Roberto Roversi - Gli Amici di Luca
Roberto Roversi - Gli Amici di Luca
Roberto Roversi - Gli Amici di Luca
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
erroneamente la persistenza <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> gastroparesi e induce clinicamente<br />
ad un ingiustificato rallentamento<br />
del flusso nutrizionale.<br />
Oltre che sugli aspetti respiratori e <strong>di</strong><br />
transito alimentare, la posizione supina<br />
ha effetti sensibili anche sulla pressione<br />
arteriosa e sulla regolazione simpatica. È<br />
stato osservato che evitare la posizione<br />
supina durante il sonno può essere anche<br />
una forma <strong>di</strong> trattamento non farmacologico<br />
per molti pazienti ipertesi: determina<br />
infatti una riduzione della pressione<br />
sistolica e <strong>di</strong>astolica me<strong>di</strong>a nelle 24 ore,<br />
con una riduzione più accentuata della<br />
sistolica [11]. Sono soprattutto le afferenze<br />
vestibolari (otoliti) e cervicali (fusi<br />
neuromuscolari) che modulano l’attività<br />
simpatica, car<strong>di</strong>ovascolare e respiratoria<br />
[12, 13]. La sola rotazione del capo da<br />
supino già riduce pressione arteriosa e<br />
frequenza car<strong>di</strong>aca.<br />
Anche la <strong>di</strong>stribuzione dei flui<strong>di</strong> nei segmenti<br />
corporei è influenzata dalla posizione<br />
supina, così come la pressione nei<br />
compartimenti corporei. In particolare,<br />
in posizione supina la pressione intracranica<br />
e quella intra-addominale tendono<br />
ad essere pressoché equivalenti, mentre<br />
in posizione seduta <strong>di</strong>vergono nettamente<br />
con una netta prevalenza della pressione<br />
intra-addominale: questo consente<br />
fra l’altro <strong>di</strong> migliorare l’effetto sifone<br />
delle valvole programmabili per derivazione<br />
ventricolo-peritoneale [14].<br />
Infine, anche la <strong>di</strong>stribuzione del tono<br />
muscolare appare sfavorevolmente<br />
influenzata dalla posizione supina. È<br />
noto che l’eccitabilità dei riflessi che<br />
regolano il tono muscolare risente delle<br />
posizioni del capo [15-17] e del grado <strong>di</strong><br />
flessione delle anche [18]. La posizione<br />
supina, magari con il collo in flessione<br />
per la presenza <strong>di</strong> cuscini sotto il capo,<br />
può innescare dei circuiti spesso sregolati<br />
che, tramite le influenze vestibolari<br />
(otoliti) e cervicali (fusi neuromuscolari),<br />
irra<strong>di</strong>ano secondo gli schemi dei<br />
riflessi tonico vestibolare e cervicale<br />
simmetrico. Entrambi questi schemi <strong>di</strong><br />
facilitazione nella posizione supina convergono<br />
verso un aumento del tono<br />
estensorio agli arti inferiori. L’estensione<br />
delle anche [19] e l’estensione delle<br />
ginocchia [20] facilitano a loro volta un<br />
24<br />
D O S S I E R<br />
incremento del tono estensorio agli arti<br />
inferiori. L’effetto combinato e sommativo<br />
<strong>di</strong> queste <strong>di</strong>verse facilitazioni può<br />
creare un terreno favorevole alla comparsa<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>stonie estensorie agli arti inferiori<br />
che si possono strutturare anche<br />
come pattern maladattativo in funzione<br />
del perdurare delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> afferenza<br />
alterata. Tutto ciò, alla fine, può dare<br />
luogo a squilibri muscolari strutturati e<br />
persistenti che si consolidano anche<br />
come deformità articolari.<br />
L’insieme <strong>di</strong> questi elementi, pur non<br />
costituendo ovviamente una controin<strong>di</strong>cazione<br />
assoluta alla posizione supina,<br />
tuttavia sconsiglia fortemente <strong>di</strong> adottarla<br />
come postura unica o anche solo prevalente.<br />
La posizione prona<br />
La posizione prona tende ad essere poco<br />
utilizzata nei piani posturali, probabilmente<br />
perché si ritiene erroneamente che<br />
tale posizione sia meno confortevole e<br />
presenti prevalenti rischi e controin<strong>di</strong>cazioni.<br />
In realtà è vero l’opposto: si sa che<br />
la posizione prona migliora la capacità<br />
funzionale residua respiratoria, aumenta<br />
il drenaggio delle secrezioni per l’orientamento<br />
dorso-ventrale delle maggiori<br />
vie respiratorie, migliora gli scambi gas-<br />
Posizione prona.<br />
sosi ed il rapporto ventilazione/perfusione,<br />
migliora e prolunga l’effetto delle<br />
manovre <strong>di</strong> ossigenazione. È stato osservato<br />
che la postura orizzontale primaria<br />
dovrebbe essere quella prona piuttosto<br />
che quella supina [21]. Una revisione<br />
sistematica recente conferma che la<br />
posizione prona già in terapia intensiva<br />
può ridurre la mortalità dei pazienti più<br />
gravi e può ridurre l’incidenza <strong>di</strong> focolai<br />
polmonari nei pazienti ventilati [22]. È<br />
comunque da tenere presente che questa<br />
posizione può aumentare i danni parenchimali<br />
da ventilatore e può causare un<br />
incremento delle complicanze da cannula<br />
tracheale. Occorre pertanto bilanciare<br />
accuratamente rischi e benefici, soprattutto<br />
nel paziente in fase acuta intensivistica.<br />
Sulla <strong>di</strong>stribuzione del tono muscolare,<br />
la posizione prona influisce attraverso<br />
l’azione degli otoliti vestibolari che tendono<br />
a produrre un pattern <strong>di</strong> inibizione<br />
del tono estensorio ai quattro arti, secondo<br />
lo schema del riflesso tonico vestibolare.<br />
<strong>Gli</strong> effetti della posizione prona sono<br />
dunque ampiamente positivi e con limitate<br />
e relative controin<strong>di</strong>cazioni o cautele.<br />
Dovrebbe pertanto essere utilizzata<br />
regolarmente nei piani posturali.<br />
Le posizioni verticalizzate<br />
Fra le posizioni verticalizzate (head-up),<br />
la stazione eretta determina il massimo<br />
incremento del picco <strong>di</strong> flusso espiratorio<br />
(PEF) e della capacità vitale (FVC).<br />
All’opposto la posizione seduta “accasciata”<br />
(slumped), con cifosi dorso-lombare<br />
e seduta sacrale, mostra valori sensibilmente<br />
inferiori <strong>di</strong> questi parametri<br />
della funzionalità ventilatoria. Valori<br />
interme<strong>di</strong> e progressivamente migliori si<br />
hanno con la posizione seduta ben raddrizzata<br />
e con la posizione seduta con<br />
spinta lombare in lordosi [23].<br />
La verticalizzazione del paziente con il<br />
tavolo <strong>di</strong> statica determina un incremento<br />
della ventilazione alveolare e della<br />
capacità funzionale a parità <strong>di</strong> domanda<br />
metabolica. I cambiamenti con il tilt passivo<br />
sono simili a quelli osservati nella<br />
postura seduta: aumento della compliance<br />
e riduzione delle resistenze nel sistema<br />
respiratorio [24]. Questa posizione