Una stagione straordinaria

fresca di mondiale, condotta
niente meno che da Renè
Arnoux. Che la Formula 1 fosse
per il pubblico il momento più
atteso della manifestazione, lo
si è capito dalla scossa di
entusiasmo che lo ha
attraversato nell’imminenza
dell’esibizione del team
campione del mondo. Le
quattro GA – in pista con
Schumacher, Barrichello,
Badoer e Massa – hanno dato
vita ad una specie di GP con
tanto di pit-stop, un tributo agli
uomini dei box, importanti
fautori dei trionfi Ferrari.
A caricare ulteriormente
l’atmosfera del Mugello, hanno
provveduto i saluti del
presidente Montezemolo, di
Jean Todt, di Rubens
Barrichello, di Felipe Massa e di
Luca Badoer, mentre
Schumacher rimaneva
“prigioniero” della Maserati
Cambiocorsa usata per un giro
d’onore a causa di un
parcheggio dispettoso, opera di
Barrichello in gran forma.
Liberatosi dalla stretta della
vettura con un contorsionismo
degno dei piloti Nascar,
Schumacher si è unito
all’entusiasmo del team
sottolineando, con ironia,
quanto il quarto posto ottenuto
in coppia con Tirella
nell’esibizione del SuperTrofeo
Maserati, fosse un piazzamento
decisamente migliore
dell’ottava posizione nell’ultimo
G.P. del Giappone.
Volti sorridenti e distesi anche
tra i tanti personaggi che
affollavano la pit-lane.
Compreso Rory Byrne, fermato
perché privo di pass da uno dei
gentili e solerti addetti al
controllo, che si coccolava la
vivacissima figlia attratta dal
rumore dalle macchine in pista.
Presenza sempre elegante ed
attenta, Jacques Swaters, gran
capo dell’Ecurie-Francorchamps
ed amico personale di Enzo
Ferrari, si è soffermato a lungo
con i mitici meccanici del
Cavallino come Giulio Borsari,
mentre l’entusiasmo giovanile
di Renè Arnoux, protagonista in
pista con la Maserati
Cambiocorsa oltre che con le
monoposto storiche, è divenuto
presto trascinante anche per
qualche gentleman-driver più
In pista 17