Una stagione straordinaria
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26 Storie<br />
Salgono cilindrate<br />
e potenze<br />
Il 1967 volgeva al termine ma<br />
un intenso lavoro di<br />
progettazione attendeva i<br />
tecnici del Cavallino in vista<br />
della <strong>stagione</strong> ’68, con la<br />
Scuderia impegnata in Formula<br />
1 e 2 e nel programma Sport-<br />
Prototipo ’69 con l’inedita 312<br />
P; questo produsse uno<br />
slittamento per la nuova<br />
vettura Can-Am, la 612, che fu<br />
pronta solo nel mese di ottobre<br />
’68. La sigla del modello<br />
indicava le caratteristiche del<br />
motore, 6 litri 12 cilindri, il<br />
propulsore con la più elevata<br />
cilindrata (6.222 cc) finora mai<br />
realizzato a Maranello.<br />
Quest’unità, denominata 256 C,<br />
conservava il sistema di<br />
alimentazione ad iniezione, con<br />
i 4 alberi a camme che<br />
azionavano però 4 valvole per<br />
cilindro, con innovazione<br />
nell’accensione ad una sola<br />
candela per cilindro ed una<br />
potenza massima mostruosa:<br />
620 CV a 7000 giri/min.<br />
Nel 1968 la 612 Can-Am, telaio<br />
0866, venne schierata nel solo<br />
appuntamento di Las Vegas, lo<br />
“Stardust Gran Prix”, ove Amon<br />
dovette ritirarsi dopo soltanto<br />
350 metri dalla partenza. A<br />
causa di un incidente che<br />
coinvolse circa 10 vetture, la<br />
sabbia finita nella ghigliottina<br />
di alimentazione del motore,<br />
bloccò la corsa della vettura al<br />
debutto. La 612 Can-Am fu<br />
sottoposta durante l’inverno a<br />
Maranello ad evoluzioni sia di<br />
propulsore (640 CV a 7700<br />
giri/min) sia di carrozzeria con<br />
un frontale ridisegnato e<br />
caratterizzato da nuove prese<br />
d’aria, due piccole laterali per i<br />
freni ed una grande centrale. Il<br />
cofano motore conservava