epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AD ANTONIETTA COCCHIGNONI 753(Verona#1831.08.03) Temendo di essersi spiegata male, la Canossa torna a scrivere alla superiora di Milano perchè chiarisca meglio al Conte Mellerio quanto ha saputo. Il locale, per prassi consueta del Demanio, viene posto in vendita con due stime: una in rapporto all‟affitto, che è più onerosa, l‟altra in stato di demolizione, più affrontabile. La borsa della Canossa è piuttosto leggera, quindi cerchino di metterla in condizione di farne l‟acquisto, ma alle migliori condizioni. V. G. e M. Carissima Figlia L’affare della Chiesetta della mia Madonna santissima fà che torni subito ad iscriverti, mia cara figlia. Tu puoi pensare e credere quanto mi preme i nostri poveri sordi muti, ed i miei cari Sanzenati matti: meritano tutto l’impegno. Ti scrissi l’altro giorno di volo, e di sera in cui sono tanto imbrogliata dal sonno credo per la debolezza, e stanchezza del giorno, ch’io non sò neppure quello che abbia scritto almeno esattamente. Ti dirò peraltro che tenendomi certa che la premura delle cose avrà supplito a quella maggiore descrizione che avrei fatto scrivendo con maggior riflesso, seppi altre cose, che ho bisogno di subito comunicarti, perchè subito lo possa significare a Sua Eccellenza il signor Conte Mellerio della carità e premura del quale mi tengo sempre in diritto. Seppi dunque, che giusta il consueto metodo demaniale furono rilevate, e spedite due stime del locale suddetto. L’una a tenore dell’affitto, e questo fù come ti scrissi di 168: 86 austriache, l’altra come stato di demolizione, e questa risultò per quanto mi. è noto a circa austriache L. 3500. Presentemente come altre volte mi pare averti scritto, è locata per cinquanta lire austriache all’anno. Il nostro buon Principe, il quale sono certa che può in questa cosa decidere lui solo, essendo riservata tal grazia, o all’Augusto nostro Sovrano, o al nostro buon Principe, sulle stime che gli verranno, risolverà. Già il signor Conte sa bene come vanno, e con quali regole, queste cose. Mi fù raccontato che tra una stima, e l’altra prendono un valore medio. Non sò poi se sia vero. A Milano fù così venduta la Chiesa della Rosa. Giacchè Sua Maestà Imperiale ha la facoltà; mi premerebbe che facesse lui solo per abbreviare il tempo, giacchè per la cosa mi terrò più che certa, che anche l’ottimo nostro Sovrano me l’accorda volentieri. Ti prego dunque informare il signor Conte di tutto o parlandogli se hai occasione, e gli presenterai anche i miei distinti rispetti, o col mezzo del signor Abate Pollidori, al quale pure presenterai i miei doveri, e del quale ti prego a darmi nuovamente le notizie. Mia cara figlia, porta pazienza, ma iutami a far del bene ai poveri onde questi ci introducano nei celesti Tabernacoli, ed in questa valle di miserie plachino la ira di Dio, e ci ottenghino la liberazione dal flagello del male contaggioso che và minacciando.. Tornando sul mio argomento, conviene che ti dica un’altra cosa, che già sarà innutile, perchè il nostro piissimo Principe, ed il buon signor Conte Mellerio ne sanno più quando dormono, ch’io quando veglio. La mia sapienza consiste nella leggerezza delle mia borsa, la quale bramerebbe essere rispettata. Io dunque dico, che domandando la grazia di comperare senza asta la Chiesa, non domando per demolirla, ma per adoperar la, in conseguenza se fosse possibile vorrei pagarla a ragione di stima d’affitto, col cinque, col sei, col dieci, anche col venti per cento più della stima, ma non colla stima di demolizione, ch’io anzi ci metterò le finestre, e la porta addattata, mancando di tutto per quanto sò, ed anche di selciato. Peraltro se questo amore alla leggerezza della borsa, dovesse frastornare il contratto, o portare lunghezza maggiore nella conclusione del contratto medesimo, prega il signor Conte di non esporre ostacolo alcuno, e lasciar pur correre come verrà proposto, certa che non sarà mai il prezzo pari affitto; e cerchiamo di far presto perchè se questa opera di carità ci tiene lontana la malattia, possiamo godere delle nostre fatiche, ma se siamo morti addio Sanzenati. Confidiamoci però nella misericordia del Signore che andremo a lodarlo in Paradiso, ma i Sanzenati mi restano per la strada, e tu sai che parlando, io penso alla Divina Gloria, dice il Salmo: Non mortui laudabunt te, Domine. Guarda che ho sino
parlato latino, che vuoi di più? Termino subito abbracciandoti di tutto cuore unitamente a tutte le care compagne. La mia salute, è bastantemente buona, tutte qui se la passano bene e le garelle 1 benino. Di cuore mi confermo Di te carissima figlia Verona San Giuseppe li 3 agosto 1831 1 Le malaticce. 2 NB. Tutto autografo da « Di te, carissima figlia ». La tua affezionatissima Madre Maddalena di Canossa Figlia della Carità 2
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LETTERE DI MADDALENA DI CANOSSA VOL
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prime maestre continuavano ad alter
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AD ANTONIO ROSMINI 696(Bergamo#1831
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AL SIGNOR BONETTI 697(Verona#1821.0
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dar principio all'opera. Li sostenn
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maggiore tra essi volesse accettarl
