Profilo economico della Romania - Camera di Commercio di Treviso ...
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6. Regione di Bucarest-Ilfov Bucharest: attività industriali molto diversificate, prevale l’ingegneristica e l’informatica. Ilfov: apparecchiature radio-televisive e di comunicazione, stampa, tessile, agroalimentare, carta e cellulosa. Principali canali di distribuzione A partire dagli Anni Novanta, a seguito della trasformazione verso l’economia di mercato sono sorte numerosissime aziende commerciali private che trattano un’ampia gamma di prodotti venduti al dettaglio. Alla fine del 2000 erano registrate 202.821 società commerciali in attività nel settore del commercio interno, di cui 139.636 società operanti nella vendita al dettaglio (49,2% prodotti food, 50,8% prodotti non food) e 51.360 operanti nella vendita all’ingrosso (35,2% prodotti food e 64,8% prodotti non food). In base al numero di dipendenti, la distribuzione per dimensione aziendale delle società commerciali registrate si presentava come di seguito indicato: - micro imprese (fino a 9 dipendenti): 189.157; - piccole imprese (da 10 a 49 dipendenti): 12.270; - medie imprese (da 50 a 249 dipendenti): 1.297; - grandi imprese (oltre 250 dipendenti): 97. Nonostante la crescita economica registrata negli ultimi tre anni, l’attività delle aziende operanti nel settore del commercio al dettaglio e all’ingrosso è stata influenzata direttamente dal comportamento dei consumatori, determinato dal potere d’acquisto rimasto a livelli molto bassi rispetto ai Paesi europei limitrofi. Il 61% dei redditi sono da lavoro dipendente. In media, al netto di tasse e contributi, uno stipendio si aggira intorno ai 120 Euro mensili, mentre una pensione minima raggiunge appena i 45 Euro al mese. La spesa per beni di consumo della popolazione, stimolata anche dalle rimesse in valuta dei romeni all’estero (entrate stimate per 1,3-1,5 miliardi di dollari l’anno), è indirizzata prevalentemente all’acquisto di prodotti alimentari (53,4%), lasciando la restante parte per prodotti non-food (28,9%) e servizi (17,7%). Nel 2001 la crescita annua del commercio al dettaglio è stata soltanto dell’1%, facendo registrare un decremento del 5,4% della componente food e un incremento del 4,3% di quella non food. In particolare, per i prodotti non alimentari i maggiori aumenti si sono registrati nelle vendite di mobili, apparecchi di illuminazione ed elettrodomestici (grazie all’introduzione della vendita a rate), vernici e tinture. Secondo un recente studio elaborato dalla società di consulenza GFK 18
Romania, la vendita dei beni di consumo di tipo FMCG (Fast Moving Consumer Goods) viene effettuata prevalentemente tramite i negozi al dettaglio a gestione familiare o le bancarelle ubicate nei mercati all’aperto (prevalentemente i prodotti food) e tramite i centri commerciali all’ingrosso (tipo bazaar orientale) e i negozi specializzati per i prodotti non food. Nel 2001 circa il 55% delle vendite al livello nazionale sono state effettuate tramite i piccoli negozi, chioschi e bancarelle, mentre una quota del 10% è stata realizzata dalle catene cash&carry e supermercati. I piccoli negozi sono molto diffusi nelle zone rurali e nei centri urbani con meno di 50 mila abitanti, mentre le forme moderne di distribuzione (supermercati, cash&carry, hard discount) sono più diffuse nelle grandi città, dove si concentra il 17% della popolazione romena con il 22% delle spese complessive effettuate al livello nazionale. L’affermarsi di alcuni colossi esteri (i cash&carry Metro e Selgros, l’ipermercato Carrefour e il neoarrivato Cora) sta rivoluzionando il panorama del commercio al dettaglio e le abitudini dei consumatori, e fa prevedere una forte diffusione della grande distribuzione. Fra gli esercizi che commercializzano prodotti alimentari si sta assistendo ad una crescita delle catene degli hard discount e degli ipermercati a danno dei piccoli supermercati (il gruppo tedesco Rewe gestisce le catene Billa e XXL Mega Discount, il gruppo belga Delhaize “The Lion” la catena Mega Image). Il 2001 è stato anche l’anno dell’arrivo dei grossi nomi dei retailers del settore “fai da te”, Bricostore e Praktiker. Fino alcuni anni fa, la figura più utilizzata per la grande distribuzione in Romania, è stata il grande magazzino (department store o, in lingua romena, magazin universal). Sebbene disponga ancora di grandi spazi espositivi e di vendita (più di 4.000 mq) e sia presente in tutte le citta capoluogo dei 40 distretti, vi è la tendenza da parte