Numero 02 Anno 2012 - Coisp
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Numero 02 Anno 2012 - Coisp
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NO TAV: DALLA PROTESTA<br />
AD AZIONI PARATERRORISTICHE<br />
CONVEGNO<br />
20° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA<br />
DEL CO.I.S.P.<br />
N° 2 - <strong>2012</strong><br />
ANNO V<br />
EDIZIONI<br />
POLITICA<br />
SVUOTA CARCERI INUTILE,<br />
SFIANCA POLIZIOTTI
La nostra Indipendenza<br />
vuol dire Libertà,<br />
da vent'anni.<br />
piccolo passo per<br />
l'uomo, un grande balzo<br />
per l'umanità". Sono pas- "Un<br />
sati più di quarant'anni<br />
dallo sbarco sulla luna, eppure quelle<br />
immagini in bianco e nero sembrano<br />
molto più antiche, come se appartenessero<br />
ad un'altra epoca. Quegli uomini<br />
che saltellano impacciati sulla superficie<br />
lunare, a riguardarli oggi, fanno<br />
quasi sorridere.<br />
Però quel passato, che appare tanto remoto,<br />
è, ancora oggi, un futuro impossibile<br />
per tutti noi.<br />
Per mancanza di altri termini di paragone,<br />
anche la fondazione del <strong>Coisp</strong><br />
che abbiamo celebrato lo scorso 14<br />
marzo a Roma, ha rappresentato un<br />
passaggio fondamentale per la nascita,<br />
non solo di un soggetto sindacale, ma<br />
di un'idea ancora più rivoluzionaria<br />
dell'origine stessa dei sindacalismo di<br />
polizia: l'Indipendenza.<br />
Il <strong>Coisp</strong>, fin dalle origini, si è posto<br />
fuori dagli schemi della contrapposizione<br />
tra i soggetti sindacali che, all'epoca,<br />
volevano rappresentare le due<br />
"ideologie" imperanti, pretendendo di<br />
raccogliere in sé la totalità del pensiero<br />
dei poliziotti. Così non era allora e lo è<br />
sempre meno, soprattutto oggi.<br />
Per questo, vent'anni dopo la fondazione<br />
del <strong>Coisp</strong>, il tempo non sembra<br />
essere trascorso, tanto attuale dimostra<br />
di essere il vigore che il <strong>Coisp</strong> pone<br />
in campo ogni giorno, anzi, ogni ora,<br />
per difendere i poliziotti ed il concetto<br />
stesso di legalità. Questa forza e convinzione<br />
non trovano eguali nel panorama<br />
sindacale interno ed esterno alla<br />
Polizia; lo dimostrano non solo le bat-<br />
taglie vinte, ma soprattutto quelle a<br />
cui non ci sottraiamo mai, in ogni Ufficio,<br />
in ogni sede locale, provinciale,<br />
come anche al centro.<br />
L'Indipendenza del pensiero sindacale<br />
era e rimane un concetto rivoluzionario,<br />
quasi avveniristico, anche per chi<br />
combatte in buona coscienza e coerentemente<br />
con le proprie idee per l'affermazione<br />
dei diritti della nostra<br />
categoria, quelli sanciti e quelli ancora<br />
da conquistare.<br />
Indipendenza non significa isolamento,<br />
emarginazione ma anzi piena<br />
capacità di dialogo e mantenimento<br />
dei propri obiettivi, imparzialità senza<br />
vincoli e quindi priva di ogni subordinazione<br />
verso forze politiche o potentati<br />
di qualsiasi natura.<br />
In questo momento storico, in cui si<br />
rendono necessarie sostanziali riforme<br />
in tutti i settori della Pubblica Amministrazione,<br />
la nostra Indipendenza ci<br />
pone in grado di dialogare con tutti gli<br />
attori principali in modo preciso e competente,<br />
rappresentando l'unica vera<br />
arma per difendere i diritti dei poliziotti,<br />
senza condizionamenti.<br />
La sostanza e la concretezza dell'azione<br />
sindacale, coniugati con i principi del<br />
<strong>Coisp</strong>, sono gli elementi di attrazione<br />
che stanno continuando a far crescere<br />
la rappresentanza, anche numerica, del<br />
nostro sindacato, sottraendo così spazi<br />
alla demagogia ed all'immobilismo<br />
della rappresentanza vissuta passivamente,<br />
atteggiamento purtroppo ancora<br />
largamente diffuso.<br />
Il ruolo che ci è stato chiesto di continuare<br />
a ricoprire durante il Convegno<br />
celebrativo del nostro ventennale,<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
appare quindi oltremodo impegnativo,<br />
garantendoci molti altri anni di<br />
necessaria militanza nel nome dell'Indipendenza.<br />
Ci vorrebbero 10, 100, 1000 <strong>Coisp</strong> a<br />
rappresentare le istanze degli apparati<br />
di Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico.<br />
Invece molte voci sono ancora soffocate<br />
dall'assenza di strumenti di rappresentanza<br />
reale e democratica,<br />
finalmente svincolata da legami gerarchici<br />
o di subordinazione. Il <strong>Coisp</strong> combatte<br />
al fianco di chi lotta per garantire<br />
quella possibilità di espressione e pensiero,<br />
la quale viene, invece, ancora<br />
oggi negata proprio a chi opera, in Patria<br />
come all'estero, in nome della Libertà<br />
e della Democrazia.<br />
Un paradosso avvelenato che deve cessare,<br />
senza se e senza ma, come è stato<br />
per la Polizia di Stato nel 1981.<br />
A trent'anni dalla legge 121, non ci sentiamo<br />
come davanti alle immagini del<br />
primo uomo sulla luna. La sindacalizzazione<br />
è stato quel primo passo sul<br />
terreno della democrazia che ha rappresentato<br />
un balzo gigantesco per la<br />
società civile italiana.<br />
Il nostro passato è, ancora oggi, il futuro<br />
per molti Operatori della Sicurezza.<br />
L'Indipendenza del <strong>Coisp</strong> rappresenta<br />
un solido punto di riferimento ed<br />
anche per loro, un traguardo verso la<br />
libertà di espressione e pensiero.<br />
Buon Sindacato a tutti.<br />
Il Segretario Generale del <strong>Coisp</strong><br />
Franco Maccari<br />
3
LA NOSTRA NOS NOSTRA NOS<br />
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Il periodico “PS - Sicur Sicurezza<br />
& P olizia”, mensile di informazioni, cultura e attualità è l’Or gano Ufficiale Nazionale del Sindacato<br />
di P olizia Co Co.I.S.P.<br />
., (Coordinamento<br />
dinamento per l’indipendenza sindacale delle F<br />
orze di P olizia), punta l’attenzione sugli aspetti<br />
pr ofessionali senza tra lasciar lasciare<br />
argomenti<br />
gomenti più generali e di appr<br />
ofondimento di sicur sicuro<br />
inter esse per il cittadino cittadino.<br />
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quant’altr o scritto sulla rivista, pr ovengono da uomini uomini che vivono all’interno del<br />
settor e della Sicur Sicurezza<br />
ezza Italiana e, quindi pienamente legittimati a dar<br />
e un ser servizio<br />
alla gente per la lor o vita quotidiana<br />
e di ipotizzar<br />
e e soluzioni soluzioni possibili possibili per per un un futur<br />
futur o miglior e.<br />
Un futur<br />
o con maggior sicurezza;<br />
ezza; un futur<br />
o con maggior certezza; un futur o con meno delinquenza e più ser serenità<br />
da da parte parte dei dei cittadini cittadini e e degli degli stessi stessi poliziotti.<br />
poliziotti.<br />
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ecapito del periodico<br />
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e tempestivamente comunicato all’Editor all’Editore,<br />
che si impegna a ricer ricercarne<br />
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6<br />
SOMMARIO<br />
03 L’EDITORIALE<br />
La nostra Indipendenza vuol<br />
dire Libertà, da vent'anni.<br />
DI FRANCO MACCARI<br />
08 POLITICA<br />
Svuota-Carceri... inutile<br />
Sfianca i Poliziotti<br />
DI OLGA IEMBO<br />
12 I punti salienti<br />
del Decreto Legge 211<br />
14 In strada più delinquenti<br />
e meno poliziotti<br />
16 CRONACA<br />
No Tav:<br />
Dalla protesta ad azioni<br />
para-terroristiche<br />
DI ANTONIO CAPRIA<br />
20 L’INIZIATIVA<br />
Omicidio Aversa, 20 anni dopo<br />
23 Consegnate dal Co.I.S.P.<br />
26 Borse di Studio in ricordo<br />
dei coniugi Aversa<br />
26 CONVEGNO<br />
20° Anniversario nascita del Co.I.S.P<br />
Duri, Corretti e indipendenti<br />
30 NATURA<br />
Le emergenze di inizio anno<br />
sottolineano come sempre<br />
l’impegno delle Forze dell’Ordine<br />
DI GIULIA ZAMPINA<br />
N° 2 - <strong>2012</strong><br />
ANNO V<br />
32 GIUSTIZIA<br />
Morte di Gabriele Sandri<br />
I motivi della sentenza
34 ATTUALITÀ<br />
Oltraggio al pudore<br />
DI OLGA IEMBO<br />
38 SPEKAKER’S CORNER<br />
Di tutto un po’<br />
Nuove carceri<br />
e poliziotti giovani<br />
DI CARMINE FIORITI<br />
40 SINDACALISMO<br />
AUTONOMO DI POLIZIA<br />
La presa di posizione dei<br />
poliziotti inglesi e la costituzione<br />
dei comitati dei cittadini<br />
La rivista viene inviata gratuitamente ai quadri sindacali del<br />
CO.I.S.P., alle Questure, Prefetture, Ministeri e Scuole di Polizia.<br />
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restituiscoo. La redazione si riserva di apportare tagli e modifiche<br />
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immagine. La rivista “Sicurezza & Polizia” è un marchio registrato e<br />
non appartiene alla Pubblica Amministrazione.<br />
42 SICURAMENTE<br />
La psicologia del distacco<br />
45 LETTERATURA<br />
“Meglio morto che precario”<br />
Storia di una ribellione<br />
46 CINEMA<br />
Acab, il film dedicato a chi è<br />
“pagato per stare in prima fila”<br />
DI GIULIA ZAMPINA<br />
48 ORGANIGRAMMA<br />
Sedi Provinciali<br />
e Regionali del Co.I.S.P.<br />
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SICUREZZA E POLIZIA<br />
NO TAV: DALLA PROTESTA<br />
AD AZIONI PARATERRORISTICHE<br />
CONVEGNO<br />
20° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA<br />
DEL CO.I.S.P.<br />
N° 2 - <strong>2012</strong><br />
ANNO V<br />
EDIZIONI<br />
POLITICA<br />
SVUOTA CARCERI INUTILE,<br />
SFIANCA POLIZIOTTI<br />
SICUREZZA & POLIZIA<br />
Organo Ufficiale Nazionale del<br />
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Registrazione<br />
Tribunale di Roma al numero 331/2008 del 18/9/2008<br />
7
8<br />
POLITICA<br />
Dopo l’ondata di critiche alle misure previste nel Decreto del Ministro della Giustizia, Paola Severino,<br />
il Governo taglia corto e usa il meccanismo della fiducia per imporre il provvedimento<br />
Il Ministro della Giustizia Paola Severino<br />
SVUOTACARCERI... INUTILE<br />
di Olga Iembo<br />
SFIANCA I POLIZIOTTI<br />
Tutori dell’Ordine bloccati a sorvegliare ed assistere gli arrestati a scapito del controllo del territorio.<br />
Dall’incapacità al tecnicismo<br />
estremo, dal menefreghismo<br />
alla caparbia ricerca del risultato,<br />
non cambia poi molto. Altrimenti<br />
detto: con tutte le stagioni piove<br />
sempre sul bagnato… cioè sulla testa<br />
delle Forze dell’ordine!<br />
Maccari: “E non si risolveranno i problemi della Penitenziaria”<br />
Dopo lo “svuota-carceri” la considerazione<br />
è inevitabile, dal momento che<br />
anche il nuovo Governo, espressione altissima<br />
di competenza e specializzazione in<br />
tutti i vari settori dell’amministrazione<br />
pubblica, ha pensato bene di “metterci<br />
una pezza a colori” a spese dei tutori della<br />
sicurezza e, di conseguenza, dei cittadini.<br />
Sembra davvero paradossale, ma tutti,<br />
proprio tutti quelli che sono chiamati a<br />
gestire la cosa pubblica, finiscono con<br />
l’applicare i loro improbabili rimedi sempre,<br />
guarda caso, continuando a far leva<br />
sulle spalle di quei servitori dello Stato<br />
che già navigano in pessime acque, ma<br />
che non possono tirarsi indietro comunque,<br />
considerata la specificità e particolarità<br />
del loro compito.
“Non lo definirei svuota-carceri, – ha<br />
detto orgogliosa il Ministro della Giustizia,<br />
Paola Severino, autrice della bella<br />
pensata - ma piuttosto salva-carceri!”.<br />
Evviva! Ma a voler davvero cogliere nel<br />
segno si deve usare un altro nomignolo:<br />
“sfianca-poliziotti”.<br />
Un inutile quanto rischioso provvedimento<br />
che, se non risolverà praticamente<br />
alcuno dei gravi problemi che assillano la<br />
Polizia penitenziaria, ne creerà certamente<br />
di nuovi ai rappresentanti delle<br />
Forze dell’ordine, come se ce ne fosse<br />
bisogno!<br />
L’analisi delle misure previste nel decreto,<br />
le critiche, gli spunti, le riflessioni da parte<br />
degli operatori del settore non sono mancati<br />
ma, sfortunatamente, con un atteggiamento<br />
che ha ricordato fin troppo il<br />
precedente Esecutivo - che pure dovrebbe<br />
essere agli antipodi rispetto a quello attuale,<br />
ma evidentemente non lo è in tutto<br />
-, sono stati praticamente ignorati.<br />
In tanti hanno lanciato l’allarme rispetto<br />
ad alcune delle previsioni del<br />
provvedimento, molte in verità, che lasciano<br />
prevedere conseguenze negative<br />
su più fronti.<br />
Quello della sicurezza, in particolare, è<br />
stato l’aspetto su cui hanno tentato in<br />
ogni modo di interloquire tra gli altri, per<br />
ovvie ragioni, i Sindacati di Polizia.<br />
Il <strong>Coisp</strong> ha fatto sentire forte la propria<br />
voce, ma non molto è stato possibile di<br />
fronte all’irremovibilità di chi, probabilmente,<br />
è stato assillato dal solo pensiero di<br />
mostrare un intervento tempestivo a scapito,<br />
però, della ricerca di una soluzione<br />
strutturale, che andasse al cuore di un problema<br />
serio ed annoso come quello del sovraffollamento<br />
degli istituti penitenziari.<br />
Ed alla fine il Governo ha preferito tagliare<br />
corto, imponendosi con una richiesta<br />
di fiducia che, accordata dal<br />
Parlamento, ha aperto la strada al tanto<br />
criticato decreto-legge 22dicembre 2011,<br />
n. 211, recante interventi urgenti per il<br />
contrasto della tensione detentiva determinata<br />
dal sovraffollamento delle carceri.<br />
Sul provvedimento del ministro della Giustizia<br />
- che il Consiglio dei ministri aveva<br />
approvato il 16 dicembre 2011 -, si era abbattuta<br />
una pioggia di emendamenti, ben<br />
140. Il decreto scadeva il 21 febbraio - con<br />
una discussione alla Camera iniziata solo<br />
il 18 gennaio – e dunque l’Esecutivo ha<br />
scelto di porre la fiducia per evitare, di<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
fatto, la possibilità che il decreto restasse<br />
lettera morta.<br />
Il decreto, già approvato in Senato, ha poi<br />
incassato la fiducia della Camera con 420<br />
sì, 78 no e 35 astenuti.<br />
I cinque punti del provvedimento, molto<br />
in sintesi, introducono il divieto di portare<br />
in carcere le persone arrestate per reati di<br />
competenza del tribunale monocratico,<br />
prima della loro presentazione dinanzi al<br />
giudice per la convalida dell’arresto e il<br />
giudizio direttissimo, per evitare le cosiddette<br />
“porte girevoli” in carcere, ovvero le<br />
detenzioni pari o inferiori a 48 ore. In questi<br />
casi l’arrestato dovrà essere, di norma,<br />
custodito dalle forze di polizia nelle camere<br />
di sicurezza. Il provvedimento<br />
estende inoltre a 18 mesi, dagli precedenti<br />
12, il periodo di pena finale da scontare ai<br />
domiciliari per le condanne non gravi - le<br />
stime indicano in circa 3.300 i detenuti<br />
che potrebbero così tornare a casa -. Infine,<br />
per l’adeguamento ed il potenziamento<br />
delle carceri viene autorizzata la<br />
spesa di 57,2 milioni di euro per il 2011.<br />
Proprio l’utilizzo delle camere di detenzione<br />
per trattenere gli arrestati in attesa<br />
di direttissima ha suscitato particolare<br />
preoccupazione, per via del maggior carico<br />
di lavoro per un Personale di Polizia<br />
che già soffre di carenze di organico.<br />
Si parla, in dettaglio, di 327 camere di sicurezza<br />
presenti negli uffici della Polizia<br />
di Stato su tutto il territorio nazionale,<br />
molte delle quali inagibili o totalmente<br />
indecorose e lesive della dignità di chiunque<br />
fosse costretto a starvi all’interno.<br />
9
Qualcosa rispetto a cui il Ministro Severino<br />
ha affermato tra l’altro: “C’è stato un<br />
vaglio preliminare da parte delle Forze di<br />
Polizia e delle Forze interessate sull’idoneità<br />
delle camere di sicurezza si è fatto<br />
scrupolo di valutare se fossero adeguate<br />
per il contenimento dei detenuti per<br />
poche ore”.<br />
Una precisazione che ha suscitato immediata<br />
la reazione del <strong>Coisp</strong>, che per<br />
bocca del suo Segretario Generale,<br />
Franco Maccari, ha espresso “la più<br />
grande perplessità di fronte alle parole<br />
del Ministro, che ha parlato di un contenimento<br />
dei detenuti ‘per poche<br />
ore’, perché dall’alto della sua professionalità<br />
e competenza in materia sa<br />
10<br />
POLITICA<br />
Il Segr. Gen. del <strong>Coisp</strong> Franco Maccari<br />
perfettamente che questa affermazione<br />
è fuorviante e non realistica, e<br />
che spesso è un problema effettuare le<br />
direttissime entro le 48 ore, figuriamoci<br />
in un periodo ancora più breve.<br />
E far ‘sostare’ gli arrestati nelle camere di<br />
sicurezza per il tempo necessario alle<br />
procedure di rito (questo sì che richiede<br />
poche ore) è cosa ben diversa dal trattenerli<br />
in attesa che si metta in moto la<br />
macchina giudiziaria con tutte le sue<br />
complessità”.<br />
E rimane, del resto, in piedi l’insormontabile<br />
problema legato al fatto che le camere<br />
di sicurezza nella stragrande<br />
maggioranza dei casi non sono idonee –<br />
come è stato efficacemente mostrato da<br />
molti servizi giornalistici effettuati dai<br />
