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Tessuto osseo.pdf - Etsrm

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Il processo fondamentale di formazione del tessuto <strong>osseo</strong> si può schematizzare in quattro momenti:<br />

differenziamento di cellule mesenchimatose indifferenziate in osteoblasti<br />

secrezione della matrice organica dell'osso da parte degli osteoblasti cioè:<br />

secrezione di collagene e formazione di fibre collagene in vicinanza di osteoblasti<br />

secrezione della sostanza fondamentale mucopolisaccaridica (attraverso meccanismo identico a<br />

quello della secrezione della sostanza fondamentale del tessuto connettivo da parte dei fibroblasti<br />

di quella della cartilagine da parte dei condroblasti).<br />

Mineralizzazione della matrice organica per deposito di cristalli di idrossiapatite all'interno delle fibre<br />

di collagene<br />

comparsa degli osteoclasti<br />

Normalmente l'osso si sviluppa nell'uno o nell'altro di due tipi di tessuto connettivo, gradualmente<br />

sostituendolo.<br />

secondo la natura del tessuto non <strong>osseo</strong>, all'interno del quale si può nel tessuto <strong>osseo</strong>, si fa distinzione tra:<br />

1. se nel tessuto connettivo → ossificazione membranosa: La maggior parte delle ossa piatte del cranio,<br />

quali il frontale, il parietale e l'occipitale e le clavicole sono ossa membranose<br />

2. se nel tessuto cartilagineo → ossificazione encondrale: le ossa lunghe e le vertebre<br />

Ossificazione membranosa<br />

Nelle fasi precoci della vita dell’embrione il<br />

mesenchima della zona destinata a diventare un osso si<br />

condensa in una parte del derma riccamente<br />

vascolarizzata.<br />

In questo strato si formano centri di ossificazione<br />

primaria. Le cellule di queste regioni cominciano a<br />

differenziarsi in osteoblasti. Essi formano sottili tralci<br />

di osteoide.<br />

Altre cellule si differenziano in osteoblasti formando lamine sulla superficie delle trabecole; si<br />

ingrandiscono e cominciano a secernere un altro strato di osteoide in cui rimangono incluse. Gli<br />

osteoblasti restano in reciproco contatto mediante i prolungamenti citoplasmatici.<br />

L'osteoide non calcificato si mineralizza rapidamente e diviene la matrice dell'osso.<br />

Quando gli osteoblasti rimangono imprigionati nella matrice calcificata si trasformano in osteociti.<br />

Le trabecole continuano ad accrescersi in lunghezza e in spessore a mano a mano che altre cellule<br />

mesenchimali si differenziano in osteoblasti<br />

Nelle regioni destinate a formare tavolati corticali di osso compatto, gli spazi compresi fra le<br />

trabecole vengono riempiti da sistemi haversiani (osteoni primari), ognuno dei quali si sviluppa<br />

intorno a un vaso sanguifero centrale. La lamella più esterna dell'osso è quella che si forma per prima<br />

e, a mano a mano che vengono deposte altre lamelle, i canali haversiani si restringono.<br />

Fra i due tavolati corticali interno ed esterno, è compresa la diploe, uno strato di osso spugnoso<br />

soggetto a un continuo rimodellamento nel corso dello sviluppo. Questa regione contiene, oltre alle<br />

trabecole, cellule che si sviluppano in un tessuto reticolare e emopoietico (midollo <strong>osseo</strong> rosso).


Ossificazione encondrale<br />

Cellule mesenchimali si aggregano e si dividono<br />

formando un’abbozzo del futuro osso. Al suo interno si<br />

differenziano dei condroblasti che depositano cartilagine<br />

e trasformano questi abbozzi in una serie di modelli<br />

cartilaginei in miniatura.<br />

Al centro del modello cartilagineo i condroblasti<br />

cominciano a ipertrofizzarsi. In essi si accumula<br />

glicogeno e il citoplasma diviene fortemente<br />

vacuolizzato. I condrociti che si stanno ingrossando<br />

assorbono la cartilagine adiacente per cui le loro lacune<br />

si ingrandiscono e la cartilagine compresa fra di esse si<br />

riduce.<br />

La cartilagine che rimane intorno ai condrociti ipertrofizzati si calcifica e le cellule rigonfiate<br />

muoiono. Gli enzimi lisosomiali liberati dai condrociti allargano ulteriormente le lacune,<br />

