epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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[Tra il 1818 e il 1820] P R O S P E T T O B.11 - 10(Verona#1819.**.**) La forma del PROSPETTO è ormai ufficiale. Probabilmente è stato inviato ai Vescovi di Venezia o di Verona, mentre per la Peschera sarebbe stato trasmesso all'Arcivescovo di Milano. In tutti i casi lo si deve collocare fra il 1818 e i1 1820, gli anni di richiesta da parte della Canossa del riconoscimento dell‟istituto. Oltre alle ragioni spirituali della sua esistenza, la Fondatrice descrive il colore dell‟abito, della cuffia e della forma del « tablò », - come è chiamato nell‟istituto - i maggiori elementi che compongono la divisa. Ciò significa che già l‟imperatore ne ha consigliato l‟uso (I, pag. 426). P R O S P E T T O DELL'ISTITUTO DELLE FIGLIE DELLA CARITA' FONDATO DALLA MARCHESA MADDALENA DI CANOSSA DEDICATO A M. SS. ADDOLORATA L'Istituto delle Figlie della Carità è formato secondo lo spirito di quello delle Figlie della Carità istituito in Francia da San Vincenzo de' Paoli, adattato però nella pratica ai costumi e sistemi d'Italia. Queste Figlie vivono una vita comune perfetta, sotto la direzione d’una Superiora colla piena dipendenza dal Vescovo Diocesano. Vestono un abito modesto color tanè con cuffia nera, e portano un'Immagine di Maria Santissima pendente al collo in forma di tableau. Vi sono ammesse le vergini, e le vedove di provato ed ottimo costume, di qualunque stato, condizione ed età, purchè siano atte agli uffici prescritti, ma sono escluse le maritate e separate per qualunque titolo dal marito, non che quelle, che per riforma di vita avessero bisogno di entrare in un ritiro, abbenchè per tempo brevissimo, e quelle similmente che bramassero di ritirarsi per passarvi in riposo parte, o tutta la loro vita. Le Figlie della Carità dopo un congruo noviziato fanno in forma semplice la professione dei consueti tre voti, duraturi questi finché esse rimangono nell'Istituto. ma che non privano gli individui de' diritti civili loro competenti, come di surccessione. Le Regole dell'Istituto hanno per iscopo di perfezionare le Figlie che v'entrano nello spirito di Carità verso Dio, e verso il prossimo, onde renderle utili alla società e singolarmente a quella parte di esse che si trova più bisognosa. Esse si mantengono del proprio, rimettendo l'intera amministrazione alla Superiora, la quale rappresenta la propria Casa in ogni occorrenza, corrispondendo alla medesima pel vitto, vestito, cura nelle malattie un'annua prestazione di ... in due rate semestrali anticipate, e portando al loro ingresso un decente corredo giusto il prescritto dai loro Regolamenti. Donando qualche benefattore o in vita, o in morte sostanza qualunque all'Istituto se ne converte il prodotto ad ammettere, e mantenere un proporzionato numero di Figlie della Carità di provata vocazione, mancanti de' mezzi di sussistenza, o di contadine, delle quali si parlerà in appresso secondo la volontà de' benefattori. Le figlie delle diverse Case dell'Istituto, si riguardano bensì, e trattano come sorelle, ma non hanno fra loro che un vincolo di Carità simile a quello delle Salesiane, e specialmente nel comunicarsi i soggetti secondo i rispettivi bisogni, e circostanze delle Case, e degli individui stessi. OGGETTI NE' QUALI S'IMPIEGANO LE FIGLIE DELLA CARITA’ I. - Nel tener Scuole gratuite per l'educazione delle povere ragazze, ammaestrandole nei doveri della Santa Religione e, nel leggere, nello scrivere, negli elementi dell'aritmetica, e ne' lavori donneschi,