maggiori organi di informazione con servizi<br />
video che hanno cancellato ogni dubbio<br />
in proposito -.<br />
Senza contare l’ancor più pressante questione<br />
dell’assistenza di ogni tipo (da<br />
quella alimentare a quella sanitaria,<br />
ecc…) e della sorveglianza degli arrestati,<br />
“per cui – ha incalzato il Sindacato<br />
Indipendente - i Poliziotti non sono attrezzati<br />
nel primo caso, e non sono in<br />
servizio in numero sufficiente nel secondo,<br />
almeno se si vuole continuare a<br />
garantire la loro fondamentale presenza<br />
sulle strade a tutela dei cittadini”, dal
momento che tutto il personale da destinare<br />
alla sorveglianza degli arrestati<br />
(dieci Agenti di Polizia per un detenuto)<br />
sarà inevitabilmente sottratto<br />
agli altri servizi specifici.<br />
Questo, negli uffici di dimensioni ridotte<br />
dove magari è in servizio una<br />
sola Volante per turno, significherà che<br />
nessuno sarà in strada a presidiare il<br />
territorio.<br />
Il Ministro, di fronte alle critiche furiose<br />
mosse da più parti al provvedimento –<br />
anche per via della previsione di poter<br />
sottoporre gli stessi arrestati in flagranza<br />
ai domiciliari, che potranno essere<br />
concessi oltre tutto per gli ultimi 18<br />
mesi di pena a chi abbia una più lunga<br />
detenzione da scontare – ha difeso a<br />
spada tratta il decreto affermando che:<br />
“i delinquenti ‘veri’ resteranno dentro,<br />
e che non si tratta di una resa dello<br />
Stato, né di uno scaricabarile”.<br />
La Severino ha puntualizzato che “non<br />
è un decreto a seguito del quale le carceri<br />
si svuotano, perchè ci sarà un magistrato<br />
che valuterà la pericolosità<br />
sociale e il detenuto uscirà solo se meriterà<br />
gli arresti domiciliari”, invitando<br />
i giornalisti a non definirlo “svuota”<br />
bensì “salva-carceri”, facendo appello<br />
anche alla responsabilità dei media nell’informare<br />
i cittadini a proposito di un<br />
provvedimento che “fa parte – ha detto<br />
– di un mosaico” dal momento che c’è<br />
un disegno di legge già passato in Consiglio<br />
dei ministri per affrontare la problematica<br />
carceraria in maniera più<br />
completa”.<br />
Considerazioni quelle del Guardasigilli<br />
che, a ben vedere, aprono la strada ad<br />
un altro interrogativo: perché introdurre<br />
previsioni transitorie che - per<br />
stessa ammissione del Ministro - non<br />
sono risolutive, ma gravano ulteriormente<br />
e pericolosamente su due settori<br />
quali quello giudiziario, totalmente ingolfato,<br />
e quello della sicurezza, già in<br />
ginocchio per via di croniche carenze?<br />
“Sappiamo bene – ha osservato Maccari<br />
- che quella dell’utilizzo delle camere di<br />
sicurezza è una misura intesa come<br />
transitoria, temporanea, e che è previsto<br />
venga applicata solo laddove le<br />
strutture lo permettano. Ma sappiamo<br />
molto bene anche che, in pratica, si<br />
tradurrà in una complicazione ed un<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
intralcio lunghissimi e non indifferenti<br />
rispetto ai nostri compiti istituzionali.<br />
Ecco perché non possiamo non mettere<br />
in luce i limiti di una previsione la cui<br />
messa in pratica risulta talmente difficile<br />
da vanificare anche i risultati auspicati<br />
dal Governo.<br />
Si è pensato, infatti, a cosa vuol dire<br />
nel nostro farraginoso ed elefantiaco sistema<br />
giudiziario mettere in piedi un<br />
giudizio direttissimo entro 48 ore, magari<br />
in un periodo di festa? Si è pensato<br />
a cosa vuol dire in quello stesso<br />
sistema dover valutare migliaia e migliaia<br />
di posizioni per decidere chi<br />
potrà o non potrà godere dei domiciliari?<br />
Si è pensato a quanto inutile sia puntare<br />
tutto su poco più di 300 camere di<br />
sicurezza la maggior parte delle quali<br />
totalmente inadeguate?<br />
Si è pensato che queste previsioni non<br />
servono a molto per risolvere i problemi<br />
ma ne creano solo degli altri?”.<br />
“Ma soprattutto – conclude Maccari –<br />
, si è seriamente pensato a cosa accadrà<br />
in quei tanti uffici dove l’unica<br />
Volante in servizio dovrà rimanere in<br />
caserma a vigilare l’arrestato e quindi<br />
lasciare completamente sguarnito il<br />
territorio ed i cittadini dei servizi di<br />
prevenzione, sicurezza e soccorso<br />
pubblico?<br />
Abbiamo il dovere di sottolineare che<br />
percorrendo tale strada chi farà le spese<br />
di tutto questo, oltre a noi operatori<br />
della Sicurezza, saranno i cittadini”.<br />
La risposta, in pratica, riporta all’inizio<br />
del discorso… piove sul bagnato!<br />
11
12<br />
POLITICA<br />
Queste le principali misure del Decreto<br />
Legge 22 dicembre 2011, n.<br />
211 (pubbblicato in Gazzetta Ufficiale<br />
23 dicembre 2011, n. 297)<br />
recante “Interventi urgenti per il contrasto<br />
della tensione detentiva determinata<br />
dal sovraffollamento delle carceri ”.<br />
Il provvedimento prevede la possibilità di<br />
scontare ai domiciliari gli ultimi diciotto<br />
mesi di pena per i condannati, se il magistrato<br />
lo riterrà, e rende cogente la possibilità<br />
di utilizzare le celle di sicurezza<br />
di Questure e Caserme per evitare il cosiddetto<br />
“effetto tornello” nelle carceri,<br />
cioè le porte degli istituti di pena che si<br />
aprono e si chiudono nel giro di tre giorni<br />
per circa 23mila arrestati all'anno.<br />
Il provvedimento è stato modificato al Senato<br />
su due questioni importanti: è stato<br />
introdotto l’uso in prima battuta dei domiciliari<br />
per gli arresati in attesa di convalida<br />
o di giudizio per direttissima,<br />
I PUNTI SALIENTI<br />
DEL DECRETO LEGGE 211<br />
quando accusati di reati di competenza<br />
del giudice monocratico.<br />
Dalla misura sono esclusi i soggetti accusati<br />
di furto in appartamento, furto con<br />
strappo, rapina e estorsione semplici.<br />
La convalida avviene entro 48 ore, non<br />
più entro le 96. Si svolge, salvo che in<br />
caso di domiciliari, nel luogo in cui l’arrestato<br />
è custodito.<br />
Sarà il giudice ad andare nel posto dove<br />
si trova l'arrestato e non il contrario.<br />
In caso di "mancanza, indisponibilità o<br />
inidoneità" del domicilio, "o quando essi<br />
siano ubicati fuori dal circondario in cui<br />
si è eseguito l'arresto, o in caso di pericolosità<br />
dell'arrestato - si legge nel testo - il<br />
pubblico ministero dispone che sia custodito<br />
presso idonee strutture nella disponibilità<br />
degli Ufficiali o Agenti di Polizia<br />
Giudiziaria che abbiano eseguito l'arresto<br />
o che hanno avuto in consegna l'arrestato.<br />
In caso di mancanza, indisponibilità o<br />
inidoneità di tali strutture, o se ricorrono<br />
altre specifiche ragioni di necessità e urgenza,<br />
il pm dispone con decreto motivato<br />
che l'arrestato sia condotto nella<br />
casa circondariale del luogo dove è stato<br />
eseguito l'arresto ovvero, se ne possa derivare<br />
grave pregiudizio per le indagini,<br />
presso altra casa circondariale".<br />
I parlamentari europei possono accedere<br />
in visita alle camere di sicurezza e gli istituti<br />
di pena. Il testo prevede la chiusura<br />
degli ospedali psichiatrici giudiziari, fissata<br />
al 31 marzo 2013. In ciascuna Regione<br />
deve essere concluso uno specifico<br />
accordo con l'amministrazione penitenziaria<br />
per individuare una o più strutture<br />
sanitarie, fra quelle in possesso dei requisiti<br />
minimi per le strutture residenziali<br />
psichiatriche, da destinare alla sostituzione<br />
dell'Opg di riferimento.<br />
Inoltre, si stabilisce che devono essere<br />
definite le rispettive competenze nella
gestione delle strutture sostitutive individuando<br />
le funzioni del servizio sanitario<br />
nazionale e quelle di competenza<br />
dell'amministrazione penitenziaria.<br />
Vengono anche istituiti presidi di sicurezza<br />
e vigilanza situati lungo il perimetro<br />
delle strutture, dunque all'esterno dei<br />
reparti in cui le strutture si articolano.<br />
Secondo la commissione parlamentare di<br />
inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio<br />
sanitario nazionale, a novembre questa<br />
era la situazione che si registrava:<br />
nell'Opg di Aversa 221 internati di cui 66<br />
dimissibili; a Barcellona Pozzo di Gotto: 367<br />
internati e 106 dimissibili, a Castiglione<br />
delle Stiviere: su 289 internati 78 dimissibili,<br />
a Montelupo Fiorentino e Secondigliano,<br />
rispettivamente 141 internatui per<br />
ogni opg e 45 dimissibili in ogni istituto.<br />
Nell'Opg di reggio Emilia 245 gli internati<br />
di cui 106 i dimissibili. Resta la cosiddetta<br />
“norma Lusi”: introdotta al Senato con un<br />
emendamento a prima firma Luigi Lusi<br />
(Pd), retrodata al primo luglio 1988 la<br />
possibilità di chiedere risarcimento per<br />
ingiusta detenzione.<br />
Infine, sempre al fine di contrastare il sovrappopolamento<br />
degli istituti presenti<br />
sul territorio nazionale, per l'anno 2011,<br />
è autorizzata la spesa di euro 57.277.063<br />
per le esigenze connesse all'adeguamento,<br />
potenziamento e alla messa a<br />
norma delle infrastrutture penitenziarie.<br />
“Sarà mia cura che questo denaro sia<br />
speso nel migliore dei modi soprattutto<br />
per completare opere che sono a buon<br />
punto», ha spiegato il Ministro della Giustizia,<br />
Paola Severino.<br />
Il Guardasigilli ha poi spiegato altre caratteristiche<br />
del Decreto: “Ho previsto –<br />
ha detto - un sistema di detenzione non<br />
carceraria per pene non superiori ai 4<br />
anni, con la reclusione nella propria abitazione<br />
o in altra privata dimora”.<br />
Si passa dal sistema cautelare preventivo<br />
“al sistema penale vero e proprio, prevedendo<br />
accanto alla sanzione della reclusione<br />
la reclusione domiciliare, con la<br />
prescrizione di particolari modalità di<br />
controllo: non dei mezzi elettronici, che<br />
non ritengo opportuno attivare perché<br />
devono ancora essere sperimentati e dimostrare<br />
di avere costi inferiori alla detenzione<br />
carceraria”.<br />
In pratica ad apertura del “dibattimento<br />
si individua un percorso rieducativo per<br />
il quale deve subito essere espressa l'opzione:<br />
chi lo accetta non entra in carcere<br />
e presta lavori di pubblica utilità pur continuando<br />
a lavorare e a mantenere la sua<br />
vita familiare.<br />
Il percorso si blocca se nel frattempo chi<br />
viene messo alla prova torna a commettere<br />
reati della stessa indole, in tal caso<br />
riparte il processo che era stato sospeso”.<br />
Severino ha quindi annunciato la nascita<br />
della “Carta dei diritti del detenuto” che indica<br />
“ciò che può fare e ciò che non può fare”.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Uno strumento che “potrebbe aiutare<br />
molto a superare quel disorientamento<br />
che pervade chiunque entri per la prima<br />
volta in un carcere”, ha sottolineato il Ministro<br />
precisando che “verrebbe tradotta<br />
nelle lingue più diffuse nella popolazione<br />
carceraria più vasta e verrà estesa ai familiari<br />
che fin dall'inizio non sanno cosa<br />
possono fare, quali vestiti portare”. In<br />
questa carta dei diritti, “c'é anche la<br />
scelta di prestare il previo consenso all'uso<br />
eventuale di mezzi di controllo.<br />
Sottolineo eventuale: se dovessero essere<br />
applicati mezzi alternativi di controllo é<br />
bene avere comunque il previo consenso”.<br />
Da ultimo, sarebbe anche prevista “la revisione<br />
delle circoscrizioni in attuazione<br />
delle delega già conferita, iniziando dai<br />
giudici di pace”.<br />
Il guardasigilli, per il quale “un centinaio<br />
di circoscrizioni di giudici di pace potrebbero<br />
essere eliminate”, ha spiegato che<br />
“la delega verrà attuata per gradi”.<br />
La riforma “coinvolge come numero massimo<br />
ottenibile incrociando i quattro criteri<br />
del provvedimento circa 500mila unità”<br />
con un “risparmio di 20 milioni di euro”.<br />
Il ministro ha quindi citato “un meccanismo<br />
sperimentato in Trentino dove alcuni<br />
Comuni hanno chiesto il mantenimento<br />
della circoscrizione con le spese a carico<br />
del Comune o di comprensori di Comuni.<br />
Può essere una opzione purché non a carico<br />
del ministero”.<br />
13
14<br />
POLITICA<br />
IN STRADA PIÙ DELINQUENTI<br />
Intervento del Co.I.S.P. di Padova sul decreto “SvuotaCarceri”<br />
Il sentimento che il Comparto Sicurezza<br />
ha provato al cospetto della<br />
conversione del decreto-legge del 22<br />
dicembre 2011 n. 211, il cosiddetto<br />
“svuota carceri”, proposto dal Ministro<br />
per la Giustizia, è di delusione e d ‘impotenza.<br />
Malgrado il grido di allarme che le Organizzazioni<br />
Sindacali del Comparto Sicurezza<br />
hanno rivolto a questo Governo, il<br />
provvedimento emanato in materia di<br />
emergenza penitenziaria è uscito ugualmente<br />
dalle aule del Parlamento nella sua<br />
formula più deleteria e stravolgendo l'assetto<br />
delle Polizie Giudiziarie operanti in<br />
questo paese.<br />
“Un atto d'insana ipocrisia”, precisa il Segretario<br />
Generale del COISP padovano,<br />
“che collide con la crudele realtà di ogni<br />
giorno. La nuova legge impone che la Polizia<br />
di Stato, l'Arma dei Carabinieri e la<br />
Guardia di Finanza, quali Organi di Polizia<br />
E MENO POLIZIOTTI<br />
Il Ministro della Giustizia Paola Severino e il Presidente del Consiglio Mario Monti
Giudiziaria maggiormente operative sul territorio<br />
nazionale, trattengano nelle proprie<br />
camere di sicurezza gli arrestati per poi portarli<br />
direttamente davanti al Giudice, senza<br />
che questi ultimi passino per il carcere.<br />
Il legislatore, però, non ha capito che cambiando<br />
l'ordine dei fattori il risultato non<br />
cambia! Le nostre prigioni saranno sempre<br />
piene e non sarà sufficiente prolungare<br />
il periodo massimo per gli arresti domiciliari<br />
o depenalizzare alcuni reati, lo Stato<br />
deve comprendere che non può lesinare<br />
sulla sicurezza”.<br />
Questa è la presa di posizione del Sindacato<br />
Indipendente di Polizia nei confronti<br />
di una normativa che sposta, di<br />
fatto, il problema carcerario dalle strutture<br />
penitenziarie alle Questure, alle<br />
Stazioni dei Carabinieri e alle Caserme<br />
della Finanza, così ingolfando ancor di<br />
più l'attività di controllo del territorio,<br />
della prevenzione e della repressione<br />
dei reati.<br />
“Eppoi, diciamolo una volta per tutte, i<br />
detenuti costano moltissimo ed in questo<br />
momento di tagli, sono un 'bene di lusso'<br />
che lo Stato non può permettersi e quindi,<br />
è meglio rimetterli per strada!”, prosegue<br />
il segretario Frison, “Il Governo, invece<br />
di aumentare gli strumenti, gli<br />
uomini e i mezzi alle Forze di Polizia per<br />
svolgere ancor meglio la loro attività, va<br />
esattamente dalla parte opposta del buon<br />
senso, scaricando l'annosa questione del<br />
sovraffollamento delle carceri a quegli organi<br />
che sono deputati a garantire un<br />
puntuale ed efficiente servizio di pronto<br />
intervento.<br />
Non abbiamo camere di sicurezza degne di<br />
ospitare quei cittadini a cui è stata ristretta<br />
la libertà personale.<br />
Non abbiamo Poliziotti da distogliere dal<br />
pattugliamento delle città.<br />
Non abbiamo un servizio di pronto soccorso e<br />
di prime cure per gli indagati in stato di arresto.<br />
Non abbiamo un servizio di mensa necessario<br />
a distribuire un pasto.<br />
A Padova, non abbiamo nemmeno una Que-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
stura idonea a rispondere alle moderne esigenze<br />
di questa città, figuriamoci se possiamo<br />
detenere, anche momentaneamente, degli<br />
arrestati in lugubri stanzette!”<br />
A fronte della situazione denunciata da<br />
questa O.S., il Segretario Generale del<br />
COISP Frison Loris lancia un'iniziativa:<br />
“Per poter sensibilizzare il legislatore sulla<br />
delicata materia della sicurezza dei cittadini,<br />
invitiamo TUTTI i partiti politici ad<br />
unirsi con noi al volantinaggio di protesta<br />
di fronte alla Questura e alla Prefettura.<br />
Sappiamo che non ci mancherà la consueta<br />
solidarietà della cittadinanza padovana”.<br />
15
16<br />
CRONACA<br />
Mutata ragione sociale, palese disprezzo della legge,<br />
attacco violentissimo contro le Forze dell'Ordine<br />
Il movimento No-Tav ha fatto registrare<br />
nel tempo 'una mutazione delle<br />
proprie caratteristiche sia quantitative<br />
che qualitative' e dalla protesta si<br />
è passati in alcuni casi ad 'aggressioni alle<br />
Forze dell'ordine, danneggiamenti, intimidazioni<br />
e minacce a giornalisti o persone<br />
non allineate alle posizioni No-Tav, azioni<br />
para-terroristiche'.<br />
E' quanto sottolineano, i documenti elaborati<br />
dagli investigatori che indagano<br />
sugli incidenti avvenuti l'estate scorsa<br />
durante le manifestazioni in Val di Susa.<br />
I numeri del 2005 (per esempio contestazioni<br />
di Venaus) si sono nel tempo ridimensionati.<br />
Persone, che avevano alimentato<br />
NOTAV:<br />
L’ALLERTA DEGLI INVESTIGATORI, DALLA<br />
PROTESTA AD AZIONI PARATERRORISTICHE<br />
di Antonio Capria
