epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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questo periodo ricevetti coll’ossequiatissimo foglio di Sua Santità il Rescritto il quale divenne prima di tutto per me la più incontrastabile prova del divino volere, che mi portò di più una gioia inesplicabile vedendo quanto operava la divina misericordia bene comprendendo che questo solo avrebbe bastato a persuadere come seguì il Prelato per l’opera. Quando lo vidde mi disse Digitus Dei est hic, e non parlò più di unione. Adesso poi le dirò come va il materiale. Sino dallo scorso luglio potei concludere il contratto dell’orto indi mi riusci formare un enfiteusi delle tre casette latterali alla Chiesa 8 . Con quest’ultima poi ho seguito ovunque trovavasi la trattativa ne scrissi in proposito al Signor Presidente Camerale 9 . Finalmente l’affare trovasi adesso a Milano quando non ne fosse partito col Gabinetto Reale giacche qui oggi aspettavasi il nostro buon Principe Vice Re 10 il quale mi dissero, che venga a Venezia. Da un ordinario all’altro da Milano saprò qualche cosa ma si assicuri che tante furono sin quì le difficoltà che in ogni passo anche minimo incontrai che pare che il diavolo non abbia altro da fare che da imbrogliarmi ma in fine è più imbrogliato Lui di me perche l’affare è di Maria Santissima. Pel formale poi la mia consolazione è propriamente intera, ed ogni giorno per così dire ho argomenti che si accresca, e confermi per lo spirito del Signore, ed i lumi che Egli sparge in chi a ciò elesse a servirlo. Il numero si va disponendo maggiore ma non si può dar principio a niente non avendo potuto sin adesso riuscire a fare dar luogo a chi occupa le casette. Don Antonio mi commise i suoi distinti doveri e le rinnova i ringraziamenti assicurandola che per Lei sara pregato ogni giorno essendo uno dei massimi benefattori. Di Don Luzzo 11 e molto tempo che niente ne so avendomi scritto un po di tempo prima che andasse in campagna. Mi fu fatto qualche risentita ammarezza: gli abbiamo levato Giuseppe 12 ed io doverosamente rispondendogli senza entrare in detagli lo assicurai gli feci conoscere la sincera mia premura per Chioggia come per Venezia assicurandolo che costì nel lavorar per Venezia si lavorava per Chioggia e che il mio desiderio era che gli fosse servito non con un bene efimero ma permanente aggiungendogli che venendo io a Venezia sarei andata ad ossequiarlo e saressimo andati del tutto intesi e ciò lo feci per tenerci sempre qualche strada apperta pel continuo mio timore pensando che colà vi fosse forse qualche buon Sacerdote che con ispirito vero cominciasse realmente incoragitto dallo zelo di quel degno Prelato nel periodo di questo mese che qui mi trovo trattai con un degno sacerdote ma un ostacolo che in voce poi Le dirò rese vana la mia trattativa; mi informai di un altro al quale se parlassi credo accetterebbe sul punto e co spirito vero ma senza di Lei per i primi anni non starei proprio quieta tremando anche per lo zelo se non ista in freno Le dico tutto perchè sappia tutto, ed Ella se pure in tempo, fosse persuasa dell’uno o dell’altro faccia tutto quello che Dio le ispira, per i primi due miei progetti; continui a sostenersi operando ove si trova. Mi perdoni di tutto, si assicuri delle povere incessanti mie orazion.i. Si ricordi di me col Signore ed implorando la sacra paterna benedizione rispettosamente mi con… [ Verona, novembre 1831] __________________________ NB. Minuta che esprime un pensiero tormentato e non sempre controllato. Nell’A.C.R. c’è un’altra minuta su questo argomento, ma del tutto incompleta. 8 Chiesa di Santa Maria del Pianto di Verona. 9 Responsabile del settore finanziario. 10 Principe Ranieri (Ep.II/1, lett. 517, n. 4, pag. 293). 11 Don Luzzo , inizia il primo Oratorio a Venezia dei Figli della Carità (Ep. I, lett. 412, n. 4, pag. 676). 12 Giuseppe Carsana , uno dei primi Figli della Carità (Ep. I, lett. 412, n. 4, pag. 676).

A DON ANTONIO PROVOLO 736(Verona#1832.04.20) La Canossa dovrebbe rispondere ad una lettera di Don Luzzo a Venezia, ma prima vuol parlare con Don Provolo, a cui fissa l‟appuntamento. V. G. e M. Veneratissimo Don Antonio Avendo ricevuto una lettera da Venezia del Signor Don Lusso 1 , prima di riscontrarla mi premerebbe di parlare con Lei, sono però a pregarla, di farmi la grazia, di venire oggi dopo che avrà pranzato prima di andare alle funzioni, perché più tardi io non potrei venire in parlatorio dovendo questa sera cavar sangue. Mi raccomando caldamente alle sue orazioni, e colma di stima me le protesto. Di Vostra Signoria Molto Illustre e Reverenda Or ora li 20 aprile 1832 [Verona ] Dev.ma Ubb.ma Serva Maddalena Canossa Figlia della Carità 1 Don Luzzo Francesco , inizia il primo Oratorio a Venezia dei Figli della Carità (Ep. I, lett. 412, n. 4, pag. 676).

A DON ANTONIO PROVOLO<br />

736(Verona#1832.04.20)<br />

La <strong>Canossa</strong> dovrebbe rispondere ad una lettera <strong>di</strong> Don Luzzo a Venezia, ma prima vuol parlare con Don<br />

Provolo, a cui fissa l‟appuntamento.<br />

V. G. e M. Veneratissimo Don Antonio<br />

Avendo ricevuto una lettera da Venezia del Signor Don Lusso 1 , prima <strong>di</strong> riscontrarla mi<br />

premerebbe <strong>di</strong> parlare con Lei, sono però a pregarla, <strong>di</strong> farmi la grazia, <strong>di</strong> venire oggi dopo che avrà<br />

pranzato prima <strong>di</strong> andare alle funzioni, perché più tar<strong>di</strong> io non potrei venire in parlatorio dovendo<br />

questa sera cavar sangue.<br />

Mi raccomando caldamente alle sue orazioni, e colma <strong>di</strong> stima me le protesto.<br />

Di Vostra Signoria Molto Illustre e Reverenda<br />

Or ora li 20 aprile 1832 [Verona ]<br />

Dev.ma Ubb.ma Serva<br />

<strong>Maddalena</strong> <strong>Canossa</strong> Figlia della Carità<br />

1 Don Luzzo Francesco , inizia il primo Oratorio a Venezia dei Figli della Carità (Ep. I, lett. 412, n. 4, pag. 676).

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