epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa
epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa
liberamente la colpa a me, e quando lo vede favorisca di tanti miei rispetti. II signor Don Antonio 7 mi portò un libro da mandarle ed una lettera. A prima occasione le spedirò ogni cosa. Quando vede Sua Eccellenza Reverendissima il santo nostro Patriarca 8 lo ringrazi della memoria che si degna conservare di me, e gli umili i miei ossequi. Faccia lo stesso con Monsignor Vicario. Ella accetti i distinti complimenti del Signor Don Provolo. L'affare che lo interessa va lentamente benissimo. Mi raccomando quanto posso alle sante di Lei orazioni. Verona li 5 ottobre 1831 __________________ NB. Minuta senza alcun autografo della Canossa. 7 Don Provolo Antonio, fondatore dell’Istituto dei Sordomuti (Ep. II/2, lett. 730, n. 1, pag. 822) 8 Mons. Monico Giacomo, Patriarca di Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 1, pag. 164).
A DON ZANETTI 734(Verona#1831.11.13) Scrivendo al Confessore di Milano, la Canossa è contenta per l‟inizio promettente dei Figli della Carità a Venezia, delle prospettive per Verona e, ancora più per il Rescritto del Santo Padre, ricco di indulgenze a favore dei Figli stessi della Carità. Ora Don Giovanni l‟aiuti a risolvere il problema delle sue Memorie, che si vorrebbe, non che fossero bruciate secondo il suo parere, ma continuate e completate. Infine la consigli sul suo interesse per i Greci scismatici. Veneratissimo signor Don Giovanni Egli è del tempo ch’io desideravo d’incomodare in iscritto la Signoria Vostra Molto Illustre e Reverenda. Voleva scriverle relativamente all’Elena 1 e voleva prima ancora farlo per me. La poca salute che da qualche mese mi trovo avere m’impedì il farlo sul primo argomento, che viene adesso a cessare, e la lusinga di poter fare io una gita costì oltre il desiderio di scriverle con incontro sicuro mi fece ritardare sin qui. Adesso che ho deposto la speranza di venire a Bergamo per qualche tempo colgo l’incontro delle compagne per disturbarla. Prima di tutto le dirò come piacque al Signore benedire il mio progetto dei Figli della Carità 2 essendosi coll’intelligenza di quel degnissimo Patriarca 3 e coll’assistenza del Superiore dato un piccolo principio a Venezia sul quale però non vi è adesso da far fondamento pel piccolissimo numero che però fa del bene. Sotto altro aspetto per altro. Quì poi non si pote cominciare ad operare perche non è finito ancora ciò che riguarda il materiale, ma pel formale la misericordia del Signore abbonda di benedizioni. Quello che più di tutto mi confortò come può credere si è che avendomi obbligata il superiore di Venezia di scrivere una lettera al Santo Padre 4 di congratulazione semplicemente della sua assunzione al Ponteficato degnossi la Santità Sua nel rispondermi accludermi nella stessa sua lettera un Rescritto d’indulgenze perpetue per i Figli della Carità 5 nominandoli nel Rescritto, e dicendo in questo che tra le amarezze dei primordi del suo Pontificato tale opera gli riuscì di conforto. Glielo dico non solo perche nelle sue orazioni se lo ricordi ma più perche dovendo venire da coteste parti uno di questi nostri sacerdoti desidero che il medesimo abbia il vantaggio di fare la sua conoscenza, e gli darò una lettera perche sappia essere quello. Quando poi fui a Venezia come le dissi feci leggere al Superiore 6 que’ libri ch’io voleva bruciare. Ma il medesimo non solo mi confermò di non farlo, ma mi aggiunse che scrivessi quel di più, che non feci singolarmente questi ultimi anni. Gli dissi, che non mi pareva essere ciò secondo il di lei parere, e mi disse prima di partire ch’io faccia poi quello ch’ella crede. Se può mi faccia la grazia con quest’incontro di una parola di risposta. Adesso poi ho da dirgliene una di belle. Su della quale pure la prego d’una parola di risposta. Si ricorderà quant’io le dissi intorno i Greci scismatici. Parlando col Superiore di Venezia dopo avergli lette quelle carte siccome egli ebbe, come io pure da fare con un santo sacerdote nativo ed ora abitante in que Paesi raccontai al Superiore le mie idee per giovare alla Chiesa Greca combinandosi, che questo essere amatissimo dal Santo Padre che in qualche modo l’educò. Il Superiore ravvivò il carteggio che pel tempo, che questo sacerdote era in propaganda aveva con me. Io mi vedo una strada aperta per eccittare e forse giovare. Sapendo 1 Elena Bernardi, superiora della Casa di Milano (Ep. I, lett. 278, n. 2, pag. 411). 2 Cf. Aff. Figli della Carità. 3 Mons. Monico Giacomo, Patriarca di Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 1, pag. 164). 4 Gregorio XVI, Sommo Pontefice eletto nel 1830 (Ep. I, lett. 407, n. 2, pag. 667). 5 Rescritto del 2 settembre 1831. 6 Mons. Traversi Antonio, provveditore dell’I. R. Liceo di Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 2, pag. 165).