la protesta per lo più pacifica degli anni<br />
precedenti, consapevolizzandone la piega<br />
violenta, si sono rimodulate anche allontanandosi<br />
dalle iniziative più marcate del<br />
movimento.<br />
Di converso -viene rilevato- è incrementata<br />
la pervicacia ed aggressività dell'affronto<br />
verbale, delle provocazioni e delle<br />
azioni. E ciò in virtù del fatto che la 'ragione<br />
sociale' del movimento non si limita<br />
alla pur vivace esposizione e visibilità<br />
delle posizioni contrarie all'opera ma mira<br />
apertamente all'impedimento materiale<br />
della prosecuzione delle attività attualmente<br />
in corso presso il cantiere LTF'.<br />
'Assedi al cantiere, tagli delle reti, aggressioni<br />
alle forze dell'ordine, danneggiamenti,<br />
intimidazioni e minacce a<br />
giornalisti o persone non allineate alle<br />
posizioni No-Tav, azioni para-terroristiche<br />
(per esempio tentativo di incendio del<br />
portone di ingresso di un ufficio del Sindaco<br />
di Chiomonte, su posizioni possibiliste<br />
all' opera), blocchi autostradali e<br />
ferroviari' rappresentano una realtà che<br />
viene ormai vissuta 'da un ampio bacino,<br />
variamente identificantesi sotto l'insegna<br />
No-Tav, nel palese disprezzo della legge<br />
in un limbo di legalità sospesa'.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
La Valle di Susa, rilevano gli investigatori nel<br />
documento, 'è progressivamente divenuta<br />
meta di soggettività pure non indigene,<br />
spesso già inclini a quella violenza organizzata<br />
che sta recentemente sempre più palesandosi<br />
in campo non solo nazionale, alla<br />
ricerca di spazi/occasioni per liberare le pulsioni<br />
più violente e nichiliste senza specifico<br />
riguardo alle tematiche proposte'.<br />
Il tutto si sviluppa sotto il sapiente e collaudato<br />
coordinamento di aggregati antagonisti<br />
locali', che sono 'particolarmente abili<br />
nelle pratiche di opposizione antisistema<br />
anche violenta. Nel tempo, questa palestra<br />
antagonista ha fatto maturare ed emergere,<br />
negli stessi valligiani già asserviti alla causa<br />
No-Tav integralista, atteggiamenti antisistema<br />
di forte rifiuto e contrasto verso le<br />
istituzioni e l’autorità dello Stato'.<br />
Il 27 Giugno dello scorso anno i protagonisti<br />
degli incidenti 'si sono avvantaggiati<br />
delle difficoltà operative e della posizione<br />
di favore per attaccare forze dell'ordine e<br />
maestranze che operavano su macchinari.<br />
Vi è stata una manifesta perdita di<br />
ogni freno inibitorio nei prolungati periodi<br />
in cui, dall'alto, sono stati lanciati<br />
pesanti estintori, grossi pali in legno,<br />
sassi, etc. su poliziotti e carabinieri<br />
L’INCHIESTA:<br />
26 arresti in tutta Italia per scontri in Val Susa<br />
Scatta all’alba del 26 gennaio scorso<br />
il blitz della Polizia che, con arresti<br />
e perquisizioni in tutta Italia, punta<br />
a stroncare quella che viene definita<br />
dagli inquirenti, in un primo momento,<br />
l'ala più dura del movimento No Tav.<br />
Venticinque ordini di custodia cautelare<br />
in carcere (scesi a 24 nel pomeriggio dopo<br />
il rilascio di una donna incinta), uno agli<br />
arresti domiciliari, 15 provvedimenti di<br />
obbligo di dimora e un divieto di entrare<br />
nella provincia di Torino sono il bilancio<br />
finale dell'inchiesta della Digos e della<br />
procura di Torino sui violentissimi scontri<br />
che si scatenarono in Valle di Susa il 27<br />
giugno e il 3 luglio dello scorso anno.<br />
Scontri che costarono 211 feriti tra poliziotti<br />
e carabinieri.<br />
Nella rete finiscono un brigatista degli<br />
anni Settanta, un ex di Prima Linea, vecchi<br />
avventurieri anarchici, ragazzi e ragazzini<br />
che frequentano i Centri sociali,<br />
presunti veterani degli scontri di piazza,<br />
studenti universitari, attivisti della politica<br />
e del sindacato, un consigliere comunale:<br />
si trova un po' di tutto, dal<br />
giovanotto con i capelli rasta al barbiere,<br />
fino all'anziano rivoluzionario stempiato,<br />
nell'elenco delle persone arrestate dalla<br />
polizia nell'inchiesta No Tav, persino tre<br />
minorenni (denunciati).Il consigliere comunale<br />
è Guido Fissore, 67 anni, che siede<br />
nel municipio di Villar Focchiardo (un<br />
• Continua a pag. 25<br />
17
CRONACA<br />
che, vinta la resistenza della barricata,<br />
risalivano faticosamente la china che<br />
porta verso l'area del Museo Archeologico.<br />
I numerosi feriti testimoniano della gravità<br />
dei comportamenti di chi, in un delirio<br />
violento, ha voluto o, nella più<br />
generosa delle improbabili ipotesi, non<br />
può non aver previsto le più gravi conseguenze<br />
del proprio agire'.<br />
La principale opzione delle Forze di Polizia<br />
'è rimasta sempre quella di assorbire<br />
l'attacco che è avvenuto a freddo e deliberatamente,<br />
tentando di scongiurare al<br />
massimo, specie attraverso l'uso di artifici<br />
lacrimogeni, le insidiose occasioni di<br />
contatto diretto.<br />
Quale elemento giustificativo delle violenza<br />
-sottolineano gli investigatorioltre<br />
a lamentare l'impiego di sostanze<br />
illegali, è stata surrettiziamente costruita,<br />
da parte del movimento, la fantasiosa<br />
ipotesi secondo cui queste<br />
sarebbero state provocate dall'uso dei lacrimogeni.<br />
A prescindere dalla cronologia<br />
della sequenza (violenza dei manifestanti<br />
prima ed uso dei lacrimogeni poi), appare<br />
quantomeno bizzarra questa innovativa<br />
causa di esclusione del reato per cui a<br />
lacrimogeno lanciato corrisponderebbe<br />
la singolarescriminante'.<br />
I manifestanti del 3 Luglio, 'travisati ed attrezzati<br />
di tutto punto (maschere antigas,<br />
bottiglie molotov, scudi in plexiglass,<br />
fionde, fromboli, etc.), circostanze che ben<br />
dimostrano la puntuale preparazione e<br />
premeditazione delle azioni, hanno proditoriamente<br />
raggiunto l'area retrostante il<br />
museo per avvantaggiarsi della fitta<br />
boscaglia e sferrare un attacco violentissimo<br />
contro le Forze dell'Ordine secondo<br />
un cliché che si sta recentemente e drammaticamente<br />
riproponendo, in tutta la sua<br />
pericolosità, anche in altri contesti di sommossa<br />
in cui si inseriscono pericolosamente<br />
soggettività ed aggregati che, sotto<br />
l'etichetta più o meno appropriata e generalista<br />
di black-bloc, pongono in serio pericolo<br />
la vita delle persone, beni materiali<br />
ed il sovrano bene pubblico dell'ordinato<br />
(nello stesso interesse dei pacifici manifestanti)<br />
svolgersi delle manifestazioni'.<br />
La durata dell'attacco è stata tale 'da far<br />
ulteriormente argomentare nel senso di<br />
una strategia pianificata e/o di una pervicacia<br />
che è andata alimentandosi nonostante<br />
il dispositivo di sicurezza si<br />
limitasse alla tenuta del perimetro di cantiere<br />
senza lanciarsi in una sistematica<br />
caccia dei violenti che, attesa la natura del<br />
territorio boschivo, avrebbe potuto sortire<br />
più gravi conseguenze. Il gravissimo episodio<br />
del temporaneo sequestro del carabiniere<br />
cui è stata sottratta la pistola ha<br />
rappresentato ulteriore termometro di<br />
una situazione i cui protagonisti hanno<br />
scientemente voluto e perseguito in una<br />
delirante spirale di violenza gratuità.<br />
La degenerazione della protesta, osservano<br />
gli apparati investigativi, 'non è<br />
stata frutto di un’emotività esacerbata da<br />
fatti imprevisti o dal precipitare di situazioni<br />
contingenti. L'apparato di sicurezza<br />
dispiegato, anche alla luce dell'esperienza<br />
maturata in occasione di eventi similari,<br />
si è ispirato prioritariamente alla difesa<br />
del sito, arginando i tentativi di sfondamento<br />
proditoriamente effettuati'.<br />
Sono 'molti gli indicatori relativi alla potenziale<br />
reiterazione delle violenze: numerosi<br />
dei soggetti considerati -viene<br />
rilevato nel documento- hanno recidive<br />
specifiche, il movimento No-Tav non ha<br />
mai smesso di sostanzialmente legittimare<br />
situazioni analoghe'.<br />
In zona infatti, 'anche nei periodi successivi<br />
si sono registrate azioni improntate all’illegalità<br />
diffusa con ripetute azioni di attacco<br />
al cantiere ed alle forze dell'ordine<br />
che sono divenute il bersaglio preferito dei<br />
violenti, annunci di riconquista del cantiere<br />
anche attraverso il compimento di palesi<br />
illegalità (per esempio taglio delle reti).<br />
Di fatto, 'il contesto ambientale rimane il<br />
medesimo' e 'il cantiere è soltanto nella<br />
sua operatività iniziale che, si rammenta,<br />
durerà più di due anni'.
paese della Valsusa) come espressione di<br />
una lista civica No Tav: fu lui ad accompagnare<br />
una scolaresca bergamasca in visita<br />
al cantiere di Chiomonte. Quell’episodio<br />
fu denunciato dal COISP, che investì dell’accaduto<br />
il Ministro dell’Istruzione.<br />
Gli indagati abitano a Torino, Milano, Bergamo,<br />
Belluno, Foggia, Sassuolo, Genova,<br />
Roma, Parma, Macerata, Cremona, Cosenza,<br />
in Francia, ma tutti erano saliti in<br />
Valle di Susa per unirsi alle dimostrazioni<br />
dei No Tav e tutti, come risulta agli esperti<br />
della Digos dopo l'analisi di fotografie e<br />
filmati, invece di limitarsi a cantare slogan<br />
hanno preso parte a quella che il gip<br />
Federico Bompieri ha definito senza<br />
mezzi termini 'una guerriglia'.<br />
Il procuratore Gian Carlo Caselli precisa<br />
che non è un'inchiesta contro il movimento<br />
No Tav né contro la libertà di manifestare<br />
e nemmeno contro la Valle di Susa<br />
(solo due sono i valligiani arrestati), ma<br />
'un'operazione di cesello' diretta a perseguire<br />
singoli episodi di resistenza e lesioni.<br />
E' un'inchiesta - dice il gip - che riguarda<br />
'movimenti dell'area anarchica e antagonista'<br />
ed è, comunque, contro soggetti che<br />
sono 'da tempo impegnati in azioni di protesta<br />
contro le istituzioni', e quindi non solo<br />
contro il Tav. 'In Valle - osserva Caselli - si<br />
creò un punto di coagulo di forze diverse'.<br />
Due sono le giornate prese in esame. Il<br />
27 giugno la polizia sgombera il presidio,<br />
esteso per decine di km quadrati, che i<br />
No Tav mantengono da mesi alla Maddalena<br />
di Chiomonte dove e' previsto il<br />
primo cantiere del treno ad alta velocità.<br />
Ci vogliono ruspe e benne per sventrare le<br />
barricate erette dai dimostranti, i quali, a<br />
migliaia, tentano anche di impedire alle<br />
forze dell'ordine di risalire le strade lanciando<br />
sassi. “Sembrerebbe un gioco di<br />
ruolo ambientato in un contesto medievale<br />
- sono le sconcertate parole del gip - se non<br />
fosse che tutto è stato messo in pratica”.<br />
Gli 'assedianti' vengono accolti da una<br />
sassaiola fittissima e Guido Fissore, 67<br />
anni, consigliere comunale a Villar Focchiardo,<br />
viene riconosciuto come l'uomo<br />
claudicante dai capelli bianchi che tempesta<br />
gli agenti con una stampella mandandone<br />
quattro in ospedale: arrestato<br />
questa mattina, sul web diventa subito<br />
un eroe, 'l'Enrico Toti' della Valsusa.<br />
Il 3 luglio si replica. Questa volta sono i No<br />
Tav a stringere d'assedio la Maddalena, che<br />
nel frattempo e' stata recintata dalle forze<br />
dell'ordine. I cortei raccolgono decine di<br />
migliaia di simpatizzanti No Tav e 400 di<br />
loro decidono di 'riprendersi il cantiere' -<br />
dicono - con un assalto in piena regola che<br />
il gip descrive come 'una guerriglia'con-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
dotta 'in un ambiente impervio e ostile'.<br />
Gli agenti vengono bersagliati da massi,<br />
bombe carta, molotov, fumogeni, bottiglie<br />
di ammoniaca; gli aggressori si danno il<br />
cambio nascondendosi nei boschi, un carabiniere<br />
rischia grosso quando, durante<br />
una carica, viene isolato dal reparto, picchiato<br />
e sequestrato. Ma l'offensiva è respinta.<br />
E al cantiere si comincia a lavorare.<br />
Subito dopo scattano le indagini.<br />
19
20<br />
L’INIZIATIVA<br />
<strong>Numero</strong>si importanti esponenti istituzionali e politici a Lamezia Terme<br />
per il convegno in memoria del sovrintendente Salvatore Aversa<br />
e di sua moglie Lucia Precenzano<br />
OMICIDIO AVERSA, 20 ANNI DOPO<br />
Debellare l’enorme area grigia che fa finta di non vedere<br />
Presso la Sala Napolitano del Comune<br />
di Lamezia Terme, in via Perugini,<br />
si è tenuto il convegno<br />
sulla “SICUREZZA E DIFESA” organizzato<br />
dalla Segreteria Provinciale del<br />
Co.I.S:P: ove sono intervenuti ospiti e relatori<br />
di grande spessore, e diversi esponenti<br />
politici ed istituzionali.<br />
L'incontro, al quale hanno partecipato i<br />
tre figli dei coniugi Aversa, Valter, Paolo<br />
e Giulia) è stato aperto dal Segretario Regionale<br />
Aggiunto del Co.I.S.P. Vincenzo<br />
Albanese, che ha evidenziato il dispiacere<br />
per la mancata detenzione dei killer dei<br />
coniugi Aversa, due esponenti della criminalità<br />
organizzata pugliese, rei confessi<br />
e collaboratori di giustizia. Sono<br />
trascorsi vent’anni dalla barbara uccisione<br />
di Salvatore Aversa e della moglie<br />
Lucia Precenzano. Ma il ricordo di un<br />
uomo che è stato un esempio per molti<br />
continua ad essere vivo in tutti. E non<br />
solo nei lametini ma in tutti quelli che lo<br />
hanno conosciuto. Un ricordo che è stato<br />
testimoniato nella grande festa organizzata<br />
dal Co.I.S.P., il Sindacato Indipendente<br />
di Polizia, che nella sala Napolitano<br />
in via Perugini ha voluto celebrare il ventennale<br />
della morte del sovrintendente<br />
Aversa e di sua moglie, assassinati il 4<br />
gennaio del 1992 in via Dei Campioni.<br />
In tutti gli interventi che si sono susseguiti<br />
è emerso il profilo di un uomo che<br />
è stato un servitore fedele dello Stato,<br />
ligio, intransigente, caparbio, onesto. Un<br />
esempio per tutti. Soprattutto per i giovani,<br />
che hanno il dovere morale di mantenere<br />
viva la figura di un uomo che è<br />
morto servendo lo Stato. Aversa venne<br />
massacrato in una di quelle «rare rotture»<br />
della ‘ndrangheta nei confronti<br />
delle Forze dell’Ordine, perchè lavorava<br />
instancabilmente dando la caccia alla criminalità<br />
locale, forte della sua esperienza<br />
e della sua conoscenza del territorio e<br />
della malavita locale, senza fare sconti a<br />
nessuno. Fu il primo infatti a tracciare la<br />
mappa della criminalità cittadina.<br />
E questo probabilmente ha dato fastidio<br />
a qualcuno.<br />
Tante sono state le testimonianze che<br />
hanno ricordato il suo vissuto, rimarcando<br />
le doti di un Poliziotto talmente fedele<br />
ai propri principi e al proprio dovere<br />
da rappresentare un modello «che oggi<br />
manca in tante componenti della società»,<br />
Sulle indagini per l'omicidio del Sovrintendente<br />
della Polizia Salvatore Aversa<br />
e della moglie Lucia Precenzano , uccisi<br />
20 anni fa (il 4 gennaio del 1992) a Lamezia<br />
Terme, "sono state costruite ingiustamente<br />
delle carriere e l'ingiusta teoria<br />
dell'eroina Rosetta Cerminara.
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Ma nessuno, tranne alcuni giornalisti e<br />
cito per tutti Aldo Varano, ha fatto autocritica".<br />
A dirlo è stato il responsabile<br />
della sede ANSA della Calabria, Filippo<br />
Veltri, intervenendo al convegno per ricordare<br />
quel delitto e consegnare 26<br />
borse di studio intitolate alla memoria<br />
di Aversa ad altrettanti studenti figli di<br />
Poliziotti.<br />
Veltri - che di quell'omicidio e delle successive<br />
indagini fu cronista e per questo<br />
invitato oggi dal Co.I.S.P. - ha poi citato<br />
un passo di un articolo scritto recentemente<br />
dal Direttore del Quotidiano della<br />
Basilicata, Paride Leporace , anch'egli cronista<br />
di quei fatti: "Aversa - ha scritto Leporace<br />
- era un investigatore che usava<br />
metodi forti anche con le donne dei boss,<br />
nessun privilegio per loro, capaci di prendere<br />
il comando quando i loro uomini finivano<br />
in galera. Da qui la decisione di<br />
trucidare anche la moglie del Poliziotto:<br />
altre riflessioni mancate per femministe,<br />
sociologhe e professioniste dei seminari<br />
sulla legalità nelle scuole". Veltri ha<br />
anche ricordato i colloqui avuti all'epoca<br />
dei primi processi con l'avvocato Armando<br />
Veneto, difensore di uno dei primi<br />
due imputati, poi assolti, Giuseppe Rizzardi<br />
(l'altro, renato Molinaro, è morto).<br />
"Continuava a ripetere - ha detto Veltri -<br />
di non sposare la tesi della supertestimone<br />
eroina e che il suo assistito era innocente.<br />
E dai miei appunti che diceva<br />
così perché era appunto il difensore, Veneto<br />
rispondeva sempre: non è così, leggete<br />
le carte, leggete le carte e la verità<br />
verrà fuori". Veltri, infine, ha sottolineato<br />
la necessità che finisca la fase "dell'antimafia<br />
a giorni alterni, quella dei luoghi<br />
comuni. Serve un'antimafia senza formalismi,<br />
ma soprattutto serva un impegno<br />
quotidiano da parte di tutti, quello che ci<br />
metteva Aversa nel suo lavoro".
