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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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A MONS. TRAVERSI<br />

746(Verona#1835.01.**)<br />

L‟accettazione della giovane, proposta dalla superiora <strong>di</strong> Milano, è molto problematica ma Monsignore decida. La<br />

salute della <strong>Canossa</strong> è <strong>di</strong>screta. Ciò che più l‟angustia è l‟opera dei Figli della Carità a causa dell‟insofferenza <strong>di</strong> Don<br />

Luzzo: forse sarebbe meglio cercare un altro sacerdote. In fine la trepidazione <strong>di</strong> <strong>Maddalena</strong> per la nuova partenza per<br />

Roma <strong>di</strong> Monsignor Traversi, dopo la morte del Car<strong>di</strong>nal Zurla.<br />

V G e M Illustrissimo e Reveren<strong>di</strong>ssimo Monsignore<br />

Per ubbi<strong>di</strong>rla relativamente a quella giovane <strong>di</strong> cui mi scrisse la superiora giorni sono e della<br />

quale la S.V.IlLma e Rev.ma vuole che le <strong>di</strong>ca ciò che me ne pare, le rinnovo sì presto il <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong><br />

miei caratteri. Intorno alla persona della figlia come ella ben vede nulla poso <strong>di</strong>rle non<br />

conoscendola niente, e quand’anche la conoscessi da molti anni, mi rimetterei pienamente al<br />

giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> Lei per risolvere. Risposi allora alla Superiora trovar io necessario assicurarsi della<br />

vocazione, e della sanità ora che maggiormente intesi le circostanze del fratello trovo doversi<br />

riflettere anche, prima <strong>di</strong> riceverla che siasi certi che vi sarà persona a cui poterla consegnare, con<br />

formata intelligenza <strong>di</strong> questa del fratello e della figlia, nel caso non avesse per qualsiasi cagione a<br />

riuscire nel Noviziato.<br />

Rapporto poi ai mezzi temporali sento non aver essa ne tutto il mantenimento pel tempo del<br />

Noviziato, ne tutta la dote al compimento <strong>di</strong> questo. Scrissi dunque alla Superiora se la figlia entrar<br />

volesse in qualità <strong>di</strong> educanda cioè Maestra, che per tal oggetto avrebbe il bastevole, e si proverebbe<br />

la vocazione, e la sanità senza impegno, ma meglio riflettendovi poi. L’educazione delle Maestre<br />

non è che <strong>di</strong> sette mesi, e terminati questi che se ne farebbe? Io ho è vero varj trattati <strong>di</strong> fondazioni:<br />

Brescia, Cremona, come sa, Treviso per quel che può valere, Lonato e Bassano. Le due che<br />

sembrano certe sono le due prime, forse si potrà collocarla, o nell’una o nell’altra, ma desso con<br />

positiva certezza non lo posso <strong>di</strong>re. Se si concluderà con Bassano <strong>di</strong> certo parmi si potrà ricevere.<br />

Le sottopongo <strong>di</strong> più anche un altro riflesso il qual è che pare assai <strong>di</strong>ficile che nel decorso<br />

dei tre anni <strong>di</strong> Noviziato in cui è vero non ha tutto; ma con trenta sol<strong>di</strong> veneti al giorno in comunità<br />

poco vi si rimeterebbe che <strong>di</strong> tante vecchie che siamo alcuna non <strong>di</strong>a luogo, e se ne chiamasse<br />

alcuna <strong>di</strong> Venezia varie <strong>di</strong> queste non hanno niente. Detto tutto ciò per ubbi<strong>di</strong>rla mi rimetto <strong>di</strong><br />

nuovo pienamente a quant’Ella giu<strong>di</strong>cherà a crederà secondo le sue facoltà <strong>di</strong>sporre.<br />

Molto mi consolo che la salute sua si <strong>di</strong>fenda in una stagione sì rigida ed asiuta. Per carità<br />

non se ne abusi, essendo veramente un freddo straor<strong>di</strong>nario. Anch’io cerco avermi tutti i riguar<strong>di</strong>.<br />

Ebbi venerdì bisogno d’un salasso ma però con molta cura me la passo bene. Non so poi spiegare<br />

alla S.V.Ill.ma e Rev.ma il dolore che provai sentendo da Lei un imminente novello suo viaggio per<br />

Roma. Il figliale ossequiosissimo attaccamento che professo al Santo Padre 1 mi fa certamente<br />

bramare ogni <strong>di</strong> Lui conforto, già dopo la grave per<strong>di</strong>ta dell’Eminentissimo Zurla 2 dovea<br />

aspettarmelo, ben sapendo esser Ella forse la sola persona che possa compensare il cuor del Santo<br />

Padre. Ciò che doppiamente in questo mi afflige si è che non posso conservare la speranza <strong>di</strong><br />

rivederla ripatriata da qualche mese come lusingavami l’anno scorso. Sappia Ella che due cose qui<br />

ar<strong>di</strong>sco soggiungerle. La prima capisco essere uno sfogo della vivissima gratitu<strong>di</strong>ne ch’io le<br />

professo, e questa mi farà <strong>di</strong>re delle cose fuor <strong>di</strong> ragione e senza prudenza; ma non importa con Lei<br />

che è Padre mi è lecito tutto.<br />

Forse tra le persone che bramano la conservazione del Santo Padre una certo son io, avendo<br />

riconosciuto, e riconoscendo per una delle più singolari misericor<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Dio verso la sua Chiesa la <strong>di</strong><br />

Lui esaltazione e conservazione, e per ciò ben volentieri darei la vita mia per conservare la sua. Io<br />

spero anche che Dio non ci darà tale castigo, ma i peccati nostri meritano ogni pena. Io bramerei<br />

dunque che se parte, comprendendo già <strong>di</strong> restare a Roma, Ella lasciasse <strong>di</strong>sposte costì tutte le cose<br />

1 Gregorio XVI, Sommo Pontefice eletto nel 1830 (Ep. I, lett. 407, n. 2, pag. 667).<br />

2 Card. Placido Zurla, Vicario del Papa Leone XII (Ep. I, lett. 339, n. 2, pag. 527).

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