Grob cipra it (bbj) - cipralex
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Peter <strong>Grob</strong> • Disturbi da panico e agorafobia<br />
Peter <strong>Grob</strong><br />
Disturbi da panico<br />
e agorafobia
Peter <strong>Grob</strong> Disturbi da panico e agorafobia<br />
1
Copyright by:<br />
© Lundbeck (Schweiz) AG<br />
Cherstrasse 4<br />
8152 Glattbrugg/ZH<br />
2
Peter <strong>Grob</strong><br />
Disturbi da panico e agorafobia<br />
3
Questo libro è stato pubblicato grazie ai fondi per la formazione<br />
Lundbeck. Le teorie riportate in questo libro si basano<br />
sulle esperienze dell’autore e non corrispondono necessariamente<br />
a quelle di Lundbeck.<br />
4
Indice<br />
1. Introduzione 7<br />
2. Che cos’è la paura? 10<br />
2.1 La paura sana e la paura patologica 10<br />
2.2 Ansia e difesa dall’ansia 13<br />
2.3 L’ansia come processo di trasformazione 16<br />
3. Suddivisione delle paure 18<br />
4. Panico e agorafobia 21<br />
4.1 Sintomi 22<br />
4.2 Cause, origine 22<br />
4.3 Sistema neurovegetativo 24<br />
4.4 Stress 25<br />
4.5 Circolo vizioso 1 27<br />
4.6 Circolo vizioso 2 30<br />
5. Terapia 32<br />
5.1 Pensieri atti a ridurre la paura 34<br />
5.2 Modifica nell’atteggiamento 35<br />
5.3 Training di confronto 37<br />
5.4 Deviazione 38<br />
5.5 Rilassamento 41<br />
5.5.1 Jacobson, rilassamento muscolare progressivo 41<br />
5.5.2 Training autogeno 43<br />
5.5.3 yoga, thai Chi, Aikido... 44<br />
5.6 Metodi generali di intervento 44<br />
5.6.1 Gestione dello stress 44<br />
5.6.2 Stabilire dei lim<strong>it</strong>i (saper dire di no) 45<br />
5.6.3 Attiv<strong>it</strong>à fisica 46<br />
5.6.4 Cura di sé 46<br />
5.7 Ricadute 47<br />
5.8 Consigli per i parenti 48<br />
5.9. Farmaci 53<br />
5.10 Gruppi di auto-aiuto 56<br />
6. Conclusione 58<br />
7. Allegato 59<br />
7.1. Scheda di rilassamento 59<br />
5
7.2. Scheda di eserc<strong>it</strong>azione 60<br />
8. Bibliografia 61<br />
8.1. Scientifica 61<br />
8.2. Auto-aiuto 61<br />
9. Gruppi per la cura dell’ansia e<br />
ambulatori specialistici 63<br />
9.1 Lucerna 63<br />
9.2 Loeb/Weber 63<br />
9.3 Basilea , clinica univers<strong>it</strong>aria 63<br />
9.4 Basilea 63<br />
9.5 Inselsp<strong>it</strong>al Berna 64<br />
9.6 Clinica univers<strong>it</strong>aria Zurigo 64<br />
9.7 Zurigo 64<br />
9.8 Altri indirizzi in Svizzera 64<br />
10. Ringraziamenti 65<br />
6
1. Introduzione<br />
«Dopo aver provato la paura,<br />
aveva solo paura della paura»<br />
Hans Arndt<br />
Il presente libro si rivolge a persone che soffrono di panico<br />
o di agorafobia. Negli ultimi anni è stata rivolta un’attenzione<br />
sempre maggiore a questo particolare disturbo sia in amb<strong>it</strong>o<br />
medico, sia da parte del pubblico. Si tratta di attacchi di<br />
panico che si scatenano improvvisamente per la paura di morire,<br />
di perdere il controllo o di avere una malattia mentale. Spesso<br />
tali timori portano ad ev<strong>it</strong>are determinati luoghi, come locali<br />
stretti o chiusi, riunioni affollate, oppure al contrario luoghi<br />
molto vasti, ponti, ecc.<br />
Chi ne è colp<strong>it</strong>o può soffrirne in maniera più o meno forte<br />
e spesso non osa parlarne con altre persone. Il problema<br />
dell’ansia non dipende dalle circostanze della v<strong>it</strong>a delle singole<br />
persone, bensì dal fatto che nel nostro tempo abbiamo disimparato<br />
ad affrontare le nostre paure. Mancano quei r<strong>it</strong>uali obbligati<br />
che insegnano a integrare nella nostra esistenza le esperienze<br />
estreme.<br />
Il vantaggio della società multiculturale diventa in questo<br />
caso uno svantaggio, nel senso che le comun<strong>it</strong>à religiose e spir<strong>it</strong>uali<br />
hanno perso la loro coesione e il singolo si trova spesso da<br />
solo davanti alla conseguente «libertà». Tutti noi abbiamo le<br />
nostre opinioni personali sul mondo e su quello che il mondo<br />
7
comporta. Lo spir<strong>it</strong>o razionale dell’illuminismo ci ha liberato da<br />
molte superstizioni, ma ha anche spinto il singolo all’isolamento.<br />
Questo è causa in alcuni di un attivismo atto a distrarre<br />
dai propri problemi, in altri può invece manifestarsi con stravaganze<br />
intellettuali. La base comune di questi stili di v<strong>it</strong>a è la<br />
paura della paura. Molti in questo modo riescono a rimuovere la<br />
paura. Il nostro tempo appare decisamente quello in cui, più<br />
che in ogni altro, si cerca di rimuovere le paure. Quando però<br />
qualcosa viene rimosso, si crea una pressione e questa pressione<br />
cerca un equilibrio, come accade con il coperchio della pentola<br />
a pressione attraverso la valvola. Gli uomini che soffrono di<br />
attacchi di panico sono, secondo un’espressione un po’ grezza,<br />
le valvole di scarico del nostro tempo. Di sol<strong>it</strong>o si tratta di persone<br />
sensibili che non si sono (ancora) costru<strong>it</strong>e una corazza<br />
difensiva.<br />
La paura è un fenomeno complesso. Oltre ai nessi sociologici<br />
menzionati, entrano in gioco naturalmente fattori individuali,<br />
del proprio vissuto (educazione, modelli, esperienze traumatiche)<br />
e fattori cost<strong>it</strong>uzionali, che svolgono un ruolo importante.<br />
Inoltre bisogna considerare anche la s<strong>it</strong>uazione contingente.<br />
Anche i pensieri, i sentimenti e il comportamento che<br />
accompagnano la paura (prima, durante e dopo l’attacco di panico)<br />
sono determinanti (fig. 1).<br />
In questo libro ci occuperemo essenzialmente della punta<br />
di questa piramide, imparando a conoscere e a influire sui fattori<br />
che possono favorire o trattenere l’ansia. I fattori relativi<br />
alle proprie esperienze di v<strong>it</strong>a verranno trattati in modo marginale,<br />
quelli sociologici non verranno trattati affatto.<br />
8
Fig. 1: Fattori che influiscono sulla paura.<br />
Fattori relativi<br />
alla s<strong>it</strong>uazione personale<br />
attuale (Pensieri, sentimenti,<br />
comportamento)<br />
Fattori relativi alla propria biografia<br />
ed esperienze di v<strong>it</strong>a<br />
Fattori sociologici (legati al nostro tempo)<br />
9
2. Che cos’è la paura?<br />
«Il mondo ha bisogno della nostra paura. La paura non è una<br />
debolezza del giudizio, ma è giusta conoscenza»<br />
Carl Friedrich von Weizsäcker<br />
Tutti noi r<strong>it</strong>eniamo di sapere che cosa sia la paura. Tuttavia,<br />
quanto più ne parliamo, tanto più notiamo che ciascuno di<br />
noi la collega a qualcosa di diverso. Per gli uni può essere<br />
un’utile esperienza di v<strong>it</strong>a, per gli altri un disturbo patologico e<br />
da eliminare. Per poter meglio valutare questa basilare esperienza<br />
umana dobbiamo in primo luogo delinearne i confini.<br />
Questi consistono anche nel passaggio dalla paura salutare alla<br />
paura correlata a manifestazioni patologiche. Altrettanto importante<br />
è capire che la paura ha qualcosa a che fare con la<br />
trasformazione.<br />
2.1. La paura sana e la paura patologica<br />
«Il grado di paura è un metro di misura dell’intelligenza»<br />
Friedrich Nietzsche<br />
La paura è una sensazione sana, che mantiene in salute.<br />
Gli uomini privi di paura possono fare paura. Significa che qualcosa<br />
non va. La paura è il sentimento che ci induce alla cautela<br />
e alla prudenza nei confronti di noi stessi e dei nostri simili.<br />
10
Avete paura di avere una malattia grave, il cancro o<br />
l’infarto? Avete paura di essere coinvolti in un grave incidente?<br />
Avete paura dei forti dolori e dei tormenti della morte? Avete<br />
paura di diventare totalmente dipendenti da altre persone?<br />
Avete paura di perdere i vostri cari, oppure di essere lasciati dal<br />
vostro compagno o dalla vostra compagna? Avete paura dei dispiaceri<br />
che potrebbero colpire i vostri figli? Avete paura di perdere<br />
il vostro posto di lavoro? Avete paura di pol<strong>it</strong>ici demagogici?<br />
Avete paura che la follia fondamentalista possa esplodere<br />
proprio vicino a voi? Avete paura che il processo di degrado<br />
dell’ambiente possa improvvisamente diventare irreversibile?<br />
…<br />
Se le vostre ansie sono talmente grosse che risulta praticamente<br />
impossibile gestirle autonomamente, allora c’è qualcosa<br />
che non va. Tuttavia c’è qualcosa che non va anche se queste<br />
questioni vi lasciano indifferente e non riusc<strong>it</strong>e a condividere<br />
tali paure. Un’ansia eccessiva e un livello di ansia troppo basso<br />
sono entrambi patologici. Nel primo caso vi viene consigliato<br />
di ricercare un aiuto terapeutico e il vostro livello di v<strong>it</strong>a rimane<br />
molto basso rispetto alla media. Nel secondo caso voi<br />
siete forse bene integrati dal punto di vista sociale, avete successo,<br />
e la vostra autodeterminazione è superiore alla media.<br />
Tuttavia il fatto di non sentire nessuna paura è pericoloso, sia<br />
per voi stessi che per il vostro ambiente.<br />
Provate ora a pensare all’ipotesi di non riuscire a sentire<br />
nessun dolore. Forse il vostro primo pensiero è che sarebbe<br />
meraviglioso. L’incapac<strong>it</strong>à di sentire dolore è invece inconciliabile<br />
con la v<strong>it</strong>a. Noi potremmo ad esempio morire per una appendic<strong>it</strong>e<br />
acuta in quanto non ci accorgiamo del pus che sta<br />
danneggiando il nostro ventre, e quindi ci si sottoporrebbe a<br />
un’operazione quando è ormai troppo tardi. Oppure se noi<br />
staccassimo la mano da una lastra rovente solo quando è la<br />
puzza che ci avverte che questa sta bruciando, ci r<strong>it</strong>roveremmo<br />
ben presto senza mani. La stessa cosa vale per la capac<strong>it</strong>à di<br />
provare paura. Provate a pensare se tutti gli automobilisti fossero<br />
totalmente privi di paura, come un pazzo che si accorge che<br />
sta andando a una veloc<strong>it</strong>à eccessiva solo quando ha invest<strong>it</strong>o<br />
11
Paura<br />
Fig. 2: Paura normale e paura patologica<br />
una famiglia che stava camminando ai bordi della strada… Oppure,<br />
sareste riusc<strong>it</strong>i a superare tutti gli esami della vostra v<strong>it</strong>a<br />
se non aveste avuto quella paura che vi ha stimolati a studiare?<br />
Che cosa accadrebbe se vi metteste a camminare in mezzo alla<br />
strada senza la paura di essere invest<strong>it</strong>i da un’auto?<br />
La paura è il presupposto fondamentale per una v<strong>it</strong>a normale.<br />
E’ pericolosa quando ci colpisce improvvisamente, trovandoci<br />
indifesi, ma è altrettanto funesta quando ci afferra “da<br />
dietro” senza farsi notare. In quest’ultimo caso si manifesta in<br />
un comportamento nevrotico. La paura c’è affinché noi possiamo<br />
gestirla in modo consapevole. A tal fine è necessario essere<br />
disponibili ad affrontarla, ma anche avere la possibil<strong>it</strong>à di sbarazzarcene<br />
con adeguate manovre. Senza una difesa contro la<br />
paura non potremmo vivere.<br />
12<br />
Paura eccessiva<br />
Paura "normale”<br />
Patologia: livello di paura troppo basso
2.2 Ansia e difesa dall’ansia<br />
«Sentire un po’ di timore verso qualcosa di defin<strong>it</strong>o è un bene.<br />
Smorza la paura molto più grande verso qualcosa di indefin<strong>it</strong>o»<br />
Robert Musil<br />
Il nostro animo ci mette a disposizione svariate possibil<strong>it</strong>à<br />
di difesa che ci aiutano, secondo un principio omeostatico<br />
(di autoregolazione), a vivere equilibrando gli attacchi di ansia<br />
con la perd<strong>it</strong>a della sensibil<strong>it</strong>à verso gli altri nonchè verso il pericolo.<br />
Conosciamo tutti in noi e negli altri le possibil<strong>it</strong>à della<br />
rimozione, dello spostamento, del fare come non fosse accaduto<br />