L’INIZIATIVA<br />
Il Questore di Catanzaro, Vincenzo Roca,<br />
ha citato un passo dell'Eneide ("così si va<br />
alle stelle") per sottolineare il valore di "<br />
tutti quegli eroi senza volto che sono gli<br />
Agenti che quotidianamente svolgono<br />
con impegno e dedizione il loro lavoro<br />
ma i cui volti diventano noti solo quando<br />
perdono la vita per motivi di servizio".<br />
Il Sindaco di Lamezia Terme Gianni<br />
Speranza, ha evidenziato come l'Amministrazione<br />
voglia "rinsaldare il legame<br />
con le Forze di Polizia.<br />
Un rapporto di cui la città ha bisogno<br />
anche per affrontare le difficoltà che<br />
stanno davanti a noi. Quello di oggi - ha<br />
aggiunto - non deve essere solo un momento<br />
celebrativo ma anche quello per<br />
segnalare la preoccupazione per gli<br />
ostacoli enormi che ci attendono e<br />
quindi la necessità di intraprendere un<br />
cammino di riscatto per ottenere una<br />
vita migliore di quanto non lo sia stata<br />
in passato".<br />
Una testimonianza personale di Aversa<br />
è giunto dal Consigliere Comunale<br />
Francesco Grandinetti, che ha ricordato<br />
quando Lamezia era terra di sequestri<br />
di persona ed il Sovrintendente della<br />
Polizia lo seguiva per vigilare sulla sua<br />
sicurezza di ragazzino. "Aveva capito<br />
che c'era qualcosa - ha aggiunto Grandinetti<br />
- ed infatti pochi mesi dopo fu<br />
rapito mio nonno". Dal Vice Presidente<br />
di Confagricoltura di Catanzaro, Rocco<br />
Mazza, è invece giunto un invito affinché<br />
"l'antimafia di parola lasci il posto<br />
a quella dei fatti". Il Capo Gabinetto<br />
della Questura Nicola Mirello, che<br />
giunse a Lamezia Terme come giovane<br />
funzionario poche settimane dopo il<br />
delitto, ha rimarcato come "la luce dell'esempio<br />
di Aversa non é venuta meno<br />
in chi lavora nel Commissariato ma ciò<br />
non basta, serve l'impegno di tutte le<br />
componenti della società".<br />
Il Senatore Luigi de Sena, ex Vice Capo<br />
della Polizia e Prefetto di Reggio Calabria,<br />
dopo avere dato ragione a Veltri auspicando<br />
che il sistema "impari a fare autocritica<br />
e ad evitare che in futuro si<br />
possano evitare certi percorsi", ha poi evidenziato<br />
come "si pretendono atti di eroismo<br />
da chi denuncia fatti di criminalità<br />
ma poi li si lascia soli.<br />
Bisognerebbe aprire un dibattito in<br />
tempi rapidi per raggiungere ad un sostengo<br />
vero per i denunziati". L'on.<br />
Doris Lo Moro ha parlato di Aversa<br />
"come una storia esemplare. Ma quel<br />
che è sconvolgente è che nel 20<strong>02</strong> il Co-<br />
mune è stato sciolto nuovamente per<br />
mafia. Il che significa che la chiarezza<br />
non è stata mai praticata. In una società<br />
in cui si parla di antiracket e poi non c'é<br />
una denuncia di estorsione significa che<br />
la società civile deve svegliarsi e dire no<br />
all'ipocrisia diffusa".<br />
Un monito alla società civile è venuto<br />
anche dall'On. Mario Tassone, secondo il<br />
quale c'é "una criminalità che si annida<br />
negli Uffici e nelle Istituzioni e che grazie<br />
alla copertura del perbenismo è ancora<br />
più pericolosa". " Aversa - ha detto il deputato<br />
Italo Bocchino - è stato ucciso perché<br />
sul lavoro era intransigente e<br />
particolarmente ligio al dovere. Un atteggiamento<br />
che non tutti hanno, in ogni<br />
settore della nostra società. Il problema<br />
da debellare è l'enorme area grigia che fa<br />
finta di non vedere".<br />
I lavori sono stati conclusi dal Segretario<br />
Nazionale del Co.I.S.P. Franco Maccari, che<br />
ha rimarcato come "l'intransigenza di<br />
Aversa deve essere la linea di condotta<br />
delle categorie che rappresentano i cittadini,<br />
siano esse di natura politica, sindacale<br />
ed altro ancora. C'é la necessità di<br />
dare la scossa ad una parte maggioritaria<br />
della popolazione silente perché come<br />
anestetizzata".
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Consegnate dal Co.I.S.P.<br />
26 BORSE DI STUDIO<br />
a studenti calabresi<br />
in ricordo dei coniugi Aversa<br />
Lillo Giuseppe Odoardi, Carmelo<br />
Manuel, Federica Mancuso, Syria<br />
Conidi, Chiara Lia, Vittorio Loprete,<br />
Giglielmo Sità, Gianmarco<br />
Mellace, Vincenzo Perri, Sashi Russolillo,<br />
Serena Borza, Anna Marinaro, Antonio<br />
Passante, Irene Rotundo, Emma Cacia,<br />
Salvatore Perri, Fausto Marziano, Revel<br />
Lento, Alessio Vittorio Mercuri, Giuseppe<br />
Albanese, Luca Nosdeo, Damiano Pane,<br />
Luna Isabella, Alessandra Torchia, Rosi<br />
Marilena Gualtieri, Davide Vecchi.<br />
Sono questi i nomi dei ventisei studenti<br />
ai quali sono andate le borse di studio<br />
23
L’INIZIATIVA<br />
volute dal Co.I.S.P., Sindacato Indipendente<br />
di Polizia, che sono state assegnate<br />
dalla Segretaria Provinciale di<br />
Catanzaro.<br />
“Ventisei meravigliosi ragazzi, ventisei<br />
allievi meritevoli, ventisei promettenti<br />
cittadini, che simbolicamente<br />
vogliamo premiare in un giorno che gli<br />
fornisca l’immagine da portare sempre<br />
dentro di sé, per tutta la vita, come<br />
esempio, ispirazione e guida.<br />
L’immagine di chi non c’è più perché<br />
ha sacrificato tutto per i propri ideali<br />
e la propria fede, assurgendo però così<br />
a modello altissimo di onore, valore, di<br />
un’esistenza carica di significato.<br />
Parlo ovviamente delle figure impareggiabili<br />
del Sovrintendente di Polizia<br />
Salvatore Aversa e di sua moglie, Lucia<br />
Precenzano”.<br />
E’ Vincenzo Albanese, Segretario Regionale<br />
Aggiunto del Co.I.S.P. Calabrese, a<br />
presentare orgogliosamente l’iniziativa<br />
dell’assegnazione delle borse di studio<br />
ai ventisei candidati per i quali è stato<br />
adottato il criterio dell’equa distribuzione<br />
della somma prevista - con l’assegnazione<br />
a ciascuno di 135 euro -,<br />
possibile grazie al generoso contributo<br />
della Provincia di Catanzaro e del Comune<br />
di Lamezia Terme.<br />
Il perché la consegna sia associata all’importante<br />
anniversario della scomparsa<br />
dei coniugi Aversa assassinati il 4<br />
gennaio del 1992 in via Dei Campioni, a<br />
Lamezia Terme, oggi ribattezzata con il<br />
loro nome, di cui quest’anno ricorre il<br />
ventennale, sta tutto nello stesso bando<br />
istitutivo delle borse di studio, determinato<br />
“dalla volontà – spiegano dalla Segreteria<br />
del Co.I.S.P. di trasmettere ai<br />
figli dei dipendenti quei valori che quotidianamente<br />
spingono gli Operatori<br />
della Polizia di Stato ad impegnarsi<br />
quali Operatori di diritto con grande<br />
spirito di abnegazione”.<br />
“Valori – conclude Albanese – che nulla<br />
può comunicare e rendere meglio dell’esempio<br />
concreto. Ai nostri figli mostriamo<br />
così, con la forza dell’umiltà,<br />
chi in concreto ha incarnato quello in<br />
cui crediamo, dimostrando che essere<br />
cittadini e uomini e donne migliori si<br />
può, semplicemente vivendo con profondo<br />
rispetto di se stessi e degli altri e<br />
delle proprie idee di giustizia, pulizia e<br />
legalità”.<br />
Ha conclusione della manifestazione Segretario<br />
Generale del Co.I.S.P., Franco Maccari<br />
ha deposto una corona di fiori in<br />
memoria delle due vittime di ‘ndrangheta,<br />
alla presenza di numerose autorità.
Al termine del Convegno in<br />
memoria dei coniugi AVERSA<br />
e della consegna delle 26<br />
borse di studio a studenti calabresi,<br />
si è svolta una conferenza programmatica,<br />
svolta dal Segretario<br />
Nazionale del Co.I.S.P. Franco Maccari<br />
presso la sala conferenze della Scuola<br />
Allievi Agenti della Polizia di Stato di<br />
Vibo Valentia<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
CONFERENZA ALLA SCUOLA ALLIEVI<br />
AGENTI DELLA POLIZIA DI STATO<br />
DI VIBO VALENTIA<br />
25
26<br />
CONVEGNO<br />
DURI…CORRETTI E… INDIPENDENTI!<br />
Il CO.I.S.P RICOMINCIA CON I VALORI<br />
CHE HA APPENA FESTEGGIATO<br />
PER I SUOI VENT’ANNI DI ATTIVITA’<br />
Maccari: “Oggi più di ieri fieri della nostra indipendenza!”<br />
Ivent’anni del Co.I. S. P, Sindacato indipendente<br />
di Polizia, non potevano<br />
non essere una grande occasione di<br />
incontro e di confronto con gli interlocutori<br />
che da due decenni dialogano<br />
con il Co.I.S.P..<br />
Un dialogo a volte duro ma sempre corretto,<br />
che ha avuto come punto di partenza<br />
sempre e comunque la tutela delle istanze<br />
e dei diritti dei Poliziotti, difese mantenendo<br />
alta la bandiera dell’Indipendenza.<br />
E senza dimenticare chi per lo Stato ha<br />
pagato il sacrificio più estremo versando<br />
il suo sangue. Un compleanno è sì la proiezione<br />
verso il futuro ma anche la possibilità<br />
di voltarsi indietro per vedere come<br />
eravamo.<br />
Ma soprattutto per capire come ci siano<br />
conti con la storia rimasti aperti e ancora<br />
troppo dolorosi. Ecco perché nella sala del<br />
Massimo D’Azeglio a Roma, le prime immagini<br />
consegnate alla numerosa platea<br />
che si è riunita, sono state quelle di Milano<br />
1977. Una foto scattata in quell’anno, in<br />
quella città, che ritraeva tre terroristi che<br />
sparavano contro alcuni Poliziotti.<br />
Uno di questi tre ex terroristi ritratti era<br />
Maurizio Azzolini, l’attuale capo di gabinetto<br />
del Vice Sindaco di Milano. E quando<br />
i ricordi si confondono con il presente, c’è<br />
sempre una voce che riavvolge il nastro.<br />
E lo scorso 14 marzo la voce è stata quella<br />
di Maurizio Campagna, fratello di Andrea
Campagna “Guardia di Pubblica Sicurezza<br />
in servizio presso l'ufficio Digos del Raggruppamento<br />
Guardie di P.S. di Milano”<br />
ucciso 33 anni fa da Cesare Battisti.<br />
Il Capo della Polizia Antonio Manganelli,<br />
nel suo appassionato intervento di apertura,<br />
ha sottolineato l’importanza del sindacalismo<br />
nella Polizia di Stato, fatto di<br />
contributo quotidiano per migliorare la<br />
macchina sicurezza del Paese.<br />
Manganelli si è soffermato sulla tenacia del<br />
Co.I.S.P. nel ricordare i tanti Appartenenti alle<br />
Forze di Polizia caduti per servire lo Stato.<br />
Un impegno, quello di mantenere vivo il ricordo,<br />
che è valso al Sindacato di Polizia il<br />
ringraziamento delle Istituzioni ed un<br />
commosso ed ideale abbraccio della platea.<br />
E sempre nell’ottica del mantenimento di<br />
quel ricordo, fiera e determinata si è alzata<br />
in sala la voce e la testimonianza di<br />
Tina Montinaro, vedova di Antonio, Capo<br />
scorta di Giovanni Falcone, la quale ha annunciato<br />
una grande manifestazione per<br />
il ventennale della strage di Capaci,<br />
quest’anno a Palermo, con una chiamata<br />
a raccolta di tanti Poliziotti sull’autostrada<br />
dove persero la vita il marito ed i<br />
colleghi, con il giudice Falcone e la moglie.<br />
Il Sottosegretario agli Interni, Carlo De<br />
Stefano, ex Poliziotto, ha ribadito che la<br />
legge 121 del 1981 ha segnato un passaggio<br />
importante per il sistema sicurezza<br />
della Nazione, ma che ancora tanto bisogna<br />
fare per perfezionare alcuni punti importanti<br />
come il coordinamento tra le<br />
Forze di Polizia.<br />
Dal canto suo il Prefetto di Roma, Giuseppe<br />
Pecoraro, ha ripercorso le tappe<br />
storiche che hanno fatto nascere nel 1981<br />
i Sindacati di Polizia, da una discussione<br />
nata qualche anno prima da parte di al-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
cuni poliziotti “carbonari” che sentivano<br />
l’esigenza di avere anche in Italia una Polizia<br />
al pari delle altre Polizie occidentali,<br />
ovvero non più militari e con Organizzazioni<br />
di Rappresentanza del personale.<br />
Ma il Co.I.S.P. da sempre non è solo Polizia,<br />
non è un cerchio chiuso in cui si muovono<br />
solo le istanze dei Poliziotti. Ma è un Sindacato<br />
compenetrato nella realtà in cui<br />
vive, di cui sa coglierne i fenomeni, analizzandoli<br />
in maniera a volte anche critica<br />
ma comunque sempre costruttivamente.<br />
In tal senso è stata importante la pre-
senza e la testimonianza del giornalista<br />
e scrittore Carlo Bonini Il rapporto con<br />
l’autore del libro Acab, oggi diventato un<br />
film, si è instaurato un paio di anni fa<br />
quando Bonini fu invitato dal Co.I.S.P a<br />
Catanzaro proprio nell’immediatezza dell’uscita<br />
del suo libro. Un rapporto corretto,<br />
fatto di stima reciproca che Franco<br />
Maccari ha voluto sottolineare con<br />
grande determinazione.<br />
Elogi sono arrivati anche dal Questore di<br />
Roma Francesco Tagliente, che ha sottolineato<br />
come correttezza e durezza siano<br />
alla base dell’azione quotidiana del Co. I.<br />
28<br />
CONVEGNO<br />
PER I SUOI 20 ANNI IL CO.I.S.P. RIUNISCE<br />
POLITICA, MAGISTRATURA, ISTITUZIONI E CULTURA.<br />
Senza dimenticare chi per lo stato ha perso la vita<br />
Franco Maccari: “Idee e Valori senza compromessi sono la nostra essenza!”<br />
Sindacato Indipendente ed Autonomo<br />
nella Polizia di Stato<br />
come fine e non mezzo. Capacità “Il<br />
di rappresentare in tutte le sedi<br />
gli Operatori di Polizia, le loro aspettative<br />
ed i loro bisogni, senza condizionamenti o<br />
colorazioni ideologiche o partitiche.<br />
Libertà e forza di affermare le proprie idee<br />
nelle giuste rivendicazioni della categoria<br />
rappresentata, di fronte a qualsiasi Governo.<br />
Apertura verso tutti i soggetti istituzionali,<br />
politici e sociali che interagiscono<br />
con il lavoro del Poliziotto.<br />
Questi sono alcuni dei valori che hanno<br />
contraddistinto l’attività del CoI.S.P. in<br />
questi 20 anni e di questi valori hanno<br />
reso partecipi il 14 marzo, alle ore 15,30,<br />
tutta la platea che si è ritrovata nella sala<br />
convegni dell’hotel Massimo D’azeglio,<br />
dove si è festeggiato 20 anni vissuti all’insegna<br />
di questo credo”.<br />
E’ quanto ha afferma Franco Maccari, Segretario<br />
Generale del Co.I.S.P. – il Sindacato<br />
Indipendente di Polizia – che<br />
annuncia il grande appuntamento.<br />
“Molte le personalità che hanno dato la<br />
loro adesione - il Ministro dell’Interno<br />
Anna Maria Cancellieri, il Capo della Polizia<br />
Antonio Manganelli”.<br />
Anche la politica è stata presente alla manifestazione<br />
come il Sottosegretario agli<br />
Interni Carlo De Stefano, Alfredo Mantovano<br />
(Pdl) ed Emanuele Fiano (Pd).<br />
“Ma una storia non può essere scritta senza<br />
la mano di chi in questa storia ci ha creduto<br />
talmente tanto sin dall’inizio. E’ stata con noi<br />
il fondatore del Co.I.S.P. e, vista l’evoluzione<br />
che il Sindacato in Polizia ha avuto, non ce<br />
ne vogliano gli amici uomini, questo grande<br />
progetto di vita, perché di questo si tratta,<br />
poteva essere pensato solo da una donna.<br />
Ecco perché è con noi Rachele Schettini”.<br />
Hanno portato il loro saluto il Prefetto e<br />
il Questore di Roma, Giuseppe Pecoraro e<br />
Francesco Tagliente.<br />
“Il <strong>Coisp</strong> poi non dimentica chi per lo Stato<br />
ha pagato il prezzo più alto. Ecco perché<br />
con noi – continua il leader del <strong>Coisp</strong> – ci<br />
ha salutato Tina Montinaro, vedova di Antonio,<br />
capo scorta di Giovanni Falcone, un<br />
Magistrato in prima linea, tanto esposto<br />
da rimetterci la vita insieme alla sua<br />
scorta. In prima linea come il Procuratore<br />
Nazionale Antimafia Piero Grasso ed il Magistrato<br />
calabrese Nicola Gratteri che sono<br />
intervenuti tra gli ospiti”.<br />
“Ed è tale l’apertura dei Co,I.S.P. al mondo<br />
reale – dice ancora Maccari – da riconoscere<br />
la validità del lavoro di chi pur<br />
guarda la nostra stessa realtà da un’angolazione<br />
diversa. Ecco il senso della presenza<br />
dell’amico, giornalista e scrittore<br />
del libro “Acab” Carlo Bonini”.
