quei tempi tutto era molto “familiare”:<br />
ci incontravamo alle esposizioni (3-4<br />
persone con altrettanti cani) ma si<br />
mangiava e si beveva tra amici; non<br />
esistevano rivalità personali ma solo la<br />
volontà di ottenere cani il più possibile<br />
nello standard sia fisicamente che psicologicamente.<br />
E poi c'era la settimana retriever a<br />
Galliano. Iniziavamo il primo lunedì di<br />
ottobre di ogni anno, e tutti prendevano<br />
una settimana di ferie.<br />
Dal lunedì al venerdì addestramento<br />
all'ubbidienza, al ring, e, inseguito, alle<br />
prove. Ma i momenti migliori erano<br />
a pranzo: cibi e vino assolutamente<br />
toscani: affettati, formaggi, pane, Chianti<br />
e una gran voglia di parlare di retriever<br />
con amici che tornavano tutti gli anni dalla Francia, dalla<br />
Svizzera, dal Belgio, Austria, Germania e talvolta anche<br />
da paesi più lontani.<br />
Dieci, quindici o anche venti persone che per una settimana<br />
parlavano solo di retrievers e la sera si ritrovavano stanchi e<br />
15
agnati (pioveva sempre) con l'unico desiderio di ricominciare<br />
l'indomani. Non ricordo tutti i nomi, ma ricordo le facce,<br />
le lingue, l'impegno di tutti (anche se molti non saranno<br />
più con noi).<br />
“Beppe” (per me sempre dott. Benelli) ci metteva a<br />
disposizione la sua casa di caccia e i terreni circostanti<br />
e Victor ed io correvamo dalla mattina alla sera perché<br />
tutto fosse a posto (i giudici – i soci volevano gli inglesi<br />
– l'annuario, gli alberghi, i primi dummies, le coppe –<br />
rigorosamente una per ogni partecipante).<br />
Il sabato, non da subito ma qualche anno dopo, le prime<br />
prove di caccia, dapprima semplicissime poi più complicate<br />
e rispondenti alle regole internazionali.<br />
La sera la Cena Sociale, altro grande momento di socializzazione<br />
e di scambi di idee.<br />
La domenica il raduno, ogni<br />
anno con un maggior numero<br />
di cani e di giudici e infine tutti<br />
a casa aspettando un anno per<br />
fare ancora un “bagno di pelo di<br />
cane”.<br />
E poi c'erano i Country Games.<br />
Ogni anno venivano organizzati<br />
dai clubs dei vari paesi (Italia,<br />
Francia, Olanda, Austria ecc) una<br />
sorta di giochi senza frontiere in<br />
cui uomini e cani gareggiavano<br />
insieme in un clima di amicizia e senza gli odi<br />
e le beghe che sarebbero arrivati dopo.<br />
I giochi erano piuttosto semplici e inventati<br />
soprattutto per far divertire concorrenti e<br />
spettatori e tendevano soprattutto a creare una<br />
situazione di cameratismo tra gli amanti dei<br />
retrievers ante-unione europea.<br />
Ricordo che la squadra italiana ha sempre<br />
ottenuto risultati lusinghieri, ma quello che<br />
contava erano i giorni sereni fra di noi, conclusi<br />
16<br />
sempre con grandi cene a base dei prodotti tipici dei<br />
paesi ospitanti.<br />
Fu nell'89, durante una cena sociale dopo una settimana<br />
retriever, sempre a Galliano, che ebbi occasione di<br />
incontrare Dino Gallotti, istruttore di cani da soccorso.<br />
Avevo già deciso di abbandonare le prove di caccia a<br />
causa delle inutili (a mio parere) stragi di fagiani e di<br />
anatre; le esposizioni non mi entusiasmavano più e<br />
l'incontro con la Cinofilia da Soccorso fu la svolta della<br />
mia vita.<br />
Avevo da poco acquistato un cucciolo in Francia, Coboldo<br />
des Iles du Canyon, All.De Paoli, e quando iniziai a<br />
calcare i campi di addestramento di Protezione Civile<br />
venivo spesso preso in giro per quel cane rotondetto di<br />
una razza che nessuno conosceva (a quei tempi l'unico<br />
cane considerato da soccorso era il Pastore Tedesco), ma<br />
quando i “veci” si accorsero (come diceva Emanuela<br />
Ruggero, altra grande del Club) che nel tempo impiegato<br />
per addestrare un Pastore Tedesco si addestravano otto<br />
retrievers l'interesse per queste razze esplose e Labrador<br />
e Golden presero il posto dei pastori.<br />
In fondo un cane da soccorso deve avere delle doti che<br />
nei retrievers sono innate: docilità,<br />
curiosità, tempra, carattere ecc<br />
e quindi è molto facile insegnare<br />
a questi a cercare le persone<br />
scomparse o travolte da macerie.<br />
Basta convincerli che è un bellissimo<br />
gioco...<br />
Ritengo che tutte le razze retriever<br />
siano adatte per esercitare la Cinofilia<br />
da Soccorso, per cui chi fosse<br />
interessato mi può contattare anche<br />
fuori Mugello e saprò indirizzarlo<br />
mondo lavoro
presso campi vicini al luogo di residenza. Quasi in ogni<br />
provincia italiana c'è un campo di addestramento gestito<br />
da gruppi già esperti e quindi non occorre fare chilometri<br />
per addestrare il proprio cane in questa disciplina.<br />
Nel 1992 ho conseguito il diploma di Istruttore U.C.i.S.<br />
(Unità Cinofile da Soccorso) a attualmente sono istruttore<br />
ufficiale di Akela Onlus che ha la propria sede a Borgo<br />
San Lorenzo (FI) e insegno a Unità Cinofile di tutto il<br />
Mugello e anche a qualcuno da fuori.<br />
Il gruppo collabora con varie istituzioni (Provincia di<br />
Firenze, Comunità Montana ecc) e rispondiamo a un<br />
buon numero di emergenze.<br />
L'addestramento, soprattutto per i retriever,<br />
è piuttosto semplice: si inizia a far cercare il<br />
conduttore, per poi passare ad un estraneo<br />
(figurante) e si prosegue ponendo sempre<br />
maggiori difficoltà. Contemporaneamente si<br />
procede con l'ubbidienza e con la palestra<br />
(passaggi su manufatti che simulano ostacoli che<br />
il cane potrebbe trovare durante le ricerche).<br />
In genere l'addestramento si completa in due<br />
anni circa e questo tempo viene impiegato a far<br />
acquisire al cane tutte le esperienze possibili per<br />
facilitare al massimo le ricerche.<br />
Al termine del corso si deve superare un esame con<br />
giudici ENCI onde conseguire il Brevetto Operativo,<br />
ma non dimentichiamo che l'addestramento alle<br />
ricerche proseguirà durante tutta la vita del cane (o<br />
almeno fino a che si intenderà usarlo in Cinofilia da<br />
Soccorso).<br />
Ma oltre all'addestramento fisico e mentale del cane<br />
quello che serve al massimo grado è un enorme<br />
mondo lavoro<br />
feeling tra Conduttore e Ausiliare in modo che l'uomo<br />
sappia “leggere” ogni piccolo messaggio del suo amico,<br />
considerando che, in pratica, durante un'emergenza è il<br />
cane che lavora.<br />
I comandi sono abbastanza simili a quelli usati normalmente<br />
in ogni tipo di addestramento e quindi un buon conduttore<br />
può facilmente gestire il proprio cane, ma un conduttore<br />
mediocre può fare molti danni, soprattutto se si pensa che<br />
durante una emergenza è in gioco la vita di una persona<br />
e quindi non si tratta di arrivare primi o secondi ma solo<br />
di arrivare: ogni errore dovrà essere esaminato alla luce<br />
della propria coscienza.<br />
Per questo alle emergenze reali partecipano solo le Unità<br />
Cinofile preparate al meglio, le quali avranno dedicato<br />
tempo e fatica all'addestramento, ma quando le ricerche<br />
si concludono con esito positivo la soddisfazione ripaga<br />
tutti i sacrifici.<br />
17
E' anche a causa del forte impegno occorrente in Cinofilia<br />
da Soccorso che molti allievi si ritirano prima del tempo,<br />
ma ripeto: chi resta e non si arrende prima o poi trova<br />
un disperso e quando nei suoi occhi che brillano per<br />