nulla, della proiezione, del volgere al contrario, della fuga in<br />
avanti, dell’agire contro la paura, ecc.<br />
Fare come non fosse<br />
accaduto nulla<br />
Spostamento<br />
Agire<br />
Rimozione<br />
Agire contro la paura<br />
Fig. 3: Meccanismi di difesa dall’ansia<br />
Fuga in avanti<br />
Paura<br />
Razionalizzare<br />
Proiezione<br />
Regredire<br />
Spl<strong>it</strong>ting<br />
Reagire<br />
13
Sareste ancora in grado di volare o di andare in treno se<br />
non riusciste a rimuovere l’idea della possibil<strong>it</strong>à di un incidente<br />
aereo o di un deragliamento? Noi trasferiamo la nostra paura di<br />
diventare vecchi e inutili sulle preoccupazioni relative ai capelli<br />
grigi e alle rughe, che possiamo combattere con creme e cosmetici.<br />
Oppure che cosa succederebbe se dopo un “passo falso”<br />
non avessimo la possibil<strong>it</strong>à di poter continuare a vivere senza<br />
tensioni, come se questo non fosse mai accaduto? O come affronteremmo<br />
la paura della malattia e della morte, se non potessimo<br />
proiettare questo problema sul nostro vicino, che è<br />
malato? Allo stesso modo è estremamente utile poter rovesciare<br />
il nostro senso carente di autostima, e agire come se tutto<br />
fosse sotto il nostro controllo. Oppure come potremmo tenere<br />
a bada tutte le nostre possibili paure, se non potessimo distogliere<br />
la nostra mente con l’azione, non potessimo immergerci<br />
nel lavoro o nel divertimento?<br />
14
Forme di difesa dall’ansia<br />
Meccanismo di difesa<br />
Rimozione<br />
Annullamento<br />
Spostamento<br />
Proiezione<br />
Agire contro l’ansia<br />
Fuga in avanti<br />
Agire (attivismo)<br />
Reazione (agire al<br />
contrario)<br />
Razionalizzazione<br />
(ragionare con buon senso)<br />
Regressione (fare dei passi<br />
indietro)<br />
Spl<strong>it</strong>ting<br />
Descrizione<br />
Tabella 1: Definizione dei meccanismi di difesa<br />
Una s<strong>it</strong>uazione ansiogena viene dimenticata, in<br />
particolare non ci si accorge di s<strong>it</strong>uazioni<br />
(intime) molto chiare.<br />
Di fronte a un avvenimento ansiogeno difficile<br />
da sopportare, la persona colp<strong>it</strong>a si comporta<br />
come se questo non fosse mai accaduto.<br />
Con lo spostamento un problema che crea ansia<br />
viene sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da un altro, meno grave, e così<br />
il problema più grave viene messo in seconda<br />
linea.<br />
La propria paura viene proiettata ad esempio su<br />
un’altra persona.<br />
L’ansia viene mascherata dall’iperattiv<strong>it</strong>à, anche<br />
con azioni obiettivamente inutili.<br />
Si cerca di rendere sopportabile una s<strong>it</strong>uazione<br />
che scatena l’ansia affrontandola direttamente.<br />
Una s<strong>it</strong>uazione emotivamente difficile da<br />
sopportare induce un comportamento che nel<br />
proprio ambiente provoca un tale scalpore da<br />
far trascurare il problema effettivo.<br />
L’ansia difficile da accettare viene affrontata<br />
assumendo l’atteggiamento opposto, diventando<br />
coraggiosi e sicuri di sé.<br />
Una s<strong>it</strong>uazione ansiogena viene esaminata ed<br />
elaborata razionalmente e quindi le viene tolto<br />
l’aspetto minaccioso.<br />
Si cerca di superare una s<strong>it</strong>uazione di tensione<br />
con un comportamento passivo e in parte<br />
infantile che induce chi ci circonda a prendersi<br />
maggior cura di noi.<br />
In s<strong>it</strong>uazioni difficili da elaborare emotivamente<br />
si possono separare gli affetti contrastanti, in<br />
modo che in un dato momento solo l’uno, in un<br />
altro momento solo l’altro affetto sia reso<br />
accessibile alla coscienza.<br />
15
2.3 L’ansia come processo di trasformazione<br />
La paura porta in sé un enorme potenziale di trasformazione.<br />
Ansia e insicurezza rappresentano i migliori presupposti e<br />
la molla scatenante per la trasformazione. Un’eccessiva sicurezza<br />
è statica e con il tempo è nemica della v<strong>it</strong>a. L’immagine<br />
della metamorfosi simbolizza in maniera incisiva la forza trasformatrice<br />
e creativa dello stato ansioso. Provate a immaginare<br />
di assumere le sembianze di un bruco, che si trasforma in<br />
crisalide, si disgrega, per poi risorgere come farfalla! Sicuramente,<br />
se poteste rifletterci, sentireste ansia e paura. Nell’ansia si<br />
sciolgono le strutture vecchie, consolidate, e si crea il presupposto<br />
affinché possa sorgere il nuovo.<br />
La disponibil<strong>it</strong>à a sopportare ansia e insicurezza è il miglior<br />
terreno di coltura per la trasformazione. Non ci sarebbe<br />
nessun progresso, nessuna invenzione creativa, se noi non fossimo<br />
disposti a lasciare cadere le vecchie sicurezze per aprirci al<br />
nuovo. Ci vuole coraggio per accettare l’ansia e l’insicurezza! E a<br />
seconda della s<strong>it</strong>uazione, questo coraggio assume un aspetto<br />
diverso. Una volta è il coraggio di impegnarsi per qualcosa con<br />
un’aggressiv<strong>it</strong>à costruttiva, e un’altra volta questo coraggio<br />
può consistere nel rinunciare ad avere sempre ragione e ad avvicinarsi<br />
con fiducia a una s<strong>it</strong>uazione o a una persona. E’ un’arte<br />
il saper valutare le proprie ansie, integrandole nella propria v<strong>it</strong>a,<br />
così come dice il proverbio: O Signore dammi il coraggio di<br />
modificare il modificabile, la calma di accettare l’immutabile, e<br />
la capac<strong>it</strong>à di discernimento.<br />
16
Figura 4: Metamorfosi<br />
17
3. Suddivisione delle paure<br />
Ci sono molte persone ansiose e insicure. Esse soffrono<br />
più degli altri. Una di queste potrebbe essere la donna che si è<br />
messa totalmente a servizio della sua famiglia: si lascia sfruttare<br />
dai suoi figli e da suo mar<strong>it</strong>o, è oggetto sacrificale delle loro<br />
esigenze. In questo caso è importante che trovi il coraggio di<br />
diventare più aggressiva per soddisfare i propri bisogni, e per<br />
difendersi dagli attacchi del suo ambiente. Questo vale anche<br />
per i molti timidi che sul lavoro si lasciano sfruttare e calpestare.<br />
Conosco tuttavia anche il manager di successo, sicuro di<br />
sé e capace di prendere delle decisioni, che dopo aver sub<strong>it</strong>o un<br />
infarto è diventato improvvisamente preda di ansie che non<br />
riesce a dominare, che improvvisamente si sente scosso nelle<br />
sue gran<strong>it</strong>iche sicurezze, e che pone in discussione tutto il passato.<br />
In questo caso può essere che egli torni a vedere nella luce<br />
giusta le sue prestazioni, senza trascurare la possibil<strong>it</strong>à di un<br />
cambiamento.<br />
18
Nel campo professionale si distinguono i seguenti grandi<br />
gruppi di stati ansiosi:<br />
-ansia generalizzata<br />
-attacchi di panico con o senza agorafobia<br />
-fobie sociali (paura di esporsi davanti ai propri simili)<br />
-altre fobie (paura isolata di determinati animali,<br />
dell’altezza, degli oggetti appunt<strong>it</strong>i …)<br />
-ipocondria (paura di contrarre una grave malattia)<br />
-ansie paranoidi (manie di persecuzione …)<br />
Paura "normale”<br />
Fobie<br />
Ansia paranoide<br />
Agorafobia<br />
Fig. 5: Suddivisione delle paure<br />
Ansia generalizzata<br />
Paura<br />
Paura sociale<br />
Paura esistenziale<br />
Ipocondria<br />
Attacchi di panico<br />
19
Per tutte queste paure il confine con il “normale” è vago.<br />
Il fatto che una persona genericamente ansiosa assuma il ruolo<br />
di un paziente o no è questione di misura. Ci sono molte persone<br />
che ev<strong>it</strong>ano sistematicamente di volare o che non riescono a<br />
fare acquisti nella calca di un grande magazzino, senza che per<br />
questo debbano fare ricorso a un aiuto psicologico. Fino a che<br />
punto la paura di parlare in pubblico diventa talmente lim<strong>it</strong>ante<br />
che sarebbe opportuno cercare un aiuto professionale? Quando<br />
la paura dei cani diventa patologica? Anche la paura di essere<br />
colp<strong>it</strong>i da una grave malattia è fino a un certo punto “normale”.<br />
Può diventare patologica quando questa paura diventa minacciosa<br />
per la propria v<strong>it</strong>a. Possiamo anche a volte avere la<br />
sensazione di essere persegu<strong>it</strong>ati dalla sfortuna, oppure che ci<br />
siano delle persone che ce l’hanno con noi, ma non per questo<br />
dobbiamo dire di essere affetti da mania di persecuzione. Per<br />
contro, quando ci si occupa per lungo tempo di una persona<br />
dichiarata “inferma di mente” le nostre ansie e le nostre paure<br />
diventano improvvisamente recepibili e comprensibili.<br />
20
4. Panico e agorafobia<br />
«Se uno ha paura del fuoco sente fumo ovunque»<br />
Jeremias Gotthelf<br />
Gli attacchi di panico sono stati ansiosi estremi che insorgono<br />
improvvisamente e che possono durare da pochi minuti<br />
fino a qualche ora. Non di rado il luogo in cui si manifesta<br />
un attacco di panico viene collegato al suo insorgere. Per questo<br />
motivo molte persone che hanno sofferto di attacchi di panico<br />
iniziano a ev<strong>it</strong>are i luoghi nei quali questi si sono verificati.<br />
Spesso si tratta di luoghi nei quali molte persone si radunano in<br />
uno spazio ristretto (cinema, teatro, concerto, grandi magazzini…),<br />
oppure luoghi piccoli (chiusi, ma solo per brevi periodi di<br />
tempo, come ascensori, funivie, aerei, autobus, tram, treni…).<br />
D’altro canto anche luoghi molto ampi o ponti possono dare le<br />
stesse sensazioni. Questo fa sì che una persona ev<strong>it</strong>i un numero<br />
sempre maggiore di luoghi, finché il suo raggio v<strong>it</strong>ale si restringe<br />
sempre più. Nei casi estremi, una persona affetta da questo<br />
disturbo (paura della paura) può anche non abbandonare più la<br />
propria casa. Nei casi più semplici questa paura si può lim<strong>it</strong>are<br />
al cinema o alla funivia.<br />
21
4.1 Sintomi<br />
I sintomi del panico sono molteplici e si ricollegano al<br />
sistema neurovegetativo (vedere di segu<strong>it</strong>o). La Tabella 2 riporta<br />
tutti i possibili sintomi. Questo non significa che tutti questi<br />
sintomi si manifestino nella stessa persona. Forse una persona<br />
soffre solo di vertigini, un’altra di tachicardia, un’altra ancora di<br />
nausea. I sintomi sono fastidiosi, ma non pericolosi.<br />
Tachicardia, ar<strong>it</strong>mia<br />
Vertigini, intontimento o sensazione di debolezza<br />
Asma o mancanza di respiro<br />
Sudore<br />
Dolori o sensazioni di oppressione nella cassa toracica<br />
Tremore o trem<strong>it</strong>o<br />
Vampate di calore o brividi di freddo<br />
Sensazione di soffocamento o di strozzamento<br />
Prur<strong>it</strong>o o insensibil<strong>it</strong>à in talune parti del corpo<br />
Paura di morire<br />
Nausea o disturbi di stomaco o intestino<br />
Sensazioni di irrealtà o di distacco<br />
Paura di impazzire<br />
Paura di perdere il controllo<br />
Tabella 2: Sintomi del panico<br />
4.2 Cause, origine<br />
Le cause dei disturbi da panico sono molteplici. Oltre a<br />
una predisposizione genetica, anche le esperienze di v<strong>it</strong>a traumatiche<br />
possono essere una concausa. In generale non si tratta<br />
di un unico motivo, bensì di diversi fattori che portano a una<br />
predisposizione agli attacchi di panico. Se si è avuto un primo<br />
attacco di panico, c’è il rischio che l’ansia si autoalimenti e che<br />
se ne verifichino altri per paura della paura (vedere di segu<strong>it</strong>o).<br />
22
Fattori biologici Fattori psicologici<br />
Fattori sociali Fattori mentali<br />
Fig. 6: Quattro possibili fattori di insorgenza dell’ansia<br />
Trauma<br />
Stress<br />
Etica<br />