di qualche grande magazzino, che non è più in grado di gestire la propria attività (anche per problemi finanziari), a cedere in affitto a terzi (generalmente piccole ditte private, anche con capitale straniero) parti delle superfici, nude o già attrezzate. I GG.MM vendono generalmente prodotti non food, anche se alcuni dei più grandi hanno allestito reparti per la vendita di prodotti food. Per il sistema di approvvigionamento, le figure più importanti della GD e GG.MM hanno propri uffici acquisti, avvalendosi anche di ditte importatrici; alcune volte i GG.MM, per mancanza di liquidità, concludono accordi di fornitura in conto deposito. a) Ipermercati Il primo, ed ancora unico, ipermercato in Romania è Carrefour che ha aperto le sue porte ai consumatori a Bucarest nel mese di Giugno 2001. Su una superficie di vendita di circa 9.000 mq. vengono venduti oltre 50 mila prodotti. La Carrefour intende aprire altri 10-12 ipermercati nei prossimi 6 19
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6. Regione <strong>di</strong> Bucarest-Ilfov<br />
Bucharest: attività industriali molto <strong>di</strong>versificate, prevale l’ingegneristica e<br />
l’informatica.<br />
Ilfov: apparecchiature ra<strong>di</strong>o-televisive e <strong>di</strong> comunicazione, stampa,<br />
tessile, agroalimentare, carta e cellulosa.<br />
Principali canali <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />
A partire dagli Anni Novanta, a seguito <strong>della</strong> trasformazione verso<br />
l’economia <strong>di</strong> mercato sono sorte numerosissime aziende commerciali<br />
private che trattano un’ampia gamma <strong>di</strong> prodotti venduti al dettaglio.<br />
Alla fine del 2000 erano registrate 202.821 società commerciali in attività<br />
nel settore del commercio interno, <strong>di</strong> cui 139.636 società operanti nella<br />
ven<strong>di</strong>ta al dettaglio (49,2% prodotti food, 50,8% prodotti non food) e 51.360<br />
operanti nella ven<strong>di</strong>ta all’ingrosso (35,2% prodotti food e 64,8% prodotti<br />
non food).<br />
In base al numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti, la <strong>di</strong>stribuzione per <strong>di</strong>mensione aziendale<br />
delle società commerciali registrate si presentava come <strong>di</strong> seguito in<strong>di</strong>cato:<br />
- micro imprese (fino a 9 <strong>di</strong>pendenti): 189.157;<br />
- piccole imprese (da 10 a 49 <strong>di</strong>pendenti): 12.270;<br />
- me<strong>di</strong>e imprese (da 50 a 249 <strong>di</strong>pendenti): 1.297;<br />
- gran<strong>di</strong> imprese (oltre 250 <strong>di</strong>pendenti): 97.<br />
Nonostante la crescita economica registrata negli ultimi tre anni, l’attività<br />
delle aziende operanti nel settore del commercio al dettaglio e all’ingrosso è<br />
stata influenzata <strong>di</strong>rettamente dal comportamento dei consumatori,<br />
determinato dal potere d’acquisto rimasto a livelli molto bassi rispetto ai<br />
Paesi europei limitrofi.<br />
Il 61% dei red<strong>di</strong>ti sono da lavoro <strong>di</strong>pendente. In me<strong>di</strong>a, al netto <strong>di</strong> tasse e<br />
contributi, uno stipen<strong>di</strong>o si aggira intorno ai 120 Euro mensili, mentre una<br />
pensione minima raggiunge appena i 45 Euro al mese.<br />
La spesa per beni <strong>di</strong> consumo <strong>della</strong> popolazione, stimolata anche dalle<br />
rimesse in valuta dei romeni all’estero (entrate stimate per 1,3-1,5 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
dollari l’anno), è in<strong>di</strong>rizzata prevalentemente all’acquisto <strong>di</strong> prodotti<br />
alimentari (53,4%), lasciando la restante parte per prodotti non-food (28,9%)<br />
e servizi (17,7%).<br />
Nel 2001 la crescita annua del commercio al dettaglio è stata soltanto<br />
dell’1%, facendo registrare un decremento del 5,4% <strong>della</strong> componente food<br />
e un incremento del 4,3% <strong>di</strong> quella non food. In particolare, per i prodotti<br />
non alimentari i maggiori aumenti si sono registrati nelle ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> mobili,<br />
apparecchi <strong>di</strong> illuminazione ed elettrodomestici (grazie all’introduzione <strong>della</strong><br />
ven<strong>di</strong>ta a rate), vernici e tinture.<br />
Secondo un recente stu<strong>di</strong>o elaborato dalla società <strong>di</strong> consulenza GFK<br />
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