Una stagione straordinaria

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Ora per ora, il programma del corso La Enzo Ferrari è una vettura dalle prestazioni talmente elevate e dalla tecnologia così all’avanguardia da richiedere, nonché meritare, una approfondita conoscenza da parte del possessore, anche per un suo utilizzo prettamente stradale. L’obiettivo del “Enzo Installation Driving Course” è quindi quello di valorizzare gli aspetti tecnici della vettura attraverso un programma di prove in pista che permetta di conoscere le prestazioni estreme, di assaporarne la vera essenza sportiva e di provare l’emozione di portare l’auto verso il suo limite. ore 9,00 Sessione teorica iniziale: ■ tecnica di guida; ■ tecnologia vettura applicata alla dinamica di guida. ore 9,30 ■ Dimostrazione di guida del pilota-istruttore con allievo a bordo alla guida di 360 Modena con cambio F1; guida dell’allievo su 360 Modena con cambio F1 con pilota-istruttore a fianco. ■ Giri di pista con settaggi Sport, Race, ASR On e Off; guida ospite con pilota-istruttore a fianco, alternato con sessioni di pista con procedura pace-car. Al termine di ogni sessione di pista briefing con pilota-istruttore. ore 12,45 ■ Pranzo al ristorante “al Cavallino”. ore 14,00 ■ Sessione di guida con set-up deciso dal cliente; guida ospite con pilota-istruttore in collegamento radio. ore 14,30 ■ Tecnica di controllo vettura in sovrasterzo di potenza su superficie a bassa aderenza. ore 15,00 ■ Guida su percorso bagnato artificialmente con impianto di irrigazione della Pista di Fiorano; guida ospite con pilota-istruttore in collegamento radio. ore 16,00 ■ Briefing con Istruttore Corso e saluti. 62 Pilota Ferrari
Tecnica I Saima per Ferrari e Maserati Il brevetto S e Saima Avandero è diventata da una decina d’anni un punto di riferimento per la logistica, non significa che abbia perso smalto e innovazione in quello che, dal 1816, è il suo core business: i trasporti. Di fronte all’impianto logistico, il trasporto assume in verità quasi un ruolo minore: una fase importante, certo, ma ridimensionata confronto alla complessità di gestione della merce che la logistica comporta. Ma l’ultima volta che ci è capitato di incontrare Gianfranco Levoni, direttore dei servizi logistici, (vedi “il Club” 2/2003, pag. 60) eravamo rimasti incuriositi da un brevetto appeso al muro, il n° 01258544, rilasciato a suo nome per “invenzione industriale di sistema per il trasporto di autovetture in container”. Ne avevamo accennato ma, qualche tempo dopo, ci siamo chiesti che cosa potesse avere di così straordinario lo spedire delle auto via nave. Abbiamo, naturalmente, girato la domanda a Levoni. “Con il nostro sistema, tanto per incominciare, è possibile caricare quattro auto dove di solito ce ne stanno due, in un container HC da 40 piedi. Già questo comporta un risparmio del 50% sui costi vivi di viaggio”. Bene, allora è questione di costi? “Certo, ma non solo: è soprattutto una questione di qualità”. E quando si parla di qualità, Gianfranco Levoni, che di solito è persona serissima, se possibile serio lo diventa ancora di più. Ci spiega che, essendo da anni abituato a lavorare con aziende, Ferrari in testa, che della qualità non fanno solo un punto d’onore ma un must produttivo, le prestazioni di un fornitore devono essere almeno all’altezza del cliente: “Con il nostro sistema – dice – le auto sono preparate direttamente in Ferrari con la collaborazione di gente Saima e, come vengono messe nel container, così vengono ritirate dal destinatario, all’arrivo: nessuno entra in contatto con la merce e tutte le operazioni riguardano solo il container nella sua interezza”. Il mercato principale con il quale viene utilizzato questo sistema è quello statunitense. Per due motivi: innanzi tutto è il più importante per Maranello (con questo metodo sono già state spedite in USA tra le 10.000 e le 12.000 Ferrari e, da poco, si è incominciato anche con le Maserati); poi perché, per ora, è l’unico ad avere una struttura di ricevimento adeguata. Già, perché il “sistema Levoni” richiede due postazioni identiche, una alla partenza ed una all’arrivo. Le auto, infatti, dopo essere state ricoperte con una pellicola di pvc applicata con un processo elettrostatico che ne preserva la vernice, sono caricate e fissate su una specie di carrello che ne porta due sopra e due sotto. Così caricato il carrello, tramite un motore elettrico e attraverso apposite rotaie, viene fatto entrare nel container e in tal modo viene ricevuto dal destinatario, senza che nessuno tocchi mai e auto. “La nostra ricerca della qualità – continua Levoni – impone sinergie con il processo produttivo e notevole integrazione. Nessuno, fin’ora, ha inventato processi analoghi”. Anche questa della spedizione di vetture oltreoceano è una realtà che le due aziende hanno studiato insieme. Il referente, in Ferrari, è infatti Nillo Zani, il responsabile della produzione, con il quale Saima ha coordinato, pianificato ed infine realizzato l’iniziativa. Ma è poi necessario un processo così complesso, visto che le altre Case che costruiscono auto di lusso per il trasporto usano ancora i così detti ro-ro, le navi garage? La risposta non ammette replica: “Un prodotto particolare va trattato con i guanti, non con le mani sporche”. Tecnica 63
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