Roberto Roversi - Gli Amici di Luca
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10<br />
MI RICORDO DI TE<br />
La testimonianza della moglie <strong>di</strong> Nino Andreatta<br />
a quattro anni dalla sua scomparsa<br />
<strong>di</strong><br />
Giana Petronio<br />
Andreatta<br />
Pomeriggio <strong>di</strong> lunedì 26 marzo<br />
2007, cinque giorni prima del<br />
tuo onomastico. Nell’esercizio<br />
della professione <strong>di</strong> psicoanalista<br />
sto aspettando il paziente delle 16 e<br />
40. Verso le quattro sono tornati<br />
dall’ospedale i due figli che volevano<br />
<strong>di</strong>rti arrivederci prima <strong>di</strong><br />
ripartire per le rispettive se<strong>di</strong>, e col<br />
viso segnato dal dolore hanno detto<br />
piano: “È finita”. Ancora una volta<br />
il cuore in gola, lo stomaco in poltiglia,<br />
il respiro mozzato, come se<br />
fosse capitato qualcosa <strong>di</strong> improvviso<br />
e <strong>di</strong> imprevisto. Era come se si<br />
fosse fatto buio in una giornata fin<br />
lì normalmente luminosa, come<br />
“Quando Giorgio Napolitano,<br />
amico fraterno ed affettuoso,<br />
aveva espresso il desiderio<br />
<strong>di</strong> passare a vederti la<br />
prossima volta che fosse<br />
passato da Bologna, il prof.<br />
Martinelli, nostro nume<br />
tutelare, gli aveva detto:<br />
potrebbe non esserci, la<br />
prossima volta”<br />
essere scaraventata da sola su un’isola<br />
deserta, pur nella consapevolezza<br />
dell’empatica presenza dei<br />
nostri ragazzi.<br />
Quando Giorgio Napolitano,<br />
amico fraterno ed affettuoso,<br />
aveva espresso il desiderio<br />
<strong>di</strong> passare a vederti la prossima<br />
volta che fosse passato<br />
da Bologna, il prof. Martinelli,<br />
nostro nume tutelare,<br />
gli aveva detto “Potrebbe<br />
non esserci, la prossima<br />
volta”, e così il Presidente<br />
era venuto subito in ospedale,<br />
commosso fino alle<br />
lacrime. Avrei dovuto allarmarmi,<br />
ma mi aggrappavo<br />
alla speranza che con adeguate<br />
cure saresti invece<br />
migliorato anche questa<br />
volta: in fondo, accenni <strong>di</strong><br />
blocco renale c’erano già stati, ma<br />
erano riusciti a risolverli coi <strong>di</strong>uretici.<br />
Non ho capito, stupida, contro<br />
ogni evidenza, non volevo e non<br />
potevo capire che era il blocco<br />
finale. Martinelli aveva sempre<br />
detto “Solo accu<strong>di</strong>mento, niente<br />
accanimento terapeutico”, e in<br />
questa occasione ci fece presente<br />
che l’unica mossa possibile per<br />
salvargli la vita era <strong>di</strong> sottoporlo in<br />
maniera permanente a <strong>di</strong>alisi, che<br />
si sarebbe per l’appunto configurata<br />
come accanimento. “Certo,<br />
certo” risposi io, e una parte <strong>di</strong> me<br />
era d’accordo che sarebbe stato<br />
insensato. Tuttavia un’altra parte <strong>di</strong><br />
me, che non ho mai comunicato a<br />
nessuno, gridava “Sì, facciamola!<br />
Salviamolo!”.<br />
Avevi perso quel tuo bel colore<br />
roseo, trofico, miracoloso dopo<br />
anni in cui non vedevi la luce del<br />
sole, ma i giorni passavano, i parametri,<br />
pur nei valori scarsi, non<br />
erano drammatici alla nostra vista<br />
profana che si accontentava <strong>di</strong><br />
quello. Invece abbiamo dovuto