Roberto Roversi - Gli Amici di Luca
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46<br />
ESPERIENZE DI CONFINE<br />
Me<strong>di</strong>um, contatti spirituali e sopravvivenza della coscienza<br />
Nuovi stu<strong>di</strong> dei ricercatori sulle<br />
potenzialità sensitive della mente umana<br />
<strong>di</strong><br />
Cecilia Magnanensi<br />
Segretario Generale della Fondazione<br />
Bozzano-De Boni<br />
In queste pagine si è già parlato <strong>di</strong><br />
sopravvivenza dopo la morte, ma<br />
l’attualità invita ad affrontare nuovamente<br />
l’argomento grazie a<br />
Hereafter, il nuovo film <strong>di</strong> Clint<br />
Eastwood, in cui i protagonisti<br />
hanno avuto contatti con la morte e<br />
cercano risposte a domande che da<br />
sempre l’uomo si pone: “Si sopravvive<br />
alla morte? Si può comunicare<br />
con esseri che vivono in un altrove?”<br />
Secondo la scienza niente <strong>di</strong> tutto<br />
ciò è provato né si può provare. Tuttavia<br />
c’è chi ha ideato, progettato e<br />
realizzato esperimenti per verificarne<br />
la realtà e la storia della ricerca<br />
psichica ne annovera <strong>di</strong>versi. Le<br />
indagini hanno subìto fasi alterne e<br />
progre<strong>di</strong>to più lentamente rispetto a<br />
quelle rivolte alle facoltà extrasensoriali.<br />
Infatti, c’è chi ritiene che<br />
<strong>di</strong>ano risultati maggiori<br />
gli stu<strong>di</strong> rivolti all’interazione<br />
tra mente e mente<br />
(telepatia), alla capacità<br />
della mente <strong>di</strong> andare<br />
oltre lo spazio (chiaroveggenza)<br />
e/o oltre il<br />
tempo (precognizione).<br />
Mentre nel passato c’erano<br />
meno possibilità <strong>di</strong><br />
controllo, e soprattutto<br />
meno strumenti che permettessero<br />
l’analisi delle<br />
affermazioni date dai<br />
me<strong>di</strong>um, oggi chi affronta<br />
una ricerca <strong>di</strong> questo<br />
tipo ha più mezzi per<br />
farlo e si prendono più in considerazione<br />
le <strong>di</strong>chiarazioni dei me<strong>di</strong>um<br />
rispetto alle modalità con cui si<br />
esplica l’eventuale comunicazione<br />
con l’al<strong>di</strong>là. Ciò che si indaga non è<br />
la me<strong>di</strong>anità che si manifesta con la<br />
trance o i fenomeni fisici, ma quella<br />
che fornisce informazioni quantificabili<br />
e verificabili relative alle<br />
entità che si manifestano.<br />
Il me<strong>di</strong>um è vigile ed esprime a<br />
parole ciò che vede con varie modalità:<br />
la visione con gli occhi della<br />
mente, l’ascolto con le orecchie<br />
della mente, percezioni tattili e<br />
olfattive, con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> sentimenti<br />
e emozioni con i <strong>di</strong>sincarnati. Ciò<br />
che viene detto può riguardare particolari<br />
della vita materiale, la<br />
descrizione fisica e caratteriale<br />
delle entità comunicanti, <strong>di</strong> luoghi<br />
legati a loro e/o ai loro cari, così<br />
come notizie relative alla vita – passata<br />
e/o presente – dei consultanti,<br />
sentimenti degli uni e/o degli altri.<br />
Così si è espresso uno dei me<strong>di</strong>um:<br />
«Durante una lettura, io ricevo<br />
informazioni in <strong>di</strong>fferenti mo<strong>di</strong>: io<br />
vedo immagini, figure, scene, quel-<br />
La chiaroveggenza, Renè Magritte 1936<br />
lo che la persona [cioè l’entità]<br />
vuole che io veda; talvolta odo<br />
parole, nomi, iniziali, ecc. o percepisco<br />
l’energia dello spirito e la sua<br />
personalità». C’è invece chi vede<br />
«scrivere i loro nomi nell’aria o su<br />
una parete o sul pavimento, e, per<br />
attirare la mia attenzione, lasciano<br />
cadere oggetti [nella visione]» o chi<br />
«odo nella mia testa una voce che è<br />
l’inizio <strong>di</strong> un nome, talvolta il nome<br />
intero, altre volte il suono è nelle<br />
mie orecchie o vibra nei punti corrispondenti<br />
ai chakra (avvertendo<br />
qualcosa <strong>di</strong> gutturale)». Altri affermano<br />
invece <strong>di</strong> essere in grado <strong>di</strong><br />
«sentirli nella mente quando mi<br />
parlano. So che non sono parole<br />
mie perché per me non hanno alcun<br />
significato». Inoltre avvertono<br />
paure, debolezze o dolori che li tormentavano<br />
in vita, o anche «le<br />
cause della morte: cancro, malattia,<br />
incidente», o percepiscono odori:<br />
«sigari, se erano fumatori, speciali<br />
fragranze che piacevano loro»<br />
oppure «associati a loro come, per<br />
esempio, quello del sangue, <strong>di</strong><br />
ospedale o altro».<br />
Le <strong>di</strong>chiarazioni dei me<strong>di</strong>um costituiscono<br />
il nucleo delle<br />
indagini, ma prima <strong>di</strong> analizzarle<br />
il percorso è<br />
lungo, come <strong>di</strong>mostrano le<br />
ricerche <strong>di</strong> Gary Schwartz,<br />
Julie Beischel e altri negli<br />
Stati Uniti e <strong>di</strong> Archibald<br />
Roy e Tricia Robertson in<br />
Gran Bretagna. I protocolli<br />
da loro ideati sono precisi<br />
ed accurati, in modo da<br />
evitare fro<strong>di</strong>, trucchi, così<br />
come la possibilità della<br />
cosiddetta cold rea<strong>di</strong>ng,<br />
cioè la tecnica che permette<br />
ai me<strong>di</strong>um (in inglese è<br />
più utilizzato il termine