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Numero 02 Anno 2012 - Coisp

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NO TAV: DALLA PROTESTA<br />

AD AZIONI PARA­TERRORISTICHE<br />

CONVEGNO<br />

20° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA<br />

DEL CO.I.S.P.<br />

N° 2 - <strong>2012</strong><br />

ANNO V<br />

EDIZIONI<br />

POLITICA<br />

SVUOTA CARCERI INUTILE,<br />

SFIANCA POLIZIOTTI


La nostra Indipendenza<br />

vuol dire Libertà,<br />

da vent'anni.<br />

piccolo passo per<br />

l'uomo, un grande balzo<br />

per l'umanità". Sono pas- "Un<br />

sati più di quarant'anni<br />

dallo sbarco sulla luna, eppure quelle<br />

immagini in bianco e nero sembrano<br />

molto più antiche, come se appartenessero<br />

ad un'altra epoca. Quegli uomini<br />

che saltellano impacciati sulla superficie<br />

lunare, a riguardarli oggi, fanno<br />

quasi sorridere.<br />

Però quel passato, che appare tanto remoto,<br />

è, ancora oggi, un futuro impossibile<br />

per tutti noi.<br />

Per mancanza di altri termini di paragone,<br />

anche la fondazione del <strong>Coisp</strong><br />

che abbiamo celebrato lo scorso 14<br />

marzo a Roma, ha rappresentato un<br />

passaggio fondamentale per la nascita,<br />

non solo di un soggetto sindacale, ma<br />

di un'idea ancora più rivoluzionaria<br />

dell'origine stessa dei sindacalismo di<br />

polizia: l'Indipendenza.<br />

Il <strong>Coisp</strong>, fin dalle origini, si è posto<br />

fuori dagli schemi della contrapposizione<br />

tra i soggetti sindacali che, all'epoca,<br />

volevano rappresentare le due<br />

"ideologie" imperanti, pretendendo di<br />

raccogliere in sé la totalità del pensiero<br />

dei poliziotti. Così non era allora e lo è<br />

sempre meno, soprattutto oggi.<br />

Per questo, vent'anni dopo la fondazione<br />

del <strong>Coisp</strong>, il tempo non sembra<br />

essere trascorso, tanto attuale dimostra<br />

di essere il vigore che il <strong>Coisp</strong> pone<br />

in campo ogni giorno, anzi, ogni ora,<br />

per difendere i poliziotti ed il concetto<br />

stesso di legalità. Questa forza e convinzione<br />

non trovano eguali nel panorama<br />

sindacale interno ed esterno alla<br />

Polizia; lo dimostrano non solo le bat-<br />

taglie vinte, ma soprattutto quelle a<br />

cui non ci sottraiamo mai, in ogni Ufficio,<br />

in ogni sede locale, provinciale,<br />

come anche al centro.<br />

L'Indipendenza del pensiero sindacale<br />

era e rimane un concetto rivoluzionario,<br />

quasi avveniristico, anche per chi<br />

combatte in buona coscienza e coerentemente<br />

con le proprie idee per l'affermazione<br />

dei diritti della nostra<br />

categoria, quelli sanciti e quelli ancora<br />

da conquistare.<br />

Indipendenza non significa isolamento,<br />

emarginazione ma anzi piena<br />

capacità di dialogo e mantenimento<br />

dei propri obiettivi, imparzialità senza<br />

vincoli e quindi priva di ogni subordinazione<br />

verso forze politiche o potentati<br />

di qualsiasi natura.<br />

In questo momento storico, in cui si<br />

rendono necessarie sostanziali riforme<br />

in tutti i settori della Pubblica Amministrazione,<br />

la nostra Indipendenza ci<br />

pone in grado di dialogare con tutti gli<br />

attori principali in modo preciso e competente,<br />

rappresentando l'unica vera<br />

arma per difendere i diritti dei poliziotti,<br />

senza condizionamenti.<br />

La sostanza e la concretezza dell'azione<br />

sindacale, coniugati con i principi del<br />

<strong>Coisp</strong>, sono gli elementi di attrazione<br />

che stanno continuando a far crescere<br />

la rappresentanza, anche numerica, del<br />

nostro sindacato, sottraendo così spazi<br />

alla demagogia ed all'immobilismo<br />

della rappresentanza vissuta passivamente,<br />

atteggiamento purtroppo ancora<br />

largamente diffuso.<br />

Il ruolo che ci è stato chiesto di continuare<br />

a ricoprire durante il Convegno<br />

celebrativo del nostro ventennale,<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

appare quindi oltremodo impegnativo,<br />

garantendoci molti altri anni di<br />

necessaria militanza nel nome dell'Indipendenza.<br />

Ci vorrebbero 10, 100, 1000 <strong>Coisp</strong> a<br />

rappresentare le istanze degli apparati<br />

di Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico.<br />

Invece molte voci sono ancora soffocate<br />

dall'assenza di strumenti di rappresentanza<br />

reale e democratica,<br />

finalmente svincolata da legami gerarchici<br />

o di subordinazione. Il <strong>Coisp</strong> combatte<br />

al fianco di chi lotta per garantire<br />

quella possibilità di espressione e pensiero,<br />

la quale viene, invece, ancora<br />

oggi negata proprio a chi opera, in Patria<br />

come all'estero, in nome della Libertà<br />

e della Democrazia.<br />

Un paradosso avvelenato che deve cessare,<br />

senza se e senza ma, come è stato<br />

per la Polizia di Stato nel 1981.<br />

A trent'anni dalla legge 121, non ci sentiamo<br />

come davanti alle immagini del<br />

primo uomo sulla luna. La sindacalizzazione<br />

è stato quel primo passo sul<br />

terreno della democrazia che ha rappresentato<br />

un balzo gigantesco per la<br />

società civile italiana.<br />

Il nostro passato è, ancora oggi, il futuro<br />

per molti Operatori della Sicurezza.<br />

L'Indipendenza del <strong>Coisp</strong> rappresenta<br />

un solido punto di riferimento ed<br />

anche per loro, un traguardo verso la<br />

libertà di espressione e pensiero.<br />

Buon Sindacato a tutti.<br />

Il Segretario Generale del <strong>Coisp</strong><br />

Franco Maccari<br />

3


LA NOSTRA NOS NOSTRA NOS<br />

TRA PAGINA P PPAGINA<br />

PA A GINA<br />

Il periodico “PS - Sicur Sicurezza<br />

& P olizia”, mensile di informazioni, cultura e attualità è l’Or gano Ufficiale Nazionale del Sindacato<br />

di P olizia Co Co.I.S.P.<br />

., (Coordinamento<br />

dinamento per l’indipendenza sindacale delle F<br />

orze di P olizia), punta l’attenzione sugli aspetti<br />

pr ofessionali senza tra lasciar lasciare<br />

argomenti<br />

gomenti più generali e di appr<br />

ofondimento di sicur sicuro<br />

inter esse per il cittadino cittadino.<br />

Idee, Idee, indicazioni, indicazioni, considerazioni, considerazioni, valutazioni valutazioni e e quant’altr<br />

quant’altr o scritto sulla rivista, pr ovengono da uomini uomini che vivono all’interno del<br />

settor e della Sicur Sicurezza<br />

ezza Italiana e, quindi pienamente legittimati a dar<br />

e un ser servizio<br />

alla gente per la lor o vita quotidiana<br />

e di ipotizzar<br />

e e soluzioni soluzioni possibili possibili per per un un futur<br />

futur o miglior e.<br />

Un futur<br />

o con maggior sicurezza;<br />

ezza; un futur<br />

o con maggior certezza; un futur o con meno delinquenza e più ser serenità<br />

da da parte parte dei dei cittadini cittadini e e degli degli stessi stessi poliziotti.<br />

poliziotti.<br />

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<strong>Numero</strong><br />

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Te elefono (corrispondente (corrispon al contratto) ….……………<br />

………………………………………………………………………………………………<br />

Il mancato recapito<br />

ecapito del periodico<br />

, per un qualsiasi disser disservizio<br />

delle Poste,dovrà<br />

oste,dovrà esser<br />

e tempestivamente comunicato all’Editor all’Editore,<br />

che si impegna a ricer ricercarne<br />

le cause ed a provveder<br />

ovveder e in merito.


Calendari <strong>2012</strong><br />

La Polizia Italiana<br />

In edizione di pregio a tiratura limitata, con tempere e immagini<br />

Storiche della Polizia Italiana, dal 1852 fino ai nostri giorni<br />

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6<br />

SOMMARIO<br />

03 L’EDITORIALE<br />

La nostra Indipendenza vuol<br />

dire Libertà, da vent'anni.<br />

DI FRANCO MACCARI<br />

08 POLITICA<br />

Svuota-Carceri... inutile<br />

Sfianca i Poliziotti<br />

DI OLGA IEMBO<br />

12 I punti salienti<br />

del Decreto Legge 211<br />

14 In strada più delinquenti<br />

e meno poliziotti<br />

16 CRONACA<br />

No Tav:<br />

Dalla protesta ad azioni<br />

para-terroristiche<br />

DI ANTONIO CAPRIA<br />

20 L’INIZIATIVA<br />

Omicidio Aversa, 20 anni dopo<br />

23 Consegnate dal Co.I.S.P.<br />

26 Borse di Studio in ricordo<br />

dei coniugi Aversa<br />

26 CONVEGNO<br />

20° Anniversario nascita del Co.I.S.P<br />

Duri, Corretti e indipendenti<br />

30 NATURA<br />

Le emergenze di inizio anno<br />

sottolineano come sempre<br />

l’impegno delle Forze dell’Ordine<br />

DI GIULIA ZAMPINA<br />

N° 2 - <strong>2012</strong><br />

ANNO V<br />

32 GIUSTIZIA<br />

Morte di Gabriele Sandri<br />

I motivi della sentenza


34 ATTUALITÀ<br />

Oltraggio al pudore<br />

DI OLGA IEMBO<br />

38 SPEKAKER’S CORNER<br />

Di tutto un po’<br />

Nuove carceri<br />

e poliziotti giovani<br />

DI CARMINE FIORITI<br />

40 SINDACALISMO<br />

AUTONOMO DI POLIZIA<br />

La presa di posizione dei<br />

poliziotti inglesi e la costituzione<br />

dei comitati dei cittadini<br />

La rivista viene inviata gratuitamente ai quadri sindacali del<br />

CO.I.S.P., alle Questure, Prefetture, Ministeri e Scuole di Polizia.<br />

Manoscritti, fotografie, disegni anche se non pubblicati, non si<br />

restituiscoo. La redazione si riserva di apportare tagli e modifiche<br />

secondo le necessità di impaginazione e tipografiche.<br />

è vietata la riproduzione e la traduzione anche parziale di articoli<br />

senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.<br />

Omissioni di qualsiasi natura si intendono involontarie e possono<br />

dar luogo a sanatorie. Le opinioni espresse nei titoli pubblicati<br />

impegnano solo gli autori dei medesimi e non impegnano, pertanto,<br />

le proprietà della rivista.<br />

Per la raccolta di spazi pubblicitari e di abbonamenti le società appaltatrici<br />

devono impegnarsi ad operare con la massima scrupolosità e<br />

senza mai ledere l’immagine della Polizia e del CO.I.S.P. In particolare<br />

è fatto divieto di rappresentare istanze diverse dalla realtà e di richiamarsi<br />

ad inesistenti forme assistenziali. Gli addetti alla diffusione non<br />

appartengono alla Polizia di Stato e non possono qualificarsi come<br />

tali. Pertanto qualunque comportamento differente è da ritenersi completamente<br />

estraneo alla volontà dell’Editore e come tale va se-gnalato<br />

alla direzione. La MAIN FORCE S.r.l. pertanto declina qualsiasi reponsabilità<br />

per eventuali comportamenti illeciti tenuti da terzi, riservandosi<br />

il diritto di procedere legalmente al fine della tutela della propria<br />

immagine. La rivista “Sicurezza & Polizia” è un marchio registrato e<br />

non appartiene alla Pubblica Amministrazione.<br />

42 SICURAMENTE<br />

La psicologia del distacco<br />

45 LETTERATURA<br />

“Meglio morto che precario”<br />

Storia di una ribellione<br />

46 CINEMA<br />

Acab, il film dedicato a chi è<br />

“pagato per stare in prima fila”<br />

DI GIULIA ZAMPINA<br />

48 ORGANIGRAMMA<br />

Sedi Provinciali<br />

e Regionali del Co.I.S.P.<br />

Le informazioni custodite nel nostro archivio elettronico verranno<br />

utilizzate al solo scopo di adempiere al contratto da Lei sottoscritto.<br />

Non è prevista la comunicazione da diffusione a terzi, in conformità<br />

alla legge 675/96 sula tutela dei dati personali.<br />

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Vi ricordiamo che in ogni momento avete il diritto di ottenere<br />

l’aggiornamento, la rettifica, l’integrazione e la cancellazione dei<br />

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SICUREZZA & POLIZIA<br />

VIA PO’, 162 - 00198 Roma<br />

TEL. 06/8553130 - FAX - 06/85831762<br />

www.nsd.it - e.mail: redazione@nsd.it<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

NO TAV: DALLA PROTESTA<br />

AD AZIONI PARATERRORISTICHE<br />

CONVEGNO<br />

20° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA<br />

DEL CO.I.S.P.<br />

N° 2 - <strong>2012</strong><br />

ANNO V<br />

EDIZIONI<br />

POLITICA<br />

SVUOTA CARCERI INUTILE,<br />

SFIANCA POLIZIOTTI<br />

SICUREZZA & POLIZIA<br />

Organo Ufficiale Nazionale del<br />

CO.I.S.P.<br />

Via Farini, 62 - 00186 Roma<br />

Tel. +39 0648903773 - Fax +39 0648903735<br />

coisp@coisp.it - www.coisp.it<br />

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Direttore Politico<br />

Franco MACCARI<br />

Condirettore Politico<br />

Domenico PIANESE<br />

Direttore Responsabile<br />

Antonio CAPRIA<br />

Responsabile Ufficio Sviluppo Organizzativo del Co.I.S.P.<br />

Riccardo MATTIOLI<br />

Direzione amministrativa e Pubblicità<br />

MAIN FORCE S.r.l.<br />

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Progetto Grafico, Impaginazione<br />

e Coordinamento Redazionale,<br />

Promozioni Editoriale Police s.r.l.<br />

Alessandra D’Angelo<br />

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Via Capo Peloro, 10 - 00141 Roma<br />

Stampa<br />

Tipografia Moggio<br />

Strada Galli s.n.c. - Villa Adriana (RM)<br />

fotolitomoggio@fotolitomoggio.it<br />

Tel. 0774.38.19.22 - Fax 0774.50.95.04<br />

Registrazione<br />

Tribunale di Roma al numero 331/2008 del 18/9/2008<br />

7


8<br />

POLITICA<br />

Dopo l’ondata di critiche alle misure previste nel Decreto del Ministro della Giustizia, Paola Severino,<br />

il Governo taglia corto e usa il meccanismo della fiducia per imporre il provvedimento<br />

Il Ministro della Giustizia Paola Severino<br />

SVUOTA­CARCERI... INUTILE<br />

di Olga Iembo<br />

SFIANCA I POLIZIOTTI<br />

Tutori dell’Ordine bloccati a sorvegliare ed assistere gli arrestati a scapito del controllo del territorio.<br />

Dall’incapacità al tecnicismo<br />

estremo, dal menefreghismo<br />

alla caparbia ricerca del risultato,<br />

non cambia poi molto. Altrimenti<br />

detto: con tutte le stagioni piove<br />

sempre sul bagnato… cioè sulla testa<br />

delle Forze dell’ordine!<br />

Maccari: “E non si risolveranno i problemi della Penitenziaria”<br />

Dopo lo “svuota-carceri” la considerazione<br />

è inevitabile, dal momento che<br />

anche il nuovo Governo, espressione altissima<br />

di competenza e specializzazione in<br />

tutti i vari settori dell’amministrazione<br />

pubblica, ha pensato bene di “metterci<br />

una pezza a colori” a spese dei tutori della<br />

sicurezza e, di conseguenza, dei cittadini.<br />

Sembra davvero paradossale, ma tutti,<br />

proprio tutti quelli che sono chiamati a<br />

gestire la cosa pubblica, finiscono con<br />

l’applicare i loro improbabili rimedi sempre,<br />

guarda caso, continuando a far leva<br />

sulle spalle di quei servitori dello Stato<br />

che già navigano in pessime acque, ma<br />

che non possono tirarsi indietro comunque,<br />

considerata la specificità e particolarità<br />

del loro compito.


“Non lo definirei svuota-carceri, – ha<br />

detto orgogliosa il Ministro della Giustizia,<br />

Paola Severino, autrice della bella<br />

pensata - ma piuttosto salva-carceri!”.<br />

Evviva! Ma a voler davvero cogliere nel<br />

segno si deve usare un altro nomignolo:<br />

“sfianca-poliziotti”.<br />

Un inutile quanto rischioso provvedimento<br />

che, se non risolverà praticamente<br />

alcuno dei gravi problemi che assillano la<br />

Polizia penitenziaria, ne creerà certamente<br />

di nuovi ai rappresentanti delle<br />

Forze dell’ordine, come se ce ne fosse<br />

bisogno!<br />

L’analisi delle misure previste nel decreto,<br />

le critiche, gli spunti, le riflessioni da parte<br />

degli operatori del settore non sono mancati<br />

ma, sfortunatamente, con un atteggiamento<br />

che ha ricordato fin troppo il<br />

precedente Esecutivo - che pure dovrebbe<br />

essere agli antipodi rispetto a quello attuale,<br />

ma evidentemente non lo è in tutto<br />

-, sono stati praticamente ignorati.<br />

In tanti hanno lanciato l’allarme rispetto<br />

ad alcune delle previsioni del<br />

provvedimento, molte in verità, che lasciano<br />

prevedere conseguenze negative<br />

su più fronti.<br />

Quello della sicurezza, in particolare, è<br />

stato l’aspetto su cui hanno tentato in<br />

ogni modo di interloquire tra gli altri, per<br />

ovvie ragioni, i Sindacati di Polizia.<br />

Il <strong>Coisp</strong> ha fatto sentire forte la propria<br />

voce, ma non molto è stato possibile di<br />

fronte all’irremovibilità di chi, probabilmente,<br />

è stato assillato dal solo pensiero di<br />

mostrare un intervento tempestivo a scapito,<br />

però, della ricerca di una soluzione<br />

strutturale, che andasse al cuore di un problema<br />

serio ed annoso come quello del sovraffollamento<br />

degli istituti penitenziari.<br />

Ed alla fine il Governo ha preferito tagliare<br />

corto, imponendosi con una richiesta<br />

di fiducia che, accordata dal<br />

Parlamento, ha aperto la strada al tanto<br />

criticato decreto-legge 22dicembre 2011,<br />

n. 211, recante interventi urgenti per il<br />

contrasto della tensione detentiva determinata<br />

dal sovraffollamento delle carceri.<br />

Sul provvedimento del ministro della Giustizia<br />

- che il Consiglio dei ministri aveva<br />

approvato il 16 dicembre 2011 -, si era abbattuta<br />

una pioggia di emendamenti, ben<br />

140. Il decreto scadeva il 21 febbraio - con<br />

una discussione alla Camera iniziata solo<br />

il 18 gennaio – e dunque l’Esecutivo ha<br />

scelto di porre la fiducia per evitare, di<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