l'emozione leggo la sua soddisfazione anche la fatica<br />
impiegata da me per insegnargli mi scivola sulle spalle.<br />
Ovviamente, come ripeto sempre ai miei allievi, si lavora<br />
sempre sperando che nessuno abbia mai bisogno di noi,<br />
ma, quando ciò dovesse succedere, occorre essere pronti<br />
e preparati.<br />
E' quello che è accaduto con l'Abruzzo.<br />
Per un motivo o per un altro non avevo mai partecipato<br />
a ricerche in seguito a un terremoto e quando arrivò<br />
la chiamata l'emozione fu enorme. Ho ricevuto la<br />
chiamata d'allarme alle 7.45 del 6 aprile e, allertati i<br />
colleghi, preparato lo zaino, indossata la divisa, messi<br />
i cani in macchina (mangime e ciotole compresi) alle<br />
9.00 eravamo già in autostrada (un<br />
tempo record!)<br />
Siamo arrivati all'Aquila verso le tredici,<br />
anche a causa del traffico di altri mezzi<br />
di Protezione Civile, e lo spettacolo che<br />
ci si presentò davanti era apocalittico:<br />
interi paesi rasi al suolo con ogni tanto<br />
un edificio rimasto in piedi quasi a<br />
domandarsi che cosa ci facesse da solo<br />
in mezzo a quelle rovine. Le immagini<br />
televisive non hanno reso appieno il<br />
senso di catastrofe: le strade intasate<br />
di mezzi di soccorso, i marciapiedi<br />
percorsi da persone singole o a gruppetti<br />
completamente spaesate, gente che<br />
piangeva e un forte odore di polvere.<br />
Per quanto riguarda noi cinofili ho coniato una frase<br />
che lungi dall'essere cinica racchiude in sé tutti gli anni<br />
18<br />
Giancarlo<br />
Vignaroli<br />
E’ uno dei fondatori<br />
del RCI, attualmente si<br />
dedica con passione alla<br />
attività di protezione<br />
civile ed è Istruttore<br />
UCIS e istruttore dalla Associazione Akela Onlus,<br />
gruppo cinofilo da soccorso.<br />
di fatica: umanamente una tragedia, cinofilmente un<br />
trionfo.<br />
Tra le tante ricerche, tutte con esito positivo, ma,<br />
ahimé, solo con ritrovamento di cadaveri, ne cito<br />
una particolare.<br />
Zardor, il mio Labrador nero, chiamato per un sopralluogo<br />
segnala con un forte abbaio in un punto dove i Vigili<br />
del Fuoco affermavano esserci una cantina e quindi<br />
un luogo assolutamente non frequentato alle tre di<br />
notte (ora della scossa più forte). Consultatomi con il<br />
mio collega, decido di “giocarmi la carriera”e invio<br />
di nuovo il cane che, dopo un giro, torna nello stesso<br />
punto e segnala di nuovo reiteratamente.<br />
Dico al responsabile dei Vigili del Fuoco che lì sotto<br />
c'è sicuramente qualcuno e aggiungo che ritengo che<br />
non sia più vivo (l'avevo capito da una nota stridula<br />
nell'abbaio di Zardor) ma che comunque avrebbero<br />
dovuto scavare proprio in quel punto.<br />
Dopo qualche tempo fu estratto il cadavere di un<br />
ragazzo che in realtà, al momento della grande scossa<br />
di 5.8 gradi, non stava in cantina ma dormiva al terzo<br />
piano, solo che tutti i solai si erano appiattiti su se<br />
stessi e avevano trascinato la camera fino laggiù.<br />
Ovviamente il dolore per la morte di quel ragazzo<br />
fu grande, ma grande fu anche la soddisfazione per<br />
l'ottimo lavoro del cane e per il coronamento di anni<br />
di lavoro e di fatica trascorsi assieme al mio “Negro”.<br />
Purtroppo non ho alcuna foto di quella ricerca, né<br />
delle altre, perché in quei momenti si è concentrati al<br />
massimo sul cane e non si pensa ad altro, ma spero<br />
comunque di aver invogliato qualcuno a provar questa<br />
disciplina.<br />
Il mio trentennale del RCI, nonostante la tragedia,<br />
l'ho vissuto con una stupenda avventura cinofila.<br />
mondo lavoro
Partiamo bene con<br />
il nostro cucciolo<br />
Il trentesimo anniversario del RCI mi richiama alla mente quasi<br />
trent'anni di ricordi.<br />
Il futuro è nelle mani delle nuove generazioni...umane e canine!!<br />
All'inizio degli anni 80 partecipavo con i miei cani alle gare di caccia e ai Working Test della “Settimana dei<br />
<strong>Retriever</strong>s” che si teneva ogni anno a Galliano, nel Mugello. All'inizio ci accoglieva Victor Bisagno, e la tradizione<br />
è poi andata avanti per molte gare e molte esposizioni, e molte generazioni di cani.<br />
E' fantastico che si celebri il trentesimo anniversario del<br />
Club in Toscana, di nuovo con Field Tial, un Working<br />
Test e un Raduno!<br />
Se penso ai miei cani lungo questi anni non posso<br />
trascurare l'importanza della continuità e, di conseguenza,<br />
penso a tutti i meravigliosi cuccioli che sono stati allevati,<br />
cresciuti e trasformati in ottimi compagni di vita lungo<br />
tutti questi anni.<br />
E quindi ci si può aspettare che<br />
io voglia sottolineare l'importanza<br />
di allevare producendo buoni<br />
cani, di acquistare il cane<br />
giusto per lo scopo giusto, e<br />
- questo soprattutto se poi si<br />
vuole lavorare con il cane -<br />
la necessità di partire con il<br />
piede giusto rispettando alcuni<br />
principi di base.<br />
di Helene Leimer<br />
Prima di tutto occorre tenere sempre presente il buon<br />
senso. Qualunque aspetto dell'istruzione del cane si stia<br />
affrontando, bisogna stare attenti e non permettere che<br />
capitino cose che poi andranno corrette in un secondo<br />
tempo.<br />
Io definisco questo “guidare e controllare” o più<br />
semplicemente aprire la strada verso ciò che ci servirà<br />
in futuro.<br />
Addestrare, o meglio introdurre<br />
un cucciolo nel mondo dell'addestramento,<br />
è assolutamente<br />
coinvolgente. Se si vogliono<br />
evitare errori e si vuol mettere<br />
subito il cucciolo sulla strada<br />
giusta, bisogna avere un<br />
quadro chiaro di che cosa gli<br />
verrà richiesto quando sarà<br />
un cane adulto e gareggerà o<br />
parteciperà a “picking up”.<br />
Perciò, fin dall'inizio, bisogna<br />
progredire in modo graduale,<br />
affinché abbia sempre la<br />
possibilità di capire e obbedire<br />
ai comandi. Ad esempio,<br />
se si accetta una risposta poco pronta a un comando<br />
apparentemente semplice come “vieni” è probabile che<br />
in seguito sarà un problema tenere il cane a lavorare in<br />
una area precisa o richiamarlo indietro mentre caccia<br />
nel bosco.<br />
Tuttavia io non confondo “coerenza” con “durezza”.<br />
Soprattutto con un cucciolo è necessario essere sempre<br />
pazienti, fare in modo che comprenda che cosa si vuole,<br />
e premiarlo non appena fa le cose per bene. Essere<br />
mondo lavoro 19
tempisti è fondamentale perché il<br />
cucciolo parte con il cervello vuoto<br />
e pulito come una sfera di cristallo.<br />
Questo cervello si può riempire di<br />
cose buone e che approviamo, o<br />
si può riempire di confusione con<br />
comandi e azioni incoerenti.<br />
Ci rendiamo conto che mentre richiamiamo il cucciolo<br />
con un riporto – magari un giocattolo - molto spesso il<br />
linguaggio del nostro corpo gli dice di stare alla larga<br />
mentre i nostri eccitati comandi vocali gli dicono di<br />
20<br />
venire da noi? Attenzione a non andare mai incontro<br />
a un cucciolo che corre a tutta velocità verso di noi,<br />
pieno di gioia per il suo riporto. Accogliamolo invece<br />
con un dolce movimento all'indietro, lasciamo che ci<br />
venga addosso e lodiamolo mentre ha ancora il riporto<br />
in bocca. Portarglielo via in fretta avanzando verso di<br />
lui gli insegnerà in poco tempo a cercare di evitare la<br />
nostra mano e a rallentare il riporto.<br />
