Profilo economico della Romania - Camera di Commercio di Treviso ...

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03.06.2013 Views

marcia di avvicinamento all’Unione europea. Nel periodo 2004-2005 la crescita dovrebbe attestarsi su una media del 5%. L’incremento dei salari reali e l’export reso più competitivo dagli investimenti stranieri dovrebbero aiutare l’economia a mantenere un’andatura sostenuta. La stabilità economica Bucarest sta cercando di accelerare l’opera risanamento economico, così da arrivare con le carte in regola all’appuntamento con l’Unione europea. Abbastanza soddisfacente il rapporto deficit-Pil che si presenta in linea con i limiti imposti dal Trattato di Maastricht (3%). Prosegue la lotta senza tregua all’inflazione, in costante diminuzione negli utlimi cinque anni, ma ancora non ricondotta a livelli accettabili. Devono ancora essere portate a termine la privatizzazione e la ristrutturazione del settore energetico. Un ruolo molto importante di sostegno sarà svolto dalla crescita dei consumi, sulla scia dell’aumento dei salari reali e degli investimenti. L`economia Romena nel 2004 Equilibrio macroeconomico perfetto nel 2004 secondo i dati statistici ufficiali: crescita economica record (circa 8%), paragonabile a quella della Cina, inflazione ridotta, per la prima volta inferiore al 10%, esportazioni per circa 19 miliardi di euro, tassi di interesse in discesa (lenta ma percettibile), deficit di bilancio inferiore all’1,5% del PIL . Il quadro generale dello stato dell’economia è completato dall’apprezzamento nominale della moneta nazionale permessa dalla Banca Centrale (BNR) nell’ultima parte dell’anno, il che “arrotonda” il valore del Prodotto Interno Lordo espresso in euro e avvicina la Romania ai parametri di convergenza nominale con l’Unione Europea. Un anno fa gli analisti stranieri erano piuttosto pessimisti riguardo alle possibilità di crescita dell’economia romena: l’Economist Intelligence Unit (EIU), divisione del gruppo The Economist, affermava che la Romania avrebbe registrato nel 2004 una crescita economica del 4,5%; ancora più pessimista, l’Istituto di Studi Economici Internazionali di Vienna (WIIW) prevedeva una crescita economica del 4,2%. Secondo i dati ufficiali, il Prodotto Interno Lordo è aumentato dell’8,1% nei primi 3 trimestri del 2004, grazie a un anno agricolo eccezionale (+20%), ma anche all’intensificazione dell’attività nel settore edilizio (+10%). D’abitudine l’ultimo trimestre non porta grandi modifiche nel ritmo di crescita e, quindi, si può affermare che la Romania ha registrato nel 2004 il più alto ritmo di crescita economica della sua storia. La Romania ha realizzato nel 2004 una produzione di cereali di oltre 9 6

milioni di tonnellate, tre volte quanto nel 2003. Poichè il PIL era cresciuto del 6,6% nei primi due trimestri dell’anno, risulta che nel terzo trimestre l’economia ha avuto un ritmo di crescita addirittura spettacolare, di oltre il 10%. I risultati hanno superato di molto le aspettative iniziali delle autorità romene, che avevano preso in calcolo nella strutturazione del bilancio per il 2004, una crescita di quasi il 3% più bassa. Nonostante i livelli più alti registrati a luglio (1,3%) e ottobre (0,9%), la decisione della BNR di permettere l’apprezzamento delle moneta nazionale ha sostenuto l’avvicinamento dell’inflazione al livello stabilito; si sono registrate tendenze di aumento dei prezzi, prevalentemente in autunno, a causa dell’esplosione del prezzo mondiale del petrolio. Esiste, però, il pericolo che le tensioni inflazionistiche riprendano nei primi due mesi del 2005, riportando l’inflazione oltre il livello annuo del 10%.(dati aprile 2005). All’abbassamento dell’inflazione hanno contribuito anche le restrizioni applicate alle spese pubbliche, e il deficit del bilancio consolidato ha registrato un aumento dello 0,1% del PIL dopo i primi 10 mesi del 2004. Le esportazioni hanno continuato ad aumentare, con una crescita del 20,8% rispetto ai primi 10 mesi del 2003. Ad ottobre, la crescita delle esportazioni è stata del 21,4% rispetto ad ottobre 2003, mentre le importazioni sono aumentate solo del 10,2%. Sempre ad ottobre 2004 si è registrato il più alto livello mensile delle esportazioni romene, cioè 1,735 miliardi di euro. Tuttavia, la crescita del deficit di conto corrente si è attenuata in autunno; il saldo negativo ammontava ad ottobre(2004) a 2,6 miliardi di euro (+22,3% rispetto ad ottobre 2003). L’intero quadro macroeconomico promettente ha ricevuto a novembre la conferma dell’agenzia di valutazione finanziaria Fitch Ratings, che ha migliorato il rating concesso alla Romania per il rischio Paese fino al livello "BBB minus", il che significa l’entrata nella categoria investment-grade, con basso rischio per gli investimenti. Il Leu, più forte dell’euro. Il Leu si è apprezzato in termini nominali dall’inizio dell’anno, nei confronti sia dell’euro che del dollaro. Il tasso di cambio leu/euro è sceso da 41.252 lei nel primo giorno del 2004 fino a circa 36.200 lei attuali, il che corrisponde ad un deprezzamento nominale dell’euro del 4,2% (oltre il 14% in termini reali). Il dollaro era quotato all’inizio del 2005 a 29.433 lei, ed ha registrato una perdita nominale dell’11% (circa il 20% in termini reali). Il mercato valutario ha registrato eccedenze nei primi 10 mesi dell’anno. Le entrate massicce di valuta, sia dai trasferimenti dei romeni che lavorano all’estero, che dai capitali con potenziale speculativo hanno alimentato tale evoluzione. La Banca centrale ha rinunciato a novembre a pubblicare delle stime sull’evoluzione del tasso di cambio, permettendo una fluttuazione più libera. 7