S.P.. Plausi alla Polizia di Stato, anche per<br />
l’attività sindacale che pone in essere,<br />
sono arrivati dal magistrato calabrese<br />
Nicola Gratteri, il quale ha sottolineato<br />
l’abnegazione e lo spirito di sacrificio che<br />
contraddistingue la Polizia Italiana da<br />
quella di altri Stati.<br />
La fondatrice del Co.I.S.P., Rachele Schettini,<br />
commossa, è stata accolta con un filmato<br />
che la ritraeva nel congresso del<br />
2000 a Varese. La Schettini ha parlato dell’importanza<br />
di continuare ad avere un<br />
Sindacato di Polizia Indipendente da ogni<br />
“infiltrazione” esterna alla Polizia di<br />
Stato, poiché è solo l’Indipendenza che<br />
determina la libertà dei Poliziotti.<br />
Sono intervenuti con mirati e utili interventi<br />
l’Onorevole Alfredo Mantovano (Pdl),<br />
l’Onorevole Emanuele Fiano (Pd), l’Onorevole<br />
Mario Tassone (Udc), l’Onorevole Giovanni<br />
Paladini (Idv). La politica ha elogiato<br />
in maniera unanime il Co.I.S.P riconoscendo<br />
al Sindacato la capacità dimostrata<br />
in 20 anni di adeguarsi ai tempi senza se<br />
e senza ma, rendendo tra le altre cose,<br />
noto all’esterno il disagio a cui troppo<br />
spesso i Poliziotti italiani sono costretti.<br />
Erano presenti tra i graditi ospiti anche<br />
Giuseppe Tiani, Segretario Generale del<br />
Siap, Claudio Giardullo, Segretario Generale<br />
del Silp per la Cgil e Enzo Marco Letizia,<br />
Segretario Generale dell’Anfp.<br />
“Di giornate storiche il <strong>Coisp</strong> ne ha vissute<br />
tante – ha detto il Segretario Generale<br />
Franco Maccari – ricordarle tutte in<br />
poche ore sarebbe stato impossibile.<br />
Ma la presenza encomiabile di tantissimi<br />
amici e Quadri Sindacali provenienti<br />
da tutta Italia, di un numero<br />
impressionante di Parlamentari anche<br />
seduti semplicemente in platea, di praticamente<br />
tutti i Dirigenti degli Uffici e<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
articolazioni del Dipartimento della P.S.<br />
nonché del Gabinetto del Ministro,<br />
anche le loro parole, sono state il più bel<br />
attestato di merito che il Sindacato potesse<br />
ricevere.<br />
Ci hanno detto che siamo duri, è vero, ma<br />
ci hanno riconosciuto anche la correttezza<br />
nell’azione, ma soprattutto ci<br />
hanno chiamati INDIPENDENTI.<br />
E questo per noi è il miglior riconoscimento<br />
ai sacrifici, all’abnegazione, all’entusiasmo<br />
con cui abbiamo condotto la<br />
nostra attività. Oggi, che abbiamo vent’anni<br />
ed un giorno, sappiamo da dove ricominciare<br />
per scrivere ancora pagine di<br />
storia vera, dove gli unici protagonisti saranno<br />
i Poliziotti che, come sempre, si<br />
muoveranno nel contesto della realtà<br />
anche difficile in cui vivono.<br />
Perché una Polizia INDIPENDENTE rende<br />
lo Stato più libero”<br />
29
30<br />
NATURA<br />
LE EMERGENZE DI INIZIO ANNO<br />
SOTTOLINEANO COME SEMPRE<br />
L’IMPEGNO DELLE FORZE DELL’ORDINE<br />
Prima lo sciopero dei tir poi la neve e il gelo,<br />
i servitori dello Stato ancora in prima linea vicini alla gente<br />
di Giulia Zampina<br />
dell’anno è stato caratterizzato<br />
da diverse emergenze in<br />
Italia. In realtà si potrebbero de-<br />
L’inizio<br />
finire emergenze tutte italiane.<br />
Un paese bloccato prima dallo sciopero<br />
dei tir e poi dal maltempo. L’uno di seguito<br />
all’altro, senza soluzione di continuità,<br />
entrambe, se pure con origini<br />
diverse, causati da quell’atavica incapacità<br />
del nostro Paese di prevenire prima<br />
di curare.<br />
Lo sciopero dei Tir, soprannominato la<br />
guerra dei Forconi, ha bloccato su strade e<br />
autostrade italiane, migliaia di mezzi pesanti<br />
che hanno parcheggiato i loro bisonti<br />
ai margini delle carreggiate e tirando il freno<br />
a mano, si sono accontentati di trascorrere<br />
le notti al freddo e al gelo, pur di rivendicare<br />
ciò che per loro era un diritto leso.<br />
La tensione in qualche caso è anche salita<br />
alle stelle, ma, a parte purtroppo un incidente<br />
dovuto ad una tragica fatalità,<br />
anche questo momento così difficile per<br />
il Paese, che chiedeva e voleva andare<br />
avanti nella sua vita di tutti i giorni, è trascorso<br />
senza particolari problemi di ordine<br />
pubblico.<br />
Il motivo? A scaldarsi a volte vicino a<br />
quei falò di fortuna , o in macchina, in<br />
mezzo al gelo, tra “i forconi” arrabbiati<br />
c’erano come sempre loro. Le forze dell’ordine.<br />
In prima linea accanto ai caminionisti<br />
e in prima linea in tutte quelle<br />
città dove l’emergenza a tratti è diventata<br />
insostenibile, con la mancanza di<br />
derrate alimentari, pompe di benzina<br />
prese d’assalto e quant’altro. E dopo
neanche una settimana, a sciopero concluso,<br />
è stato il maltempo a dare la misura<br />
di un Paese che ha il suo evidente<br />
limite nella mancanza di organizzazione<br />
e di adeguati mezzi di prevenzione.<br />
La neve blocca Roma, il gelo uccide, le<br />
tempeste isolano intere comunità . e<br />
anche in questo caso arriva encomiabile<br />
l’impegno delle forze dell’ordine, dei vigili<br />
del fuoco e di tutti coloro che conoscono<br />
un solo modo per onorare la divisa<br />
che indossano e sentirsi davvero Servitori<br />
dello Stato, servire il Paese quando il<br />
Paese chiama.<br />
Un impegno che è stato riconosciuto<br />
dallo stesso ministro cancellieri che al Senato<br />
ha detto: “ Il maltempo che si e’ abbattuto<br />
sull’Italia e’ stato contraddistinto<br />
da “condizioni meteorologiche del tutto<br />
inisuali per il nostro clima”, tali da ripetersi,<br />
“secondo gli esperti, entro un arco<br />
di 30 anni”. L’ondata di gelo abbatutasi<br />
sulla Penisola “si avvicina a quelle registrate<br />
nel nostro Paese nel gennaio del<br />
1985 e nel febbraio del ’56″.<br />
Si sono registrate condizioni meteorologiche<br />
che hanno pochi precedenti per estensione<br />
e intensita’. La “straordinarieta’<br />
dell’evento” ha visto la “mobilitazione generosa”<br />
di tutti gli organismi dello Stato”.<br />
E Roma, oltre alla neve, sono fioccate<br />
moltissime polemiche rispetto al chi<br />
doveva fare cosa e in che termini. Il sindaco<br />
Alemanno e il capo della protezione<br />
civile Gabrielli sono arrivati ai<br />
ferri corti e la “disputa” è attivata fino<br />
al premier Mario Monti che ha detto:<br />
“Ora bisogna pensare all'emergenza,<br />
ma subito dopo occorrerà aprire una riflessione<br />
sulla Protezione civile, così<br />
non funziona».<br />
Dall’altro fonte il Prefetto Franco Gabrielli<br />
sostiene che “La legge 10 del 2011 ha reso<br />
di fatto non più operativa la Protezione civile».<br />
E sulle polemiche scatenate da<br />
Gianni Alemanno, Gabrielli ha chiarito.<br />
«Avevo l'obbligo morale di difendermi».<br />
Gabrielli ha difeso il Dipartimento, sostenendo<br />
che «c'è necessità di rispetto.<br />
La Protezione civile ha certamente delle<br />
criticità, questo è indubbio.<br />
E a proposito dei fondi a disposizione, ricordo<br />
che opero con le strutture territoriali<br />
delle amministrazioni locali. Non aspetterei<br />
un solo secondo a farmi da parte se servisse<br />
a migliorare il Dipartimento, non<br />
voglio restare attaccato alla sedia».<br />
E tra una polemica e un’altra, tra un rimbotto,<br />
un’accusa e una difesa, i cittadini<br />
che hanno chiesto aiuto, come sempre<br />
hanno alzato gli occhi trovandosi accanto<br />
solo una divisa.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
31
32<br />
ORGANIGRAMMA<br />
GIUSTIZIA<br />
MORTE DI GABRIELE SANDRI<br />
I MOTIVI DELLA SENTENZA<br />
La sottile differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente<br />
Si muove sul filo sottile della teoria<br />
giuridica "dell'accettazione del rischio"<br />
la decisione con la quale il<br />
poliziotto Luigi Spaccarotella è<br />
stato definitivamente condannato a nove<br />
anni e quattro mesi di reclusione per l'uccisione<br />
del tifoso laziale Gabriele Sandri,<br />
avvenuta l'11 novembre 2007 nell'area di<br />
servizio Badia al Pino, vicino ad Arezzo.<br />
La Cassazione ha concordato con la decisione<br />
della Corte d'assise d'appello di Firenze,<br />
che aveva dichiarato il poliziotto<br />
colpevole di omicidio volontario per dolo<br />
eventuale, modificando la sentenza di<br />
primo grado della corte d'assise di<br />
Arezzo, che aveva, invece, qualificato il<br />
fatto come omicidio colposo aggravato<br />
da colpa cosciente ed aveva inflitto una<br />
pena più lieve (sei anni di reclusione).<br />
Proprio la differenza tra dolo eventuale<br />
e colpa cosciente, applicata al caso specifico<br />
e con scelta finale per il primo (in<br />
difformità dalle valutazioni fatti dai giudici<br />
aretini), ha catalizzato, nei tre gradi<br />
di giudizio, le discussioni di accusa e difesa,<br />
e probabilmente, anche la discussione<br />
finale, in camera di consiglio, da<br />
parte della Cassazione.<br />
Tutti i giudici sono partiti dalla considerazione<br />
che l'Agente Spaccarotella,<br />
nel momento in cui impugnò l'arma e<br />
decise di sparare, mise in conto la concreta<br />
possibilità del verificarsi di un<br />
evento lesivo. Muovendo da questa premessa,<br />
comune sia al dolo eventuale sia<br />
alla colpa cosciente, i giudici di primo e<br />
secondo grado hanno distinto tra le due<br />
fattispecie.
Per dichiarare il dolo eventuale, i giudici<br />
di secondo grado, e ora anche quelli della<br />
Cassazione, hanno dovuto ritenere che il<br />
poliziotto avesse fatto seriamente i conti<br />
con la possibilità di colpire il gruppo di<br />
tifosi laziale che era dall'altra parte dell'autostrade<br />
e, nonostante ciò, avesse deciso<br />
comunque di sparare.<br />
Per ritenere la colpa cosciente, i giudici<br />
avrebbero dovuto, invece, ritenere -<br />
come avevano fatto i giudici di primo<br />
grado - che Spaccarotella, pur avendo<br />
deciso di sparare, in realtà confidasse<br />
nel fatto che comunque non avrebbe<br />
colpito i tifosi.<br />
Due esempi scolastici spiegano la differenza<br />
tra dolo eventuale e colpa cosciente:<br />
- dolo eventuale: un uomo,<br />
disturbato da ragazzi che schiamazzano<br />
in strada, lancia contro di loro dal<br />
balcone della propria abitazione una<br />
bottiglia di vetro, pur prevedendo possibili<br />
ferimenti e colpendo di fatto un<br />
ragazzo; - colpa cosciente: un uomo, effettuando<br />
un sorpasso automobilistico<br />
in una curva pericolosa, ha ben presente<br />
la possibilità di provocare uno<br />
scontro; facendo leva, però, sulla conoscenza<br />
della strada e sulla sua abilità<br />
di guidatore, egli si convince di poter<br />
in ogni caso evitare l'incidente che,<br />
tuttavia, si verifica.<br />
Nel caso di Spaccarotella, la scelta della<br />
corte d'assise di Arezzo era stata per la<br />
colpa cosciente, con affermazione del<br />
reato di omicidio colposo e non di omicidio<br />
volontario; quella della corte d'assise<br />
d'appello di Firenze, ora condivisa<br />
dalla Cassazione, è stata invece di dolo<br />
eventuale, con affermazione del più<br />
grave reato di omicidio volontario e<br />
conseguente pena più severe rispetto a<br />
quella di primo grado.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
33
34<br />
ATTUALITÀ<br />
La notizia che l’ex terrorista Maurizio Azzolini è stato nominato<br />
Capo di Gabinetto del Vicesindaco di Milano scatena l’indignazione di Poliziotti e non solo<br />
OLTRAGGIO AL PUDORE<br />
L’attuale funzionario del Comune meneghino sparava contro la Polizia<br />
nello scontro del 14 maggio 1977 quando morì il Vicebrigadiere Custra<br />
di Olga Iembo<br />
Se sulle sedie istituzionali o in altri<br />
posti di responsabilità siedono coloro<br />
i quali, in un modo o nell’altro,<br />
richiamano alla mente immagini di<br />
odio e violenza contro lo Stato allora è inevitabile<br />
che scatti la reazione di chi quella<br />
brutalità l’ha ancora bene impressa nella<br />
mente. E’ inevitabile che ondate di bile travolgano<br />
chi quella brutalità l’ha provata<br />
sulla pelle propria o di colleghi, di parenti<br />
o amici. E’ inevitabile che l’indignazione<br />
per chi simboleggia quella brutalità - suo<br />
malgrado o meno - torni a sconvolgere gli<br />
animi di chi crede nella pace e nella ragionevolezza,<br />
nella sicurezza e nel rispetto,<br />
di chi opera seguendo ben altri principi<br />
che imporsi sugli altri con la prepotenza.<br />
E se appartenenti alle Forze di Polizia<br />
vedono chi gli ha sparato contro assumere<br />
un ruolo di responsabilità in una<br />
pubblica amministrazione, come possono<br />
non viverlo come un oltraggio?<br />
Nessuna meraviglia, allora, del caos scoppiato<br />
per la presenza di Maurizio Azzolini<br />
nel ruolo di Capo di Gabinetto del Vicesindaco<br />
di Milano, Maria Grazia Guida.<br />
Sì, perché Azzolini non è esattamente<br />
una persona qualunque, specie per gli<br />
uomini e le donne della Polizia di Stato.<br />
La sua fama Azzolini se l’è guadagnata<br />
con qualcosa di veramente storico… sparando<br />
contro gli Agenti della Celere in<br />
servizio d’ordine a Milano, in via De Amicis,<br />
nel bel mezzo degli anni di piombo.<br />
Era il 1977, ed in quei mesi si susseguivano<br />
fatti di inaudita violenza. Il 14 maggio<br />
di quell’anno quello che poi venne<br />
definito il “movimento del ’77”, di estrema<br />
sinistra, diede vita ad un corteo di protesta,<br />
che alcuni non volevano affatto fosse<br />
pacifico. Il corteo, come racconta la trascrizione<br />
di una registrazione radiofonica<br />
che venne fatta nel pomeriggio del 14<br />
maggio, da via Olona girò verso via Carducci<br />
quando, dopo un preciso richiamo<br />
urlato a squarciagola, un gruppo di persone<br />
uscì dal percorso e corse in via De<br />
Amicis, armi in pugno, cominciando a<br />
sparare contro le Forze dell’ordine.
14 Maggio 1977<br />
La foto che quasi tutti conoscono che immortala<br />
quegli attimi di follia ritrae Giuseppe<br />
Memeo, fermo, gambe divaricate,<br />
braccia distese a tenere l’arma che fa<br />
fuoco. E’ quel Memeo che nel 1979 entra<br />
nei Pac, i proletari armati per il comunismo,<br />
quelli di Cesare Battisti – proprio<br />
Memeo parteciperà poi all’assassinio del<br />
gioielliere Torregiani -.<br />
Anche altri spararono alla manifestazione<br />
di Milano. Alcuni erano ragazzi, ancora<br />
sedicenni, diciassettenni, diciottenni. Ma<br />
non abbastanza ragazzi da non sapere impugnare<br />
un’arma, non abbastanza da non<br />
trovare il coraggio di sparare ad altezza<br />
d’uomo per uccidere. L’attacco fu preordinato,<br />
studiato e organizzato in dettaglio.<br />
Armi e proiettili arrivarono appositamente<br />
per l’occasione. Anche Azzolini<br />
sparò quel giorno. Per qualche “fortunato”<br />
motivo lui in particolare non uccise<br />
nessuno… ma il bilancio di quel giorno fu<br />
pesantissimo. Ci furono numerosi feriti e<br />
un vicebrigadiere di Polizia, Antonio Custrà,<br />
restò a terra… e morì 24 ore dopo.<br />
Per quella folle sparatoria Azzolini venne<br />
in seguito condannato a cinque anni di<br />
carcere e in seguito, dopo aver scontato<br />
la pena, fu assunto al Comune di Milano<br />
come funzionario. Fino ai giorni nostri,<br />
quando per l’ex terrorista è arrivata la<br />
prestigiosa nomina a capo di Gabinetto<br />
del vicesindaco.<br />
Una nomina che molti hanno contestato<br />
vigorosamente richiamando motivi di opportunità<br />
che non dovrebbero consentire<br />
di cancellare con un colpo di spugna il<br />
passato, indipendentemente dal fatto che<br />
chi ha sbagliato abbia pagato il conto,<br />
perché anche se la legge fa il suo corso le<br />
conseguenze di certi gesti non possono<br />
scomparire. Non scompare il dolore, non<br />
scompare il vuoto lasciato da una vita<br />
spezzata, non scompare l’oltraggio alla<br />
vita ed allo Stato.<br />
Oltraggio a cui se ne aggiunge un altro,<br />
in nome di un asserito principio di reinserimento<br />
che nulla ha a che vedere con<br />
le caratteristiche che ci si aspetterebbe<br />
avesse chi riveste determinati ruoli sociali.<br />
Oltraggio al pudore che dovrebbe<br />
sentire chi non potrà mai risarcire le<br />
persone che ha fatto soffrire, oltraggio<br />
allo spirito di servizio delle Forze dell’Ordine<br />
bersaglio della violenza di tutte<br />
le stagioni, oltraggio alla coerenza di<br />
chi sostiene il pentimento, oltraggio al<br />
profilo che scioccamente e candidamente<br />
ci si aspetterebbe dai rappresentanti<br />
istituzionali.<br />
“Se per la morte di un uomo e il dolore della<br />
sua famiglia non avevo strumenti per rimediare,<br />
alla società potevo invece restituire<br />
qualcosa attraverso il mio impegno. E’ quel<br />
che ho cercato di fare scegliendo di lavorare<br />
nella pubblica amministrazione occupandomi<br />
di sociale”, ha detto Azzolini intervistato<br />
dal Corsera, senza spiegare però<br />
perché, esattamente, per restituire quel<br />
qualcosa bisogna ricoprire un ruolo pubblico.<br />
L’ex terrorista ha detto anche di<br />
aver cercato di contattare la famiglia Custra,<br />
ma di aspettare “che ciò sia possibile,<br />
senza voler forzare la loro volontà. Vorrei testimoniare<br />
loro il riconoscimento del dolore<br />
che ho causato – ha aggiunto - e la possibilità<br />
di quel gesto riparatore che, ricordo, fu<br />
una delle richieste della signora Custra alla<br />
fine dell’ultimo processo: portare insieme un<br />
mazzo di fiori sulla tomba del marito”.<br />
La vedova Custra, però, ha avuto ben<br />
altro da dire. Anna Sito ha infatti rifiutato<br />
la richiesta di un gesto di riconciliazione<br />
e di perdono. “A che pro? Il danno fatto non<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
si può riparare – ha detto allo stesso Corsera<br />
-. Penso che non ne varrebbe proprio<br />
la pena. Azzolini è una persona che ha<br />
avuto guai con la legge e adesso sapere che<br />
ha un incarico di responsabilità in un'amministrazione<br />
pubblica... non mi è sembrata<br />
una cosa troppo bella, né troppo<br />
corretta. Sono rimasta vedova a 21 anni e<br />
mezzo, incinta, ho cresciuto da sola una figlia<br />