Morale<br />
Genetica<br />
Educazione<br />
Fragil<strong>it</strong>à<br />
Vulnerabil<strong>it</strong>à<br />
Personal<strong>it</strong>à<br />
Paura<br />
Panico<br />
Fig. 7: Cause e influssi sullo sviluppo dell’ansia.<br />
Paura<br />
della paura<br />
Agorafobia<br />
l'ev<strong>it</strong>are<br />
Arretamento<br />
Reazione dell'<br />
ambiente<br />
Depressione<br />
Pericolo di<br />
assuefazione<br />
23
4.3 Sistema neurovegetativo<br />
Il timor panico è una tensione estrema dell’organismo<br />
(indotta dal sistema neurovegetativo), che insorge quando ci si<br />
trova in una s<strong>it</strong>uazione minacciosa. Per capire meglio quello che<br />
accade in simili s<strong>it</strong>uazioni può essere utile provare a raffigurarsi<br />
come siamo costru<strong>it</strong>i noi uomini. Oltre ai muscoli, al tessuto<br />
connettivo, al grasso, agli organi interni, ai vasi sanguigni ecc.,<br />
noi siamo composti anche da una filigrana di fasci nervosi. Se<br />
proviamo a immaginare di eliminare tutti gli altri tessuti, il nostro<br />
profilo rimarrebbe comunque chiaramente riconoscibile, e<br />
il nostro corpo apparirebbe come riemp<strong>it</strong>o da sottili tessuti nervosi.<br />
I nervi sono condutture elettriche e vengono percorsi da<br />
atomi e molecole di diversa carica elettrica. Le correnti e le cariche<br />
si influenzano reciprocamente e devono mantenere un<br />
equilibrio.<br />
Inconscio<br />
Autoregolazione inconscia<br />
Sistema neurovegetativo<br />
Simpatico Vago<br />
Fig. 8: Sistema nervoso umano<br />
I nervi hanno diverse funzioni e sono influenzati in modo<br />
diverso dalla volontà. Ci sono due grandi percorsi nervosi, o<br />
meglio due sistemi nervosi, che servono tutti i tessuti e vengono<br />
coordinati dal cervello. L’uno è più o meno al servizio della<br />
volontà e ci permette di muoverci come vogliamo. L’altro sistema<br />
è quello vegetativo (o autonomo), non gestibile tram<strong>it</strong>e la<br />
volontà, e addetto al mantenimento delle funzioni v<strong>it</strong>ali. Que-<br />
24<br />
Regolazione di cuore,<br />
polmoni, intestino,<br />
cistifellea, ghiandole<br />
Regolabile<br />
a livello cosciente<br />
Sistema nervoso volontario<br />
Movimento dei muscoli
sto sistema nervoso vegetativo è a sua volta suddiviso in una<br />
rete che prepara l’organismo all’azione (“lotta o fuga”) (sistema<br />
simpatico), e in un’altra rete responsabile del rilassamento e<br />
della distensione (sistema parasimpatico o vago). Questi nervi<br />
regolano gli organi interni come il cuore, i vasi sanguigni, le vie<br />
respiratorie, il sistema digestivo, il sistema urinario, gli organi<br />
sessuali, tutte le ghiandole, ecc.<br />
Noi quindi non possiamo dire: “Accelerare il batt<strong>it</strong>o cardiaco,<br />
aumentare la pressione sanguigna, intestino digerisci, cistifellea<br />
restring<strong>it</strong>i, stomaco produci gli acidi, ghiandole producete<br />
le vostre secrezioni”, ecc. Questi processi vengono regolati<br />
dal sistema nervoso vegetativo attraverso dei cicli alquanto<br />
complessi. Che cosa meravigliosa, che tutto questo funzioni! Se<br />
si considera la cosa da questo punto di vista ci si meraviglia di<br />
come possiamo non accorgerci di tutti questi processi (vale a<br />
dire che “ci sentiamo bene”), mentre ce ne accorgiamo nelle<br />
occasionali irregolar<strong>it</strong>à. Ci sono s<strong>it</strong>uazioni in cui questi percorsi<br />
nervosi o questi miliardi di processi biochimici perdono temporaneamente<br />
il loro equilibrio. Questi “disturbi nell’equilibrio”<br />
si manifestano nei cosiddetti sintomi vegetativi quali: disturbi<br />
digestivi o intestinali, tachicardia, sudore, tremore, vertigini, disturbi<br />
alla respirazione, disturbi urinari, disturbi sessuali, e diversi<br />
altri sintomi della tensione.<br />
4.4 Stress<br />
La base per una migliore comprensione di questi disturbi<br />
nell’equilibrio è il concetto di “stress”. Lo stress ha a che fare<br />
con l’oppressione e la tensione. Provate a immaginarvi che una<br />
gazzella si sia accorta che sta per essere assal<strong>it</strong>a da un leone.<br />
Nel giro di pochi secondi l’organismo dell’animale minacciato<br />
viene messo in stato di massimo allarme e predisposizione<br />
all’azione. Provate a pensare a tutto quello che deve aver luogo<br />
affinché la gazzella possa scappare. Nella nostra s<strong>it</strong>uazione di<br />
v<strong>it</strong>a “civile” tali s<strong>it</strong>uazioni di stress acuto sono più rare (a meno<br />
che non stiamo per essere invest<strong>it</strong>i da un’auto o altre cose simili).<br />
25
Noi siamo tuttavia esposti a diversi fattori di stress, che<br />
ci mettono in stato di allarme attraverso i pensieri, le fantasie,<br />
le previsioni minacciose per il futuro. Anche se le cose avvengono<br />
in modo meno drammatico rispetto alla lotta della gazzella<br />
per la sopravvivenza, tuttavia anche questi sensori di stress<br />
agiscono in modo più o meno cosciente come stress continuo<br />
(sul sistema nervoso vegetativo) nella nostra v<strong>it</strong>a.<br />
Che cosa sono quindi questi sensori di stress “istru<strong>it</strong>i”?<br />
Possono essere sensori più o meno “autoprodotti” (interni), ad<br />
esempio eccessive aspettative su se stessi, magari in segu<strong>it</strong>o a<br />
ideali quali: “dover fare tutto in modo perfetto”, “essere sempre<br />
gentile”, “non dire mai di no”, “dover avere successo”, ecc. Anche<br />
precedenti patologie possono venire a gravare sui sensori di<br />
stress menzionati. A tutto questo si può aggiungere anche<br />
un’inclinazione innata a reagire alle avvers<strong>it</strong>à con dei sintomi di<br />
stress eccessivi. Oppure possono essere i sensori di stress esterni:<br />
s<strong>it</strong>uazione lavorativa insoddisfacente, collaboratori o collaboratrici<br />
difficili, difficoltà finanziarie, problemi relazionali con<br />
persone vicine, visione pessimistica di tutte le ingiustizie di<br />
questo mondo, consapevolezza della propria impotenza, ecc.<br />
In generale un primo attacco si verifica in una s<strong>it</strong>uazione<br />
di v<strong>it</strong>a particolarmente stressante, che le normali strategie non<br />
riescono a tenere sotto controllo. Al riguardo, come già detto,<br />
bisogna distinguere le eccessive pretese interne da quelle esterne.<br />
Sensori di stress<br />
Tabella 3: Sensori di stress<br />
26<br />
Sollec<strong>it</strong>azioni eccessive interne<br />
e/o esterne qual<strong>it</strong>ative e/o quant<strong>it</strong>ative<br />
Problemi di relazione<br />
Malattia (propria o di parenti)<br />
Morire e morte<br />
Problemi finanziari<br />
Perd<strong>it</strong>a del lavoro<br />
Problemi sul posto di lavoro<br />
Problemi di ident<strong>it</strong>à<br />
Cambiamenti nella fase della v<strong>it</strong>a
Le pretese interne sono correlate alle proprie aspirazioni,<br />
alle proprie prestazioni e al proprio comportamento. Ne fanno<br />
parte le pretese eccessive nei confronti di se stesso e le aspettative<br />
perfezionistiche sul proprio lavoro. Le pretese esterne<br />
dipendono dalla s<strong>it</strong>uazione e sono correlate al nostro prossimo,<br />
alla s<strong>it</strong>uazione lavorativa e a fattori economici. Nella tabella 3<br />
sono riportate queste s<strong>it</strong>uazioni di v<strong>it</strong>a stressanti. Anche i passaggi<br />
da una fase di v<strong>it</strong>a all’altra sono punti nevralgici che possono<br />
essere talmente stressanti da innescare un processo di<br />
panico.<br />
Momenti di passaggio della v<strong>it</strong>a<br />
Nasc<strong>it</strong>a di un fratellino<br />
Inizio della scuola<br />
Pubertà<br />
Fine della scuola<br />
Inizio della v<strong>it</strong>a professionale<br />
Matrimonio<br />
Gravidanza<br />
Nasc<strong>it</strong>a dei figli<br />
Distacco dei figli<br />
Sistemazione professionale<br />
Climaterio<br />
Crisi di mezz’età<br />
Pensionamento<br />
Casa di cura per anziani<br />
Morte<br />
Tabella 4: Momenti di passaggio della v<strong>it</strong>a<br />
4.5 Circolo vizioso 1: pensieri catastrofici<br />
Abbiamo visto che il terreno di coltura dei primi attacchi<br />
di panico è una certa sensibil<strong>it</strong>à e vulnerabil<strong>it</strong>à. Per l’ulteriore<br />
sviluppo dell’ansia svolgono un ruolo importante l’atteggiamento<br />
e il pensiero così come il comportamento rispetto agli<br />
attacchi di panico stessi.<br />
27
I segnali di stress vegetativi di per sé innocui possono essere<br />
rinforzati dai pensieri catastrofici che li accompagnano. Se<br />
in caso di un dolore al cuore, di tachicardia o di ar<strong>it</strong>mia io penso<br />
che siano i segni premon<strong>it</strong>ori di un improvviso arresto cardiaco,<br />
mi vado a trovare in una s<strong>it</strong>uazione di stress tale che rafforza<br />
quei sintomi: il dolore nella regione cardiaca (che in generale<br />
non ha origine dal cuore stesso ma dai muscoli intercostali)<br />
aumenta e il cuore incespica sempre più e batte ancora più rapidamente.<br />
Nonostante questo sia ancora un sintomo innocuo,<br />
accresce tuttavia in me la sensazione che al mio cuore stia accadendo<br />
qualcosa di brutto. Questo innesca un vero e proprio<br />
circolo vizioso fra sintomo, pensiero catastrofico e stress (fig. 9).<br />
Pensieri catastrofici e circolo vizioso che fa<br />
aumentare i sintomi.<br />
Lo stesso può accadere anche con altri sintomi, come<br />
nausea, vertigini, tremori, sudore ecc.<br />
Margraf (v. bibliografia) nel suo libro sul panico ha riportato<br />
queste errate interpretazioni dei sintomi dello stress che<br />
insorgono in modo automatico. Al riguardo è risultato che uno<br />
stesso sintomo susc<strong>it</strong>a in persone diverse uno stesso tipo di timore,<br />
quasi fosse uno stereotipo (tabella 5).<br />
Da Margraf, Jürgen: Panico, attacchi di ansia e loro trattamento (leggermente<br />
modificato)<br />
28
Maggiore attenzione<br />
verso se stesso<br />
Percezione lim<strong>it</strong>ata<br />
della propria persona<br />
Fig. 9: Circolo vizioso:<br />
Dolori nella regione<br />
cardiaca<br />
Paura di morire<br />
Sintomi fisici Pensieri/interpretazioni<br />
Ar<strong>it</strong>mia<br />
Tachicardia<br />
Dolori intercostali Mi sta venendo un infarto<br />
Sudore<br />
Disturbi al respiro<br />
Vertigini<br />
Senso di debolezza Sto svenendo<br />
Intontimento Ho un tumore al cervello<br />
Sintomi visivi Mi sta venendo un colpo apoplettico<br />
Tremore<br />
Pallore<br />
Bisogno d’aria Sto soffocando<br />
Sensazione di strangolamento Smetto di respirare e muoio<br />
Nodo alla gola<br />
Prur<strong>it</strong>o alle estrem<strong>it</strong>à Rimango paralizzato<br />
Ho una malattia grave<br />
Distorsione della realtà<br />
e percezione di sé alterata Perdo il controllo di me stesso<br />
(sensazione di irrealtà) Divento pazzo<br />
Disturbi alla concentrazione Devo andare al manicomio<br />
Idee pazzesche<br />
Sintomi di ansia generali e intensi Questa ansia mi fa impazzire<br />
Tabella 5: Sintomi vegetativi e pensieri catastrofici.<br />
Sul manifesto funebre<br />
c’era scr<strong>it</strong>to: «Dopo un<br />
breve malessere è deceduto<br />
improvvisamente»<br />
29
4.6 Circolo vizioso 2:<br />
comportamento mirante a ev<strong>it</strong>are<br />
determinate s<strong>it</strong>uazioni<br />
Può crearsi un altro circolo vizioso se l’insorgere della<br />
paura viene messo in relazione con una determinata s<strong>it</strong>uazione<br />
o un dato luogo. Se io mi accorgo che la paura insorge soprattutto<br />
nei grandi magazzini, al cinema, al teatro, in funivia, o in<br />
aereo, allora cerco di ev<strong>it</strong>are questi luoghi. Tuttavia quanto più<br />
ev<strong>it</strong>o questo luogo, tanto più divento insicuro e tanto meno ho<br />