Il linguaggio del corpo va tenuto in conto anche quando<br />
lodiamo il cucciolo. Quanti handler danno<br />
mondo lavoro
delle pacche amichevoli al cane invece di accarezzarlo<br />
piano piano, dicendogli nello stesso tempo qualche parola<br />
gentile, sempre la stessa, come “bravo”, “bravo cane”<br />
“ben fatto” o simili. Non parlategli fino a stordirlo. I cani<br />
amano una comunicazione semplice e immediata, sia<br />
a casa, che in addestramento, che in gara. Sicuramente<br />
bisogna chiarir bene le nostre intenzioni quando iniziamo<br />
a “installare” gli ordini nel suo piccolo cervello, ma<br />
è sufficiente fare sempre le cose allo stesso modo, il<br />
cucciolo capirà e ubbidirà per poter avere il suo riporto<br />
e condividere con voi la sua<br />
gioia per essersi comportato<br />
bene.<br />
Fate cose semplici, interessanti<br />
e brevi. Smettete quando va<br />
tutto bene. In questo modo sia<br />
voi che il cane non vedrete l'ora<br />
di fare un altro addestramento<br />
e costruirete nel tempo una<br />
meravigliosa relazione basata<br />
Helene Leimer<br />
Possiede Golden <strong>Retriever</strong><br />
e caccia con essi dal 1986.<br />
E' giudice internazionale di<br />
prove di lavoro dal 1998.<br />
Tiene corsi e seminari sull'addestramento<br />
in Austria e in<br />
tutta Europa, ed è autrice<br />
di alcuni libri e video nei quali presenta il suo<br />
metodo di addestramento, con enfasi particolare<br />
sulla comunicazione tra uomo e cane. Per molti anni<br />
ha inoltre lavorato a preparare cani da assistenza,<br />
soprattutto per bambini disabili, per i quali ha creato<br />
i Working Test "Vita Charity".<br />
mondo lavoro<br />
sulla fiducia.<br />
Tutto si basa su una buona<br />
relazione e più il cucciolo<br />
guarderà a voi come al centro<br />
del suo mondo più si divertirà.<br />
Possiamo cercare di descrivere<br />
come si cresce un cucciolo, ma<br />
le descrizioni non potranno mai<br />
essere così chiare come il partecipare a qualche seduta<br />
di addestramento per cuccioli. Se siete all'inizio e se non<br />
sapete esattamente come fare, invece di procedere per<br />
successive approssimazioni cercate un aiuto adeguato da<br />
conduttori/addestratori che sappiano che cosa fare e che<br />
ve lo possano dimostrare con i loro cani.<br />
21
La<br />
torsione di<br />
stomaco<br />
La torsione di stomaco è una patologia dove l’intervento tempestivo del veterinario è di fondamentale importanza<br />
per la salvezza del cane; per questo motivo è necessario che il proprietario la sappia riconoscere fin dalla<br />
comparsa dei primi sintomi.<br />
Le cause della torsione sono molteplici, non esiste una<br />
sola causa, ed è quindi una patologia difficile da prevenire.<br />
Sappiamo che ci sono delle razze maggiormente<br />
predisposte, tra queste l’Alano, il Boxer, il Pastore Tedesco,<br />
i Levrieri (razze con torace stretto e profondo); per fortuna<br />
l’incidenza della torsione non è molto elevata nei retrievers<br />
ma non si può escludere a priori la possibilità di una sua<br />
insorgenza. Tra le altre cause ricordiamo: i pasti abbondanti<br />
somministrati una volta al giorno e la voracità del cane,<br />
le bevute abbondanti e l’eccessiva attività fisica dopo il<br />
pasto. Probabilmente la torsione è facilitata da un certo<br />
grado di lassità congenita o acquisita del legamento<br />
gastro-epatico che dovrebbe tenere fermo lo stomaco<br />
nella sua posizione naturale.<br />
Lo stomaco ha l’aspetto di un<br />
sacco e, come tutti gli organi<br />
dell’apparato gastroenterico, si<br />
contrae e si rilassa per permettere<br />
il rimescolamento del cibo e<br />
quindi la progressione dello<br />
22<br />
di Lucia Casini<br />
stesso nell’intestino tenue. L’alimento entra dall’esofago<br />
attraverso il cardias ed esce dal piloro. Probabilmente<br />
uno spasmo improvviso ne determina la torsione.<br />
Immaginatevi lo stomaco che ruoti intorno al proprio<br />
asse (cardias-piloro): la conseguenza è la totale chiusura<br />
di queste due aperture. I gas generati dalla fermentazione<br />
degli alimenti quindi non possono più uscire provocando<br />
una progressiva e continua dilatazione dello stomaco.<br />
Poiché la milza è anatomicamente appoggiata allo<br />
stomaco, nella torsione vengono coinvolti anche i vasi<br />
sanguigni della milza, che si chiudono.<br />
Il primo sintomo è il rigonfiamento progressivo dell’addome.<br />
Il cane può manifestare conati di vomito senza però<br />
alcuna espulsione di materiale<br />
alimentare ed essere in preda<br />
a grande agitazione o profondo<br />
abbattimento. In breve tempo<br />
la sintomatologia si aggrava,<br />
l'addome, la cui percussione<br />
da’ un suono simile a quello di<br />
un tamburo, assume dimensioni<br />
evidenti. Insorge difficoltà<br />
respiratoria per la compressione<br />
sul diaframma e il battito cardiaco<br />
diventa debole. La morte può<br />
sopraggiungere dopo un paio<br />
di ore di grande sofferenza.<br />
Quanto prima si interviene maggiore è la possibilità di<br />
salvezza dell’animale. Nei casi in cui l’intervento del<br />
veterinario è tardivo, non si può escludere la morte del<br />
cane per il grave stato di shock che si è instaurato. La<br />
terapia della torsione di stomaco presuppone quindi il<br />
ricovero quanto più possibile sollecito, per poter effettuare<br />
la decompressione gastrica.<br />
il mondo del veterinario
Alcune torsioni meno gravi (torsioni parziali) si risolvono<br />
con l’introduzione di una sonda gastrica attraverso<br />
l’esofago. Se la sonda riesce a passare il cardias, la<br />
fuoriuscita dei gas e del cibo determina l’immediato<br />
svuotamento dello stomaco che riprende la sua posizione<br />
naturale. L’incidenza delle ricadute è però elevata. Nei<br />
casi gravi, caratterizzati da torsione totale che perdura<br />
da tempo con presenza di evidente difficoltà respiratoria,<br />
è necessario l’intervento chirurgico.<br />
In caso di apertura chirurgica dell'addome,<br />
il volume dello stomaco viene prima<br />
ridotto mediante l’introduzione di un<br />
grosso ago (gastrocentesi), che permette<br />
l’eliminazione dei gas, poi la torsione<br />
viene ridotta manualmente e lo stomaco<br />
riposizionato. Poiché la torsione è una<br />
patologia che può ripresentarsi dopo<br />
la prima insorgenza, in sede chirurgica<br />
si procede alla fissazione dello stomaco<br />
alla parete dell'addome (gastropessi).<br />
Alcune volte si rende necessaria<br />
l'asportazione della milza se risulta<br />
danneggiata dal prolungato arresto dell'irrorazione<br />
sanguigna.<br />
L’intervento presenta frequenti<br />
complicanze e la buona prassi chiede<br />
che il cane venga mantenuto in<br />
osservazione per alcuni giorni ed<br />
aiutato con terapia di sostegno post<br />
operatoria.<br />
Non esiste una prevenzione specifica<br />
ma alcuni accorgimenti possono ridurre<br />
la probabilità di insorgenza di una<br />
torsione di stomaco: somministrare<br />
almeno due pasti al giorno, evitare<br />
La torsione<br />
di stomaco<br />
abbondanti bevute di acqua fredda, evitare l’attività fisica<br />
dopo i pasti.<br />
Un consiglio importante: non date da mangiare al vostro<br />
cane la sera: se la torsione di stomaco sopraggiunge<br />
durante la notte, ve ne accorgereste solo la mattina dopo<br />
e, purtroppo, può essere troppo tardi per un qualsiasi<br />
intervento.<br />