che non ha mai visto suo padre. A questo<br />
punto tutti hanno pagato il conto con<br />
la giustizia, compreso l’assassino. Loro si<br />
riprendono vita e diritti e io son sempre qui,<br />
con l’amaro in bocca”.<br />
Parole a cui non ci sarebbe veramente<br />
nulla da aggiungere…<br />
Ma il <strong>Coisp</strong> non ha potuto restare in silenzio.<br />
“Quello che più colpisce e indigna gli<br />
Operatori alla Polizia di Stato che rappresento<br />
non è tanto il riuscito riciclaggio<br />
istituzionale di quei bravi ragazzi degli<br />
anni di piombo, impegnati all’epoca nella<br />
lotta al sistema costituito e a sparaci contro,<br />
ma la perdurante assenza di onestà<br />
intellettuale da parte di una inossidabile<br />
elitè politica più impegnata nel rigenerare<br />
gli odi e le sconfitte seminati in quegli<br />
anni, che tradurre gli errori compiuti<br />
Maurizio Azzolini<br />
Vicebrigadiere Custra<br />
35
36<br />
ATTUALITÀ<br />
Milano - manifestazione 1 Marzo <strong>2012</strong><br />
in una effettiva riconciliazione sociale e<br />
politica, certamente mai avvenuta e non<br />
per colpa delle vittime!” ha detto il Segretario<br />
Generale Franco Maccari. “Non ci<br />
sembra credibile – ha aggiunto - un apparato<br />
come quello della municipalità milanese<br />
che schiaffeggia i sentimenti dei<br />
martiri dei terroristi, degli omicidi, dei sequestratori,<br />
avviando non un percorso di<br />
recupero individuale e politico, che passi<br />
necessariamente dal pentimento, dal possibile<br />
perdono, per giungere poi alla riconciliazione,<br />
ma impegnato a spingere<br />
quei bravi ragazzi che hanno sbagliato<br />
nei più qualificati ruoli istituzionali.<br />
Presso i gangli istituzionali di organismi<br />
eletti democraticamente, secondo noi,<br />
non è proponibile innestare persone che<br />
hanno colpito nelle espressione più povere<br />
e più sacrificate del tempo, il sentimento<br />
realmente democratico della<br />
Nazione di quegli anni, persone che<br />
hanno continuato a credere in uno stato<br />
di valori che escludevano l’annientamento<br />
fisico dell’altro, dell’avversario politico<br />
o del poliziotto, emblema del<br />
sistema da abbattere. Non è possibile riconoscersi<br />
in tale assetto e non saremmo<br />
certamente lontani dalla realtà se appurassimo<br />
che anche tali assetti istituzionali,<br />
di fatto, non credano nel nostro”.<br />
Prima di lui già il Segretario Generale Provinciale<br />
del <strong>Coisp</strong> di Milano, Carmine<br />
Abagnale, aveva fatto sentire profondo e<br />
cupo il proprio sgomento di fronte alla situazione<br />
che potrebbe portarlo, in concreto,<br />
ad incontrare nell’Aula consiliare<br />
meneghina l’uomo che nel 1977 sparò<br />
Milano - manifestazione 1 Marzo <strong>2012</strong><br />
Milano - manifestazione 1 Marzo <strong>2012</strong><br />
addosso anche a lui. Perché Abagnale,<br />
oggi consigliere comunale a Palazzo Marino,<br />
Vice Brigadiere della Polizia di Stato<br />
in servizio al Reparto Celere di Milano,<br />
era tra i Poliziotti con i quali Azzolini e<br />
compagni fecero il tiro al bersaglio, e solo<br />
il fato volle che lui restasse in piedi, mentre<br />
Custra venne ammazzato.<br />
“Il dolore per l’assurda morte di un collega<br />
– ha detto ancora Maccari - non può<br />
essere cancellato dal tempo e ad un aspirante<br />
assassino non è certo sufficiente<br />
una brillante carriera nei palazzi della politica<br />
per potersi guadagnare il rispetto<br />
di quei Servitori dello Stato che hanno<br />
sempre difeso le Istituzioni democratiche<br />
a rischio della propria vita. Per noi semplicemente,<br />
beh, non è tollerabile che un<br />
aspirante assassino venga messo ai vertici<br />
di un’Istituzione democratica. Possiamo<br />
forse sopportare che un ex<br />
terrorista come Azzolini, immortalato a<br />
sparare contro le Forze dell’Ordine, faccia<br />
il portaborse, il maggiordomo, il giardiniere<br />
di un politico, ma non certo che<br />
venga nominato Capo di Gabinetto del<br />
Vice Sindaco della Città di Milano! E’ un<br />
oltraggio per tutti noi poliziotti, un
Milano - Commemorazione in ricordo del Vicebrigadiere Custra - 1 Marzo <strong>2012</strong><br />
insulto al dolore delle vittime della violenza<br />
degli anni di piombo”.<br />
Il <strong>Coisp</strong> ha chiesto a gran voce al Sindaco<br />
di Milano, Giuliano Pisapia, la rimozione<br />
di Azzolini dall’incarico di Capo di Gabinetto,<br />
sottolineando la necessità di dimostrare<br />
il “giusto rispetto verso le<br />
tante vittime del terrorismo e verso le<br />
donne e gli uomini delle Forze di Polizia<br />
che, ancora oggi, sono il bersaglio della<br />
violenza delle frange politiche più estremiste”.<br />
Ma non solo. Il Sindacato aveva<br />
fatto di più, scontrandosi però con l’assurdo<br />
rifiuto del presidente del Consiglio<br />
Comunale di Milano, Basilio Rizzo, di accogliere<br />
la richiesta di Abagnale di effettuare<br />
almeno un minuto di silenzio in<br />
memoria di Antonio Custra.<br />
Tutti ottimi motivi per promuovere, assieme<br />
ad altre Sigle Sindacali, una manifestazione<br />
davanti a Palazzo Marino, che si<br />
è tenuta il pomeriggio del primo marzo<br />
con un preciso messaggio: “Chi ha attaccato<br />
lo Stato a mano armata non può occupare<br />
incarichi istituzionali. Riteniamo<br />
inammissibile e inaccettabile che chi ha<br />
compiuto atti gravissimi contro lo Stato si<br />
ritrovi a occupare incarichi di rilievo all’interno<br />
delle istituzioni”. L’iniziativa ha<br />
visto una partecipazione di massa,<br />
anche da parte di numerose associazioni<br />
e privati cittadini giunti a testimoniare<br />
la propria solidarietà. “Abbiamo manifestato<br />
contro un atto politico che consideriamo<br />
non illegittimo o illegale, ma<br />
assolutamente inopportuno - ha detto a<br />
Milano il Segretario Generale Maccari -.<br />
Non possiamo accettare che un personaggio<br />
fotografato mentre sparava contro le Forze<br />
dell’Ordine, venga messo ai vertici di un’istituzione<br />
democratica. Qui non si tratta di<br />
reinserimento sociale. Anche un pedofilo<br />
che ha scontato la sua pena ha diritto a lavorare<br />
e a rifarsi una vita dignitosa, ma nessuno<br />
lo vorrebbe ‘reinserito’ nell’asilo<br />
frequentato dai propri figli!”. “Purtroppo –<br />
ha aggiunto Maccari – all’elenco degli ‘sparatori’<br />
oggi si è aggiunto il sindaco Pisapia,<br />
che ci ha fatto sapere di non volerci incontrare.<br />
A parte il fatto che nessuno gli ha<br />
chiesto un incontro, ci meraviglia che da<br />
uomo di sinistra non abbia avuto la sensibilità<br />
di volere incontrare dei poliziotti che<br />
manifestano. L’atteggiamento di Pisapia<br />
rappresenta un colpo ingiusto sparato contro<br />
chi sta legittimamente ponendo un problema<br />
di opportunità: restiamo infatti<br />
convinti che un posto di vertice in un’amministrazione<br />
pubblica non possa essere affidato<br />
a chi ha sparato contro agenti di<br />
Polizia. Un fatto avvenuto nel 1977, durante<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Corona deposta presso la targa ricordo<br />
gli anni di piombo, ma che è di straordinaria<br />
attualità: basti guardare quanto sta avvenendo<br />
in Val di Susa. Ci manca soltanto che<br />
qualcuno dei militanti No-Tav decida di ammazzare<br />
un poliziotto con la speranza, in futuro,<br />
di meritarsi un posto da assessore o da<br />
dirigente comunale!”.<br />
La manifestazione si è conclusa davanti<br />
alla targa che ricorda il luogo in cui, il<br />
14 maggio del 1977, venne ucciso Giuseppe<br />
Custra. “Chiediamo ancora una<br />
volta a Pisapia – ha potuto solo aggiungere<br />
Maccari - di rimuovere Azzolini dal<br />
suo incarico, perché mantenerlo rappresenta<br />
un insulto alla memoria di Custra<br />
e un oltraggio al sacrificio di tutti i nostri<br />
colleghi che hanno perso la vita per<br />
difendere le istituzioni democratiche del<br />
nostro Paese”.<br />
Milano - Commemorazione in ricordo del Vicebrigadiere Custra - 1 Marzo <strong>2012</strong><br />
37
38<br />
SPEAKER’S CORNER<br />
Tra poco , se non è già accaduto,<br />
oltre tremila detenuti lasceranno<br />
lo squallore e l’angustia delle carceri<br />
italiane per un soggiorno, di<br />
lunghezza identica alla rimanente pena<br />
da scontare, al massimo 18 mesi, all’interno<br />
della propria abitazione. Cosi’ il Governo<br />
ha inteso risolvere il problema del<br />
Di Tutto<br />
un pò<br />
di Carmine Fioriti<br />
Vice Presidente Co.I.S.P.<br />
NUOVE CARCERI<br />
E POLIZIOTTI GIOVANI<br />
superaffollamento degli attuali luoghi di<br />
reclusione, ponendo sulle spalle delle<br />
Forze dell’ordine la custodia cautelare nell’arco<br />
delle 48 ore, anteriori al processo.<br />
Indubbiamente le Carceri italiane sono<br />
al collasso. Di questo v’è certezza! Scene<br />
da terzo mondo ( ed è una ottimistica visione<br />
n.d.r. ) sono presenti a Milano come<br />
a Palermo, a Firenze come a Torino. In<br />
celle ristrette, laddove il water convive<br />
con la cucina ed il salotto, predisposte per<br />
due o tre persone danno alloggio a cinque,<br />
sei, sette, con tutte le problematiche<br />
igieniche e soprattutto di imbarazzo<br />
umiliante presente costantemente. Nelle<br />
baracche di “Aushswitz 2” (Birkenau)
l’obbiettivo era quello di umiliare al massimo<br />
gli internati, disperdendo qualsiasi<br />
morale, qualsiasi rispetto della persona<br />
umana, soppesata meno di una bestia,<br />
qualsiasi pietà caritatevole. Nelle carceri<br />
italiane , illuminate dalla concezione del<br />
Beccaria e finalizzate tutte alla rieducazione,<br />
i detenuti dormono per terra,<br />
fanno la pipì ed altro mentre i coabitanti<br />
mangiano nello stesso spazio, usano per<br />
moltissimo tempo le stesse lenzuola, la<br />
carta igienica è un lusso, chi non ha soldi<br />
non riesce a sopravvivere. Eppure ogni<br />
detenuto costerebbe sui 200 euro al<br />
giorno. E non so se mai la Croce rossa o<br />
altre associazioni umanitarie, Amnesty<br />
compresa, hanno mai denunciato queste<br />
situazioni, eccezion fatta per Marco Pannella<br />
che non da ora va gridando alla<br />
scandalo per aver intuito e forze visto<br />
queste situazioni.<br />
Se, quindi, il carcere è un lager, vien da sé<br />
che il mandare via gli occupanti diventa<br />
impellente . Ma gli occupanti , inutile ribadire,<br />
torneranno presto nel loro interno<br />
dal momento che, di rieducazione non ne<br />
hanno avuta, di possibilità per il futuro ne<br />
hanno ancor meno ed in più sono, in<br />
massima parte, extracomunitari, peraltro<br />
non in regola, per cui affolleranno i Centri<br />
di identificazione. Quelli che sconteranno<br />
la pena in casa propria saranno pochissimi<br />
e quelli che troveranno un lavoro<br />
rappresenteranno una percentuale, forse,<br />
superiore di poco allo zero.<br />
Pertanto, alla fine di quest’anno, prima del<br />
Santo natale, le carceri italiane torneranno<br />
a primeggiare in fatto di accoglienza, con<br />
numeri identici o similari a quelli precedenti<br />
allo “svuota carceri”. Non c’è nulla<br />
da fare. Attualmente l’utenza carceraria è<br />
in percentuale non modificabile, numericamente<br />
inalterabile per effetto dell’azione<br />
delle forze di polizia, da una lato,<br />
e perché la crisi in atto produce una quantità<br />
enorme di microcriminali, anche e soprattutto<br />
per necessità, che fanno alzare<br />
le percentuali degli arresti e mantenere i<br />
numeri allo stesso livello.<br />
La soluzione non sta nelle disquisizioni di<br />
lana caprina. Essa è nella costruzione o<br />
reperimento di nuove carceri. Abbiamo<br />
carceri vecchissime, vecchie e le più<br />
nuove sono quelle edificate ai tempi dell’inchiesta<br />
sulle “carceri d’oro”. Occorrono<br />
nuove strutture , idonee alla funzione di<br />
accoglienza dei detenuti, senza che vi<br />
siano affollamenti e situazioni inumane.<br />
L’Italia non può permettersi di avere una<br />
immagine carceraria dequalificante, vergognosa<br />
ed inutile dal punto di vista della<br />
rieducazione del condannato.<br />
Oltre alla necessità di nuove carceri, v’è<br />
la necessità di rivedere un attimo alcune<br />
situazioni nuove, tra le quali la permanenza<br />
degli arrestati nelle camere di<br />
sicurezza delle Forze di Polizia e l’affidamento<br />
ai servizi sociali.<br />
Per la seconda questione, se lo Stato ricorre<br />
alle strutture sociali private perché<br />
non ha strutture idonee, non può non<br />
corrispondere una indennità a queste,<br />
dal momento che è impossibile mantenere<br />
delle persone che, teoricamente, dovrebbero<br />
rendere in termini di lavoro, ma<br />
se lavoro non ce n’è, non possono le cooperative<br />
licenziare i soci che attualmente<br />
vi lavorano per far posto agli affidati.<br />
La prima questione è, invece, più particolare.<br />
Intanto l’80% delle camere di sicurezza<br />
presenti sul territorio, in uso alle<br />
forze di polizia, sono in disarmo a causa<br />
del non rispetto dei criteri e dei canoni<br />
che, nel frattempo, hanno mutato i parametri<br />
necessari, imponendo nuove caratteristiche<br />
( queste hanno bisogno di spazi<br />
, le carceri no). Pertanto occorrerebbe che<br />
venissero realizzate ex novo, almeno in<br />
ogni ufficio di polizia. Detto questo, va sottolineato<br />
che il costo di una camera di<br />
sicurezza non è affatto elemento da sottovalutare,<br />
a causa del rispetto dei nuovi<br />
criteri che stabiliscono l’armatura delle pareti,<br />
il bagno in una certa maniera, gli impianti<br />
visivi etc. etc. Ne consegue che il<br />
costo della riattivazione di tante camere<br />
di sicurezza potrebbe eguagliare quello<br />
della costruzione di un paio di carceri, all’interno<br />
delle quali potrebbero essere alloggiati<br />
tanti quanti ne entrerebbero<br />
complessivamente nelle celle di sicurezza<br />
riattate. Se la matematica non è una opinione,<br />
appare più conveniente ed organicamente<br />
più efficiente ricorrere ad una<br />
struttura carceraria che non abbandonare<br />
delle persone all’interno delle camere di<br />
sicurezza di una Questura, laddove il vitto,<br />
l’igiene personale, il fabbisogno intimo e<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
quant’altro occorre per la permanenza di<br />
un individuo nell’arco delle 48 ore, sta<br />
tutto nella disponibilità degli operatori di<br />
polizia che dovranno ricorrere a mille e<br />
mille espedienti per mantenere un fermato<br />
all’intero della camera. E questo sicuramente<br />
non è un modo giusto per bene<br />
operare. Ma c’è di più. Per badare al fermato<br />
occorrono uomini. Questi vanno sottratti<br />
alla prevenzione, Ergo meno uomini<br />
sulle strade. Non solo. Ormai l’età operativa<br />
degli appartenenti alle forze di polizia<br />
si è talmente alzata da essere diventata<br />
una problematica seria: nel gioco delle<br />
guardie e ladri, i ladri ringiovaniscono ed<br />
i poliziotti invecchiano. Non sembra essere<br />
una immagine funzionale, E difatti non lo<br />
è, ove si pensi che al di sotto di Bologna ci<br />
si avvicina ad una età media di 45 anni,<br />
con punte di 48 più a sud. Il che significa<br />
una altissima percentuale di oltre cinquantenni<br />
che non potrebbero più fare servizio<br />
esterno, di notte ed in condizioni precarie.<br />
Ma anche se dovessero farlo, l’impegno<br />
non potrebbe essere certamente pari a<br />
quello di un ragazzo di 19 anni, presenti<br />
in massa ai tempi in cui si stava peggio,<br />
allorquando ogni anno 4.000 uomini di 18<br />
anni entravano a far parte del Corpo delle<br />
Guardie di PS.<br />
Da tutta questa disamina emerge in modo<br />
chiaro, netto e incontrovertibile che:<br />
a) Occorre costruire nuove carceri, e<br />
subito.<br />
b) Limitare l’uso delle camere di sicurezza<br />
a situazioni emergenziali;<br />
c) Rinfoltire le fila delle forze di polizia<br />
con arruolamenti mirati di cittadini<br />
italiani, non provenienti dalle ferme<br />
volontarie delle FFAA, al fine di garantire<br />
un minimo di servizio efficiente<br />
delle squadre info-investigative e preventive<br />
( Volanti – Squadra mobile –<br />
Digos – vigilanza – protezione ).<br />
Tutto il resto: solo<br />
“chiacchiere e distintivo”.<br />
39
40<br />
SINDACALISMO AUTONOMO DI POLIZIA<br />
XXV Parte<br />
LA PRESA DI POSIZIONE DEI POLIZIOTTI INGLESI<br />
E LA COSTITUZIONE DEI COMITATI DEI CITTADINI<br />
Nell’Europa, intanto, si registrava<br />
la presa di posizione del rappresentante<br />
della “Police Federation”<br />
d’Inghilterra, Joseph<br />
Martucci, che nel corso del convegno<br />
dell’Unione Europea delle federazioni di<br />
Polizia, a Colonia, il 21 settembre, affermò<br />
senza mezzi termini che “la Polizia italiana,<br />
sindacalizzandosi, stava per compiere<br />
un gravissimo errore destinato a<br />
trasformarla in una pedina politica distruggendone<br />
l’imparzialità”. La notizia,<br />
pubblicata sul Daily Telegraph, con una<br />
ampia corrispondenza sul caso italiano,<br />
venne ovviamente dibattuta negli ambienti<br />
dei Comitati della Polizia e, all’interno<br />
del nostro, si evidenziò come esse<br />
racchiudevano, in effetti, la sintesi e l’essenza<br />
del movimento autonomo. Non per<br />
la sindacalizzazione, si intende, ma per il<br />
fatto che essa stava avvenendo attraverso<br />
un percorso politico, in omaggio ai pesi<br />
reali della realtà sindacale presente in Italia.<br />
Una essenza che, sempre Martucci,<br />
rese ancor più viva, aggiungendo che “ la<br />
situazione italiana, affermò il delegato britannico,<br />
è assolutamente sinistra e tale da<br />
provocare allarme nelle forze di polizia del<br />
resto d’Europa”. Tali dichiarazioni erano<br />
musica per le orecchie degli appartenenti<br />
al Comitato. Esse spronarono ancor più<br />
l’attivismo dei responsabili che si sforzavano<br />
di pubblicizzare le paure dell’Europa<br />
dinanzi ad una progetto non corrtetto di<br />
sindacalizzazione della Polizia. Si cercò di<br />
essere maggiormente presenti e ci si impegnò<br />
ancor piu’ con il poco tempo a disposizione.<br />