trasformandole nelle areole primarie.<br />

Nel frattempo per deposizione subpericondrale (ossificazione membranosa) si forma il primo osso<br />

della diafisi. Cellule mesenchimali contenute nel pericondrio della diafisi futura si differenziano in<br />

cellule osteoprogenitrici, alcune delle quali si dividono e si trasformano in osteoblasti. Queste cellule<br />

producono uno stretto cilindro di osso maturo, il collare o manicotto periostale, ciò che era<br />

pericondrio viene ora chiamato periostio.<br />

I preosteoclasti invadono il periostio. Queste cellule si trasformano in osteoclasti che erodono l'osso<br />

immaturo. I vasi sanguiferi penetrano nell'osso attraverso questi fori e rappresentano il presupposto<br />

per l'inizio dell'osteogenesi nel centro primario di ossificazione.<br />

Gli enzimi lisosomiali dei condrociti morenti e degli osteoclasti viventi erodono ulteriormente la<br />

matrice calcificata della cartilagine.<br />

Molte delle cellule mesenchimali che invadono il centro primario di ossificazione insieme ai vasi<br />

sanguiferi si trasformano in preosteoblasti. La vascolarizzazione del centro comporta un aumento del<br />

rifornimento di ossigeno da cui potrebbe dipendere il fatto che si differenziano osteoblasti invece di<br />

condroblasti. Gli osteoblasti, depositano osso sulla superficie della matrice cartilaginea calcificata.<br />

Poiché questo osso intrecciato è acidofilo si distingue facilmente dalla matrice basofila della<br />

cartilagine.<br />

Gli osteoclasti scavano la parte mediana della diafisi in corso di sviluppo formando una cavità<br />

midollare in cui possono svilupparsi cellule del sangue.<br />

Aumento in lunghezza di un osso lungo<br />

L'allungamento delle ossa lunghe si realizza per divisione di cellule condrogeniche situate al margine<br />

della cartilagine, per divisione di condroblasti entro la cargilagine e per produzione di altra<br />

cartilagine. Il tessuto <strong>osseo</strong> aumenta sostituendo questa cartilagine.<br />

Le cellule condrogeniche situate a ciascun polo del centro primario di ossificazione si dividono in un<br />

piano perpendicolare all'asse longitudinale dell'osso in via di sviluppo. Le cellule figlie che vengono a<br />

trovarsi più vicino al centro primario si trasformano in condroblasti, le altre conservano capacità<br />

condrogeniche. I condroblasti depositano cartilagine e quindi diventano condrociti (inattivi). Si<br />

formano così colonne di condroblasti e di condrociti. Gli stadi successivi comportano l'ipertrofia dei<br />

condrociti, la calcificazione della matrice, la morte delle cellule e l'erosione della matrice; in tal modo<br />

l'insieme delle cellule condrogeniche viene a trovarsi piu vicino all'estremità della diafisi mentre il<br />

vertice delle colonne, ove avviene l'erosione, si trova più vicino al centro della diafisi. L'osso viene<br />

depositato su queste colonne.<br />

Il collare periostale di osso aumenta in lunghezza con una velocità uguale a quella della restante parte<br />

della dialisi.<br />

Poi si formano centri secondari di ossificazione, di norma uno per ciascuna delle estremità dell'osso<br />

lungo, da cui trae origine l'osso delle epifisi. Differiscono dal centro primario perché si accrescono


adialmente anziché longitudinalmente. Inoltre, la loro cargilagine, al contrario di quella diafisaria,<br />

non viene mai completamente sostituita da osso, giacché sulla superficie libera rimane un cappuccio<br />

di cartilagine articolare (ialina). Nell'ossificazione delle epifisi si susseguono gli stessi stadi della<br />

ossificazione encondrale della diafisi.<br />

Le epifisi e la diafisi rimangono separate da una lamina di cartilagine capace di accrescersi, la<br />

cartilagine di coniugazione, fin quando l'osso ha raggiunto la sua lunghezza definitiva. L'osso può<br />

aumentare in lunghezza soltanto per l'attività di questa particolare cartilagine.<br />

Quando la matrice cartilaginea calcificata viene erosa, i setti trasversi che separano condrociti<br />

adiacenti entro la stessa colonna di cellule si spezzano prima dei setti longitudinali tra le colonne. Ne<br />

consegue la formazione di una serie di cilindri cavi o gallerie che decorrono dalla diafisi alla<br />

cartilagine di coniugazione e all'interno delle cui pareti gli osteoblasti depositano osso. questa regione<br />

di transizione fra osso e cartilagine si chiama metafisi.<br />

Il primo osso depositato è del tipo intrecciato, ma successivamente viene sostituito da osso lamellare.<br />