onde agevolar loro i mezzi di una cristiana sussistenza. II. - Assistono alla Dottrina Cristiana nelle Chiese delle loro Parrocchie, tanto nella classe dell’istruzione, come in qualunque altra loro destinata, dipendendo interamente dagli ordini de' Superiori delle Dottrine stesse. Prestano anche nell'interno della Casa dell'Istituto l'uguale istruzione alle adulte povere, ed a quelle fanciulle che non possono frequentare per gli impegni delle loro famiglie le scuole loro, ma in luoghi separati dalle scuole stesse, e separatamente vengono istruite le adulte dalle fanciulle. III. - Visitano negli Spedali le povere inferme istruendole, confortandole, e disponendo caritatevolmente, le une ad una santa morte, e le altre perché riacquistata la sanità del corpo ricuperino quella dello spirito per l'aiuto, e vantaggio loro, e delle loro famiglie. IV. .Accolgono nel tempo, massime d'inverno, il numero possibile di povere contadine d'illibato costume, e norma del desiderio dei Parrochi o rispettivi, le quali desiderino impiegarsi in vantaggio de' prossimi, e le istruiscono nella santa Religione, nel leggere, nello scrivere, e nei lavori donneschi, per renderle abili ad essere Maestre nelle loro terre. V. - Finalmente in due tempi dell'anno stabiliti, ricevono nella Casa dell'Istituto, ma separatamente dalla Comunità per giorni dieci consecutivi quelle Signore che desiderassero fare nella chiesa, o cappella appositamente stabilita, gli Esercizi spirituali dati da due idonei Religiosi approvati dall'Ordinario, all'oggetto di rianimare in queste Signore lo spirito dell'ordine nelle loro famiglie, della saggia educazione dei figli, e domestici, e di eccitare in esse lo spirito di Carità per la visita degli ammalati per la frequenza della Dottrina Cristiana, e per far sì che sostengano nello loro campagne quanto per la buona educazione, e costumatezza avranno operato le contadine ammaestrate nell'Istituto.

onde agevolar loro i mezzi <strong>di</strong> una cristiana sussistenza.<br />

II. - Assistono alla Dottrina Cristiana nelle Chiese delle loro Parrocchie, tanto nella classe<br />

dell’istruzione, come in qualunque altra loro destinata, <strong>di</strong>pendendo interamente dagli or<strong>di</strong>ni de'<br />

Superiori delle Dottrine stesse.<br />

Prestano anche nell'interno della Casa dell'Istituto l'uguale istruzione alle adulte povere, ed a<br />

quelle fanciulle che non possono frequentare per gli impegni delle loro famiglie le scuole loro, ma<br />

in luoghi separati dalle scuole stesse, e separatamente vengono istruite le adulte dalle fanciulle.<br />

III. - Visitano negli Spedali le povere inferme istruendole, confortandole, e <strong>di</strong>sponendo<br />

caritatevolmente, le une ad una santa morte, e le altre perché riacquistata la sanità del corpo<br />

ricuperino quella dello spirito per l'aiuto, e vantaggio loro, e delle loro famiglie.<br />

IV. .Accolgono nel tempo, massime d'inverno, il numero possibile <strong>di</strong> povere conta<strong>di</strong>ne d'illibato<br />

costume, e norma del desiderio dei Parrochi o rispettivi, le quali desiderino impiegarsi in vantaggio<br />

de' prossimi, e le istruiscono nella santa Religione, nel leggere, nello scrivere, e nei lavori<br />

donneschi, per renderle abili ad essere Maestre nelle loro terre.<br />

V. - Finalmente in due tempi dell'anno stabiliti, ricevono nella Casa dell'Istituto, ma separatamente<br />

dalla Comunità per giorni <strong>di</strong>eci consecutivi quelle Signore che desiderassero fare nella chiesa, o<br />

cappella appositamente stabilita, gli Esercizi spirituali dati da due idonei Religiosi approvati<br />

dall'Or<strong>di</strong>nario, all'oggetto <strong>di</strong> rianimare in queste Signore lo spirito dell'or<strong>di</strong>ne nelle loro famiglie,<br />

della saggia educazione dei figli, e domestici, e <strong>di</strong> eccitare in esse lo spirito <strong>di</strong> Carità per la visita<br />

degli ammalati per la frequenza della Dottrina Cristiana, e per far sì che sostengano nello loro<br />

campagne quanto per la buona educazione, e costumatezza avranno operato le conta<strong>di</strong>ne<br />

ammaestrate nell'Istituto.

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