epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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- Pel servizio e per l'assistenza della casa sono necessarj alcuni secolari. Non se ne accetteranno di più di quello che è necessario pel buon governo di essa. Anche essi dopo tre anni di noviziato faranno i tre consueti voti semplici, e dopo dieci il Voto di perseverare nella Congregazione, a simiglianza dei sacerdoti. Vivranno una vita cristiana ed esemplare, si eserciteranno in quegli ufficj domestici assegnati dal superiore, e assisteranno i sacerdoti nella custodia e sorveglianza, e, se la loro abilità il volesse, anche nell'istruzione dei giovani (ma non delle donzelle). _____________ * Si bramerebbe di più di portare un Crocefisso di ottone pendente dal collo, quando le Autorità civili non lo impedissero. - Negli oratori nelle dottrine e negli esercizj, vestiranno * un abito modesto *, per ora conveniente al loro stato. Nella propria casa non terranno mai unioni di donne. OSSERVAZIONI SULLE OPERE DI CARITA' CHE ESERCITANO I - Quanto all'Oratorio: l) Custodire la gioventù tutta la festa, e per quanto è possibile, sorvegliarla e farla sorvegliare tutta la settimana. 2) Insinuare nei giovani lo spirito di obbedienza e di subordinazione alle Autorità ecclesiastiche e civili, e la diligenza ai doveri del proprio stato. 3) Dividere la gioventù in tre classi Grande Mezzana e Piccola, perché ciascheduno abbia la istruzione adattata all'età. 4) Il Paroco e il Rettore della Chiesa sarà il superiore dell'oratorio, e uno dei sacerdoti dell'Istituto ne sarà direttore ed assistente, perchè l’oratorio si permetta regolato con questo spirito. II -Quanto alle scuole della dottrina cristiana, per questa sarà ben provveduto col procurare che sia osservato lo spirito e le Regole dell'Illustrissimo Monsignor Vescovo. III La scuola degli artigiani possibilmente sarà regolata in casa dal Regolamento delle scuole elementari minori; avendo riguardo principalmente di formarli buoni cristiani. E siccome tutte queste Opere le praticheranno gratuitamente e per carità, la Congregazione sarà nominata dei Figli della Carità . (Timbro) B E R G A M O All 'Illustrissimo e Molto Reverendo Signore Il Nobile Signor Don Antonio Rosmini de Serbati ROVERETO _______________ NB. Dall'Archivio Rosminiano di Stresa.

AL SIGNOR BONETTI 697(Verona#1821.09.28) Un commerciante di cappelli vorrebbe unirsi all‟opera di carità che si sta iniziando per i ragazzi, ma la Canossa non è convinta che il postulante abbia le doti richieste, per cui avverte che si usi prudenza nel prendere decisioni a suo riguardo. Stimatissimo signor Francesco Non ricordandomi se ella mi abbia detto che il degnissimo signor Abate Don Gio Batta 1 sapesse la di lei gita a Bergamo per ogni maggior cautela do a lei il disturbo di queste due righe sembran domi necessario di prevenirla d’una cosa che credo sia per seguire nell’entrante settimana onde lei e i fratelli possono regolarsi colla solita loro prudenza. Sappia certo signor Paolo che ha negozio qui in Bergamo di capeli persona di pietà e qualche modo secondo lo stato suo avendo sentito le intenzioni del degnissimo signor Canonico Giglio 2 relativamente all’opera di carità che sta ora per cominciare persuaso che il bene migliore sia che le arti siano in casa ha parlato a detto signor Canonico esibendogli qualche piccola somma perchè così facesse. Per quanto so gli fece conoscere il signor Don Pietro che non poteva per riguardo che i compagni non erano in caso di ciò fare. Lasciando a parte la massima della quale abbiamo già parlato, questo signore benchè molto pio, è però come ben vede, d’altro spirito e siccome mi pare anche destro, lei ed i fratelli stiano sommamente avvertiti e riservati nel parlare. Questa settimana dunque questo signor Paolo vuoi venire ed esibire col poco che può anche la sua persona e credo un altra persona pure del suo pensare. Già è superfluo di dirglielo attesa la di lei prudenza, ma non dica neppure ai fratelli se può, da chi sia stata avvertita. Oggi festa del gran principe celeste San Michele, feci molto pregare perchè si compiaccia di essere protettore della loro opera di carità. Mi riservo ad altro momento a scrivere più in lungo frattanto con distinta stima mi dico [Verona] 28 settembre 1821 Stimatissimo signor Pietro 3 Non sapendo il nome della parentela del signor Francesco prego la di lei bontà a volere colla possibile sollecitudine consegnare l’occlusa. Mi raccomandi al Signore e mi creda con distinta stima _________________ NB. Lettera composita in quanto indirizzata, con periodi diversi, a due destinatari. Minuta quindi non chiara e che presenta una sola correzione autografa della Canossa. Molto sgrammaticata. 1 Don Giovanni Battista Biasiuti degli Oratoriani di Venezia. (Ep. II/1, lett. 670, n. 2, pag. 651). 2 Don PIETRO GIGLIO canonico onorario della Basilica di S .Ambrogio (Cf. Milano Sacro, 1817, pag. 74). 3 Pierino Porta (Ep.II/1, lett. 524, n. 4, pag. 303).