Lyffe sarebbe morto nel marzo 2003 se i suoi proprietari non<br />
avessero riconosciuto questa terribile sindrome e non fossero<br />
corsi immediatamente dal veterinario. Si è ripreso velocemente<br />
dall'intervento e si gode ancora la vita sei anni dopo.<br />
Se vi il vostro cane presenta due o più di questi sintomi:<br />
• ha conati di vomito ma produce solo piccole quantità di muco<br />
--schiumoso<br />
• cerca andar di corpo senza successo<br />
• adotta la posizione “a Sfinge”<br />
• il suo stomaco si indurisce e/o si gonfia come un pallone ed è<br />
--teso come una pelle di tamburo<br />
• cerca di mordersi l'addome<br />
• è molto agitato<br />
allora...<br />
CONTATTATE IL VETERINARIO IMMEDIATAMENTE. La<br />
torsione di stomaco è una vera emergenza – siate preparati a<br />
correre dal veterinario per un intervento d'urgenza. Le possibilità<br />
di sopravvivenza decrescono enormemente se si interviene più<br />
di 60 – 90 minuti dopo i primi sintomi.<br />
QUINDI … sia che stiate per prendere un aereo, sia che stiate<br />
per mettere a tavola la vostra famiglia o che stiate andando a<br />
letto...NON FATELO. Correte dal veterinario.<br />
POTREBBE SALVARE LA VITA DEL VOSTRO CANE.<br />
Autori: Gill Arney e Brian Booth<br />
il mondo del veterinario 23
24<br />
KING<br />
di Stefano Morini - Medico veterinario<br />
Il suo nome era King….be`, solo King, ma l’espressione dei suoi<br />
occhi era veramente regale, anche in quel momento. Era veramente<br />
triste vedere quel bel pastore tedesco, alto e muscoloso, giacere<br />
a terra paralizzato a destra, con uno sguardo privo di paura, ma<br />
pieno di nobile curiosità. Sembrava che dicesse: “Allora, cos’é<br />
questa roba? Ci diamo una mossa?”.<br />
La sua padroncina mi aveva mandato un messaggio<br />
disperato chiedendomi di andare subito e cercare di<br />
fare tutto il possibile per lui. Disperato in fondo era<br />
un dolcissimo eufemismo…King era a terra sul fianco<br />
destro, quello paralizzato, riusciva a muovere malamente<br />
le zampe a sinistra, pedalando nel vuoto, alzava un<br />
po’ la testa, cercando di alzarsi. Messo in piedi da noi<br />
appoggiava a terra il dorso dei piedi posteriori poi si<br />
accasciava subito. Orecchio, labbro e guancia sinistri<br />
decisamente rilassati e tendenti verso il basso. Un ictus,<br />
se mai ne ho visto uno.<br />
Mi inginocchio vicino al piccolo, mi permette di avvicinarmi.<br />
Gli soffio dolcemente nelle narici e lo accarezzo<br />
sugli occhi. Si lascia fare. Comincio a fargli un<br />
trattamento chiropratico, usando la digitopressione<br />
seguendo i punti di repere dell’agopuntura<br />
e dando energia in precise zone anatomiche.<br />
Sembra prendere più forza e tenta di rialzarsi. A<br />
mio parere, pur senza avere riscontri radiografici<br />
o di risonanza magnetica, penso ci sia anche un<br />
trauma secondario alla colonna vertebrale, zona<br />
lombo-sacrale, con relativo edema al midollo.<br />
La proprietaria mi conferma che anche gli altri<br />
colleghi che l’hanno visitato hanno fatto la stessa<br />
diagnosi… Mettiamoci al lavoro. Riprendo il<br />
trattamento chiropratico usando piu` energia e per<br />
più tempo. King sembra gradire molto perché sbadiglia,<br />
mastica e schiocca la lingua, poi si addormenta.<br />
Adesso sembra solo un bel cagnone che dorme…<br />
Prescrivo Perna Canaliculus, mollusco della Nuova Zelanda<br />
in estratto secco, che possiede grande capacita` antinfiammatorie<br />
senza effetti collaterali e che mi aiuterà a diminuire<br />
l’edema del midollo spinale. Ora devo aumentare la vascolarizzazione<br />
in tutto il corpo, in particolare le cellule cerebrali,<br />
quindi decido di usare un estratto alcolico di varie erbe:<br />
foglie di Carciofo e Vite Rossa, Angelica Silvestre, radice<br />
di Pungitopo, Alga Laminaria, frutti di Cipresso, foglie e<br />
corteccia di Ippocastano, fiori di Angelica, fiori di Sambuco<br />
e Tiglio, a cui aggiungo un estratto di Ginko Biloba, che<br />
dovrebbe essere molto utile a livello cerebrale.<br />
Uso un estratto di Mais con caratteristiche di possibile<br />
rigenerazione di cellule necrotiche associato ad un<br />
medicinale fitoterapico composto per pulire fegato e reni<br />
dagli effetti collaterali di farmaci usati in precedenza. In<br />
questa fase così delicata e` molto importante rendere<br />
attivi ed efficaci i processi metabolici che fanno capo<br />
a fegato e reni quindi faccio somministrare radice di<br />
Tarassaco, pianta di Marrubio, foglie di Boldo, foglie<br />
di Carciofo, frutti immaturi di Noce Nera, foglie di<br />
Rosmarino, corteccia di Crespino, radice di Genziana,<br />
radice di Romice, radice di Enula e di Salsapariglia, fiori<br />
di Luppolo, radice di Echinacea, pianta di Spaccapietra,<br />
radice fresca di Bardana ed essenza di Rosmarino. Il tutto<br />
somministrato per bocca con siringa da alimentazione<br />
usando una semplice manualità.<br />
La cura ha avuto una durata di tre mesi circa con<br />
miglioramenti e peggioramenti a fasi alterne, curando<br />
piccole patologie collaterali come stipsi ostinate, lesioni<br />
da sfregamento sul terreno, peggioramenti generali<br />
dovuti a bruschi cambiamenti metereologici (notevole<br />
metereopatia ) ma ha dato buoni risultati per la gioia<br />
di tutti. Ora King e` tornato Re.<br />
Scorrazza sui prati con la sua compagna di sempre (una<br />
femmina di pastore tedesco a pelo lungo), mangia come<br />
un leone e ti guarda con antica fierezza. Certo, quando<br />
cambia il tempo, zoppica un po` e in generale ha qualche<br />
il mondo del veterinario
momento di incertezza nei cambi di andatura, ma direi<br />
che ci si possa accontentare…<br />
Adesso, quando lo vado a trovare mi accetta con il solito<br />
affetto, ma e` un po` più riservato, tiene le distanze, quasi<br />
volesse dirmi : Ao`, so` Re!….Regno!”.<br />
Te possino..!<br />
La fitoterapia consiste nella cura con rimedi a base di sostanze vegetali (tisane, cataplasmi per uso locale, estratti<br />
alcolici da radici, piante, fiori, foglie...) che contribuiscono a curare praticamente ogni patologia conosciuta.<br />
La fitoterapia cura la causa della malattia (terapia = causale), non i sintomi soltanto; in particolare fa sì che<br />
l'organismo produca di nuovo le sostanze che gli necessitano. Non ci sono in genere effetti collaterali, ne`<br />
interferenze con terapie farmacologiche, anzi associando fitoterapia e farmaci, spesso si ottiene un risultato<br />
ottimale.<br />
La chiropratica, invece, significa letteralmente “curare con le mani”. Manipolando con le dita e le mani le giuste<br />
aree di un organismo, si ottengono eccellenti risultati, non solo per togliere il dolore, ma per curare realmente<br />
organi malati. La chiropratica usa soprattutto i massaggi applicati alla colonna vertebrale, in quanto si considera<br />
che ogni malattia sia causata da un assetto non perfetto delle vertebre; ma ci si puo´ spingere oltre usando la<br />
tecnica della pressione con dita e mani (digitopressione) su tutto il corpo degli animali, sia per rimetterli in forma<br />
(se sono degli atleti) togliendo le rigiditè muscolari e articolari, sia per guarirloida vere e proprie malattie in<br />
corso.<br />
La tecnica pressoria può essere usata non solo seguendo la topografia dei meridiani dell'agopuntura o dello<br />
shatzu, ma anche agendo direttamente sulla parte malata.<br />
