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Una stagione straordinaria

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Schumi<br />

peccaminoso senso di noia che<br />

ci sfiorava dinanzi a quelle<br />

corse a senso unico, con una<br />

gioia programmata e puntuale<br />

che non diventava mai felicità.<br />

Il 2003 era un’altra cosa: duro,<br />

durissimo. I colossi anglotedeschi<br />

si erano rimessi in<br />

linea. Il nuovo regolamento<br />

cercava di mescolare le carte.<br />

E Monza, circuito che io<br />

adoro, veniva chiamato a<br />

interpretare una nuova svolta.<br />

Riporto gli occhi sulla foto di<br />

Schumi beato. E penso al<br />

trionfo domenicale di Monza,<br />

come a un seguito logico e<br />

inappellabile. La fedeltà<br />

ferrarista di quel box è<br />

commovente. Poi la<br />

devastante corsa di<br />

Indianapolis che consacrò<br />

Schumi e affondò Montoya. E<br />

quindi, sul filo di un destino<br />

ormai scritto, il Giappone di<br />

Barrichello. Non uno, ma due<br />

titoli mondiali: ferraristi,<br />

ancora una volta. La vera<br />

felicità viene dai momenti<br />

difficili che ti lasci alle spalle.<br />

Nel cuore di agosto, la Ferrari<br />

era uscita a pezzi<br />

dall’Hungaroring. Bastava<br />

quel tristissimo ricordo a<br />

trasformare in un pezzetto di<br />

paradiso il podio sul quale<br />

Schumacher celebrava a<br />

Suzuka il suo quarto<br />

Mondiale consecutivo.<br />

Col passare del tempo, la<br />

cronaca varca i confini della<br />

storia. A me sembra che le<br />

straordinarie imprese<br />

ferrariste degli ultimi anni si<br />

aggancino, in una chiave di<br />

modernità, ai valori antichi<br />

espressi da quella che Ferrari<br />

definiva “la più conosciuta<br />

officina del mondo”. Il Grande<br />

Vecchio, al di là della sua<br />

enorme fantasia, coltivava due<br />

valori: la fede per il suo<br />

lavoro e l’amore infinito per i<br />

motori. Li amava come fossero<br />

donne. Ora Maranello non è<br />

più un’officina. È un pianeta<br />

tecnologico. Ma i valori<br />

perseguiti da Montezemolo<br />

sono identici a quelli del<br />

Maestro, dell’Inventore,<br />

dell’uomo che ha fatto del suo<br />

cognome il più prestigioso<br />

simbolo d’Italia.<br />

Questi valori sono stati più<br />

forti e più grandi dei tanti<br />

anni vuoti e bui. Questi stessi<br />

valori hanno portato al<br />

trionfo Schumacher nella<br />

<strong>stagione</strong> più aspra e difficile,<br />

concepita anche a tavolino per<br />

far perdere la dannata Ferrari.<br />

Se dovessi scegliere il<br />

Mondiale più bello dell’ultima<br />

serie, direi: l’ultimo, questo<br />

del 2003. Ma subito penso –<br />

senza sforzi di fantasia – che<br />

ancor più bello sarà il<br />

prossimo.<br />

Formula 1 9

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