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20 anni di Qui con inserto fumetto - Più Notizie

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Vent’<strong>anni</strong> <strong>di</strong> <strong>Qui</strong><br />

politica tra<strong>di</strong>zionale. Il ciclone giu<strong>di</strong>ziario e la<br />

crisi politica <strong>di</strong> quel tremendo biennio fecero<br />

piazza pulita <strong>di</strong> tutti questi protagonisti.<br />

Mauro Dragoni fu costretto alle <strong>di</strong>missioni<br />

per un presunto scandalo da cui poi fu prosciolto.<br />

Ma la sua carriera politica fu azzerata<br />

e lui ne uscì <strong>di</strong>strutto. Mario Boccacini si è<br />

ritirato dalla politica e oggi è un brillante impren<strong>di</strong>tore.<br />

Raul Gar<strong>di</strong>ni è morto suicida. Di<br />

Carlo Sama e dei Ferruzzi si sono a lungo perse<br />

le tracce. Nel 1993 Ravenna cambiò volto.<br />

Ma quando parte <strong>di</strong> questa storia accadde, io<br />

già non ero più <strong>di</strong>rettore del <strong>Qui</strong>”. Tra gli episo<strong>di</strong><br />

più importanti avvenuti durante la sua<br />

<strong>di</strong>rezione, Carloni ricorda la vicenda politicoprocessuale<br />

<strong>di</strong> Mauro Dragoni, che portò alle<br />

<strong>di</strong>missioni del sindaco <strong>di</strong> Ravenna. “Dragoni<br />

era alla guida <strong>di</strong> una Giunta comunale PCI-<br />

PDS, PSI, PRI e restò in carica fino al 3 settembre<br />

del 1992. Ad indurlo a chiudere la sua carriera<br />

amministrativa in anticipo fu l’inchiesta<br />

aperta dalla Procura della Repubblica <strong>di</strong><br />

Ravenna per una casa ottenuta in comodato<br />

gratuito da un impren<strong>di</strong>tore ravennate. Noi<br />

seguimmo <strong>con</strong> attenzione sia la vicenda giu<strong>di</strong>ziaria<br />

<strong>di</strong> Dragoni, sia quella politica che si<br />

aprì <strong>con</strong> le sue <strong>di</strong>missioni, ovvero la costituzione<br />

<strong>di</strong> una nuova Giunta monocolore PDS<br />

pagina 14<br />

affidata a Giov<strong>anni</strong> Miserocchi. Sulla vicenda<br />

giu<strong>di</strong>ziaria, in particolare, noi non fummo<br />

mai giustizialisti e anzi seguimmo <strong>con</strong> crescente<br />

scetticismo un’inchiesta che si rivelava<br />

via via sempre più fragile ed evanescente.<br />

Dicemmo apertamente che quell’inchiesta<br />

era sostanzialmente una bufala e che Dragoni<br />

era innocente. Avevamo pienamente ragione.<br />

A Dragoni fu restituito l’onore quando<br />

ormai era troppo tar<strong>di</strong>”. Tra gli articoli scritti<br />

durante quell’anno, Carloni ne ricorda uno<br />

in particolare. “In uno dei primi numeri del<br />

settimanale uscì un’inchiesta che prendeva<br />

spunto dalla vicenda Mani Pulite <strong>di</strong> Antonio<br />

Di Pietro. Chiedemmo ai citta<strong>di</strong>ni ravennati<br />

cosa pensassero in quel momento dei loro<br />

politici locali e ne uscì un quadro desolante.<br />

Era la fotografia <strong>di</strong> uno stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio<br />

profondo. Infatti, il titolo dell’inchiesta più o<br />

meno recitava così, vado a memoria: Sì, per<br />

me rubano anche qui. Potete immaginare<br />

le reazioni del Palazzo. Ci furono telefonate,<br />

facce scure, rimbrotti. Noi andammo avanti<br />

per la nostra strada, anche se non piaceva a<br />

tutti. Rac<strong>con</strong>tavamo una società inquieta<br />

e sfiduciata, in crisi <strong>di</strong> identità, ma ricca <strong>di</strong><br />

istanze civili e in cerca <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> nuovo e<br />

<strong>di</strong> pulito in cui credere. Era ieri. Sembra oggi”.

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