il coraggio di r<strong>it</strong>ornarci. Il mio raggio v<strong>it</strong>ale si restringe sempre<br />
di più (fig. 10 e 11)<br />
Insicurezza<br />
Fig. 10: circolo vizioso 2<br />
Questi due circoli viziosi che aggravano i problemi si possono<br />
anche rinforzare reciprocamente, in quanto pensieri catastrofici,<br />
auto-osservazione ansiosa, arretramento e perd<strong>it</strong>a di<br />
autostima si assommano l’uno con l’altro (fig.12).<br />
30<br />
Paura<br />
Perd<strong>it</strong>a<br />
di autostima<br />
l'ev<strong>it</strong>are<br />
Arretamento
Comportamento mirante a ev<strong>it</strong>are una s<strong>it</strong>uazione<br />
che aumenta la paura<br />
Progressiva lim<strong>it</strong>azione<br />
Auto-osservazione<br />
Ev<strong>it</strong>amento<br />
Arretamento<br />
Fig. 12: Doppio circolo vizioso<br />
vati • luoghi chiusi come i tunnel • spazi molto ampi • autobus • treni • metropol<strong>it</strong>ana • aerei • navi • automobili guidate da sé o da altri • fare la coda • passaggio di ponti • ricevimenti o contatti sociali • uscire • rimanere a casa da s<br />
Sintomi<br />
vegetativi<br />
Cinema • supermercati • luoghi di riunione • magazzini • ristoranti • musei • ascensori • anf<strong>it</strong>eatri o stadi • parcheggiare in uno spazio chiuso • luoghi soprele<br />
olo • a casa<br />
Paura / Panico<br />
Perd<strong>it</strong>a<br />
di autostima<br />
Pensiero<br />
catastrofico<br />
incertezza<br />
Fig. 11:<br />
progressive lim<strong>it</strong>azioni dello<br />
spazio v<strong>it</strong>ale in segu<strong>it</strong>o<br />
a comportamenti di rifiuto.<br />
31
5. Terapia<br />
«Ci vuole del coraggio per affrontare la paura e resistere»<br />
Hoimar von D<strong>it</strong>furth<br />
La terapia dei disturbi da panico e agorafobia si articola<br />
su più livelli. Essa comprende una riflessione sulle proprie esperienze<br />
biografiche e sulle s<strong>it</strong>uazioni, attuali o passate, che possono<br />
cost<strong>it</strong>uire motivo di stress. Le esperienze di v<strong>it</strong>a traumatiche<br />
non si possono tuttavia semplicemente annullare. E’ molto<br />
meglio accettarle con le relative conseguenze e integrarle nella<br />
propria v<strong>it</strong>a. Eventuali punti irrisolti dovrebbero idealmente essere<br />
sviscerati con l’aiuto di uno specialista.<br />
Condizioni fisiche S<strong>it</strong>uazione emotiva<br />
Comportamento Pensiero<br />
32<br />
Figura 13:<br />
Quattro aspetti<br />
dell’autoanalisi
In caso di confl<strong>it</strong>ti in atto e di s<strong>it</strong>uazioni che comportano<br />
uno stress eccessivo bisogna considerare concretamente<br />
l’opportun<strong>it</strong>à di intervenire per modificarli. Anche in questo<br />
caso è opportuno rivolgersi a uno specialista.<br />
Il presente scr<strong>it</strong>to non offre soluzioni di questo tipo. In<br />
questa sede ci occuperemo esclusivamente dei fattori mentali<br />
e comportamentali che favoriscono la paura. Ai fini della percezione<br />
di sé ci basiamo sempre sulle condizioni fisiche, sulla s<strong>it</strong>uazione<br />
emotiva, sul pensiero e sul comportamento (figura 13).<br />
33
5.1. Pensieri atti a ridurre la paura<br />
Abbiamo visto che i pensieri negativi possono accrescere<br />
la paura: la terapia (cogn<strong>it</strong>iva-comportamentale) mira a verificare<br />
il grado di realtà contenuto nei pensieri catastrofici e a<br />
correggerlo. Nell’esempio sopra riportato della sintomatologia<br />
cardiaca le considerazioni da fare sarebbero le seguenti: i sintomi<br />
da stress che insorgono durante un attacco di panico, e che<br />
dipendono dal sistema neurovegetativo, sono sintomi innocui.<br />
Un percorso mentale alternativo al pensiero catastrofico, che<br />
suggerisce una morte certa e immediata, potrebbe essere il<br />
seguente: “Il dolore e il batt<strong>it</strong>o del cuore che sento ora sono<br />
innocui sintomi da stress, li ho già provati più volte e mi sono<br />
sempre passati. Il mio cuore è sano, e il fatto che adesso batta<br />
così forte è proprio un segno del fatto che è sano e robusto.”<br />
Oltre ai pensieri distruttivi che ci abbattono, non ci potrebbero<br />
essere anche pensieri costruttivi, che ci sollevano?<br />
Esperienza<br />
negativa<br />
Figura 14: Circolo vizioso e circolo virtuoso<br />
34<br />
Circolo vizioso<br />
Pensieri negativi<br />
Arretramento, passiv<strong>it</strong>à<br />
Pensieri<br />
negativi/pos<strong>it</strong>ivi<br />
Circolo virtuoso<br />
Pensieri pos<strong>it</strong>ivi<br />
Attiv<strong>it</strong>à<br />
Esperienza<br />
pos<strong>it</strong>iva
5.2. Modifica nell’atteggiamento<br />
L’aspetto peggiore degli attacchi di panico è aspettarsi<br />
che accada qualcosa di spaventoso. L’attesa della catastrofe<br />
può essere scatenata da un piccolo squilibrio nel sistema neurovegetativo<br />
(con uno o più dei sintomi summenzionati). Oltre<br />
al pensiero, è anche l’atteggiamento nei confronti di un attacco<br />
di panico che bisogna cambiare radicalmente. Un attacco di<br />
panico non è foriero di una catastrofe, ma è un processo fisiologico<br />
che devo lasciar passare sopra di me come un’onda. Al riguardo<br />
è importante che durante l’attacco io non mi concentri<br />
troppo sulla fase di accrescimento della paura, ma che mi prepari<br />
dentro di me al fatto che la paura tornerà a decrescere. Se<br />
io prevedo che nel giro di alcuni secondi o minuti la paura diventerà<br />
più forte, non devo automaticamente pensare che aumenteranno<br />
in proporzione anche l’ag<strong>it</strong>azione e gli altri sintomi.<br />
Questa proiezione alimenta i miei pensieri catastrofici. E’<br />
importante sapere che la paura passa sempre in maniera naturale,<br />
e sempre prima che io muoia o diventi pazzo! Quindi io<br />
devo rivolgere l’attenzione alla fase decrescente della curva<br />
della paura (figura 15).<br />
Concentrazione sulla fase<br />
di aumento dell’ansia<br />
Grado di ansia<br />
10<br />
Concentrazione sulla fase<br />
decrescente dell’ansia<br />
0<br />
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18<br />
Figura 15: Concentrazione dell’attenzione durante un attacco di panico<br />
Durata (Minuti)<br />
35
Le persone ansiose hanno spesso un atteggiamento perfezionistico<br />
e pessimistico. Riescono a pensare e a percepire<br />
solo in bianco e nero. Se fanno qualcosa che non è perfetto<br />
stanno male. Questo provoca quello stess continuo del quale<br />
abbiamo parlato, in quanto il perfezionista non riesce mai a<br />
rilassarsi. Per lui c’è sempre qualcosa da sbrigare o che si potrebbe<br />
fare meglio. E’ invece importante riuscire a percepire il<br />
mondo anche nelle sfumature del grigio (e naturalmente anche<br />
nei suoi colori). Devo convincermi che, anche se non sono perfetto,<br />
posso tuttavia essere una persona valida (figura 16).<br />
Un altro problema è l’insistenza sugli aspetti negativi<br />
delle cose. Quando io interrogo i miei pazienti sullo svolgimento<br />
del loro training, la maggior parte comincia a parlare di quello<br />
che non è andato bene. Ci vogliono domande insistenti da<br />
parte mia perché riescano a manifestare i notevoli progressi<br />
che in realtà hanno già fatto. E’ la sol<strong>it</strong>a storia del bicchiere<br />
mezzo pieno e mezzo vuoto. Ci sono persone che vedono sempre<br />
quello che non va, quello che non possono (più) fare, tutto<br />
quello che di brutto c’è al mondo. Questo è sicuramente un<br />
aspetto delle cose che noi tutti dovremmo percepire in modo<br />
cr<strong>it</strong>ico e autocr<strong>it</strong>ico. Però c’è anche il bicchiere mezzo pieno,<br />
tutto quello che è buono, bello ed evoluto. Il mondo, e gli uomini,<br />
non sono né buoni né cattivi. La ver<strong>it</strong>à si trova in un punto<br />
intermedio, ed è bene essere in grado di individuarlo sempre.<br />
36<br />
O / oppure<br />
Tanto quanto<br />
Figura 16:<br />
Pensiero in bianco e nero
Il bicchiere è<br />
mezzo pieno<br />
5.3. Training di confronto<br />
Il bicchiere è<br />
mezzo vuoto<br />
Figura 17: Visione del mondo<br />
pessimistica e ottimistica<br />
Dalle circostanze sopra riportate risulta che un fattore<br />
importante nello sviluppo dei disturbi da panico e agorafobia è<br />
il comportamento di ev<strong>it</strong>amento. Per questo motivo è importante<br />
riconquistare il terreno perduto. Il principio è il seguente:<br />
fare esattamente quello che fa paura. Si tratta di capovolgere la<br />
s<strong>it</strong>uazione, adottando il metodo della fuga in avanti. Quindi, se<br />
avete paura di andare in autobus per raggiungere un luogo che<br />
dista 20 minuti di viaggio, cercate di fare proprio questo. I modi<br />
di procedere sono due. Il primo è il “metodo del martello” o<br />
dell’inondazione. Già al primo tentativo fate tutto il tratto in<br />
autobus nelle ore di punta. Se avvert<strong>it</strong>e i primi sintomi di paura<br />
mettete in atto le vostre strategie di controllo e aspettate che<br />
l’attacco sia passato, ma rimanete a sedere sull’autobus. Con<br />
questo metodo il rischio di fallimento è alto, e per questo motivo<br />
dovrebbe essere fatto solo in presenza di un terapeuta. Il<br />
secondo metodo consiste in un approccio graduale: ad esempio,<br />
la prima volta fate solo una fermata in un’ora non di punta,<br />
magari anche insieme a una persona fidata. Poi allungate a<br />
poco a poco il percorso e quindi provate a farlo anche durante<br />
l’ora di punta. Potreste anche suddividere questo comp<strong>it</strong>o in<br />
quattro o cinque fasi. Ripetete ciascuna fase alcune volte, finché<br />
la paura non sarà passata.<br />
37
Figura 18: Fuga in avanti<br />
5.4. Deviazione<br />
L’aumento della paura fino all’attacco di panico deriva<br />
anche da una eccessiva introspezione. Per questo motivo a un<br />
certo punto della fase di accrescimento della paura è utile rivolgere<br />
l’attenzione verso l’esterno. Potete ad esempio osservare<br />
le persone intorno a voi. Provate a confrontare i loro vest<strong>it</strong>i, i<br />
nasi, le pettinature ecc. Oppure prestate attenzione a dei suoni<br />
specifici, cercate di seguire un dialogo che si svolge vicino a voi,<br />
oppure ascoltate della musica. Cercate di distinguere i diversi<br />
rumori che vi circondano. Un’altra possibil<strong>it</strong>à consiste nel tastare<br />
qualcosa: un talismano che portate con voi o un qualsiasi<br />
altro oggetto a portata di mano. Ci sono anche semplici trucchi<br />
che richiedono un po’ di abil<strong>it</strong>à. Potete distrarvi anche col pensiero,<br />
concentrandovi su un calcolo difficile da risolvere, o<br />
sull’enunciazione di una serie di numeri. Cercate di utilizzare<br />
tutti i vostri sensi per percepire in modo differenziato quello<br />
che vi sta intorno.<br />
38<br />
Paura
Figura 19: focalizzazione dell‘attenzione<br />
• Attiv<strong>it</strong>à motoria<br />
• Tastare qualcosa<br />
• Osservare bene qualcosa<br />
• Ascoltare con attenzione<br />
• (musica, dialoghi, rumori)<br />
• odorare<br />
• leggere<br />
• scrivere<br />
• contare<br />
• fare cruciverba<br />
• rec<strong>it</strong>are poesie<br />
• pianificare qualcosa<br />
• immaginarsi qualcosa (immaginazione)<br />
• autosuggestione<br />
• esercizi di rilassamento<br />
• respirazione con la pancia<br />
• r<strong>it</strong>uali<br />
• ...<br />
Tabella 6: Comportamento atto a deviare la paura (durante la fase di attacco)<br />
39
W<strong>it</strong>tchen (vedere la bibliografia) ha elencato nel suo manuale<br />
di consigli per persone che soffrono di attacchi di panico<br />
e agorafobia dieci regole d’oro sul comportamento da tenere<br />
durante un attacco (in fase di esercizio) (tabella 7). Potreste<br />
scrivervi queste regole su un cartoncino e tenervelo in tasca.<br />