Le patologie che si possono risolvere con fitoterapia e chiropratica vanno dai problemi osteo-articolari a quelli<br />
comportamentali, dalle coliche all'astenia nervosa, dalle malattie metaboliche all'epilessia; in pratica in ogni<br />
campo si può agire con questi metodi terapeutici. Molto spesso queste terapie naturali evitano il ricorso ad<br />
interventi chirurgici, con risparmio di rischi sanitari e spese inutili per il proprietario.<br />
Spesso animali con patologie resistenti a terapie farmacologiche ricevono grandi benefici dall’uso di fitoterapia<br />
e chiropratica: infatti gli animali sono molto più sensibili di noi uomini alle terapie naturali, che ricalcano, in<br />
fondo, situazioni che essi vivono abitualmente in natura: si cibano di erbe medicamentose per curarsi e si<br />
automassaggiano rotolandosi a terra o strusciandosi contro alberi, rocce o tra di loro.<br />
Come dire: “scienza medica e ars medicandi insieme per curare”. Come dovrebbe essere.<br />
il mondo del veterinario 25
Quelle sottili forme di<br />
maltrattamento<br />
di tutti i giorni<br />
La definizione giuridica di maltrattamento è la seguente:<br />
-1. Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie<br />
o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la<br />
reclusione da 3 mesi a 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro.<br />
-2. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li<br />
sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.<br />
-3. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell’animale.<br />
Voglio pensare che tutti coloro che stanno leggendo<br />
queste righe non si immaginino neanche di poter<br />
sottoporre a tortura, perché è, a mio avviso di questo<br />
che si tratta, il proprio animale. E’ possibile, però,<br />
ravvisare dei tratti di maltrattamento o malgoverno<br />
anche quotidiani. Leggendo questo articolo di legge,<br />
quello che ho subito rimarcato e ritenuto illuminante<br />
è stato la inclusione e la considerazione delle “caratter-<br />
istiche etologiche” degli animali, perché non solo<br />
prevede una attenta analisi dei fabbisogni fisici e<br />
clinici dell’animale ma anche del suo comportamento<br />
e perché no anche dei suoi stati emotivi.<br />
Si profila, dunque, non solo un diritto generico degli<br />
animali di non soffrire o di non subire lesioni, ma sembra<br />
che il legislatore voglia attribuire dei diritti specifici<br />
26<br />
di Cinzia Stefanini<br />
agli animali. Per esempio, in questa visione è<br />
diritto per un cucciolo di cane socializzare,<br />
nonostante le nostre apprensioni; è diritto del<br />
cane che gli venga insegnato a rimanere da solo<br />
in modo non traumatico (visto che il cane è un<br />
animale sociale e non sa di suo rimanere isolato<br />
– punizione - ). Se tutto questo non avviene, si<br />
prospetta allora un caso di maltrattamento? Se<br />
pensiamo al reato di malgoverno di animale,<br />
senza spingerci in tutte quelle privazioni che<br />
inducono conseguenze eclatanti, come possiamo<br />
porci davanti alla necessità del cane di essere pulito,<br />
curato se è malato, alimentato in modo corretto ?<br />
Quante volte abbiamo visto cani molto sporchi il<br />
cui pelo si appiccica in maleodoranti ciocche, e non<br />
sto certo pensando a vecchi cani da pastore quanto<br />
piuttosto a certi barboncini o golden della Milano<br />
bene. A volte poi si assiste al fenomeno contrario:<br />
il comportamentista
cani lavati e rilavati più volte al giorno con dermatiti<br />
varie su tutto il corpo oppure lavati con prodotti<br />
inadeguati; ho persino conosciuto un avvocato che<br />
lavava il proprio volpino con l’ammorbidente (quello<br />
per lavatrici per non citare la marca) perché così<br />
lasciava un buon odore.<br />
Quanta necessità ha di giocare un cane? E quali<br />
giochi?<br />
Quando mi fanno queste domande rispondo sempre<br />
“Lo chieda a lui (il cane ), non a me”. Siamo sempre<br />
sicuri che al cane piaccia scatenarsi per ore nell’area<br />
cani, sempre alla stessa ora e sempre con gli stessi<br />
cani? Siamo proprio così sicuri che si tratti di giochi<br />
o che le interazioni non siano di altra natura?<br />
Ho recentemente visionato<br />
con alcune mie colleghe<br />
un filmato in cui erano<br />
ripresi due cani ad una<br />
esposizione: i conduttori,<br />
del tutto ignari dei segnali<br />
e della comunicazione<br />
fra i due cani che era<br />
veramente molto chiara<br />
(“stammi lontano“ “…ma<br />
io voglio starti lontano…”),<br />
li avvicinano “imponendo”<br />
(così possiamo dire) al<br />
maschio più anziano e più<br />
grosso di aggredire il più<br />
giovane, che reagisce con<br />
un sommesso ringhio. Reazioni dei conduttori: due<br />
belle pacche sul muso. Naturalmente facendo scorrere<br />
lentamente i fotogrammi la reazione alle due sberle del<br />
tutto inaspettate (“… ma come me l’hai imposto tu di<br />
reagire in questo modo …”) è stata di stress ed ansia:<br />
stress ed ansia sicuramente superiori a quelli scatenati<br />
dal diverbio fra i due cani. E’ evidente che se facessimo<br />
visionare quel filmato ai carabinieri, proponendolo<br />
come caso di maltrattamento, ci prenderemmo una<br />
controdenuncia per procurato allarme. Ci pare però<br />
giusto domandarci: era necessario mettere i due cani in<br />
quella situazione? quale livello di stress ha raggiunto il<br />
cane più giovane sapendo che sarebbe stato sicuramente<br />
aggredito dal più anziano? Evidentemente tale situazione<br />
è stata il frutto di una semplice distrazione ed un po’<br />
di ignoranza.<br />
Siete mai rimasti imbottigliati in autostrada? A me<br />
capita sovente sulla tangenziale est di Milano nelle<br />
ore di punta. E a volte capita di dover andare in bagno<br />
oppure di aver sete, ma non si può certo abbandonare<br />
l’auto in mezzo alla corsia: il doverci trattenere per<br />
un’ora o due può essere veramente fastidioso se<br />
il comportamentista<br />
non addirittura doloroso; sicuramente troveremmo<br />
altamente vergognoso, o addirittura impossibile<br />
utilizzare la nostra stessa auto come bagno. Molti<br />
cani si trovano in questa condizione, più volte al<br />
giorno, tutti i giorni della settimana perché escono<br />
poco, ad orari non regolari e non vogliono sporcare<br />
in casa perché sono stati ben educati. Se sporcassero,<br />
comunque, riceverebbero un aspro rimprovero.<br />
Siamo membri di una società evoluta che rispetta e<br />
cerca di assecondare non solo i bisogni primari di tutti<br />
i suoi componenti -i bambini, le donne, i migranti, gli<br />
anziani- a seconda delle loro inclinazioni e specifiche<br />
necessità. Un bambino avrà necessità di alimenti, di<br />
sicurezza, di formazione, di gioco o di riposo diverse<br />
da quelle di un adulto, non solo per un mero bisogno<br />
biologico ma soprattutto<br />
per ottenere e mantenere<br />
uno stabile benessere<br />
mentale ed emotivo.<br />
Noi che influenziamo<br />
costantemente con le nostre<br />
decisioni il presente ed il<br />
futuro dei nostri cani ed il<br />
loro benessere percepito<br />
nell’istante, dobbiamo farci<br />
carico completamente di<br />
tale responsabilità ed evitare<br />
il più possibile forme di maltrattamento o malgoverno<br />
indirette e sottili. Per citare la teorica femminista Marti<br />
Kheel «nella nostra società moderna e complessa<br />
forse non saremo mai in grado di avere un’esperienza<br />
completa dell’impatto delle nostre decisioni morali, ma<br />