Ma verso la fine del 79 la<br />
sempre pochezza dei mezzi e la mancanza<br />
reale di tempo da dedicare al Comitato, in<br />
presenza di attività lavorativa quotidiana,<br />
generarono non pochi casi di sconforto e<br />
voglia di abbandonare.<br />
Ancora una volta, però, l’aiuto del “Giornale<br />
nuovo” si dimostrò indispensabile. Fa<br />
da quegli ambienti, infatti, che si suggerì<br />
l’idea di lanciare un S.O.S. tra i cittadini.<br />
Una richiesta di soccorso che venne diffusa<br />
sia dal Giornale che dal M.I.L.L.E. (Movimento<br />
Italia Libera nella Libera Europa)
e diretta ai cittadini italiani, vicini alle tesi<br />
del Movimento autonomo perché – si<br />
disse – “la Polizia è un bene di tutti e da<br />
tutti deve essere sostenuta e posta al riparo<br />
da qualsiasi pericolo di parzialità”.<br />
Furono, pertanto, formati del “Comitati<br />
dei cittadini”, costituiti a norma degli<br />
artt. 39, 40, 41 e 42 del Codice Civile, in<br />
difesa del diritto all’esistenza ed all’azione<br />
dei sindacati autonomi di polizia.<br />
In particolare i Comitati, composti da persone<br />
di specchiata onestà e regolarizzati<br />
con atto notarile, regolarmente omologato,<br />
ebbero la funzione di fornire al movimento<br />
per il sindacato indipendente di<br />
polizia dei beni e dei servizi per il raggiungimento<br />
del suo scopo. La raccolta<br />
delle disponibilità, anche in denaro, avvenne<br />
davvero per spontanea iniziativa<br />
dei cittadini senza alcuna sollecitazione<br />
o spinta di alcun genere. I Comitati<br />
stessi, per motivi di assoluta insospettabilità,<br />
non potevano fornire al Comitato<br />
e, quindi, ai suoi responsabili, utilità in<br />
denaro, ma sempre in beni e servizi corrispondenti<br />
(sale riunioni – acquisto biglietti<br />
treni ed aerei – prenotazioni<br />
alberghiere – appuntamenti etc. etc.).<br />
Tale iniziativa, quella della creazione dei<br />
Comitati, si dimostrò una delle più ingegnose<br />
trovate del movimento autonomo,<br />
partorita dalla mente dell’ideologo del<br />
Comitato, Virgilio FICHERA, senza le quali<br />
difficilmente il movimento stesso sarebbe<br />
sopravvissuto alla forza devastatrice<br />
della disponibilità senza limiti delle altre<br />
forze in campo. Da quel che è dato conoscere,<br />
proprio in ragione del fatto che<br />
non veniva amministrato denaro dal Comitato,<br />
presso i conti correnti dei Comitati<br />
, nati a Milano, Roma, Lucera (FG),<br />
Torino, Cagliari, Padova, Genova e Palermo,<br />
furono raccolti oltre duecento milioni<br />
di lire, tutti utilizzati sino allo<br />
svolgimento del 1° congresso nazionale<br />
del Sap, nel febbraio del 1983.<br />
Sulla funzionalità e necessità dei Comitati<br />
in parola, tanto si è discusso soprattutto<br />
all’interno del Comitato autonomo. Non<br />
pochi “Esecutivi” furono infuocati dalla discussione<br />
sulla necessità di mantenerli in<br />
vita, sui rapporti tra questo o quel responsabile<br />
con questo o quel Comitato. Tutto<br />
era nella natura delle cose, nel momento<br />
in cui i Comitati cominciarono a raccogliere<br />
fondi per la sopravvivenza del movimento.<br />
Certo, il ricorso ai Comitati era<br />
necessaria per sopravvivere ed affermarsi.<br />
In questa direttrice si mossero i più del<br />
movimento e con tale concezione si arrivo<br />
al primo congresso nazione ufficiale. Ovviamente,<br />
come in tutti raggruppamenti<br />
di persone, Comitati, Associazioni od altro,<br />
basta poco per gettare croci, creare allusioni,<br />
incutere sospetti. Per fortuna nel<br />
movimento tali azioni si ridussero all’osso,<br />
ma quel poco che, comunque, vi fu, fece<br />
male. Male perché produsse una mini scis-<br />
L’appuntato De Angelis ed il Presidente del Comitato dei Cittadini di Milano Carlo Usiglio<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Virgilio Fichera<br />
sione; male perché comunque creava, di<br />
fatto, delle parti che si sarebbero, da quel<br />
momento in poi, confrontate e non più accordate<br />
e consigliate. La verità è, come al<br />
solito, dinanzi agli occhi di tutti, ora come<br />
allora: I Comitati erano necessari, indispensabili,<br />
assolutamente utili e per nulla<br />
compromettenti grazie alle modalità di<br />
costituzione e di indipendenza. Il fatto<br />
vero è che, già allora, si approfittò di un<br />
aspetto che sicuramente poteva coinvolgere<br />
più appartenenti, per cercare di crearsi<br />
una propria corrente, un proprio<br />
gruppo, una propria linea. Era il primo, timido<br />
approccio a quello che poi diventerà<br />
il gioco delle aree. Qui, siamo ai primordi<br />
della costituzione e, quindi, non ancora<br />
comprensibile un certo tipo di linguaggio<br />
ed una certa attività di coinvolgimento. Da<br />
una parte fu un bene perché demmo poca<br />
importanza alla cosa e pensammo di tirare<br />
avanti e, se potevamo farlo, era proprio<br />
grazie ai Comitati.<br />
Comunque sia il fatto certo, incontrovertibile,<br />
è che senza Comitati difficilmente<br />
sarebbe venuta fuori una forza autonoma<br />
nel campo sindacale della Polizia. I Comitati<br />
diedero quel poco di ossigeno indispensabile<br />
per portare avanti il progetto<br />
della riforma vista dagli autonomi. Pur in<br />
questa logica veritiera va sottolineata,<br />
inoltre, la pignoleria, sconfinante nella<br />
taccagneria a volte, con la quale i comitati<br />
venivano gestiti. Non una lira in più di<br />
quel che serviva, veniva sprecata. Non<br />
una lira oltre il consentito veniva posto in<br />
disponibilità. Ancora oggi, se si dovesse<br />
chiedere conto ai responsabili dei Comitati<br />
di allora, quali furono le spese e le entrate,<br />
essi sarebbero in grado di riferire e<br />
fedelmente tutta la movimentazione delle<br />
utilità di quel periodo, finalizzato al mantenimento<br />
del Comitato.<br />
41
42<br />
SICURAMENTE<br />
SicuraMente<br />
La rubrica, affidata all’Ufficio Formazione ed Aggiornamento Professionale, in collaborazione con gli esperti volontari dell’Associazione Italiana<br />
di Psicologia e Criminologia, è curata da Massimo Lattanzi, quadro della segreteria nazionale<br />
e psicologo psicoterapeuta. Questo spazio si prefigge una finalità tanto coraggiosa quanto importante,<br />
quella di far ulteriormente avvicinare gli operatori delle forze dell’ordine all’universo delle scienze psicologiche.<br />
LA PSICOLOGIA DEL DISTACCO<br />
Alcune persone, senza distinzioni<br />
di sesso, età, cultura e status sociale,<br />
per innumerevoli variabili<br />
di tipo bio socio psicologico<br />
hanno strutturato una particolare sensibilità<br />
prima che nelle risposte psico comportamentali,<br />
socialmente inaccettabili,<br />
nelle attività dei circuiti cerebrali coinvolti<br />
nel distacco. Manifestano nelle relazioni<br />
interpersonali connotate da un “importante”<br />
coinvolgimento ed investimento<br />
affettivo un stile di attaccamento di tipo<br />
insicuro, Queste persone nelle primissime<br />
relazioni e distacchi reali o immaginari,<br />
comunque “vissuti”, strutturano una<br />
sorta di “memoria” neurale<br />
La presenza di una persona fidata (base sicura),<br />
permette lo sviluppo della personalità<br />
sana, consente di far affidamento sulle<br />
altre persone e sulla persona giusta. La<br />
presenza/assenza di una base sicura struttura<br />
gli stili di attaccamento. Stile sicuro:<br />
fiducia nella disponibilità della figura di<br />
attaccamento. Tratti: sicurezza interiore,<br />
capacità da sopportare distacchi prolungati,<br />
nessun timore dell’abbandono.<br />
Stile insicuro evitante: non incontrerà la<br />
disponibilità della figura di attaccamento,<br />
teme che sarà rifiutato. Tratti: insicurezza<br />
interiore, percezione del distacco come<br />
“prevedibile”, incapacità da sopportare distacchi<br />
prolungati, terrore dell’abbandono.<br />
Stile insicuro ambivalente: certezza della<br />
disponibilità della figura di attaccamento,<br />
incapacità da sopportare distacchi<br />
prolungati, ansia dell’abbandono.<br />
I modelli operativi interni, MOI, sono<br />
schemi interiorizzati, rappresentazioni<br />
mentali che consentono di fare previsioni<br />
e crearsi aspettative.<br />
Contengono le rappresentazioni di sé de<br />
dell’altro, organizzano pensieri e guidano<br />
comportamenti futuri di attaccamento.Le<br />
esperienze di attaccamento nell’infanzia<br />
influenzano lo stile di personalità ed i<br />
relazione nell’età adulta.<br />
Il senso di Sé si forma, anche e soprattutto,<br />
nel rapporto con l'altro. L'immagine<br />
che ognuno ha di se stesso viene<br />
costruita sulla base della relazione con gli<br />
altri significativi e, più precisamente,<br />
sulla base dell'immagine che questi altri<br />
ci rimandano di noi.<br />
Quando queste persone “sentono di perdere”<br />
o perdono realmente una persona importante,<br />
i MOI strutturati, si attivano in<br />
modo “immediato”, come se, vivessero la<br />
perdita come una perdita di una parte di<br />
loro, di momenti importanti che loro avrebbero<br />
potuto organizzare e che potranno più<br />
vivere! Queste attività comportano un impegno<br />
ed un dispendio di energie che è ricompensato<br />
con il dstacco o il rifiuto.<br />
Si attiverebbero fenomeni biopsicologici<br />
associati al rifiuto, come la “reazione di<br />
protesta”, la “frustrazione-attrazione”, la<br />
“rabbia da abbandono” e il “controllo del<br />
partner”, che si manifestano con la tipica<br />
organizzazione di personalità del presunto<br />
stalker (Lattanzi, 2007).<br />
La nascita di un Noi, la somma Io+Tu,<br />
porta con sé la possibilità di tradimento,<br />
di separazione o rottura. In ogni<br />
interazione vengono alla luce parti sconosciute<br />
a noi stessi. Il tradimento appartiene<br />
alla relazionale ed è sempre<br />
possibile. Una possibile conseguenza<br />
del tradimento è lo stalking. Lo stalking<br />
è una manifestazione violenta essenzialmente<br />
psicologica e trasversale che<br />
può interessare tutte le relazioni interpersonali.<br />
il confine io – tu non è rispettato,<br />
è spesso espressione di un modello<br />
operativo interno “programmato” nelle<br />
primissime relazioni che definisce, a<br />
vari livelli.
Il presunto autore nelle varie espressioni<br />
persecutorie, il presunto stalker, abitualmente,<br />
mantiene un buon contatto con<br />
la realtà, ne rasenta il confine, è spesso<br />
un “inconsapevole” manipolatore, che<br />
idealizza e sminuisce l’altra persona<br />
anche a distanza di pochi minuti.<br />
Quando entriamo in relazione con l’altro,<br />
passo necessario al costituirsi della<br />
nostra identità, mettiamo in gioco il nostro<br />
desiderio di essere con l’altro, ma<br />
anche il desiderio di non annullarci<br />
nell’altro. Cos'è la nostra identità? Essa<br />
è tutto ciò che caratterizza ciascuno di<br />
noi come individuo singolo e inconfondibile.<br />
E' ciò che impedisce alle persone<br />
di scambiarci per qualcun altro. Così<br />
come ognuno ha un'identità per gli<br />
altri, ha anche un'identità per sé. Quella<br />
per gli altri è l'identità oggettiva, l'identità<br />
per sé è l'identità soggettiva. L'identità<br />
soggettiva è l'insieme delle mie<br />
caratteristiche così come io le vedo e le<br />
descrivo in me stesso.<br />
Esistiamo solo con e attraverso l’altro.<br />
Tradire, componente sempre presente<br />
nella relazione, dal latino tradere ovvero<br />
consegnare… implica la consegna, il passaggio<br />
di qualcuno, di qualcosa da una<br />
parte all’altra… deludere la fiducia, tradire<br />
l’intimità, rompere un patto.<br />
Il tradimento produce uno sconvolgimento<br />
nella geografia delle posizioni,<br />
produce derive non solo emozionali ma<br />
anche identitarie, chi subisce un tradimento<br />
non può sfuggire al senso di<br />
vuoto, di abbandono improvviso.<br />
Il C. A. I., colpo di abbandono improvviso,<br />
sembra essere la matrice delle condotte<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
dello stalking, è quell’istante, che cambierà<br />
per sempre la loro esistenza, come se all’improvviso<br />
prendessero coscienza con una parola,<br />
una frase, un gesto o una semplice<br />
sensazione che stanno per essere lasciati o<br />
abbandonati, comunque che qualcosa sta<br />
cambiando nella loro relazione.<br />
Durante i colloqui, i presunti autori, descrivono<br />
il colpo di abbandono improvviso,<br />
come uno “tsunami emotivo<br />
affettivo”, che modificherà, trasformandola,<br />
la loro precedente vita. Da quel preciso<br />
momento, i valori, gli obiettivi e gli<br />
affetti precedenti, non esistono più.<br />
Queste persone, non possono fare a<br />
meno di agire quella specifica serie di<br />
comportamenti di tipo persecutorio<br />
che percepiscono come funzionali al<br />
loro benessere e che sedano la loro<br />
ansia e contengono la loro “paura”.<br />
Questi atteggiamenti che sono stati appresi<br />
nelle primissime relazioni, originati<br />
dagli schemi mentali acquisiti, si<br />
manifestano come una sorta di borsa<br />
del pronto soccorso relazionale.<br />
Può accadere all’improvviso di comprendere<br />
di non capirsi, di accorgersi di<br />
aver frainteso o di essere stati fraintesi<br />
e questa rivelazione è vissuta come un<br />
tradimento voluto, come una rottura<br />
dell’intesa reciproca, l’altro appare all’improvviso<br />
in tutta la sua alterità,<br />
Come uno sconosciuto o qualcuno che<br />
non ci conosce affatto. Da questo scarto<br />
conoscitivo, che a sua volta poggia su<br />
uno scarto comunicativo, nasce la percezione<br />
del tradimento come abbandono,<br />
come fine del fraintendimento che teneva<br />
in vita la relazione.<br />
Percepire un’azione, un gesto, una parola<br />
dell’altro come tradimento induce a riscrivere,<br />
tutto il passato della relazione alla luce<br />
del tradimento. Il fatto stesso di cambiare<br />
43
appare all’altro come un tradimento.<br />
Quando uno dei soggetti cambia, diviene<br />
per l’altro imprevedibile, irriconoscibile. Mutare<br />
è percepito come una forma di abbandono,<br />
come l’avere intrapreso un percorso,<br />
fuori dal Noi . Il mutamento è vissuto come<br />
un tradimento: “Non ti riconosco più!”.<br />
Si innescano emozioni negative rivolte<br />
all’annullamento dell’altro, si scatenano<br />
anche emozioni negative verso se<br />
stessi. Essere traditi denota anche perdita<br />
di autostima,ci si sente sminuiti,<br />
44<br />
SICURAMENTE<br />
MASTER IN SCIENZA DELLE TRACCE<br />
disprezzati e …persino colpevoli di<br />
avere in qualche modo commesso qualcosa<br />
per aver meritato il tradimento; si<br />
può così scivolare nell’auto compassione<br />
e nella depressione, mentre velocemente<br />
cresce l’immagine di sé come vittima!<br />
Si produce unna sorta di annichilimento,<br />
di perdita della stima di sé, si scardina<br />
l’immagine di sé perché si spezza la narrazione.<br />
L’essere traditi è un’esperienza<br />
di interruzione, c’è un prima e un dopo.<br />
Si accompagna necessariamente alla<br />
Ogni relazione, comportamento ed emozione lascia una traccia,<br />
spesso non abbiamo i giusti strumenti per identificarla. La violenza<br />
in tutte le sue espressioni, è una relazione, un’azione-reazione,<br />
che lascia molte tracce “emotive” spesso indelebili, che<br />
possono aiutarci ad identificare l’autore, anche in assenza di altro<br />
tipo di tracce. Il master intende formare esperti in analisi ed esame<br />
delle tracce emotive sulla base delle Scienze Forensi, trasmettere<br />
competenze trasferite da professionisti con comprovata esperienza<br />
sul campo e perfezionate da laboratori ed analisi di casi.<br />
Primo osservatorio in Italia dedicato alla prevenzione di<br />
eventi criminosi nelle famiglie e nelle coppie. Per accompagnare<br />
i singoli, le coppie e le famiglie nel difficile percorso<br />
della separazione. Se pensi di vivere una separazione<br />
a rischio non esitare contatta lo Sportello Osservatorio Sicurezza<br />
Tel. 06.44246573 attivo dal lunedì al venerdì ore 10.00/19.00.<br />
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FORMAZIONE<br />
percezione di un sé spezzato, che può<br />
narrarsi solo attraverso la ferita , si crea<br />
così un alternarsi di emozioni negative<br />
ora rivolte verso l’altro e ora verso se<br />
stessi, in un oscillare tra desiderio di<br />
vendetta e auto colpevolizzazione.<br />
Il tradimento è equiparato nella nostra<br />
mente a un evento di morte e, come la<br />
morte, è continuamente esorcizzato, questa<br />
condizione di incertezza rafforza<br />
l’ambivalenza dell’interazione che oscilla<br />
sempre tra fiducia e sfiducia…<br />
• Sede didattica: Roma<br />
• Durata: 120 ore complessive<br />
• <strong>Numero</strong> partecipanti: massimo 20<br />
• Verifica intermedia<br />
• Test a risposta multipla<br />
• Verifica finale<br />
• Produzione elaborato scritto con discussione orale<br />
• Attestato<br />
• Esperto in analisi delle tracce<br />
• Sono previste convenzioni per gli iscritti <strong>Coisp</strong><br />
• Presentazione 2 marzo <strong>2012</strong><br />
Osservatorio Nazionale<br />
Violenza Psicologica<br />
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LETTERATURA<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Un libro tristemente attuale, quello di Giovanni Parrotta,edito da Rubbettino.<br />
“Meglio morto che precario”<br />
STORIA DI UNA RIBELLIONE<br />
Il giovane protagonista resiste al sistema mafioso, cui non vuole appartenere,<br />
e finisce a lavorare in un call center. Ma il suo sogno è evadere<br />
Donna tenta il suicidio<br />
dopo aver perso il lavoro".<br />
"Torino. Un giovane di<br />
"Catania.<br />
28 anni, E.V., è stato trovato<br />
impiccato all'interno di un magazzino".<br />
"Cagliari. Ventisettenne si suicida dopo<br />
aver ricevuto un preavviso di licenziamento,<br />
causa esubero personale".<br />
Con un cappio in copertina "Meglio morto<br />
che precario", la pluripremiata opera<br />
prima di Giovanni Parrotta, talentuoso<br />
giovane di origini calabresi, edita da Rubbettino,<br />
approda in libreria quasi ad anticipare<br />
un'Italia sconvolta dall'escalation<br />