fatto, la possibilità che il decreto restasse<br />

lettera morta.<br />

Il decreto, già approvato in Senato, ha poi<br />

incassato la fiducia della Camera con 420<br />

sì, 78 no e 35 astenuti.<br />

I cinque punti del provvedimento, molto<br />

in sintesi, introducono il divieto di portare<br />

in carcere le persone arrestate per reati di<br />

competenza del tribunale monocratico,<br />

prima della loro presentazione dinanzi al<br />

giudice per la convalida dell’arresto e il<br />

giudizio direttissimo, per evitare le cosiddette<br />

“porte girevoli” in carcere, ovvero le<br />

detenzioni pari o inferiori a 48 ore. In questi<br />

casi l’arrestato dovrà essere, di norma,<br />

custodito dalle forze di polizia nelle camere<br />

di sicurezza. Il provvedimento<br />

estende inoltre a 18 mesi, dagli precedenti<br />

12, il periodo di pena finale da scontare ai<br />

domiciliari per le condanne non gravi - le<br />

stime indicano in circa 3.300 i detenuti<br />

che potrebbero così tornare a casa -. Infine,<br />

per l’adeguamento ed il potenziamento<br />

delle carceri viene autorizzata la<br />

spesa di 57,2 milioni di euro per il 2011.<br />

Proprio l’utilizzo delle camere di detenzione<br />

per trattenere gli arrestati in attesa<br />

di direttissima ha suscitato particolare<br />

preoccupazione, per via del maggior carico<br />

di lavoro per un Personale di Polizia<br />

che già soffre di carenze di organico.<br />

Si parla, in dettaglio, di 327 camere di sicurezza<br />

presenti negli uffici della Polizia<br />

di Stato su tutto il territorio nazionale,<br />

molte delle quali inagibili o totalmente<br />

indecorose e lesive della dignità di chiunque<br />

fosse costretto a starvi all’interno.<br />

9


Qualcosa rispetto a cui il Ministro Severino<br />

ha affermato tra l’altro: “C’è stato un<br />

vaglio preliminare da parte delle Forze di<br />

Polizia e delle Forze interessate sull’idoneità<br />

delle camere di sicurezza si è fatto<br />

scrupolo di valutare se fossero adeguate<br />

per il contenimento dei detenuti per<br />

poche ore”.<br />

Una precisazione che ha suscitato immediata<br />

la reazione del <strong>Coisp</strong>, che per<br />

bocca del suo Segretario Generale,<br />

Franco Maccari, ha espresso “la più<br />

grande perplessità di fronte alle parole<br />

del Ministro, che ha parlato di un contenimento<br />

dei detenuti ‘per poche<br />

ore’, perché dall’alto della sua professionalità<br />

e competenza in materia sa<br />

10<br />

POLITICA<br />

Il Segr. Gen. del <strong>Coisp</strong> Franco Maccari<br />

perfettamente che questa affermazione<br />

è fuorviante e non realistica, e<br />

che spesso è un problema effettuare le<br />

direttissime entro le 48 ore, figuriamoci<br />

in un periodo ancora più breve.<br />

E far ‘sostare’ gli arrestati nelle camere di<br />

sicurezza per il tempo necessario alle<br />

procedure di rito (questo sì che richiede<br />

poche ore) è cosa ben diversa dal trattenerli<br />

in attesa che si metta in moto la<br />

macchina giudiziaria con tutte le sue<br />

complessità”.<br />

E rimane, del resto, in piedi l’insormontabile<br />

problema legato al fatto che le camere<br />

di sicurezza nella stragrande<br />

maggioranza dei casi non sono idonee –<br />

come è stato efficacemente mostrato da<br />

molti servizi giornalistici effettuati dai<br />

maggiori organi di informazione con servizi<br />

video che hanno cancellato ogni dubbio<br />

in proposito -.<br />

Senza contare l’ancor più pressante questione<br />

dell’assistenza di ogni tipo (da<br />

quella alimentare a quella sanitaria,<br />

ecc…) e della sorveglianza degli arrestati,<br />

“per cui – ha incalzato il Sindacato<br />

Indipendente - i Poliziotti non sono attrezzati<br />

nel primo caso, e non sono in<br />

servizio in numero sufficiente nel secondo,<br />

almeno se si vuole continuare a<br />

garantire la loro fondamentale presenza<br />

sulle strade a tutela dei cittadini”, dal


momento che tutto il personale da destinare<br />

alla sorveglianza degli arrestati<br />

(dieci Agenti di Polizia per un detenuto)<br />

sarà inevitabilmente sottratto<br />

agli altri servizi specifici.<br />

Questo, negli uffici di dimensioni ridotte<br />

dove magari è in servizio una<br />

sola Volante per turno, significherà che<br />

nessuno sarà in strada a presidiare il<br />

territorio.<br />

Il Ministro, di fronte alle critiche furiose<br />

mosse da più parti al provvedimento –<br />

anche per via della previsione di poter<br />

sottoporre gli stessi arrestati in flagranza<br />

ai domiciliari, che potranno essere<br />

concessi oltre tutto per gli ultimi 18<br />

mesi di pena a chi abbia una più lunga<br />

detenzione da scontare – ha difeso a<br />

spada tratta il decreto affermando che:<br />

“i delinquenti ‘veri’ resteranno dentro,<br />

e che non si tratta di una resa dello<br />

Stato, né di uno scaricabarile”.<br />

La Severino ha puntualizzato che “non<br />

è un decreto a seguito del quale le carceri<br />

si svuotano, perchè ci sarà un magistrato<br />

che valuterà la pericolosità<br />

sociale e il detenuto uscirà solo se meriterà<br />

gli arresti domiciliari”, invitando<br />

i giornalisti a non definirlo “svuota”<br />

bensì “salva-carceri”, facendo appello<br />

anche alla responsabilità dei media nell’informare<br />

i cittadini a proposito di un<br />

provvedimento che “fa parte – ha detto<br />

– di un mosaico” dal momento che c’è<br />

un disegno di legge già passato in Consiglio<br />

dei ministri per affrontare la problematica<br />

carceraria in maniera più<br />

completa”.<br />

Considerazioni quelle del Guardasigilli<br />

che, a ben vedere, aprono la strada ad<br />

un altro interrogativo: perché introdurre<br />

previsioni transitorie che - per<br />

stessa ammissione del Ministro - non<br />

sono risolutive, ma gravano ulteriormente<br />

e pericolosamente su due settori<br />

quali quello giudiziario, totalmente ingolfato,<br />

e quello della sicurezza, già in<br />

ginocchio per via di croniche carenze?<br />

“Sappiamo bene – ha osservato Maccari<br />

- che quella dell’utilizzo delle camere di<br />

sicurezza è una misura intesa come<br />

transitoria, temporanea, e che è previsto<br />

venga applicata solo laddove le<br />

strutture lo permettano. Ma sappiamo<br />

molto bene anche che, in pratica, si<br />

tradurrà in una complicazione ed un<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

intralcio lunghissimi e non indifferenti<br />

rispetto ai nostri compiti istituzionali.<br />

Ecco perché non possiamo non mettere<br />

in luce i limiti di una previsione la cui<br />

messa in pratica risulta talmente difficile<br />

da vanificare anche i risultati auspicati<br />

dal Governo.<br />

Si è pensato, infatti, a cosa vuol dire<br />

nel nostro farraginoso ed elefantiaco sistema<br />

giudiziario mettere in piedi un<br />

giudizio direttissimo entro 48 ore, magari<br />

in un periodo di festa? Si è pensato<br />

a cosa vuol dire in quello stesso<br />

sistema dover valutare migliaia e migliaia<br />

di posizioni per decidere chi<br />

potrà o non potrà godere dei domiciliari?<br />

Si è pensato a quanto inutile sia puntare<br />

tutto su poco più di 300 camere di<br />

sicurezza la maggior parte delle quali<br />

totalmente inadeguate?<br />

Si è pensato che queste previsioni non<br />

servono a molto per risolvere i problemi<br />

ma ne creano solo degli altri?”.<br />

“Ma soprattutto – conclude Maccari –<br />

, si è seriamente pensato a cosa accadrà<br />

in quei tanti uffici dove l’unica<br />

Volante in servizio dovrà rimanere in<br />

caserma a vigilare l’arrestato e quindi<br />

lasciare completamente sguarnito il<br />

territorio ed i cittadini dei servizi di<br />

prevenzione, sicurezza e soccorso<br />

pubblico?<br />

Abbiamo il dovere di sottolineare che<br />

percorrendo tale strada chi farà le spese<br />

di tutto questo, oltre a noi operatori<br />

della Sicurezza, saranno i cittadini”.<br />

La risposta, in pratica, riporta all’inizio<br />

del discorso… piove sul bagnato!<br />

11


12<br />

POLITICA<br />

Queste le principali misure del Decreto<br />

Legge 22 dicembre 2011, n.<br />

211 (pubbblicato in Gazzetta Ufficiale<br />

23 dicembre 2011, n. 297)<br />

recante “Interventi urgenti per il contrasto<br />

della tensione detentiva determinata<br />

dal sovraffollamento delle carceri ”.<br />

Il provvedimento prevede la possibilità di<br />

scontare ai domiciliari gli ultimi diciotto<br />

mesi di pena per i condannati, se il magistrato<br />

lo riterrà, e rende cogente la possibilità<br />

di utilizzare le celle di sicurezza<br />

di Questure e Caserme per evitare il cosiddetto<br />

“effetto tornello” nelle carceri,<br />

cioè le porte degli istituti di pena che si<br />

aprono e si chiudono nel giro di tre giorni<br />

per circa 23mila arrestati all'anno.<br />

Il provvedimento è stato modificato al Senato<br />

su due questioni importanti: è stato<br />

introdotto l’uso in prima battuta dei domiciliari<br />

per gli arresati in attesa di convalida<br />

o di giudizio per direttissima,<br />

I PUNTI SALIENTI<br />

DEL DECRETO LEGGE 211<br />

quando accusati di reati di competenza<br />

del giudice monocratico.<br />

Dalla misura sono esclusi i soggetti accusati<br />

di furto in appartamento, furto con<br />

strappo, rapina e estorsione semplici.<br />

La convalida avviene entro 48 ore, non<br />

più entro le 96. Si svolge, salvo che in<br />

caso di domiciliari, nel luogo in cui l’arrestato<br />

è custodito.<br />

Sarà il giudice ad andare nel posto dove<br />

si trova l'arrestato e non il contrario.<br />

In caso di "mancanza, indisponibilità o<br />

inidoneità" del domicilio, "o quando essi<br />

siano ubicati fuori dal circondario in cui<br />

si è eseguito l'arresto, o in caso di pericolosità<br />

dell'arrestato - si legge nel testo - il<br />

pubblico ministero dispone che sia custodito<br />

presso idonee strutture nella disponibilità<br />

degli Ufficiali o Agenti di Polizia<br />

Giudiziaria che abbiano eseguito l'arresto<br />

o che hanno avuto in consegna l'arrestato.<br />

In caso di mancanza, indisponibilità o<br />

inidoneità di tali strutture, o se ricorrono<br />

altre specifiche ragioni di necessità e urgenza,<br />

il pm dispone con decreto motivato<br />

che l'arrestato sia condotto nella<br />

casa circondariale del luogo dove è stato<br />

eseguito l'arresto ovvero, se ne possa derivare<br />

grave pregiudizio per le indagini,<br />

presso altra casa circondariale".<br />

I parlamentari europei possono accedere<br />

in visita alle camere di sicurezza e gli istituti<br />

di pena. Il testo prevede la chiusura<br />

degli ospedali psichiatrici giudiziari, fissata<br />

al 31 marzo 2013. In ciascuna Regione<br />

deve essere concluso uno specifico<br />

accordo con l'amministrazione penitenziaria<br />

per individuare una o più strutture<br />

sanitarie, fra quelle in possesso dei requisiti<br />

minimi per le strutture residenziali<br />

psichiatriche, da destinare alla sostituzione<br />

dell'Opg di riferimento.<br />

Inoltre, si stabilisce che devono essere<br />

definite le rispettive competenze nella


gestione delle strutture sostitutive individuando<br />

le funzioni del servizio sanitario<br />

nazionale e quelle di competenza<br />

dell'amministrazione penitenziaria.<br />

Vengono anche istituiti presidi di sicurezza<br />

e vigilanza situati lungo il perimetro<br />

delle strutture, dunque all'esterno dei<br />

reparti in cui le strutture si articolano.<br />

Secondo la commissione parlamentare di<br />

inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio<br />

sanitario nazionale, a novembre questa<br />

era la situazione che si registrava:<br />

nell'Opg di Aversa 221 internati di cui 66<br />

dimissibili; a Barcellona Pozzo di Gotto: 367<br />

internati e 106 dimissibili, a Castiglione<br />

delle Stiviere: su 289 internati 78 dimissibili,<br />

a Montelupo Fiorentino e Secondigliano,<br />

rispettivamente 141 internatui per<br />

ogni opg e 45 dimissibili in ogni istituto.<br />

Nell'Opg di reggio Emilia 245 gli internati<br />

di cui 106 i dimissibili. Resta la cosiddetta<br />

“norma Lusi”: introdotta al Senato con un<br />

emendamento a prima firma Luigi Lusi<br />

(Pd), retrodata al primo luglio 1988 la<br />

possibilità di chiedere risarcimento per<br />

ingiusta detenzione.<br />

Infine, sempre al fine di contrastare il sovrappopolamento<br />

degli istituti presenti<br />

sul territorio nazionale, per l'anno 2011,<br />

è autorizzata la spesa di euro 57.277.063<br />

per le esigenze connesse all'adeguamento,<br />

potenziamento e alla messa a<br />

norma delle infrastrutture penitenziarie.<br />

“Sarà mia cura che questo denaro sia<br />

speso nel migliore dei modi soprattutto<br />

per completare opere che sono a buon<br />

punto», ha spiegato il Ministro della Giustizia,<br />

Paola Severino.<br />

Il Guardasigilli ha poi spiegato altre caratteristiche<br />

del Decreto: “Ho previsto –<br />

ha detto - un sistema di detenzione non<br />

carceraria per pene non superiori ai 4<br />

anni, con la reclusione nella propria abitazione<br />

o in altra privata dimora”.<br />

Si passa dal sistema cautelare preventivo<br />

“al sistema penale vero e proprio, prevedendo<br />

accanto alla sanzione della reclusione<br />

la reclusione domiciliare, con la<br />

prescrizione di particolari modalità di<br />

controllo: non dei mezzi elettronici, che<br />

non ritengo opportuno attivare perché<br />

devono ancora essere sperimentati e dimostrare<br />

di avere costi inferiori alla detenzione<br />

carceraria”.<br />

In pratica ad apertura del “dibattimento<br />

si individua un percorso rieducativo per<br />

il quale deve subito essere espressa l'opzione:<br />

chi lo accetta non entra in carcere<br />

e presta lavori di pubblica utilità pur continuando<br />

a lavorare e a mantenere la sua<br />

vita familiare.<br />

Il percorso si blocca se nel frattempo chi<br />

viene messo alla prova torna a commettere<br />

reati della stessa indole, in tal caso<br />

riparte il processo che era stato sospeso”.<br />

Severino ha quindi annunciato la nascita<br />

della “Carta dei diritti del detenuto” che indica<br />

“ciò che può fare e ciò che non può fare”.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Uno strumento che “potrebbe aiutare<br />

molto a superare quel disorientamento<br />

che pervade chiunque entri per la prima<br />

volta in un carcere”, ha sottolineato il Ministro<br />

precisando che “verrebbe tradotta<br />

nelle lingue più diffuse nella popolazione<br />

carceraria più vasta e verrà estesa ai familiari<br />

che fin dall'inizio non sanno cosa<br />

possono fare, quali vestiti portare”. In<br />

questa carta dei diritti, “c'é anche la<br />

scelta di prestare il previo consenso all'uso<br />

eventuale di mezzi di controllo.<br />

Sottolineo eventuale: se dovessero essere<br />

applicati mezzi alternativi di controllo é<br />

bene avere comunque il previo consenso”.<br />

Da ultimo, sarebbe anche prevista “la revisione<br />

delle circoscrizioni in attuazione<br />

delle delega già conferita, iniziando dai<br />

giudici di pace”.<br />

Il guardasigilli, per il quale “un centinaio<br />

di circoscrizioni di giudici di pace potrebbero<br />

essere eliminate”, ha spiegato che<br />

“la delega verrà attuata per gradi”.<br />

La riforma “coinvolge come numero massimo<br />

ottenibile incrociando i quattro criteri<br />

del provvedimento circa 500mila unità”<br />

con un “risparmio di 20 milioni di euro”.<br />

Il ministro ha quindi citato “un meccanismo<br />

sperimentato in Trentino dove alcuni<br />

Comuni hanno chiesto il mantenimento<br />

della circoscrizione con le spese a carico<br />

del Comune o di comprensori di Comuni.<br />

Può essere una opzione purché non a carico<br />

del ministero”.<br />

13


14<br />

POLITICA<br />

IN STRADA PIÙ DELINQUENTI<br />

Intervento del Co.I.S.P. di Padova sul decreto “Svuota­Carceri”<br />

Il sentimento che il Comparto Sicurezza<br />

ha provato al cospetto della<br />

conversione del decreto-legge del 22<br />

dicembre 2011 n. 211, il cosiddetto<br />

“svuota carceri”, proposto dal Ministro<br />

per la Giustizia, è di delusione e d ‘impotenza.<br />

Malgrado il grido di allarme che le Organizzazioni<br />

Sindacali del Comparto Sicurezza<br />

hanno rivolto a questo Governo, il<br />

provvedimento emanato in materia di<br />

emergenza penitenziaria è uscito ugualmente<br />

dalle aule del Parlamento nella sua<br />

formula più deleteria e stravolgendo l'assetto<br />

delle Polizie Giudiziarie operanti in<br />

questo paese.<br />

“Un atto d'insana ipocrisia”, precisa il Segretario<br />

Generale del COISP padovano,<br />

“che collide con la crudele realtà di ogni<br />

giorno. La nuova legge impone che la Polizia<br />

di Stato, l'Arma dei Carabinieri e la<br />

Guardia di Finanza, quali Organi di Polizia<br />

E MENO POLIZIOTTI<br />

Il Ministro della Giustizia Paola Severino e il Presidente del Consiglio Mario Monti