10 regole per superare un attacco di paura e di panico<br />
1. Pensate sempre che le vostre sensazioni di paura e i sintomi fisici<br />
che ne derivano non sono altro che un’esagerazione di una normale<br />
reazione del corpo in presenza di una s<strong>it</strong>uazione di stress.<br />
2. Tali sensazioni e reazioni fisiche sono spiacevoli, è vero, ma non<br />
sono né pericolose né in alcun modo dannose. Non vi accadrà nulla<br />
di male.<br />
3. In s<strong>it</strong>uazioni ansiogene non accrescete voi stessi le sensazioni<br />
negative con pensieri quali “Che cosa accadrà” e “A che cosa mi<br />
porterà tutto questo”.<br />
4. Concentrativi solo su quello che accade realmente intorno a voi<br />
e nel vostro corpo, non su quello che, secondo la vostra immaginazione,<br />
potrebbe ancora succedere.<br />
5. Aspettate e date alla paura il tempo di passare. Non combattete<br />
contro la paura. Non sfugg<strong>it</strong>ela. Accettate la paura.<br />
6. Osservate come la paura diminuisce da sola quando voi<br />
smettete di alimentarla con i vostri pensieri (paura della paura).<br />
7. Pensate che con l’esercizio si riesce a venire a patti con la paura,<br />
non a eliminarla. Solo in questo modo riuscirete a fare dei progressi.<br />
8. Tenete sempre presente quali progressi avete già fatto -<br />
nonostante tutte le difficoltà. Pensate a come sarete contenti<br />
quando anche questa volta sarete riusc<strong>it</strong>i a vincervi.<br />
9. Quando vi sent<strong>it</strong>e meglio guardatevi intorno e programmate il<br />
passo successivo.<br />
10. Quando vi sent<strong>it</strong>e in grado di procedere, cercate di passare<br />
all’esercizio successivo con calma e tranquill<strong>it</strong>à.<br />
Tabella 7: 10 regole d’oro da osservare durante un attacco di paura.<br />
Da W<strong>it</strong>tchen: Panik-Ratgeber, Karger 1997<br />
40
5.5 Rilassamento<br />
Gli esercizi di rilassamento sono particolarmente adatti<br />
per chi è sempre sotto tensione. Se siano utili o meno lo devono<br />
decidere i pazienti stessi; non ci deve essere nessuna forzatura.<br />
5.5.1. Jacobson<br />
Il rilassamento muscolare progressivo secondo Jacobson<br />
è il metodo più diffuso, insieme al training autogeno, per la terapia<br />
dei disturbi da paura. E’ un metodo di rilassamento facile<br />
da imparare, che consiste nel contrarre e nel rilassare alternativamente<br />
diverse parti muscolari del corpo. In questo modo<br />
l’attenzione si concentra sulla diversa percezione fra la contrazione<br />
e il rilassamento. L’esercizio va ripetuto quotidianamente<br />
2-3 volte per 5-10 minuti. La durata della contrazione è di soli<br />
5-10 secondi, quella del successivo periodo di rilassamento di<br />
20-30 secondi. L’esercizio viene ripetuto una o due volte per la<br />
stessa parte muscolare. Con il costante esercizio la condizione<br />
di rilassamento si raggiunge sempre più rapidamente. Una persona<br />
pratica, dopo una breve contrazione dei pugni sotto il tavolo<br />
è già predisposta per la condizione di rilassamento.<br />
Rilassamento muscolare progressivo, forma breve<br />
(Da Diethmar Ohm: Progressive Relaxation, Trias 1992, Pagine 38/39)<br />
1. Avambraccio<br />
Contrazione: Stringete un pugno (da 5 a 8 secondi) e concentratevi<br />
sulla sensazione di contrazione nei muscoli dell’<br />
avambraccio e della mano.<br />
Rilassamento: allentate completamente i muscoli (circa 30 secondi)<br />
e volgete la vostra attenzione alle sensazioni che percep<strong>it</strong>e<br />
nell’avambraccio e nella mano rilassati (può esserci prur<strong>it</strong>o,<br />
sensazione di calore, sensazione di pesantezza, allentamento<br />
piacevole, ecc.).<br />
- Ripetete l’esercizio con entrambi i pugni.<br />
41
2. Parte superiore del braccio (bicip<strong>it</strong>e)<br />
Contrazione: tendete i muscoli del bicip<strong>it</strong>e, piegando le braccia.<br />
Durante questo esercizio i muscoli dell’avambraccio dovrebbero<br />
rimanere quanto più rilassati possibile.<br />
Rilassamento: allentate completamente i muscoli e rilasciate le<br />
braccia. Sent<strong>it</strong>e la divers<strong>it</strong>à delle sensazioni rispetto alla contrazione<br />
e allo scioglimento nei muscoli della parte superiore del<br />
braccio.<br />
3. Parte superiore del braccio (tricip<strong>it</strong>e)<br />
Contrazione: tendete ora i muscoli del tricip<strong>it</strong>e, distendendo le<br />
braccia. Se fate l’esercizio stando sdraiati, lasciate appoggiato<br />
l’avambraccio sul supporto. Girate le mani con il palmo rivolto<br />
verso l’alto, e spingete le braccia in basso contro il supporto.<br />
Rilassamento: rilasciatevi completamente e mettete le braccia<br />
in una posizione comoda. Concedetevi il tempo per rilassare ulteriormente<br />
i muscoli e concentratevi sulle sensazioni che si<br />
vengono a creare.<br />
4. Spalle<br />
Contrazione: sollevate le spalle e tendete i muscoli delle spalle.<br />
Rilassamento: sciogliete la tensione e lasciate cadere le spalle.<br />
Cercate di percepire le sensazioni di rilassamento delle spalle.<br />
5. Collo<br />
Contrazione: spingete la testa all’indietro e tendete i muscoli<br />
del collo.<br />
Rilassamento: allentate tutti i muscoli.<br />
6. Viso<br />
Contrazione: stringete i denti, serrate gli occhi e tendete i muscoli<br />
del viso, facendo una smorfia.<br />
Rilassamento: allentate completamente i muscoli del viso…<br />
7. Muscoli della schiena<br />
Contrazione: tendete i muscoli della schiena, spingendo<br />
all’indietro le scapole.<br />
Rilassamento: allentate completamente i muscoli della schiena…<br />
42
8. Muscoli del ventre<br />
Contrazione: tendete i muscoli del ventre, rendendo “dura” la<br />
pancia. Potete tirare la pancia all’indentro o spingerla in fuori.<br />
Rilassamento: allentate completamente i muscoli del ventre …<br />
9. Muscoli femorali e glutei<br />
Contrazione: serrate i glutei e i muscoli femorali.<br />
Rilassamento: allentate la tensione nei glutei e nei muscoli femorali…<br />
10. Parte inferiore della gamba (muscoli del polpaccio)<br />
Contrazione: spingete i piedi e le d<strong>it</strong>a dei piedi verso il basso<br />
(allontanandoli dal viso), in modo da sentire la tensione dei<br />
polpacci.<br />
Rilassamento: allentate completamente i muscoli e fate riposare<br />
le gambe…<br />
11. Parte inferiore della gamba (muscoli della tibia)<br />
Contrazione: tirate i piedi e le d<strong>it</strong>a dei piedi verso il viso, in<br />
modo da sentire la tensione nei muscoli della tibia.<br />
5.5.2. Training autogeno<br />
Anche il training autogeno è un metodo di rilassamento<br />
adatto a combattere la paura e i sintomi da stress. Esso consiste,<br />
nella prima fase, in sei esercizi: l’esercizio della pesantezza,<br />
del calore, del cuore, del respiro, del plesso solare e della fronte.<br />
Nella seconda fase si lavora con la creazione di immagini e autosuggestioni,<br />
ed è necessaria una maggiore esperienza. Rispetto<br />
al rilassamento muscolare progressivo di Jacobson (RMP), il<br />
training autogeno è più difficile da imparare e richiede un maggiore<br />
addestramento, ma in compenso è molto più facile trovare<br />
corsi specifici per apprenderlo. In qualsiasi metodo di rilassamento<br />
non potrà mai mancare la fase dedicata agli esercizi.<br />
43
5.5.3. Yoga, Thai Chi, Aikido, Chi Gong …<br />
Esistono diversi metodi di origine orientale altrettanto<br />
validi che aiutano, come i precedenti, ad armonizzare corpo e<br />
spir<strong>it</strong>o, e quindi a combattere stress, disturbi vegetativi e paura.<br />
Anche per questi metodi, che possono essere effettivamente<br />
piuttosto complessi, è disponibile una grande varietà di corsi.<br />
5.6. Metodi generali di intervento<br />
5.6.1. Gestione dello stress<br />
Dato che lo stress favorisce l’insorgere di attacchi di paura,<br />
è importante riconoscere e cercare di intervenire sui fattori<br />
dai quali lo stress ha origine. Tali fattori non sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i solamente<br />
dalle local<strong>it</strong>à che scatenano il panico, ma anche dalle<br />
relazioni interpersonali, dalla s<strong>it</strong>uazione lavorativa, e dalla gestione<br />
degli impegni e del tempo libero. Può essere utile annotare<br />
nel diario quali s<strong>it</strong>uazioni e persone in particolare vi opprimono<br />
quotidianamente. Quindi redigete un elenco di prior<strong>it</strong>à<br />
di tutte le persone e cose con le quali avete a che fare, e decidete<br />
chi e che cosa vorreste gettare dalla torre per primo. Spesso<br />
lo stress è dovuto al fatto che noi non siamo concentrati<br />
esattamente su quello che stiamo facendo al momento, ma<br />
che stiamo già pensando all’appuntamento o al comp<strong>it</strong>o successivo.<br />
Questo a sua volta avviene quando vogliamo inserire<br />
troppe cose nella nostra giornata. Provate quindi a pensare, alla<br />
sera precedente o al più tardi alla mattina di un nuovo giorno,<br />
come potreste riuscire a svolgere i vostri impegni con il tempo<br />
che avete a disposizione. Ci deve essere una proporzione ragionevole<br />
fra i momenti di tensione e i momenti di riposo. Programmate<br />
pause e momenti vuoti, come ad esempio una pausa<br />
più lunga a mezzogiorno e una pausa più breve (15-30 minuti) a<br />
metà mattina e a metà pomeriggio. Potrebbe anche essere opportuno<br />
intervallare ogni ora con una breve pausa di pochi minuti.<br />
Inoltre esiste la possibil<strong>it</strong>à di sviluppare dei r<strong>it</strong>uali semplici,<br />
grazie ai quali vi sarà possibile inserire brevi momenti di relax<br />
durante i quali interrompete per pochi secondi quello che state<br />
facendo, e vi concentrate consapevolmente su voi stessi, perce-<br />
44
p<strong>it</strong>e il vostro fisico, vi concentrate sul vostro respiro, sent<strong>it</strong>e il<br />
corpo contrarsi brevemente e poi rilassate i muscoli, ecc. A questo<br />
propos<strong>it</strong>o potreste applicare in alcuni posti strategici dei<br />
foglietti colorati come promemoria del breve momento di rilassamento<br />
sopra descr<strong>it</strong>to (ad esempio sul telefono, sulla porta<br />
dell’armadio, sul portafoglio, ecc.).<br />
5.6.2. Stabilire dei lim<strong>it</strong>i (saper dire di no)<br />
Le persone ansiose difficilmente sanno dire di no. Sono<br />
persone dai sentimenti delicati, molto attente ai bisogni dei<br />
loro familiari o amici, e quindi sempre disponibili per gli altri. Gli<br />
altri lo notano, e sfruttano questa tendenza (consapevolmente<br />
o inconsapevolmente) utilizzando queste persone per i loro<br />
scopi. Tale atteggiamento risulta evidente anche solo quando ci<br />
si parla. Gli ansiosi sono spesso buoni ascoltatori, e gli altri ne<br />
approf<strong>it</strong>tano per riempire dei loro discorsi tutto il tempo della<br />
conversazione. Tuttavia gli altri non si lim<strong>it</strong>ano a sfruttare le<br />
capac<strong>it</strong>à di ascolto delle persone ansiose, ma usano anche la<br />
loro operativ<strong>it</strong>à e il loro tempo. Può trattarsi semplicemente di<br />
piccoli aiuti oppure anche di lavori più impegnativi. L’esempio<br />
tipico della persona che si lascia sfruttare è la buona mamma.<br />
Lei percepisce sub<strong>it</strong>o di che cosa ha bisogno il suo bambino e si<br />
mette totalmente al suo servizio. L’istinto materno è ideale<br />
quando i bambini sono piccoli, ma se viene attivato costantemente<br />
dagli adulti (dai figli cresciuti, dal mar<strong>it</strong>o, dal datore di<br />
lavoro o dai colleghi ecc.) allora qualcosa non va.<br />
Le persone che hanno un forte istinto materno (fra queste<br />
ci sono anche degli uomini) vengono facilmente sfruttate<br />
dagli altri per i loro scopi. Riconoscersi in questo modello è il<br />