possiamo nondimeno tentare il possibile per esperire<br />
emozionalmente la coscienza di questo fatto.»<br />
*Per saperne di più:<br />
http://www.anlc.it/wp/wp-content/uploads/5_legge189-<br />
2004.pdf.<br />
27
Golden: arma letale...<br />
non solo nel riporto.<br />
Parlare di caccia praticata (in maniera da alcuni ritenuta impropria per un retriever) è a mio avviso accrescere<br />
la conoscenza delle potenzialità dei nostri cani. D’altronde con questi espletiamo compiti ben più lontani dalla<br />
loro natura di cani da caccia e meno consoni a giusti criteri di selezione.<br />
Il vivere su un’isola non facilita gli spostamenti atti a<br />
presenziare nei luoghi ove si svolgono manifestazioni<br />
dedicate ai retriever per questioni di distanza, per tempi<br />
di percorrenza e, non ultimo, per gli alti costi che una<br />
presenza, anche sporadica, comporterebbe. Quindi a<br />
chi voglia cimentarsi con il proprio cane e sfruttare le<br />
attitudini di razza, se non dispone di tempo e mezzi,<br />
rimangono poche possibilità se non il giocarci con i<br />
“dummy” o sperare di avere qualche conoscente che<br />
vada a caccia, disponibile ad accettare la presenza tua<br />
e del tuo cane. Cosa fattibile, ma<br />
non sempre.<br />
Da qui la decisione sette anni fa di<br />
prepararsi all’esame e conseguire<br />
il “porto d’armi”, e da qui parte<br />
un viaggio di affiatamento e<br />
conoscenza reciproca che ci<br />
porta a girare per colline, boschi,<br />
campi, batterci fiumi e zone<br />
acquitrinose tutte le volte che ne<br />
abbiamo possibilità, praticare una<br />
delle arti più antiche del mondo,<br />
collaborare, con gioco di squadra,<br />
per la fruttuosa riuscita di una<br />
giornata di caccia.<br />
Non che fossi a digiuno della<br />
conoscenza di selvaggina, cani e<br />
caccia, in quanto sin da piccolo<br />
rimanevo affascinato dai racconti del nonno materno<br />
e seguivo con passione i miei zii, fratello maggiore<br />
e qualche anziano del vicinato nelle loro escursioni<br />
in cerca di selvatici, solo che questa passione era<br />
rimasta accantonata sino all’arrivo del mio Ducker,<br />
sino alla comprensione della sua voglia di fare, delle<br />
sue doti innate e la presa di coscienza del cambio di<br />
atteggiamento quando, nelle sedute di allenamento,<br />
si usavano selvatici morti al posto dei soliti riportelli.<br />
L’attenzione, l’uso dell’olfatto, il cercare il vento in<br />
28<br />
di Leonardo Langiu<br />
“Battuti” i canneti del fiume foto ricordo di Nous e<br />
Ducker con le anatre prese, prima del nostro<br />
rientro a casa.<br />
maniera spontanea per cogliere l’effluvio e la luce nei<br />
suoi occhi quando recuperato il pezzo tornava verso me<br />
per consegnarmelo. Da qui la decisione di dare l’esame<br />
e fornirmi di fucile, provare in maniera appagante per<br />
ambedue il praticare concretamente un’attività dove<br />
cacciatore e cane diventino ausiliari uno dell’altro.<br />
I primi tempi cercavo situazioni in cui il suo appellativo<br />
di “riportatore” fosse messo alla prova, quindi levatacce<br />
prima dell’alba per posizionarsi nelle zone di passaggio<br />
degli anatidi, oppure mattinate<br />
e serate nascosti dietro cespugli<br />
aspettando l’andata o il rientro<br />
dei tordi nei, o dai, campi di<br />
pastura. Il cane legato, io semi<br />
nascosto pronto a sparare e,<br />
possibilmente, abbattere pezzi<br />
da riportare. Nel caso il gioco<br />
riuscisse, lo liberavo, confidando<br />
nella sua memorizzazione dei<br />
punti di caduta o cercando di<br />
dirigerlo in quelli da me fissati.<br />
Era una grande fatica combattere<br />
la vitalità, la frenesia del voler<br />
fare, l’esuberanza giovanile, tanto<br />
che, passavo più tempo a cercare<br />
di tenere calmo il cane (errori<br />
di addestramento dovuti a fretta<br />
e inesperienza) che quello trascorso a tenere d’occhio<br />
l’orizzonte per controllare l’approssimarsi di selvatici.<br />
Fu allora chedecisi di smettere di ritenerlo solo mero<br />
riportatore e, richiamando in memoria esperienze<br />
giovanili, feci la prova di un uso totale nello sfruttare<br />
le sue doti, lasciandolo libero nella cerca e nello stano<br />
di eventuale selvaggina.<br />
Per legge, il primo anno dopo il conseguimento del<br />
“porto d’armi”, il neofita deve accompagnarsi ad un altro<br />
cacciatore con almeno tre anni di esperienza. All’inizio<br />
il mio retriever
mi ero appoggiato ad un amico che possedeva un setter<br />
e con il quale uscivo cercando di coordinarmi con la<br />
sua maniera di cacciare. Presto mi resi conto che nella<br />
caccia vagante esistono ausiliari più consoni di un retriever<br />
(qual sono le razze predisposte a questa) e passavo più<br />
tempo a cercare di sfumare gli eccessi del mio cane che<br />
in vera attenzione a quanto si prospettava intorno a me.<br />
Condizionato dal diverso passo del setter mi sprecavo<br />
in fischi e richiami per tenere a bada Ducker, creando<br />
grande confusione nella sua testa e ben poco affiatamento<br />
tra me e lui.<br />
Alla fine di una stagione frustrante, scoraggiante e scevra<br />
di passi avanti nella comprensione della divisione dei<br />
compiti tra “fucile” e cane, decisi di rischiare e uscii<br />
senza accompagnatore, cioè senza il condizionamento<br />
di persone o cani (eccetto Ducker) con cui adeguarsi e<br />
misurarsi. L’ultimo giorno di<br />
apertura della caccia montai<br />
in macchina e mi avventurai<br />
solitario verso un fiume sulle<br />
cui sponde sono presenti<br />
grandi estensioni di canneti<br />
e cespugli di tamerici con<br />
pozze riparate e nascoste allo<br />
sguardo e dove di solito le<br />
anatre si posano e soggiornano<br />
in tutta tranquillità al sicuro<br />
dai predatorin sollevandosi in volo solo<br />
se stimolate dall’arrivo di questi ultimi sufficientemente<br />
vicino da rappresentare<br />
un reale pericolo per la loro incolumità.<br />
Arrivato sul posto feci scendere dall’auto<br />
Ducker, questi una volta libero corse subito<br />
tra i cespugli del fiume e, cogliendomi<br />
impreparato, sollevò immediatamente<br />
una coppia di germani già sicuramente<br />
sul chi vive dal rumore del motore e dallo<br />
sbattere degli sportelli dell’automobile<br />
parcheggiata a cinquanta metri dal<br />
fiume. Imprecazioni e tentativo di caricare le cartucce<br />
velocemente nel fucile.<br />
il mio retriever<br />
Ho mirato senza sparare a degli uccelli oramai sufficientemente<br />
lontani perché non corressero rischio alcuno da<br />
chi voleva attentare alla loro vita.<br />
Capii in quel momento cosa mancasse in comprensione<br />
tra me ed il mio cane: il coordinamento dei diversi<br />
ruoli. Ovvero a cosa servisse il fucile e il cosa dovesse<br />
fare il cane. Quest’ultimo doveva usare i suoi sensi per<br />
individuare, raggiungere e far levare in volo (o stanare) i<br />
selvatici, da parte mia dovevo seguire i suoi movimenti e<br />
cercare di posizionarmi nel luogo più idoneo per facilitare<br />
l’abbattimento con conseguente immediato riporto. Se<br />
questa operazione fosse riuscita sarebbe stato un gran<br />
passo avanti per ambedue.<br />
Ripresi a percorrere il fiume cercando di usare le gambe<br />
per controbattere l’irruenza e la foga di Ducker che lo<br />
portava ad allontanarsi dalla zona di tiro utile, lanciandogli<br />
di tanto in tanto il fischio di ferma almeno<br />