Giudiziaria maggiormente operative sul territorio<br />

nazionale, trattengano nelle proprie<br />

camere di sicurezza gli arrestati per poi portarli<br />

direttamente davanti al Giudice, senza<br />

che questi ultimi passino per il carcere.<br />

Il legislatore, però, non ha capito che cambiando<br />

l'ordine dei fattori il risultato non<br />

cambia! Le nostre prigioni saranno sempre<br />

piene e non sarà sufficiente prolungare<br />

il periodo massimo per gli arresti domiciliari<br />

o depenalizzare alcuni reati, lo Stato<br />

deve comprendere che non può lesinare<br />

sulla sicurezza”.<br />

Questa è la presa di posizione del Sindacato<br />

Indipendente di Polizia nei confronti<br />

di una normativa che sposta, di<br />

fatto, il problema carcerario dalle strutture<br />

penitenziarie alle Questure, alle<br />

Stazioni dei Carabinieri e alle Caserme<br />

della Finanza, così ingolfando ancor di<br />

più l'attività di controllo del territorio,<br />

della prevenzione e della repressione<br />

dei reati.<br />

“Eppoi, diciamolo una volta per tutte, i<br />

detenuti costano moltissimo ed in questo<br />

momento di tagli, sono un 'bene di lusso'<br />

che lo Stato non può permettersi e quindi,<br />

è meglio rimetterli per strada!”, prosegue<br />

il segretario Frison, “Il Governo, invece<br />

di aumentare gli strumenti, gli<br />

uomini e i mezzi alle Forze di Polizia per<br />

svolgere ancor meglio la loro attività, va<br />

esattamente dalla parte opposta del buon<br />

senso, scaricando l'annosa questione del<br />

sovraffollamento delle carceri a quegli organi<br />

che sono deputati a garantire un<br />

puntuale ed efficiente servizio di pronto<br />

intervento.<br />

Non abbiamo camere di sicurezza degne di<br />

ospitare quei cittadini a cui è stata ristretta<br />

la libertà personale.<br />

Non abbiamo Poliziotti da distogliere dal<br />

pattugliamento delle città.<br />

Non abbiamo un servizio di pronto soccorso e<br />

di prime cure per gli indagati in stato di arresto.<br />

Non abbiamo un servizio di mensa necessario<br />

a distribuire un pasto.<br />

A Padova, non abbiamo nemmeno una Que-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

stura idonea a rispondere alle moderne esigenze<br />

di questa città, figuriamoci se possiamo<br />

detenere, anche momentaneamente, degli<br />

arrestati in lugubri stanzette!”<br />

A fronte della situazione denunciata da<br />

questa O.S., il Segretario Generale del<br />

COISP Frison Loris lancia un'iniziativa:<br />

“Per poter sensibilizzare il legislatore sulla<br />

delicata materia della sicurezza dei cittadini,<br />

invitiamo TUTTI i partiti politici ad<br />

unirsi con noi al volantinaggio di protesta<br />

di fronte alla Questura e alla Prefettura.<br />

Sappiamo che non ci mancherà la consueta<br />

solidarietà della cittadinanza padovana”.<br />

15


16<br />

CRONACA<br />

Mutata ragione sociale, palese disprezzo della legge,<br />

attacco violentissimo contro le Forze dell'Ordine<br />

Il movimento No-Tav ha fatto registrare<br />

nel tempo 'una mutazione delle<br />

proprie caratteristiche sia quantitative<br />

che qualitative' e dalla protesta si<br />

è passati in alcuni casi ad 'aggressioni alle<br />

Forze dell'ordine, danneggiamenti, intimidazioni<br />

e minacce a giornalisti o persone<br />

non allineate alle posizioni No-Tav, azioni<br />

para-terroristiche'.<br />

E' quanto sottolineano, i documenti elaborati<br />

dagli investigatori che indagano<br />

sugli incidenti avvenuti l'estate scorsa<br />

durante le manifestazioni in Val di Susa.<br />

I numeri del 2005 (per esempio contestazioni<br />

di Venaus) si sono nel tempo ridimensionati.<br />

Persone, che avevano alimentato<br />

NO­TAV:<br />

L’ALLERTA DEGLI INVESTIGATORI, DALLA<br />

PROTESTA AD AZIONI PARA­TERRORISTICHE<br />

di Antonio Capria


la protesta per lo più pacifica degli anni<br />

precedenti, consapevolizzandone la piega<br />

violenta, si sono rimodulate anche allontanandosi<br />

dalle iniziative più marcate del<br />

movimento.<br />

Di converso -viene rilevato- è incrementata<br />

la pervicacia ed aggressività dell'affronto<br />

verbale, delle provocazioni e delle<br />

azioni. E ciò in virtù del fatto che la 'ragione<br />

sociale' del movimento non si limita<br />

alla pur vivace esposizione e visibilità<br />

delle posizioni contrarie all'opera ma mira<br />

apertamente all'impedimento materiale<br />

della prosecuzione delle attività attualmente<br />

in corso presso il cantiere LTF'.<br />

'Assedi al cantiere, tagli delle reti, aggressioni<br />

alle forze dell'ordine, danneggiamenti,<br />

intimidazioni e minacce a<br />

giornalisti o persone non allineate alle<br />

posizioni No-Tav, azioni para-terroristiche<br />

(per esempio tentativo di incendio del<br />

portone di ingresso di un ufficio del Sindaco<br />

di Chiomonte, su posizioni possibiliste<br />

all' opera), blocchi autostradali e<br />

ferroviari' rappresentano una realtà che<br />

viene ormai vissuta 'da un ampio bacino,<br />

variamente identificantesi sotto l'insegna<br />

No-Tav, nel palese disprezzo della legge<br />

in un limbo di legalità sospesa'.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

La Valle di Susa, rilevano gli investigatori nel<br />

documento, 'è progressivamente divenuta<br />

meta di soggettività pure non indigene,<br />

spesso già inclini a quella violenza organizzata<br />

che sta recentemente sempre più palesandosi<br />

in campo non solo nazionale, alla<br />

ricerca di spazi/occasioni per liberare le pulsioni<br />

più violente e nichiliste senza specifico<br />

riguardo alle tematiche proposte'.<br />

Il tutto si sviluppa sotto il sapiente e collaudato<br />

coordinamento di aggregati antagonisti<br />

locali', che sono 'particolarmente abili<br />

nelle pratiche di opposizione antisistema<br />

anche violenta. Nel tempo, questa palestra<br />

antagonista ha fatto maturare ed emergere,<br />

negli stessi valligiani già asserviti alla causa<br />

No-Tav integralista, atteggiamenti antisistema<br />

di forte rifiuto e contrasto verso le<br />

istituzioni e l’autorità dello Stato'.<br />

Il 27 Giugno dello scorso anno i protagonisti<br />

degli incidenti 'si sono avvantaggiati<br />

delle difficoltà operative e della posizione<br />

di favore per attaccare forze dell'ordine e<br />

maestranze che operavano su macchinari.<br />

Vi è stata una manifesta perdita di<br />

ogni freno inibitorio nei prolungati periodi<br />

in cui, dall'alto, sono stati lanciati<br />

pesanti estintori, grossi pali in legno,<br />

sassi, etc. su poliziotti e carabinieri<br />

L’INCHIESTA:<br />

26 arresti in tutta Italia per scontri in Val Susa<br />

Scatta all’alba del 26 gennaio scorso<br />

il blitz della Polizia che, con arresti<br />

e perquisizioni in tutta Italia, punta<br />

a stroncare quella che viene definita<br />

dagli inquirenti, in un primo momento,<br />

l'ala più dura del movimento No Tav.<br />

Venticinque ordini di custodia cautelare<br />

in carcere (scesi a 24 nel pomeriggio dopo<br />

il rilascio di una donna incinta), uno agli<br />

arresti domiciliari, 15 provvedimenti di<br />

obbligo di dimora e un divieto di entrare<br />

nella provincia di Torino sono il bilancio<br />

finale dell'inchiesta della Digos e della<br />

procura di Torino sui violentissimi scontri<br />

che si scatenarono in Valle di Susa il 27<br />

giugno e il 3 luglio dello scorso anno.<br />

Scontri che costarono 211 feriti tra poliziotti<br />

e carabinieri.<br />

Nella rete finiscono un brigatista degli<br />

anni Settanta, un ex di Prima Linea, vecchi<br />

avventurieri anarchici, ragazzi e ragazzini<br />

che frequentano i Centri sociali,<br />

presunti veterani degli scontri di piazza,<br />

studenti universitari, attivisti della politica<br />

e del sindacato, un consigliere comunale:<br />

si trova un po' di tutto, dal<br />

giovanotto con i capelli rasta al barbiere,<br />

fino all'anziano rivoluzionario stempiato,<br />

nell'elenco delle persone arrestate dalla<br />

polizia nell'inchiesta No Tav, persino tre<br />

minorenni (denunciati).Il consigliere comunale<br />

è Guido Fissore, 67 anni, che siede<br />

nel municipio di Villar Focchiardo (un<br />

• Continua a pag. 25<br />

17


CRONACA<br />

che, vinta la resistenza della barricata,<br />

risalivano faticosamente la china che<br />

porta verso l'area del Museo Archeologico.<br />

I numerosi feriti testimoniano della gravità<br />

dei comportamenti di chi, in un delirio<br />

violento, ha voluto o, nella più<br />

generosa delle improbabili ipotesi, non<br />

può non aver previsto le più gravi conseguenze<br />

del proprio agire'.<br />

La principale opzione delle Forze di Polizia<br />

'è rimasta sempre quella di assorbire<br />

l'attacco che è avvenuto a freddo e deliberatamente,<br />

tentando di scongiurare al<br />

massimo, specie attraverso l'uso di artifici<br />

lacrimogeni, le insidiose occasioni di<br />

contatto diretto.<br />

Quale elemento giustificativo delle violenza<br />

-sottolineano gli investigatorioltre<br />

a lamentare l'impiego di sostanze<br />

illegali, è stata surrettiziamente costruita,<br />

da parte del movimento, la fantasiosa<br />

ipotesi secondo cui queste<br />

sarebbero state provocate dall'uso dei lacrimogeni.<br />

A prescindere dalla cronologia<br />

della sequenza (violenza dei manifestanti<br />

prima ed uso dei lacrimogeni poi), appare<br />

quantomeno bizzarra questa innovativa<br />

causa di esclusione del reato per cui a<br />

lacrimogeno lanciato corrisponderebbe<br />

la singolarescriminante'.<br />

I manifestanti del 3 Luglio, 'travisati ed attrezzati<br />

di tutto punto (maschere antigas,<br />

bottiglie molotov, scudi in plexiglass,<br />

fionde, fromboli, etc.), circostanze che ben<br />

dimostrano la puntuale preparazione e<br />

premeditazione delle azioni, hanno proditoriamente<br />

raggiunto l'area retrostante il<br />

museo per avvantaggiarsi della fitta<br />

boscaglia e sferrare un attacco violentissimo<br />

contro le Forze dell'Ordine secondo<br />

un cliché che si sta recentemente e drammaticamente<br />

riproponendo, in tutta la sua<br />

pericolosità, anche in altri contesti di sommossa<br />

in cui si inseriscono pericolosamente<br />

soggettività ed aggregati che, sotto<br />

l'etichetta più o meno appropriata e generalista<br />

di black-bloc, pongono in serio pericolo<br />

la vita delle persone, beni materiali<br />

ed il sovrano bene pubblico dell'ordinato<br />

(nello stesso interesse dei pacifici manifestanti)<br />

svolgersi delle manifestazioni'.<br />

La durata dell'attacco è stata tale 'da far<br />

ulteriormente argomentare nel senso di<br />

una strategia pianificata e/o di una pervicacia<br />

che è andata alimentandosi nonostante<br />

il dispositivo di sicurezza si<br />

limitasse alla tenuta del perimetro di cantiere<br />

senza lanciarsi in una sistematica<br />

caccia dei violenti che, attesa la natura del<br />

territorio boschivo, avrebbe potuto sortire<br />

più gravi conseguenze. Il gravissimo episodio<br />

del temporaneo sequestro del carabiniere<br />

cui è stata sottratta la pistola ha<br />

rappresentato ulteriore termometro di<br />

una situazione i cui protagonisti hanno<br />

scientemente voluto e perseguito in una<br />

delirante spirale di violenza gratuità.<br />

La degenerazione della protesta, osservano<br />

gli apparati investigativi, 'non è<br />

stata frutto di un’emotività esacerbata da<br />

fatti imprevisti o dal precipitare di situazioni<br />

contingenti. L'apparato di sicurezza<br />

dispiegato, anche alla luce dell'esperienza<br />

maturata in occasione di eventi similari,<br />

si è ispirato prioritariamente alla difesa<br />

del sito, arginando i tentativi di sfondamento<br />

proditoriamente effettuati'.<br />

Sono 'molti gli indicatori relativi alla potenziale<br />

reiterazione delle violenze: numerosi<br />

dei soggetti considerati -viene<br />

rilevato nel documento- hanno recidive<br />

specifiche, il movimento No-Tav non ha<br />

mai smesso di sostanzialmente legittimare<br />

situazioni analoghe'.<br />

In zona infatti, 'anche nei periodi successivi<br />

si sono registrate azioni improntate all’illegalità<br />

diffusa con ripetute azioni di attacco<br />

al cantiere ed alle forze dell'ordine<br />

che sono divenute il bersaglio preferito dei<br />

violenti, annunci di riconquista del cantiere<br />

anche attraverso il compimento di palesi<br />

illegalità (per esempio taglio delle reti).<br />

Di fatto, 'il contesto ambientale rimane il<br />

medesimo' e 'il cantiere è soltanto nella<br />

sua operatività iniziale che, si rammenta,<br />

durerà più di due anni'.


paese della Valsusa) come espressione di<br />

una lista civica No Tav: fu lui ad accompagnare<br />

una scolaresca bergamasca in visita<br />

al cantiere di Chiomonte. Quell’episodio<br />

fu denunciato dal COISP, che investì dell’accaduto<br />

il Ministro dell’Istruzione.<br />

Gli indagati abitano a Torino, Milano, Bergamo,<br />

Belluno, Foggia, Sassuolo, Genova,<br />

Roma, Parma, Macerata, Cremona, Cosenza,<br />

in Francia, ma tutti erano saliti in<br />

Valle di Susa per unirsi alle dimostrazioni<br />

dei No Tav e tutti, come risulta agli esperti<br />

della Digos dopo l'analisi di fotografie e<br />

filmati, invece di limitarsi a cantare slogan<br />

hanno preso parte a quella che il gip<br />

Federico Bompieri ha definito senza<br />

mezzi termini 'una guerriglia'.<br />

Il procuratore Gian Carlo Caselli precisa<br />

che non è un'inchiesta contro il movimento<br />

No Tav né contro la libertà di manifestare<br />

e nemmeno contro la Valle di Susa<br />

(solo due sono i valligiani arrestati), ma<br />

'un'operazione di cesello' diretta a perseguire<br />

singoli episodi di resistenza e lesioni.<br />

E' un'inchiesta - dice il gip - che riguarda<br />

'movimenti dell'area anarchica e antagonista'<br />

ed è, comunque, contro soggetti che<br />

sono 'da tempo impegnati in azioni di protesta<br />

contro le istituzioni', e quindi non solo<br />

contro il Tav. 'In Valle - osserva Caselli - si<br />

creò un punto di coagulo di forze diverse'.<br />

Due sono le giornate prese in esame. Il<br />

27 giugno la polizia sgombera il presidio,<br />

esteso per decine di km quadrati, che i<br />

No Tav mantengono da mesi alla Maddalena<br />

di Chiomonte dove e' previsto il<br />

primo cantiere del treno ad alta velocità.<br />

Ci vogliono ruspe e benne per sventrare le<br />

barricate erette dai dimostranti, i quali, a<br />

migliaia, tentano anche di impedire alle<br />

forze dell'ordine di risalire le strade lanciando<br />

sassi. “Sembrerebbe un gioco di<br />

ruolo ambientato in un contesto medievale<br />

- sono le sconcertate parole del gip - se non<br />

fosse che tutto è stato messo in pratica”.<br />

Gli 'assedianti' vengono accolti da una<br />

sassaiola fittissima e Guido Fissore, 67<br />

anni, consigliere comunale a Villar Focchiardo,<br />

viene riconosciuto come l'uomo<br />

claudicante dai capelli bianchi che tempesta<br />

gli agenti con una stampella mandandone<br />

quattro in ospedale: arrestato<br />

questa mattina, sul web diventa subito<br />

un eroe, 'l'Enrico Toti' della Valsusa.<br />

Il 3 luglio si replica. Questa volta sono i No<br />

Tav a stringere d'assedio la Maddalena, che<br />

nel frattempo e' stata recintata dalle forze<br />

dell'ordine. I cortei raccolgono decine di<br />

migliaia di simpatizzanti No Tav e 400 di<br />

loro decidono di 'riprendersi il cantiere' -<br />

dicono - con un assalto in piena regola che<br />

il gip descrive come 'una guerriglia'con-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

dotta 'in un ambiente impervio e ostile'.<br />

Gli agenti vengono bersagliati da massi,<br />

bombe carta, molotov, fumogeni, bottiglie<br />

di ammoniaca; gli aggressori si danno il<br />

cambio nascondendosi nei boschi, un carabiniere<br />

rischia grosso quando, durante<br />

una carica, viene isolato dal reparto, picchiato<br />

e sequestrato. Ma l'offensiva è respinta.<br />

E al cantiere si comincia a lavorare.<br />

Subito dopo scattano le indagini.<br />

19


20<br />

L’INIZIATIVA<br />

<strong>Numero</strong>si importanti esponenti istituzionali e politici a Lamezia Terme<br />

per il convegno in memoria del sovrintendente Salvatore Aversa<br />

e di sua moglie Lucia Precenzano<br />

OMICIDIO AVERSA, 20 ANNI DOPO<br />

Debellare l’enorme area grigia che fa finta di non vedere<br />

Presso la Sala Napolitano del Comune<br />

di Lamezia Terme, in via Perugini,<br />

si è tenuto il convegno<br />

sulla “SICUREZZA E DIFESA” organizzato<br />

dalla Segreteria Provinciale del<br />

Co.I.S:P: ove sono intervenuti ospiti e relatori<br />

di grande spessore, e diversi esponenti<br />

politici ed istituzionali.<br />

L'incontro, al quale hanno partecipato i<br />

tre figli dei coniugi Aversa, Valter, Paolo<br />

e Giulia) è stato aperto dal Segretario Regionale<br />

Aggiunto del Co.I.S.P. Vincenzo<br />

Albanese, che ha evidenziato il dispiacere<br />

per la mancata detenzione dei killer dei<br />

coniugi Aversa, due esponenti della criminalità<br />

organizzata pugliese, rei confessi<br />

e collaboratori di giustizia. Sono<br />

trascorsi vent’anni dalla barbara uccisione<br />

di Salvatore Aversa e della moglie<br />

Lucia Precenzano. Ma il ricordo di un<br />

uomo che è stato un esempio per molti<br />

continua ad essere vivo in tutti. E non<br />

solo nei lametini ma in tutti quelli che lo<br />

hanno conosciuto. Un ricordo che è stato<br />

testimoniato nella grande festa organizzata<br />

dal Co.I.S.P., il Sindacato Indipendente<br />

di Polizia, che nella sala Napolitano<br />

in via Perugini ha voluto celebrare il ventennale<br />

della morte del sovrintendente<br />

Aversa e di sua moglie, assassinati il 4<br />

gennaio del 1992 in via Dei Campioni.<br />

In tutti gli interventi che si sono susseguiti<br />

è emerso il profilo di un uomo che<br />

è stato un servitore fedele dello Stato,<br />

ligio, intransigente, caparbio, onesto. Un<br />

esempio per tutti. Soprattutto per i giovani,<br />

che hanno il dovere morale di mantenere<br />

viva la figura di un uomo che è<br />

morto servendo lo Stato. Aversa venne<br />

massacrato in una di quelle «rare rotture»<br />

della ‘ndrangheta nei confronti<br />

delle Forze dell’Ordine, perchè lavorava<br />

instancabilmente dando la caccia alla criminalità<br />

locale, forte della sua esperienza<br />

e della sua conoscenza del territorio e<br />

della malavita locale, senza fare sconti a<br />

nessuno. Fu il primo infatti a tracciare la<br />

mappa della criminalità cittadina.<br />

E questo probabilmente ha dato fastidio<br />

a qualcuno.<br />

Tante sono state le testimonianze che<br />

hanno ricordato il suo vissuto, rimarcando<br />

le doti di un Poliziotto talmente fedele<br />

ai propri principi e al proprio dovere<br />

da rappresentare un modello «che oggi<br />

manca in tante componenti della società»,<br />

Sulle indagini per l'omicidio del Sovrintendente<br />

della Polizia Salvatore Aversa<br />

e della moglie Lucia Precenzano , uccisi<br />

20 anni fa (il 4 gennaio del 1992) a Lamezia<br />

Terme, "sono state costruite ingiustamente<br />

delle carriere e l'ingiusta teoria<br />

dell'eroina Rosetta Cerminara.


SICUREZZA E POLIZIA<br />

Ma nessuno, tranne alcuni giornalisti e<br />

cito per tutti Aldo Varano, ha fatto autocritica".<br />

A dirlo è stato il responsabile<br />

della sede ANSA della Calabria, Filippo<br />

Veltri, intervenendo al convegno per ricordare<br />

quel delitto e consegnare 26<br />

borse di studio intitolate alla memoria<br />

di Aversa ad altrettanti studenti figli di<br />

Poliziotti.<br />

Veltri - che di quell'omicidio e delle successive<br />

indagini fu cronista e per questo<br />

invitato oggi dal Co.I.S.P. - ha poi citato<br />

un passo di un articolo scritto recentemente<br />

dal Direttore del Quotidiano della<br />

Basilicata, Paride Leporace , anch'egli cronista<br />

di quei fatti: "Aversa - ha scritto Leporace<br />

- era un investigatore che usava<br />

metodi forti anche con le donne dei boss,<br />

nessun privilegio per loro, capaci di prendere<br />

il comando quando i loro uomini finivano<br />

in galera. Da qui la decisione di<br />

trucidare anche la moglie del Poliziotto:<br />

altre riflessioni mancate per femministe,<br />

sociologhe e professioniste dei seminari<br />

sulla legalità nelle scuole". Veltri ha<br />

anche ricordato i colloqui avuti all'epoca<br />

dei primi processi con l'avvocato Armando<br />

Veneto, difensore di uno dei primi<br />

due imputati, poi assolti, Giuseppe Rizzardi<br />

(l'altro, renato Molinaro, è morto).<br />

"Continuava a ripetere - ha detto Veltri -<br />

di non sposare la tesi della supertestimone<br />

eroina e che il suo assistito era innocente.<br />

E dai miei appunti che diceva<br />

così perché era appunto il difensore, Veneto<br />

rispondeva sempre: non è così, leggete<br />

le carte, leggete le carte e la verità<br />

verrà fuori". Veltri, infine, ha sottolineato<br />

la necessità che finisca la fase "dell'antimafia<br />

a giorni alterni, quella dei luoghi<br />

comuni. Serve un'antimafia senza formalismi,<br />

ma soprattutto serva un impegno<br />

quotidiano da parte di tutti, quello che ci<br />

metteva Aversa nel suo lavoro".