L'accrescimento dell'osso lungo cessa quando la cartilagine della lamina epifisaria viene sostituita<br />

completamente da osso.<br />

Accrescimento in larghezza delle ossa lunghe<br />

L'aumento in larghezza del corpo di un osso lungo è dovuto esclusivamente alla deposizione subperiostale<br />

di osso. Gli osteoblasti, che si differenziano da cellule osteogeniche del periostio circondante la diafisi,<br />

depongono osso lamellare in strati successivi. Contemporaneamente il corpo della diafisi viene riassorbito<br />

dall'interno e perciò la cavità midollare si allarga. La maggior parte del nuovo osso viene depositata nei<br />

sistemi haversiani intorno a vasi sanguiferi a decorso longitudinale, collegati a quelli del periostio.<br />

Forma specializzata di connettivo caratterizzata dalla mineralizzazione della matrice extracellulare<br />

che conferisce al tessuto una notevole resistenza e durezza<br />

L’osso è al contempo resistente e leggero<br />

Non è un tessuto statico, è continuamente rinnovato e rimodellato per tutta la durata della vita.<br />

Funzioni<br />

Impalcatura interna del corpo<br />

Protegge e da sostegno agli organi (calotta cranica)<br />

Da inserzione ai muscoli e ai tendini<br />

Accoglie gli elementi emopoietici del midollo<br />

Principale sede di deposito di calcio e fosforo<br />

Struttura del tessuto <strong>osseo</strong><br />

Osso compatto,osteone,lacune e canalicoli osso compatto, osteone, canali di Volkmann


Il tessuto <strong>osseo</strong> è costituito da cellule e da una matrice organica calcificata (composta di fibre di una<br />

sostanza fondamentale impregnata di sali di calcio).<br />

Il tessuto <strong>osseo</strong> contiene tre tipi di cellule:<br />

osteoblasti: cellule responsabile della formazione del tessuto <strong>osseo</strong><br />

osteociti: cellule principali del tessuto <strong>osseo</strong> formato<br />

osteoclasti: cellule responsabile del riassorbimento del tessuto <strong>osseo</strong>.<br />

Provando a dare una descrizione di questi tre tipi di cellule si può dire che<br />

gli osteoblasti hanno un corpo cellulare all’incirca cubico o prismatico dal quale nascono delle<br />

espansioni citoplasmatiche più o meno allungati. In alcuni casi gli osteoblasti si dispongono lungo le<br />

zone di tessuto <strong>osseo</strong> preesistente a formare un orletto pseudo-epiteliale detto “orletto osteoide”. Gli<br />

osteoblasti sono costituiti da un nucleo rotondeggiante contenente un nucleolo voluminoso e da un<br />

citoplasma ricco di organuli, che giustificano l'intensa attività di sintesi proteica e glicoproteica.<br />

Gli osteociti sono in pratica degli osteoblasti che sono stati completamente circondati dalla matrice<br />

ossea in via di mineralizzazione. Il loro corpo cellulare è fusiforme e danno origine a numerosi sottili<br />

prolungamenti citoplasmatici più o meno lunghi. Il nucleo degli osteociti è ovalare, il loro citoplasma<br />

contiene gli stessi organuli degli osteoblasti ma in numero minore.<br />

Gli osteoclasti sono cellule molto voluminose di forma arrotondata, sono polinucleate, il polo<br />

cellulare che è in contatto con il tessuto <strong>osseo</strong> già formato presenta numerosi microvilli irregolari che<br />

formano una specie di “orletto striato”. E il citoplasma contiene: lisosomi, vescicole, vacuoli,<br />

mitocondri, ribosomi liberi, ma scarso reticolo endoplasmatico rugoso.<br />

In realtà gli osteoblasti, osteociti e osteoclasti non costituiscono tre varietà di cellule nettamente distinte.<br />

Nel tessuto <strong>osseo</strong> esiste un insieme di cellule staminali che derivano da cellule mesenchimali<br />

indifferenziate; queste cellule staminali ossee si dividono per mitosi e si differenziano le une in<br />

osteoblasti e le altre osteoclasti. Una volta differenziati, questi tre tipi di cellule non si dividono più, però<br />

possono ritornare ad essere cellule staminali ossee.<br />

La matrice ossea, all'interno della quale si trovano le cellule, è fatta di una matrice organica (sostanza<br />

fondamentale e fibre impregnata di sali minerali, soprattutto di sali di calcio).<br />

