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Geocentro Magazine - numero 6 - novembre/dicembre 2009

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viene ricavata la cavea per gli spettatori, utilizzando in parte<br />

i gradoni esistenti e costruendo, in continuità, ulteriori<br />

gradonate sempre in tufo. Le sedute per gli spettatori sono<br />

realizzate in blocchi squadrati di pietra calcarea del tipo<br />

locale, mentre i gradini di smistamento sono in mattoni di<br />

cotto tipici della produzione ceramica locale.<br />

La cavea – spiegano i progettisti – si adagia e si integra<br />

altimetricamente e planimetricamente allo stato dei<br />

luoghi, al di sotto di una parte di essa, come un’opera<br />

ipogea, sfruttando la depressione del terreno bonificato,<br />

vengono realizzati i servizi degli spettatori e le centrali<br />

tecnologiche. Il palcoscenico ed il blocco dei camerini<br />

e servizi per gli artisti-addetti sono ubicati a ridosso del<br />

fronte di cava, che costituisce la quinta naturale per le<br />

rappresentazioni spettacolari.<br />

La quota altimetrica e l’ingombro planimetrico del<br />

palcoscenico coincidono con il banco tufaceo ed il<br />

materiale di risulta che era presente ai piedi del fronte cava,<br />

per il quale viene eseguito un intervento di risagomatura e<br />

pulizia delle superfetazioni. Posteriormente al palcoscenico<br />

è stato realizzato il blocco di camerini e servizi per artisti<br />

e addetti. Il manufatto “pensato” come un monolite, è<br />

costruito con blocchi di tufo a vista (utilizzando i conci<br />

presenti in loco) e con le lamiere in acciaio cor-ten a<br />

memoria dei vecchi macchinari utilizzati per l’estrazione.<br />

Le sfide costruttive e i materiali<br />

“Un elemento importante del percorso prima progettuale<br />

poi costruttivo - dicono al proposito D’Elia e Donati - è stato<br />

senz’altro quello relativo alla realizzazione dei nuovi volumi dove<br />

hanno trovato posto i servizi per gli spettatori e i camerini. Su questi<br />

ultimi, in particolare, abbiamo optato per una caratterizzazione<br />

che esplicitasse la modernità del nostro intervento, datato 2006 -<br />

2008. Una scelta fatta per evitare il rischio di creare un falso, un<br />

qualcosa che fingesse un riferimento al passato del luogo”.<br />

Il monolite orizzontale si caratterizza, allora, attraverso una<br />

non planarità che, nel richiamarsi alla forma dei monoliti<br />

verticali presenti nell’area e alla casualità della natura, firma,<br />

in qualche modo, la modernità dell’opera. Così come i tagli<br />

e le linee della stessa (“che hanno richiesto un impegnativo<br />

lavoro di carpenteria”), l’utilizzo del calcestruzzo in cemento<br />

armato e gli inserti di acciaio cor-ten “che richiamano i relitti<br />

dei materiali arrugginiti abbandonati sull’area. Presenze<br />

che ci hanno affascinato molto anche perché trovano<br />

somiglianza nel colore rossastro del dilavamento”.<br />

Naturali ed inseriti nella tradizione locale, gli altri<br />

materiali utilizzati: “il legno per il palcoscenico, il tufo<br />

lavorato con tagli tipici delle vecchie masserie, la terra, la<br />

ghiaia, il verde, evidenziando le specie locali, la ceramica,<br />

utilizzando mattonelle di produzione grottagliese per i<br />

camminamenti, la pietra per le sedute”.<br />

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