primo passo per attuare un cambiamento, al quale segue la capac<strong>it</strong>à<br />
di dire di no. La capac<strong>it</strong>à di dire di no vuole dire in primo<br />
luogo sentire e prendere in considerazione le proprie esigenze e<br />
in secondo luogo sviluppare una certa dose di sano egoismo.<br />
“Ama il prossimo tuo come te stesso” significa prima di tutto<br />
imparare ad amare se stessi. Solo dopo potrete amare veramente<br />
il vostro prossimo. E dell’amore di sé fa parte anche la<br />
capac<strong>it</strong>à di dire di no. A volte ci vuole anche una certa dose di<br />
sana aggressiv<strong>it</strong>à per poter dire di no. Questa aggressiv<strong>it</strong>à pote-<br />
45
te riuscire ad averla solo se smettete di subordinare sempre i<br />
vostri bisogni a quelli di coloro che vi sono vicini. Molte persone<br />
potrebbero così essere portate a sfruttare le vostre buone intenzioni,<br />
magari in modo totalmente inconsapevole. Una volta<br />
che vi accorgerete di questa aggressiv<strong>it</strong>à che c’è in voi, potreste<br />
sentire in voi dei sensi di colpa. E questo è il punto di partenza!<br />
Voi non dovete assoggettarvi contr<strong>it</strong>i e servili a questi sensi di<br />
colpa, ma dovete coraggiosamente assumerne il completo controllo.<br />
A questo punto non rimane che l’ultimo passo: “sbattete”<br />
coraggiosamente la porta e d<strong>it</strong>e chiaro e forte NO!<br />
5.6.3. Attiv<strong>it</strong>à fisica<br />
Anche un’attiv<strong>it</strong>à fisica regolare può contribuire<br />
all’equilibrio dello spir<strong>it</strong>o. Al riguardo esistono numerose possibil<strong>it</strong>à,<br />
ciascuna delle quali possiede una propria valid<strong>it</strong>à. Sono<br />
sicuramente pos<strong>it</strong>ivi i movimenti che favoriscono la circolazione<br />
senza sollec<strong>it</strong>are eccessivamente le articolazioni (passeggiare,<br />
fare jogging su un terreno morbido, andare in bicicletta, nuotare,<br />
remare…). Sono adatti anche gli esercizi di stiramento e<br />
una ginnastica semplice. Alla stabilizzazione del sistema neurovegetativo<br />
possono contribuire la sauna, le docce calde-fredde<br />
alternate, i bagni turchi, i bagni di Kneipp. L’importante è eserc<strong>it</strong>are<br />
tutte queste attiv<strong>it</strong>à con moderazione.<br />
5.6.4. Cura di sé<br />
Anche per la cura di sé vale quanto detto sopra: “Ama il<br />
prossimo tuo come te stesso”. A volte trovo orribile la sever<strong>it</strong>à<br />
che i pazienti ansiosi usano nei confronti di se stessi. Hanno<br />
bisogno della paura per fare finalmente qualcosa per sé. Hanno<br />
bisogno della paura come alibi, per occuparsi di se stessi e anche<br />
per far sì che gli altri facciano qualcosa per loro. “No, adesso<br />
non vengo a questo spettacolo, adesso rimango a casa e mi<br />
godo un po’ di riposo”. “No, adesso non posso prendermi questo<br />
impegno, ho anche bisogno di tempo per svagarmi”. Il NO<br />
deve procurare lo spazio temporale per fare qualcosa per il proprio<br />
benessere: trascorrere una serata con un’amica o un amico,<br />
concedersi un buon pasto, comperarsi qualcosa di bello, lasciarsi<br />
viziare, passare una sera a settimana con il partner senza<br />
bambini, o trascorrere un fine-settimana senza nessun impegno<br />
46
(neppure i lavori di casa). La “festa della mamma” cap<strong>it</strong>a solo<br />
una volta all’anno; vuol dire che questa “festa della mamma”<br />
avrà per voi una scadenza almeno settimanale. Molti coniugi, o<br />
colleghi di lavoro sono molto restii a dare. Tenere il broncio e<br />
rimproverarli non serve a nulla, non cambieranno! Anche loro<br />
hanno bisogno di coraggio per prendersi quello di cui hanno<br />
bisogno, altrimenti saranno loro a subire, o addir<strong>it</strong>tura potrebbero<br />
giungere ad assumere il ruolo di pazienti. Considerare<br />
qualcuno ”malato” è spesso un inutile atto di violenza da parte<br />
di coloro che ci circondano, i quali non riescono ad accettare il<br />
fatto che si possa essere tanto ”affettuosi” da preoccuparsi di<br />
sé stesso. Una certa dose di egoismo è necessaria per mantenersi<br />
in salute. Dovete occuparvi un po’ di più di voi stessi!<br />
5.7. Ricadute<br />
Gli attacchi d’ansia possono ripresentarsi in qualsiasi<br />
momento. Quello che si riesce a ottenere con gli interventi sopra<br />
descr<strong>it</strong>ti è soprattutto la riduzione della frequenza e della<br />
forza degli attacchi, che possono così arrivare a manifestarsi<br />
semplicemente, ad esempio, come una breve ombra di paura o<br />
un sintomo leggero e di breve durata. Chi ha sofferto di disturbi<br />
La fatica di Sisifo Arrampicata sicura<br />
Figura 20: Un nuovo episodio non è una catastrofe.<br />
47
di panico corre il rischio di interpretare come temibile ricaduta<br />
qualsiasi nuovo ripresentarsi di un sintomo o della paura. E’<br />
come se ricominciasse tutto da capo, e come se tutti gli sforzi<br />
fatti per combattere l’ansia fossero stati inutili. Questa interpretazione<br />
è errata e molto pericolosa. Un nuovo episodio non<br />
è una ricaduta. Non è come nel caso di Sisifo, che doveva<br />
r<strong>it</strong>rasportare tutte le volte la sua pietra dai piedi della montagna<br />
fino alla cima. Quando si è imparato a conoscere un po’<br />
meglio le circostanze summenzionate, si capisce che un nuovo<br />
episodio non è che uno scivolone di uno scalatore bene assicurato.<br />
E’ saldamente trattenuto da corde e ganci, e non precip<strong>it</strong>erà<br />
mai giù!<br />
5.8. Consigli per i parenti<br />
(Da Sigrun Schmidt-Traub: Controllare l’ansia, autoaiuto in<br />
caso di panico e agorafobia. Springer 1997)<br />
Pazienza<br />
Dimostrate interesse e comprensione per i disturbi da<br />
paura, per quanto possibile, in quanto gli stati di panico<br />
sono veramente difficili da sopportare. In particolare dovete<br />
dimostrare molta pazienza: ci vogliono da uno a due<br />
anni prima che il vostro congiunto abbia riacquistato fiducia<br />
nel proprio corpo e nella propria psiche. Per contro,<br />
nel caso dell’ev<strong>it</strong>amento, i risultati arriveranno molto più<br />
rapidamente.<br />
Consigli costruttivi<br />
Possibilmente non eliminate nulla dalla routine quotidiana<br />
del vostro congiunto che soffre di disturbi di paura,<br />
panico e agorafobia; non dategli troppi obiettivi; non<br />
spingete troppo, solo un po’, e con amore, in quanto anche<br />
le aspettative degli altri possono innescare in lui la<br />
paura. Dategli dei consigli per quanto possibile costruttivi.<br />
48
Favorire l’autonomia<br />
Lasciate tuttavia che ricerchi per quanto possibile autonomamente<br />
le sue s<strong>it</strong>uazioni ansiogene. Deve imparare a<br />
muoversi a piccoli passi. Se ha bisogno del vostro aiuto<br />
per progredire più rapidamente ve ne parlerà (vedere più<br />
avanti).<br />
Lasciatelo sempre più spesso da solo a casa o alle sue<br />
occupazioni, se questo non è eccessivo per lui. Tuttavia<br />
accompagnatelo tranquillamente dove siete sempre andati<br />
insieme prima della comparsa dei disturbi di paura,<br />
ad esempio a una festa, al ristorante, a un concerto o in<br />
viaggio.<br />
Spesso è utile che i conoscenti più stretti e il medico curante<br />
vengano messi a conoscenza degli episodi di panico,<br />
in modo che il vostro congiunto che ne soffre possa<br />
assumere un atteggiamento più naturale, si senta più libero<br />
e possa concentrarsi meglio sulle sue percezioni e<br />
rivolgere altrove l’attenzione.<br />
Deviazione della paura<br />
Non appena notate l’insorgere della paura nel vostro<br />
congiunto, aiutatelo a distogliere l’attenzione e parlate<br />
con lui di altre cose. Se necessario parlate direttamente<br />
dell’episodio di panico solo più tardi.<br />
Come affrontare l’attacco di paura<br />
Se quando è con gli altri, o al cinema, non riesce a sopportare<br />
la paura potete andare con lui all’aria aperta, finché<br />
la paura comincia a diminuire. Tornate poi insieme,<br />
dopo che il panico è passato, per un periodo che stabilirete<br />
insieme (20 minuti, oppure fino alla fine del film). E’<br />
meglio prendere degli accordi prima. Sarebbe bene affrontare<br />
l’attacco di paura senza fuggire.<br />
Feedback pos<strong>it</strong>ivo<br />
Rallegratevi per i progressi fatti, date un feedback pos<strong>it</strong>ivo<br />
e incoraggiatelo nel caso di insuccessi. Consultate<br />
49
dei libri o degli articoli che spieghino come gli attacchi di<br />
panico lascino spossato chi ne è affetto. Per lui si tratta di<br />
atti di forza.<br />
Demoralizzazione<br />
Per contro sarebbe opportuno non fare caso a espressioni<br />
di scoraggiamento del vostro partner ansioso. Non un<strong>it</strong>evi<br />
mai alle sue lamentazioni, altrimenti rinforzerete la<br />
paura e lo demoralizzerete.<br />
Progressi di diversa ent<strong>it</strong>à<br />
Gli esercizi miranti ad affrontare la paura, per i quali il<br />
vostro congiunto determina autonomamente distanza e<br />
durata, dipenderanno dalla sua condizione del momento.<br />
Non dovete intraprendere nulla contro la sua volontà per<br />
quanto riguarda il controllo della paura da parte sua, in<br />
quanto solo lui è in grado di valutare quello che per lui è<br />
particolarmente spiacevole e difficile. Dato che lui ha dei<br />
giorni cosiddetti buoni e cattivi, questo può variare molto.<br />
Non aspettatevi quindi che i progressi siano sempre<br />
regolari.<br />
Se tuttavia osservate che non ci sono più progressi, ma<br />
che si accontenta di un raggio di movimento appena un<br />
po’ allargato, o che presenta molte giustificazioni e spiegazioni<br />
sul perché non riesce a fare di più, allora sarebbe<br />
opportuno parlargli, in modo amichevole ma fermo. E’<br />
normale che prima di passare a una fase successiva si<br />
senta un po’ frenato.<br />
Azioni spontanee<br />
Nelle prime settimane dedicate al controllo della paura è<br />
utile proporre delle azioni spontanee che risparmino alla<br />
persona ansiosa la paura della paura. Quando un ansioso<br />
si è prefissato, ad esempio, di andare a teatro fra una settimana,<br />
oppure da amici in una c<strong>it</strong>tà vicina fra dieci giorni,<br />
l’attesa del momento culminante diventa un grosso<br />
motivo di paura, e spesso è causa di insuccesso. A questo<br />
punto voi come familiare potete essergli di aiuto, proponendo<br />
sempre imprese minori.<br />
50
Il paziente sofferente di panico alla guida di un’auto<br />
Se avete intenzione di usare l’auto, lasciate che guidi il<br />
vostro congiunto ansioso, per lo meno in c<strong>it</strong>tà. Con il<br />
tempo forse acquisterà la fiducia necessaria anche per<br />
andare in autostrada. Può essere tranquillizzante accennare<br />
al fatto che ci si può sempre accostare al lato della<br />
strada con i lampeggiatori accesi, perché può cap<strong>it</strong>are a<br />
tutti di non sentirsi a proprio agio o di stare poco bene<br />
mentre si guida l’auto.<br />
Di sol<strong>it</strong>o le donne non vogliono più guidare da sole l’auto<br />
dopo l’insorgere di questi attacchi di panico, nonostante<br />
dal punto di vista tecnico siano delle guidatrici particolarmente<br />
brave e sicure. Invece esse sono convinte del<br />
contrario. Come familiari potete incoraggiarle allettarle:<br />
d<strong>it</strong>e che quando si è al volante bisogna concentrarsi<br />
molto sul traffico, cosa inconciliabile con l’insorgere<br />
dell’ansia. Alla fin fine per un paziente ansioso è più semplice<br />
svolgere il ruolo dell’autista che non quello del passeggero.<br />
Se il vostro partner si ag<strong>it</strong>a - di sol<strong>it</strong>o questo si verifica<br />
solo durante la prima mezz’ora del viaggio - potete cercare<br />
