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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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in modo, da poter però ritornare a Venezia quando Ella lo bramasse. Per carità mi perdoni, ma come<br />

sò quando una cosa dà vera pena se ne pensano d’ogni sorte.<br />

L’altra cosa <strong>di</strong> cui poi la prego si è <strong>di</strong> volermi <strong>di</strong>re precisamente quando abbia stabilito<br />

partire. Non so se vi riuscirò, ma almeno tenterei <strong>di</strong> anticipare la mia venuta a Venezia per prima<br />

rivederla.<br />

Le parlerò adesso poi intorno a quanto Ella mi <strong>di</strong>ce sulla fine dell’ossequiato suo foglio dei<br />

nostri Bergamaschi 3 . Le confesso che tal notizia ritrovata successiva a quella <strong>di</strong> sua partenza mi<br />

ricolmò d’amarezza. Già come abbiamo detto tante volte il Signor Don Francesco 4 non mostrò<br />

vocazione vera all’opera in conseguenza li compatisco: ma se non è Maria Santissima che faccia<br />

delle sue imprese io vedo l’opera <strong>di</strong>sfatta molto più coll’allontanamento <strong>di</strong> Lei.<br />

Sappia che prevedendo anch’io che l’unione <strong>di</strong> questi tre 5 con Don Francesco non sarebbe<br />

durata, l’anno scorso dopo la <strong>di</strong> Lei partenza, interessai nella cosa quel degno Parroco ch’Ella<br />

assegnò loro per Confessore, colla vista che prevedendo qualche contrattempo avessi potuto<br />

trasferire i Bergamaschi presso <strong>di</strong> Lui, nella lusinga <strong>di</strong> poter ivi stabilire ciò che vedeva<br />

impossibilitato a continuarsi da noi mancando questi tre. Quantunque la cosa continuasse com’era<br />

non trovandomi mai sicura, poco più d’un mese fà scrivendomi il Vescovo <strong>di</strong> Chioggia 6<br />

nell’incontro delle Maestre, a qualche risentita amara parola che mi <strong>di</strong>sse perché gli abbiamo levato<br />

Giuseppe nel rispondergli doverosamente sul primo argomento senza entrare in dettagli sul secondo<br />

lo assicurai della sincera mia premura per Chioggia come per Venezia, soggiungendogli che nel<br />

lavorare per questa si lavorava anche per Chioggia che bramava fosse Egli servito non con un bene<br />

effimero ma permanente, e che in voce avrei avuto l’onore <strong>di</strong> intendermela seco lui e ciò feci<br />

pensando che colà vi fosse qualche buon sacerdote che con ispirito vero cominciasse con Giuseppe<br />

incoraggito dal Prelato, l’opera veramente potrebbesi farla, e forse uno o ambedue de giovani se<br />

Don Francesco non và subito sarebbe adatto.<br />

Nel periodo del mese che qui mi trovo trattai; ma non si poté concludere con un degnissimo<br />

Sacerdote che in voce poi le <strong>di</strong>rò atto a presiedere; <strong>di</strong> più m’informai d’un altro che a mio credere<br />

accetterebbe sul punto e con ispirito vero, ma l’ardentissimo zelo del medesimo non mi lascierebbe<br />

quieta senza <strong>di</strong> Lei perché potrebbero compromettersi, e rovinar tutto. Mi sono dunque ristretta a far<br />

orazione, e sentirò l’esito della cosa, o restar con lui per quel po <strong>di</strong> bene cominciato.<br />

PS. Mi perdoni se ho sempre timore <strong>di</strong> non avere detto tutto. Parlando delle investiture dei capitali<br />

le norme generali io bene le ho, ma mi sarà pure una gran quiete ne timori miei potendo<br />

tranquillizzare anche gli altri ricorrendo a Lei. Mi creda che chi vuol troppo credendo già che<br />

possa farlo, e chi vuole troppo poco, onde il poter manifestare a Lei le successive circostanze le<br />

quali sempre variano, facendo così conoscere che anche questo punto è compreso nelle<br />

decizioni a Lei commesse dell’Istituto sarà per questo un gran bene. Mi <strong>di</strong>menticava <strong>di</strong>rle come<br />

qui vorrebbero ch’io permettessi d’essere eletta Superiora <strong>di</strong> questa prima Casa pel triennio<br />

vegnente nel qual caso attese le circostanze sottoposte <strong>di</strong> sopra mi pare che mi si renderebbe<br />

necessario nominare io la mia assistente, e le ministre. Ma Ella sa che non ho voti ne certo li<br />

farei. Oltre <strong>di</strong> che mi ricordo avermi Ella detto che l’essere <strong>di</strong> Superiora d’una Casa porta il<br />

soggiorno, è vero che gran parte dell’anno lo passo qui, ma anche le altre Case abbisognano <strong>di</strong><br />

qualche visita. Oltre le nuove fondazioni che abbiamo.. Che ne <strong>di</strong>ce Lei?<br />

[ Gennaio1835]<br />

______________________<br />

NB. Minuta, senza firma e con qualche lieve ritocco della <strong>Canossa</strong><br />

3 Giuseppe Carsana, Benedetto Belloni, il 3° non in<strong>di</strong>viduato.<br />

4 Francesco Luzzo, inizia il primo Oratorio a Venezia dei Figli della Carità (Ep. I, lett. 412, n. 4, pag. 676).<br />

5 Giuseppe Carsana e Belloni Benedetto (Ep. I, lett. 412, n. 4, pag. 676).<br />

6 Mons. Antonio Savorin, Vescovo <strong>di</strong> Chioggia (Ep. II/2, lett. 745, n. 1, pag. 849).

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