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Una stagione straordinaria

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Formula 1 I Un anno di corsa<br />

12 Formula 1<br />

A<br />

nche se con diversi<br />

scenari, in uno scontro<br />

di realtà fatte di<br />

artigianalità e tecnologia<br />

lontanissime tra loro, la storia<br />

alla fine si ripete. Perché<br />

anche se distanti, le epoche<br />

vittoriose hanno un decisivo<br />

denominatore comune: la<br />

passione. Un sentimento cui<br />

Enzo Ferrari aveva sacrificato<br />

tutto: la famiglia, i soldi, il<br />

tempo, gli amici. Un<br />

sentimento che può fare<br />

ammutolire la ragione, che,<br />

per non rimanere fine a se<br />

stesso, deve essere alimentato<br />

con la volontà, il lavoro, la<br />

capacità di mettersi in gioco.<br />

Il titolo mondiale 2003 non è<br />

molto diverso da quelli vinti<br />

25, 30, 40 anni fa, più o meno<br />

sofferti, voluti, strappati con<br />

la forza e la determinazione. I<br />

ragazzi della Ges ce l’hanno<br />

fatta, a riprova che la sfortuna<br />

non esiste e che, come diceva<br />

Ferrari, essa in realtà è “ciò<br />

che non abbiamo potuto o<br />

saputo prevedere”. Facile<br />

dirlo, per lui, che aveva un<br />

approccio quasi investigativo<br />

alla vita e che, se appurava che<br />

i pro e i contro si<br />

equivalevano, si affidava al<br />

suo intuito quasi infallibile,<br />

un sesto senso che fece<br />

sospettare a sua madre che il<br />

figlio avesse doti di<br />

<strong>straordinaria</strong> lungimiranza se<br />

non addirittura di<br />

preveggenza.<br />

Anche se la formazione di una<br />

decisione qualsiasi – dalla<br />

partecipazione ad una gara<br />

all’ingaggio di un pilota o di<br />

un meccanico – pareva uscita<br />

dal gruppo di collaboratori di<br />

cui Ferrari si circondava<br />

(eravamo 8/9 intorno al tavolo<br />

delle riunioni), in realtà era<br />

frutto di un tipo di<br />

democrazia molto personale:<br />

perché, dalla sera prima, lui<br />

aveva già deciso cosa fare e<br />

passava tutta la riunione a<br />

portare gli altri verso la sua<br />

idea convincendoli che era la<br />

migliore possibile.<br />

Dopo la conquista del<br />

Mondiale F1 del 1961, passò<br />

quasi un anno e mezzo senza<br />

che riuscissimo a fare un<br />

risultato che fosse uno:<br />

qualche piazzamento ma di<br />

vittorie neanche l’ombra.<br />

Ferrari, che quando voleva<br />

una cosa faceva di tutto per<br />

ottenerla, pretese che Shell,<br />

già allora sponsor privilegiato<br />

della Scuderia, gli procurasse<br />

una grande star della guida.<br />

La scelta cadde su John<br />

Surtees, inglese, pilota di<br />

grande talento e personalità.<br />

E la storia si ripete...<br />

di Franco Gozzi

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