AL SIGNOR BONETTI<br />

697(Verona#1821.09.28)<br />

Un commerciante <strong>di</strong> cappelli vorrebbe unirsi all‟opera <strong>di</strong> carità che si sta iniziando per i ragazzi, ma la<br />

<strong>Canossa</strong> non è convinta che il postulante abbia le doti richieste, per cui avverte che si usi prudenza nel prendere<br />

decisioni a suo riguardo.<br />

Stimatissimo signor Francesco<br />

Non ricordandomi se ella mi abbia detto che il degnissimo signor Abate Don Gio Batta 1<br />

sapesse la <strong>di</strong> lei gita a Bergamo per ogni maggior cautela do a lei il <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> queste due righe<br />

sembran domi necessario <strong>di</strong> prevenirla d’una cosa che credo sia per seguire nell’entrante settimana<br />

onde lei e i fratelli possono regolarsi colla solita loro prudenza. Sappia certo signor Paolo che ha<br />

negozio qui in Bergamo <strong>di</strong> capeli persona <strong>di</strong> pietà e qualche modo secondo lo stato suo avendo sentito<br />

le intenzioni del degnissimo signor Canonico Giglio 2 relativamente all’opera <strong>di</strong> carità che sta ora per<br />

cominciare persuaso che il bene migliore sia che le arti siano in casa ha parlato a detto signor Canonico<br />

esibendogli qualche piccola somma perchè così facesse. Per quanto so gli fece conoscere il signor Don<br />

Pietro che non poteva per riguardo che i compagni non erano in caso <strong>di</strong> ciò fare. Lasciando a parte la<br />

massima della quale abbiamo già parlato, questo signore benchè molto pio, è però come ben vede,<br />

d’altro spirito e siccome mi pare anche destro, lei ed i fratelli stiano sommamente avvertiti e riservati<br />

nel parlare.<br />

Questa settimana dunque questo signor Paolo vuoi venire ed esibire col poco che può anche la<br />

sua persona e credo un altra persona pure del suo pensare. Già è superfluo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rglielo attesa la <strong>di</strong> lei<br />

prudenza, ma non <strong>di</strong>ca neppure ai fratelli se può, da chi sia stata avvertita.<br />

Oggi festa del gran principe celeste San Michele, feci molto pregare perchè si compiaccia <strong>di</strong> essere<br />

protettore della loro opera <strong>di</strong> carità.<br />

Mi riservo ad altro momento a scrivere più in lungo frattanto con <strong>di</strong>stinta stima mi <strong>di</strong>co<br />

[Verona] 28 settembre 1821<br />

Stimatissimo signor Pietro 3<br />

Non sapendo il nome della parentela del signor Francesco prego la <strong>di</strong> lei bontà a volere colla possibile<br />

sollecitu<strong>di</strong>ne consegnare l’occlusa. Mi raccoman<strong>di</strong> al Signore e mi creda con <strong>di</strong>stinta stima<br />

_________________<br />

NB. Lettera composita in quanto in<strong>di</strong>rizzata, con perio<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi, a due destinatari. Minuta quin<strong>di</strong> non<br />

chiara e che presenta una sola correzione autografa della <strong>Canossa</strong>. Molto sgrammaticata.<br />

1 Don Giovanni Battista Biasiuti degli Oratoriani <strong>di</strong> Venezia. (Ep. II/1, lett. 670, n. 2, pag. 651).<br />

2 Don PIETRO GIGLIO canonico onorario della Basilica <strong>di</strong> S .Ambrogio (Cf. Milano Sacro, 1817, pag. 74).<br />

3 Pierino Porta (Ep.II/1, lett. 524, n. 4, pag. 303).

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