L’INIZIATIVA<br />

Il Questore di Catanzaro, Vincenzo Roca,<br />

ha citato un passo dell'Eneide ("così si va<br />

alle stelle") per sottolineare il valore di "<br />

tutti quegli eroi senza volto che sono gli<br />

Agenti che quotidianamente svolgono<br />

con impegno e dedizione il loro lavoro<br />

ma i cui volti diventano noti solo quando<br />

perdono la vita per motivi di servizio".<br />

Il Sindaco di Lamezia Terme Gianni<br />

Speranza, ha evidenziato come l'Amministrazione<br />

voglia "rinsaldare il legame<br />

con le Forze di Polizia.<br />

Un rapporto di cui la città ha bisogno<br />

anche per affrontare le difficoltà che<br />

stanno davanti a noi. Quello di oggi - ha<br />

aggiunto - non deve essere solo un momento<br />

celebrativo ma anche quello per<br />

segnalare la preoccupazione per gli<br />

ostacoli enormi che ci attendono e<br />

quindi la necessità di intraprendere un<br />

cammino di riscatto per ottenere una<br />

vita migliore di quanto non lo sia stata<br />

in passato".<br />

Una testimonianza personale di Aversa<br />

è giunto dal Consigliere Comunale<br />

Francesco Grandinetti, che ha ricordato<br />

quando Lamezia era terra di sequestri<br />

di persona ed il Sovrintendente della<br />

Polizia lo seguiva per vigilare sulla sua<br />

sicurezza di ragazzino. "Aveva capito<br />

che c'era qualcosa - ha aggiunto Grandinetti<br />

- ed infatti pochi mesi dopo fu<br />

rapito mio nonno". Dal Vice Presidente<br />

di Confagricoltura di Catanzaro, Rocco<br />

Mazza, è invece giunto un invito affinché<br />

"l'antimafia di parola lasci il posto<br />

a quella dei fatti". Il Capo Gabinetto<br />

della Questura Nicola Mirello, che<br />

giunse a Lamezia Terme come giovane<br />

funzionario poche settimane dopo il<br />

delitto, ha rimarcato come "la luce dell'esempio<br />

di Aversa non é venuta meno<br />

in chi lavora nel Commissariato ma ciò<br />

non basta, serve l'impegno di tutte le<br />

componenti della società".<br />

Il Senatore Luigi de Sena, ex Vice Capo<br />

della Polizia e Prefetto di Reggio Calabria,<br />

dopo avere dato ragione a Veltri auspicando<br />

che il sistema "impari a fare autocritica<br />

e ad evitare che in futuro si<br />

possano evitare certi percorsi", ha poi evidenziato<br />

come "si pretendono atti di eroismo<br />

da chi denuncia fatti di criminalità<br />

ma poi li si lascia soli.<br />

Bisognerebbe aprire un dibattito in<br />

tempi rapidi per raggiungere ad un sostengo<br />

vero per i denunziati". L'on.<br />

Doris Lo Moro ha parlato di Aversa<br />

"come una storia esemplare. Ma quel<br />

che è sconvolgente è che nel 20<strong>02</strong> il Co-<br />

mune è stato sciolto nuovamente per<br />

mafia. Il che significa che la chiarezza<br />

non è stata mai praticata. In una società<br />

in cui si parla di antiracket e poi non c'é<br />

una denuncia di estorsione significa che<br />

la società civile deve svegliarsi e dire no<br />

all'ipocrisia diffusa".<br />

Un monito alla società civile è venuto<br />

anche dall'On. Mario Tassone, secondo il<br />

quale c'é "una criminalità che si annida<br />

negli Uffici e nelle Istituzioni e che grazie<br />

alla copertura del perbenismo è ancora<br />

più pericolosa". " Aversa - ha detto il deputato<br />

Italo Bocchino - è stato ucciso perché<br />

sul lavoro era intransigente e<br />

particolarmente ligio al dovere. Un atteggiamento<br />

che non tutti hanno, in ogni<br />

settore della nostra società. Il problema<br />

da debellare è l'enorme area grigia che fa<br />

finta di non vedere".<br />

I lavori sono stati conclusi dal Segretario<br />

Nazionale del Co.I.S.P. Franco Maccari, che<br />

ha rimarcato come "l'intransigenza di<br />

Aversa deve essere la linea di condotta<br />

delle categorie che rappresentano i cittadini,<br />

siano esse di natura politica, sindacale<br />

ed altro ancora. C'é la necessità di<br />

dare la scossa ad una parte maggioritaria<br />

della popolazione silente perché come<br />

anestetizzata".


SICUREZZA E POLIZIA<br />

Consegnate dal Co.I.S.P.<br />

26 BORSE DI STUDIO<br />

a studenti calabresi<br />

in ricordo dei coniugi Aversa<br />

Lillo Giuseppe Odoardi, Carmelo<br />

Manuel, Federica Mancuso, Syria<br />

Conidi, Chiara Lia, Vittorio Loprete,<br />

Giglielmo Sità, Gianmarco<br />

Mellace, Vincenzo Perri, Sashi Russolillo,<br />

Serena Borza, Anna Marinaro, Antonio<br />

Passante, Irene Rotundo, Emma Cacia,<br />

Salvatore Perri, Fausto Marziano, Revel<br />

Lento, Alessio Vittorio Mercuri, Giuseppe<br />

Albanese, Luca Nosdeo, Damiano Pane,<br />

Luna Isabella, Alessandra Torchia, Rosi<br />

Marilena Gualtieri, Davide Vecchi.<br />

Sono questi i nomi dei ventisei studenti<br />

ai quali sono andate le borse di studio<br />

23


L’INIZIATIVA<br />

volute dal Co.I.S.P., Sindacato Indipendente<br />

di Polizia, che sono state assegnate<br />

dalla Segretaria Provinciale di<br />

Catanzaro.<br />

“Ventisei meravigliosi ragazzi, ventisei<br />

allievi meritevoli, ventisei promettenti<br />

cittadini, che simbolicamente<br />

vogliamo premiare in un giorno che gli<br />

fornisca l’immagine da portare sempre<br />

dentro di sé, per tutta la vita, come<br />

esempio, ispirazione e guida.<br />

L’immagine di chi non c’è più perché<br />

ha sacrificato tutto per i propri ideali<br />

e la propria fede, assurgendo però così<br />

a modello altissimo di onore, valore, di<br />

un’esistenza carica di significato.<br />

Parlo ovviamente delle figure impareggiabili<br />

del Sovrintendente di Polizia<br />

Salvatore Aversa e di sua moglie, Lucia<br />

Precenzano”.<br />

E’ Vincenzo Albanese, Segretario Regionale<br />

Aggiunto del Co.I.S.P. Calabrese, a<br />

presentare orgogliosamente l’iniziativa<br />

dell’assegnazione delle borse di studio<br />

ai ventisei candidati per i quali è stato<br />

adottato il criterio dell’equa distribuzione<br />

della somma prevista - con l’assegnazione<br />

a ciascuno di 135 euro -,<br />

possibile grazie al generoso contributo<br />

della Provincia di Catanzaro e del Comune<br />

di Lamezia Terme.<br />

Il perché la consegna sia associata all’importante<br />

anniversario della scomparsa<br />

dei coniugi Aversa assassinati il 4<br />

gennaio del 1992 in via Dei Campioni, a<br />

Lamezia Terme, oggi ribattezzata con il<br />

loro nome, di cui quest’anno ricorre il<br />

ventennale, sta tutto nello stesso bando<br />

istitutivo delle borse di studio, determinato<br />

“dalla volontà – spiegano dalla Segreteria<br />

del Co.I.S.P. di trasmettere ai<br />

figli dei dipendenti quei valori che quotidianamente<br />

spingono gli Operatori<br />

della Polizia di Stato ad impegnarsi<br />

quali Operatori di diritto con grande<br />

spirito di abnegazione”.<br />

“Valori – conclude Albanese – che nulla<br />

può comunicare e rendere meglio dell’esempio<br />

concreto. Ai nostri figli mostriamo<br />

così, con la forza dell’umiltà,<br />

chi in concreto ha incarnato quello in<br />

cui crediamo, dimostrando che essere<br />

cittadini e uomini e donne migliori si<br />

può, semplicemente vivendo con profondo<br />

rispetto di se stessi e degli altri e<br />

delle proprie idee di giustizia, pulizia e<br />

legalità”.<br />

Ha conclusione della manifestazione Segretario<br />

Generale del Co.I.S.P., Franco Maccari<br />

ha deposto una corona di fiori in<br />

memoria delle due vittime di ‘ndrangheta,<br />

alla presenza di numerose autorità.


Al termine del Convegno in<br />

memoria dei coniugi AVERSA<br />

e della consegna delle 26<br />

borse di studio a studenti calabresi,<br />

si è svolta una conferenza programmatica,<br />

svolta dal Segretario<br />

Nazionale del Co.I.S.P. Franco Maccari<br />

presso la sala conferenze della Scuola<br />

Allievi Agenti della Polizia di Stato di<br />

Vibo Valentia<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

CONFERENZA ALLA SCUOLA ALLIEVI<br />

AGENTI DELLA POLIZIA DI STATO<br />

DI VIBO VALENTIA<br />

25


26<br />

CONVEGNO<br />

DURI…CORRETTI E… INDIPENDENTI!<br />

Il CO.I.S.P RICOMINCIA CON I VALORI<br />

CHE HA APPENA FESTEGGIATO<br />

PER I SUOI VENT’ANNI DI ATTIVITA’<br />

Maccari: “Oggi più di ieri fieri della nostra indipendenza!”<br />

Ivent’anni del Co.I. S. P, Sindacato indipendente<br />

di Polizia, non potevano<br />

non essere una grande occasione di<br />

incontro e di confronto con gli interlocutori<br />

che da due decenni dialogano<br />

con il Co.I.S.P..<br />

Un dialogo a volte duro ma sempre corretto,<br />

che ha avuto come punto di partenza<br />

sempre e comunque la tutela delle istanze<br />

e dei diritti dei Poliziotti, difese mantenendo<br />

alta la bandiera dell’Indipendenza.<br />

E senza dimenticare chi per lo Stato ha<br />

pagato il sacrificio più estremo versando<br />

il suo sangue. Un compleanno è sì la proiezione<br />

verso il futuro ma anche la possibilità<br />

di voltarsi indietro per vedere come<br />

eravamo.<br />

Ma soprattutto per capire come ci siano<br />

conti con la storia rimasti aperti e ancora<br />

troppo dolorosi. Ecco perché nella sala del<br />

Massimo D’Azeglio a Roma, le prime immagini<br />

consegnate alla numerosa platea<br />

che si è riunita, sono state quelle di Milano<br />

1977. Una foto scattata in quell’anno, in<br />

quella città, che ritraeva tre terroristi che<br />

sparavano contro alcuni Poliziotti.<br />

Uno di questi tre ex terroristi ritratti era<br />

Maurizio Azzolini, l’attuale capo di gabinetto<br />

del Vice Sindaco di Milano. E quando<br />

i ricordi si confondono con il presente, c’è<br />

sempre una voce che riavvolge il nastro.<br />

E lo scorso 14 marzo la voce è stata quella<br />

di Maurizio Campagna, fratello di Andrea


Campagna “Guardia di Pubblica Sicurezza<br />

in servizio presso l'ufficio Digos del Raggruppamento<br />

Guardie di P.S. di Milano”<br />

ucciso 33 anni fa da Cesare Battisti.<br />

Il Capo della Polizia Antonio Manganelli,<br />

nel suo appassionato intervento di apertura,<br />

ha sottolineato l’importanza del sindacalismo<br />

nella Polizia di Stato, fatto di<br />

contributo quotidiano per migliorare la<br />

macchina sicurezza del Paese.<br />

Manganelli si è soffermato sulla tenacia del<br />

Co.I.S.P. nel ricordare i tanti Appartenenti alle<br />

Forze di Polizia caduti per servire lo Stato.<br />

Un impegno, quello di mantenere vivo il ricordo,<br />

che è valso al Sindacato di Polizia il<br />

ringraziamento delle Istituzioni ed un<br />

commosso ed ideale abbraccio della platea.<br />

E sempre nell’ottica del mantenimento di<br />

quel ricordo, fiera e determinata si è alzata<br />

in sala la voce e la testimonianza di<br />

Tina Montinaro, vedova di Antonio, Capo<br />

scorta di Giovanni Falcone, la quale ha annunciato<br />

una grande manifestazione per<br />

il ventennale della strage di Capaci,<br />

quest’anno a Palermo, con una chiamata<br />

a raccolta di tanti Poliziotti sull’autostrada<br />

dove persero la vita il marito ed i<br />

colleghi, con il giudice Falcone e la moglie.<br />

Il Sottosegretario agli Interni, Carlo De<br />

Stefano, ex Poliziotto, ha ribadito che la<br />

legge 121 del 1981 ha segnato un passaggio<br />

importante per il sistema sicurezza<br />

della Nazione, ma che ancora tanto bisogna<br />

fare per perfezionare alcuni punti importanti<br />

come il coordinamento tra le<br />

Forze di Polizia.<br />

Dal canto suo il Prefetto di Roma, Giuseppe<br />

Pecoraro, ha ripercorso le tappe<br />

storiche che hanno fatto nascere nel 1981<br />

i Sindacati di Polizia, da una discussione<br />

nata qualche anno prima da parte di al-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

cuni poliziotti “carbonari” che sentivano<br />

l’esigenza di avere anche in Italia una Polizia<br />

al pari delle altre Polizie occidentali,<br />

ovvero non più militari e con Organizzazioni<br />

di Rappresentanza del personale.<br />

Ma il Co.I.S.P. da sempre non è solo Polizia,<br />

non è un cerchio chiuso in cui si muovono<br />

solo le istanze dei Poliziotti. Ma è un Sindacato<br />

compenetrato nella realtà in cui<br />

vive, di cui sa coglierne i fenomeni, analizzandoli<br />

in maniera a volte anche critica<br />

ma comunque sempre costruttivamente.<br />

In tal senso è stata importante la pre-


senza e la testimonianza del giornalista<br />

e scrittore Carlo Bonini Il rapporto con<br />

l’autore del libro Acab, oggi diventato un<br />

film, si è instaurato un paio di anni fa<br />

quando Bonini fu invitato dal Co.I.S.P a<br />

Catanzaro proprio nell’immediatezza dell’uscita<br />

del suo libro. Un rapporto corretto,<br />

fatto di stima reciproca che Franco<br />

Maccari ha voluto sottolineare con<br />

grande determinazione.<br />

Elogi sono arrivati anche dal Questore di<br />

Roma Francesco Tagliente, che ha sottolineato<br />

come correttezza e durezza siano<br />

alla base dell’azione quotidiana del Co. I.<br />

28<br />

CONVEGNO<br />

PER I SUOI 20 ANNI IL CO.I.S.P. RIUNISCE<br />

POLITICA, MAGISTRATURA, ISTITUZIONI E CULTURA.<br />

Senza dimenticare chi per lo stato ha perso la vita<br />

Franco Maccari: “Idee e Valori senza compromessi sono la nostra essenza!”<br />

Sindacato Indipendente ed Autonomo<br />

nella Polizia di Stato<br />

come fine e non mezzo. Capacità “Il<br />

di rappresentare in tutte le sedi<br />

gli Operatori di Polizia, le loro aspettative<br />

ed i loro bisogni, senza condizionamenti o<br />

colorazioni ideologiche o partitiche.<br />

Libertà e forza di affermare le proprie idee<br />

nelle giuste rivendicazioni della categoria<br />

rappresentata, di fronte a qualsiasi Governo.<br />

Apertura verso tutti i soggetti istituzionali,<br />

politici e sociali che interagiscono<br />

con il lavoro del Poliziotto.<br />

Questi sono alcuni dei valori che hanno<br />

contraddistinto l’attività del CoI.S.P. in<br />

questi 20 anni e di questi valori hanno<br />

reso partecipi il 14 marzo, alle ore 15,30,<br />

tutta la platea che si è ritrovata nella sala<br />

convegni dell’hotel Massimo D’azeglio,<br />

dove si è festeggiato 20 anni vissuti all’insegna<br />

di questo credo”.<br />

E’ quanto ha afferma Franco Maccari, Segretario<br />

Generale del Co.I.S.P. – il Sindacato<br />

Indipendente di Polizia – che<br />

annuncia il grande appuntamento.<br />

“Molte le personalità che hanno dato la<br />

loro adesione - il Ministro dell’Interno<br />

Anna Maria Cancellieri, il Capo della Polizia<br />

Antonio Manganelli”.<br />

Anche la politica è stata presente alla manifestazione<br />

come il Sottosegretario agli<br />

Interni Carlo De Stefano, Alfredo Mantovano<br />

(Pdl) ed Emanuele Fiano (Pd).<br />

“Ma una storia non può essere scritta senza<br />

la mano di chi in questa storia ci ha creduto<br />

talmente tanto sin dall’inizio. E’ stata con noi<br />

il fondatore del Co.I.S.P. e, vista l’evoluzione<br />

che il Sindacato in Polizia ha avuto, non ce<br />

ne vogliano gli amici uomini, questo grande<br />

progetto di vita, perché di questo si tratta,<br />

poteva essere pensato solo da una donna.<br />

Ecco perché è con noi Rachele Schettini”.<br />

Hanno portato il loro saluto il Prefetto e<br />

il Questore di Roma, Giuseppe Pecoraro e<br />

Francesco Tagliente.<br />

“Il <strong>Coisp</strong> poi non dimentica chi per lo Stato<br />

ha pagato il prezzo più alto. Ecco perché<br />

con noi – continua il leader del <strong>Coisp</strong> – ci<br />

ha salutato Tina Montinaro, vedova di Antonio,<br />

capo scorta di Giovanni Falcone, un<br />

Magistrato in prima linea, tanto esposto<br />

da rimetterci la vita insieme alla sua<br />

scorta. In prima linea come il Procuratore<br />

Nazionale Antimafia Piero Grasso ed il Magistrato<br />

calabrese Nicola Gratteri che sono<br />

intervenuti tra gli ospiti”.<br />

“Ed è tale l’apertura dei Co,I.S.P. al mondo<br />

reale – dice ancora Maccari – da riconoscere<br />

la validità del lavoro di chi pur<br />

guarda la nostra stessa realtà da un’angolazione<br />

diversa. Ecco il senso della presenza<br />

dell’amico, giornalista e scrittore<br />

del libro “Acab” Carlo Bonini”.


