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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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B R E V E I D E A D E L L ' I S T I T U T O D E L L E F I G L I E D E L L A C A R I T A ’<br />

B.15 - 12(Verona#1829.05.**)<br />

[1829]<br />

Sono due copie della medesima « Breve idea », ma mentre la prima, che, nel titolo, porta l'aggiunta: Dettato<br />

dalla signora Marchesa a Cristina Pilotti il mese <strong>di</strong> maggio 1829, presenta la precisazione cronologica «<br />

1829 », la seconda, ripresa da una copia fotostatica, rilasciata dall'Archivio <strong>di</strong> Venezia, si vorrebbe far<br />

risalire al 1819. Sembrerebbero invece copie contemporanee. La prima, B. 15, non descrive l'abito <strong>di</strong> <strong>di</strong>visa<br />

e chiarifica meno i <strong>di</strong>ritti che competono a chi, sciolta contemporaneamente dai Voti religiosi, intende<br />

lasciare l'Istituto, così come non <strong>di</strong>stingue, in paragrafo a sé stante, gli «OGGETTI in cui si impiegano le<br />

Figlie della Carità», ma evidentemente sono entrambe copie della documentazione <strong>di</strong> or<strong>di</strong>namento interno,<br />

aggiunta ad ogni complessa pratica <strong>di</strong> richiesta <strong>di</strong> approvazione da parte delle Autorità religiose e civili.<br />

B R E V E I D E A D E L L ' I S T I T U T O D E L L E F I G L I E D E L L A C A R I T A ’<br />

dettato dalla signora Marchesa a Cristina Pilotti il mese <strong>di</strong> maggio 1829.<br />

L'Istituto delle Figlie della Carità istituito nel Lombardo Veneto sotto gli auspici <strong>di</strong> Maria<br />

santissima Addolorata ha per iscopo <strong>di</strong> operare la propria santificazione, cercando d'imitare le virtù<br />

<strong>di</strong> Gesù Crocifisso, praticandole in modo singolare nell'adempimento dei due precetti della Carità.<br />

Per conseguenza in esecuzione del primo richiedesi in quest'Istituto un particolare esercizio<br />

delle virtù interne, e segnatamente <strong>di</strong> un vero spogliamento <strong>di</strong> tutto per non cercare che Dio.<br />

Vi si richiede grande esercizio <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>enza, ed annegazione della propria volontà, e vi si<br />

bramano soggetti, ch'abbiano anche un carattere amante dell'armonia, per non turbare la pace, senza<br />

la quale da quest'Istituto si tiene, che non potrebbe lo stesso prosperare e fiorire.<br />

Non vi è nelle Case del medesimo clausura, non essendo questa compatibile cogli Esercizi<br />

<strong>di</strong> carità della vocazione, ma le Regole loro tengono i membri <strong>di</strong>visi dal mondo per lo meno quanto<br />

se fossero nella clausura più stretta.<br />

Le Figlie della Carità vivono in vita comune più perfetta, senza minima <strong>di</strong>stinzione a nascita<br />

o a ricchezze, formando la carità l'unico <strong>di</strong>stintivo in ogni cosa, e in ogni impiego.<br />

Si fanno da tutte in forma privata i soliti tre voti religiosi, ma questi non legano la persona,<br />

se non pel tempo che persevera nell'Istituto, restandone sciolte quelle che dall'Istituto volessero<br />

sortire.<br />

La regola non prescrive austerità particolari, anzi l'Istituto somministra a ciascheduna<br />

quanto può ad una vita religiosa abbisognare sia pel vitto, che pel vestito.<br />

Gli Esercizi <strong>di</strong> Carità poi in esecuzione del secondo precetto che praticano sono i seguenti:<br />

Hanno in primo luogo le Scuole <strong>di</strong> Carità nelle quali vengono ammesse le ragazze più<br />

miserabili e povere essendo già s'intende tutto gratuito non solo parlandosi delle Scuole, ma anche<br />

d'ogni altra opera caritatevole, che dall'Istituto si pratica. In queste scuole vengono le ragazze<br />

ammaestrate nei doveri della santa Religione, e nei lavori <strong>di</strong> ogni sorte secondo i vari Paesi, ove<br />

l'Istituto è stabilito conseguendo le ragazze ogni guadagno dei lavori loro.<br />

Le scolare vengono la mattina e vanno a casa a mezzogiorno pel pranzo; ritornano due ore<br />

dopo, e restano nella scuola fino alla sera, e ciò in ogni giorno dell'anno tanto feriale che festivo<br />

colla <strong>di</strong>fferenza, che necessariamente le feste sono in <strong>di</strong>verso modo occupate.<br />

Ricevono oltre <strong>di</strong> queste in un ora determinata altre povere ragazze <strong>di</strong> costumi pure illibati<br />

per l'istruzione della Dottrina Cristiana del leggere e per alcune anche <strong>di</strong> un po' d'aritmetica e <strong>di</strong><br />

scrivere lo che s'insegna in simile modo anche a quelle <strong>di</strong> scuola istruendole tutte, e vigilando<br />

perchè si accostino preparate e colla frequenza dai confessori loro voluta ai santi Sacramenti.<br />

Nei giorni <strong>di</strong> festa molte delle Sorelle a giu<strong>di</strong>zio della Superiora si portano ad assistere alla<br />

Dottrina Cristiana della Parrocchia dalla quale non possono accettare carica alcuna <strong>di</strong> presidenza.

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