Una stagione straordinaria

Dopo il suo arrivo, finalmente
il “digiuno” cessò al
Nürburgring, nel G.P. del 4
agosto ’63. Ferrari era
talmente felice della vittoria
che diede ai meccanici un
premio in danaro, anzi lo
tramutò in un premio per
tutte le maestranze, cosa più
unica che rara per un terribile
parsimonioso come lui. L’anno
dopo Surtees vinse il
mondiale. Nel 1966, quando
stava per far suo un altro
titolo, Ferrari lo licenziò. Il
pilota era in disaccordo con il
d.s. Dragoni e vi era il forte
sospetto che fornisse a
Broadley, costruttore della
Lola, le informazioni relative
alle nostre Sport: Ferrari pensò
che la sua presenza fosse
negativa per la squadra e se ne
liberò, “so quello che perdo –
disse – ma non so quello che
perderei se lo confermassi”,
nonostante i risultati e la corsa
al Mondiale consigliassero,
anzi imponessero, il contrario.
Rinunciò deliberatamente al
titolo quell’anno e dovette
aspettarne altri 10 prima che
Lauda mettesse una sua
macchina in cima al mondo,
ma la determinazione di
tutelare un interesse che
poteva danneggiare in futuro
la sua azienda lo indusse a
decidere con forte
determinazione.
Il potere non serve se non si
possiede la forza di mettersi in
gioco, prendendo le decisioni
importanti quando tutti
tacciono e risolvendo le crisi
quando gli altri sono incapaci
di reagire. La forza cresce con
la passione, oggi come
cinquant’anni fa, e la storia si
ripete.
Formula 1 13