S.P.. Plausi alla Polizia di Stato, anche per<br />

l’attività sindacale che pone in essere,<br />

sono arrivati dal magistrato calabrese<br />

Nicola Gratteri, il quale ha sottolineato<br />

l’abnegazione e lo spirito di sacrificio che<br />

contraddistingue la Polizia Italiana da<br />

quella di altri Stati.<br />

La fondatrice del Co.I.S.P., Rachele Schettini,<br />

commossa, è stata accolta con un filmato<br />

che la ritraeva nel congresso del<br />

2000 a Varese. La Schettini ha parlato dell’importanza<br />

di continuare ad avere un<br />

Sindacato di Polizia Indipendente da ogni<br />

“infiltrazione” esterna alla Polizia di<br />

Stato, poiché è solo l’Indipendenza che<br />

determina la libertà dei Poliziotti.<br />

Sono intervenuti con mirati e utili interventi<br />

l’Onorevole Alfredo Mantovano (Pdl),<br />

l’Onorevole Emanuele Fiano (Pd), l’Onorevole<br />

Mario Tassone (Udc), l’Onorevole Giovanni<br />

Paladini (Idv). La politica ha elogiato<br />

in maniera unanime il Co.I.S.P riconoscendo<br />

al Sindacato la capacità dimostrata<br />

in 20 anni di adeguarsi ai tempi senza se<br />

e senza ma, rendendo tra le altre cose,<br />

noto all’esterno il disagio a cui troppo<br />

spesso i Poliziotti italiani sono costretti.<br />

Erano presenti tra i graditi ospiti anche<br />

Giuseppe Tiani, Segretario Generale del<br />

Siap, Claudio Giardullo, Segretario Generale<br />

del Silp per la Cgil e Enzo Marco Letizia,<br />

Segretario Generale dell’Anfp.<br />

“Di giornate storiche il <strong>Coisp</strong> ne ha vissute<br />

tante – ha detto il Segretario Generale<br />

Franco Maccari – ricordarle tutte in<br />

poche ore sarebbe stato impossibile.<br />

Ma la presenza encomiabile di tantissimi<br />

amici e Quadri Sindacali provenienti<br />

da tutta Italia, di un numero<br />

impressionante di Parlamentari anche<br />

seduti semplicemente in platea, di praticamente<br />

tutti i Dirigenti degli Uffici e<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

articolazioni del Dipartimento della P.S.<br />

nonché del Gabinetto del Ministro,<br />

anche le loro parole, sono state il più bel<br />

attestato di merito che il Sindacato potesse<br />

ricevere.<br />

Ci hanno detto che siamo duri, è vero, ma<br />

ci hanno riconosciuto anche la correttezza<br />

nell’azione, ma soprattutto ci<br />

hanno chiamati INDIPENDENTI.<br />

E questo per noi è il miglior riconoscimento<br />

ai sacrifici, all’abnegazione, all’entusiasmo<br />

con cui abbiamo condotto la<br />

nostra attività. Oggi, che abbiamo vent’anni<br />

ed un giorno, sappiamo da dove ricominciare<br />

per scrivere ancora pagine di<br />

storia vera, dove gli unici protagonisti saranno<br />

i Poliziotti che, come sempre, si<br />

muoveranno nel contesto della realtà<br />

anche difficile in cui vivono.<br />

Perché una Polizia INDIPENDENTE rende<br />

lo Stato più libero”<br />

29


30<br />

NATURA<br />

LE EMERGENZE DI INIZIO ANNO<br />

SOTTOLINEANO COME SEMPRE<br />

L’IMPEGNO DELLE FORZE DELL’ORDINE<br />

Prima lo sciopero dei tir poi la neve e il gelo,<br />

i servitori dello Stato ancora in prima linea vicini alla gente<br />

di Giulia Zampina<br />

dell’anno è stato caratterizzato<br />

da diverse emergenze in<br />

Italia. In realtà si potrebbero de-<br />

L’inizio<br />

finire emergenze tutte italiane.<br />

Un paese bloccato prima dallo sciopero<br />

dei tir e poi dal maltempo. L’uno di seguito<br />

all’altro, senza soluzione di continuità,<br />

entrambe, se pure con origini<br />

diverse, causati da quell’atavica incapacità<br />

del nostro Paese di prevenire prima<br />

di curare.<br />

Lo sciopero dei Tir, soprannominato la<br />

guerra dei Forconi, ha bloccato su strade e<br />

autostrade italiane, migliaia di mezzi pesanti<br />

che hanno parcheggiato i loro bisonti<br />

ai margini delle carreggiate e tirando il freno<br />

a mano, si sono accontentati di trascorrere<br />

le notti al freddo e al gelo, pur di rivendicare<br />

ciò che per loro era un diritto leso.<br />

La tensione in qualche caso è anche salita<br />

alle stelle, ma, a parte purtroppo un incidente<br />

dovuto ad una tragica fatalità,<br />

anche questo momento così difficile per<br />

il Paese, che chiedeva e voleva andare<br />

avanti nella sua vita di tutti i giorni, è trascorso<br />

senza particolari problemi di ordine<br />

pubblico.<br />

Il motivo? A scaldarsi a volte vicino a<br />

quei falò di fortuna , o in macchina, in<br />

mezzo al gelo, tra “i forconi” arrabbiati<br />

c’erano come sempre loro. Le forze dell’ordine.<br />

In prima linea accanto ai caminionisti<br />

e in prima linea in tutte quelle<br />

città dove l’emergenza a tratti è diventata<br />

insostenibile, con la mancanza di<br />

derrate alimentari, pompe di benzina<br />

prese d’assalto e quant’altro. E dopo


neanche una settimana, a sciopero concluso,<br />

è stato il maltempo a dare la misura<br />

di un Paese che ha il suo evidente<br />

limite nella mancanza di organizzazione<br />

e di adeguati mezzi di prevenzione.<br />

La neve blocca Roma, il gelo uccide, le<br />

tempeste isolano intere comunità . e<br />

anche in questo caso arriva encomiabile<br />

l’impegno delle forze dell’ordine, dei vigili<br />

del fuoco e di tutti coloro che conoscono<br />

un solo modo per onorare la divisa<br />

che indossano e sentirsi davvero Servitori<br />

dello Stato, servire il Paese quando il<br />

Paese chiama.<br />

Un impegno che è stato riconosciuto<br />

dallo stesso ministro cancellieri che al Senato<br />

ha detto: “ Il maltempo che si e’ abbattuto<br />

sull’Italia e’ stato contraddistinto<br />

da “condizioni meteorologiche del tutto<br />

inisuali per il nostro clima”, tali da ripetersi,<br />

“secondo gli esperti, entro un arco<br />

di 30 anni”. L’ondata di gelo abbatutasi<br />

sulla Penisola “si avvicina a quelle registrate<br />

nel nostro Paese nel gennaio del<br />

1985 e nel febbraio del ’56″.<br />

Si sono registrate condizioni meteorologiche<br />

che hanno pochi precedenti per estensione<br />

e intensita’. La “straordinarieta’<br />

dell’evento” ha visto la “mobilitazione generosa”<br />

di tutti gli organismi dello Stato”.<br />

E Roma, oltre alla neve, sono fioccate<br />

moltissime polemiche rispetto al chi<br />

doveva fare cosa e in che termini. Il sindaco<br />

Alemanno e il capo della protezione<br />

civile Gabrielli sono arrivati ai<br />

ferri corti e la “disputa” è attivata fino<br />

al premier Mario Monti che ha detto:<br />

“Ora bisogna pensare all'emergenza,<br />

ma subito dopo occorrerà aprire una riflessione<br />

sulla Protezione civile, così<br />

non funziona».<br />

Dall’altro fonte il Prefetto Franco Gabrielli<br />

sostiene che “La legge 10 del 2011 ha reso<br />

di fatto non più operativa la Protezione civile».<br />

E sulle polemiche scatenate da<br />

Gianni Alemanno, Gabrielli ha chiarito.<br />

«Avevo l'obbligo morale di difendermi».<br />

Gabrielli ha difeso il Dipartimento, sostenendo<br />

che «c'è necessità di rispetto.<br />

La Protezione civile ha certamente delle<br />

criticità, questo è indubbio.<br />

E a proposito dei fondi a disposizione, ricordo<br />

che opero con le strutture territoriali<br />

delle amministrazioni locali. Non aspetterei<br />

un solo secondo a farmi da parte se servisse<br />

a migliorare il Dipartimento, non<br />

voglio restare attaccato alla sedia».<br />

E tra una polemica e un’altra, tra un rimbotto,<br />

un’accusa e una difesa, i cittadini<br />

che hanno chiesto aiuto, come sempre<br />

hanno alzato gli occhi trovandosi accanto<br />

solo una divisa.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

31


32<br />

ORGANIGRAMMA<br />

GIUSTIZIA<br />

MORTE DI GABRIELE SANDRI<br />

I MOTIVI DELLA SENTENZA<br />

La sottile differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente<br />

Si muove sul filo sottile della teoria<br />

giuridica "dell'accettazione del rischio"<br />

la decisione con la quale il<br />

poliziotto Luigi Spaccarotella è<br />

stato definitivamente condannato a nove<br />

anni e quattro mesi di reclusione per l'uccisione<br />

del tifoso laziale Gabriele Sandri,<br />

avvenuta l'11 novembre 2007 nell'area di<br />

servizio Badia al Pino, vicino ad Arezzo.<br />

La Cassazione ha concordato con la decisione<br />

della Corte d'assise d'appello di Firenze,<br />

che aveva dichiarato il poliziotto<br />

colpevole di omicidio volontario per dolo<br />

eventuale, modificando la sentenza di<br />

primo grado della corte d'assise di<br />

Arezzo, che aveva, invece, qualificato il<br />

fatto come omicidio colposo aggravato<br />

da colpa cosciente ed aveva inflitto una<br />

pena più lieve (sei anni di reclusione).<br />

Proprio la differenza tra dolo eventuale<br />

e colpa cosciente, applicata al caso specifico<br />

e con scelta finale per il primo (in<br />

difformità dalle valutazioni fatti dai giudici<br />

aretini), ha catalizzato, nei tre gradi<br />

di giudizio, le discussioni di accusa e difesa,<br />

e probabilmente, anche la discussione<br />

finale, in camera di consiglio, da<br />

parte della Cassazione.<br />

Tutti i giudici sono partiti dalla considerazione<br />

che l'Agente Spaccarotella,<br />

nel momento in cui impugnò l'arma e<br />

decise di sparare, mise in conto la concreta<br />

possibilità del verificarsi di un<br />

evento lesivo. Muovendo da questa premessa,<br />

comune sia al dolo eventuale sia<br />

alla colpa cosciente, i giudici di primo e<br />

secondo grado hanno distinto tra le due<br />

fattispecie.


Per dichiarare il dolo eventuale, i giudici<br />

di secondo grado, e ora anche quelli della<br />

Cassazione, hanno dovuto ritenere che il<br />

poliziotto avesse fatto seriamente i conti<br />

con la possibilità di colpire il gruppo di<br />

tifosi laziale che era dall'altra parte dell'autostrade<br />

e, nonostante ciò, avesse deciso<br />

comunque di sparare.<br />

Per ritenere la colpa cosciente, i giudici<br />

avrebbero dovuto, invece, ritenere -<br />

come avevano fatto i giudici di primo<br />

grado - che Spaccarotella, pur avendo<br />

deciso di sparare, in realtà confidasse<br />

nel fatto che comunque non avrebbe<br />

colpito i tifosi.<br />

Due esempi scolastici spiegano la differenza<br />

tra dolo eventuale e colpa cosciente:<br />

- dolo eventuale: un uomo,<br />

disturbato da ragazzi che schiamazzano<br />

in strada, lancia contro di loro dal<br />

balcone della propria abitazione una<br />

bottiglia di vetro, pur prevedendo possibili<br />

ferimenti e colpendo di fatto un<br />

ragazzo; - colpa cosciente: un uomo, effettuando<br />

un sorpasso automobilistico<br />

in una curva pericolosa, ha ben presente<br />

la possibilità di provocare uno<br />

scontro; facendo leva, però, sulla conoscenza<br />

della strada e sulla sua abilità<br />

di guidatore, egli si convince di poter<br />

in ogni caso evitare l'incidente che,<br />

tuttavia, si verifica.<br />

Nel caso di Spaccarotella, la scelta della<br />

corte d'assise di Arezzo era stata per la<br />

colpa cosciente, con affermazione del<br />

reato di omicidio colposo e non di omicidio<br />

volontario; quella della corte d'assise<br />

d'appello di Firenze, ora condivisa<br />

dalla Cassazione, è stata invece di dolo<br />

eventuale, con affermazione del più<br />

grave reato di omicidio volontario e<br />

conseguente pena più severe rispetto a<br />

quella di primo grado.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

33


34<br />

ATTUALITÀ<br />

La notizia che l’ex terrorista Maurizio Azzolini è stato nominato<br />

Capo di Gabinetto del Vicesindaco di Milano scatena l’indignazione di Poliziotti e non solo<br />

OLTRAGGIO AL PUDORE<br />

L’attuale funzionario del Comune meneghino sparava contro la Polizia<br />

nello scontro del 14 maggio 1977 quando morì il Vicebrigadiere Custra<br />

di Olga Iembo<br />

Se sulle sedie istituzionali o in altri<br />

posti di responsabilità siedono coloro<br />

i quali, in un modo o nell’altro,<br />

richiamano alla mente immagini di<br />

odio e violenza contro lo Stato allora è inevitabile<br />

che scatti la reazione di chi quella<br />

brutalità l’ha ancora bene impressa nella<br />

mente. E’ inevitabile che ondate di bile travolgano<br />

chi quella brutalità l’ha provata<br />

sulla pelle propria o di colleghi, di parenti<br />

o amici. E’ inevitabile che l’indignazione<br />

per chi simboleggia quella brutalità - suo<br />

malgrado o meno - torni a sconvolgere gli<br />

animi di chi crede nella pace e nella ragionevolezza,<br />

nella sicurezza e nel rispetto,<br />

di chi opera seguendo ben altri principi<br />

che imporsi sugli altri con la prepotenza.<br />

E se appartenenti alle Forze di Polizia<br />

vedono chi gli ha sparato contro assumere<br />

un ruolo di responsabilità in una<br />

pubblica amministrazione, come possono<br />

non viverlo come un oltraggio?<br />

Nessuna meraviglia, allora, del caos scoppiato<br />

per la presenza di Maurizio Azzolini<br />

nel ruolo di Capo di Gabinetto del Vicesindaco<br />

di Milano, Maria Grazia Guida.<br />

Sì, perché Azzolini non è esattamente<br />

una persona qualunque, specie per gli<br />

uomini e le donne della Polizia di Stato.<br />

La sua fama Azzolini se l’è guadagnata<br />

con qualcosa di veramente storico… sparando<br />

contro gli Agenti della Celere in<br />

servizio d’ordine a Milano, in via De Amicis,<br />

nel bel mezzo degli anni di piombo.<br />

Era il 1977, ed in quei mesi si susseguivano<br />

fatti di inaudita violenza. Il 14 maggio<br />

di quell’anno quello che poi venne<br />

definito il “movimento del ’77”, di estrema<br />

sinistra, diede vita ad un corteo di protesta,<br />

che alcuni non volevano affatto fosse<br />

pacifico. Il corteo, come racconta la trascrizione<br />

di una registrazione radiofonica<br />

che venne fatta nel pomeriggio del 14<br />

maggio, da via Olona girò verso via Carducci<br />

quando, dopo un preciso richiamo<br />

urlato a squarciagola, un gruppo di persone<br />

uscì dal percorso e corse in via De<br />

Amicis, armi in pugno, cominciando a<br />

sparare contro le Forze dell’ordine.


14 Maggio 1977<br />

La foto che quasi tutti conoscono che immortala<br />

quegli attimi di follia ritrae Giuseppe<br />

Memeo, fermo, gambe divaricate,<br />

braccia distese a tenere l’arma che fa<br />

fuoco. E’ quel Memeo che nel 1979 entra<br />

nei Pac, i proletari armati per il comunismo,<br />

quelli di Cesare Battisti – proprio<br />

Memeo parteciperà poi all’assassinio del<br />

gioielliere Torregiani -.<br />

Anche altri spararono alla manifestazione<br />

di Milano. Alcuni erano ragazzi, ancora<br />

sedicenni, diciassettenni, diciottenni. Ma<br />

non abbastanza ragazzi da non sapere impugnare<br />

un’arma, non abbastanza da non<br />

trovare il coraggio di sparare ad altezza<br />

d’uomo per uccidere. L’attacco fu preordinato,<br />

studiato e organizzato in dettaglio.<br />

Armi e proiettili arrivarono appositamente<br />

per l’occasione. Anche Azzolini<br />

sparò quel giorno. Per qualche “fortunato”<br />

motivo lui in particolare non uccise<br />

nessuno… ma il bilancio di quel giorno fu<br />

pesantissimo. Ci furono numerosi feriti e<br />

un vicebrigadiere di Polizia, Antonio Custrà,<br />

restò a terra… e morì 24 ore dopo.<br />

Per quella folle sparatoria Azzolini venne<br />

in seguito condannato a cinque anni di<br />

carcere e in seguito, dopo aver scontato<br />

la pena, fu assunto al Comune di Milano<br />

come funzionario. Fino ai giorni nostri,<br />

quando per l’ex terrorista è arrivata la<br />

prestigiosa nomina a capo di Gabinetto<br />

del vicesindaco.<br />

Una nomina che molti hanno contestato<br />

vigorosamente richiamando motivi di opportunità<br />

che non dovrebbero consentire<br />

di cancellare con un colpo di spugna il<br />

passato, indipendentemente dal fatto che<br />

chi ha sbagliato abbia pagato il conto,<br />

perché anche se la legge fa il suo corso le<br />

conseguenze di certi gesti non possono<br />

scomparire. Non scompare il dolore, non<br />

scompare il vuoto lasciato da una vita<br />

spezzata, non scompare l’oltraggio alla<br />

vita ed allo Stato.<br />

Oltraggio a cui se ne aggiunge un altro,<br />

in nome di un asserito principio di reinserimento<br />

che nulla ha a che vedere con<br />

le caratteristiche che ci si aspetterebbe<br />

avesse chi riveste determinati ruoli sociali.<br />

Oltraggio al pudore che dovrebbe<br />

sentire chi non potrà mai risarcire le<br />

persone che ha fatto soffrire, oltraggio<br />

allo spirito di servizio delle Forze dell’Ordine<br />

bersaglio della violenza di tutte<br />

le stagioni, oltraggio alla coerenza di<br />

chi sostiene il pentimento, oltraggio al<br />

profilo che scioccamente e candidamente<br />

ci si aspetterebbe dai rappresentanti<br />

istituzionali.<br />

“Se per la morte di un uomo e il dolore della<br />

sua famiglia non avevo strumenti per rimediare,<br />

alla società potevo invece restituire<br />

qualcosa attraverso il mio impegno. E’ quel<br />

che ho cercato di fare scegliendo di lavorare<br />

nella pubblica amministrazione occupandomi<br />

di sociale”, ha detto Azzolini intervistato<br />

dal Corsera, senza spiegare però<br />

perché, esattamente, per restituire quel<br />

qualcosa bisogna ricoprire un ruolo pubblico.<br />

L’ex terrorista ha detto anche di<br />

aver cercato di contattare la famiglia Custra,<br />

ma di aspettare “che ciò sia possibile,<br />

senza voler forzare la loro volontà. Vorrei testimoniare<br />

loro il riconoscimento del dolore<br />

che ho causato – ha aggiunto - e la possibilità<br />

di quel gesto riparatore che, ricordo, fu<br />

una delle richieste della signora Custra alla<br />

fine dell’ultimo processo: portare insieme un<br />

mazzo di fiori sulla tomba del marito”.<br />

La vedova Custra, però, ha avuto ben<br />

altro da dire. Anna Sito ha infatti rifiutato<br />

la richiesta di un gesto di riconciliazione<br />

e di perdono. “A che pro? Il danno fatto non<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