per rallentarlo, operazione che a volte<br />
riusciva. Finalmente, forse dovuto al mio<br />
andar celere cercando di tenermi a tiro di<br />
un eventuale sollevamento di selvatici, la<br />
combinazione sperata si avverò: Ducker<br />
riuscì ad involare un germano al limite<br />
di un canneto, quest’ultimo con volo<br />
radente sull’acqua cercò di conquistare<br />
il cielo, sollevai il fucile e sparai. Cadde<br />
ferito dentro lo specchio d’acqua agitando<br />
le ali sulla superficie. Il cane, distante<br />
circa cinquanta metri dall’anatra, nuotò<br />
alla volta di questa, arrivato a portata di<br />
zanne, lo prese in bocca e dopo aver<br />
guadagnato la sponda si apprestò verso<br />
me e con sguardo fiero e sprizzante gioia<br />
me lo depose in mano.<br />
Da quel momento capii il significato<br />
di affiatamento e gioco di squadra,<br />
mi riproposi di prestare la massima<br />
attenzione nel cernire le eventuali<br />
possibilità che si presentassero in<br />
giornata: sparare solo a colpo sicuro,<br />
stare attento che il cane seguisse<br />
tutto il susseguirsi degli avvenimenti,<br />
dal prendere il volo del selvatico,<br />
allo sparo e l’eventuale caduta con<br />
conseguente cura nel richiedere<br />
il riporto. Mi si presentarono altre<br />
quattro occasioni possibili di cui<br />
due andarono a buon fine, una con<br />
caduta in acqua e marcata dal cane,<br />
la seconda con abbattimento su di<br />
un campo nella sponda del fiume<br />
opposta ed al di fuori del campo<br />
visivo di Ducker.<br />
La prima era un “marking” puro dai risultati certi e<br />
Nous, dopo aver stanato<br />
e recuperato il<br />
germano dal canneto,<br />
esegue il riporto.<br />
29
facilmente eseguibili da qualunque razza canina da<br />
caccia con un minimo di riporto insegnato. La seconda<br />
un “blind”, più compito da retriever e con obbligo di<br />
conduzione. Richiamai il cane al piede, lo posizionai<br />
nella giusta direzione e gli diedi il via. Si tuffo in acqua,<br />
rinforzai la direzione con “vai” vari, conquistò l’altra<br />
sponda e uscì all’asciutto, qui lo fermai, rinforzai<br />
ulteriormente con un “dietro” stando attento a fargli<br />
cogliere e sfruttare la leggera brezza che soffiava<br />
quel giorno in maniera contraria al luogo di caduta,<br />
lo lasciai arrivare oltre il posto in cui ritenevo<br />
fosse caduto il germano e gli diedi, con fischi<br />
modulati, il cerca. Sollevò il naso in aria per<br />
fiutare il vento divenuto nel frattempo a favore e<br />
si fiondò senza esitare verso il selvatico, lo prese<br />
in bocca e lo riportò in maniera ineccepibile,<br />
con grande mia felicità.<br />
L’unico rammarico era che la stagione di caccia era<br />
giunta alla conclusione e avrei dovuto aspettare<br />
la prossima per confermare e corroborare quanto<br />
di buono fatto in giornata.<br />
Molta acqua è passata sotto i ponti da quel fatidico<br />
giorno in cui trovai la chiave comportamentale per<br />
farmi capire dal mio cane, a volte sono ancora costretto<br />
ad allungare le gambe per stargli dietro (soprattutto ad<br />
inizio stagione quando il silenzio venatorio lo carica<br />
di “sindrome da astinenza da selvatico”). Dopo anni<br />
passati nell’uscire insieme con scopo, la complementarità<br />
è divenuta fluida, naturale, i compiti precisi e con<br />
poche sbavature e le soddisfazioni tante, con indice<br />
di successo alto per ambedue.<br />
Oggi vado a caccia con due golden, di solito pratichiamo<br />
la caccia vagante, ma non disdegnando “attese” all’alba<br />
o al tramonto in cui i cani svolgono soprattutto il<br />
ruolo di selezione, eseguendo i recuperi all’ordine. Mi<br />
riempiono di soddisfazione quando a caccia di tordi allo<br />
“schizzo” (cioè camminando tra i cespugli di pastura<br />
per farli involare e cercare di abbatterli) fanno larghi giri,<br />
entrano nei cespugli, sollevano gli uccelli cercando di<br />
spingerli verso di me, oppure quando si destreggiano<br />
nella più fitta macchia mediterranea in cerca di pernici,<br />
quando battono i campi per quaglie, lepri o conigli<br />
e infine nella caccia specialistica agli acquatici di cui<br />
Dopo essersi dissetato, Ducker riposa con<br />
a fianco le pernici stanate e riportate.<br />
ho raccontato sopra. Mestiere ormai<br />
raffinato al massimo concepibile dove<br />
vien fuori l’eccellenza dei loro sensi,<br />
la prestanza della loro morfologia,<br />
dove orgogliosamente ci raffrontiamo<br />
con altri cacciatori e diverse razze di<br />
cani da caccia, confermandoci il più<br />
delle volte vincenti, facendo carniere<br />
e facendolo fare ad altri recuperando<br />
Tornati a casa e ripuliti, la foto di rito, con il bottino conseguito in una<br />
pezzi impossibili per i loro cani.<br />
mattinata di caccia.<br />
Tutto questo limita il possibile utilizzo<br />
dei miei cani in “field trial”, l’autonomia concessa in<br />
“caccia reale” può essere un handicap per quanto<br />
richiesto dai regolamenti di “gara”, infatti caccia pratica<br />
e gara sono poco coniugabili se ci si avventura oltre<br />
il “picking up” e si usano i retriever come cani da<br />
caccia totale dove ha valore l’iniziativa suffragata<br />
dall’esperienza. La non prevedibilità dei “selvatici”,<br />
le grandi esplosioni adrenaliniche non favoriscono la<br />
concentrazione e il controllo necessari per superare<br />
prove al di fuori del contesto cui si è abituati, contesto<br />
in cui l’essere “cacciatore” del cane lo porterebbe a<br />
deviare in caso di distrazione imprevedibile e casuale,<br />
come l’effluvio o il volare di un selvatico.<br />
30 il mio retriever
da leggere<br />
Labrador (Best of Breed) di David Craig, The Pet<br />
Book Publishing Company (gennaio 2008).<br />
Scritto dal conosciutissimo giudice internazionale<br />
e allevatore David Craig, questo manuale di<br />
gran successo affronta il<br />
Labrador da tutti i punti<br />
di vista. Il libro, in otto<br />
capitoli e 120 illustrazioni,<br />
tratta dettagliatamente la<br />
storia della razza, i suoi<br />
bisogni e il suo temperamento,<br />
la cura del cucciolo, con addestramento<br />
e socializzazione,<br />
e illustra lo standard di<br />
razza. Il manuale contiene<br />
inoltre una parte dedicata alla salute, curata da<br />
un noto medico veterinario inglese.<br />
Animals Make Us Human: Creating the Best<br />
Life for Animals di Temple Grandin e Catherine<br />
Johnson, Houghton Mifflin Harcourt (January<br />
2009). *Non ancora tradotto in italiano.<br />
Temple Grandin è probabilmente la persona<br />
affetta da autismo più titolata<br />
e più conosciuta al mondo, è<br />
comparsa nei più importanti<br />
programmi televisivi e ha scritto<br />
i primi libri che aiutano a comprendere<br />
“dall'interno” l'autismo.<br />
Grazie al suo particolare modo<br />
di vedere il mondo, ha scritto<br />
anche libri che ci mostrano<br />
come rendere migliore la vita<br />
degli animali – dal loro punto<br />
di vista, non dal nostro. Questo libro si basa sulla<br />
esperienza dell'autrice come persona autistica e<br />
libri e curiosità<br />
su quasi 30 anni di studio per identificare i bisogni<br />
emozionali di base di cani, gatti, animali in fattoria<br />
e negli zoo. E' un libro che fa pensare e che ci fa<br />
rivedere molto di ciò che pensiamo di sapere sul<br />
comportamento degli animali.<br />
Ricette a Quattro zampe per il tuo miglior amico<br />
di Ingeborg Pils, Editore Gribaudo (January 2007).<br />
