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Roberto Roversi - Gli Amici di Luca

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PEG, il son<strong>di</strong>no che consente la<br />

nutrizione e l’idratazione artificiali,<br />

(NIA) lo abbiamo portato al San<br />

Giorgio <strong>di</strong> Ferrara. Dall’assoluta<br />

asepsi, <strong>di</strong> nuovo in un reparto un<br />

po’ delabré, dove in un’atmosfera<br />

incoraggiante e lievemente scherzosa,<br />

si praticavano le terapie volte<br />

a facilitare il risveglio. Chiusa la<br />

tracheotomia con apposito tappo,<br />

respirava del tutto da solo. <strong>Gli</strong><br />

facevano spesso il bagno, lo portavano<br />

a ginnastica, alle prove <strong>di</strong><br />

assaggio (ghiaccio, limone, cioccolata,<br />

pareva che ci fosse un particolare<br />

compiacimento nel sentire<br />

il sapore della cioccolata, eravamo<br />

inteneriti e speranzosi), alla fisioterapia<br />

e gli facevano sentire musica<br />

e voci. Ci avevano dato una se<strong>di</strong>a a<br />

rotelle un po’ sgangherata con cui<br />

ci permettevano <strong>di</strong> portarlo ogni<br />

tanto al sole. Ogni giorno arrivando<br />

ero <strong>di</strong>laniata tra la speranza e il<br />

timore <strong>di</strong> trovarlo sveglio: se fosse<br />

stato un vegetale? Tuttavia la speranza<br />

dominava, ci sembrava <strong>di</strong><br />

vedere impercettibili segni che ci<br />

sembravano incoraggianti, chiamavamo<br />

me<strong>di</strong>ci e infermieri per<br />

far loro vedere qualcosa che vedevamo<br />

solo noi, però così ci bastava.<br />

Ma Nino restava chiuso nel suo<br />

silenzio pieno <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità e decoro.<br />

Stette a Ferrara qualche mese. Inutile<br />

spiare il ritorno <strong>di</strong> quel che era<br />

stato, adesso era così, punto e basta.<br />

Una persona cara è una persona<br />

cara se è bella, intelligente, sana,<br />

ma anche se non è nulla <strong>di</strong> ciò o se<br />

un incidente la deturpa, se invecchia<br />

e indementisce, se una meningite<br />

ne offusca l’intelletto, se fin<br />

dalla nascita è storpia, invalida,<br />

menomata, <strong>di</strong>sabile, se è Down, se<br />

il buio le sconvolge la mente, se il<br />

suo mondo <strong>di</strong>venta popolato <strong>di</strong> fantasmi<br />

persecutori…<br />

Dopo Ferrara, <strong>di</strong> nuovo a Bologna<br />

a riabilitazione, confortati dagli<br />

infermieri “Ne ho visti tanti riprendersi”<br />

<strong>di</strong>ceva un certo Pierino<br />

“Una mattina, dopo mesi e mesi,<br />

passo e <strong>di</strong>co “Buon giorno”, come<br />

tutti i giorni, e il Tal dei Tali risponde<br />

‘Buon giorno!’ A momenti mi<br />

prende un colpo!” E il badante <strong>di</strong><br />

notte, Gilberto, ci raccontava i<br />

<strong>di</strong>scorsi che facevano lui e Nino.<br />

Oh, certo, anche nel suo racconto<br />

Nino non parlava esplicitamente,<br />

ma faceva capire a Gilberto quello<br />

che gli piaceva e quel che no. Noi<br />

non gli credevamo, ovviamente,<br />

ma venivamo investiti da un’onda<br />

<strong>di</strong> piacevole calore.<br />

“Il dolore è come<br />

un gioiello incastonato<br />

che custo<strong>di</strong>sci<br />

con cura<br />

dentro <strong>di</strong> te”<br />

Era aggre<strong>di</strong>to da mille malattie <strong>di</strong><br />

origine ospedaliera, pseudomonas<br />

aeruginosa in particolare, ed era<br />

tutto un antibiotico, prova questo,<br />

prova quello. Verso la fine dell’anno<br />

lo ricoverammo <strong>di</strong> nuovo nel<br />

reparto che l’aveva accolto per<br />

primo, quello che ci aveva lasciati<br />

stupiti per la pulizia e l’efficienza.<br />

Tanto a Roma quanto a Bologna ci<br />

fu la tortura dei potenziali evocati,<br />

qualcosa <strong>di</strong> incerta interpretazione,<br />

che qualche volta era senza speranza,<br />

alcune altre lasciava un margine.<br />

Un’amica mi presentò Fulvio<br />

De Nigris, che dopo il coma e la<br />

morte <strong>di</strong> suo figlio quin<strong>di</strong>cenne<br />

aveva dato vita all’associazione<br />

“<strong>Gli</strong> amici <strong>di</strong> <strong>Luca</strong>” con lo scopo <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>are tutti gli aspetti del coma e<br />

le possibili tecniche per facilitare il<br />

risveglio (<strong>di</strong>ce Fulvio parlando<br />

dell’impossibilità <strong>di</strong> voltar pagina<br />

e cambiare registro “Il dolore è<br />

come un gioiello incastonato che<br />

custo<strong>di</strong>sci con cura dentro <strong>di</strong> te”).<br />

Il clima che si respirava nell’ambiente<br />

dell’associazione era caldo,<br />

MI RICORDO DI TE<br />

partecipe, affettuoso, collaborativo,<br />

un vero porto dopo il mare procelloso<br />

<strong>di</strong> cui ci eravamo sentiti in<br />

balia. Abbiamo ascoltato decine <strong>di</strong><br />

specialisti, <strong>di</strong> esperienze, <strong>di</strong> successi,<br />

ma non ne abbiamo cavato<br />

niente <strong>di</strong> utile per noi. Testimonial<br />

appassionato e creativo della Casa<br />

dei Risvegli <strong>Luca</strong> De Nigris era<br />

sempre stato Alessandro Bergonzoni,<br />

con il quale ebbi a casa un<br />

lungo colloquio, probabilmente in<br />

vista del fatto che avremmo parlato<br />

entrambi, <strong>di</strong> lì a poco, in ottobre,<br />

in occasione della giornata dei<br />

risvegli. Un suo caro amico regista<br />

era faticosamente riemerso da uno<br />

stato vegetativo persistente, e tanto<br />

lui che Fulvio non escludevano che<br />

si potessero tentare le strade del<br />

paranormale. Ho avuto l’in<strong>di</strong>rizzo<br />

<strong>di</strong> una sensitiva che vive in un delizioso<br />

ultimo piano in via In<strong>di</strong>pendenza,<br />

che mi avevano detto in<br />

grado <strong>di</strong> parlare con “lo spirito” dei<br />

comatosi per ricavarne elementi<br />

prognostici. Mi ha chiesto una foto<br />

<strong>di</strong> Nino; gliene ho data una bellis-<br />

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