si può riparare – ha detto allo stesso Corsera<br />

-. Penso che non ne varrebbe proprio<br />

la pena. Azzolini è una persona che ha<br />

avuto guai con la legge e adesso sapere che<br />

ha un incarico di responsabilità in un'amministrazione<br />

pubblica... non mi è sembrata<br />

una cosa troppo bella, né troppo<br />

corretta. Sono rimasta vedova a 21 anni e<br />

mezzo, incinta, ho cresciuto da sola una figlia<br />

che non ha mai visto suo padre. A questo<br />

punto tutti hanno pagato il conto con<br />

la giustizia, compreso l’assassino. Loro si<br />

riprendono vita e diritti e io son sempre qui,<br />

con l’amaro in bocca”.<br />

Parole a cui non ci sarebbe veramente<br />

nulla da aggiungere…<br />

Ma il <strong>Coisp</strong> non ha potuto restare in silenzio.<br />

“Quello che più colpisce e indigna gli<br />

Operatori alla Polizia di Stato che rappresento<br />

non è tanto il riuscito riciclaggio<br />

istituzionale di quei bravi ragazzi degli<br />

anni di piombo, impegnati all’epoca nella<br />

lotta al sistema costituito e a sparaci contro,<br />

ma la perdurante assenza di onestà<br />

intellettuale da parte di una inossidabile<br />

elitè politica più impegnata nel rigenerare<br />

gli odi e le sconfitte seminati in quegli<br />

anni, che tradurre gli errori compiuti<br />

Maurizio Azzolini<br />

Vicebrigadiere Custra<br />

35


36<br />

ATTUALITÀ<br />

Milano - manifestazione 1 Marzo <strong>2012</strong><br />

in una effettiva riconciliazione sociale e<br />

politica, certamente mai avvenuta e non<br />

per colpa delle vittime!” ha detto il Segretario<br />

Generale Franco Maccari. “Non ci<br />

sembra credibile – ha aggiunto - un apparato<br />

come quello della municipalità milanese<br />

che schiaffeggia i sentimenti dei<br />

martiri dei terroristi, degli omicidi, dei sequestratori,<br />

avviando non un percorso di<br />

recupero individuale e politico, che passi<br />

necessariamente dal pentimento, dal possibile<br />

perdono, per giungere poi alla riconciliazione,<br />

ma impegnato a spingere<br />

quei bravi ragazzi che hanno sbagliato<br />

nei più qualificati ruoli istituzionali.<br />

Presso i gangli istituzionali di organismi<br />

eletti democraticamente, secondo noi,<br />

non è proponibile innestare persone che<br />

hanno colpito nelle espressione più povere<br />

e più sacrificate del tempo, il sentimento<br />

realmente democratico della<br />

Nazione di quegli anni, persone che<br />

hanno continuato a credere in uno stato<br />

di valori che escludevano l’annientamento<br />

fisico dell’altro, dell’avversario politico<br />

o del poliziotto, emblema del<br />

sistema da abbattere. Non è possibile riconoscersi<br />

in tale assetto e non saremmo<br />

certamente lontani dalla realtà se appurassimo<br />

che anche tali assetti istituzionali,<br />

di fatto, non credano nel nostro”.<br />

Prima di lui già il Segretario Generale Provinciale<br />

del <strong>Coisp</strong> di Milano, Carmine<br />

Abagnale, aveva fatto sentire profondo e<br />

cupo il proprio sgomento di fronte alla situazione<br />

che potrebbe portarlo, in concreto,<br />

ad incontrare nell’Aula consiliare<br />

meneghina l’uomo che nel 1977 sparò<br />

Milano - manifestazione 1 Marzo <strong>2012</strong><br />

Milano - manifestazione 1 Marzo <strong>2012</strong><br />

addosso anche a lui. Perché Abagnale,<br />

oggi consigliere comunale a Palazzo Marino,<br />

Vice Brigadiere della Polizia di Stato<br />

in servizio al Reparto Celere di Milano,<br />

era tra i Poliziotti con i quali Azzolini e<br />

compagni fecero il tiro al bersaglio, e solo<br />

il fato volle che lui restasse in piedi, mentre<br />

Custra venne ammazzato.<br />

“Il dolore per l’assurda morte di un collega<br />

– ha detto ancora Maccari - non può<br />

essere cancellato dal tempo e ad un aspirante<br />

assassino non è certo sufficiente<br />

una brillante carriera nei palazzi della politica<br />

per potersi guadagnare il rispetto<br />

di quei Servitori dello Stato che hanno<br />

sempre difeso le Istituzioni democratiche<br />

a rischio della propria vita. Per noi semplicemente,<br />

beh, non è tollerabile che un<br />

aspirante assassino venga messo ai vertici<br />

di un’Istituzione democratica. Possiamo<br />

forse sopportare che un ex<br />

terrorista come Azzolini, immortalato a<br />

sparare contro le Forze dell’Ordine, faccia<br />

il portaborse, il maggiordomo, il giardiniere<br />

di un politico, ma non certo che<br />

venga nominato Capo di Gabinetto del<br />

Vice Sindaco della Città di Milano! E’ un<br />

oltraggio per tutti noi poliziotti, un


Milano - Commemorazione in ricordo del Vicebrigadiere Custra - 1 Marzo <strong>2012</strong><br />

insulto al dolore delle vittime della violenza<br />

degli anni di piombo”.<br />

Il <strong>Coisp</strong> ha chiesto a gran voce al Sindaco<br />

di Milano, Giuliano Pisapia, la rimozione<br />

di Azzolini dall’incarico di Capo di Gabinetto,<br />

sottolineando la necessità di dimostrare<br />

il “giusto rispetto verso le<br />

tante vittime del terrorismo e verso le<br />

donne e gli uomini delle Forze di Polizia<br />

che, ancora oggi, sono il bersaglio della<br />

violenza delle frange politiche più estremiste”.<br />

Ma non solo. Il Sindacato aveva<br />

fatto di più, scontrandosi però con l’assurdo<br />

rifiuto del presidente del Consiglio<br />

Comunale di Milano, Basilio Rizzo, di accogliere<br />

la richiesta di Abagnale di effettuare<br />

almeno un minuto di silenzio in<br />

memoria di Antonio Custra.<br />

Tutti ottimi motivi per promuovere, assieme<br />

ad altre Sigle Sindacali, una manifestazione<br />

davanti a Palazzo Marino, che si<br />

è tenuta il pomeriggio del primo marzo<br />

con un preciso messaggio: “Chi ha attaccato<br />

lo Stato a mano armata non può occupare<br />

incarichi istituzionali. Riteniamo<br />

inammissibile e inaccettabile che chi ha<br />

compiuto atti gravissimi contro lo Stato si<br />

ritrovi a occupare incarichi di rilievo all’interno<br />

delle istituzioni”. L’iniziativa ha<br />

visto una partecipazione di massa,<br />

anche da parte di numerose associazioni<br />

e privati cittadini giunti a testimoniare<br />

la propria solidarietà. “Abbiamo manifestato<br />

contro un atto politico che consideriamo<br />

non illegittimo o illegale, ma<br />

assolutamente inopportuno - ha detto a<br />

Milano il Segretario Generale Maccari -.<br />

Non possiamo accettare che un personaggio<br />

fotografato mentre sparava contro le Forze<br />

dell’Ordine, venga messo ai vertici di un’istituzione<br />

democratica. Qui non si tratta di<br />

reinserimento sociale. Anche un pedofilo<br />

che ha scontato la sua pena ha diritto a lavorare<br />

e a rifarsi una vita dignitosa, ma nessuno<br />

lo vorrebbe ‘reinserito’ nell’asilo<br />

frequentato dai propri figli!”. “Purtroppo –<br />

ha aggiunto Maccari – all’elenco degli ‘sparatori’<br />

oggi si è aggiunto il sindaco Pisapia,<br />

che ci ha fatto sapere di non volerci incontrare.<br />

A parte il fatto che nessuno gli ha<br />

chiesto un incontro, ci meraviglia che da<br />

uomo di sinistra non abbia avuto la sensibilità<br />

di volere incontrare dei poliziotti che<br />

manifestano. L’atteggiamento di Pisapia<br />

rappresenta un colpo ingiusto sparato contro<br />

chi sta legittimamente ponendo un problema<br />

di opportunità: restiamo infatti<br />

convinti che un posto di vertice in un’amministrazione<br />

pubblica non possa essere affidato<br />

a chi ha sparato contro agenti di<br />

Polizia. Un fatto avvenuto nel 1977, durante<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Corona deposta presso la targa ricordo<br />

gli anni di piombo, ma che è di straordinaria<br />

attualità: basti guardare quanto sta avvenendo<br />

in Val di Susa. Ci manca soltanto che<br />

qualcuno dei militanti No-Tav decida di ammazzare<br />

un poliziotto con la speranza, in futuro,<br />

di meritarsi un posto da assessore o da<br />

dirigente comunale!”.<br />

La manifestazione si è conclusa davanti<br />

alla targa che ricorda il luogo in cui, il<br />

14 maggio del 1977, venne ucciso Giuseppe<br />

Custra. “Chiediamo ancora una<br />

volta a Pisapia – ha potuto solo aggiungere<br />

Maccari - di rimuovere Azzolini dal<br />

suo incarico, perché mantenerlo rappresenta<br />

un insulto alla memoria di Custra<br />

e un oltraggio al sacrificio di tutti i nostri<br />

colleghi che hanno perso la vita per<br />

difendere le istituzioni democratiche del<br />

nostro Paese”.<br />

Milano - Commemorazione in ricordo del Vicebrigadiere Custra - 1 Marzo <strong>2012</strong><br />

37


38<br />

SPEAKER’S CORNER<br />

Tra poco , se non è già accaduto,<br />

oltre tremila detenuti lasceranno<br />

lo squallore e l’angustia delle carceri<br />

italiane per un soggiorno, di<br />

lunghezza identica alla rimanente pena<br />

da scontare, al massimo 18 mesi, all’interno<br />

della propria abitazione. Cosi’ il Governo<br />

ha inteso risolvere il problema del<br />

Di Tutto<br />

un pò<br />

di Carmine Fioriti<br />

Vice Presidente Co.I.S.P.<br />

NUOVE CARCERI<br />

E POLIZIOTTI GIOVANI<br />

superaffollamento degli attuali luoghi di<br />

reclusione, ponendo sulle spalle delle<br />

Forze dell’ordine la custodia cautelare nell’arco<br />

delle 48 ore, anteriori al processo.<br />

Indubbiamente le Carceri italiane sono<br />

al collasso. Di questo v’è certezza! Scene<br />

da terzo mondo ( ed è una ottimistica visione<br />

n.d.r. ) sono presenti a Milano come<br />

a Palermo, a Firenze come a Torino. In<br />

celle ristrette, laddove il water convive<br />

con la cucina ed il salotto, predisposte per<br />

due o tre persone danno alloggio a cinque,<br />

sei, sette, con tutte le problematiche<br />

igieniche e soprattutto di imbarazzo<br />

umiliante presente costantemente. Nelle<br />

baracche di “Aushswitz 2” (Birkenau)


l’obbiettivo era quello di umiliare al massimo<br />

gli internati, disperdendo qualsiasi<br />

morale, qualsiasi rispetto della persona<br />

umana, soppesata meno di una bestia,<br />

qualsiasi pietà caritatevole. Nelle carceri<br />

italiane , illuminate dalla concezione del<br />

Beccaria e finalizzate tutte alla rieducazione,<br />

i detenuti dormono per terra,<br />

fanno la pipì ed altro mentre i coabitanti<br />

mangiano nello stesso spazio, usano per<br />

moltissimo tempo le stesse lenzuola, la<br />

carta igienica è un lusso, chi non ha soldi<br />

non riesce a sopravvivere. Eppure ogni<br />

detenuto costerebbe sui 200 euro al<br />

giorno. E non so se mai la Croce rossa o<br />

altre associazioni umanitarie, Amnesty<br />

compresa, hanno mai denunciato queste<br />

situazioni, eccezion fatta per Marco Pannella<br />

che non da ora va gridando alla<br />

scandalo per aver intuito e forze visto<br />

queste situazioni.<br />

Se, quindi, il carcere è un lager, vien da sé<br />

che il mandare via gli occupanti diventa<br />

impellente . Ma gli occupanti , inutile ribadire,<br />

torneranno presto nel loro interno<br />

dal momento che, di rieducazione non ne<br />

hanno avuta, di possibilità per il futuro ne<br />

hanno ancor meno ed in più sono, in<br />

massima parte, extracomunitari, peraltro<br />

non in regola, per cui affolleranno i Centri<br />

di identificazione. Quelli che sconteranno<br />

la pena in casa propria saranno pochissimi<br />

e quelli che troveranno un lavoro<br />

rappresenteranno una percentuale, forse,<br />

superiore di poco allo zero.<br />

Pertanto, alla fine di quest’anno, prima del<br />

Santo natale, le carceri italiane torneranno<br />

a primeggiare in fatto di accoglienza, con<br />

numeri identici o similari a quelli precedenti<br />

allo “svuota carceri”. Non c’è nulla<br />

da fare. Attualmente l’utenza carceraria è<br />

in percentuale non modificabile, numericamente<br />

inalterabile per effetto dell’azione<br />

delle forze di polizia, da una lato,<br />

e perché la crisi in atto produce una quantità<br />

enorme di microcriminali, anche e soprattutto<br />

per necessità, che fanno alzare<br />

le percentuali degli arresti e mantenere i<br />

numeri allo stesso livello.<br />

La soluzione non sta nelle disquisizioni di<br />

lana caprina. Essa è nella costruzione o<br />

reperimento di nuove carceri. Abbiamo<br />

carceri vecchissime, vecchie e le più<br />

nuove sono quelle edificate ai tempi dell’inchiesta<br />

sulle “carceri d’oro”. Occorrono<br />

nuove strutture , idonee alla funzione di<br />

accoglienza dei detenuti, senza che vi<br />

siano affollamenti e situazioni inumane.<br />

L’Italia non può permettersi di avere una<br />

immagine carceraria dequalificante, vergognosa<br />

ed inutile dal punto di vista della<br />

rieducazione del condannato.<br />

Oltre alla necessità di nuove carceri, v’è<br />

la necessità di rivedere un attimo alcune<br />

situazioni nuove, tra le quali la permanenza<br />

degli arrestati nelle camere di<br />

sicurezza delle Forze di Polizia e l’affidamento<br />

ai servizi sociali.<br />

Per la seconda questione, se lo Stato ricorre<br />

alle strutture sociali private perché<br />

non ha strutture idonee, non può non<br />

corrispondere una indennità a queste,<br />

dal momento che è impossibile mantenere<br />

delle persone che, teoricamente, dovrebbero<br />

rendere in termini di lavoro, ma<br />

se lavoro non ce n’è, non possono le cooperative<br />

licenziare i soci che attualmente<br />

vi lavorano per far posto agli affidati.<br />

La prima questione è, invece, più particolare.<br />

Intanto l’80% delle camere di sicurezza<br />

presenti sul territorio, in uso alle<br />

forze di polizia, sono in disarmo a causa<br />

del non rispetto dei criteri e dei canoni<br />

che, nel frattempo, hanno mutato i parametri<br />

necessari, imponendo nuove caratteristiche<br />

( queste hanno bisogno di spazi<br />

, le carceri no). Pertanto occorrerebbe che<br />

venissero realizzate ex novo, almeno in<br />

ogni ufficio di polizia. Detto questo, va sottolineato<br />

che il costo di una camera di<br />

sicurezza non è affatto elemento da sottovalutare,<br />

a causa del rispetto dei nuovi<br />

criteri che stabiliscono l’armatura delle pareti,<br />

il bagno in una certa maniera, gli impianti<br />

visivi etc. etc. Ne consegue che il<br />

costo della riattivazione di tante camere<br />

di sicurezza potrebbe eguagliare quello<br />

della costruzione di un paio di carceri, all’interno<br />

delle quali potrebbero essere alloggiati<br />

tanti quanti ne entrerebbero<br />

complessivamente nelle celle di sicurezza<br />

riattate. Se la matematica non è una opinione,<br />

appare più conveniente ed organicamente<br />

più efficiente ricorrere ad una<br />

struttura carceraria che non abbandonare<br />

delle persone all’interno delle camere di<br />

sicurezza di una Questura, laddove il vitto,<br />

l’igiene personale, il fabbisogno intimo e<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

quant’altro occorre per la permanenza di<br />

un individuo nell’arco delle 48 ore, sta<br />

tutto nella disponibilità degli operatori di<br />

polizia che dovranno ricorrere a mille e<br />

mille espedienti per mantenere un fermato<br />

all’intero della camera. E questo sicuramente<br />

non è un modo giusto per bene<br />

operare. Ma c’è di più. Per badare al fermato<br />

occorrono uomini. Questi vanno sottratti<br />

alla prevenzione, Ergo meno uomini<br />

sulle strade. Non solo. Ormai l’età operativa<br />

degli appartenenti alle forze di polizia<br />

si è talmente alzata da essere diventata<br />

una problematica seria: nel gioco delle<br />

guardie e ladri, i ladri ringiovaniscono ed<br />

i poliziotti invecchiano. Non sembra essere<br />

una immagine funzionale, E difatti non lo<br />

è, ove si pensi che al di sotto di Bologna ci<br />

si avvicina ad una età media di 45 anni,<br />

con punte di 48 più a sud. Il che significa<br />

una altissima percentuale di oltre cinquantenni<br />

che non potrebbero più fare servizio<br />

esterno, di notte ed in condizioni precarie.<br />

Ma anche se dovessero farlo, l’impegno<br />

non potrebbe essere certamente pari a<br />

quello di un ragazzo di 19 anni, presenti<br />

in massa ai tempi in cui si stava peggio,<br />

allorquando ogni anno 4.000 uomini di 18<br />

anni entravano a far parte del Corpo delle<br />

Guardie di PS.<br />

Da tutta questa disamina emerge in modo<br />

chiaro, netto e incontrovertibile che:<br />

a) Occorre costruire nuove carceri, e<br />

subito.<br />

b) Limitare l’uso delle camere di sicurezza<br />

a situazioni emergenziali;<br />

c) Rinfoltire le fila delle forze di polizia<br />

con arruolamenti mirati di cittadini<br />

italiani, non provenienti dalle ferme<br />

volontarie delle FFAA, al fine di garantire<br />

un minimo di servizio efficiente<br />

delle squadre info-investigative e preventive<br />

( Volanti – Squadra mobile –<br />

Digos – vigilanza – protezione ).<br />

Tutto il resto: solo<br />

“chiacchiere e distintivo”.<br />

39


40<br />

SINDACALISMO AUTONOMO DI POLIZIA<br />

XXV Parte<br />

LA PRESA DI POSIZIONE DEI POLIZIOTTI INGLESI<br />

E LA COSTITUZIONE DEI COMITATI DEI CITTADINI<br />

Nell’Europa, intanto, si registrava<br />

la presa di posizione del rappresentante<br />

della “Police Federation”<br />

d’Inghilterra, Joseph<br />

Martucci, che nel corso del convegno<br />

dell’Unione Europea delle federazioni di<br />

Polizia, a Colonia, il 21 settembre, affermò<br />

senza mezzi termini che “la Polizia italiana,<br />

sindacalizzandosi, stava per compiere<br />

un gravissimo errore destinato a<br />

trasformarla in una pedina politica distruggendone<br />

l’imparzialità”. La notizia,<br />

pubblicata sul Daily Telegraph, con una<br />

ampia corrispondenza sul caso italiano,<br />

venne ovviamente dibattuta negli ambienti<br />

dei Comitati della Polizia e, all’interno<br />

del nostro, si evidenziò come esse<br />

racchiudevano, in effetti, la sintesi e l’essenza<br />

del movimento autonomo. Non per<br />

la sindacalizzazione, si intende, ma per il<br />

fatto che essa stava avvenendo attraverso<br />

un percorso politico, in omaggio ai pesi<br />

reali della realtà sindacale presente in Italia.<br />

Una essenza che, sempre Martucci,<br />

rese ancor più viva, aggiungendo che “ la<br />

situazione italiana, affermò il delegato britannico,<br />

è assolutamente sinistra e tale da<br />

provocare allarme nelle forze di polizia del<br />

resto d’Europa”. Tali dichiarazioni erano<br />

musica per le orecchie degli appartenenti<br />

al Comitato. Esse spronarono ancor più<br />

l’attivismo dei responsabili che si sforzavano<br />

di pubblicizzare le paure dell’Europa<br />

dinanzi ad una progetto non corrtetto di<br />

sindacalizzazione della Polizia. Si cercò di<br />

essere maggiormente presenti e ci si impegnò<br />

ancor piu’ con il poco tempo a disposizione.<br />

Ma verso la fine del 79 la<br />

sempre pochezza dei mezzi e la mancanza<br />

reale di tempo da dedicare al Comitato, in<br />

presenza di attività lavorativa quotidiana,<br />

generarono non pochi casi di sconforto e<br />

voglia di abbandonare.<br />

Ancora una volta, però, l’aiuto del “Giornale<br />

nuovo” si dimostrò indispensabile. Fa<br />

da quegli ambienti, infatti, che si suggerì<br />

l’idea di lanciare un S.O.S. tra i cittadini.<br />

Una richiesta di soccorso che venne diffusa<br />

sia dal Giornale che dal M.I.L.L.E. (Movimento<br />

Italia Libera nella Libera Europa)