Facili e veloci ricette, illustrate con foto a colori,<br />
adatte alla maggior parte<br />
dei cani, da preparare<br />
ogni giorno o in occasioni<br />
speciali. Tutte le ricette<br />
sono state controllate<br />
ed approvate da un veterinario<br />
e provate dai cani dell'autrice.<br />
La socia RCI Susan<br />
Street testimonia che i<br />
biscotti di grano integrale e avena ricoperti di<br />
semi di sesamo sono stati un grande successo<br />
tra le sue golden, che li hanno letteralmente<br />
divorati.<br />
da vedere<br />
La nuova serie televisiva del programma di<br />
Cesar Millan “The dog whisperer” sarà trasmessa<br />
domenica 27 settembre alle 9 pm dal canale<br />
National Geographic. Nel primo episodio, Cesar<br />
aiuterà Nunu, un Chihuahua che attacca ferocemente<br />
chiunque si avvicini alla sua padrona Tina, e<br />
il “quasi” Labrador Opie che è perfetto con le<br />
persone ma aggressivo con gli altri cani.<br />
Cesar Millan è un conosciutissimo esperto di comportamento<br />
canino e giornalista del New York Times,<br />
ed ha già scritto due best seller. E' uno dei più<br />
richiesti esperti per la riabilitazione di cani problematici.<br />
Il programma televisivo lo segue attraverso<br />
libri e curiosità 31
gli Stati Uniti nelle case dove rieduca i cani ed i<br />
loro proprietari sulla base di tre principi portanti:<br />
“esercizio, disciplina e affetto.”<br />
32<br />
ultime notizie<br />
Estate 2009: diminuiscono gli abbandoni di cani.<br />
L'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente<br />
(AIDAA) riferisce di un chiaro calo nel numero di<br />
abbandoni: nei 100 canili monitorati , gli abbandoni<br />
sono stati 5092, meno della metà di quelli riportati<br />
nell'estate 2008.<br />
Grazie alla recente introduzione del microchip, sono<br />
stati riconsegnati ai loro proprietari 2304 cani su un<br />
totale dei 8206 che sono transitati dai canili monitorati<br />
nello studio. Gli abbandoni sono diminuiti principalmente<br />
al Nord: in Tentino Alto Adige e Valle d'Aosta non<br />
sono stati segnalati randagi. Il 74% degli abbandoni<br />
si è verificato in Campania, Sicilia, Puglia, Basilicata,<br />
Sardegna e Calabria.<br />
L'AIDAA stima che grazie alla campagna del<br />
Governo Italiano contro gli abbandoni, circa 400<br />
000 cani abbiano accompagnato i loro padroni in<br />
montagna o al mare nel mese di agosto. Mentre<br />
relativamente poche spiagge accettano i cani,<br />
stanno aumentando gli agriturismi in collina e in<br />
montagna che accolgono volentieri I cani.<br />
Scoperti i resti del primo cane domestico.<br />
Secondo lo scienziato Peter Savolainen del Royal<br />
Institute of Technology di Stockholm, i resti del<br />
primo cane domestico, risalenti a 16000 anni<br />
fa, sono stati identificati in Cina, a sud del fiume<br />
Yangtze. Savolinen ha pubblicato i risultati della<br />
sua ricerca sulla rivista “Molecular Biology and<br />
Evolution”. Lo studio dimostra che i primi cani<br />
si sono evoluti dal lupo all'incirca<br />
nel periodo in cui<br />
in Cina si sviluppò l'agricoltura.<br />
Fino ad ora gli scienziati<br />
pensavano che i cani si<br />
fossero domesticati alcune<br />
migliaia di anni fa, ma non<br />
sono mai stai in grado si<br />
precisare dove e quando.<br />
Dallo studio del DNA mitocondriale<br />
di più di 1700 cani moderni, gli scienziati<br />
svedesi e cinesi sono stati in grado di ricostruire<br />
alcuni gruppi di alberi genealogici, da questi, le<br />
origini cinesi del cane domestico.<br />
Se i cani potessero parlare.....<br />
Questa estate la ditta produttrice di giocattoli<br />
Takara ha presentato alla Fiera del Giocattolo<br />
di Tokio una versione aggiornata del “Collare<br />
Bowlingual”, un sistema computerizzato che<br />
traduce l'abbaiare del cane in sei differenti<br />
emozioni. La prima versione, formata da un<br />
collare e da una ricevente da tenere in mano,<br />
è stata lanciata nel 2002 ed è stata venduta in<br />
Giappone in 300 000 esemplari.<br />
Questo piccolo strumento, messo a punto dal<br />
presidente della Takara insiema ad un esperto in<br />
acustica e a un veterinario, trasmette il suono dell'abbaio<br />
a un computer che lo analizza e poi lo collega<br />
uno dei sei stati d'anima: felicità, tristezza, frustrazione,<br />
allarme, assertività o bisogno. Il display mostra<br />
in modo spiritoso “quello che il cane direbbe, se<br />
potesse parlare”. L'apparecchio ha anche altre interessanti<br />
caratteristiche, può essere programmato per<br />
oltre 80 razze e costa circa 150 euro.<br />
libri e curiosità
Nel 2008 i retriever sono in pole position.<br />
Le iscrizioni ai libri delle origini dimostrano che<br />
in tutto il retriever continuano ad essere tra le<br />
razze più popolari. In Italia i Labrador sono stati<br />
la quarta razza più popolare, con 6040 nuove<br />
iscrizioni, (su più di 123000 soggetti di 220<br />
razze) dopo i setter inglesi, i pastori tedeschi e<br />
i segui maremmani. I golden seguono in settima<br />
posizione con 3800 iscrizioni. Invece I Curly<br />
coated si sono distinti come una delle razze più<br />
rare...con una sola iscrizione!<br />
Anche in Inghilterra Labrador e golden sono tra le<br />
razze più diffuse. I Labrador sono i più popolari:<br />
infatti sono stati iscritti ben 45233 cuccioli , seguiti<br />
dai Cocker - che hanno avuto un incremento del<br />
ENDAL: la storia del cane prodigio diventerà un film.<br />
Allen Parton (vedi nr 3 di <strong>Retriever</strong>-<strong>Magazine</strong>) ha<br />
inviato a <strong>Retriever</strong> <strong>Magazine</strong> le ultimissime notizie:<br />
il produttore cinematografico Simon Brooks ha<br />
acquisito i dirittti del libro "Endal: How One Extraordinary<br />
Dog Brought a Family Back from the Brink"<br />
che Allen e sua moglie<br />
Sandra hanno scritto per<br />
raccontare come Endal,<br />
il loro primo labrador<br />
da assistenza, ha salvato<br />
la vita di Allen e il loro<br />
matrimonio.<br />
Nel film in progetto la parte<br />
di Sandra verrà proposta<br />
a grandi star come Kate<br />
Winslett e Rachel Weisz<br />
mentre Colin Firth or<br />
Michael Sheen saranno<br />
Allen Parton, anche se...<br />
”per essere belli come<br />
me ci vorrebbe Brad Pitt” dice Allen scherzando.<br />
All'inizio di settembre è stata conferita ad Endal<br />
10%- e dagli Springer Spaniel Inglesi. I golden<br />
sono settimi con 9159 iscirzioni.<br />
Negli Stati Uniti i Labrador sono da 18 anni la<br />
razza più popolare, e golden seguono da vicino,<br />
al quarto posto. Nell'anno della sua fondazione<br />
(1884) l'American Kennel Club comprendeva solo<br />
nove razze, sorprendentemente, il Chesapeake<br />
Bay <strong>Retriever</strong> era la seconda razza più numerosa,<br />
con 48 soggetti. Tutte le prime nove razze appartenevano<br />
ai cani da caccia, selezionati per aiutare<br />
l'uomo a trovare e recuperare la selvaggina. E che richiedevano<br />
il “will to please” e l'addestrabilità<br />
che ancora oggi li rendono così popolari anche<br />
come cani da famiglia.<br />
la medaglia PSDA alla memoria che rimarrà per<br />
sempre nell'albo d'onore della PSDA. Allen ha partecipato<br />
alla cerimonia con il suo nuovo labrador, EJ,<br />
che sta seguendo le orme di Endal come devoto<br />
cane da assistenza.<br />
In attesa del film, Allen ci invia anche alcune foto<br />
di Endal Jr, detto EJ in famiglia.<br />
libri e curiosità 33