di suicidi tra precari, giovani che perdono<br />
il lavoro, imprenditori sul lastrico. Un<br />
libro tristemente attuale, quello di Parrotta,<br />
da cui emerge un grande nodo vitale,<br />
quello della precarietà, che il<br />
protagonista tenta di sciogliere, tappa<br />
dopo tappa. Trapela quella voglia di riscatto<br />
che a Sud Italia ti brucia dentro.<br />
Poi l'infanzia difficile, una barca mangiata<br />
dalla salsedine, una pipa, la solitudine del<br />
mare, l'adolescenza, il vagare quotidiano<br />
in sella a uno Zip un po' scassato, per le<br />
strade polverose di Sellia Marina, alla ricerca<br />
di un lavoro.<br />
E quella periferia meridionale, incastonata<br />
tra palazzi abusivi e qualche bar che<br />
si affaccia sul ciglio della 106, "la strada<br />
della morte", cui l'autore dà un'anima.<br />
A Sellia Marina il lavoro e' un sogno, stretto<br />
nel cranio nudo della provincia di Catanzaro.<br />
E chi cresce in queste terre sogna spesso di<br />
andare altrove. L'evasione e' un'idea che ti<br />
martella la testa sin da piccolo.<br />
Perché evadere vuol dire avere un'occasione<br />
in più di trovare lavoro. E dignità.<br />
E Parrotta racconta un'evasione fatta di<br />
alcol, spinelli, piccolo spaccio.<br />
Ma il filo rosso che lega le tappe dell'esistenza<br />
di Michele, il ventinovenne protagonista<br />
del racconto, e' la ribellione. La<br />
resistenza. Quella a un sistema mafioso,<br />
cui non vuole appartenere.<br />
Così approda in un call center ed anche<br />
li' si ritrova faccia a faccia con il mondo<br />
spietato della precarietà.<br />
E il protagonista si batte. Portando con<br />
se' quel nodo vitale che tenta di sciogliere.<br />
Senza tregua. Il suo viaggio intimo,<br />
personale, diventa metaforico.<br />
Universale. Tappa dopo tappa.<br />
"Nel viaggio di una vita molti ricordano<br />
le tappe, io invece credo bisognerebbe ricordare<br />
e godere del percorso, di tutto il<br />
percorso, e magari andando anche contro<br />
corrente dimenticando le varie tappe, i<br />
vari bivi, ricordando solo la strada".<br />
Questa tra le riflessioni che costellano il<br />
libro, capitolo dopo capitolo, quasi a<br />
voler prendere per mano lo spettatore,<br />
per accompagnarlo, nel percorso personale<br />
dell'autore.<br />
Parrotta scava, s'interroga senza tregua,<br />
si mette a nudo. Così la mappa di un'esistenza<br />
scandita dalla precarieta' si snoda<br />
attraverso il racconto intimo dell'autore,<br />
da cui emerge uno spaccato del Meridione,<br />
privo di pregiudizi.<br />
"Diciamo che è c'è parecchia realtà " ci confessa<br />
Giovanni Parrotta "alcune vicende<br />
sono realmente accadute, anche se in modi<br />
diversi. E' lì che ho messo la creatività.<br />
C'è molto della mia vita, ma solo superficialmente.<br />
Le varie riflessioni, la scuola,<br />
gli amici e i luoghi del mio paese. Il resto<br />
è tutto scaturito dall'immaginazione e<br />
dalle supposizioni su come sarebbe stata<br />
la mia vita se non fossi stato fermo su determinate<br />
scelte, in questa terra".<br />
Il libro, privo di stereotipi e sofisticazioni,<br />
si è aggiudicato il premio "Chimirri"<br />
del concorso "Parole nel vento<br />
2011" e la credibilità narrativa del promettente<br />
Giovanni Parrotta, che "porta<br />
il lettore a vivere ciò che legge, in prima<br />
persona", ne fa un'opera preziosa, capace<br />
di sedurre e far riflettere sul grande<br />
tema della nostra epoca.<br />
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CINEMA<br />
ACAB<br />
IL FILM DEDICATO A CHI È<br />
“PAGATO PER STARE IN PRIMA FILA”<br />
di Giulia Zampina<br />
La pellicola di Sollima denuncia l’eterno conflitto sociale<br />
che i governi non sono in grado di risolvere<br />
Si muove sul filo sottile della teoria<br />
giuridica "dell'accettazione del rischio"<br />
la decisione con la quale il<br />
poliziotto Luigi Spaccarotella è<br />
stato definitivamente condannato a nove<br />
anni e quattro mesi di reclusione per l'uccisione<br />
del tifoso laziale Gabriele Sandri,<br />
avvenuta l'11 novembre 2007 nell'area di<br />
servizio Badia al Pino, vicino ad Arezzo.<br />
La Cassazione ha concordato con la de-<br />
cisione della Corte d'assise d'appello di Firenze,<br />
che aveva dichiarato il poliziotto<br />
colpevole di omicidio volontario per dolo<br />
eventuale, modificando la sentenza di<br />
primo grado della corte d'assise di<br />
Arezzo, che aveva, invece, qualificato il<br />
fatto come omicidio colposo aggravato<br />
da colpa cosciente ed aveva inflitto una<br />
pena più lieve (sei anni di reclusione).<br />
Proprio la differenza tra dolo eventuale e<br />
colpa cosciente, applicata al caso specifico e<br />
con scelta finale per il primo (in difformità<br />
dalle valutazioni fatti dai giudici aretini), ha<br />
catalizzato, nei tre gradi di giudizio, le discussioni<br />
di accusa e difesa, e probabilmente,<br />
anche la discussione finale, in camera di consiglio,<br />
da parte della Cassazione.<br />
Tutti i giudici sono partiti dalla considerazione<br />
che l'Agente Spaccarotella, nel<br />
momento in cui impugnò l'arma e decise<br />
di sparare, mise in conto la concreta possibilità<br />
del verificarsi di un evento lesivo.<br />
Muovendo da questa premessa, comune sia<br />
al dolo eventuale sia alla colpa cosciente, i
giudici di primo e secondo grado hanno distinto<br />
tra le due fattispecie.<br />
Per dichiarare il dolo eventuale, i giudici<br />
di secondo grado, e ora anche quelli della<br />
Cassazione, hanno dovuto ritenere che il<br />
poliziotto avesse fatto seriamente i conti<br />
con la possibilità di colpire il gruppo di<br />
tifosi laziale che era dall'altra parte dell'autostrade<br />
e, nonostante ciò, avesse deciso<br />
comunque di sparare.<br />
Per ritenere la colpa cosciente, i giudici<br />
avrebbero dovuto, invece, ritenere - come<br />
avevano fatto i giudici di primo grado -<br />
che Spaccarotella, pur avendo deciso di<br />
sparare, in realtà confidasse nel fatto che<br />
comunque non avrebbe colpito i tifosi.<br />
Due esempi scolastici spiegano la differenza<br />
tra dolo eventuale e colpa cosciente: - dolo<br />
eventuale: un uomo, disturbato da ragazzi<br />
che schiamazzano in strada, lancia contro di<br />
loro dal balcone della propria abitazione una<br />
bottiglia di vetro, pur prevedendo possibili ferimenti<br />
e colpendo di fatto un ragazzo; - colpa<br />
cosciente: un uomo, effettuando un sorpasso<br />
automobilistico in una curva pericolosa, ha<br />
ben presente la possibilità di provocare uno<br />
scontro; facendo leva, però, sulla conoscenza<br />
della strada e sulla sua abilità di guidatore,<br />
egli si convince di poter in ogni caso evitare<br />
l'incidente che, tuttavia, si verifica.<br />
Nel caso di Spaccarotella, la scelta della<br />
corte d'assise di Arezzo era stata per la<br />
colpa cosciente, con affermazione del reato<br />
di omicidio colposo e non di omicidio volontario;<br />
quella della corte d'assise d'appello<br />
di Firenze, ora condivisa dalla<br />
Cassazione, è stata invece di dolo eventuale,<br />
con affermazione del più grave reato<br />
di omicidio volontario e conseguente pena<br />
più severe rispetto a quella di primo grado.<br />
SICUREZZA E POLIZIA
Co.I.S.P. COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA<br />
SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA<br />
SEGRETERIA NAZIONALE:<br />
Via Farini, 62 - 00185 Roma<br />
Tel. (06) 48903734/73 - Fax (06) 48903735<br />
www.coisp.it<br />
e-mail: coisp@coisp.it<br />
48<br />
ORGANIGRAMMA<br />
REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />
REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />
VALLE D’AOSTA SEGRETERIA REGIONALE CLAUDIO LETIZIA, C/O QUESTURA DI TORINO.<br />
PROVINCIALE DI AOSTA CHRISTIAN MEI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE DI AOSTA.<br />
PIEMONTE SEGRETERIA REGIONALE CLAUDIO LETIZIA, C/O QUESTURA DI TORINO.<br />
PROVINCIALE DI ALESSANDRIA ROSSO CARLO, C/O CENTRO RACCOLTA INTERREGIONALE VECA.<br />
PROVINCIALE DI ASTI RAIMONDO MELI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI BIELLA VALZ BRENTA GIANLUCA C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE DI BIELLA.<br />
PROVINCIALE DI CUNEO GUZZO DANIELE, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI NOVARA ALESSIO NOTATORE, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI TORINO GIUSEPPE CAMPISI, C/O I ZONA POLIZIA DI FRONTIERA.<br />
PROVINCIALE DI VERBANO STEFANO FERINA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI VERCELLI BARTOLOMEO PIRAS, C/O QUESTURA.<br />
LOMBARDIA SEGRETERIA REGIONALE VALENTINO TOSONI, C/O QUESTURA DI BRESCIA.<br />
PROVINCIALE DI BERGAMO MAURIZIO DE LORENZO UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA ORIO AL SERIO.<br />
PROVINCIALE DI BRESCIA PIERANGELO FOLLI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI COMO ANTONIO PAGANO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI CREMONA FULVIO BERTOLASO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI LECCO GASPARE LIUZZA, SEZIONE POLIZIA STRADALE LECCO.<br />
PROVINCIALE DI LODI TOMASELLI SILVANA, C/O QUESTURA. www.coisplodi.com<br />
PROVINCIALE DI MILANO CARMINE ABAGNALE, C/O COMMISSARIATO PS RHO-PERO (MI).<br />
PROVINCIALE DI PAVIA VINCENZO FERROTTO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI SONDRIO VALERIO SOSIO, C/O SETTORE POLIZIA DI FRONTIERA DI TIRANO (SO).<br />
PROVINCIALE DI VARESE LUIGI FONZO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE VARESE<br />
PROVINCIALE DI MANTOVA GIOVANNI LA FAUCI, C/O QUESTURA.<br />
LIGURIA SEGRETERIA REGIONALE SALVATORE FINOCCHIARO, C/O QUESTURA DI SAVONA.<br />
PROVINCIALE DI GENOVA MATTEO BIANCHI, C/O QUESTURA. www.coisp-genova.it<br />
PROVINCIALE DI LA SPEZIA ROSARIO IZZO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE LA SPEZIA.<br />
PROVINCIALE DI IMPERIA ANTONIO MICHELE CAPRA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI SAVONA EMILIANO BIANCHI, C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA MARITTIMA SAVONA.
REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />
REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />
TRENT. ALTO ADIGE SEGRETERIA REGIONALE GIOVANNI CASTELLI, C/O QUESTURA DI TRENTO.<br />
PROVINCIALE DI BOLZANO FULVIO COSLOVI, COMM.TO S. CANDIDO.<br />
PROVINCIALE DI TRENTO SERGIO PAOLI, C/O QUESTURA.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
VENETO SEGRETERIA REGIONALE LUCA PRIOLI, C/O QUESTURA DI VICENZA.<br />
PROVINCIALE DI BELLUNO UGO GRANDO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI PADOVA LORIS FRISON, C/O II REPARTO MOBILE PADOVA.<br />
PROVINCIALE DI ROVIGO STEFANO TAMIAZZO, C/O II REPARTO MOBILE PADOVA.<br />
PROVINCIALE DI TREVISO BERARDINO CORDONE, C/O QUESTURA. www.coisp-treviso.it<br />
PROVINCIALE DI VENEZIA FRANCESCO LIPARI, C/O COMMISSARIATO DI P.S. MARGHERA (VE).www.coisp-venezia.it<br />
PROVINCIALE DI VERONA MASSIMO PERAZZOLI, C/O COMPARTIMENTO POLIZIA FERROVIARIA.<br />
PROVINCIALE DI VICENZA FABIO FACCHINELLO, C/O QUESTURA.<br />
FRIULI VEN. GIULIA SEGRETARIA REGIONALE MAURIZIO IANNARELLI, C/O QUESTURA DI TRIESTE.<br />
PROVINCIALE DI TRIESTE ENRICO MOSCATO, C/O IV ZONA POLIZIA DI FRONTIERA.<br />
PROVINCIALE DI PORDENONE MAURIZIO GIUST, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE PORDENONE.<br />
PROVINCIALE DI UDINE GENNARO FERRARO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI GORIZIA LORENZO FURLAN, C/O POSTO POLIZIA FERROVIARIA GORIZIA.<br />
EMILIA ROMAGNA SEGRETERIA REGIONALE RICCARDO MATTIOLI, C/O COMMISSARIATO DI PS S. VIOLA (BO).<br />
PROVINCIALE DI BOLOGNA RICCARDO MATTIOLI, f.f. C/O COMMISSARIATO DI PS S. VIOLA (BO).<br />
PROVINCIALE DI FERRARA FABIO TOSCANO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI FORLÌ BERNARDO RECINE, C/O C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA FORLì.<br />
PROVINCIALE DI PIACENZA PAOLA DI DOMENICO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI PARMA CLAUDIO GRAVANTE, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI RAVENNA FABIO BALDINI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI REGGIO EMILIA FABIO BOSCHI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI MODENA RAIMONDO MADERA, C/O COMM/TO PS. SASSUOLO.<br />
PROVINCIALE DI RIMINI MARCO MALANDRA, C/O SEZ. POLSTRADA RIMINI.<br />
TOSCANA SEGRETERIA REGIONALE GAETANO BARRELLA, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE ROSIGNANO SOLVAY (LI).<br />
PROVINCIALE DI FIRENZE ELISABETTA PERROTTA, C/O VIII REPARTO VOLO FIRENZE.<br />
PROVINCIALE DI AREZZO IURI MARTINI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE AREZZO.<br />
PROVINCIALE DI GROSSETO ROSA SANTAGATA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI LIVORNO ANGELA BONA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI MASSA CARRARA CORRADO COPPEDE’, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI LUCCA ALESSANDRO RUSSO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. VIAREGGIO (LU).<br />
PROVINCIALE DI PISA SIMONE CARNASCIALI, C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA PISA.<br />
PROVINCIALE DI PISTOIA ANTONIO ROVITO, C/O COMM. DI P.S. MONTECATINI (PT).www.coispistoia.webnode.com<br />
PROVINCIALE DI PRATO ANGELO CAIAZZO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI SIENA GIUSEPPE MENCAGLIA, C/O COMMISSARIATO PS POGGIBONSI (SI).<br />
MARCHE PROVINCIALE DI ANCONA GIANLUCA PAOLETTI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI MACERATA ANTONIO GRECO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. DI CIVITANOVA MARCHE (MC).<br />
PROVINCIALE DI PESARO-URBINO PASQUALE BIANCO, C/O COMM.TO P.S. FANO (PU).<br />
PROVINCIALE ASCOLI-PICENO GIULIANO MORGANTI, C/O QUESTURA<br />
UMBRIA SEGRETERIA REGIONALE TIZIANO ELIA, C/O QUESTURA DI TERNI.<br />
PROVINCIALE DI TERNI STEFANO ONOFRI, QUESTURA.<br />
LAZIO SEGRETERIA REGIONALE CAMILLO MELIDEO, C/O ISTITUTO PER ISPETTORI DI NETTUNO (RM).<br />
PROVINCIALE DI LATINA PIERLUIGI DE PAOLIS, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI FROSINONE GIOVANNI RAIMONDO, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE CASSINO (FR).<br />
PROVINCIALE DI RIETI DOMENICO PORCINO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI ROMA UMBERTO DE ANGELIS,C/O DIREZIONE CENTRALE POLIZIA PREVENZIONE www.coisproma.lazio.it<br />
PROVINCIALE DI VITERBO SALVATORE LANZANO, C/O QUESTURA.<br />
ABRUZZO SEGRETERIA REGIONALE ALESSANDRO ROSITO, C/O SCUOLA CONTROLLO DEL TERRITORIO DI PESCARA.<br />
PROVINCIALE DE L’AQUILA SANTINO LICALZI, C/O QUESTURA.www.coispaq.blogspot.com<br />
PROVINCIALE DI CHIETI NICOLA DI SCIASCIO, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE VASTO SUD (CH).<br />
PROVINCIALE DI PESCARA GIOVANNI CATITTI, C/O SOTTOSEZ. POLIZIA FERROVIARIA DI PESCARA. www.coisppescara.org<br />
PROVINCIALE DI TERAMO GIUSEPPE DE VINCENTIIS, C/O QUESTURA.<br />
49
50<br />
REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />
REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />
MOLISE SEGRETERIA REGIONALE ANTONIA MIGLIOZZI, C/O QUESTURA DI CAMPOBASSO.<br />
PROVINCIALE DI CAMPOBASSO GIUSEPPE MICHELE GRIECO, C/O COMMISSARIATO PS TERMOLI (CB).<br />
PROVINCIALE DI ISERNIA TONINO PAGLIONE, DISTACCAMENTO POLSTRADA AGNONE (IS).<br />
CAMPANIA SEGRETERIA REGIONALE GIUSEPPE RAIMONDI, C/O QUESTURA DI NAPOLI.<br />
PROVINCIALE DI AVELLINO LUIGI GERARDO DE PRIZIO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE AVELLINO.<br />
PROVINCIALE DI BENEVENTO UMBERTO DE FELICE, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI CASERTA CLAUDIO TREMATERRA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI NAPOLI GIULIO CATUOGNO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE NAPOLI.<br />
PROVINCIALE DI SALERNO RAFFAELE PERROTTA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE SALERNO.<br />
PUGLIA SEGRETERIA REGIONALE COSIMO LA VECCHIA, C/O DIGOS - QUESTURA DI BARI.<br />
PROVINCIALE DI BARI VINCENZO VERDUCI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI BRINDISI EUGENIO CANTANNA, C/O UFFICIO POLIZIA POSTALE BRINDISI.<br />
PROVINCIALE DI FOGGIA ALBERTO CACCAVO, C/O COMMISSARIATO DI P.S DI LUCERA (FG).<br />
PROVINCIALE DI LECCE CARLO GIANNINI, C/O COMMISSARIATO P.S. DI GALATINA (LE).<br />
PROVINCIALE DI TARANTO NICOLA FRANCO, C/O QUESTURA.<br />
BASILICATA SEGRETERIA REGIONALE MARIO SALUZZI, C/O COMMISSARIATO PS MELFI (PZ).<br />
PROVINCIALE DI MATERA ANGELO RAFFAELE SCASCIAMACCHIA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE MATERA.<br />
PROVINCIALE DI POTENZA GIUSEPPE GORGA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE POTENZA.<br />
CALABRIA SEGRETERIA REGIONALE GIUSEPPE BRUGNANO, C/O QUESTURA (CZ).<br />
PROVINCIALE DI CATANZARO MASSIMO ARCURI, C/O QUESTURA (CZ).<br />
PROVINCIALE DI COSENZA ANTONIO SCORNAVACCA, C/O COMMISSARIATO PS PAOLA (CS).<br />
PROVINCIALE DI CROTONE LUPO MASSIMO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA GAETANO RAFFA, C/O QUESTURA. www.coisp-reggiocalabria.it<br />
PROVINCIALE DI VIBO VALENTIA ROCCO D’AGOSTINO, C/O QUESTURA.<br />
SICILIA SEGRETERIA REGIONALE NATALE SCUDERI, C/O QUESTURA DI CATANIA.<br />
PROVINCIALE DI AGRIGENTO VINCENZO CIULLA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI CALTANISSETTA MICHELE FARACI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI CATANIA F.F. NATALE SCUDERI C/O QUESTURA (CT).<br />
PROVINCIALE DI ENNA GIUSEPPE MILANO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI MESSINA FRANCO ARCORACI, C/O COMMISSARIATO PS BARCELLONA (ME).<br />
PROVINCIALE DI PALERMO CARMELO FIUMEFREDDO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI RAGUSA GIUSEPPE MAGANUCO, C/O COMM.TO MODICA (RG).<br />
PROVINCIALE DI SIRACUSA GIOVANNI DI BARTOLO, C/O COMMISSARIATO P.S. LENTINI (SR).<br />
PROVINCIALE DI TRAPANI GIOVANNI CARONIA, C/O QUESTURA.<br />
SARDEGNA SEGRETERIA REGIONALE GILBERTO PISU, C/O AUTOCENTRO POLIZIA CAGLIARI.<br />
PROVINCIALE DI CAGLIARI GIUSEPPE PILICHI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE CAGLIARI<br />
PROVINCIALE DI NUORO ANTONIO CAPURSO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE, NUOROV.<br />
PROVINCIALE DI ORISTANO SALVATORE MELONI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI SASSARI MARCO PORCU, C/O COMMISSARIATO PS OLBIA (SS).
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