e diretta ai cittadini italiani, vicini alle tesi<br />

del Movimento autonomo perché – si<br />

disse – “la Polizia è un bene di tutti e da<br />

tutti deve essere sostenuta e posta al riparo<br />

da qualsiasi pericolo di parzialità”.<br />

Furono, pertanto, formati del “Comitati<br />

dei cittadini”, costituiti a norma degli<br />

artt. 39, 40, 41 e 42 del Codice Civile, in<br />

difesa del diritto all’esistenza ed all’azione<br />

dei sindacati autonomi di polizia.<br />

In particolare i Comitati, composti da persone<br />

di specchiata onestà e regolarizzati<br />

con atto notarile, regolarmente omologato,<br />

ebbero la funzione di fornire al movimento<br />

per il sindacato indipendente di<br />

polizia dei beni e dei servizi per il raggiungimento<br />

del suo scopo. La raccolta<br />

delle disponibilità, anche in denaro, avvenne<br />

davvero per spontanea iniziativa<br />

dei cittadini senza alcuna sollecitazione<br />

o spinta di alcun genere. I Comitati<br />

stessi, per motivi di assoluta insospettabilità,<br />

non potevano fornire al Comitato<br />

e, quindi, ai suoi responsabili, utilità in<br />

denaro, ma sempre in beni e servizi corrispondenti<br />

(sale riunioni – acquisto biglietti<br />

treni ed aerei – prenotazioni<br />

alberghiere – appuntamenti etc. etc.).<br />

Tale iniziativa, quella della creazione dei<br />

Comitati, si dimostrò una delle più ingegnose<br />

trovate del movimento autonomo,<br />

partorita dalla mente dell’ideologo del<br />

Comitato, Virgilio FICHERA, senza le quali<br />

difficilmente il movimento stesso sarebbe<br />

sopravvissuto alla forza devastatrice<br />

della disponibilità senza limiti delle altre<br />

forze in campo. Da quel che è dato conoscere,<br />

proprio in ragione del fatto che<br />

non veniva amministrato denaro dal Comitato,<br />

presso i conti correnti dei Comitati<br />

, nati a Milano, Roma, Lucera (FG),<br />

Torino, Cagliari, Padova, Genova e Palermo,<br />

furono raccolti oltre duecento milioni<br />

di lire, tutti utilizzati sino allo<br />

svolgimento del 1° congresso nazionale<br />

del Sap, nel febbraio del 1983.<br />

Sulla funzionalità e necessità dei Comitati<br />

in parola, tanto si è discusso soprattutto<br />

all’interno del Comitato autonomo. Non<br />

pochi “Esecutivi” furono infuocati dalla discussione<br />

sulla necessità di mantenerli in<br />

vita, sui rapporti tra questo o quel responsabile<br />

con questo o quel Comitato. Tutto<br />

era nella natura delle cose, nel momento<br />

in cui i Comitati cominciarono a raccogliere<br />

fondi per la sopravvivenza del movimento.<br />

Certo, il ricorso ai Comitati era<br />

necessaria per sopravvivere ed affermarsi.<br />

In questa direttrice si mossero i più del<br />

movimento e con tale concezione si arrivo<br />

al primo congresso nazione ufficiale. Ovviamente,<br />

come in tutti raggruppamenti<br />

di persone, Comitati, Associazioni od altro,<br />

basta poco per gettare croci, creare allusioni,<br />

incutere sospetti. Per fortuna nel<br />

movimento tali azioni si ridussero all’osso,<br />

ma quel poco che, comunque, vi fu, fece<br />

male. Male perché produsse una mini scis-<br />

L’appuntato De Angelis ed il Presidente del Comitato dei Cittadini di Milano Carlo Usiglio<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Virgilio Fichera<br />

sione; male perché comunque creava, di<br />

fatto, delle parti che si sarebbero, da quel<br />

momento in poi, confrontate e non più accordate<br />

e consigliate. La verità è, come al<br />

solito, dinanzi agli occhi di tutti, ora come<br />

allora: I Comitati erano necessari, indispensabili,<br />

assolutamente utili e per nulla<br />

compromettenti grazie alle modalità di<br />

costituzione e di indipendenza. Il fatto<br />

vero è che, già allora, si approfittò di un<br />

aspetto che sicuramente poteva coinvolgere<br />

più appartenenti, per cercare di crearsi<br />

una propria corrente, un proprio<br />

gruppo, una propria linea. Era il primo, timido<br />

approccio a quello che poi diventerà<br />

il gioco delle aree. Qui, siamo ai primordi<br />

della costituzione e, quindi, non ancora<br />

comprensibile un certo tipo di linguaggio<br />

ed una certa attività di coinvolgimento. Da<br />

una parte fu un bene perché demmo poca<br />

importanza alla cosa e pensammo di tirare<br />

avanti e, se potevamo farlo, era proprio<br />

grazie ai Comitati.<br />

Comunque sia il fatto certo, incontrovertibile,<br />

è che senza Comitati difficilmente<br />

sarebbe venuta fuori una forza autonoma<br />

nel campo sindacale della Polizia. I Comitati<br />

diedero quel poco di ossigeno indispensabile<br />

per portare avanti il progetto<br />

della riforma vista dagli autonomi. Pur in<br />

questa logica veritiera va sottolineata,<br />

inoltre, la pignoleria, sconfinante nella<br />

taccagneria a volte, con la quale i comitati<br />

venivano gestiti. Non una lira in più di<br />

quel che serviva, veniva sprecata. Non<br />

una lira oltre il consentito veniva posto in<br />

disponibilità. Ancora oggi, se si dovesse<br />

chiedere conto ai responsabili dei Comitati<br />

di allora, quali furono le spese e le entrate,<br />

essi sarebbero in grado di riferire e<br />

fedelmente tutta la movimentazione delle<br />

utilità di quel periodo, finalizzato al mantenimento<br />

del Comitato.<br />

41


42<br />

SICURAMENTE<br />

SicuraMente<br />

La rubrica, affidata all’Ufficio Formazione ed Aggiornamento Professionale, in collaborazione con gli esperti volontari dell’Associazione Italiana<br />

di Psicologia e Criminologia, è curata da Massimo Lattanzi, quadro della segreteria nazionale<br />

e psicologo psicoterapeuta. Questo spazio si prefigge una finalità tanto coraggiosa quanto importante,<br />

quella di far ulteriormente avvicinare gli operatori delle forze dell’ordine all’universo delle scienze psicologiche.<br />

LA PSICOLOGIA DEL DISTACCO<br />

Alcune persone, senza distinzioni<br />

di sesso, età, cultura e status sociale,<br />

per innumerevoli variabili<br />

di tipo bio socio psicologico<br />

hanno strutturato una particolare sensibilità<br />

prima che nelle risposte psico comportamentali,<br />

socialmente inaccettabili,<br />

nelle attività dei circuiti cerebrali coinvolti<br />

nel distacco. Manifestano nelle relazioni<br />

interpersonali connotate da un “importante”<br />

coinvolgimento ed investimento<br />

affettivo un stile di attaccamento di tipo<br />

insicuro, Queste persone nelle primissime<br />

relazioni e distacchi reali o immaginari,<br />

comunque “vissuti”, strutturano una<br />

sorta di “memoria” neurale<br />

La presenza di una persona fidata (base sicura),<br />

permette lo sviluppo della personalità<br />

sana, consente di far affidamento sulle<br />

altre persone e sulla persona giusta. La<br />

presenza/assenza di una base sicura struttura<br />

gli stili di attaccamento. Stile sicuro:<br />

fiducia nella disponibilità della figura di<br />

attaccamento. Tratti: sicurezza interiore,<br />

capacità da sopportare distacchi prolungati,<br />

nessun timore dell’abbandono.<br />

Stile insicuro evitante: non incontrerà la<br />

disponibilità della figura di attaccamento,<br />

teme che sarà rifiutato. Tratti: insicurezza<br />

interiore, percezione del distacco come<br />

“prevedibile”, incapacità da sopportare distacchi<br />

prolungati, terrore dell’abbandono.<br />

Stile insicuro ambivalente: certezza della<br />

disponibilità della figura di attaccamento,<br />

incapacità da sopportare distacchi<br />

prolungati, ansia dell’abbandono.<br />

I modelli operativi interni, MOI, sono<br />

schemi interiorizzati, rappresentazioni<br />

mentali che consentono di fare previsioni<br />

e crearsi aspettative.<br />

Contengono le rappresentazioni di sé de<br />

dell’altro, organizzano pensieri e guidano<br />

comportamenti futuri di attaccamento.Le<br />

esperienze di attaccamento nell’infanzia<br />

influenzano lo stile di personalità ed i<br />

relazione nell’età adulta.<br />

Il senso di Sé si forma, anche e soprattutto,<br />

nel rapporto con l'altro. L'immagine<br />

che ognuno ha di se stesso viene<br />

costruita sulla base della relazione con gli<br />

altri significativi e, più precisamente,<br />

sulla base dell'immagine che questi altri<br />

ci rimandano di noi.<br />

Quando queste persone “sentono di perdere”<br />

o perdono realmente una persona importante,<br />

i MOI strutturati, si attivano in<br />

modo “immediato”, come se, vivessero la<br />

perdita come una perdita di una parte di<br />

loro, di momenti importanti che loro avrebbero<br />

potuto organizzare e che potranno più<br />

vivere! Queste attività comportano un impegno<br />

ed un dispendio di energie che è ricompensato<br />

con il dstacco o il rifiuto.<br />

Si attiverebbero fenomeni biopsicologici<br />

associati al rifiuto, come la “reazione di<br />

protesta”, la “frustrazione-attrazione”, la<br />

“rabbia da abbandono” e il “controllo del<br />

partner”, che si manifestano con la tipica<br />

organizzazione di personalità del presunto<br />

stalker (Lattanzi, 2007).<br />

La nascita di un Noi, la somma Io+Tu,<br />

porta con sé la possibilità di tradimento,<br />

di separazione o rottura. In ogni<br />

interazione vengono alla luce parti sconosciute<br />

a noi stessi. Il tradimento appartiene<br />

alla relazionale ed è sempre<br />

possibile. Una possibile conseguenza<br />

del tradimento è lo stalking. Lo stalking<br />

è una manifestazione violenta essenzialmente<br />

psicologica e trasversale che<br />

può interessare tutte le relazioni interpersonali.<br />

il confine io – tu non è rispettato,<br />

è spesso espressione di un modello<br />

operativo interno “programmato” nelle<br />

primissime relazioni che definisce, a<br />

vari livelli.


Il presunto autore nelle varie espressioni<br />

persecutorie, il presunto stalker, abitualmente,<br />

mantiene un buon contatto con<br />

la realtà, ne rasenta il confine, è spesso<br />

un “inconsapevole” manipolatore, che<br />

idealizza e sminuisce l’altra persona<br />

anche a distanza di pochi minuti.<br />

Quando entriamo in relazione con l’altro,<br />

passo necessario al costituirsi della<br />

nostra identità, mettiamo in gioco il nostro<br />

desiderio di essere con l’altro, ma<br />

anche il desiderio di non annullarci<br />

nell’altro. Cos'è la nostra identità? Essa<br />

è tutto ciò che caratterizza ciascuno di<br />

noi come individuo singolo e inconfondibile.<br />

E' ciò che impedisce alle persone<br />

di scambiarci per qualcun altro. Così<br />

come ognuno ha un'identità per gli<br />

altri, ha anche un'identità per sé. Quella<br />

per gli altri è l'identità oggettiva, l'identità<br />

per sé è l'identità soggettiva. L'identità<br />

soggettiva è l'insieme delle mie<br />

caratteristiche così come io le vedo e le<br />

descrivo in me stesso.<br />

Esistiamo solo con e attraverso l’altro.<br />

Tradire, componente sempre presente<br />

nella relazione, dal latino tradere ovvero<br />

consegnare… implica la consegna, il passaggio<br />

di qualcuno, di qualcosa da una<br />

parte all’altra… deludere la fiducia, tradire<br />

l’intimità, rompere un patto.<br />

Il tradimento produce uno sconvolgimento<br />

nella geografia delle posizioni,<br />

produce derive non solo emozionali ma<br />

anche identitarie, chi subisce un tradimento<br />

non può sfuggire al senso di<br />

vuoto, di abbandono improvviso.<br />

Il C. A. I., colpo di abbandono improvviso,<br />

sembra essere la matrice delle condotte<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

dello stalking, è quell’istante, che cambierà<br />

per sempre la loro esistenza, come se all’improvviso<br />

prendessero coscienza con una parola,<br />

una frase, un gesto o una semplice<br />

sensazione che stanno per essere lasciati o<br />

abbandonati, comunque che qualcosa sta<br />

cambiando nella loro relazione.<br />

Durante i colloqui, i presunti autori, descrivono<br />

il colpo di abbandono improvviso,<br />

come uno “tsunami emotivo<br />

affettivo”, che modificherà, trasformandola,<br />

la loro precedente vita. Da quel preciso<br />

momento, i valori, gli obiettivi e gli<br />

affetti precedenti, non esistono più.<br />

Queste persone, non possono fare a<br />

meno di agire quella specifica serie di<br />

comportamenti di tipo persecutorio<br />

che percepiscono come funzionali al<br />

loro benessere e che sedano la loro<br />

ansia e contengono la loro “paura”.<br />

Questi atteggiamenti che sono stati appresi<br />

nelle primissime relazioni, originati<br />

dagli schemi mentali acquisiti, si<br />

manifestano come una sorta di borsa<br />

del pronto soccorso relazionale.<br />

Può accadere all’improvviso di comprendere<br />

di non capirsi, di accorgersi di<br />

aver frainteso o di essere stati fraintesi<br />

e questa rivelazione è vissuta come un<br />

tradimento voluto, come una rottura<br />

dell’intesa reciproca, l’altro appare all’improvviso<br />

in tutta la sua alterità,<br />

Come uno sconosciuto o qualcuno che<br />

non ci conosce affatto. Da questo scarto<br />

conoscitivo, che a sua volta poggia su<br />

uno scarto comunicativo, nasce la percezione<br />

del tradimento come abbandono,<br />

come fine del fraintendimento che teneva<br />

in vita la relazione.<br />

Percepire un’azione, un gesto, una parola<br />

dell’altro come tradimento induce a riscrivere,<br />

tutto il passato della relazione alla luce<br />

del tradimento. Il fatto stesso di cambiare<br />

43


appare all’altro come un tradimento.<br />

Quando uno dei soggetti cambia, diviene<br />

per l’altro imprevedibile, irriconoscibile. Mutare<br />

è percepito come una forma di abbandono,<br />

come l’avere intrapreso un percorso,<br />

fuori dal Noi . Il mutamento è vissuto come<br />

un tradimento: “Non ti riconosco più!”.<br />

Si innescano emozioni negative rivolte<br />

all’annullamento dell’altro, si scatenano<br />

anche emozioni negative verso se<br />

stessi. Essere traditi denota anche perdita<br />

di autostima,ci si sente sminuiti,<br />

44<br />

SICURAMENTE<br />

MASTER IN SCIENZA DELLE TRACCE<br />

disprezzati e …persino colpevoli di<br />

avere in qualche modo commesso qualcosa<br />

per aver meritato il tradimento; si<br />

può così scivolare nell’auto compassione<br />

e nella depressione, mentre velocemente<br />

cresce l’immagine di sé come vittima!<br />

Si produce unna sorta di annichilimento,<br />

di perdita della stima di sé, si scardina<br />

l’immagine di sé perché si spezza la narrazione.<br />

L’essere traditi è un’esperienza<br />

di interruzione, c’è un prima e un dopo.<br />

Si accompagna necessariamente alla<br />

Ogni relazione, comportamento ed emozione lascia una traccia,<br />

spesso non abbiamo i giusti strumenti per identificarla. La violenza<br />

in tutte le sue espressioni, è una relazione, un’azione-reazione,<br />

che lascia molte tracce “emotive” spesso indelebili, che<br />

possono aiutarci ad identificare l’autore, anche in assenza di altro<br />

tipo di tracce. Il master intende formare esperti in analisi ed esame<br />

delle tracce emotive sulla base delle Scienze Forensi, trasmettere<br />

competenze trasferite da professionisti con comprovata esperienza<br />

sul campo e perfezionate da laboratori ed analisi di casi.<br />

Primo osservatorio in Italia dedicato alla prevenzione di<br />

eventi criminosi nelle famiglie e nelle coppie. Per accompagnare<br />

i singoli, le coppie e le famiglie nel difficile percorso<br />

della separazione. Se pensi di vivere una separazione<br />

a rischio non esitare contatta lo Sportello Osservatorio Sicurezza<br />

Tel. 06.44246573 attivo dal lunedì al venerdì ore 10.00/19.00.<br />

Consulenza psicologica, legale e di mediazione familiare gratuita.<br />

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FORMAZIONE<br />

percezione di un sé spezzato, che può<br />

narrarsi solo attraverso la ferita , si crea<br />

così un alternarsi di emozioni negative<br />

ora rivolte verso l’altro e ora verso se<br />

stessi, in un oscillare tra desiderio di<br />

vendetta e auto colpevolizzazione.<br />

Il tradimento è equiparato nella nostra<br />

mente a un evento di morte e, come la<br />

morte, è continuamente esorcizzato, questa<br />

condizione di incertezza rafforza<br />

l’ambivalenza dell’interazione che oscilla<br />

sempre tra fiducia e sfiducia…<br />

• Sede didattica: Roma<br />

• Durata: 120 ore complessive<br />

• <strong>Numero</strong> partecipanti: massimo 20<br />

• Verifica intermedia<br />

• Test a risposta multipla<br />

• Verifica finale<br />

• Produzione elaborato scritto con discussione orale<br />

• Attestato<br />

• Esperto in analisi delle tracce<br />

• Sono previste convenzioni per gli iscritti <strong>Coisp</strong><br />

• Presentazione 2 marzo <strong>2012</strong><br />

Osservatorio Nazionale<br />

Violenza Psicologica<br />

Per tutte le persone che subiscono questa pericolosissima<br />

forma di violenza, è attivo il numero nazionale<br />

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Filmati di cronaca sempre aggiornati<br />

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LETTERATURA<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Un libro tristemente attuale, quello di Giovanni Parrotta,edito da Rubbettino.<br />