Le fibre che costituiscono una matrice organica sono in prevalenza di fibre collagene. La sostanza<br />

fondamentale del tessuto <strong>osseo</strong> contiene le glicoproteine, proteine sierose, acqua ed elettroliti.<br />

I sali minerali presenti nella matrice ossea sono bicarbonato e solfato di calcio presenti sotto forma di<br />

fosfato di calcio amorfo e cristalli di idrossiapatite.<br />

La matrice del tessuto <strong>osseo</strong> è percorsa da un sistema di cavità comunicanti e contenente gli osteociti e i<br />

loro prolungamenti. Questo sistema di cavità è fatto di lacune e di canalicoli. Le lacune sono cavità<br />

fusiformi contenenti ognuna il corpo cellulare di un osteocita.<br />

I canalicoli sono dei tunnel stretti e numerosi che si irradiano dalle lacune e li fanno comunicare fra di<br />

loro: si realizza così una rete canalicolare anastomotica contenente i prolungamenti citoplasmatici degli<br />

osteociti.<br />

Si distinguono due tipi fondamentali di organizzazione degli elementi costitutivi del tessuto <strong>osseo</strong>: tessuto<br />

<strong>osseo</strong> lamellare e non lamellare.<br />

Il tessuto <strong>osseo</strong> lamellare detto anche secondario o adulto è il tipo di tessuto <strong>osseo</strong> che si trova<br />

nell'individuo adulto in cui la matrice ossea è disposta in lamelle sovrapposte. In ciascuna lamella le fibre<br />

collagene sono disposte parallelamente ma secondo direzioni diverse in ciascuna lamella successiva. Tra<br />

ogni lamella sono situati le lacune contenenti i corpi cellulari degli osteociti.<br />

Il tessuto <strong>osseo</strong> non lamellare o primitivo è quello che sarà poi sostituito dal tessuto <strong>osseo</strong> lamellare.<br />

Tuttavia in situazioni particolari (riparazione delle fratture, tumori ossei) la formazione accelerata di<br />

tessuto <strong>osseo</strong>, porta la formazione di tessuto <strong>osseo</strong> non lamellare anche nell’adulto. Nel tessuto non<br />

lamellare la matrice organica non è disposte a lamelle regolari e le fibre collagene non sono orientate<br />

parallelamente in ogni strato e le cellule sono più abbondanti.<br />

Sia che si tratti di tessuto <strong>osseo</strong> lamellare o non lamellare l'osservazione a occhio nudo o con lente<br />

d'ingrandimento permette di riscontrare diversi tipi di architettura del tessuto <strong>osseo</strong>: tessuto <strong>osseo</strong><br />

spugnoso e tessuto <strong>osseo</strong> compatto.


L'osso spugnoso appare come una spugna con un insieme di trabecole ramificate e anastomizzate che<br />

determinano una struttura tridimensionale di spazi comunicanti occupati da midollo <strong>osseo</strong> e vasi<br />

sanguigni.<br />

L'osso compatto appare come una massa solida e continua che solo al microscopio può risultare<br />

interrotta da piccoli spazi.<br />

Nell'uomo adulto, tessuto <strong>osseo</strong> spugnoso e tessuto <strong>osseo</strong> compatto hanno una precisa collocazione<br />

nell'apparato scheletrico:<br />

Nelle ossa lunghe, la diafisi è costituita da un cilindro cavo le cui pareti sono di tessuto <strong>osseo</strong> compatto<br />

che circonda un canale centrale che contiene midollo <strong>osseo</strong>. Le lamelle della corticale diafisaria sono<br />

disposte in modo particolare: la maggior parte delle lamelle ossee sono ordinate concentricamente attorno<br />

ai canali vascolari longitudinali che formano così unità strutturali cilindriche chiamate osteoni o sistemi<br />

di Havers.<br />

Questi osteoni sono di dimensioni variabili: possono essere costituiti da 4-20 lamelle ossee concentriche.<br />

In Sezione trasversale gli osteoni appaiono come una serie di anelli concentrici disposte attorno ad un<br />

foro circolare; in sezione longitudinale hanno l'aspetto di due gruppi di bande strettamente accostate<br />

disposte parallelamente l'uno all'altro ai lati di una lunga fessura centrale.<br />