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gliela farò similmente tenere. Mi
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feste alla Dottrina cristiana dei r
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anche a lasciar tutto. Si ricorder
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AD ANTONIO ROSMINI 703(Bergamo#1822
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AD ANTONIO ROSMINI 704(Verona#1822.
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A MONS. ZOPPI 705(Milano#1823.05.07
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Massa, con questo che accettando ne
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BERGAMO Al Nobile e Molto Reverendo
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BERGAMO All 'Illustrissimo Molto Re
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carità, per quanto spenderà vi sa
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La prego dei miei doveri alla di Le
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quell’ottima persona a cui diede
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Le confermo il mio rispetto, e la m
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La gioia del Manziana nell’annunc
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[marzo l820] AL SIGNORE CARLO MANZI
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Ripeto mi lasci però un po’ di t
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PRESENTAZIONE ROVATO Durante il per
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poveri fanno molto, ma io non ho av
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quantunque la nostra Elena gliene a
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Pochi giorni sono ebbi lettera da M
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a Milano, voglio ossequiarlo certam
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Signor Preposto di San Giorgio 3 .
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Verona San Giuseppe 2 dicembre 1826
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seguito vedremo, ed in un caso vedr
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giovare ed assistere con frutto nel
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PS. Mi faccia la carità di domanda
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delle quali Egli chiamò a se stess
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nel migliore stabilimento che potr
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Bergamo li 23 febbraro 1828 Santa C
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quale il convento ha preso il nome.
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PRESENTAZIONE CORIANO Quando la Can
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professo obbligatissima per la degn
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Passato Egli poi a Roma, seco port
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frattanto scrivessi al Parroco di s
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Per carità non si dimentichino di
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Per non perdere anche quest’ordin
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Di Lei Stimatissima e Carissima Fig
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Milano dalla Certosina li 20 Marzo
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Ancora affettuoso interesse per Cor
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Tanti rispetti anche al degnissimo
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10°. Ubbidire allegramente, ed amo
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Credi mia cara Figlia che il Signor
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Arciprete Gabellini 3 , quali dispo
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Per parte mia le ricordo, che le no
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facesse ivi pure una Casa. Altrimen
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DA MONS. TRAVERSI A 123(Venezia#182
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Sento aver ella scritto al buon Cal
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A FRANCESCO PADENGHE 898(Verona#182
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vale a dire studiò molto bene, ade
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A MONS. SARDAGNA 901(Verona#1833.11
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Già mi posso sbagliare. Ad ogni mo
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A MONS. TRAVERSI 909(Bergamo#1835.0
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servirla personalmente prima d'impe
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Verona le sottoporrò l'elenco vole
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consegnata e sul punto non voglio m
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AL CONTE ABATI 917(Verona#1820.07.0
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TREVISO A MONS. SEBASTIANO SOLDATI
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MONZA AL PADRE GIANFILIPPO LEONARDI
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NB. Le lettere che seguono fino al
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Siccome dalla mancanza di questa cu
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