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A DON ZANETTI<br />
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Scrivendo al Confessore <strong>di</strong> Milano, la <strong>Canossa</strong> è contenta per l‟inizio promettente dei Figli della Carità a<br />
Venezia, delle prospettive per Verona e, ancora più per il Rescritto del Santo Padre, ricco <strong>di</strong> indulgenze a favore<br />
dei Figli stessi della Carità. Ora Don Giovanni l‟aiuti a risolvere il problema delle sue Memorie, che si<br />
vorrebbe, non che fossero bruciate secondo il suo parere, ma continuate e completate. Infine la consigli sul suo<br />
interesse per i Greci scismatici.<br />
Veneratissimo signor Don Giovanni<br />
Egli è del tempo ch’io desideravo d’incomodare in iscritto la Signoria Vostra Molto Illustre e<br />
Reverenda. Voleva scriverle relativamente all’Elena 1 e voleva prima ancora farlo per me. La poca<br />
salute che da qualche mese mi trovo avere m’impedì il farlo sul primo argomento, che viene adesso a<br />
cessare, e la lusinga <strong>di</strong> poter fare io una gita costì oltre il desiderio <strong>di</strong> scriverle con incontro sicuro mi<br />
fece ritardare sin qui. Adesso che ho deposto la speranza <strong>di</strong> venire a Bergamo per qualche tempo colgo<br />
l’incontro delle compagne per <strong>di</strong>sturbarla.<br />
Prima <strong>di</strong> tutto le <strong>di</strong>rò come piacque al Signore bene<strong>di</strong>re il mio progetto dei Figli della Carità 2<br />
essendosi coll’intelligenza <strong>di</strong> quel degnissimo Patriarca 3 e coll’assistenza del Superiore dato un piccolo<br />
principio a Venezia sul quale però non vi è adesso da far fondamento pel piccolissimo numero che però<br />
fa del bene. Sotto altro aspetto per altro. Quì poi non si pote cominciare ad operare perche non è finito<br />
ancora ciò che riguarda il materiale, ma pel formale la misericor<strong>di</strong>a del Signore abbonda <strong>di</strong><br />
bene<strong>di</strong>zioni. Quello che più <strong>di</strong> tutto mi confortò come può credere si è che avendomi obbligata il<br />
superiore <strong>di</strong> Venezia <strong>di</strong> scrivere una lettera al Santo Padre 4 <strong>di</strong> congratulazione semplicemente della sua<br />
assunzione al Ponteficato degnossi la Santità Sua nel rispondermi accludermi nella stessa sua lettera un<br />
Rescritto d’indulgenze perpetue per i Figli della Carità 5 nominandoli nel Rescritto, e <strong>di</strong>cendo in questo<br />
che tra le amarezze dei primor<strong>di</strong> del suo Pontificato tale opera gli riuscì <strong>di</strong> conforto. Glielo <strong>di</strong>co non<br />
solo perche nelle sue orazioni se lo ricor<strong>di</strong> ma più perche dovendo venire da coteste parti uno <strong>di</strong> questi<br />
nostri sacerdoti desidero che il medesimo abbia il vantaggio <strong>di</strong> fare la sua conoscenza, e gli darò una<br />
lettera perche sappia essere quello. Quando poi fui a Venezia come le <strong>di</strong>ssi feci leggere al Superiore 6<br />
que’ libri ch’io voleva bruciare. Ma il medesimo non solo mi confermò <strong>di</strong> non farlo, ma mi aggiunse<br />
che scrivessi quel <strong>di</strong> più, che non feci singolarmente questi ultimi anni. Gli <strong>di</strong>ssi, che non mi pareva<br />
essere ciò secondo il <strong>di</strong> lei parere, e mi <strong>di</strong>sse prima <strong>di</strong> partire ch’io faccia poi quello ch’ella crede. Se<br />
può mi faccia la grazia con quest’incontro <strong>di</strong> una parola <strong>di</strong> risposta. Adesso poi ho da <strong>di</strong>rgliene una <strong>di</strong><br />
belle. Su della quale pure la prego d’una parola <strong>di</strong> risposta. Si ricorderà quant’io le <strong>di</strong>ssi intorno i Greci<br />
scismatici.<br />
Parlando col Superiore <strong>di</strong> Venezia dopo avergli lette quelle carte siccome egli ebbe, come io<br />
pure da fare con un santo sacerdote nativo ed ora abitante in que Paesi raccontai al Superiore le mie<br />
idee per giovare alla Chiesa Greca combinandosi, che questo essere amatissimo dal Santo Padre che in<br />
qualche modo l’educò. Il Superiore ravvivò il carteggio che pel tempo, che questo sacerdote era in<br />
propaganda aveva con me. Io mi vedo una strada aperta per eccittare e forse giovare. Sapendo<br />
1<br />
Elena Bernar<strong>di</strong>, superiora della Casa <strong>di</strong> Milano (Ep. I, lett. 278, n. 2, pag. 411).<br />
2<br />
Cf. Aff. Figli della Carità.<br />
3<br />
Mons. Monico Giacomo, Patriarca <strong>di</strong> Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 1, pag. 164).<br />
4<br />
Gregorio XVI, Sommo Pontefice eletto nel 1830 (Ep. I, lett. 407, n. 2, pag. 667).<br />
5<br />
Rescritto del 2 settembre 1831.<br />
6<br />
Mons. Traversi Antonio, provve<strong>di</strong>tore dell’I. R. Liceo <strong>di</strong> Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 2, pag. 165).