Gli spazi che restano fra gli osteoni sono riempiti da frammenti di tessuto <strong>osseo</strong> compatto, che<br />

rappresentano residui di osteoni precedentemente esistenti: costituiscono SISTEMI INTERSTIZIALI. I<br />

confini tra osteomi e sistemi interstiziali sono chiaramente delineati da un piccolo strato rifrangente detto<br />

linee cementate. A rivestire la superficie interna e la superficie esterna del cilindro <strong>osseo</strong> compatto della<br />

corticale diafisaria esistono un certo numero di lamelle concentriche di tessuto <strong>osseo</strong> compatto che si<br />

dispongono in cerchio tutto attorno alla diafisi realizzando il sistema circonferenziale esterno e il sistema<br />

circonferenziale interno.<br />

All'interno di questo tessuto <strong>osseo</strong> compatto si distinguono due categorie di canali vascolari: i canali di<br />

Havers e i canali di Volkmann che formano una rete anatomica e che contengono vasi sanguigni e nervi<br />

amielinici circondati da tessuto connettivo lasso. I canali di Havers sono orientati longitudinalmente e<br />

situati al centro degli osteoni, e contengono uno o due vasi sanguigni circondati da tessuto connettivo<br />

lasso. Tali canali sono interconnessi fra di loro e comunicano con la superficie libera dell'osso con la<br />

cavità midollare mediante canali di Volkmann che sono disposti trasversalmente o obliquamente; nelle<br />

sezioni questi si distinguono dai canale haversiani perché non sono circondati da lamelle concentriche, ma<br />

attraversano l'osso secondo una direzione perpendicolare o obliquo rispetto alle lamelle.<br />

Le epifisi delle ossa lunghe sono costituite da tessuto <strong>osseo</strong> spugnoso ricoperto alla sua periferia da un<br />

sottile strato di cartilagine ialina. Anche l'osso spugnoso è composto da lamelle e presenta lacune incluse<br />

nella sostanza interstiziale. Le sue trabecole però sono relativamente sottili e in genere non sono<br />

attraversate da vasi sanguigni, mancano inoltre sistemi haversiani completi e gli osteociti ricevono<br />

nutrimento direttamente dalla superficie libera endostale, tramite la rete di canalicoli ossei. Gli spazi<br />

compresi fra le trabecole del tessuto <strong>osseo</strong> spugnoso dell'epifisi comunicano direttamente con la cavità<br />

midollare della diafisi.<br />

La metafisi delle ossa lunghe è la zona fatta di colonne che collegano l'epifisi alla diafisi. Nel corso dello<br />

sviluppo dell'osso lungo la metafisi è separata dalle epifisi dalla cartilagine di coniugazione che permette<br />

l'accrescimento.<br />

Nelle ossa corte la struttura ossea è molto simile a quella dell'epifisi dell'osso lungo.<br />

Nelle ossa piatte e in particolare in quelle che costituiscono la volta del cranio esiste un tavolato interno<br />

e un tavolato esterno di tessuto <strong>osseo</strong> compatto che circondano uno strato centrale di tessuto <strong>osseo</strong><br />

spugnoso.<br />

Il tessuto <strong>osseo</strong> è rivestito all'esterno dal periostio e all’interno dell’endostio.<br />

Il periostio riveste la superficie esterna di tutte le ossa tranne che a livello delle cartilagini articolari. È un<br />

tessuto connettivo specializzato, organizzato in due strati. Lo strato interno contiene delle cellule<br />

connettivali che possono manifestare la loro potenzialità osteogenica trasformandosi in osteoblasti. Lo<br />

strato esterno è ricco di fibre collagene alcune delle quali raggruppati in fasci, penetrano nel sistema<br />

circonferenziale esterno e interstiziale del tessuto <strong>osseo</strong> compatto, assicurando un'aderenza stretta del<br />

periostio all'osso. Queste fibre sono dette fibre di Sharpey. E inoltre lo strato esterno contiene numerosi


vasi sanguigni che penetrano nei canali di Volkmann dell'osso compatto attraverso i quali comunicano<br />

con o con i vasi dei canali di Havers.<br />

L’Endostio è un sottile strato di tessuto connettivo che tappezza le pareti di tutte le cavità vascolarizzate<br />

del tessuto <strong>osseo</strong>, cioè la cavità midollare della diafisi delle ossa lunghe, i canali di Havers e di Volkmann<br />

dell'osso compatto, gli spazi midollari dell'osso spugnoso

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