di aiutarlo facendo conversazione, distogliendo la sua<br />
attenzione, mettendo della musica, accendendo la ventilazione,<br />
ecc.<br />
Atteggiamento di aiuto<br />
Aiutate il vostro partner o il vostro familiare ansioso, se<br />
lui ve lo chiede seriamente, standogli vicino quando deve<br />
affrontare una s<strong>it</strong>uazione ansiogena, perché lui da solo<br />
non ce la fa. Tuttavia fate in modo da lasciare che a poco<br />
a poco se la sbrighi sempre più da solo, affinché non si<br />
ab<strong>it</strong>ui al vostro sostegno, altrimenti la sua paura verrà<br />
rafforzata. Per attenerci all’esempio sopra riportato del<br />
viaggio in auto, provate a riab<strong>it</strong>uare il vostro congiunto a<br />
guidare da solo. Stabil<strong>it</strong>e insieme come volete procedere<br />
di volta in volta, ad esempio:<br />
51
Frequenza degli esercizi<br />
Concordate la lunghezza del percorso, ad esempio 1-2<br />
km, se possibile con un obiettivo valido, e quindi mettetevi<br />
al posto del passeggero. Come secondo esercizio andate<br />
fino alla meta successiva a circa 2-5 km, seguendo il<br />
tratto conosciuto. Quindi includete nel percorso un pezzo<br />
di autostrada e fatelo guidare per un pezzo all’andata e<br />
un altro al r<strong>it</strong>orno. Allargate il cerchio, in modo da raggiungere<br />
diversi posti vicini senza l’insorgere del panico.<br />
Quindi provate a guidare in una seconda macchina davanti<br />
o dietro il vostro congiunto. Dopo di che, continuate<br />
a seguirlo guidando l’altra macchina, ma senza farvi<br />
vedere, e infine rimanete a casa pronto ad accorrere alla<br />
chiamata, finché la persona ansiosa riesce a fare i suoi<br />
percorsi da sola; quanto più frequenti sono gli esercizi -<br />
idealmente quotidiani - tanto più rapidamente il vostro<br />
congiunto tornerà a essere un automobilista indipendente.<br />
Molti imparano rapidamente, altri inizialmente hanno<br />
poca fiducia. A seconda della reazione del vostro congiunto<br />
queste fasi devono essere incrementate o ridotte, o<br />
avere una maggiore o minore frequenza.<br />
Per tutti gli esercizi è determinante che la persona ansiosa<br />
faccia progressi costanti, ogni giorno a seconda del suo<br />
stato d’animo, della sua disponibil<strong>it</strong>à a modifiche spontanee<br />
del programma, e del vostro r<strong>it</strong>iro come “terapeuta di<br />
sostegno” parallelamente ai progressi ottenuti.<br />
Se decidete di aiutare il vostro congiunto, attenetevi<br />
strettamente agli accordi, in quanto lui si appoggia completamente<br />
su di voi. Tuttavia non sempre è possibile ev<strong>it</strong>are<br />
eventuali r<strong>it</strong>ardi e interruzioni.<br />
Funzione di catalizzatore<br />
Non fate nulla di più di quanto sia necessario, consideratevi<br />
solo un catalizzatore, che in realtà non innesca una<br />
reazione chimica, ma che mette in moto il processo di<br />
riduzione della paura.<br />
52
Attenuazione dei fattori di stress<br />
Provate a pensare quali siano i fattori di stress più forti e<br />
come si possa attenuarli. Abbiate comprensione per il fatto<br />
che il vostro congiunto ansioso deve imparare a sviluppare<br />
la propria v<strong>it</strong>a e ad affermarsi al meglio, anche se la<br />
cosa vi coinvolgerà in prima persona. Egli non perderà il<br />
suo posto nella società, ma si proteggerà meglio dai carichi<br />
eccessivi. Come conseguenza avrete un congiunto più<br />
soddisfatto e più capace di affrontare la v<strong>it</strong>a.<br />
Favorire un comportamento sano<br />
Infine potete fornire un aiuto indispensabile assumendo<br />
quei comportamenti di v<strong>it</strong>a che favoriscano il mantenimento<br />
della salute. Se vivete insieme, la cosa vi riguarda<br />
direttamente. Cambiate il vostro modo di mangiare, favor<strong>it</strong>e<br />
l’attiv<strong>it</strong>à sportiva e gli esercizi di rilassamento e lasciatevi<br />
coinvolgere in attiv<strong>it</strong>à piacevoli, grad<strong>it</strong>e a entrambi.<br />
Ev<strong>it</strong>ate un consumo eccessivo di alcool o di caffè.<br />
Con il tempo potrete forse persino smettere di fumare,<br />
per migliorare l’ambiente. La terapia per il controllo della<br />
paura del vostro congiunto porterà quindi dei benefici<br />
anche a voi.<br />
5.9. Farmaci<br />
Come abbiamo visto i problemi connessi con la paura si<br />
articolano su più livelli. Per comprenderli e superarli bisogna<br />
quindi tenere conto delle sue diverse diramazioni. L’uomo è un<br />
essere composto da corpo-anima-intelletto e da una parte sociale.<br />
Sulla parte fisica, il corpo, si può influire mediante dei farmaci.<br />
Alcuni terapeuti, e anche alcuni pazienti, credono che le<br />
paure debbano essere trattate essenzialmente con dei farmaci.<br />
Per contro ce ne sono altri che vorrebbero alleviare le loro paure<br />
esclusivamente con metodi psicoterapeutici. La ver<strong>it</strong>à sta nel<br />
mezzo. A volte può essere sufficiente un colloquio chiarificatore<br />
avente lo scopo di modificare alcuni comportamenti, altre volte<br />
53
le paure sono talmente estreme da richiedere necessariamente<br />
il ricorso ai farmaci. Per la maggior parte delle persone colp<strong>it</strong>e è<br />
opportuno adottare entrambe le soluzioni, mentre è raro che si<br />
possano prendere decisioni nette, escludendo l’una o l’altra soluzione.<br />
Figura 21: I farmaci possono essere delle utili stampelle.<br />
Forse è il caso di abbattere il pregiudizio esistente contro<br />
i farmaci (in questo caso gli psicofarmaci). Gli psicofarmaci (se<br />
correttamente utilizzati) sono paragonabili al gesso o alle<br />
stampelle che si adottano in caso di slogatura o di rottura di<br />
una gamba. Se non avessimo le stampelle dovremmo forse rimanere<br />
a letto inattivi per delle settimane. Le stampelle ci permettono<br />
invece, con alcune lim<strong>it</strong>azioni, di partecipare alla v<strong>it</strong>a<br />
quotidiana nonostante il nostro impedimento. Esse inoltre proteggono<br />
la gamba fer<strong>it</strong>a da carichi eccessivi e da ulteriori<br />
traumi, in modo che possa guarire tranquillamente. Poi, a poco<br />
a poco, si può ricominciare ad appoggiare la gamba, e con il<br />
tempo si riesce a eliminare le stampelle. L’uso delle stampelle<br />
non vi impedisce di chiedervi quali vostre caratteristiche (ad es.<br />
cost<strong>it</strong>uzione, condizione fisica) o quale comportamento (ad es.<br />
mancata prudenza, temerarietà) abbiano provocato l’incidente,<br />
e che cosa dovrete modificare dopo aver eliminato le stampelle.<br />
La stessa cosa vale per i farmaci.<br />
54
Per il trattamento farmacologico dei problemi di paura<br />
sono disponibili essenzialmente due classi principali di sostanze.<br />
Uno è il gruppo degli antidepressivi. Queste sostanze sono<br />
state sviluppate inizialmente per il trattamento delle depressioni,<br />
e col tempo si sono dimostrate utili anche per i problemi<br />
di paura. L’altro gruppo è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dai tranquillanti (essenzialmente<br />
benzodiazepina e suoi derivati).<br />
Gli antidepressivi sono farmaci di base che devono essere<br />
assunti regolarmente. Questi farmaci hanno la proprietà di sviluppare<br />
tutta la loro efficacia solo dopo 2-3 settimane. Questo<br />
è importante da sapere, in quanto nei primi giorni si possono<br />
verificare degli effetti collaterali, prima che si possa instaurare<br />
l’effetto pos<strong>it</strong>ivo. Questo fa sì che molti pazienti smettano<br />
troppo presto di assumere i medicinali. Il problema può essere<br />
risolto con una “introduzione graduale” del medicinale. Iniziate<br />
con 1/4 o 1/2 compressa o con poche gocce. Ci vuole un po’ di<br />
pazienza per riscontrare degli effetti benefici. Se questi farmaci<br />
si dimostrano efficaci, è ragionevole prenderli per almeno altri<br />
sei mesi. Anche per la sospensione del trattamento con antidepressivi<br />
è opportuno procedere gradualmente, nel corso di 2-3<br />
settimane.<br />
Contrariamente agli antidepressivi, i tranquillanti sono<br />
medicine da prendere in caso di emergenza, da utilizzare quando<br />
la paura diventa insopportabile. Essi agiscono nel giro di pochi<br />
minuti e il loro effetto dura diverse ore. Il rischio di questi<br />
farmaci è che in taluni casi dopo un po’ di tempo il loro effetto<br />
diminuisce, e bisogna aumentare la dose, per cui può instaurarsi<br />
un tipo di dipendenza (cosa che non avviene con gli antidepressivi)<br />
da cui potrebbe poi essere difficile liberarsi. Per questo<br />
motivo i tranquillanti, se possibile, dovrebbero essere assunti<br />
solo per brevi periodi. Spesso è opportuno accompagnare<br />
l’assunzione degli antidepressivi con dei tranquillanti per 2-3<br />
settimane, finché gli antidepressivi non abbiano sviluppato il<br />
loro effetto.<br />
55
Se i tranquillanti vengono presi sempre e solo quando si<br />
verifica un forte attacco di paura, sussiste un altro rischio.<br />
L’attacco di paura viene mentalmente associato all’assunzione<br />
del farmaco (condizionamento). Le persone colp<strong>it</strong>e sono portate<br />
a pensare che la paura sia passata solo grazie al farmaco, e<br />
che senza il farmaco sarebbe durata ancora a lungo. Questo invece<br />
è un errore! Dopo un certo periodo, breve o lungo, la paura<br />
passa anche da sola, e questa esperienza sarebbe molto importante<br />
per il superamento dell’ansia. E’ quindi opportuno cercare<br />
di sopportare gli attacchi di paura senza tranquillanti.<br />
5.10 Gruppi di auto-aiuto<br />
I gruppi di auto-aiuto sono gruppi di persone affette dallo<br />
stesso problema, che si riuniscono senza il contributo di un esperto.<br />
Nelle grandi c<strong>it</strong>tà ci sono organizzazioni di auto-aiuto<br />
che trattano diversi problemi. Si trovano nelle guide telefoniche<br />
sotto la voce Gruppi di auto-aiuto. Ci sono anche gruppi di<br />
auto-aiuto che si formano spontaneamente, all’interno dei<br />
quali le persone colp<strong>it</strong>e si r<strong>it</strong>rovano casualmente o in segu<strong>it</strong>o a<br />
delle inserzioni. Il vantaggio del gruppo di auto-aiuto è che si<br />
incontrano delle persone che conoscono il vostro problema per<br />
esperienza propria. Ci si sente più cap<strong>it</strong>i, e non ci si sente più<br />
soli. Molti partecipanti trovano tuttavia pesante discutere esclusivamente<br />
di “casi” difficili. Un altro aspetto negativo è che<br />
nei gruppi di auto-aiuto che sussistono da lungo tempo può<br />
formarsi una sorta di gerarchia, vale a dire che uno o due membri,<br />
che partecipano alle riunioni da lungo tempo, si sentono<br />
spiacevolmente invest<strong>it</strong>i del ruolo di esperti. Questi svantaggi<br />
tuttavia non dovrebbero impedirvi di provare. E’ meglio un<br />
buon gruppo di auto-aiuto che un cattivo terapeuta. Anche in<br />
questo caso vale la regola di sempre: se non vi trovate bene<br />
potete interrompere i contatti.<br />
56
Svantaggi<br />
Vantaggi<br />
Possibili effetti collaterali<br />
Effetto auspicato<br />
Gruppo di sostanze<br />
Assuefazione<br />
Interazione con alcool<br />
Condizionamento<br />
pronta efficacia<br />
Assuefazione<br />
Sonnolenza<br />
riduzione dell’ansia<br />
sedativo<br />
riduzione o eliminazione<br />
di sensazioni forti<br />
favorisce il sonno<br />
scioglie i crampi<br />
Tranquillanti<br />
= Tranquilizer<br />
= Benzodiazepina<br />
effetto r<strong>it</strong>ardato (2-3<br />
settimane)<br />
effetti collaterali<br />
interazione con alcool<br />
e taluni farmaci<br />
collaudato da tempo<br />
secchezza della bocca, sudorazione, stipsi,<br />
disturbi di adattamento, problemi di<br />
minzione, intontimento, stanchezza<br />
passeggera, ag<strong>it</strong>azione interna, aumento<br />