“Meglio morto che precario”<br />

STORIA DI UNA RIBELLIONE<br />

Il giovane protagonista resiste al sistema mafioso, cui non vuole appartenere,<br />

e finisce a lavorare in un call center. Ma il suo sogno è evadere<br />

Donna tenta il suicidio<br />

dopo aver perso il lavoro".<br />

"Torino. Un giovane di<br />

"Catania.<br />

28 anni, E.V., è stato trovato<br />

impiccato all'interno di un magazzino".<br />

"Cagliari. Ventisettenne si suicida dopo<br />

aver ricevuto un preavviso di licenziamento,<br />

causa esubero personale".<br />

Con un cappio in copertina "Meglio morto<br />

che precario", la pluripremiata opera<br />

prima di Giovanni Parrotta, talentuoso<br />

giovane di origini calabresi, edita da Rubbettino,<br />

approda in libreria quasi ad anticipare<br />

un'Italia sconvolta dall'escalation<br />

di suicidi tra precari, giovani che perdono<br />

il lavoro, imprenditori sul lastrico. Un<br />

libro tristemente attuale, quello di Parrotta,<br />

da cui emerge un grande nodo vitale,<br />

quello della precarietà, che il<br />

protagonista tenta di sciogliere, tappa<br />

dopo tappa. Trapela quella voglia di riscatto<br />

che a Sud Italia ti brucia dentro.<br />

Poi l'infanzia difficile, una barca mangiata<br />

dalla salsedine, una pipa, la solitudine del<br />

mare, l'adolescenza, il vagare quotidiano<br />

in sella a uno Zip un po' scassato, per le<br />

strade polverose di Sellia Marina, alla ricerca<br />

di un lavoro.<br />

E quella periferia meridionale, incastonata<br />

tra palazzi abusivi e qualche bar che<br />

si affaccia sul ciglio della 106, "la strada<br />

della morte", cui l'autore dà un'anima.<br />

A Sellia Marina il lavoro e' un sogno, stretto<br />

nel cranio nudo della provincia di Catanzaro.<br />

E chi cresce in queste terre sogna spesso di<br />

andare altrove. L'evasione e' un'idea che ti<br />

martella la testa sin da piccolo.<br />

Perché evadere vuol dire avere un'occasione<br />

in più di trovare lavoro. E dignità.<br />

E Parrotta racconta un'evasione fatta di<br />

alcol, spinelli, piccolo spaccio.<br />

Ma il filo rosso che lega le tappe dell'esistenza<br />

di Michele, il ventinovenne protagonista<br />

del racconto, e' la ribellione. La<br />

resistenza. Quella a un sistema mafioso,<br />

cui non vuole appartenere.<br />

Così approda in un call center ed anche<br />

li' si ritrova faccia a faccia con il mondo<br />

spietato della precarietà.<br />

E il protagonista si batte. Portando con<br />

se' quel nodo vitale che tenta di sciogliere.<br />

Senza tregua. Il suo viaggio intimo,<br />

personale, diventa metaforico.<br />

Universale. Tappa dopo tappa.<br />

"Nel viaggio di una vita molti ricordano<br />

le tappe, io invece credo bisognerebbe ricordare<br />

e godere del percorso, di tutto il<br />

percorso, e magari andando anche contro<br />

corrente dimenticando le varie tappe, i<br />

vari bivi, ricordando solo la strada".<br />

Questa tra le riflessioni che costellano il<br />

libro, capitolo dopo capitolo, quasi a<br />

voler prendere per mano lo spettatore,<br />

per accompagnarlo, nel percorso personale<br />

dell'autore.<br />

Parrotta scava, s'interroga senza tregua,<br />

si mette a nudo. Così la mappa di un'esistenza<br />

scandita dalla precarieta' si snoda<br />

attraverso il racconto intimo dell'autore,<br />

da cui emerge uno spaccato del Meridione,<br />

privo di pregiudizi.<br />

"Diciamo che è c'è parecchia realtà " ci confessa<br />

Giovanni Parrotta "alcune vicende<br />

sono realmente accadute, anche se in modi<br />

diversi. E' lì che ho messo la creatività.<br />

C'è molto della mia vita, ma solo superficialmente.<br />

Le varie riflessioni, la scuola,<br />

gli amici e i luoghi del mio paese. Il resto<br />

è tutto scaturito dall'immaginazione e<br />

dalle supposizioni su come sarebbe stata<br />

la mia vita se non fossi stato fermo su determinate<br />

scelte, in questa terra".<br />

Il libro, privo di stereotipi e sofisticazioni,<br />

si è aggiudicato il premio "Chimirri"<br />

del concorso "Parole nel vento<br />

2011" e la credibilità narrativa del promettente<br />

Giovanni Parrotta, che "porta<br />

il lettore a vivere ciò che legge, in prima<br />

persona", ne fa un'opera preziosa, capace<br />

di sedurre e far riflettere sul grande<br />

tema della nostra epoca.<br />

45


46<br />

CINEMA<br />

ACAB<br />

IL FILM DEDICATO A CHI È<br />

“PAGATO PER STARE IN PRIMA FILA”<br />

di Giulia Zampina<br />

La pellicola di Sollima denuncia l’eterno conflitto sociale<br />

che i governi non sono in grado di risolvere<br />

Si muove sul filo sottile della teoria<br />

giuridica "dell'accettazione del rischio"<br />

la decisione con la quale il<br />

poliziotto Luigi Spaccarotella è<br />

stato definitivamente condannato a nove<br />

anni e quattro mesi di reclusione per l'uccisione<br />

del tifoso laziale Gabriele Sandri,<br />

avvenuta l'11 novembre 2007 nell'area di<br />

servizio Badia al Pino, vicino ad Arezzo.<br />

La Cassazione ha concordato con la de-<br />

cisione della Corte d'assise d'appello di Firenze,<br />

che aveva dichiarato il poliziotto<br />

colpevole di omicidio volontario per dolo<br />

eventuale, modificando la sentenza di<br />

primo grado della corte d'assise di<br />

Arezzo, che aveva, invece, qualificato il<br />

fatto come omicidio colposo aggravato<br />

da colpa cosciente ed aveva inflitto una<br />

pena più lieve (sei anni di reclusione).<br />

Proprio la differenza tra dolo eventuale e<br />

colpa cosciente, applicata al caso specifico e<br />

con scelta finale per il primo (in difformità<br />

dalle valutazioni fatti dai giudici aretini), ha<br />

catalizzato, nei tre gradi di giudizio, le discussioni<br />

di accusa e difesa, e probabilmente,<br />

anche la discussione finale, in camera di consiglio,<br />

da parte della Cassazione.<br />

Tutti i giudici sono partiti dalla considerazione<br />

che l'Agente Spaccarotella, nel<br />

momento in cui impugnò l'arma e decise<br />

di sparare, mise in conto la concreta possibilità<br />

del verificarsi di un evento lesivo.<br />

Muovendo da questa premessa, comune sia<br />

al dolo eventuale sia alla colpa cosciente, i


giudici di primo e secondo grado hanno distinto<br />

tra le due fattispecie.<br />

Per dichiarare il dolo eventuale, i giudici<br />

di secondo grado, e ora anche quelli della<br />

Cassazione, hanno dovuto ritenere che il<br />

poliziotto avesse fatto seriamente i conti<br />

con la possibilità di colpire il gruppo di<br />

tifosi laziale che era dall'altra parte dell'autostrade<br />

e, nonostante ciò, avesse deciso<br />

comunque di sparare.<br />

Per ritenere la colpa cosciente, i giudici<br />

avrebbero dovuto, invece, ritenere - come<br />

avevano fatto i giudici di primo grado -<br />

che Spaccarotella, pur avendo deciso di<br />

sparare, in realtà confidasse nel fatto che<br />

comunque non avrebbe colpito i tifosi.<br />

Due esempi scolastici spiegano la differenza<br />

tra dolo eventuale e colpa cosciente: - dolo<br />

eventuale: un uomo, disturbato da ragazzi<br />

che schiamazzano in strada, lancia contro di<br />

loro dal balcone della propria abitazione una<br />

bottiglia di vetro, pur prevedendo possibili ferimenti<br />

e colpendo di fatto un ragazzo; - colpa<br />

cosciente: un uomo, effettuando un sorpasso<br />

automobilistico in una curva pericolosa, ha<br />

ben presente la possibilità di provocare uno<br />

scontro; facendo leva, però, sulla conoscenza<br />

della strada e sulla sua abilità di guidatore,<br />

egli si convince di poter in ogni caso evitare<br />

l'incidente che, tuttavia, si verifica.<br />

Nel caso di Spaccarotella, la scelta della<br />

corte d'assise di Arezzo era stata per la<br />

colpa cosciente, con affermazione del reato<br />

di omicidio colposo e non di omicidio volontario;<br />

quella della corte d'assise d'appello<br />

di Firenze, ora condivisa dalla<br />

Cassazione, è stata invece di dolo eventuale,<br />

con affermazione del più grave reato<br />

di omicidio volontario e conseguente pena<br />

più severe rispetto a quella di primo grado.<br />

SICUREZZA E POLIZIA


Co.I.S.P. COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA<br />

SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA<br />

SEGRETERIA NAZIONALE:<br />

Via Farini, 62 - 00185 Roma<br />

Tel. (06) 48903734/73 - Fax (06) 48903735<br />

www.coisp.it<br />

e-mail: coisp@coisp.it<br />

48<br />

ORGANIGRAMMA<br />

REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />

REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />

VALLE D’AOSTA SEGRETERIA REGIONALE CLAUDIO LETIZIA, C/O QUESTURA DI TORINO.<br />

PROVINCIALE DI AOSTA CHRISTIAN MEI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE DI AOSTA.<br />

PIEMONTE SEGRETERIA REGIONALE CLAUDIO LETIZIA, C/O QUESTURA DI TORINO.<br />

PROVINCIALE DI ALESSANDRIA ROSSO CARLO, C/O CENTRO RACCOLTA INTERREGIONALE VECA.<br />

PROVINCIALE DI ASTI RAIMONDO MELI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI BIELLA VALZ BRENTA GIANLUCA C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE DI BIELLA.<br />

PROVINCIALE DI CUNEO GUZZO DANIELE, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI NOVARA ALESSIO NOTATORE, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI TORINO GIUSEPPE CAMPISI, C/O I ZONA POLIZIA DI FRONTIERA.<br />

PROVINCIALE DI VERBANO STEFANO FERINA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI VERCELLI BARTOLOMEO PIRAS, C/O QUESTURA.<br />

LOMBARDIA SEGRETERIA REGIONALE VALENTINO TOSONI, C/O QUESTURA DI BRESCIA.<br />

PROVINCIALE DI BERGAMO MAURIZIO DE LORENZO UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA ORIO AL SERIO.<br />

PROVINCIALE DI BRESCIA PIERANGELO FOLLI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI COMO ANTONIO PAGANO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI CREMONA FULVIO BERTOLASO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI LECCO GASPARE LIUZZA, SEZIONE POLIZIA STRADALE LECCO.<br />

PROVINCIALE DI LODI TOMASELLI SILVANA, C/O QUESTURA. www.coisplodi.com<br />

PROVINCIALE DI MILANO CARMINE ABAGNALE, C/O COMMISSARIATO PS RHO-PERO (MI).<br />

PROVINCIALE DI PAVIA VINCENZO FERROTTO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI SONDRIO VALERIO SOSIO, C/O SETTORE POLIZIA DI FRONTIERA DI TIRANO (SO).<br />

PROVINCIALE DI VARESE LUIGI FONZO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE VARESE<br />

PROVINCIALE DI MANTOVA GIOVANNI LA FAUCI, C/O QUESTURA.<br />

LIGURIA SEGRETERIA REGIONALE SALVATORE FINOCCHIARO, C/O QUESTURA DI SAVONA.<br />

PROVINCIALE DI GENOVA MATTEO BIANCHI, C/O QUESTURA. www.coisp-genova.it<br />

PROVINCIALE DI LA SPEZIA ROSARIO IZZO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE LA SPEZIA.<br />

PROVINCIALE DI IMPERIA ANTONIO MICHELE CAPRA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI SAVONA EMILIANO BIANCHI, C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA MARITTIMA SAVONA.


REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />

REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />

TRENT. ALTO ADIGE SEGRETERIA REGIONALE GIOVANNI CASTELLI, C/O QUESTURA DI TRENTO.<br />

PROVINCIALE DI BOLZANO FULVIO COSLOVI, COMM.TO S. CANDIDO.<br />

PROVINCIALE DI TRENTO SERGIO PAOLI, C/O QUESTURA.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

VENETO SEGRETERIA REGIONALE LUCA PRIOLI, C/O QUESTURA DI VICENZA.<br />

PROVINCIALE DI BELLUNO UGO GRANDO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI PADOVA LORIS FRISON, C/O II REPARTO MOBILE PADOVA.<br />

PROVINCIALE DI ROVIGO STEFANO TAMIAZZO, C/O II REPARTO MOBILE PADOVA.<br />

PROVINCIALE DI TREVISO BERARDINO CORDONE, C/O QUESTURA. www.coisp-treviso.it<br />

PROVINCIALE DI VENEZIA FRANCESCO LIPARI, C/O COMMISSARIATO DI P.S. MARGHERA (VE).www.coisp-venezia.it<br />

PROVINCIALE DI VERONA MASSIMO PERAZZOLI, C/O COMPARTIMENTO POLIZIA FERROVIARIA.<br />

PROVINCIALE DI VICENZA FABIO FACCHINELLO, C/O QUESTURA.<br />

FRIULI VEN. GIULIA SEGRETARIA REGIONALE MAURIZIO IANNARELLI, C/O QUESTURA DI TRIESTE.<br />

PROVINCIALE DI TRIESTE ENRICO MOSCATO, C/O IV ZONA POLIZIA DI FRONTIERA.<br />

PROVINCIALE DI PORDENONE MAURIZIO GIUST, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE PORDENONE.<br />

PROVINCIALE DI UDINE GENNARO FERRARO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI GORIZIA LORENZO FURLAN, C/O POSTO POLIZIA FERROVIARIA GORIZIA.<br />

EMILIA ROMAGNA SEGRETERIA REGIONALE RICCARDO MATTIOLI, C/O COMMISSARIATO DI PS S. VIOLA (BO).<br />

PROVINCIALE DI BOLOGNA RICCARDO MATTIOLI, f.f. C/O COMMISSARIATO DI PS S. VIOLA (BO).<br />

PROVINCIALE DI FERRARA FABIO TOSCANO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI FORLÌ BERNARDO RECINE, C/O C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA FORLì.<br />

PROVINCIALE DI PIACENZA PAOLA DI DOMENICO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI PARMA CLAUDIO GRAVANTE, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI RAVENNA FABIO BALDINI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI REGGIO EMILIA FABIO BOSCHI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI MODENA RAIMONDO MADERA, C/O COMM/TO PS. SASSUOLO.<br />

PROVINCIALE DI RIMINI MARCO MALANDRA, C/O SEZ. POLSTRADA RIMINI.<br />

TOSCANA SEGRETERIA REGIONALE GAETANO BARRELLA, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE ROSIGNANO SOLVAY (LI).<br />

PROVINCIALE DI FIRENZE ELISABETTA PERROTTA, C/O VIII REPARTO VOLO FIRENZE.<br />

PROVINCIALE DI AREZZO IURI MARTINI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE AREZZO.<br />

PROVINCIALE DI GROSSETO ROSA SANTAGATA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI LIVORNO ANGELA BONA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI MASSA CARRARA CORRADO COPPEDE’, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI LUCCA ALESSANDRO RUSSO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. VIAREGGIO (LU).<br />

PROVINCIALE DI PISA SIMONE CARNASCIALI, C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA PISA.<br />

PROVINCIALE DI PISTOIA ANTONIO ROVITO, C/O COMM. DI P.S. MONTECATINI (PT).www.coispistoia.webnode.com<br />

PROVINCIALE DI PRATO ANGELO CAIAZZO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI SIENA GIUSEPPE MENCAGLIA, C/O COMMISSARIATO PS POGGIBONSI (SI).<br />

MARCHE PROVINCIALE DI ANCONA GIANLUCA PAOLETTI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI MACERATA ANTONIO GRECO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. DI CIVITANOVA MARCHE (MC).<br />

PROVINCIALE DI PESARO-URBINO PASQUALE BIANCO, C/O COMM.TO P.S. FANO (PU).<br />

PROVINCIALE ASCOLI-PICENO GIULIANO MORGANTI, C/O QUESTURA<br />

UMBRIA SEGRETERIA REGIONALE TIZIANO ELIA, C/O QUESTURA DI TERNI.<br />

PROVINCIALE DI TERNI STEFANO ONOFRI, QUESTURA.<br />

LAZIO SEGRETERIA REGIONALE CAMILLO MELIDEO, C/O ISTITUTO PER ISPETTORI DI NETTUNO (RM).<br />

PROVINCIALE DI LATINA PIERLUIGI DE PAOLIS, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI FROSINONE GIOVANNI RAIMONDO, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE CASSINO (FR).<br />

PROVINCIALE DI RIETI DOMENICO PORCINO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI ROMA UMBERTO DE ANGELIS,C/O DIREZIONE CENTRALE POLIZIA PREVENZIONE www.coisproma.lazio.it<br />

PROVINCIALE DI VITERBO SALVATORE LANZANO, C/O QUESTURA.<br />

ABRUZZO SEGRETERIA REGIONALE ALESSANDRO ROSITO, C/O SCUOLA CONTROLLO DEL TERRITORIO DI PESCARA.<br />

PROVINCIALE DE L’AQUILA SANTINO LICALZI, C/O QUESTURA.www.coispaq.blogspot.com<br />

PROVINCIALE DI CHIETI NICOLA DI SCIASCIO, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE VASTO SUD (CH).<br />

PROVINCIALE DI PESCARA GIOVANNI CATITTI, C/O SOTTOSEZ. POLIZIA FERROVIARIA DI PESCARA. www.coisppescara.org<br />

PROVINCIALE DI TERAMO GIUSEPPE DE VINCENTIIS, C/O QUESTURA.<br />

49


50<br />

REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />

REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />

MOLISE SEGRETERIA REGIONALE ANTONIA MIGLIOZZI, C/O QUESTURA DI CAMPOBASSO.<br />

PROVINCIALE DI CAMPOBASSO GIUSEPPE MICHELE GRIECO, C/O COMMISSARIATO PS TERMOLI (CB).<br />

PROVINCIALE DI ISERNIA TONINO PAGLIONE, DISTACCAMENTO POLSTRADA AGNONE (IS).<br />

CAMPANIA SEGRETERIA REGIONALE GIUSEPPE RAIMONDI, C/O QUESTURA DI NAPOLI.<br />

PROVINCIALE DI AVELLINO LUIGI GERARDO DE PRIZIO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE AVELLINO.<br />

PROVINCIALE DI BENEVENTO UMBERTO DE FELICE, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI CASERTA CLAUDIO TREMATERRA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI NAPOLI GIULIO CATUOGNO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE NAPOLI.<br />

PROVINCIALE DI SALERNO RAFFAELE PERROTTA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE SALERNO.<br />

PUGLIA SEGRETERIA REGIONALE COSIMO LA VECCHIA, C/O DIGOS - QUESTURA DI BARI.<br />

PROVINCIALE DI BARI VINCENZO VERDUCI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI BRINDISI EUGENIO CANTANNA, C/O UFFICIO POLIZIA POSTALE BRINDISI.<br />

PROVINCIALE DI FOGGIA ALBERTO CACCAVO, C/O COMMISSARIATO DI P.S DI LUCERA (FG).<br />

PROVINCIALE DI LECCE CARLO GIANNINI, C/O COMMISSARIATO P.S. DI GALATINA (LE).<br />

PROVINCIALE DI TARANTO NICOLA FRANCO, C/O QUESTURA.<br />

BASILICATA SEGRETERIA REGIONALE MARIO SALUZZI, C/O COMMISSARIATO PS MELFI (PZ).<br />

PROVINCIALE DI MATERA ANGELO RAFFAELE SCASCIAMACCHIA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE MATERA.<br />

PROVINCIALE DI POTENZA GIUSEPPE GORGA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE POTENZA.<br />

CALABRIA SEGRETERIA REGIONALE GIUSEPPE BRUGNANO, C/O QUESTURA (CZ).<br />

PROVINCIALE DI CATANZARO MASSIMO ARCURI, C/O QUESTURA (CZ).<br />

PROVINCIALE DI COSENZA ANTONIO SCORNAVACCA, C/O COMMISSARIATO PS PAOLA (CS).<br />

PROVINCIALE DI CROTONE LUPO MASSIMO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA GAETANO RAFFA, C/O QUESTURA. www.coisp-reggiocalabria.it<br />

PROVINCIALE DI VIBO VALENTIA ROCCO D’AGOSTINO, C/O QUESTURA.<br />

SICILIA SEGRETERIA REGIONALE NATALE SCUDERI, C/O QUESTURA DI CATANIA.<br />

PROVINCIALE DI AGRIGENTO VINCENZO CIULLA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI CALTANISSETTA MICHELE FARACI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI CATANIA F.F. NATALE SCUDERI C/O QUESTURA (CT).<br />

PROVINCIALE DI ENNA GIUSEPPE MILANO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI MESSINA FRANCO ARCORACI, C/O COMMISSARIATO PS BARCELLONA (ME).<br />

PROVINCIALE DI PALERMO CARMELO FIUMEFREDDO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI RAGUSA GIUSEPPE MAGANUCO, C/O COMM.TO MODICA (RG).<br />

PROVINCIALE DI SIRACUSA GIOVANNI DI BARTOLO, C/O COMMISSARIATO P.S. LENTINI (SR).<br />

PROVINCIALE DI TRAPANI GIOVANNI CARONIA, C/O QUESTURA.<br />

SARDEGNA SEGRETERIA REGIONALE GILBERTO PISU, C/O AUTOCENTRO POLIZIA CAGLIARI.<br />

PROVINCIALE DI CAGLIARI GIUSEPPE PILICHI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE CAGLIARI<br />

PROVINCIALE DI NUORO ANTONIO CAPURSO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE, NUOROV.<br />

PROVINCIALE DI ORISTANO SALVATORE MELONI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI SASSARI MARCO PORCU, C/O COMMISSARIATO PS OLBIA (SS).


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