milioni <strong>di</strong> tonnellate, tre volte quanto nel 2003.<br />

Poichè il PIL era cresciuto del 6,6% nei primi due trimestri dell’anno, risulta<br />

che nel terzo trimestre l’economia ha avuto un ritmo <strong>di</strong> crescita ad<strong>di</strong>rittura<br />

spettacolare, <strong>di</strong> oltre il 10%.<br />

I risultati hanno superato <strong>di</strong> molto le aspettative iniziali delle autorità<br />

romene, che avevano preso in calcolo nella strutturazione del bilancio per il<br />

2004, una crescita <strong>di</strong> quasi il 3% più bassa.<br />

Nonostante i livelli più alti registrati a luglio (1,3%) e ottobre (0,9%), la<br />

decisione <strong>della</strong> BNR <strong>di</strong> permettere l’apprezzamento delle moneta nazionale<br />

ha sostenuto l’avvicinamento dell’inflazione al livello stabilito; si sono<br />

registrate tendenze <strong>di</strong> aumento dei prezzi, prevalentemente in autunno, a<br />

causa dell’esplosione del prezzo mon<strong>di</strong>ale del petrolio. Esiste, però, il<br />

pericolo che le tensioni inflazionistiche riprendano nei primi due mesi del<br />

2005, riportando l’inflazione oltre il livello annuo del 10%.(dati aprile 2005).<br />

All’abbassamento dell’inflazione hanno contribuito anche le restrizioni<br />

applicate alle spese pubbliche, e il deficit del bilancio consolidato ha<br />

registrato un aumento dello 0,1% del PIL dopo i primi 10 mesi del 2004.<br />

Le esportazioni hanno continuato ad aumentare, con una crescita del 20,8%<br />

rispetto ai primi 10 mesi del 2003. Ad ottobre, la crescita delle esportazioni è<br />

stata del 21,4% rispetto ad ottobre 2003, mentre le importazioni sono<br />

aumentate solo del 10,2%. Sempre ad ottobre 2004 si è registrato il più alto<br />

livello mensile delle esportazioni romene, cioè 1,735 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro.<br />

Tuttavia, la crescita del deficit <strong>di</strong> conto corrente si è attenuata in autunno; il<br />

saldo negativo ammontava ad ottobre(2004) a 2,6 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro (+22,3%<br />

rispetto ad ottobre 2003).<br />

L’intero quadro macro<strong>economico</strong> promettente ha ricevuto a novembre la<br />

conferma dell’agenzia <strong>di</strong> valutazione finanziaria Fitch Ratings, che ha<br />

migliorato il rating concesso alla <strong>Romania</strong> per il rischio Paese fino al livello<br />

"BBB minus", il che significa l’entrata nella categoria investment-grade, con<br />

basso rischio per gli investimenti.<br />

Il Leu, più forte dell’euro.<br />

Il Leu si è apprezzato in termini nominali dall’inizio dell’anno, nei confronti<br />

sia dell’euro che del dollaro. Il tasso <strong>di</strong> cambio leu/euro è sceso da 41.252 lei<br />

nel primo giorno del 2004 fino a circa 36.200 lei attuali, il che corrisponde<br />

ad un deprezzamento nominale dell’euro del 4,2% (oltre il 14% in termini<br />

reali). Il dollaro era quotato all’inizio del 2005 a 29.433 lei, ed ha registrato<br />

una per<strong>di</strong>ta nominale dell’11% (circa il 20% in termini reali). Il mercato<br />

valutario ha registrato eccedenze nei primi 10 mesi dell’anno. Le entrate<br />

massicce <strong>di</strong> valuta, sia dai trasferimenti dei romeni che lavorano all’estero,<br />

che dai capitali con potenziale speculativo hanno alimentato tale evoluzione.<br />

La Banca centrale ha rinunciato a novembre a pubblicare delle stime<br />

sull’evoluzione del tasso <strong>di</strong> cambio, permettendo una fluttuazione più libera.<br />

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