dell’appet<strong>it</strong>o, vertigini, tremore, mal di testa,<br />
tachicardia, nausea, disturbi intestinali,<br />
aumento del peso, disturbi nella libido e di<br />
impotenza, disturbi all’orgasmo.<br />
antidepressivo<br />
riduzione dell’ansia<br />
regolazione del sonno<br />
(induce il sonno)<br />
Antidepressivi<br />
= classici<br />
= triciclici<br />
effetto r<strong>it</strong>ardato (2-3<br />
settimane)<br />
effetti collaterali più rari,<br />
poche interazioni (ad esempio<br />
scarse interazioni con l’alcool)<br />
riduzione nel flusso salivare (12%) nausea/<br />
vom<strong>it</strong>o (8%), stipsi (7%), mancanza di<br />
appet<strong>it</strong>o, aumento o riduzione del peso,<br />
riduzione nella durata del sonno (8%)<br />
sedazione (7%), tremore, aumento nella<br />
sudorazione (11%), mal di testa (9%),<br />
vertigini (6%), prestazioni sessuali ridotte,<br />
disturbi all’orgasmo<br />
antidepressivo<br />
riduzione dell’ansia<br />
regolazione del sonno<br />
Tabella 8: Effetti pos<strong>it</strong>ivi ed effetti collaterali dei farmaci<br />
Antidepressivi<br />
= specifici<br />
= metabolismo delle<br />
serotonina e delle<br />
noradrenaline<br />
disturbi motori, poco efficace<br />
contro l’ansia<br />
movimenti muscolari involontari, disturbi<br />
simili al morbo di Parkinson, secchezza della<br />
bocca<br />
antipsicotico,<br />
calmante<br />
riduce il malessere<br />
Neurolettici<br />
57<br />
assuefazione<br />
pronta efficacia<br />
stanchezza, vertigini, disturbi nella<br />
concentrazione<br />
favorisce il sonno<br />
Sonniferi
6. Conclusione<br />
La presente pubblicazione mira ad aiutarvi a convivere<br />
meglio con disturbi quali panico e agorafobia e a non sentirvi<br />
abbandonati a queste paure senza nessun aiuto. Essa non aspira<br />
a liberarvi totalmente da questa spiacevole esperienza. Se riesce<br />
a far sì che voi riusciate a percepire le vostre paure non solo<br />
come disturbi patologici da eliminare, bensì come impulso a<br />
modificare qualcosa nella vostra v<strong>it</strong>a, essa ha raggiunto un<br />
obiettivo importante. “Senza paura non c’è cambiamento”: è<br />
uno degli insegnamenti di queste pagine.<br />
Queste pagine non possono né vogliono sost<strong>it</strong>uire il<br />
vostro terapeuta personale. Forse vi spingeranno anche a parlare<br />
delle vostre paure in modo nuovo con persone che vi sono<br />
vicine (partner, amico, medico, psichiatra, psicoterapeuta…).<br />
Forse faranno sì che vi diate una mossa e che per la prima volta<br />
cerchiate un terapeuta. Non è una vergogna avere bisogno di<br />
aiuto. Non dimenticate mai che voi potete cessare questo rapporto<br />
in qualsiasi momento, se sent<strong>it</strong>e che non vi è di aiuto.<br />
Se avete l’opportun<strong>it</strong>à di partecipare a un training di<br />
gruppo contro le paure vorrei incoraggiarvi a farlo (vedere gli<br />
indirizzi di segu<strong>it</strong>o). Consiglio anche di consultare la bibliografia.<br />
Vi auguro molto coraggio e molto successo.<br />
58
7. Allegato<br />
7.1. Scheda di rilassamento<br />
Scheda di eserc<strong>it</strong>azione<br />
Imparare a rilassarsi richiede molto esercizio, soprattutto all’inizio.<br />
Eserc<strong>it</strong>atevi quotidianamente, almeno due volte al giorno. Programmate<br />
già il giorno prima i vostri momenti di eserc<strong>it</strong>azione (da riportare<br />
a mat<strong>it</strong>a). Annotate alla fine del rilassamento la data, l’ora, la durata e<br />
il grado del rilassamento raggiunto prima e dopo l’esercizio e la durata<br />
dell’effetto.<br />
Grado di rilassamento:<br />
Training di rilassamento<br />
Nome:<br />
Marin Muster<br />
Commenti<br />
Durata effetto<br />
Grado rilassamento<br />
prima dopo<br />
Data Ora Durata<br />
dell’esercizio in<br />
minuti<br />
3.3.98 13.30 20 6 2 2 1 / 2 rilassamento buono molto più tranquillo (per es.)<br />
59
7.2. Scheda di eserc<strong>it</strong>azione<br />
Scheda di eserc<strong>it</strong>azione<br />
Raggiungerete questo obiettivo a poco a poco nelle prossime<br />
settimane.<br />
Suddividetelo in esercizi parziali (obiettivi parziali).<br />
Prendetevi ogni giorno il tempo necessario per eserc<strong>it</strong>arvi e<br />
descrivete di segu<strong>it</strong>o le vostre esperienze.<br />
Riportate il grado di paura<br />
Contro panico e agorafobia<br />
Da raggiungere<br />
entro<br />
il 20 marzo 2000<br />
60<br />
Obiettivo:<br />
Andare con l’autobus durante le ore di punta da casa<br />
(Schlossberg) fino alla stazione<br />
Commenti<br />
Comportamento<br />
Comportamento<br />
(fisico,sensazioni, pensieri)<br />
Grado di<br />
percezione<br />
paura<br />
Tipo di esercizio<br />
Data/<br />
ora<br />
L’esercizio con<br />
accompagnamento è quasi<br />
troppo facile. Da domani voglio<br />
eserc<strong>it</strong>armi da sola<br />
Quando questa sensazione è<br />
arrivata ho detto a Elsa ecco,<br />
adesso ce la facciamo, è durata<br />
solo una fermata, io l’ho presa a<br />
braccetto<br />
Quando l’autobus è part<strong>it</strong>o ho<br />
avuto un po’ paura con brontolii<br />
nello stomaco. Ho pensato che<br />
c’era Elsa con me e che non mi<br />
poteva succedere nulla.<br />
3<br />
Una fermata sull’autobus<br />
accompagnata dalla mia amica,<br />
non durante le ore di punta.<br />
Tratto da Schlossberg a<br />
Wesemlinral con autobus n. 1<br />
10.3.98<br />
10.00–<br />
10.30h<br />
Alla mattina non mi sentivo<br />
benissimo e ho pensato che oggi<br />
non era una giornata buona per<br />
l’esercizio e volevo stare a casa.<br />
Poi mi sono vinta, e sono andata<br />
lo stesso. Adesso sono contenta<br />
di averlo fatto.<br />
Mi attacco al palo, prendo il<br />
cartoncino con le 10 regole di<br />
comportamento e leggo bene<br />
ogni singolo punto.<br />
Poco dopo la chiusura delle porte<br />
brontolio nello stomaco, leggero<br />
capogiro, la paura sale in breve<br />
fino al grado 7. Ho pensato:<br />
adesso ricomincia, spero di non<br />
crollare. Se fossi rimasta a casa!<br />
7<br />
Una fermata con l’autobus da<br />
sola, non durante le ore di punta.<br />
Tratto da Schlossberg a<br />
Wesemlinal con autobus n. 1<br />
11.3.98<br />
10.45–<br />
11.15h<br />
Una stazione è breve. Domani<br />
vado fino a Schwanenplatz.<br />
Ho preso con me il giornale e ho<br />
letto la pagina con le offerte<br />
delle ferie. Ho pensato che<br />
sarebbe bello riuscire ancora a<br />
fare le ferie in Grecia.<br />
A metà percorso ho sent<strong>it</strong>o un<br />
batt<strong>it</strong>o del cuore extra. Ho<br />
pensato che fosse un segno di<br />
stress e che non avesse<br />
importanza. Allora sono rimasta.<br />
4<br />
Una fermata sull’autobus da<br />
sola, non nelle ore di punta.<br />
Tratto da Schlossberg a<br />
Wesemlinal con autobus n. 1<br />
12.3.98<br />
11.00–<br />
11.25h<br />
Oggi sono contenta di me, ma<br />
devo dire che devo ripetere<br />
domani questa parte<br />
dell’esercizio. Se ci riesco ancora<br />
dopodomani faccio 2 fermate<br />
durante l‘ora di punta.<br />
Mi sono alzata e sono andata<br />
verso la parte anteriore<br />
dell’autobus. Poi ho preso dalla<br />
tasca un globulo e me lo sono<br />
messo in bocca.<br />
Al Löwencenter è sal<strong>it</strong>o un<br />
gruppo di ragazzi. Ho pensato,<br />
speriamo che tutto vada bene,<br />
altrimenti faccio una brutta<br />
figura. Poi ho avuto ancora<br />
quelle sensezione sgradevole.<br />
5<br />
Con l’autobus n. 1 da sola da<br />
Schlossberg a Schwanenplatz.<br />
13.3.98<br />
11.10–<br />
11.30h
8. Bibliografia<br />
8.1. Scientifica<br />
Margraf, Jürgen; Schneider, Silvia: Panik. Angstanfälle und ihre<br />
Behandlung.<br />
2a edizione riveduta 1990. VIII 249 pagine<br />
ISBN: 3-540-52211-5, SPRINGER, 43.– sfr.<br />
Morsch<strong>it</strong>zky, Hans<br />
Angsstörungen. Diagnostik, Erklärungsmodelle, Therapie und<br />
Selbsthilfe bei krankhafter Angst<br />
1998, 607 pagine, ISBN: 3-211-83072-3, SPRINGER, 98.– sfr.<br />
8.2. Auto-aiuto<br />
W<strong>it</strong>tchen, Hans-Ulrich, Monika, Bullinger-Naber, M. Dorfmüller<br />
u. a.. Angst: Angsterkrankungen, Behandlungsmöglichke<strong>it</strong>en.<br />
Hexal-Ratgeber<br />
1995.VI, 81 S.m. 26 illustrazioni a colori. 19,5 cm. Cartonato<br />
ISBN: 3-8055-6172-5, KARGER, 9.80 sfr.<br />
Peurifoy, Reneau Z.: Angst, Panik und Phobien.<br />
Ein Selbsthilfe-Programm.<br />
Ristampa 1997. X, 315 pagine, ISBN: 3-456-82291-X,<br />
HUBER, BERN, 39.80 sfr.<br />
Schmidt- Traub, Sigrun: Panikstörung und Agoraphobie.<br />
Kurzze<strong>it</strong>behandlung in kombinierter Gruppentherapie und<br />
Einzeltherapie.<br />
1997. 180 pagine, ISBN: 3-8017-1061-0, HOGREFE, 40.30 sfr.<br />
Brasch, Christine; Richberg, Inga-Maria:<br />
Die Angst aus he<strong>it</strong>erem Himmel. Panikattacken und wie man sie<br />
überwinden kann.<br />
Edizione riveduta e aggiornata 1994. 223 pagine<br />
ISBN: 3-576-10344-9, -MOSAIK, 22.00 sfr.<br />
61
Mathews, Andrew; Gelder, Michael; Johnston, Derek:<br />
Platzangst. Ein Übungsprogramm für Betroffene und<br />
Angehörige.<br />
3a edizione non modificata 1997…131 pagine<br />
ISBN: 3-8055-6522-4, KARGER, B.- 32.00 sfr<br />
Ohm, Diethmar<br />
Progressive Relaxation<br />
2a edizione 1997, 85 pagine, ISBN: 3-89373-381-7, TRIAS,<br />
19.10 sfr<br />
62
9. Gruppi per la cura dell’ansia<br />
e ambulatori specialistici<br />
9.1 Lucerna<br />
Studi associati Fluhmattweg di Lucerna:<br />
Si tengono regolarmente gruppi di training contro ansia/panico<br />
e/o agorafobia<br />
15 Sedute da 2 ore. 10 – 12 partecipanti.<br />
Informazioni:<br />
Dr.med. Peter <strong>Grob</strong>, Fluhmattweg 4, 6004 Lucerna<br />
Tel. 041 410 85 08 Fax 041 410 88 27 E-mail grob@tic.ch<br />
9.2 Basilea<br />
Si tengono regolarmente gruppi di training contro attacchi di<br />
ansia/panico e fobie sociali.<br />
15 sedute da 2 ore con inizio a metà gennaio e a fine agosto.<br />
Dr.med.Pierre Loeb, Winkelriedplatz 4, 4053 Basilea,<br />
Tel 061 361 10 02 e<br />
Dr.med Christian Weber, Nonnenweg 20, 4055 Basilea.<br />
Tel. 061 272 66 66<br />
9.3 Basilea<br />
Clinica univers<strong>it</strong>aria di Basilea, reparto di psicosomatica,<br />
divisione medicina interna, tel. 061 265 52 94<br />
9.4 Basilea<br />
Clinica univers<strong>it</strong>aria psichiatrica, psicologia e psicoterapia clinica<br />
Tel. 061 325 51 17<br />
63
9.5 Berna<br />
Policlinico Psichiatrico, Inselsp<strong>it</strong>al, gruppi di terapia motoria – 7<br />
sedute da 2 ore, 6-8 partecipanti.<br />
Informazioni: Thea Rytz, lic. Phil. Tel 031 632 88 11<br />
E-mail: thearytz@hotmail.com<br />
9.6 Zurigo<br />
Clinica univers<strong>it</strong>aria di Zurico, reparto di medicina psicosociale,<br />
Policlinico psichiatrico, Tel. 01 255 52 80<br />
9.7 Zurigo<br />
Dr.med. Johann Walter Meyer<br />
Forschstr. 92/Hegibachplatz, 8008 Zurigo<br />
Tel. 01 382 34 34 E-mail:jwmeyer@hin.ch<br />
9.8 Altri indirizzi in Svizzera<br />
Per ulteriori informazioni: Accademia di medicina psicosomatica<br />
e psicosociale (APPM, Akademie für Psychosomatische und<br />
Psychosoziale Medizin) Casella postale 4008 Basilea<br />
Homepage: www.appm.ch<br />
64
10. Ringraziamenti<br />
Desidero ringraziare il Dr. Pierre Loeb e il suo collega Dr.<br />
Christian Weber per aver messo a mia disposizione la documentazione<br />
per la formazione del training di gruppo (cogn<strong>it</strong>ivoterapeutico<br />
comportamentale) per persone affette da problemi<br />
di paura. Gli autori menzionati nella bibliografia mi hanno dato<br />
le necessarie basi teoriche per le quali sono loro riconoscente.<br />
Un grazie anche ai molti pazienti che mi hanno aiutato a redigere<br />
questo testo sulla base dell’esperienza pratica.<br />
65
Lundbeck (Suisse) SA Tel 01 874 34 34<br />
Fax 01 874 34 44<br />
Cherstrasse 4 www.lundbeck.ch<br />
8152 Glattbrugg www.<strong>cipra</strong>lex.ch